","Il caffè di Murat: sanzioni e sistemi bellici","post",1608601081,[63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/ankara/","http://radioblackout.org/tag/corsa-agli-armamenti/","http://radioblackout.org/tag/istanbul/","http://radioblackout.org/tag/recep-tayyip-erdogan/","http://radioblackout.org/tag/s400/","http://radioblackout.org/tag/sanzioni/",[70,71,72,73,74,75],"ankara","corsa agli armamenti","Istanbul","Recep Tayyip Erdoğan","S400","sanzioni",{"post_content":77,"post_title":81,"tags":84},{"matched_tokens":78,"snippet":79,"value":80},[75],"iniziali le vacue e inefficaci \u003Cmark>sanzioni\u003C/mark> americane nei confronti di personaggi","Questa serie comincia a dover rendere conto degli sviluppi successivi agli argomenti oggetto di interesse nei precedenti appuntamenti: giovedì scorso si era parlato del tentativo di smascherare ruberie, clientele, “mani sulle città”... ecco l’epilogo giudiziario, a dimostrazione che quando si controllano tutti i poteri in una democratura la soluzione non passa attraverso la magistratura o le elezioni. «anche a Istanbul la prefettura non autorizza i procuratori di aprire inchieste contro gli impiegati statali forse coinvolti in un giro di corruzione nelle giunte precedenti» [per chi comprende il turco: https://www.evrensel.net/haber/421659/ibbnin-2-5-milyon-tl-zarara-ugratildigi-belirlendi-valilik-sorusturma-izni-vermedi]. Peraltro sentite anche in questa puntata quanti rappresentanti dell’Hdp sono stati eletti amministratori o al parlamento per poi finire per quel motivo nelle galere della cricca di Erdoğan e il leader dei Lupi grigi vorrebbe porre fuorilegge il partito e incarcerare “tutti”, dimostrando come il delirio fascista sia uguale a tutte le longitudini.\r\n\r\nMa anche l’8 ottobre avevamo già parlato di social e broadcast stranieri che devono finire sotto il controllo governativo, e anche questi si sono assoggettati\r\n\r\nLa puntata di oggi prende di nuovo spunto da un brano di Bandista, un gruppo travolgente che avevamo già utilizzato in altri esordi di puntata. Ascoltatelo, che vi dà un po’ di brio per affrontare un cappello iniziale che potrebbe diventare uno degli argomenti dei prossimi “Caffè turchi di Murat\" e cioè i rapporti tra Turchia e differenti componenti irachene, visto che oggi 17 dicembre 2020 dovevano incontrarsi ai massimi livelli i due governi – e questo non è mai un bene per i compagni curdi, mentre può esserlo per quelli fascisti di Barzani, come si vede dalla notizia segnalata da “al Monitor” sulla pressione di Turchia e Russia, alleate contro le realtà delle comunità ancora attive grazie alla presenza delle Sda curde nel nord della Siria\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=hsTYgUnOuDo&feature=youtu.be\r\n\r\nPer questa puntata Murat ha selezionato come argomenti iniziali le vacue e inefficaci \u003Cmark>sanzioni\u003C/mark> americane nei confronti di personaggi secondari come punizione per la spesa militare improntata alla più smaccata sfida alla Nato, lasciandosi aperte tutte le porte verso i potenziali interlocutori e quindi rilanciando il suq delle armi e delle alleanze in un periodo in cui si continua a scombinare qualunque assetto rimasticato e digerito fino a quel momento. In questo caso poi si intrecciano i business bellici con le polpette avvelenate che un suprematista nazista bianco sta distribuendo per la Casa Bianca pur di non andarsene dalle leve del potere. Le banche turche ne escono indenni, comunque: le \u003Cmark>sanzioni\u003C/mark> sono un deterrente per gli altri nazionalisti sparsi per il mondo che anelerebbero ad acquistare il sistema S400 russo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-17_murat.mp3\"][/audio]\r\n\r\nCome avete sentito sempre in materia di armi siamo passati a occuparci delle armi che il governo fascista greco si ritiene legittimato a stanziare il 500% del bilancio “normale” perché Atene si sente sotto minaccia di Ankara, che è anche impegnata a nascondere i casi di covid reali, ma questo negazionismo non significa che non si possano negare tutte le manifestazioni fino al 31 marzo... tutto questo e tanto altro (per esempio, come si fa la crema nel caffè della madre di Murat – con il suo è impossibile ottenerla) potete seguire questo intervento di Murat nella mattinata info di radio blackout anche sul canale YouTube di Murat registrato in diretta streaming:\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=SLgzdV4AuX0&t=51s\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":82,"snippet":83,"value":83},[75],"Il caffè di Murat: \u003Cmark>sanzioni\u003C/mark> e sistemi bellici",[85,87,89,91,93,95],{"matched_tokens":86,"snippet":70},[],{"matched_tokens":88,"snippet":71},[],{"matched_tokens":90,"snippet":72},[],{"matched_tokens":92,"snippet":73},[],{"matched_tokens":94,"snippet":74},[],{"matched_tokens":96,"snippet":97},[75],"\u003Cmark>sanzioni\u003C/mark>",[99,104,107],{"field":38,"indices":100,"matched_tokens":101,"snippets":103},[25],[102],[75],[97],{"field":105,"matched_tokens":106,"snippet":83,"value":83},"post_title",[75],{"field":108,"matched_tokens":109,"snippet":79,"value":80},"post_content",[75],578730123365712000,{"best_field_score":112,"best_field_weight":14,"fields_matched":113,"num_tokens_dropped":50,"score":114,"tokens_matched":115,"typo_prefix_score":50},"1108091339008",3,"578730123365711979",1,{"document":117,"highlight":143,"highlights":165,"text_match":110,"text_match_info":173},{"cat_link":118,"category":119,"comment_count":50,"id":120,"is_sticky":50,"permalink":121,"post_author":35,"post_content":122,"post_date":123,"post_excerpt":55,"post_id":120,"post_modified":124,"post_thumbnail":125,"post_thumbnail_html":126,"post_title":127,"post_type":60,"sort_by_date":128,"tag_links":129,"tags":137},[47],[49],"78219","http://radioblackout.org/2022/11/ucraina-verso-una-nuova-fase/","La guerra in Ucraina potrebbe aver preso una piega molto diversa da quella degli ultimi mesi. Dopo l’attentato al ponte che collega la Crimea alla Russia sono scattati ampi bombardamenti sulla capitale e le altre città dell’ovest che da lungo tempo non erano più sotto attacco diretto. Questa mossa di Mosca ha certamente messo in difficoltà il governo Zelesky, sottoposto a pressione persino da Biden che spinge per i l’avvio di negoziati.