","La lotta No Muos piega la giunta. Revocati i permessi agli USA","post",1360159486,[59,60,61],"http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/no-muos/","http://radioblackout.org/tag/satelliti/",[17,19,63],"satelliti",{"tags":65},[66,68,70],{"matched_tokens":67,"snippet":17},[],{"matched_tokens":69,"snippet":19},[],{"matched_tokens":71,"snippet":72},[63],"\u003Cmark>satelliti\u003C/mark>",[74],{"field":33,"indices":75,"matched_tokens":76,"snippets":78},[14],[77],[63],[72],578730123365712000,{"best_field_score":81,"best_field_weight":82,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":45,"score":83,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":45},"1108091339008",13,"578730123365711977",{"document":85,"highlight":111,"highlights":116,"text_match":120,"text_match_info":121},{"cat_link":86,"category":87,"comment_count":45,"id":88,"is_sticky":45,"permalink":89,"post_author":48,"post_content":90,"post_date":91,"post_excerpt":51,"post_id":88,"post_modified":92,"post_thumbnail":93,"post_thumbnail_html":94,"post_title":95,"post_type":56,"sort_by_date":96,"tag_links":97,"tags":104},[42],[44],"80370","http://radioblackout.org/2023/02/musk-starlink-allattacco-delliran/","“Starlink is now activated in Iran. It requires the use of terminals in-country, which I suspect the [Iranian] government will not support, but if anyone can get terminals into Iran, they will work.”\r\n\r\n\r\n\r\nQuesto è il tweet con cui Elon Musk ha fatto sapere al mondo che Starlink, il suo progetto di una costellazione di satelliti per l'accesso globale a internet, è presente anche in Iran, dopo la sua attivazione in Ucraina, con il pieno sostegno del governo statunitense.\r\n\r\nIn Iran dall'inizio della rivolta nata a seguito della morte di Mahsa Amini, ovvero dal settembre 2022, è diventato difficile potersi connettere a internet a causa del blocco imposto dal governo, nel tentativo di evitare il diffondersi di notizie sia all'interno dello Stato che al di fuori dei suoi confini. 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Appuntamento alle 14,30 in corso Giulio Cesare angolo via Andreis.\r\nIl focus della manifestazione sarà l’aerospace and defence meetings, mostra-mercato dell’industria aerospaziale di guerra, che prenderà l’avvio all’Oval il 30 novembre.\r\nUn gigantesco supermarket delle armi al quale quest’anno prenderanno parte i maggiori produttori mondiali di cacciabombardieri, satelliti, elicotteri da guerra, sistemi di puntamento, droni armati per la guerra a distanza.\r\nMa sul piatto ci saranno anche le missioni militari all’estero, la spesa bellica, le basi militari, la guerra contro i migranti, il controllo militare del territorio dai CPR ai cantieri militarizzati della Val Susa.\r\nNe abbiamo parlato con un compagno dell’Assemblea, Federico di Trieste\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/2021-11-16-corteo-antimili-20-nov.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito l’appello per la manifestazione:\r\n\r\nMercanti d’armi e missioni militari: colonialismo e buoni affari\r\nLe armi italiane, in prima fila il colosso pubblico Leonardo, sono presenti su tutti i teatri di guerra. Guerre che paiono lontane sono invece vicinissime: le armi che uccidono civili in ogni dove, sono prodotte non lontano dai giardini dove giocano i nostri bambini.\r\nTorino è uno dei centri dell’industria bellica.\r\nDal 30 novembre al 2 dicembre si terrà a Torino “Aerospace & defence meetings”, mostra-mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra.\r\nLa convention, giunta alla sua ottava edizione, sarà ospitata all’Oval Lingotto, centro congressi facente parte delle strutture nate sulle ceneri del complesso industriale dell’ex Fiat.\r\nLa mostra-mercato è riservata agli addetti ai lavori: fabbriche del settore, governi e organizzazioni internazionali, esponenti delle forze armate degli Stati e compagnie di contractor. Alla scorsa edizione parteciparono 600 aziende, 1300 tra acquirenti e venditori ed i rappresentanti di 30 governi. Il vero fulcro della convention sono gli incontri bilaterali per stringere accordi di cooperazione e vendita: nel 2019 ce ne furono oltre 7.500.\r\nTra gli sponsor ospiti del meeting spiccano la Regione Piemonte e la Camera di Commercio subalpina.