","Due iniziative antifasciste a San Salvario","post",1450440221,[63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/antifa/","http://radioblackout.org/tag/casapound/","http://radioblackout.org/tag/comitati-antidegrado/","http://radioblackout.org/tag/san-salvario/",[28,68,69,18],"casapound","comitati antidegrado",{"post_content":71,"post_title":77,"tags":80},{"matched_tokens":72,"snippet":75,"value":76},[73,74],"San","Salvario","mesi nella parte sud di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> ci sono state alcuni presidi","Negli ultimi mesi nella parte sud di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> ci sono state alcuni presidi e volantinaggi “contro lo spaccio e la criminalità” da parte di un cosiddetto comitato “\u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> Bramante”.Questo comitato è il nuovo travestimento dell’organizzazione neofascista Casapound, che ha sede al circolo Asso di Bastoni di via Cellini e ogni tanto compie il tentativo di allargarsi nel quartiere.\r\n\r\nIn contrapposizione a queste iniziative alcuni abitanti del quartiere hanno fatto dei volantinaggi \"per un quartiere multietnico e solidale\" al mercato, nelle scuole e nei negozi vicino alla sede di Casapound, incontrando una certa approvazione.\r\n\r\nVenerdi 18 dicembre alle 20,30, anniversario della strage del 1922, è indetto un presidio di controinformazione in concomitanza con l'ennesima uscita dei neofascisti. Sabato 19 alle 15 concerto e assemblea. Appuntamento entrambi i giorni al giardino di corso Dante angolo via Madama Cristina.\r\n\r\nAscolta l'intervista a un abitante di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark>:\r\n\r\nUnknown",{"matched_tokens":78,"snippet":79,"value":79},[73,74],"Due iniziative antifasciste a \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark>",[81,83,85,87],{"matched_tokens":82,"snippet":28},[],{"matched_tokens":84,"snippet":68},[],{"matched_tokens":86,"snippet":69},[],{"matched_tokens":88,"snippet":91},[89,90],"san","salvario","\u003Cmark>san\u003C/mark> \u003Cmark>salvario\u003C/mark>",[93,98,101],{"field":38,"indices":94,"matched_tokens":95,"snippets":97},[23],[96],[89,90],[91],{"field":99,"matched_tokens":100,"snippet":79,"value":79},"post_title",[73,74],{"field":102,"matched_tokens":103,"snippet":75,"value":76},"post_content",[73,74],1157451471441625000,{"best_field_score":106,"best_field_weight":107,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":50,"score":108,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":50},"2211897868544",13,"1157451471441625195",{"document":110,"highlight":130,"highlights":151,"text_match":104,"text_match_info":161},{"cat_link":111,"category":112,"comment_count":50,"id":113,"is_sticky":50,"permalink":114,"post_author":26,"post_content":115,"post_date":116,"post_excerpt":55,"post_id":113,"post_modified":117,"post_thumbnail":55,"post_thumbnail_html":55,"post_title":118,"post_type":60,"sort_by_date":119,"tag_links":120,"tags":125},[47],[49],"23955","http://radioblackout.org/2014/06/una-riflessione-sulla-mobilitazione-antifascista-a-san-salvario/","Ieri nel quartiere di San Salvario a Torino una mobilitazione antifascista (vedi foto) ha impedito che un \"presidio contro il degrado\" sostenuto da Casapound si muovesse per le vie del quartiere.\r\n\r\nPrendendo spunto da un volantino distribuito abbiamo sentito una compagna, Francesca, a proposito di come le \"marce contro il degrado\" che periodicamente vengono organizzate da sedicenti \"comitati spontanei\" di residenti siano funzionali al processo di gentrificazione in atto a Torino, di trasformazione delle vecchie zone proletarie e industriali in quartieri \"moderni\", attraenti, teatro di eventi e nuovi investimenti economici. Questo processo comporta l'espulsione da questi quartieri delle categorie sociali meno abbienti, e per fare ciò torna utile il ricorso alla logica razzista o del capro espiatorio (in quest'ultimo caso i pusher).\r\n\r\nSe quindi la politica di Casapound è funzionale a quella del Comune e dei grandi gruppi imprenditoriali che governano la città, dall'altra parte l'antifascismo non è solo scendere in strada quando ci sono i fascisti ma anche opporsi quotidianamente agli sfratti, alle retate, alle speculazioni edilizie.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n2014.06.26-degrado_xenofobo","26 Giugno 2014","2014-06-30 21:20:40","Una riflessione sulla mobilitazione antifascista a San Salvario ",1403786198,[63,121,122,123,66,124],"http://radioblackout.org/tag/casa-pound/","http://radioblackout.org/tag/droga/","http://radioblackout.org/tag/gentrificazione/","http://radioblackout.org/tag/xenofobia/",[28,126,127,128,18,129],"casa pound","droga","gentrificazione","xenofobia",{"post_content":131,"post_title":135,"tags":138},{"matched_tokens":132,"snippet":133,"value":134},[73,74],"Ieri nel quartiere di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> a Torino una mobilitazione antifascista","Ieri nel quartiere di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> a Torino una mobilitazione antifascista (vedi foto) ha impedito che un \"presidio contro il degrado\" sostenuto da Casapound si muovesse per le vie del quartiere.\r\n\r\nPrendendo spunto da un volantino distribuito abbiamo sentito una compagna, Francesca, a proposito di come le \"marce contro il degrado\" che periodicamente vengono organizzate da sedicenti \"comitati spontanei\" di residenti siano funzionali al processo di gentrificazione in atto a Torino, di trasformazione delle vecchie zone proletarie e industriali in quartieri \"moderni\", attraenti, teatro di eventi e nuovi investimenti economici. 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Z.T.L. notturne, ronde e chiusure di locali sono le misure proposte come soluzione di una \"emergenza\", mentre invece sono le dinamiche del quartiere, commericiali ed abitative, ad essere veramente interessanti, anche alla luce del ruolo (o del mancato ruolo) delle istituzioni locali nella governance di questi processi.\r\n\r\nNe parliamo con Magda, dottoranda di sociologia e ricercatrice sulle dinamiche di Gentrificazione nella nostra città.\r\n\r\nsansalvario","14 Marzo 2014","2014-03-20 11:21:18","San Salvario, retate e gentrificazione",1394796987,[123,174,175,176,177,178,66,179],"http://radioblackout.org/tag/getrification/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/linformazione-di-blackout/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/notizie-2/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[128,181,26,21,24,30,18,15],"getrification",{"post_content":183,"post_title":187,"tags":190},{"matched_tokens":184,"snippet":185,"value":186},[73,74],"dell'ultima settimana, il quartiere di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> è di nuovo al centro"," \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDopo le retate spettacolarizzate dell'ultima settimana, il quartiere di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> è di nuovo al centro di polemiche ed attezione dei giornali locali; 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Per un ministero importante come gli Interni è stato scelto Marco Minniti, che da 20 anni occupa ruoli chiave nelle stanze dei palazzi governativi: ex sottosegretario alla Difesa, ex sottosegretario alla Presidenza con delega ai servizi segreti, di comprovata fede Nato, vicino all’establishment ultraconservatore degli Stati Uniti d’America, prima dell'entrata come sottosegretario nel governo Renzi (2014) era presidente esecutivo della Fondazione ICSA (Intelligence Culture and Strategic Analysis), poco conosciuta ma influentissima. L’ICSA è un centro studi sui temi d’intelligence e analisi militare costituito a Roma nel novembre 2009 dallo stesso Minniti e dal defunto ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, gran tessitore di trame con organizzazioni e servizi segreti in ambito nazionale e Nato. Oggi la fondazione ICSA è composta da una pletora di ex militari, carabinieri, poliziotti di alto rango (anche francesi e statunitensi), tra cui l'ex capo del ROS dei carabinieri Giampaolo Ganzer, condannato in primo grado a 14 anni per traffico internazionale di stupefacenti, condanna poi ridotta in appello e finita in prescrizione.\r\n\r\nCon questo pedigree militarista Minniti evidentemente è sembrato il politico più “adeguato” per l'esternalizzazione delle frontiere, attraverso accordi con le polizie corrotte di vari paesi africani, e per consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno, strappando a leghisti, centrodestra e frange razziste a 5 stelle il primato della narrazione sul “pericolo” rappresentato da immigrati, poveri, spacciatori, abusivi e altre categorie ai margini della società.\r\n\r\nEcco allora che il 10 febbraio scorso, il giorno delle foibe celebrato dai fascisti (un caso?) il ministro dell'Interno Minniti e il ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno presentato il decreto sulla sicurezza e quello sui migranti, che sono stati convertiti definitivamente in legge in aprile e che dietro la retorica della combinazione di \"solidarietà e rigore\" contengono una serie di provvedimenti discriminatori che li pongono in continuità con le leggi razziali di mussoliniana memoria e il pacchetto sicurezza del 2009.\r\n\r\nTra le principali norme ci sono:\r\n\r\n-Leggi speciali per i richiedenti asilo: la presenza in udienza è a discrezione del giudice, la possibilità di ricorso in appello è abolita, durante il periodo di attesa \"c'è la possibilità\" di lavorare GRATUITAMENTE per lo stato italiano (magari permetterà un occhio di riguardo da parte della commissione).\r\n\r\n- Il cosiddetto Daspo urbano. Senza il provvedimento di un giudice, le amministrazioni locali possono emettere provvedimenti di allontanamento di soggetti ritenuti pericolosi per la collettività, come spacciatori, writers, mendicanti, venditori e parcheggiatori abusivi eccetera. La qual cosa può avvenire anche per singole zone della città, il che potrà portare alla creazione di zone di territorio \"tutelate\" (ad esempio i lussuosi centri storici riservati a residenti e turisti danarosi) e periferie ghetto, dove la polizia si può concentrare per intensificare l'attività di controllo e repressione.\r\n\r\n- L'apertura di nuovi c.p.r. (ex c.i.e), oltre ai 4 attualmente attivi, per il rimpatrio forzato dei migranti non in regola coi documenti, secondo la logica di \"un cie in ogni regione\" enunciata dal ministro leghista Maroni nel 2011.\r\n\r\nLa logica securitaria contenuta in questi provvedimenti è anche quella che pervade la mentalità di molti gruppi dichiaratamente fascisti e di amministratori locali. A Roma il gruppuscolo neofascista Azione frontale ha recentemente lanciato un boicottaggio dei negozi stranieri, per difendere i prodotti italiani. C'è poi tanta differenza con certi provvedimenti annunciati dall'assessore torinese pentastellato Giusta, che ad esempio per contenere la movida di San Salvario prevede la chiusura selettiva dei negozietti gestiti da stranieri che offrono (anche) alcool a basso costo? O con le misure restrittive nei confronti del mercato abusivo domenicale, che anni fa si conquistò la sua collocazione naturale in piazza della Repubblica e poi è stato normato e respinto verso la periferia nord perché Porta Palazzo oggi è al centro di un processo di gentrificazione, e abusivi e poveri devono fare posto a studenti, artisti, istituti di design, sedi di multinazionali (Lavazza), scuole private con rette di migliaia di euro nelle quali la classe dominante riproduce se stessa?