\r\nLa Russia non riesce vincere la guerra di terra sino al punto da ritirarsi da Kherson, conquistata nel marzo di quest’anno. Questo ritiro è probabilmente frutto di un accordo non dichiarato tra le due parti. Non si spiegherebbe in altro modo la tranquillità con cui Zelensky è arrivato nella città il giorno successivo l’abbandono delle truppe di occupazione, senza temere un bombardamento russo. Non si spiegherebbe neppure il tranquillo ritiro garantito dall’esercito ucraino alle truppe di Mosca. Truppe che, non dimentichiamolo, sono per un buon 60% costituite da popolazioni provenienti dalla periferia dell’impero russo, di altra etnia e religione, fatto che spiega le violenze nei confronti della popolazione ucraina, in buona parte russofona, nelle zone occupate durante l’avanzata.\r\nLa Russia a febbraio probabilmente contava su una guerra lampo condotta, sul terreno, da carri armati e, in aria, dai cacciabombardieri e dai droni. É probabile che l’obiettivo fosse una divisione in tre del territorio ucraino: la parte orientale annessa alla Russia, la parte centrale riallineata a Mosca dopo un veloce cambio alla presidenza, la parte occidentale lasciata sotto l’ombrello dell’UE e della NATO. In tal modo Putin si sarebbe liberato del cuneo che la NATO rischiava di conficcargli in un fianco, con un’azione preventiva veloce e, così speravano, quasi indolore per chi l’aveva intrapresa.\r\nCalcoli che si sono rivelati del tutto sbagliati. La guerra nei cieli è stata vinta come accade ormai da decenni nelle guerre coloniali intraprese dai concorrenti statunitensi, ma, esattamente come accade alle forze armate USA, i russi vincono in aria ma non riescono a tenere sul terreno. Putin e i suoi generali si sono mossi come se la guerra di terra fosse simile al secondo conflitto mondiale, una guerra in cui la supremazia sul terreno era data dai carri armati. Oggi non è più così: esistono armi relativamente leggere, utilizzabili da non più di tre soldati, armi molto costose ma capaci di bucare come fosse formaggio le corazze più solide. L’arma vincente dell’Armata Rossa contro i soldati di Hitler oggi è pesante, aggirabile, perforabile da un esercito rifornito ed addestrato all’utilizzo delle armi anticarro di ultima generazione. Capita alla Russia, come era capitato agli Stati Uniti in Afganistan e, soprattutto, in Iraq di vincere la guerra in aria e di perderla sul terreno. I successi russi in Siria e Cecenia erano basati su una precisa divisione dei compiti: ai russi il sostegno aereo, agli alleati disposti a perdere decine di migliaia di vite umane, la guerra di terra. Qui la guerra di terra la combattono direttamente le truppe del Cremlino.\r\nL’esercito russo non ha abbastanza uomini e non è sufficientemente preparato. Gli scontri e la fuga di massa seguiti all’annuncio del richiamo di 300.000 riservisti fatto da Putin in settembre hanno dimostrato lo scarso entusiasmo dei russi per questa guerra. Se si sommano gli infiniti disagi che le sanzioni hanno imposto alla popolazione civile russa, il quadro è completo.\r\nCiliegina sulla torta l’incontro tra Biden e Xi che sancisce la decisione di tentare di porre fine al conflitto imponendo ai propri alleati l’apertura di trattative ed un compromesso che renda possibile una tregua.\r\nLa partita è, ovviamente, del tutto aperta.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/2022-11-15-capello-guerra-ucraina.mp3\"][/audio]","15 Novembre 2022","2022-11-15 17:34:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/ucraina-kherson-guerra-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/ucraina-kherson-guerra-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/ucraina-kherson-guerra-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/ucraina-kherson-guerra-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/ucraina-kherson-guerra-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/ucraina-kherson-guerra.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ucraina. 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Le contraddizioni insite nel sistema iraniano sarebbero già sufficienti a rendere molto difficile la sfida del virus. Ad esse però si sommano le sanzioni economiche imposte unilateralmente dagli USA dopo l'uscita dall’accordo sul nucleare del 2015: il settore sanitario non è sottoposto a sanzioni, ma l’Iran non può accedere ai mercati finanziari, non potendo quindi rifornirsi di materiale medico dall’estero.\r\n\r\nNel frattempo, in occasione del capodanno iraniano, Teheran si è dichiarata pronta a rilasciare \"circa 10.000 detenuti\", di cui metà sarebbero prigionieri politici condannati per aver \"messo in pericolo la sicurezza nazionale\". Questa amnistia verrebbe concessa dalla guida suprema iraniana, l'Ayatollah Ali Khamenei, al fine di ridurre il numero di prigionieri, tenendo conto della pandemia in corso, dopo che 85.000 detenuti avrebbero già ottenuto una temporanea scarcerazione nei giorni scorsi.\r\n\r\nQuesta mattina ne abbiamo parlato con Marina Forti:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/iran.mp3\"][/audio]","19 Marzo 2020","2020-03-19 19:23:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/15844271315e70707b1f1f42.98386874-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"207\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/15844271315e70707b1f1f42.98386874-300x207.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/15844271315e70707b1f1f42.98386874-300x207.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/15844271315e70707b1f1f42.98386874-768x529.