\r\nSettima nel mondo e quarta in Europa, con un giro d’affari di oltre 16.4 miliardi di euro, 47.274 addetti l’industria aerospaziale è un enorme business di morte.\r\nLa gran parte delle aziende italiane dell’aerospazio si trova in Piemonte, dove il giro d’affari annuale è di 3,9 miliardi euro. I settori produttivi sono strettamente connessi con le università, in primis il Politecnico, e altri settori della formazione.\r\nIn Piemonte, ci sono ben cinque attori internazionali di primo piano: Leonardo, Avio Aero, Collins Aerospace, Thales Alenia Space, ALTEC. Gran parte delle industrie mondiali di prima grandezza partecipano alla biennale dell’aerospazio. \r\nA Torino nei prossimi mesi sorgerà la città dell’aerospazio, un nuovo polo tecnologico dedicato all’industria di guerra. Il progetto coinvolge Regione Piemonte, Comune, Politecnico, Università, Camera di Commercio e Unione Industriale di Torino, Api, Cim 4.0, il Distretto aerospaziale piemontese e Tne.\r\nInutile dire che chi vive in Piemonte probabilmente ha altre necessità, come casa, reddito, salute, istruzione, trasporti di prossimità.\r\nA fine novembre all’Oval saranno allestiti alveari di uffici, dove verranno sottoscritti accordi commerciali per le armi che distruggono intere città, massacrano civili, avvelenano terre e fiumi. L’industria aerospaziale produce cacciabombardieri, missili balistici, sistemi di controllo satellitare, elicotteri da combattimento, droni armati per azioni a distanza.\r\nL’Aerospace and defence meeting è un evento semi clandestino, chiuso, dove si giocano partite mortali per milioni di persone in ogni dove.\r\nL’industria bellica è un business che non va mai in crisi. L’Italia fa affari con chiunque.\r\nLa chiusura e riconversione dell’industria bellica è urgente e necessaria.\r\n\r\nLe truppe del Belpaese fanno la guerra in Niger, Libia, Golfo di Guinea, stretto di Ormuz, Iraq, nel Mediterraneo ed in tanti altri luoghi del pianeta.\r\nLa scorsa estate il parlamento ha approvato il rifinanziamento delle varie avventure neo-coloniali delle forze armate italiane. In Africa sono concentrate 18 delle 40 missioni tricolori.\r\nLe missioni militari all’estero costano un miliardo e 200 milioni di euro: 9.449 i militari impiegati: un secco aumento rispetto alle cifre già da record del 2020.\r\nLe spese militari quest’anno hanno toccato i 25 miliardi. Vent’anni di guerra e occupazione militare dell’Afganistan sono costati alla sola Italia 8,7 miliardi di euro.\r\nVa in soffitta la retorica delle missioni umanitarie ed entra in ballo la \"difesa degli interessi italiani\".\r\nLe bandiere tricolori sventolano accanto a quelle gialle con il cane a sei zampe dell’ENI.\r\nLa decisione di costruire una base militare italiana in Niger mira a rendere stabile la presenza tricolore nell'area, facendone un avamposto per la difesa degli interessi dell'ENI in Africa.\r\nLa diplomazia in armi del governo per garantire i profitti della multinazionale petrolifera va dalla Libia al Sahel al Golfo di Guinea. Queste aree hanno un’importanza strategica per gli interessi dell’ENI, perché vi si trovano i maggiori produttori africani di gas e petrolio. L’obiettivo è la protezione delle piattaforme offshore e degli impianti di estrazione. \r\nL’ENI rappresenta oggi la punta di diamante del colonialismo italiano in Africa.\r\nAlla guerra per il controllo delle risorse energetiche si accompagna l’offensiva contro le persone in viaggio, per ricacciare i migranti nelle galere libiche, dove torture, stupri e omicidi sono fatti normali. Come un serpente che si morde la coda le migrazioni verso i paesi ricchi sono frutto della ferocia predatoria delle politiche neocoloniali. Sotto all’ampio cappello della “sicurezza” e della “lotta al terrorismo” si articola una narrazione che mescola interessi economici con la retorica della missione di protezione delle popolazioni locali. Popolazioni che sono quotidianamente sfruttate, depredate ed oppresse da governi complici delle multinazionali europee, asiatiche e statunitensi.\r\nGuerra esterna e guerra interna sono due facce della stessa medaglia.\r\nNel nostro paese militari sono stati promossi al ruolo di agenti di polizia giudiziaria e, da oltre dieci anni , con l’operazione “strade sicure”, sono nei CPR, dove vengono rinchiusi i corpi in eccedenza da espellere, nei cantieri militarizzati e per le strade delle nostre periferie, dove la guerra ai poveri si attua con l’occupazione e il controllo etnicamente mirato del territorio, per reprimere sul nascere ogni possibile insorgenza sociale.