\r\n\r\nAttraversando San Salvario, troppo spesso ci si imbatte in fermi di polizia o retate nei locali meno alla moda (non certo quelli radical-chic che la movida propone): si cerca di spazzare via le espressioni di un’altra San Salvario, più libera, più popolare, più genuina, o quanto meno un quartiere come un altro e non un enorme parco divertimenti notturno a cielo aperto, che ricorda le corsie di un supermercato. Tra un cappuccino di soia o un long drink, per gli avventori della movida passa inosservata la presenza massiccia della polizia e il suo operato.\r\n\r\nSoprattutto con il pretesto del contrasto agli spacciatori (che nel complesso del fenomeno sono l’ultima ruota del carro, sfruttati si potrebbe dire), la polizia va a caccia di persone senza i documenti in regola, da portare ciclicamente nel c.i.e., nel momento in cui ci siano dei posti da riempire, per poi rispedirli nei loro paesi d'origine, luoghi caratterizzati da conflitti, guerre, fame ed estrema povertà. Le numerose proteste che si manifestano in queste strutture (autolesionismo, scioperi della fame, battiture), mettono in evidenza quale sia il loro reale ruolo: il c.i.e. è una prigione, e come in tutte le prigioni vi avvengono pestaggi e torture.\r\n\r\nMa la polizia non agisce in modo repressivo solo nei confronti degli immigrati. Un esempio è sicuramente il nuovo decreto Minniti, che ha lo scopo di “introdurre strumenti volti a rafforzare la sicurezza delle città e la vivibilità dei territori e di promuovere interventi volti al mantenimento del decoro urbano”, ovvero dare maggiori libertà al sindaco o chi ne fa le veci, di decidere chi possa abitare o vivere una zona piuttosto che in un altra.\r\n\r\nIl vero significato delle parole \"sicurezza\" e \"decoro\" risulta evidente quando vediamo aumentare il divario tra poveri e ricchi, tra chi può consumare e chi è \"antiestetico\" nei luoghi della Torino bene, quando chi non produce profitto o chi protesta deve sgomberare l'area coattivamente. E' quindi un altro giro di vite per la libertà di chiunque si opponga o mostri non appartenenza al luogo arido immaginato e voluto dai più (dal capitale?).\r\n\r\nCosì le frontiere si instaurano anche nel mezzo della città, e a soffrirne sono e saranno sempre i corpi indesiderati dal mercato.\r\n\r\nLo stato tende a coinvolgere il cittadino all'interno dei processi decisionali: al Lombroso16 ogni tanto si tengono incontri di \"confronto con la cittadinanza sulla trasformazione urbana del territorio\", indetti dal Movimento 5 Stelle, oppure i partiti di destra invocano la creazione di \"corpi volontari di cittadini\" per garantire la cosiddetta sicurezza nelle strade. Il cittadino diventa parte attiva dei processi di controllo delle strade anche attraverso gli strumenti tecnologici, applicazioni per lo smartphone e simili. Si prova timore per un futuro sempre più incerto, e si tende a tramutarlo in ostilità verso chi è già di per sè escluso e facilmente giudicato come responsabile dei problemi. D’altra parte ci si illude di sentirsi interpellati, di poter decidere finalmente qualcosa, o di essere ascoltati, mentre in realtà questo tipo di partecipazione continua a basarsi su un sistema di delega, in cui la trasformazione del quartiere è dettata dall'alto e dev'essere così accettata dalla popolazione, pena la repressione o l'allontanamento. Così lo stato tende ad appropriarsi anche della nostra socialità, l'unica cosa rimasta, marginalizzandola.\r\n\r\nUn ruolo (fortunatamente marginale) tentano di svolgerlo anche i gruppi di \"neofascisti del terzo millennio\", tra cui, nel caso di San Salvario, i militanti di casapound, che da qualche tempo tentano di mascherarsi da comitati di quartiere (comitato san salvario bramante) per ritagliarsi spazi di agibilità politica e portare consenso sotto ai loro fasci littori. Con gli slogan come \"basta feccia e degrado\", questi personaggi soffiano sull'odio razziale e fomentano la guerra tra poveri, indicendo ronde e presidi anti-immigrati.\r\n\r\nIn una giornata come questa del 25 aprile è sempre più necessario ricordarsi che il fascismo non è morto, ma purtroppo si ricicla nei nostri quartieri sotto varie forme.\r\n\r\nSmascherarlo e combatterlo è il significato che sta dietro all'espressione \"partigiani sempre\", per fare in modo che questa data non rimanga una sterile celebrazione storica, ma ci permetta di osservare la realtà con una coscienza politica attenta, e ci permetta di agire contro ogni fascismo, vecchio e nuovo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl corteo del 22 aprile si dipanerà per tutti i luoghi simbolo della lotta partigiana in quartiere per legare quella lotta di 70 anni fa con gli afflati di liberazione da tutte le forme di intimidazione, repressione, controllo, militarismo, squadrismo...\r\n\r\n \r\n\r\n \t PIAZZA GRAF E LA MICROTECNICA. Fondata nel 1929, la Microtecnica negli anni della Seconda guerra mondiale lavorava per la Fiat, che produceva l’80% dei mezzi militari italiani. Lo stesso Dante Di Nanni diciassettenne nel 1942 fu operaio alla Microtecnica. I lavoratori della fabbrica furono in prima fila negli scioperi contro la guerra del 1943 e poi nel novembre 1944 si formò un comitato di liberazione di fabbrica, con una radio clandestina. Il bar sport di piazza Graf era sovente ritrovo dei sappisti, gli operai membri delle squadre di azione patriottica. I lavoratori della Microtecnica periti durante la lotta di Liberazione furono 20, e una lapide li ricorda all’interno dello stabilimento, visibile dall’ingresso laterale di via Canova. Il 24 aprile la fabbrica venne occupata dalle forze partigiane, e divenne un centro di coordinamento dell’insurrezione a Torino. Oggi la resistenza continua e passa anche attraverso la lotta per la riconversione dell’industria militare. La Microtecnica è parte della multinazionale americana UTC che produce apparecchiature per elicotteri e cacciabombardieri e come tale è complice della guerra permanente condotta ai danni del popoli del sud del mondo dalle potenze occidentali venditrici di armi. \r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A PIERLUIGI SILVANO, VIA MADAMA 137. 9 anni, ucciso da un cecchino fascista il 27 aprile 1945, durante l’insurrezione della città per scacciare definitivamente i nazifascisti.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VIA ORMEA ANGOLO VIA PETITTI. Dove oggi sorge la piscina Parri, ai tempi del fascismo c’era un carcere militare. Il 19 settembre 1944 un gruppo partigiano organizzò la fuga di 148 detenuti destinati alla deportazione in Germania. Una lapide in via Ormea 119 ricorda Ennio Pistoi, uno dei membri del commando. Il carcere fu demolito dopo la guerra. Il giardinetto antistante a volte è meta delle “passeggiate contro il degrado” dei neofascisti di casapound.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A RENATO VIOLA, VIA ORMEA 120. Nato a Volpiano in provincia di Torino il 3 ottobre 1922. Studente universitario, laureando in Economia e Commercio. Nell’agosto del 1944 divenne comandante di distaccamento della 2ª brigata GAP (Gruppi di Azione Patriottica) di Torino, col nome di battaglia Mirco. Cadde il 26 aprile 1945.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VICOLO VALTORTA. I gappisti usavano incontrarsi alla bottiglieria Comoglio di vicolo Valtorta (accesso da via Donizetti, oggi al civico 22bis), che oggi è divenuto un vialetto privato.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A LILIANA CARTA, VIA VALPERGA 24. Giovane operaia di 24 anni, morì il 26 aprile 1945, il primo giorno dell’insurrezione, in seguito ad un colpo esploso da un carro armato tedesco apparso all'angolo tra via Madama Cristina e via Valperga Caluso, che centrò il pieno il balcone del suo alloggio al primo piano proprio mentre stava chiudendo in tutta fretta le imposte. In quella stessa circostanza restò ferita anche la sorella Antonia, di vent'anni, che la stava aiutando.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LATIFA SDAIRI, VIA BERTHOLLET 8. Giovane immigrata di 19 anni, non in regola con i documenti, il 24 novembre 2004 morì cadendo dal tetto del condominio nel tentativo di sfuggire a un controllo di polizia nelle mansarde dell’ultimo piano. Uccisa dalle leggi razziste di oggi (in nome delle quali ogni giorno stranieri e poveri vengono controllati, rinchiusi, deportati), e da coloro che le applicano.\r\n \t ABITAZIONE DI EDOARDO ARIOTTI, VIA BERTHOLLET 6. Nato a Torino il 26 luglio 1924, appartenente alle Sap del 3° settore. La notte del 19 aprile venne fermato da alcuni militi ferroviari di guardia al ristorante Asti in via Nizza. Dopo un giudizio sommario, fu condannato a morte e trascinato verso l'albero di una vicina aiuola “mentre urlava e si dibatteva” e intanto veniva colpito “con pugni e colpi di calcio delle armi”. Dopo averlo legato alla pianta e imbavagliato, i militi fascisti lo uccisero con alcune raffiche di mitra che lo sfigurarono. Il corpo restò lì fino all'indomani. La lapide in sua memoria si trova in via Nizza 5.\r\n\r\n \r\n\r\n9. LAPIDE A GIORGIO DE RISIO E CLAUDIO NAVA, VIA GALLIARI 30. Il collegio universitario di via Galliari 30 durante la guerra era sede dei Gruppi Universitari Fascisti. Giorgio De Risio, studente 17enne, nato a Torino il 27 giugno 1928, partigiano della divisione cittadina GL cadde durante i combattimenti nei pressi della sede di via Galliari il 27 aprile 1945. Claudio Nava, nato a Torino il 6 giugno 1928, abitante in via Galliari 25 dall'agosto 1934, sappista della 5ª brigata, cadde nel medesimo luogo e giorno mentre, con un sacerdote, tentava di recuperare la salma di Giorgio De Risio\r\n\r\n \r\n\r\n ","21 Aprile 2017","2017-04-23 17:02:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-768x1087.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-724x1024.jpg 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1.jpg 877w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Resistenza continua, non antifascismo ingessato",1492801878,[233,234,235,236,66],"http://radioblackout.org/tag/antifascimo/","http://radioblackout.org/tag/deportazioni/","http://radioblackout.org/tag/militarizzazione/","http://radioblackout.org/tag/resistenza/",[238,33,239,240,18],"antifascimo","militarizzazione","resistenza",{"post_content":242,"tags":246},{"matched_tokens":243,"snippet":244,"value":245},[73,74],"antifascisti torinesi del quartiere di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> si ammanta di argomentazioni e","In mezzo a tante polemiche su pretestuose presenze di bandiere sioniste o palestinesi, strategie politichesi di presenze/assenze in piazza per testimoniare uno stantio antifascismo imbalsamato, l'iniziativa degli antifascisti torinesi del quartiere di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> si ammanta di argomentazioni e motivi che attualizzano il bisogno di avversare le pulsioni razziste, militariste... contro le deportazioni, le fabbriche d'armi e la difesa dell'industria del divertimento a pagamento: tutte forme odierne di fascismo.\r\n\r\nAbbiamo sentito Livia, una compagna del quartiere tra gli organizzatori della manifestazione che partirà sabato 22 aprile in piazza Graf alle 16:\r\n\r\nLiviaCorteoSanSalvario\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito alcune considerazioni scaturite nel percorso di preparazione del corteo:\r\n\r\nDopo il fallimento del “golpe” referendario del 4 dicembre scorso, l'oligarchia dominante in Italia ha messo in disparte Renzi (e le sue voglie di rivincita personale attraverso elezioni anticipate) e ha messo ai posti di guida una serie di personaggi pragmatici, abituati a fare diligentemente il loro mestiere. Per un ministero importante come gli Interni è stato scelto Marco Minniti, che da 20 anni occupa ruoli chiave nelle stanze dei palazzi governativi: ex sottosegretario alla Difesa, ex sottosegretario alla Presidenza con delega ai servizi segreti, di comprovata fede Nato, vicino all’establishment ultraconservatore degli Stati Uniti d’America, prima dell'entrata come sottosegretario nel governo Renzi (2014) era presidente esecutivo della Fondazione ICSA (Intelligence Culture and Strategic Analysis), poco conosciuta ma influentissima. L’ICSA è un centro studi sui temi d’intelligence e analisi militare costituito a Roma nel novembre 2009 dallo stesso Minniti e dal defunto ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, gran tessitore di trame con organizzazioni e servizi segreti in ambito nazionale e Nato. Oggi la fondazione ICSA è composta da una pletora di ex militari, carabinieri, poliziotti di alto rango (anche francesi e statunitensi), tra cui l'ex capo del ROS dei carabinieri Giampaolo Ganzer, condannato in primo grado a 14 anni per traffico internazionale di stupefacenti, condanna poi ridotta in appello e finita in prescrizione.