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/15844271315e70707b1f1f42.98386874.jpg 853w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Iran: tra catastrofe sanitaria e tensioni geopolitiche",1584642659,[192,193,194,68,195],"http://radioblackout.org/tag/amnistia/","http://radioblackout.org/tag/coronavirus/","http://radioblackout.org/tag/iran/","http://radioblackout.org/tag/usa/",[197,198,15,75,23],"amnistia","coronavirus",{"post_content":200,"tags":204},{"matched_tokens":201,"snippet":202,"value":203},[75],"esse però si sommano le \u003Cmark>sanzioni\u003C/mark> economiche imposte unilateralmente dagli USA","Sono 1.135 le vittime del coronavirus in Iran: lo ha sostenuto questa mattina il portavoce del ministero della Sanità di Teheran, Kianoush Jahanpour, esortando i cittadini a rimanere a casa durante le vacanze del Nowruz, il Capodanno persiano, che si celebra domani, venerdì 20. 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a Marinella Correggia di ritorno dal Venezuela, mentre la minaccia di golpe militare sembra allontanarsi e a Oslo continuano i negoziati ma l'ambasciata venezuelana a Washington viene violata dalle autorità USA.\r\n\r\nLa popolazione attua strategie di \"resilienza\" contro la crisi economica e le sanzioni (di cui sono complici banche e governi europei, compreso quello italiano) potenziando il sistema delle comunas per raggiungere la sovranità alimentare e l'indipendenza da petrolio e multinazionali:\r\n\r\nmaricor\r\n\r\n ","20 Maggio 2019","2019-05-20 12:48:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/25est1apertura-venezuela-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/25est1apertura-venezuela-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/25est1apertura-venezuela-300x200.jpg 300w, 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In primo luogo la provocazione dell'Arabia saudita che ha giustiziato uno dei principali esponenti dell'opposizione locale, lo sceicco Nimr, di confessione sciita. Una personalità più vicina a un leader socialista che a quella di un chierico e che ha cercato sempre di slegarsi dall'ingombrante influenza iraniana. Una sentenza che è stata comunque vissuta come una vera e propria provocazione da una larga parte del mondo sunnita scatenando proprio in Iran delle violente proteste, condannate dall'ONU.\r\n\r\nUn episodio che bisogna leggere nella più ampia lotta per allargare le proprie sfere d'influenza sul medio-oriente che ha visto l'Iran guadagnare sempre più terreno riuscendo a fare dell'Iraq una sorta di protettorato ed estendendo le proprie alleanze fino al Libano. 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Ci parla delle conseguenze del sisma a Bangkok, in particolare del palazzo in costruzione che si è sbriciolato travolgendo decine di operai birmani che lavoravano sul sito. Sono emerse situazioni di corruzione e utilizzo di materiali scadenti, in un contesto di speculazione selvaggia che alimenta una bolla immobiliare nella capitale thailandese sostenuta dagli investimenti per riciclare denaro da parte di cinesi, russi e birmani ricchi che sostengono gli affari della giunta. In Myanmar il bilancio delle vittime sale quotidianamente, non ci sono risorse sufficienti e quindi le operazioni e gli aiuti si sono concentrati sui punti dove si pensava fossero intrappolate più persone, trascurandone altri. Gli sfollati si sono rifugiati nei parchi e in altri luoghi all’aperto. La giunta cerca di convogliare gli aiuti nelle aree controllate dai militari che costituiscono circa il 20 per cento del paese, il regime ha invece ostacolato l’invio dei soccorsi verso le aree controllate dalle milizie. 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Il momento è particolarmente confuso: le aperture al Pkk con gli abboccamenti intrattenuti da Ocalan con componenti della compagine governativa e segnali inviati al movimento si intrecciano con il nuovo recluso che ha scavalcato di slancio in importanza e capacità di mobilitazione Demirtas: le modalità di incarcerazione del sindaco di Istanbul, speranza per una boccata d’aria per la penisola anatolica negli ultimi 30 anni, Imamoglu sono state ancora più dirompenti… ma hanno scatenato una sorta di Gezi Park che ci ha portato a fare un paragone azzardato con la grande insurrezione di una dozzina di anni fa, facendo le dovute proporzioni e sottolineando lo spirito diverso che anima i due momenti. Ma si può riscontrare una continuità tra tre generazioni impegnate a liberarsi di una morsa di potere e affari che ha spolpato il paese. 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La Turchia è comunque un paese – ancora – exraeuropeo che serve a sbrogliare certi dossier, come quello ucraino (dove non ha preso posizione e, anzi: alcuni oligarchi hanno avuto accesso alla cittadinanza turca per proseguire i propri affari), e che non impensierisce di certo per la concorrenza ai prodotti americani; è un grande produttore di armi a basso prezzo, capace di baccagliare qualunque altro potente per quanto distante possa apparire.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/14bJ7PblJVxMAdeJTpHGJn?si=97a729e8f2a84b66\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Le-mille-ambiguità-per-perpetuare-il-potere-a-Istanbul-.mp3\"][/audio]",[402],{"field":108,"matched_tokens":403,"snippet":399,"value":400},[75],{"best_field_score":254,"best_field_weight":405,"fields_matched":115,"num_tokens_dropped":50,"score":406,"tokens_matched":115,"typo_prefix_score":50},14,"578730123365187697",{"document":408,"highlight":420,"highlights":425,"text_match":252,"text_match_info":428},{"comment_count":50,"id":409,"is_sticky":50,"permalink":410,"podcastfilter":411,"post_author":340,"post_content":412,"post_date":413,"post_excerpt":55,"post_id":409,"post_modified":414,"post_thumbnail":415,"post_title":416,"post_type":391,"sort_by_date":417,"tag_links":418,"tags":419},"95177","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-24-gennaio-crisi-climatica-zone-rosse-e-sorveglianza-rinforzata-una-corte-di-miliardari-e-lamerica-profonda-rivolta-al-cpr-di-gradisca/",[340],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. 