\r\n\r\nNel nostro paese ci sono porti e aeroporti militari, poligoni di tiro, aree di esercitazione, spazi dove vengono testati ordigni, cacciabombardieri, droni, navi e sottomarini. Luoghi di morte anche per chi ci abita vicino, perché carburanti, proiettili all’uranio impoverito, dispositivi per la guerra chimica inquinano in modo irreversibile terra e mare.\r\nLe prove generali dei conflitti di questi anni vengono fatte nelle basi militari sparse per l’Italia.\r\n\r\nProvate ad immaginare quanto migliori sarebbero le nostre vite se i miliardi impiegati per ricacciare uomini, donne e bambini nei lager libici, per garantire gli interessi dell’ENI in Africa, per investire in armamenti fossero usati per scuola, sanità, trasporti.\r\nPer fermare la guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le strade.\r\nBloccare le missioni all’estero, boicottare l’ENI, cacciare i militari dalle nostre città, bloccare la produzione e il trasporto di armi, contrastare la mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra sono concreti orizzonti di lotta.\r\n\r\nSabato 20 novembre\r\ncorteo antimilitarista a Torino\r\nore 14,30 da Porta Palazzo – corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\n\r\nContro i mercanti d’armi, le fabbriche di morte e le basi militari\r\nContro l’Aerospace & defence meetings\r\nContro la spesa di guerra e le missioni militari all’estero\r\nContro il colonialismo tricolore, boicottiamo l’ENI\r\nContro la guerra ai migranti e ai poveri\r\nContro la violenza sessista di ogni esercito\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere\r\n\r\nAssemblea antimilitarista\r\nper info antimilitarista.to@gmail.com","16 Novembre 2021","2021-11-16 14:29:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/photo_2021-10-20_23-41-44-fondo-giallo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"253\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/photo_2021-10-20_23-41-44-fondo-giallo-253x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/photo_2021-10-20_23-41-44-fondo-giallo-253x300.jpg 253w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/photo_2021-10-20_23-41-44-fondo-giallo-864x1024.jpg 864w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/photo_2021-10-20_23-41-44-fondo-giallo-768x911.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/photo_2021-10-20_23-41-44-fondo-giallo.jpg 1002w\" sizes=\"auto, (max-width: 253px) 100vw, 253px\" />","20 novembre. 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Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le strade.\r\nBloccare le missioni all’estero, boicottare l’ENI, cacciare i militari dalle nostre città, bloccare la produzione e il trasporto di armi, contrastare la mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra sono concreti orizzonti di lotta.\r\n\r\nSabato 20 novembre\r\ncorteo antimilitarista a Torino\r\nore 14,30 da Porta Palazzo – corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\n\r\nContro i mercanti d’armi, le fabbriche di morte e le basi militari\r\nContro l’Aerospace & defence meetings\r\nContro la spesa di guerra e le missioni militari all’estero\r\nContro il colonialismo tricolore, boicottiamo l’ENI\r\nContro la guerra ai migranti e ai poveri\r\nContro la violenza sessista di ogni esercito\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere\r\n\r\nAssemblea antimilitarista\r\nper info antimilitarista.to@gmail.com",[160],{"field":118,"matched_tokens":161,"snippet":157,"value":158},[63],{"best_field_score":122,"best_field_weight":37,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":45,"score":123,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":45},{"document":164,"highlight":188,"highlights":193,"text_match":120,"text_match_info":196},{"cat_link":165,"category":166,"comment_count":45,"id":167,"is_sticky":45,"permalink":168,"post_author":48,"post_content":169,"post_date":170,"post_excerpt":51,"post_id":167,"post_modified":171,"post_thumbnail":172,"post_thumbnail_html":173,"post_title":174,"post_type":56,"sort_by_date":175,"tag_links":176,"tags":182},[42],[44],"69546","http://radioblackout.org/2021/06/da-gibuti-alla-tunisia-basi-ed-esercitazioni-di-guerra/","Gibuti, un’enclave