\r\n\r\nCon questo pedigree militarista Minniti evidentemente è sembrato il politico più “adeguato” per l'esternalizzazione delle frontiere, attraverso accordi con le polizie corrotte di vari paesi africani, e per consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno, strappando a leghisti, centrodestra e frange razziste a 5 stelle il primato della narrazione sul “pericolo” rappresentato da immigrati, poveri, spacciatori, abusivi e altre categorie ai margini della società.\r\n\r\nEcco allora che il 10 febbraio scorso, il giorno delle foibe celebrato dai fascisti (un caso?) il ministro dell'Interno Minniti e il ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno presentato il decreto sulla sicurezza e quello sui migranti, che sono stati convertiti definitivamente in legge in aprile e che dietro la retorica della combinazione di \"solidarietà e rigore\" contengono una serie di provvedimenti discriminatori che li pongono in continuità con le leggi razziali di mussoliniana memoria e il pacchetto sicurezza del 2009.\r\n\r\nTra le principali norme ci sono:\r\n\r\n-Leggi speciali per i richiedenti asilo: la presenza in udienza è a discrezione del giudice, la possibilità di ricorso in appello è abolita, durante il periodo di attesa \"c'è la possibilità\" di lavorare GRATUITAMENTE per lo stato italiano (magari permetterà un occhio di riguardo da parte della commissione).\r\n\r\n- Il cosiddetto Daspo urbano. Senza il provvedimento di un giudice, le amministrazioni locali possono emettere provvedimenti di allontanamento di soggetti ritenuti pericolosi per la collettività, come spacciatori, writers, mendicanti, venditori e parcheggiatori abusivi eccetera. La qual cosa può avvenire anche per singole zone della città, il che potrà portare alla creazione di zone di territorio \"tutelate\" (ad esempio i lussuosi centri storici riservati a residenti e turisti danarosi) e periferie ghetto, dove la polizia si può concentrare per intensificare l'attività di controllo e repressione.\r\n\r\n- L'apertura di nuovi c.p.r. (ex c.i.e), oltre ai 4 attualmente attivi, per il rimpatrio forzato dei migranti non in regola coi documenti, secondo la logica di \"un cie in ogni regione\" enunciata dal ministro leghista Maroni nel 2011.\r\n\r\nLa logica securitaria contenuta in questi provvedimenti è anche quella che pervade la mentalità di molti gruppi dichiaratamente fascisti e di amministratori locali. A Roma il gruppuscolo neofascista Azione frontale ha recentemente lanciato un boicottaggio dei negozi stranieri, per difendere i prodotti italiani. C'è poi tanta differenza con certi provvedimenti annunciati dall'assessore torinese pentastellato Giusta, che ad esempio per contenere la movida di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> prevede la chiusura selettiva dei negozietti gestiti da stranieri che offrono (anche) alcool a basso costo? O con le misure restrittive nei confronti del mercato abusivo domenicale, che anni fa si conquistò la sua collocazione naturale in piazza della Repubblica e poi è stato normato e respinto verso la periferia nord perché Porta Palazzo oggi è al centro di un processo di gentrificazione, e abusivi e poveri devono fare posto a studenti, artisti, istituti di design, sedi di multinazionali (Lavazza), scuole private con rette di migliaia di euro nelle quali la classe dominante riproduce se stessa?\r\n\r\nAttraversando \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark>, troppo spesso ci si imbatte in fermi di polizia o retate nei locali meno alla moda (non certo quelli radical-chic che la movida propone): si cerca di spazzare via le espressioni di un’altra \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark>, più libera, più popolare, più genuina, o quanto meno un quartiere come un altro e non un enorme parco divertimenti notturno a cielo aperto, che ricorda le corsie di un supermercato. Tra un cappuccino di soia o un long drink, per gli avventori della movida passa inosservata la presenza massiccia della polizia e il suo operato.\r\n\r\nSoprattutto con il pretesto del contrasto agli spacciatori (che nel complesso del fenomeno sono l’ultima ruota del carro, sfruttati si potrebbe dire), la polizia va a caccia di persone senza i documenti in regola, da portare ciclicamente nel c.i.e., nel momento in cui ci siano dei posti da riempire, per poi rispedirli nei loro paesi d'origine, luoghi caratterizzati da conflitti, guerre, fame ed estrema povertà. Le numerose proteste che si manifestano in queste strutture (autolesionismo, scioperi della fame, battiture), mettono in evidenza quale sia il loro reale ruolo: il c.i.e. è una prigione, e come in tutte le prigioni vi avvengono pestaggi e torture.\r\n\r\nMa la polizia non agisce in modo repressivo solo nei confronti degli immigrati. Un esempio è sicuramente il nuovo decreto Minniti, che ha lo scopo di “introdurre strumenti volti a rafforzare la sicurezza delle città e la vivibilità dei territori e di promuovere interventi volti al mantenimento del decoro urbano”, ovvero dare maggiori libertà al sindaco o chi ne fa le veci, di decidere chi possa abitare o vivere una zona piuttosto che in un altra.\r\n\r\nIl vero significato delle parole \"sicurezza\" e \"decoro\" risulta evidente quando vediamo aumentare il divario tra poveri e ricchi, tra chi può consumare e chi è \"antiestetico\" nei luoghi della Torino bene, quando chi non produce profitto o chi protesta deve sgomberare l'area coattivamente. E' quindi un altro giro di vite per la libertà di chiunque si opponga o mostri non appartenenza al luogo arido immaginato e voluto dai più (dal capitale?).\r\n\r\nCosì le frontiere si instaurano anche nel mezzo della città, e a soffrirne sono e saranno sempre i corpi indesiderati dal mercato.\r\n\r\nLo stato tende a coinvolgere il cittadino all'interno dei processi decisionali: al Lombroso16 ogni tanto si tengono incontri di \"confronto con la cittadinanza sulla trasformazione urbana del territorio\", indetti dal Movimento 5 Stelle, oppure i partiti di destra invocano la creazione di \"corpi volontari di cittadini\" per garantire la cosiddetta sicurezza nelle strade. Il cittadino diventa parte attiva dei processi di controllo delle strade anche attraverso gli strumenti tecnologici, applicazioni per lo smartphone e simili. Si prova timore per un futuro sempre più incerto, e si tende a tramutarlo in ostilità verso chi è già di per sè escluso e facilmente giudicato come responsabile dei problemi. D’altra parte ci si illude di sentirsi interpellati, di poter decidere finalmente qualcosa, o di essere ascoltati, mentre in realtà questo tipo di partecipazione continua a basarsi su un sistema di delega, in cui la trasformazione del quartiere è dettata dall'alto e dev'essere così accettata dalla popolazione, pena la repressione o l'allontanamento. Così lo stato tende ad appropriarsi anche della nostra socialità, l'unica cosa rimasta, marginalizzandola.\r\n\r\nUn ruolo (fortunatamente marginale) tentano di svolgerlo anche i gruppi di \"neofascisti del terzo millennio\", tra cui, nel caso di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark>, i militanti di casapound, che da qualche tempo tentano di mascherarsi da comitati di quartiere (comitato \u003Cmark>san\u003C/mark> \u003Cmark>salvario\u003C/mark> bramante) per ritagliarsi spazi di agibilità politica e portare consenso sotto ai loro fasci littori. Con gli slogan come \"basta feccia e degrado\", questi personaggi soffiano sull'odio razziale e fomentano la guerra tra poveri, indicendo ronde e presidi anti-immigrati.\r\n\r\nIn una giornata come questa del 25 aprile è sempre più necessario ricordarsi che il fascismo non è morto, ma purtroppo si ricicla nei nostri quartieri sotto varie forme.\r\n\r\nSmascherarlo e combatterlo è il significato che sta dietro all'espressione \"partigiani sempre\", per fare in modo che questa data non rimanga una sterile celebrazione storica, ma ci permetta di osservare la realtà con una coscienza politica attenta, e ci permetta di agire contro ogni fascismo, vecchio e nuovo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl corteo del 22 aprile si dipanerà per tutti i luoghi simbolo della lotta partigiana in quartiere per legare quella lotta di 70 anni fa con gli afflati di liberazione da tutte le forme di intimidazione, repressione, controllo, militarismo, squadrismo...\r\n\r\n \r\n\r\n \t PIAZZA GRAF E LA MICROTECNICA. Fondata nel 1929, la Microtecnica negli anni della Seconda guerra mondiale lavorava per la Fiat, che produceva l’80% dei mezzi militari italiani. Lo stesso Dante Di Nanni diciassettenne nel 1942 fu operaio alla Microtecnica. I lavoratori della fabbrica furono in prima fila negli scioperi contro la guerra del 1943 e poi nel novembre 1944 si formò un comitato di liberazione di fabbrica, con una radio clandestina. Il bar sport di piazza Graf era sovente ritrovo dei sappisti, gli operai membri delle squadre di azione patriottica. I lavoratori della Microtecnica periti durante la lotta di Liberazione furono 20, e una lapide li ricorda all’interno dello stabilimento, visibile dall’ingresso laterale di via Canova. Il 24 aprile la fabbrica venne occupata dalle forze partigiane, e divenne un centro di coordinamento dell’insurrezione a Torino. Oggi la resistenza continua e passa anche attraverso la lotta per la riconversione dell’industria militare. La Microtecnica è parte della multinazionale americana UTC che produce apparecchiature per elicotteri e cacciabombardieri e come tale è complice della guerra permanente condotta ai danni del popoli del sud del mondo dalle potenze occidentali venditrici di armi. \r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A PIERLUIGI SILVANO, VIA MADAMA 137. 9 anni, ucciso da un cecchino fascista il 27 aprile 1945, durante l’insurrezione della città per scacciare definitivamente i nazifascisti.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VIA ORMEA ANGOLO VIA PETITTI. Dove oggi sorge la piscina Parri, ai tempi del fascismo c’era un carcere militare. Il 19 settembre 1944 un gruppo partigiano organizzò la fuga di 148 detenuti destinati alla deportazione in Germania. Una lapide in via Ormea 119 ricorda Ennio Pistoi, uno dei membri del commando. Il carcere fu demolito dopo la guerra. Il giardinetto antistante a volte è meta delle “passeggiate contro il degrado” dei neofascisti di casapound.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A RENATO VIOLA, VIA ORMEA 120. Nato a Volpiano in provincia di Torino il 3 ottobre 1922. Studente universitario, laureando in Economia e Commercio. Nell’agosto del 1944 divenne comandante di distaccamento della 2ª brigata GAP (Gruppi di Azione Patriottica) di Torino, col nome di battaglia Mirco. Cadde il 26 aprile 1945.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VICOLO VALTORTA. I gappisti usavano incontrarsi alla bottiglieria Comoglio di vicolo Valtorta (accesso da via Donizetti, oggi al civico 22bis), che oggi è divenuto un vialetto privato.