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Adattamento fisico, chimico, biologico, sociale e migratorio sono a rischio, sottoposti a forzanti indotte dalla produzione industriale, alimentare e trasportistica sempre più energivora. (…)\r\nUn problema di origine capitalista non può avere una soluzione capitalista.\r\nIl riscaldamento globale e la sua accelerazione sono causati principalmente dalle emissioni collegate alle attività umane: industriali, di trasporto e alimentari.\r\nCon Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR, abbiamo anticipato alcuni dei temi di cui parleremo venerdì 31 gennaio alle 21 alla FAT\r\n\r\nZone rosse ed aree a sorveglianza rinforzata\r\nIl governo sperimenta nuovi meccanismi di esclusione e controllo degli indesiderabili. Muri invisibili ma concreti segmentano le città, separando chi può accedere liberamente nelle aree più pregiate e chi deve esserne tenuto fuori.\r\nCon le zone rosse e il daspo urbano il ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia di nuovi strumenti, che le forze del disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.\r\nLa stretta securitaria, collaudata inizialmente a Bologna e Firenze, a dicembre si è estesa a Milano e Napoli, e con l’anno nuovo ha investito Roma, dove la morsa poliziesca durante il giubileo è imponente. A Torino il sindaco annuncia un approccio più “morbido”: niente zone rosse ma aree a “sorveglianza rinforzata”, come a Roma. Difficile cogliere le sfumature di fronte alla declinazione sabauda delle direttive governative. Intanto, dal 27 gennaio al 30 aprile, saranno zone rosse Porta Nuova, San Salvario, Torino centro, Aurora e Barriera di Milano.\r\nNei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\n\r\nStati Uniti. Una corte di miliardari e l’America profonda\r\nDonald Trump si è insediato lunedì. I sostenitori che quattro anni fa avevano fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti all’esterno. L’imperatore li ha arringati firmando immediatamente la grazia per i golpisti condannati, deportazioni di massa dei clandestini che vivono negli States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. 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Rinchiusi in una prigione per senza documenti potrebbero essere deportati in qualsiasi momento o passarvi un anno e mezzo, prima di essere liberati con un foglio di via.\r\nGiovedì 16 gennaio un recluso è caduto dal tetto della struttura nel tentativo di allontanarsi dal Cpr e far disperdere le proprie tracce. Nella caduta si è fratturato gravemente gli arti ed è stato trasportato in elisoccorso in ospedale. Il clima si è fatto più incandescente la sera di domenica 19 gennaio, quando anche un migrante di origine maghrebina è scivolato dal tetto. Fortunatamente, le ferite riportate non sono state gravi. É frequente che chi tenta la fuga saltando le mura alte dell’ex caserma Polonio si ferisca anche in modo serio. Una decina di anni fa un migrante, finito in coma in seguito alla caduta, perse la vita dopo mesi di agonia in ospedale.\r\nLunedì 20 gennaio un gruppo di una trentina di persone è salito sul tetto dell'ex caserma Polonio, causando ingenti danni agli impianti idraulici ed elettrici e praticando sette varchi nella struttura. Non ci sono stati, diversamente da altre volte, tentativi di fuga. Il giorno successivo è stata incendiata la zona rossa e sono stati creati dei varchi nel plexiglass che delimita le “vasche” che dividono le camerate. La zona rossa, una delle tre in cui è divisa la prigione di Gradisca, è completamente inagibile, così come alcune aree comuni.\r\nMercoledì 22 sono iniziati arresti e deportazioni punitive. 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I video che accompagnavano le segnalazioni mostravano due di loro sdraiati, privi di sensi, sulla neve. Abbiamo chiamato il numero di emergenza 112 numerose volte, chiedendo assistenza immediata. Allo stesso tempo ci siamo mossi per cercare di raggiungere i ragazzini ben sapendo per esperienza che la polizia di frontiera è solita omettere il soccorso dei migranti o respingerli in Turchia». Dopo essere stati fermati e minacciati più volte dalla polizia bulgara racconta Simone «Alla fine quando li abbiamo raggiunti i ragazzi erano già morti. Potevano essere salvati, accanto ai corpi c’erano impronte degli scarponi della polizia e i cadaveri erano visibili dal sentiero». Sulle risposte delle autorità sembrano esserci due sole spiegazioni possibili: o hanno visto e abbandonato le persone moribonde dopo averle trovate, oppure non hanno mai raggiunto le loro posizioni, pur avendo chiare indicazioni. Distinte impronte di stivali militari sulla neve intorno a uno dei corpi – poi cancellate quando la polizia di frontiera ha dovuto recuperare il corpo – suggeriscono che degli agenti erano presenti nelle ore precedenti, ma non hanno soccorso la persona, forse quando poteva ancora essere salvata.\r\n\r\n\r\nLe politiche migratorie europee stanno trasformando le frontiere di terra e di mare in veri e propri tritacarne autorizzati, che mettono le persone in pericolo e poi ne omettono il soccorso, rendendosi di fatto dirette responsabili della loro morte. Queste politiche hanno ucciso Ali, Samir e Yasser, così come decine di migliaia di individui alle frontiere europee negli ultimi vent’anni, e ne uccideranno molti altri se non verranno fermate. Non sono fallimenti delle politiche, ma le politiche stesse. Come premio per tutto ciò, alla Bulgaria è stato appena concesso l’accesso all’area Schengen.