desertica tra Eritrea, Etiopia e Somalia, 23.000 Kmq di superficie e 900mila abitanti ma con una posizione geostrategica tra le più importanti al mondo, proprio di fronte lo Stretto Bab El Mandeb che separa il Mar Rosso dal Golfo di Aden, principale rotta commerciale marittima e petrolifera tra l’Asia e l’Europa. È in questa piccola repubblica del Corno d’Africa, ex colonia francese indipendente dal giugno 1977, che le forze armate italiane hanno installato una base operativa avanzata interforze per il supporto logistico alle componenti militari impegnate in territorio somalo e nell’Oceano indiano nell’ambito della missione Ue “Atalanta” di contrasto alla pirateria in mare.\r\nLa base è stata intitolata ad Amedeo Guillet, un ufficiale del regio esercito protagonista di tutte le campagne coloniali fasciste in Etiopia e in Libia e che ha pure comandato una compagnia carri inviata da Benito Mussolini in Spagna a fianco delle truppe del generale Francisco Franco.\r\n\r\nEsercitazioni militari nel canale di Sicilia\r\nSi sono concluse il 28 maggio le esercitazioni Phoenix Express 2021. A guida dei war games U.S. Africom (il comando delle forze armate statunitensi per le operazioni nel continente africano) e del comando delle forze navali Usa in Europa e Africa di stanza a Napoli. Vi hanno preso parte unità aeronavali di Stati Uniti d’America, Tunisia, Algeria, Belgio, Egitto, Francia, Grecia, Libia, Malta, Mauritania, Marocco, Spagna e Italia.\r\nNegli stessi giorni, nella stessa area annegavano centinaia di migranti. Invisibili per i satelliti, i super radar di cui sono dotate le imbarcazioni militari.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/2021-06-01-gibuti-phoenix-mazzeo.mp3\"][/audio]","1 Giugno 2021","2021-06-01 15:19:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/phoenix-2021-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"175\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/phoenix-2021-300x175.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/phoenix-2021-300x175.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/phoenix-2021-1024x596.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/phoenix-2021-768x447.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/phoenix-2021-1536x895.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/phoenix-2021-2048x1193.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Da Gibuti alla Tunisia. 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Provare a fare una media, basandosi su quantità variabili, è molto più difficile, anche se alcuni elementi macroscopici appaiono ormai innegabili. Tra questi c'è il riscaldamento globale dovuto principalmente e due elementi: la crescita di immissioni di CO2 nell'atmosfera e la deforestazione. Questa crescita negli ultimi anni è stata esponenziale, tale da essere incomparabile con fenomeni analoghi avvenuti in passato. In questo caso è la velocità del mutamento a fare la differenza e a rendere sempre più difficile correre ai ripari.\r\nSe teniamo conto dell’effetto feedback, la situazione appare inquietante. L’aumento delle temperature produce lo scioglimento dei ghiacci e, quindi, aumentano ancora le temperature. Il riscaldamento dei mari aumenta l’evaporazione, quindi aumentano le piogge.\r\nOggi subiamo le conseguenze delle scelte fatte 20 o 30 fa. Domani, anche se all'improvviso vi fosse un'inversione di tendenza globale, avremmo comunque un ulteriore innalzamento delle temperature.\r\nImpossibile fermare una valanga che precipita: possiamo però creare le condizioni che arginino altre valanghe.\r\nMa attenzione. Sisifo, nella sua fatica ripetuta in eterno, spinge sempre lo stesso pesantissimo masso. A noi invece, ogni anno che passa, tocca spingere un masso più grande e più greve, rischiando di esserne schiacciati.\r\nFuor di metafora. Il tempo di agire era ieri, ma se non invertiamo rotta i fenomeni innescati potrebbero diventare sempre più distruttivi ed inarrestabili.\r\nMa. Le catastrofi rendono. La logica capitalista, che sempre più bada al profitto immediato, senza badare alle conseguenze, accelera anziché frenare di fronte al mutamento climatico, alle conseguenze del consumo di suolo e dell’antropizzazione senza limiti.