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A LILIANA CARTA, VIA VALPERGA 24. Giovane operaia di 24 anni, morì il 26 aprile 1945, il primo giorno dell’insurrezione, in seguito ad un colpo esploso da un carro armato tedesco apparso all'angolo tra via Madama Cristina e via Valperga Caluso, che centrò il pieno il balcone del suo alloggio al primo piano proprio mentre stava chiudendo in tutta fretta le imposte. In quella stessa circostanza restò ferita anche la sorella Antonia, di vent'anni, che la stava aiutando.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LATIFA SDAIRI, VIA BERTHOLLET 8. Giovane immigrata di 19 anni, non in regola con i documenti, il 24 novembre 2004 morì cadendo dal tetto del condominio nel tentativo di sfuggire a un controllo di polizia nelle mansarde dell’ultimo piano. Uccisa dalle leggi razziste di oggi (in nome delle quali ogni giorno stranieri e poveri vengono controllati, rinchiusi, deportati), e da coloro che le applicano.\r\n \t ABITAZIONE DI EDOARDO ARIOTTI, VIA BERTHOLLET 6. Nato a Torino il 26 luglio 1924, appartenente alle Sap del 3° settore. La notte del 19 aprile venne fermato da alcuni militi ferroviari di guardia al ristorante Asti in via Nizza. Dopo un giudizio sommario, fu condannato a morte e trascinato verso l'albero di una vicina aiuola “mentre urlava e si dibatteva” e intanto veniva colpito “con pugni e colpi di calcio delle armi”. Dopo averlo legato alla pianta e imbavagliato, i militi fascisti lo uccisero con alcune raffiche di mitra che lo sfigurarono. Il corpo restò lì fino all'indomani. La lapide in sua memoria si trova in via Nizza 5.\r\n\r\n \r\n\r\n9. LAPIDE A GIORGIO DE RISIO E CLAUDIO NAVA, VIA GALLIARI 30. Il collegio universitario di via Galliari 30 durante la guerra era sede dei Gruppi Universitari Fascisti. Giorgio De Risio, studente 17enne, nato a Torino il 27 giugno 1928, partigiano della divisione cittadina GL cadde durante i combattimenti nei pressi della sede di via Galliari il 27 aprile 1945. Claudio Nava, nato a Torino il 6 giugno 1928, abitante in via Galliari 25 dall'agosto 1934, sappista della 5ª brigata, cadde nel medesimo luogo e giorno mentre, con un sacerdote, tentava di recuperare la salma di Giorgio De Risio\r\n\r\n \r\n\r\n ",[247,249,251,253,255],{"matched_tokens":248,"snippet":238},[],{"matched_tokens":250,"snippet":33},[],{"matched_tokens":252,"snippet":239},[],{"matched_tokens":254,"snippet":240},[],{"matched_tokens":256,"snippet":91},[89,90],[258,263],{"field":38,"indices":259,"matched_tokens":260,"snippets":262},[20],[261],[89,90],[91],{"field":102,"matched_tokens":264,"snippet":244,"value":245},[73,74],{"best_field_score":106,"best_field_weight":107,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":266,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":50},"1157451471441625194",{"document":268,"highlight":290,"highlights":306,"text_match":104,"text_match_info":314},{"cat_link":269,"category":270,"comment_count":50,"id":271,"is_sticky":50,"permalink":272,"post_author":26,"post_content":273,"post_date":274,"post_excerpt":55,"post_id":271,"post_modified":275,"post_thumbnail":276,"post_thumbnail_html":277,"post_title":278,"post_type":60,"sort_by_date":279,"tag_links":280,"tags":285},[47],[49],"38532","http://radioblackout.org/2016/11/cacerolata-femminista-tra-la-movida/","Sabato 5 novembre, lungo le vie di San Salvario e sotto una pioggia intermittente, sono sfilate diverse realtà, gruppi ed individualità che si riconoscono nel percorso #NonUnaDiMeno contro la violenza maschile sulle donne, e per esteso, contro la violenza di genere. La manifestazione di sabato era una tappa nel percorso verso il corteo femminista del 26 novembre a Roma. Una Casserolata rumorosa, l'affissione di tante strisce con i contenuti della lotta, la narrazione delle storie che segnano il nostro quotidiano, ha caratterizzato il passaggio per le vie del quartiere della movida, per rompere il silenzio e l'indifferenza, per sostenere un percorso di libertà, mutuo aiuto e autodifesa fuori e contro chi vuole le donne inchiodate nello stereotipo della vittima.\r\nChi si è ritrovat* in Piazza Madama Cristina questo fine settimana lo ha fatto con lo stesso spirito delle donne argentine, spagnole, polacche, kurde, notav, e tutte le donne in lotta provenienti da tutto il mondo, e che quotidianamente sopravvivono alla violenza misogina, lesbofobica, razzista e transfobica costruendo così percorsi di autonomia che travalichino la paura e la vergogna individuale, facendo della solidarietà un punto di forza ed un'arma irrinunciabile. \r\n\r\nL'8 novembre, alle ore 18, si terrà inoltre un'assemblea preparativa alla Cavallerizza Reale\r\n\r\n Sabato 12 novembre si svolgerà una cena di autofinanziamento alle ore 20 al Gabrio.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Chiara, redattrice della radio e dell'assemblea antisessista.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-11-08-chiara-casserolatafem\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta lo spot realizzato per promuovere la manifestazione contro la violenza maschile sulle donne del 26 novembre a Roma:\r\n\r\nspotroma26nov","8 Novembre 2016","2016-11-19 22:11:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/cace-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"226\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/cace-300x226.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/cace-300x226.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/cace-768x579.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/cace.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cacerolata femminista tra la movida",1478626580,[281,282,283,66,284],"http://radioblackout.org/tag/casserolata-femminista/","http://radioblackout.org/tag/corteo-del-26-novembre/","http://radioblackout.org/tag/non-una-di-meno/","http://radioblackout.org/tag/violenza-maschile-sulle-donne/",[286,287,288,18,289],"casserolata femminista","corteo del 26 novembre","non una di meno","violenza maschile sulle donne",{"post_content":291,"tags":295},{"matched_tokens":292,"snippet":293,"value":294},[73,74],"novembre, lungo le vie di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> e sotto una pioggia intermittente, sono","Sabato 5 novembre, lungo le vie di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> e sotto una pioggia intermittente, sono sfilate diverse realtà, gruppi ed individualità che si riconoscono nel percorso #NonUnaDiMeno contro la violenza maschile sulle donne, e per esteso, contro la violenza di genere. La manifestazione di sabato era una tappa nel percorso verso il corteo femminista del 26 novembre a Roma. Una Casserolata rumorosa, l'affissione di tante strisce con i contenuti della lotta, la narrazione delle storie che segnano il nostro quotidiano, ha caratterizzato il passaggio per le vie del quartiere della movida, per rompere il silenzio e l'indifferenza, per sostenere un percorso di libertà, mutuo aiuto e autodifesa fuori e contro chi vuole le donne inchiodate nello stereotipo della vittima.\r\nChi si è ritrovat* in Piazza Madama Cristina questo fine settimana lo ha fatto con lo stesso spirito delle donne argentine, spagnole, polacche, kurde, notav, e tutte le donne in lotta provenienti da tutto il mondo, e che quotidianamente sopravvivono alla violenza misogina, lesbofobica, razzista e transfobica costruendo così percorsi di autonomia che travalichino la paura e la vergogna individuale, facendo della solidarietà un punto di forza ed un'arma irrinunciabile. \r\n\r\nL'8 novembre, alle ore 18, si terrà inoltre un'assemblea preparativa alla Cavallerizza Reale\r\n\r\n Sabato 12 novembre si svolgerà una cena di autofinanziamento alle ore 20 al Gabrio.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Chiara, redattrice della radio e dell'assemblea antisessista.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-11-08-chiara-casserolatafem\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta lo spot realizzato per promuovere la manifestazione contro la violenza maschile sulle donne del 26 novembre a Roma:\r\n\r\nspotroma26nov",[296,298,300,302,304],{"matched_tokens":297,"snippet":286},[],{"matched_tokens":299,"snippet":287},[],{"matched_tokens":301,"snippet":288},[],{"matched_tokens":303,"snippet":91},[89,90],{"matched_tokens":305,"snippet":289},[],[307,312],{"field":38,"indices":308,"matched_tokens":309,"snippets":311},[23],[310],[89,90],[91],{"field":102,"matched_tokens":313,"snippet":293,"value":294},[73,74],{"best_field_score":106,"best_field_weight":107,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":266,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":50},{"document":316,"highlight":330,"highlights":338,"text_match":343,"text_match_info":344},{"cat_link":317,"category":318,"comment_count":50,"id":319,"is_sticky":50,"permalink":320,"post_author":26,"post_content":321,"post_date":322,"post_excerpt":55,"post_id":319,"post_modified":323,"post_thumbnail":324,"post_thumbnail_html":325,"post_title":326,"post_type":60,"sort_by_date":327,"tag_links":328,"tags":329},[47],[49],"23890","http://radioblackout.org/2014/06/fuori-i-fascisti-da-san-salvario/","Abbiamo parlato questa mattina con Marco, redattore della radio e residente nel quartiere di San Salvario a Torino, per capire come le persone che vivono in questa zona, insieme agli antifascisti e antifasciste torinesi, renderanno davvero difficile la marcia promossa dai fascisti di Casa Pound - definita sommariamente ronda anti-pusher o manifestazione contro il degrado - il prossimo mercoledì 25 giugno, per le vie del quartiere.\r\n\r\nChi si trova a spacciare nelle strade rappresenta solo l'ultima pedina di un sistema che continua a generare enormi profitti, all'interno del quale i migranti rappresentano sempre più spesso la manodopera più facile da sfruttare e più fragile da reprimere di tutta la catena del traffico di sostanze.\r\n\r\nGli appuntamenti antifascisti proposti per mercoledì sono già due: probabilmente la marcia razzista dei fascisti che pensano di manipolare San Salvario e i suoi abitanti non troverà alcuna agibilità politica e di movimento. Un presidio antifascista è già stato lanciato per mercoledì alle 18.30 in Largo Saluzzo. Stasera alle 21 all’Asilo Occupato ci sarà un'assemblea per organizzare l’appuntamento di mercoledi alle ore 19.00 in Via Madama Cristina angolo Corso Dante.\r\n\r\nAscolta la diretta di stamani:\r\n\r\nmarco san salvario\r\n\r\n \r\n\r\n ","23 Giugno 2014","2014-06-26 13:57:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/06/antifa-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"272\" height=\"185\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/06/antifa.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Fuori i fascisti da San Salvario",1403530795,[],[],{"post_content":331,"post_title":335},{"matched_tokens":332,"snippet":333,"value":334},[73,74],"e residente nel quartiere di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> a Torino, per capire come","Abbiamo parlato questa mattina con Marco, redattore della radio e residente nel quartiere di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> a Torino, per capire come le persone che vivono in questa zona, insieme agli antifascisti e antifasciste torinesi, renderanno davvero difficile la marcia promossa dai fascisti di Casa Pound - definita sommariamente ronda anti-pusher o manifestazione contro il degrado - il prossimo mercoledì 25 giugno, per le vie del quartiere.\r\n\r\nChi si trova a spacciare nelle strade rappresenta solo l'ultima pedina di un sistema che continua a generare enormi profitti, all'interno del quale i migranti rappresentano sempre più spesso la manodopera più facile da sfruttare e più fragile da reprimere di tutta la catena del traffico di sostanze.\r\n\r\nGli appuntamenti antifascisti proposti per mercoledì sono già due: probabilmente la marcia razzista dei fascisti che pensano di manipolare \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> e i suoi abitanti non troverà alcuna agibilità politica e di movimento. 