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SIMONE-ROTTE-BALCANICHE-BASIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Lorenzo Forlani ,giornalista e analista freelance che vive a Beirut ,parliamo delle prospettive politiche libanesi dopo l'elezione del presidente della repubblica il generale ex capo dell'esercito Joseph Aoun e la designazione del primo ministro Nawaf Salam ,ex presidente della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazione Unite. Entrambi uomini di riconosciuta esperienza politica ,le nomine sono frutto di una mediazione con la volontà di Hezbollah ,che sia pur ridimensionato dal punto di vista militare dall'offensiva sionista e la perdita del corridoio siriano,ha ancora un notevole potere d'interdizione negli equilibri politici libanesi. Le nomine sono frutto anche della rinnovata influenza delle forze filoisraeliane e dell'ingerenza americana ,un Libano indebolito ulteriormente in cui le forze reazionarie acarezzassero il malsano progetto di isolare la comunità scita esasperando la frammnetazione etnico confessionale ,farebbe comodo ad Israele che vorrebe trasferire nel paese dei cedri il modello applicato in Cisgiordania . La perdita di Nasrallah ,sostituito dal poco carismatico Quassem ,depaupera dal punto di vista politico Hezbollah ,costringendolo a rivedere la sua proiezione regionale concentrandosi sugli equilibri interni . Gli enormi costi della ricostruzione e il finanziamento dell'esercito condizioneranno la politica libanese sempre più dipendente da attori esterni.La crisi economica e di senso che sta attraversando il paese ,soprattutto dopo l'esplosione nel porto di Beirut, costringe il Libano a ripensarsi oltre il consociativismo confessionale e a fare i conti con la mancata riconciliazione nazionale dopo la guerra civile durata dal 1975 al 1990.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/FORLANI-LIBANO-BASTIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sara De Simone ,analista dell'ISPI , parliamo della guerra in Sudan dopo la conquista da parte dell'esercito di Burham della città di Wad Madani ,capitale dello stato di El Gezir ed importante nodo strategico di comunicazione a 200km dalla capitale. Si susseguono notizie di torture ed uccisioni extragiudiziarie contro le comunità accusate di collaborare con le RSF ,gli Stati Uniti hanno adottato delle sanzioni contro il leader delle Forze di Supporto Rapido Hemmeti ma anche contro sette imprese emiratine accusate di essere coinvolte in operazioni finanziarie con le RSF. Successivamente gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al leader sudanese e capo dell’esercito Al Bhuram, accusandolo di aver scelto la via della guerra invece della negoziazione per porre fine al conflitto che ha causato decine di migliaia di morti e milioni di sfollati. Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha dichiarato che sotto la guida di Al Burham, l’esercito sudanese ha adottato tattiche belliche che includono bombardamenti indiscriminati di infrastrutture civili, attacchi a scuole, mercati e ospedali, oltre a esecuzioni extragiudiziali. Questo equilibrismo sanzionatorio ha come scopo quello di segnalare la continua violazione di diritti umani da parte di entrambi gli schieramenti in una guerra brutale che non risparmia i civili e che ha provocato quasi 12 milioni di profughi e una crisi alimentari fra le più gravi del mondo .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SARA-DE-SIMONE-SUDAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","20 Gennaio 2025","2025-01-20 15:32:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 16/01/2025-AL CONFINE BULGARO DELLA FORTEZZA EUROPA CONTINUA LA STRAGE DI MIGRANTI- LIBANO, ISRAELE E STATI UNITI PUNTANO ALLA DESTABILIZZAZIONE CERCANDO DI EMARGINARE HEZBOLLAH-SUDAN, L'ESERCITO CONQUISTA POSIZIONI MENTRE LA GUERRA NON SI FERMA.",1737387136,[442],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[359],{"post_content":445},{"matched_tokens":446,"snippet":447,"value":448},[75],"Stati Uniti hanno adottato delle \u003Cmark>sanzioni\u003C/mark> contro il leader delle Forze","Simone del collettivo \"Rotte balcaniche\" ci racconta la terribile esperienza vissuta al confine tra Bulgaria e Turchia.E' stato arrestato il 21 dicembre insieme a due compagne per aver soccorso dei migranti nel sud-est della Bulgaria, subendo un trattamento brutale da parte della polizia bulgara che si è di fatto rifiutata d'intervenire a soccorso dei migranti in difficoltà.\r\n\r\nRacconta Simone «Ci sono arrivate segnalazioni di tre minorenni soli e a rischio immediato di morte, probabilmente per ipotermia, vicino alla città di Burgas, nel sud-est della Bulgaria. I video che accompagnavano le segnalazioni mostravano due di loro sdraiati, privi di sensi, sulla neve. Abbiamo chiamato il numero di emergenza 112 numerose volte, chiedendo assistenza immediata. Allo stesso tempo ci siamo mossi per cercare di raggiungere i ragazzini ben sapendo per esperienza che la polizia di frontiera è solita omettere il soccorso dei migranti o respingerli in Turchia». Dopo essere stati fermati e minacciati più volte dalla polizia bulgara racconta Simone «Alla fine quando li abbiamo raggiunti i ragazzi erano già morti. Potevano essere salvati, accanto ai corpi c’erano impronte degli scarponi della polizia e i cadaveri erano visibili dal sentiero». Sulle risposte delle autorità sembrano esserci due sole spiegazioni possibili: o hanno visto e abbandonato le persone moribonde dopo averle trovate, oppure non hanno mai raggiunto le loro posizioni, pur avendo chiare indicazioni. Distinte impronte di stivali militari sulla neve intorno a uno dei corpi – poi cancellate quando la polizia di frontiera ha dovuto recuperare il corpo – suggeriscono che degli agenti erano presenti nelle ore precedenti, ma non hanno soccorso la persona, forse quando poteva ancora essere salvata.\r\n\r\n\r\nLe politiche migratorie europee stanno trasformando le frontiere di terra e di mare in veri e propri tritacarne autorizzati, che mettono le persone in pericolo e poi ne omettono il soccorso, rendendosi di fatto dirette responsabili della loro morte. Queste politiche hanno ucciso Ali, Samir e Yasser, così come decine di migliaia di individui alle frontiere europee negli ultimi vent’anni, e ne uccideranno molti altri se non verranno fermate. Non sono fallimenti delle politiche, ma le politiche stesse. Come premio per tutto ciò, alla Bulgaria è stato appena concesso l’accesso all’area Schengen.