\r\nAttenzione. C’è chi parla di “vendetta della natura”. Non esiste una natura stabile e capace di autoregolarsi in base a meccanismi di conservazione del sistema nel suo insieme. La “natura” muta e non vi vendica: la responsabilità della crescita esponenziale delle temperature e, quindi, delle catastrofi, è interamente umana.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Guido, meteorologo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020-10-06-clima-guido.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 10 06 clima guido","6 Ottobre 2020","2020-10-06 18:42:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/fango-alluvione-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"276\" height=\"183\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/fango-alluvione.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Alluvioni, mutamento climatico, dissesto idrogeologico",1602009778,[211,212,213,214,215],"http://radioblackout.org/tag/alluvioni/","http://radioblackout.org/tag/cambiamento-climatico/","http://radioblackout.org/tag/clima/","http://radioblackout.org/tag/consumo-di-suolo/","http://radioblackout.org/tag/deforestazione/",[217,218,219,220,221],"alluvioni","cambiamento climatico","clima","consumo di suolo","deforestazione",{"post_content":223},{"matched_tokens":224,"snippet":225,"value":226},[63],"giornalieri e si avvale di \u003Cmark>satelliti\u003C/mark>, radar e modelli matematici, che","Le recenti alluvioni in Piemonte e in Liguria, dove in un paio di giorni è scesa la stessa acqua di un anno, sono la prevedibile conseguenza dell'accelerazione catastrofica di diversi elementi concomitanti.\r\nIl mutamento climatico, il consumo di suolo, la cementificazione dei corsi d'acqua, il moltiplicarsi dissennato di edifici nelle aree di esondazione di fiumi e torrenti.\r\n\r\nPremessa necessaria.\r\nC'è una importante differenza tra la meteorologia e la climatologia.\r\nLa prima si occupa di fare previsioni a breve termine: analizza i fenomeni fisici giornalieri e si avvale di \u003Cmark>satelliti\u003C/mark>, radar e modelli matematici, che permettono di stilare una previsione affidabile a breve scadenza su una specifica area geografica.\r\n\r\nLa climatologia studia le variazioni climatiche sul lungo periodo. 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Il primo atto della 10 giorni di informazione e lotta contro l’aerospace and defence meeting, mostra mercato di armi aerospaziali, che si svolgerà all’Oval Luingotto il 26 e 27 novembre. \r\nIn vendita: cacciabombardieri, droni ed elicotteri da combattimento, satelliti spia, sistemi di puntamento: tutti i gioielli dell’industria bellica.\r\nIl corteo, dopo una lunga sosta comunicativa in piazza Castello, si è dipanato per le vie del centro, dove sono rimaste sagome bianche con la scritta “ucciso da armi made in Italy”.\r\nNumerosi gli interventi sull’industria bellica, sulle spese militari, la propaganda di guerra, l’osmosi tra guerra interna e guerra esterna.\r\nLa manifestazione si è conclusa in piazza Carlo Alberto con un’assemblea di rilancio delle prossime iniziative.\r\nAscolta l’approfondimento con alcuni esponenti dell’assemblea antimilitarista:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/2019.11.19-10.00.corteo_antimilitarista.mp3\"][/audio]\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nVenerdì 22 novembre ore 21\r\nArmi. Un business mortale\r\nL’aerospace and defence meeting. Le armi made in Italy nelle guerre di ogni dove\r\nGuerra e controllo militare delle insorgenze interne\r\ncon Daniele Ratti e Maria Matteo tra gli autori de “Per un futuro senza eserciti” edizioni “Zero in Condotta”\r\nall’Edera Squat in via Pianezza 115\r\nSabato 23 novembre\r\nAntimilitaristi al Balon\r\nore 10,30/13\r\n\r\nMartedì 26 novembre\r\napertura della mostra-mercato\r\nore 13 presidio all’Oval Lingotto\r\ne poi...\r\ndalle ore 15,30 presidio alla banca armata Intesa-San Paolo di via Garibaldi 45\r\n\r\nMercoledì 27 novembre\r\nore 10,30 in via Carlo Alberto 16\r\npresidio alla camera di commercio, uno degli sponsor dei mercanti d’armi\r\n\r\nDi seguito il volantino diffuso in piazza dall’assemblea antimilitarista:\r\n\r\n“Quest’anno la spesa militare è di 25 miliardi di euro. Ogni giorno lo Stato spende per armi, guerre e forze armate quanto basterebbe per avere tutti una vita meno precaria. Oggi sanità, trasporti, istruzione sono un privilegio per pochi, per chi può permetterselo. Agli altri restano attese di mesi per un esame o una visita, scuole costose, che non offrono sbocchi a chi non ha le leve giuste, trasporti sempre più cari, scomodi, sporchi.