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Un abitare illegale, che è certo lo specchio di profonde divaricazioni sociali. Ma non solo. Oltre i ghetti dei poveri, spasso anche nei ghetti dei poveri, si pratica il mutuo appoggio, lo scambio delle competenze, la messa a valore di saperi, spesso dimenticati da chi vive in un loculo da 600 euro al mese in una delle tante periferie tutte uguali delle nostre città.\r\n\r\nAndrea, autore di “Abitare Illegale” ha attraversato questi posti, incontrando tante persone e tante pratiche che ha raccolto nel suo libro, che presto vi proporremo anche alla FAT.\r\n\r\n \r\n\r\nAria di pogrom. Casa Pound prova ora a cavalcare il disagio della gente di Barriera Nord per i fuochi che ogni tanto si levano dal campo. 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Chi, senza troppi soldi, si prendeva due birrette da asporto da consumare con gli amici, sarà obbligato a portarsele calde dalle periferie dove il decreto non vale.\r\n\r\n \r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 12 giugno\r\nore 21\r\nassemblea antirazzista e antifascista nei locali di radio Blackout in via Cecchi 21A.\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 14 giugno\r\nore 10,30\r\nvolantinaggio al mercato di via Porpora contro sgomberi, razzismo e attacchi fascisti alle baraccopoli di via Germagnano e strada dell'Aeroporto.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 17 giugno\r\nore 10,30 / 13 punto info itinerante tra il Balon e San Pietro in Vincoli contro sgomberi, razzismo e attacchi fascisti alle baraccopoli di via Germagnano e strada dell'Aeroporto\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\n\r\n \r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","12 Giugno 2017","2018-10-17 22:58:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/aennika-200x110.jpg","Anarres del 9 giugno. Abitare illegale, aria di pogrom a Torino, Bergoglio in arte Francesco, la grande paura di piazza San Carlo, Appendino proibizionista...",1497299733,[468,469,470,471,472,473,474,475,476,477],"http://radioblackout.org/tag/abitare-illegale/","http://radioblackout.org/tag/anarres/","http://radioblackout.org/tag/bergoglio/","http://radioblackout.org/tag/fai/","http://radioblackout.org/tag/fascisti/","http://radioblackout.org/tag/movida/","http://radioblackout.org/tag/poveri/","http://radioblackout.org/tag/proibizionismo/","http://radioblackout.org/tag/rom/","http://radioblackout.org/tag/via-germagnano/",[479,360,480,481,482,483,484,485,380,486],"abitare illegale","bergoglio","FAI","fascisti","movida","poveri","proibizionismo","via germagnano",{"post_content":488,"post_title":492},{"matched_tokens":489,"snippet":490,"value":491},[73,74],"bel regalo ai localini di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark>, del quadrilatero e di piazza","Come ogni venerdì, anche il 9 giugno, dalle 10,45 alle 12,45, sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout, siamo sbarcati su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2017 06 09 anarres1\r\n\r\n \r\n2017 06 09 anarres2\r\n\r\n \r\n\r\n2017 06 09 anarres3\r\n\r\n \r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nAndrea Staid, antropologo e anarchico ha attraversato per tre anni i posti dei fuorilegge, la gente che per necessità o per scelta vive in case occupate, baracche autocostruite, roulotte... Un abitare illegale, che è certo lo specchio di profonde divaricazioni sociali. Ma non solo. Oltre i ghetti dei poveri, spasso anche nei ghetti dei poveri, si pratica il mutuo appoggio, lo scambio delle competenze, la messa a valore di saperi, spesso dimenticati da chi vive in un loculo da 600 euro al mese in una delle tante periferie tutte uguali delle nostre città.\r\n\r\nAndrea, autore di “Abitare Illegale” ha attraversato questi posti, incontrando tante persone e tante pratiche che ha raccolto nel suo libro, che presto vi proporremo anche alla FAT.\r\n\r\n \r\n\r\nAria di pogrom. Casa Pound prova ora a cavalcare il disagio della gente di Barriera Nord per i fuochi che ogni tanto si levano dal campo. Da anni, in questa zona dove ci sono numerose fabbriche che emettono fumi che olezzano di uova marce, la destra punta l’indice contro i rom della baraccopoli di via Germagnano.\r\n\r\nForza Nuova il sei giugno ha promosso una marcia contro il campo di strada dell'aeroporto finita con lancio di fiaccole sulle baracche, panico, fuggi fuggi, bambini dispersi per ore.\r\n\r\n\r\n\r\nQui la cronaca della risposta di anarchici e rom al presidio fascista del 10 giugno\r\n\r\n \r\n\r\nLa Santa Comunicazione. I media genuflessi di fronte al signor Bergoglio. Ne parliamo con Paolo Finzi di A rivista che nel numero di maggio ha pubblicato un mini dossier sulla comunicazione vaticana nell'era del gesuita Jorge, in arte Francesco.\r\n\r\n \r\n\r\nTorino. La grande paura del 3 giugno.\r\n\r\nNon sapremo mai cosa è capitato davvero, ma sappiamo che piazza \u003Cmark>San\u003C/mark> Carlo è lo specchio del nostro vivere, di un tempo, dove la guerra, che si finge che non ci sia, ha infiltrato l'immaginario, colonizzandolo. Nei prossimi mesi il governo ci ruberà un altro pezzo di libertà, per proteggerci dalla paura di una guerra che non si deve nominare.\r\n\r\n \r\n\r\nUn decreto proibizionista. Per i poveri.\r\n\r\nAppendino ha giocato la sua carta contro la “movida molesta”, un bel regalo ai localini di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark>, del quadrilatero e di piazza Vittorio. I negozietti, i kebabbari, le gastronomie non potranno più vendere birra dopo le 20. Chi, senza troppi soldi, si prendeva due birrette da asporto da consumare con gli amici, sarà obbligato a portarsele calde dalle periferie dove il decreto non vale.\r\n\r\n \r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 12 giugno\r\nore 21\r\nassemblea antirazzista e antifascista nei locali di radio Blackout in via Cecchi 21A.\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 14 giugno\r\nore 10,30\r\nvolantinaggio al mercato di via Porpora contro sgomberi, razzismo e attacchi fascisti alle baraccopoli di via Germagnano e strada dell'Aeroporto.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 17 giugno\r\nore 10,30 / 13 punto info itinerante tra il Balon e \u003Cmark>San\u003C/mark> Pietro in Vincoli contro sgomberi, razzismo e attacchi fascisti alle baraccopoli di via Germagnano e strada dell'Aeroporto\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\n\r\n \r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":493,"snippet":494,"value":494},[73],"Anarres del 9 giugno. 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Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.7 (12.05.25)\r\n\r\nIn termini militari contraltare delle zone verdi, le zone rosse si riferiscono ad aree in cui le forze nemiche sono attive o a zone che sono percepite come insicure e devono quindi essere isolate o evitate. Nei termini della \"governance dei disastri\", le zone rosse sono impiegate per designare spazi colpiti da rifiuti tossici, da disastri o da epidemie. Basti pensare alla creazione della \"zone rouge\" a Verdun, in Francia, dopo la prima guerra mondiale, per indicare un'area con mine inesplose, materiali pericolosi e reti di tunnel sotterranei, dichiarata inagibile fino ad oggi. Prima del COVID-19, poi, erano state istituite zone rosse per controllare altri virus, come l'influenza aviaria e l'Ebola. Nel campo della governance urbana, le zone rosse indicano restrizioni mirate che intervengono tanto su spazi da proteggere (mega-eventi, summit strategici) quanto su spazi di insicurezza su cui far intervenire le forze di polizia contro i \"nemici interni\". Riguardano più ampiamente le pratiche governamentali di esclusione di alcuni abitanti da aree specifiche della città e di contenimento in altre aree designate. Si pensi alla pratica del \"redlining\" negli Stati Uniti negli anni tra le due guerre, tramite cui il governo federale assegnava un livello di rischio sugli investimenti immobiliari ai diversi quartieri. Le zone in rosso erano quelle a maggioranza afroamericana, ispanica o di altre minoranze.\r\n\r\nNonostante le zone rosse vengano impiegate da chi governa sia per istituire spazi da proteggere, che spazi di contenimento, esse sono più generalmente il riflesso delle logiche coloniali e militari dell'ordine securitario contemporaneo, in cui circolano e si riadattano su scale diverse molte strategie di fortificazione e polizia.\r\n\r\nUna delle 7 zone rosse istituite internamente al perimetro urbano di Torino, recentemente prorogate dal Prefetto per controllare e allontanare una parte degli abitanti della città, si trova in San Salvario, a pochi passi da un importante sito di produzione militare, la Collins Aerospace (ex-Microtecnica), la cui componentistica - tra sistemi radar, missilistici e droni - trova applicazione dal bombardamento aereo alla sorveglianza urbana. Da un lato, in Piazza Graf, un sito strategico per i ricchi affari dell'economia di guerra esterna e interna, fortificato da decine di dispositivi di videosorveglianza, dall'altro, oltre corso Marconi, stretta in mezzo ad un altro sito strategico, la Stazione ferroviaria di Porta Nuova, una parte di umanità ridotta ad \"eccesso\", fuori dai circuiti della produzione, del consumo, della legalità e quindi intrinsecamente minacciosa per l'ordine costituito, da controllare militarmente o eventualmente eliminare con le retate.\r\n\r\nConsapevoli del ruolo della città in cui viviamo come campo di battaglia, sappiamo che in un contesto di filiere produttive di guerra frammentate, incepparne una piccola parte può significare incepparle nella loro interezza, e che rompere la normalità dei meccanismi di pacificazione urbana è il primo passo per rifiutarci di servire da masse di manovra. Appuntamento giovedì 15 maggio alle ore 12.30, in piazza Graf (San Salvario, fermata del 18), per un presidio contro Collins Aerospace e Zone Rosse.\r\n\r\nDopo un breve mash-up sul nesso tra guerra spaziale interna ed esterna - dalla spazio urbano a quello aereo - Marco, insegnante di storia e antimilitarista, ripercorre la storia di Microtecnica, storica fabbrica torinese votata alla produzione militare sin dalle sue origini nel 1929 e oggi importante tassello del comparto aerospaziale. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/happyhour12maggio2025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","13 Maggio 2025","2025-06-13 14:03:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/15maggio-200x110.png","Sorveglianza Spaziale: la città come campo di battaglia.",1747135713,[516],"http://radioblackout.org/tag/guerra/",[518],"guerra",{"post_content":520},{"matched_tokens":521,"snippet":522,"value":523},[73,74],"della città, si trova in \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark>, a pochi passi da un","Happy Hour. 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Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025-01-24-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nChe sia in atto un cambiamento climatico con un’accelerazione senza precedenti, da quando il pianeta è abitato da forme di vita strutturate in comunità è un dato ormai privo di dimostrazioni opposte. Le estese analisi e i risultati cui è pervenuto il lungo lavoro della comunità climatologica portano a una conclusione unica: il clima sta cambiando a una velocità tale per cui le forme di vita vegetali e animali (inclusa quella umana) vengono poste in seria difficoltà di adattamento. Adattamento fisico, chimico, biologico, sociale e migratorio sono a rischio, sottoposti a forzanti indotte dalla produzione industriale, alimentare e trasportistica sempre più energivora. (…)\r\nUn problema di origine capitalista non può avere una soluzione capitalista.