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SIMONE-ROTTE-BALCANICHE-BASIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Lorenzo Forlani ,giornalista e analista freelance che vive a Beirut ,parliamo delle prospettive politiche libanesi dopo l'elezione del presidente della repubblica il generale ex capo dell'esercito Joseph Aoun e la designazione del primo ministro Nawaf Salam ,ex presidente della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazione Unite. Entrambi uomini di riconosciuta esperienza politica ,le nomine sono frutto di una mediazione con la volontà di Hezbollah ,che sia pur ridimensionato dal punto di vista militare dall'offensiva sionista e la perdita del corridoio siriano,ha ancora un notevole potere d'interdizione negli equilibri politici libanesi. Le nomine sono frutto anche della rinnovata influenza delle forze filoisraeliane e dell'ingerenza americana ,un Libano indebolito ulteriormente in cui le forze reazionarie acarezzassero il malsano progetto di isolare la comunità scita esasperando la frammnetazione etnico confessionale ,farebbe comodo ad Israele che vorrebe trasferire nel paese dei cedri il modello applicato in Cisgiordania . La perdita di Nasrallah ,sostituito dal poco carismatico Quassem ,depaupera dal punto di vista politico Hezbollah ,costringendolo a rivedere la sua proiezione regionale concentrandosi sugli equilibri interni . Gli enormi costi della ricostruzione e il finanziamento dell'esercito condizioneranno la politica libanese sempre più dipendente da attori esterni.La crisi economica e di senso che sta attraversando il paese ,soprattutto dopo l'esplosione nel porto di Beirut, costringe il Libano a ripensarsi oltre il consociativismo confessionale e a fare i conti con la mancata riconciliazione nazionale dopo la guerra civile durata dal 1975 al 1990.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/FORLANI-LIBANO-BASTIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sara De Simone ,analista dell'ISPI , parliamo della guerra in Sudan dopo la conquista da parte dell'esercito di Burham della città di Wad Madani ,capitale dello stato di El Gezir ed importante nodo strategico di comunicazione a 200km dalla capitale. 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Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/2024-12-13-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa Siria come l’Afganistan?\r\nLa repentina caduta del regime baathista in Siria ci ricorda quanto avvenne nell’agosto del 2021 in Afganistan. L’accordo tra Stati Uniti e talebani portò al rapido ritiro degli statunitensi da Kabul e all’affermarsi dei talebani dal “volto umano”, che per qualche tempo hanno finto di voler mantenere qualche libertà alle donne, prima di richiuderle nelle case-prigioni, senza alcun diritto.\r\nOggi gli jihadisti siriani, promossi di colpo dai media al rango di “ribelli” si sono presi buona parte della Siria, mentre le truppe di Assad si sono ritirate quasi senza combattere. Il vero vincitore della guerra mondiale per procura che si è combattuta negli ultimi 13 anni in Sira è la Turchia, che profittando dell’indebolimento di Russia, Iran ed Hezbollah, gli storici alleati di Assad, ha dato il via libera alle truppe jiadiste che ha foraggiato e sostenuto in questi anni.\r\nNel nord della Siria, dove, pur sotto durissimo attacco dell’Esercito Siriano Libero, diretta emanazione della Turchia, le formazioni YPG e provano, non senza aporie, a salvare l’esperienza del confederalismo democratico ed a combattere il ritorno degli Jihadisti.\r\nNe abbiamo parlato con Lollo\r\n\r\nIl nuovo codice della strada targato Salvini\r\nLe nuove norme approvate definitivamente dal Senato il 20 novembre sono entrate in vigore a metà dicembre. Si tratta di una nuova stretta repressiva, con particolare attenzione a telefonini, alcool e sostanze.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nL’ultima mazzata del governo contro i migranti\r\nUn’ulteriore stretta per ONG e diritto di asilo è arrivata travestita da decreto flussi.\r\nIl decreto flussi è diventato legge dopo il via libera definitivo al Senato, che lo ha votato con la fiducia imposta dal governo: 99 i sì, 65 i no e 1 astenuto.\r\nIl decreto criminalizza ulteriormente le ONG che praticano il soccorso dei migranti in mare: è prevista tra l’altro la confisca definitiva delle navi che fanno soccorso, oltre ad aumentare in maniera importante le sanzioni economiche. Sarà inoltre ridotto da 60 giorni a 10 il termine entro il quale le ONG possono impugnare davanti al Prefetto il provvedimento di fermo amministrativo ottenuto in seguito al salvataggio di persone in mare.\r\nIl consiglio superiore della magistratura ha dato parere negativo sul trasferimento della competenza sulle domande di asilo alle corti di appello, ma si tratta di un parere non vincolante.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\n(A)distro e SeriRiot\r\nriapre mercoledì 8 gennaio\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nora siamo in pausa per la fine dell’anno.\r\nCi rivediamo il 7 gennaio. \r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","25 Dicembre 2024","2024-12-25 09:59:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/pinelli-200x110.jpeg","Anarres del 13 dicembre. 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Un montaggio di 40 minuti che ripercorre gli interventi, i suoni e gli umori della piazza.\r\nVentimila persone, secondo i sindacati, sono presenti alla manifestazione tra lavoratori e lavoratrici, solidali, studentesse e studenti. Il corteo parte da piazza XVIII Dicembre, e passando per via Cernaia raggiunge piazza Castello. Qui c’è il concentramento di chiusura della manifestazione dei sindacati confederali. Il palco allestito per l’occasione viene prontamente occupato dal comitato contro la precarietà in Università all'arrivo dello spezzone sociale, in protesta contro il governo e con la Ministra dell’Università Bernini.\r\nIl palco è grande, l’adesione generale alta ma non di massa: il fronte dei sindacati confederali raccoglie lavoratrici e lavoratori, ma la rivolta sociale, da quel fronte, al contrario degli annunci dei segretari nazionali, non c’è stata. La protesta non si ferma. Lo spezzone sociale del corteo prosegue con la contestazione verso la prefettura e il reparto celere a sua protezione. Si prosegue poi per un primo tratto di via Po e velocemente verso corso Vittorio Emanuele II. Non solo studentesse e studenti, giovani dell’Intifada studentesca, allo spezzone sociale si aggregano lavoratrici e lavoratori in sciopero generale.\r\nLa solidarietà per le strette vie del centro si fa sentire e il corteo prosegue determinato.\r\nDa corso Vittorio si accelera nel tentativo di entrare nella stazione di Porta Nuova.\r\nIl traffico dei treni oggi scorre regolarmente in Italia nonostante lo sciopero generale. Il Ministro dei Trasporti Salvini ha usato lo strumento repressivo della precettazione: i lavoratori e le lavoratrici del settore ferroviario rischiano pesanti sanzioni e il posto di lavoro se oggi incrociano le braccia. I ricorsi non sono serviti e il diritto allo sciopero non è stato garantito.\r\nLe barricate della polizia sono celeri e la tensione è alta. La stazione è blindata, sono chiuse tutte le entrate.\r\nI manifestanti e le manifestanti non si arrendono, la rabbia è troppo grande, impossibile da contenere nei diktat repressivi da parte delle istituzioni. Prendono fuoco fantocci con i volti di Meloni, Crosetto, Valditara, Salvini, Cingolani, Piantedosi, giudicati implicati nel sostegno alla guerra portata avanti da Israele, nella propaganda militarista, repressiva, fascista e antisindacale.\r\nLa lotta non si arresta, la carica è molta, la manifestazione prosegue.\r\nIl Gruppo Torinese Trasporti offre il passaggio, la metropolitana conduce centinaia di manifestanti alla stazione di Porta Susa. In pochi secondi i binari 1 e 2 vengono occupati. 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L'azienda appaltante, Antares, tenta il colpo grosso con la richiesta alle lavoratrici e ai lavoratori di firmare un accordo che avrebbe portato alla riapertura di nuovi stabilimenti con condizioni altamente peggiorative - da contratto logistica a multiservizi - vincolando addirittura l'erogazione della Naspi.\r\nNella mattinata del 3 dicembre le lavoratori e le lavoratrici, iscritti al Si Cobas, si sono recati in presidio all'Inps, ricevendo conferma del loro diritto alla Naspi e rifiutando ogni accordo tombale.\r\nNelle scorse settimane i lavoratori hanno realizzato un presidio ai mercati generali di Grugliasco, dove Fogliati Sas opera con un'altra attività, e due picchetti al magazzino Edenfruit di Saluzzo, dove Fogliati ha trasferito parte della merce.\r\nI lavoratori e le lavoratrici annunciano nuove iniziative per le prossime settimane.\r\n\r\nBuon ascolto!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/F_m_03_12_Mahmoud-SiCobas-Torino-su-lotta-lavottori-Fogliati.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","7 Dicembre 2024","2024-12-07 19:38:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Locandina-sciopero-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 3/12/2024",1733600289,[488],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[490],"frittura mista radio fabbrica",{"post_content":492},{"matched_tokens":493,"snippet":494,"value":495},[75],"del settore ferroviario rischiano pesanti \u003Cmark>sanzioni\u003C/mark> e il posto di lavoro"," \r\n\r\nNel primo approfondimento della serata remisceliamo la giornata di sciopero generale di venerdì 29 novembre. Un montaggio di 40 minuti che ripercorre gli interventi, i suoni e gli umori della piazza.\r\nVentimila persone, secondo i sindacati, sono presenti alla manifestazione tra lavoratori e lavoratrici, solidali, studentesse e studenti. Il corteo parte da piazza XVIII Dicembre, e passando per via Cernaia raggiunge piazza Castello. Qui c’è il concentramento di chiusura della manifestazione dei sindacati confederali. Il palco allestito per l’occasione viene prontamente occupato dal comitato contro la precarietà in Università all'arrivo dello spezzone sociale, in protesta contro il governo e con la Ministra dell’Università Bernini.\r\nIl palco è grande, l’adesione generale alta ma non di massa: il fronte dei sindacati confederali raccoglie lavoratrici e lavoratori, ma la rivolta sociale, da quel fronte, al contrario degli annunci dei segretari nazionali, non c’è stata. La protesta non si ferma. Lo spezzone sociale del corteo prosegue con la contestazione verso la prefettura e il reparto celere a sua protezione. Si prosegue poi per un primo tratto di via Po e velocemente verso corso Vittorio Emanuele II. Non solo studentesse e studenti, giovani dell’Intifada studentesca, allo spezzone sociale si aggregano lavoratrici e lavoratori in sciopero generale.\r\nLa solidarietà per le strette vie del centro si fa sentire e il corteo prosegue determinato.\r\nDa corso Vittorio si accelera nel tentativo di entrare nella stazione di Porta Nuova.\r\nIl traffico dei treni oggi scorre regolarmente in Italia nonostante lo sciopero generale. Il Ministro dei Trasporti Salvini ha usato lo strumento repressivo della precettazione: i lavoratori e le lavoratrici del settore ferroviario rischiano pesanti \u003Cmark>sanzioni\u003C/mark> e il posto di lavoro se oggi incrociano le braccia. I ricorsi non sono serviti e il diritto allo sciopero non è stato garantito.\r\nLe barricate della polizia sono celeri e la tensione è alta. La stazione è blindata, sono chiuse tutte le entrate.\r\nI manifestanti e le manifestanti non si arrendono, la rabbia è troppo grande, impossibile da contenere nei diktat repressivi da parte delle istituzioni. Prendono fuoco fantocci con i volti di Meloni, Crosetto, Valditara, Salvini, Cingolani, Piantedosi, giudicati implicati nel sostegno alla guerra portata avanti da Israele, nella propaganda militarista, repressiva, fascista e antisindacale.\r\nLa lotta non si arresta, la carica è molta, la manifestazione prosegue.