\r\nIl riscaldamento globale e la sua accelerazione sono causati principalmente dalle emissioni collegate alle attività umane: industriali, di trasporto e alimentari.\r\nCon Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR, abbiamo anticipato alcuni dei temi di cui parleremo venerdì 31 gennaio alle 21 alla FAT\r\n\r\nZone rosse ed aree a sorveglianza rinforzata\r\nIl governo sperimenta nuovi meccanismi di esclusione e controllo degli indesiderabili. Muri invisibili ma concreti segmentano le città, separando chi può accedere liberamente nelle aree più pregiate e chi deve esserne tenuto fuori.\r\nCon le zone rosse e il daspo urbano il ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia di nuovi strumenti, che le forze del disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.\r\nLa stretta securitaria, collaudata inizialmente a Bologna e Firenze, a dicembre si è estesa a Milano e Napoli, e con l’anno nuovo ha investito Roma, dove la morsa poliziesca durante il giubileo è imponente. A Torino il sindaco annuncia un approccio più “morbido”: niente zone rosse ma aree a “sorveglianza rinforzata”, come a Roma. Difficile cogliere le sfumature di fronte alla declinazione sabauda delle direttive governative. Intanto, dal 27 gennaio al 30 aprile, saranno zone rosse Porta Nuova, San Salvario, Torino centro, Aurora e Barriera di Milano.\r\nNei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\n\r\nStati Uniti. Una corte di miliardari e l’America profonda\r\nDonald Trump si è insediato lunedì. I sostenitori che quattro anni fa avevano fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti all’esterno. L’imperatore li ha arringati firmando immediatamente la grazia per i golpisti condannati, deportazioni di massa dei clandestini che vivono negli States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. La propaganda elettorale di The Donald non finirà mai: è la sua escape strategy di fronte al possibile fallimento di alcuni obiettivi, dei quali potrà imputare le forze oscure che minacciano l’America.\r\nMantiene subito alcune promesse. Appena insediato Trump ha firmato una serie di misure e di ordini esecutivi.\r\nQuesti gli i principali ordini esecutivi firmati dal neopresidente:\r\n- Uscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima.\r\n- Stop al lavoro da casa per i dipendenti federali.\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden che fissa il target del 50% delle vendite di nuovi veicoli elettrici entro il 2030\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden sull'intelligenza artificiale, mossa che spiana la strada al business miliardario del settore, eliminando i già scarsi guard-rail previsti.\r\n- Dichiarata l'emergenza nazionale al confine sud degli Stati Uniti.\r\n- Fine dello ius soli, il diritto di cittadinanza per nascita stabilito dalla Costituzione americana.\r\n- Gli Usa escono dall'Organizzazione mondiale della Sanità\r\n- Revocate le sanzioni sui coloni israeliani in Cisgiordania.\r\nIl presidente che si è insediato il 20 gennaio è molto più forte di quello che prese il potere nel 2016: allora era un outsider inviso alla maggioranza del suo partito, oggi è il cavallo vincente, che ha conquistato il Gop riuscendo a mettere insieme le anime sparse della destra statunitense.\r\nTrump, si è esibito accanto ad una manciata di suoi pari: i miliardari che affollano la sua corte e hanno in mano il vero potere, quello dei social media, il cui controllo è cruciale nella costruzione del consenso. \r\nSul tappeto numerose domande: quanto reggerà il suo blocco sociale, specie quello della Rust Belt, che tanto contribuì al suo precedente successo?\r\nL’unica europea alla sua corte era Giorgia Meloni, che tenta di accreditarsi come ponte tra l’America Trumpiana e un’Europa schiacciata dal ricatto del Friend Shoring imposto in questi anni e cardine delle politiche protezioniste statunitensi.\r\nA Davos Trump ha dettato le regole all’Europa, prima tra tutte un investimento del 5% del Pil in spese militari.\r\nIl programma di Trump è spaventoso. Se riuscirà o meno a realizzarlo dipenderà dalla forza dei movimenti di opposizione che lunedì hanno riempito le piazze di Washington e di tutti gli Stati Uniti con la People March e di tutti coloro che, con tenacia, si battono contro il nuovo imperatore.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nRivolta al CPR di Gradisca\r\nSono giorni di rivolta dentro alle mura del carcere per migranti di Gradisca d’Isonzo, il Cpr in Friuli Venezia-Giulia al confine con la Slovenia, dove sono stipate in vere e proprie gabbie decine di persone.\r\nNegli ultimi dieci giorni, ogni notte, ci sono state proteste, incendi e scontri con le forze dell’ordine. Nonostante cariche, manganellate, pestaggi, spray al peperoncino e lacrimogeni i migranti continuano a lottare contro le condizioni inumane a cui sono sottoposti e l’assenza di informazioni sul proprio destino. Rinchiusi in una prigione per senza documenti potrebbero essere deportati in qualsiasi momento o passarvi un anno e mezzo, prima di essere liberati con un foglio di via.\r\nGiovedì 16 gennaio un recluso è caduto dal tetto della struttura nel tentativo di allontanarsi dal Cpr e far disperdere le proprie tracce. Nella caduta si è fratturato gravemente gli arti ed è stato trasportato in elisoccorso in ospedale. Il clima si è fatto più incandescente la sera di domenica 19 gennaio, quando anche un migrante di origine maghrebina è scivolato dal tetto. Fortunatamente, le ferite riportate non sono state gravi. É frequente che chi tenta la fuga saltando le mura alte dell’ex caserma Polonio si ferisca anche in modo serio. Una decina di anni fa un migrante, finito in coma in seguito alla caduta, perse la vita dopo mesi di agonia in ospedale.\r\nLunedì 20 gennaio un gruppo di una trentina di persone è salito sul tetto dell'ex caserma Polonio, causando ingenti danni agli impianti idraulici ed elettrici e praticando sette varchi nella struttura. Non ci sono stati, diversamente da altre volte, tentativi di fuga. Il giorno successivo è stata incendiata la zona rossa e sono stati creati dei varchi nel plexiglass che delimita le “vasche” che dividono le camerate. La zona rossa, una delle tre in cui è divisa la prigione di Gradisca, è completamente inagibile, così come alcune aree comuni.\r\nMercoledì 22 sono iniziati arresti e deportazioni punitive. Otto migranti sono stati espulsi in Marocco, altri cinquanta, in parte sono stati arrestati, in parte sono stati trasferiti nel CPR di Trapani.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele, un compagno da sempre in prima fila nelle lotte contro i Cpr\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro di Volin\r\n“La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia 1917-1921”\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea insurrezionale di Nestor Machno.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","29 Gennaio 2025","2025-01-29 14:01:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/repressione-viola-200x110.jpg","Anarres del 24 gennaio. Crisi climatica. Zone rosse e sorveglianza rinforzata. Una corte di miliardari e l’America profonda. Rivolta al CPR di Gradisca…",1738159310,[],[],{"post_content":543},{"matched_tokens":544,"snippet":545,"value":546},[73,74],"saranno zone rosse Porta Nuova, \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark>, Torino centro, Aurora e Barriera","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025-01-24-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nChe sia in atto un cambiamento climatico con un’accelerazione senza precedenti, da quando il pianeta è abitato da forme di vita strutturate in comunità è un dato ormai privo di dimostrazioni opposte. Le estese analisi e i risultati cui è pervenuto il lungo lavoro della comunità climatologica portano a una conclusione unica: il clima sta cambiando a una velocità tale per cui le forme di vita vegetali e animali (inclusa quella umana) vengono poste in seria difficoltà di adattamento. Adattamento fisico, chimico, biologico, sociale e migratorio sono a rischio, sottoposti a forzanti indotte dalla produzione industriale, alimentare e trasportistica sempre più energivora. (…)\r\nUn problema di origine capitalista non può avere una soluzione capitalista.\r\nIl riscaldamento globale e la sua accelerazione sono causati principalmente dalle emissioni collegate alle attività umane: industriali, di trasporto e alimentari.\r\nCon Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR, abbiamo anticipato alcuni dei temi di cui parleremo venerdì 31 gennaio alle 21 alla FAT\r\n\r\nZone rosse ed aree a sorveglianza rinforzata\r\nIl governo sperimenta nuovi meccanismi di esclusione e controllo degli indesiderabili. Muri invisibili ma concreti segmentano le città, separando chi può accedere liberamente nelle aree più pregiate e chi deve esserne tenuto fuori.\r\nCon le zone rosse e il daspo urbano il ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia di nuovi strumenti, che le forze del disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.\r\nLa stretta securitaria, collaudata inizialmente a Bologna e Firenze, a dicembre si è estesa a Milano e Napoli, e con l’anno nuovo ha investito Roma, dove la morsa poliziesca durante il giubileo è imponente. A Torino il sindaco annuncia un approccio più “morbido”: niente zone rosse ma aree a “sorveglianza rinforzata”, come a Roma. Difficile cogliere le sfumature di fronte alla declinazione sabauda delle direttive governative. Intanto, dal 27 gennaio al 30 aprile, saranno zone rosse Porta Nuova, \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark>, Torino centro, Aurora e Barriera di Milano.\r\nNei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\n\r\nStati Uniti. Una corte di miliardari e l’America profonda\r\nDonald Trump si è insediato lunedì. I sostenitori che quattro anni fa avevano fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti all’esterno. L’imperatore li ha arringati firmando immediatamente la grazia per i golpisti condannati, deportazioni di massa dei clandestini che vivono negli States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. La propaganda elettorale di The Donald non finirà mai: è la sua escape strategy di fronte al possibile fallimento di alcuni obiettivi, dei quali potrà imputare le forze oscure che minacciano l’America.\r\nMantiene subito alcune promesse. Appena insediato Trump ha firmato una serie di misure e di ordini esecutivi.\r\nQuesti gli i principali ordini esecutivi firmati dal neopresidente:\r\n- Uscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima.\r\n- Stop al lavoro da casa per i dipendenti federali.\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden che fissa il target del 50% delle vendite di nuovi veicoli elettrici entro il 2030\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden sull'intelligenza artificiale, mossa che spiana la strada al business miliardario del settore, eliminando i già scarsi guard-rail previsti.\r\n- Dichiarata l'emergenza nazionale al confine sud degli Stati Uniti.\r\n- Fine dello ius soli, il diritto di cittadinanza per nascita stabilito dalla Costituzione americana.\r\n- Gli Usa escono dall'Organizzazione mondiale della Sanità\r\n- Revocate le sanzioni sui coloni israeliani in Cisgiordania.\r\nIl presidente che si è insediato il 20 gennaio è molto più forte di quello che prese il potere nel 2016: allora era un outsider inviso alla maggioranza del suo partito, oggi è il cavallo vincente, che ha conquistato il Gop riuscendo a mettere insieme le anime sparse della destra statunitense.\r\nTrump, si è esibito accanto ad una manciata di suoi pari: i miliardari che affollano la sua corte e hanno in mano il vero potere, quello dei social media, il cui controllo è cruciale nella costruzione del consenso. \r\nSul tappeto numerose domande: quanto reggerà il suo blocco sociale, specie quello della Rust Belt, che tanto contribuì al suo precedente successo?