\r\nIl Gruppo Torinese Trasporti offre il passaggio, la metropolitana conduce centinaia di manifestanti alla stazione di Porta Susa. In pochi secondi i binari 1 e 2 vengono occupati. I reparti della celere sono presi alla sprovvista e passeranno decine di minuti prima del loro arrivo per chiudere la stazione, quando ormai lo spezzone occupante lascia vittorioso la stazione e si ricongiunge con il corteo che ha proseguito a piedi.\r\n\r\nBuon ascolto!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/F_m_03_12_Registrazioni-da-sciopero-generale-del-29.11-a-Torino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nNel secondo approfondimento della serata ci occupiamo della lotta dei lavoratori e delle lavoratrici di Fogliati Sas.\r\n\r\nA novembre Fogliati Sas comunica ai quaranta lavoratori e lavoratrici del magazzino ortofrutta di Orbassano che dal primo dicembre l'attività sarà spostata a Saluzzo, portando al loro licenziamento. L'azienda appaltante, Antares, tenta il colpo grosso con la richiesta alle lavoratrici e ai lavoratori di firmare un accordo che avrebbe portato alla riapertura di nuovi stabilimenti con condizioni altamente peggiorative - da contratto logistica a multiservizi - vincolando addirittura l'erogazione della Naspi.\r\nNella mattinata del 3 dicembre le lavoratori e le lavoratrici, iscritti al Si Cobas, si sono recati in presidio all'Inps, ricevendo conferma del loro diritto alla Naspi e rifiutando ogni accordo tombale.\r\nNelle scorse settimane i lavoratori hanno realizzato un presidio ai mercati generali di Grugliasco, dove Fogliati Sas opera con un'altra attività, e due picchetti al magazzino Edenfruit di Saluzzo, dove Fogliati ha trasferito parte della merce.\r\nI lavoratori e le lavoratrici annunciano nuove iniziative per le prossime settimane.\r\n\r\nBuon ascolto!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/F_m_03_12_Mahmoud-SiCobas-Torino-su-lotta-lavottori-Fogliati.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ",[497],{"field":108,"matched_tokens":498,"snippet":494,"value":495},[75],{"best_field_score":254,"best_field_weight":405,"fields_matched":115,"num_tokens_dropped":50,"score":406,"tokens_matched":115,"typo_prefix_score":50},{"document":501,"highlight":526,"highlights":531,"text_match":252,"text_match_info":534},{"comment_count":50,"id":502,"is_sticky":50,"permalink":503,"podcastfilter":504,"post_author":505,"post_content":506,"post_date":507,"post_excerpt":55,"post_id":502,"post_modified":508,"post_thumbnail":509,"post_title":510,"post_type":391,"sort_by_date":511,"tag_links":512,"tags":519},"93960","http://radioblackout.org/podcast/stalkerware-e-bossware-sanzionamento-biometrico-automatizzato/",[342],"bellocome","Estratti dalla puntata del 2 dicembre 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nSTALKERWARE E BOSSWARE\r\n\r\nChiamiamo spyware quei software utilizzati per sorvegliare le interazioni, le comunicazioni, i dati raccolti nei dispositivi bersaglio; una cateogoria che assume connotazioni specifiche in base alla relazione che intercorre tra sorvegliante e sorvegliata/o: avremo quindi stalkerware (per monitorare partner), bossware (per i dipendenti), parental control (per la prole).\r\n\r\nLaura Carrer, giornalista d'inchiesta e ricercatrice, ha recentemente pubblicato una serie di articoli su Irpimedia.eu che ci consentono di osservare diversi aspetti che stanno connotando la diffusione di queste tecnologie di sorveglianza, una volta appannaggio degli apparati repressivi e ora accessibili al pubblico.\r\n\r\nIn sua compagnia andiamo a esplorare non solo i contesti di utilizzo e le funzioni consentite da strumenti come PC Tattletale o Spyhide, ma anche le modalità di marketing e la normalizzazione culturare che ne accompagna la diffusione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BCUPCB_carrer-stalkerware.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRUSSIA: SANZIONAMENTO BIOMETRICO AUTOMATIZZATO\r\n\r\nAttraversi la strada fuori dalle strisce o ti accendi la sigaretta in un parco giochi.\r\n\r\nUna videocamera ti riprende e un software riconosce il tipo di infrazione.\r\n\r\nParte un riscontro biometrico tra i fotogrammi raccolti e un database di volti.\r\n\r\nTi arriva una multa a casa.\r\n\r\nIn Russia sta venendo sperimentato un programma di riconoscimento automatico delle piccole infrazioni accoppiato a un sistema di identificazione biometrica e notifica delle sanzioni.\r\n\r\nRepressione senza umani nel circuito, cerchiamo di capire come ci si è arrivati.\r\n\r\nSe vi sembra trattarsi di esotismo distopico, nelle meravigliose democrazie liberali stanno prendendo campo i sistemi di Corsight AI: azienda israeliana che, dopo aver progettato e testato i propri prodotti sui territori palestinesi occupati, vende in giro per il mondo sistemi per l'identificazione automatica delle condotte, accoppiata al riconoscimento facciale, in ambiti che vanno dai Casino all'antitaccheggio.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BCUPCB_russia-biometrics.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","3 Dicembre 2024","2024-12-03 11:01:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/bcupcb-laura-stalkerware-200x110.jpg","STALKERWARE E BOSSWARE - SANZIONAMENTO BIOMETRICO AUTOMATIZZATO",1733223705,[513,514,515,516,134,517,518],"http://radioblackout.org/tag/biometria/","http://radioblackout.org/tag/corsight/","http://radioblackout.org/tag/intelligenza-artificiale/","http://radioblackout.org/tag/riconoscimento-facciale/","http://radioblackout.org/tag/sorveglianza/","http://radioblackout.org/tag/spyware/",[520,521,522,523,18,524,525],"biometria","corsight","intelligenza artificiale","riconoscimento facciale","sorveglianza","spyware",{"post_content":527},{"matched_tokens":528,"snippet":529,"value":530},[75],"identificazione biometrica e notifica delle \u003Cmark>sanzioni\u003C/mark>.\r\n\r\nRepressione senza umani nel circuito,","Estratti dalla puntata del 2 dicembre 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nSTALKERWARE E BOSSWARE\r\n\r\nChiamiamo spyware quei software utilizzati per sorvegliare le interazioni, le comunicazioni, i dati raccolti nei dispositivi bersaglio; 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