\r\nL’unica europea alla sua corte era Giorgia Meloni, che tenta di accreditarsi come ponte tra l’America Trumpiana e un’Europa schiacciata dal ricatto del Friend Shoring imposto in questi anni e cardine delle politiche protezioniste statunitensi.\r\nA Davos Trump ha dettato le regole all’Europa, prima tra tutte un investimento del 5% del Pil in spese militari.\r\nIl programma di Trump è spaventoso. Se riuscirà o meno a realizzarlo dipenderà dalla forza dei movimenti di opposizione che lunedì hanno riempito le piazze di Washington e di tutti gli Stati Uniti con la People March e di tutti coloro che, con tenacia, si battono contro il nuovo imperatore.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nRivolta al CPR di Gradisca\r\nSono giorni di rivolta dentro alle mura del carcere per migranti di Gradisca d’Isonzo, il Cpr in Friuli Venezia-Giulia al confine con la Slovenia, dove sono stipate in vere e proprie gabbie decine di persone.\r\nNegli ultimi dieci giorni, ogni notte, ci sono state proteste, incendi e scontri con le forze dell’ordine. Nonostante cariche, manganellate, pestaggi, spray al peperoncino e lacrimogeni i migranti continuano a lottare contro le condizioni inumane a cui sono sottoposti e l’assenza di informazioni sul proprio destino. Rinchiusi in una prigione per senza documenti potrebbero essere deportati in qualsiasi momento o passarvi un anno e mezzo, prima di essere liberati con un foglio di via.\r\nGiovedì 16 gennaio un recluso è caduto dal tetto della struttura nel tentativo di allontanarsi dal Cpr e far disperdere le proprie tracce. Nella caduta si è fratturato gravemente gli arti ed è stato trasportato in elisoccorso in ospedale. Il clima si è fatto più incandescente la sera di domenica 19 gennaio, quando anche un migrante di origine maghrebina è scivolato dal tetto. Fortunatamente, le ferite riportate non sono state gravi. É frequente che chi tenta la fuga saltando le mura alte dell’ex caserma Polonio si ferisca anche in modo serio. Una decina di anni fa un migrante, finito in coma in seguito alla caduta, perse la vita dopo mesi di agonia in ospedale.\r\nLunedì 20 gennaio un gruppo di una trentina di persone è salito sul tetto dell'ex caserma Polonio, causando ingenti danni agli impianti idraulici ed elettrici e praticando sette varchi nella struttura. Non ci sono stati, diversamente da altre volte, tentativi di fuga. Il giorno successivo è stata incendiata la zona rossa e sono stati creati dei varchi nel plexiglass che delimita le “vasche” che dividono le camerate. La zona rossa, una delle tre in cui è divisa la prigione di Gradisca, è completamente inagibile, così come alcune aree comuni.\r\nMercoledì 22 sono iniziati arresti e deportazioni punitive. Otto migranti sono stati espulsi in Marocco, altri cinquanta, in parte sono stati arrestati, in parte sono stati trasferiti nel CPR di Trapani.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele, un compagno da sempre in prima fila nelle lotte contro i Cpr\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro di Volin\r\n“La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia 1917-1921”\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea insurrezionale di Nestor Machno.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[548],{"field":102,"matched_tokens":549,"snippet":545,"value":546},[73,74],{"best_field_score":345,"best_field_weight":501,"fields_matched":349,"num_tokens_dropped":50,"score":528,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":50},{"document":552,"highlight":564,"highlights":569,"text_match":343,"text_match_info":572},{"comment_count":50,"id":553,"is_sticky":50,"permalink":554,"podcastfilter":555,"post_author":360,"post_content":556,"post_date":557,"post_excerpt":55,"post_id":553,"post_modified":558,"post_thumbnail":559,"post_title":560,"post_type":408,"sort_by_date":561,"tag_links":562,"tags":563},"90699","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-21-giugno-scienza-colonialismo-e-guerra-avviso-orale-fogli-di-via-sorveglianza-speciale-militari-in-citta/",[360],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Inoltre, il provvedimento può comportare prescrizioni o divieti, quali ad esempio il ritiro della patente o l’interdizione a frequentare determinati luoghi o persone.\r\nLa storia delle misure preventive, comminate cioè non a seguito di una specifica condanna, inizia nell’Ottocento con la repressione “degli oziosi e dei vagabondi”. È evidente quindi fin da subito come non si tratti tanto di punire un’azione quanto di sanzionare una condotta o una scelta di vita.\r\nTali misure hanno ovviamente larga diffusione negli anni del fascismo storico, quando ne viene accentuato il carattere di strumento volto a colpire gli oppositori politici.\r\n\r\nCon la nascita della Repubblica italiana poco cambia, le leggi si susseguono e i provvedimenti preventivi restano, fino a venir di fatto inglobati nel cosiddetto Codice Antimafia nel 2011; ivi si indicano, molto genericamente, i destinatari dell’avviso orale come “coloro che debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi; coloro che per la condotta ed il tenore di vita debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose; coloro che per il loro comportamento debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, comprese le reiterate violazioni del foglio di via obbligatorio di cui all’ articolo 2, nonché dei divieti di frequentazione di determinati luoghi previsti dalla vigente normativa che sono dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica”.\r\n(…)\r\nIn ambito politico, sempre più il diritto amministrativo va a sommarsi – quando non a sostituirsi – al diritto penale come strumento repressivo.\r\nFra tutte, l’avviso orale forse è la misura più “semplice” ed “economica”, volta palesemente e unicamente a minacciare e intimidire i/le compagn* più attiv*.\r\nInoltre, essendo un atto amministrativo, ribalta l’onere della prova sulla persona colpita e le possibilità di difendersi sono molto minori rispetto ai procedimenti penali. A questo va necessariamente aggiunto che il diritto amministrativo non contempla, a differenza di quello penale, l’istituto del gratuito patrocinio, nel solco di una cosiddetta giustizia sempre più classista.\r\n\r\nPer tutte queste ragioni le misure preventive vengono usate sempre più spesso contro i/le militanti delle varie aree del movimento: solo nella nostra regione questo è il quinto avviso nel giro di poche settimane, cui si sommano vari fogli di via e decine di denunce, arrivate anche a seguito di episodi di ben poco conto.\r\n\r\nE poco importa se poi queste denunce finiscono molto spesso – fortunatamente - in assoluzioni o non luoghi a procedere: intanto si sono tenut* fuori gioco per anni compagn* e le realtà collettive devono investire cospicue forze per difendersi dalla repressione e per raccogliere fondi per le spese legali.\r\n\r\nSappiamo che, quando si lotta al di fuori e contro le istituzioni, la repressione arriva; ma balza agli occhi quanto il livello repressivo si innalzi costantemente, mettendo in discussione ogni giorno che passa gli spazi di agibilità politica e sociale di tutt*. Ormai qualsiasi episodio, anche il più minuscolo, viene perseguito con accanimento, con sprezzo tanto del ridicolo quanto dello sperpero di risorse pubbliche sottratte costantemente a ben più utili fini.\r\nAnche l’avviso arrivato al nostro compagno farebbe ridere se fossimo in una candid camera: si basa su un paio di condanne risalenti ad oltre vent’anni fa e su presunte violazioni da accertarsi in un processo che deve appena iniziare, alla faccia della certezza del diritto.\r\n\r\nÈ ben chiaro l’intento: silenziare tutte quelle realtà che non ci stanno a vedere la nostra città ridotta ad un parco giochi per turisti, a spese dell’ambiente e delle condizioni di vita dei ceti popolari.\r\nAnche se la rassegnazione e la delega sono ancora realtà maggioritarie nella nostra società, le istituzioni temono che, con l’inasprirsi della crisi sociale e ambientale, le contraddizioni prima o poi siano destinate a esplodere.\r\nDi fronte a scenari di guerre sempre più devastanti, in un mondo in cui la catastrofe ecologica incombe e i ricchi sono sempre più ricchi mentre le risorse si vanno esaurendo, crediamo fermamente che ribellarsi sia non solo giusto, ma indispensabile per provare a invertire la rotta.\r\nOccorre respingere ogni tentativo di criminalizzazione e isolamento dei compagni e delle compagne colpite dalla repressione, allargando le reti sociali di lotta, moltiplicando gli spazi di autogestione e sostenendo tutte le strutture collettive di autodifesa che i movimenti si sono dati. (...)\r\nNe abbiamo parlato con Federico, il compagno “avvisato”\r\n\r\nSatnam Singh. Ucciso da stato e padroni\r\nLavorava in nero in un’azienda agricola di Borgo Santa Maria, frazione di Latina. É morto all’ospedale San Camillo di Roma dopo che un macchinario per stendere e riavvolgere il nylon sulle serre gli aveva staccato un braccio.\r\nLasciato ad agonizzare per oltre due ore è stato caricato con la moglie, anche lei operaia della stessa azienda, su un un furgone che lo ha lasciato davanti alla sua casa, il braccio mozzato in una cassetta della frutta. Solo allora i suoi familiari hanno potuto chiamare i soccorsi. Ma era ormai troppo tardi per salvargli la vita.\r\nUna storia tragicamente normale nei campi del Belpaese, dove i braccianti senza documenti sono merce a poco prezzo e di nessun valore, perché costantemente ricambiabile.\r\nI responsabili diretti della sua morte sono il padrone e il caporale, ma i mandanti siedono in parlamento.\r\nNe abbiamo parlato con Simone Bisacca, avvocato del lavoro\r\n\r\nMilitari in città. La trovata del sindaco\r\nDa gennaio alcune aree della nostra città sono sottoposte a controllo militare quotidiano. In un primo tempo i soldati dell’operazione “Strade Sicure” sono stati inviati solo in Barriera di Milano: da aprile le pattuglie interforze sono anche a San Salvario e Aurora.\r\nSono presidi molto scenografici con esibizione di soldati in mimetica, mitra spianati, e blindati Lince con il supporto di polizia e carabinieri.\r\nTutte le suppellettili necessarie ad alimentare un clima di guerra sono state messe in campo.\r\nIn questi giorni il sindaco di Torino ha dichiarato che chiederà al prefetto che i presidi fissi siano sostituiti da un controllo diffuso sul territorio, meno visibile ma, a suo avviso, più “efficace”. Lo Russo vuole cambiare la cartolina delle periferie torinesi.\r\nIn questi mesi gli antimilitaristi hanno contestato in più occasioni i presidi di “Strade Sicure”, ed ogni volta i militari se ne sono andati: la governance metropolitana teme che l’opposizione all’occupazione militare si allarghi.\r\nIl sindaco prova a correre ai ripari rendendo meno visibile, sul piano simbolico e materiale, la presenza dei militari nel quartiere.\r\nNella sostanza cambierebbe ben poco.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nSabato 6 luglio\r\nCPR, stragi in mare, campi di concentramento\r\nore 11\r\npunto info contro frontiere e CPR\r\nal Balon\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","25 Giugno 2024","2024-06-25 14:59:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/graffiti-200x110.png","Anarres del 21 giugno. Scienza, colonialismo e guerra. Avviso orale, fogli di via, sorveglianza speciale. Militari in città…",1719327567,[],[],{"post_content":565},{"matched_tokens":566,"snippet":567,"value":568},[73,74],"pattuglie interforze sono anche a \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> e Aurora.\r\nSono presidi molto","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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È evidente quindi fin da subito come non si tratti tanto di punire un’azione quanto di sanzionare una condotta o una scelta di vita.\r\nTali misure hanno ovviamente larga diffusione negli anni del fascismo storico, quando ne viene accentuato il carattere di strumento volto a colpire gli oppositori politici.\r\n\r\nCon la nascita della Repubblica italiana poco cambia, le leggi si susseguono e i provvedimenti preventivi restano, fino a venir di fatto inglobati nel cosiddetto Codice Antimafia nel 2011; ivi si indicano, molto genericamente, i destinatari dell’avviso orale come “coloro che debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi; coloro che per la condotta ed il tenore di vita debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose; coloro che per il loro comportamento debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, comprese le reiterate violazioni del foglio di via obbligatorio di cui all’ articolo 2, nonché dei divieti di frequentazione di determinati luoghi previsti dalla vigente normativa che sono dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica”.\r\n(…)\r\nIn ambito politico, sempre più il diritto amministrativo va a sommarsi – quando non a sostituirsi – al diritto penale come strumento repressivo.\r\nFra tutte, l’avviso orale forse è la misura più “semplice” ed “economica”, volta palesemente e unicamente a minacciare e intimidire i/le compagn* più attiv*.\r\nInoltre, essendo un atto amministrativo, ribalta l’onere della prova sulla persona colpita e le possibilità di difendersi sono molto minori rispetto ai procedimenti penali. A questo va necessariamente aggiunto che il diritto amministrativo non contempla, a differenza di quello penale, l’istituto del gratuito patrocinio, nel solco di una cosiddetta giustizia sempre più classista.\r\n\r\nPer tutte queste ragioni le misure preventive vengono usate sempre più spesso contro i/le militanti delle varie aree del movimento: solo nella nostra regione questo è il quinto avviso nel giro di poche settimane, cui si sommano vari fogli di via e decine di denunce, arrivate anche a seguito di episodi di ben poco conto.\r\n\r\nE poco importa se poi queste denunce finiscono molto spesso – fortunatamente - in assoluzioni o non luoghi a procedere: intanto si sono tenut* fuori gioco per anni compagn* e le realtà collettive devono investire cospicue forze per difendersi dalla repressione e per raccogliere fondi per le spese legali.\r\n\r\nSappiamo che, quando si lotta al di fuori e contro le istituzioni, la repressione arriva; ma balza agli occhi quanto il livello repressivo si innalzi costantemente, mettendo in discussione ogni giorno che passa gli spazi di agibilità politica e sociale di tutt*. Ormai qualsiasi episodio, anche il più minuscolo, viene perseguito con accanimento, con sprezzo tanto del ridicolo quanto dello sperpero di risorse pubbliche sottratte costantemente a ben più utili fini.\r\nAnche l’avviso arrivato al nostro compagno farebbe ridere se fossimo in una candid camera: si basa su un paio di condanne risalenti ad oltre vent’anni fa e su presunte violazioni da accertarsi in un processo che deve appena iniziare, alla faccia della certezza del diritto.\r\n\r\nÈ ben chiaro l’intento: silenziare tutte quelle realtà che non ci stanno a vedere la nostra città ridotta ad un parco giochi per turisti, a spese dell’ambiente e delle condizioni di vita dei ceti popolari.\r\nAnche se la rassegnazione e la delega sono ancora realtà maggioritarie nella nostra società, le istituzioni temono che, con l’inasprirsi della crisi sociale e ambientale, le contraddizioni prima o poi siano destinate a esplodere.\r\nDi fronte a scenari di guerre sempre più devastanti, in un mondo in cui la catastrofe ecologica incombe e i ricchi sono sempre più ricchi mentre le risorse si vanno esaurendo, crediamo fermamente che ribellarsi sia non solo giusto, ma indispensabile per provare a invertire la rotta.\r\nOccorre respingere ogni tentativo di criminalizzazione e isolamento dei compagni e delle compagne colpite dalla repressione, allargando le reti sociali di lotta, moltiplicando gli spazi di autogestione e sostenendo tutte le strutture collettive di autodifesa che i movimenti si sono dati. (...)\r\nNe abbiamo parlato con Federico, il compagno “avvisato”\r\n\r\nSatnam Singh. Ucciso da stato e padroni\r\nLavorava in nero in un’azienda agricola di Borgo Santa Maria, frazione di Latina. É morto all’ospedale \u003Cmark>San\u003C/mark> Camillo di Roma dopo che un macchinario per stendere e riavvolgere il nylon sulle serre gli aveva staccato un braccio.\r\nLasciato ad agonizzare per oltre due ore è stato caricato con la moglie, anche lei operaia della stessa azienda, su un un furgone che lo ha lasciato davanti alla sua casa, il braccio mozzato in una cassetta della frutta. Solo allora i suoi familiari hanno potuto chiamare i soccorsi. Ma era ormai troppo tardi per salvargli la vita.\r\nUna storia tragicamente normale nei campi del Belpaese, dove i braccianti senza documenti sono merce a poco prezzo e di nessun valore, perché costantemente ricambiabile.\r\nI responsabili diretti della sua morte sono il padrone e il caporale, ma i mandanti siedono in parlamento.\r\nNe abbiamo parlato con Simone Bisacca, avvocato del lavoro\r\n\r\nMilitari in città. La trovata del sindaco\r\nDa gennaio alcune aree della nostra città sono sottoposte a controllo militare quotidiano. In un primo tempo i soldati dell’operazione “Strade Sicure” sono stati inviati solo in Barriera di Milano: da aprile le pattuglie interforze sono anche a \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark> e Aurora.\r\nSono presidi molto scenografici con esibizione di soldati in mimetica, mitra spianati, e blindati Lince con il supporto di polizia e carabinieri.\r\nTutte le suppellettili necessarie ad alimentare un clima di guerra sono state messe in campo.\r\nIn questi giorni il sindaco di Torino ha dichiarato che chiederà al prefetto che i presidi fissi siano sostituiti da un controllo diffuso sul territorio, meno visibile ma, a suo avviso, più “efficace”. Lo Russo vuole cambiare la cartolina delle periferie torinesi.\r\nIn questi mesi gli antimilitaristi hanno contestato in più occasioni i presidi di “Strade Sicure”, ed ogni volta i militari se ne sono andati: la governance metropolitana teme che l’opposizione all’occupazione militare si allarghi.\r\nIl sindaco prova a correre ai ripari rendendo meno visibile, sul piano simbolico e materiale, la presenza dei militari nel quartiere.\r\nNella sostanza cambierebbe ben poco.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nSabato 6 luglio\r\nCPR, stragi in mare, campi di concentramento\r\nore 11\r\npunto info contro frontiere e CPR\r\nal Balon\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[570],{"field":102,"matched_tokens":571,"snippet":567,"value":568},[73,74],{"best_field_score":345,"best_field_weight":501,"fields_matched":349,"num_tokens_dropped":50,"score":528,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":50},{"document":574,"highlight":587,"highlights":592,"text_match":343,"text_match_info":595},{"comment_count":50,"id":575,"is_sticky":50,"permalink":576,"podcastfilter":577,"post_author":578,"post_content":579,"post_date":580,"post_excerpt":55,"post_id":575,"post_modified":581,"post_thumbnail":582,"post_title":583,"post_type":408,"sort_by_date":584,"tag_links":585,"tags":586},"83008","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-27-06-2023/",[366],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo argomento della puntata lo abbiamo trattato in compagnia di Marcello del SiCobas di Modena, presentando una serie di podcast intitolata \"Tutta colpa dei padroni?\". Ci siamo fatti spiegare le origini di questo progetto che intende intraprendere una sorta di formazione base sui diritti di lavoratori e lavoratrici, ma anche aiutare a descrivere il contesto storico, politico e sociale che riguarda il mondo del lavoro e i suoi meccanismi tra rappresentanze datoriali, sindacali e i rapporti di forza che ne intercorrono. Frittura mista alias Radio fabbrica trasmetterà tutti i podcast della serie nelle prossime puntate, ma se proprio non riuscite ad attendere potete trovarli tutti qui; questa prima puntata in coda all'intervista di Marcello si intitola \"La giungla dei CCNL\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/F_m_27_06_Marcello-sulla-serie-podcast-Tutta-colpa-dei-padroni-prima-puntata.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Alex della CUB Torino per presentare il corteo del 5 Luglio lanciato dai lavoratori sociali del sindacato di base per lottare contro questa forma di abuso che le cooperative sociali applicano a chi lavora di notte in strutture di assistenza sociale. Qui trovate l'evento FB dal quale si può restare aggiornat* su prossime assemblee organizzative e su come si svolgerà il corteo.\r\nCORTEO CONTRO LE NOTTI PASSIVE: CONOSCERLE PER COMBATTERLE!\r\nSiamo un gruppo di lavoratrici e lavoratori del sociale che stanno lottando CONTRO LE NOTTI PASSIVE E LO SFRUTTAMENTO SUL LAVORO.\r\nÈ inaccettabile che nel nostro settore siamo costrette/i a lavoro notturno sottopagato (3 euro /h) o non retribuito. Le notti devono essere pagate!\r\nCOME DIRE BASTA?\r\nIL 5 LUGLIO FAREMO UN CORTEO CONTRO il lavoro notturno non retribuito!\r\nUna manifestazione che partirà da Corso Casale 246 (sede della Cooperativa Terra mia) per finire in via Asti 32 (sede della Fondazione Pro Infantia). Entrambe applicano le notti passive!\r\nCHI SIAMO?\r\nun gruppo di lavoratrici e lavoratrici del sociale che in comune hanno tanto, non solo un lavoro che ci appassiona e che svolgiamo ogni giorno con impegno morale ed etica professionale, ma una frustrazione e un malcontento latenti e manifesti dovuti a condizioni sempre più precarie e dannose non solo per noi ma anche per le persone che ogni giorno supportiamo nel loro percorso di vita.\r\nQuesto primo momento di lotta vuole fare da apri pista per dare coraggio a tutt* per URLARE BASTA, IL NOSTRO LAVORO DEVE ESSERE RICONOSCIUTO COME TALE!\r\nUn gruppo aperto a tutte e tutti con l’intento di arrivare a più persone possibili. Insieme possiamo fare la differenza!!!\r\nIL LAVORO EDUCATIVO È LAVORO E DEVE ESSERE RETRIBUTO DIGNITOSAMENTE!\r\n5luglio bisogna esserci!\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/F_m_27_06_Alex-Cub-su-corteo-5-luglio-notti-passive.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento della puntata è stato quello dei cosidetti \"lavoretti\", lo abbiamo affrontato con Annalisa di NonUnaDiMeno Torino, che ci ha raccontato come è andata la passeggiata rumorosa per il quartiere di San Salvario, organizzata proprio per dare voce a chi è costrett* a districarsi tra condizioni di lavoro pessime e molestie di ogni sorta. L' iniziativa nata dalle segnalazioni di ragazz* attiv* al tavolo lavoro di NUDM, svoltasi per la prima volta l'anno scorso nel quartiere Vanchiglia, ha voluto dare il messaggio a padroni e avventori delle zone deputate all'intrattenimento serale/notturno che il lavoro va pagato ed inquadrato seriamente e che quando toccano una, toccano tutte.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/F_m_27_06_Annalisa-NUDM-su-passeggiata-rumorosa-a-San-Salvario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","29 Giugno 2023","2023-06-29 14:46:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/23b80efd25fbf65d8aab5fe30ce24c45-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 27/06/2023",1688050001,[],[],{"post_content":588},{"matched_tokens":589,"snippet":590,"value":591},[73,74],"rumorosa per il quartiere di \u003Cmark>San\u003C/mark> \u003Cmark>Salvario\u003C/mark>, organizzata proprio per dare voce"," \r\n\r\nIl primo argomento della puntata lo abbiamo trattato in compagnia di Marcello del SiCobas di Modena, presentando una serie di podcast intitolata \"Tutta colpa dei padroni?\". 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