\r\nLo Stato sceglie la guerra, la distruzione, la morte di uomini, donne e bambini. Sceglie di spendere per questioni di dominio.\r\nIn Iraq i militari italiani hanno addestrato le truppe irachene, che in un mese e mezzo hanno ucciso oltre trecento persone che manifestavano per migliori condizioni di vita, dopo decenni di guerre e dittatura. Gente comune, mica terroristi dell’ISIS! 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L’industria bellica italiana fa affari con chiunque.\r\nIl 26 e 27 novembre 2019 si tiene a Torino “Aerospace & defence meeting”, mostra mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra.\r\nLa convention, giunta alla sua settima edizione, ha quest’anno un focus sull’innovazione produttiva, la trasformazione digitale per l’industria aerospaziale 4.0.\r\nCi saranno 6.500 incontri bilaterali, 900 partecipanti, i rappresentanti di 26 paesi.\r\nUn’occasione per valorizzare le eccellenze del made in Italy nel settore armiero, in testa il colosso Leonardo, con un focus sulle aziende piemontesi leader nel settore: Thales Alenia Space, Avio Aero, UTC Aerospace Systems. 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Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le strade.\r\n\r\nDal 16 al 27 novembre, dieci giorni di informazione e lotta contro i mercanti di morte!”","19 Novembre 2019","2019-11-19 13:15:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/01-corteo-16-nov-2019-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"161\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/01-corteo-16-nov-2019-300x161.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/01-corteo-16-nov-2019-300x161.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/01-corteo-16-nov-2019-768x413.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/01-corteo-16-nov-2019.jpg 784w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","No ai mercanti di morte! Corteo a Torino",1574168687,[245,140,246,247],"http://radioblackout.org/tag/aerospace-and-defence-meeting/","http://radioblackout.org/tag/corteo-16-novembre-torino/","http://radioblackout.org/tag/mercanti-darmi/",[23,12,249,250],"corteo 16 novembre torino","mercanti d'armi",{"post_content":252},{"matched_tokens":253,"snippet":254,"value":255},[63],"droni ed elicotteri da combattimento, \u003Cmark>satelliti\u003C/mark> spia, sistemi di puntamento: tutti","Sabato 16 novembre un corteo antimilitarista ha attraversato il centro cittadino. 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Un business mortale\r\nL’aerospace and defence meeting. Le armi made in Italy nelle guerre di ogni dove\r\nGuerra e controllo militare delle insorgenze interne\r\ncon Daniele Ratti e Maria Matteo tra gli autori de “Per un futuro senza eserciti” edizioni “Zero in Condotta”\r\nall’Edera Squat in via Pianezza 115\r\nSabato 23 novembre\r\nAntimilitaristi al Balon\r\nore 10,30/13\r\n\r\nMartedì 26 novembre\r\napertura della mostra-mercato\r\nore 13 presidio all’Oval Lingotto\r\ne poi...\r\ndalle ore 15,30 presidio alla banca armata Intesa-San Paolo di via Garibaldi 45\r\n\r\nMercoledì 27 novembre\r\nore 10,30 in via Carlo Alberto 16\r\npresidio alla camera di commercio, uno degli sponsor dei mercanti d’armi\r\n\r\nDi seguito il volantino diffuso in piazza dall’assemblea antimilitarista:\r\n\r\n“Quest’anno la spesa militare è di 25 miliardi di euro. Ogni giorno lo Stato spende per armi, guerre e forze armate quanto basterebbe per avere tutti una vita meno precaria. Oggi sanità, trasporti, istruzione sono un privilegio per pochi, per chi può permetterselo. Agli altri restano attese di mesi per un esame o una visita, scuole costose, che non offrono sbocchi a chi non ha le leve giuste, trasporti sempre più cari, scomodi, sporchi.\r\nLo Stato sceglie la guerra, la distruzione, la morte di uomini, donne e bambini. Sceglie di spendere per questioni di dominio.\r\nIn Iraq i militari italiani hanno addestrato le truppe irachene, che in un mese e mezzo hanno ucciso oltre trecento persone che manifestavano per migliori condizioni di vita, dopo decenni di guerre e dittatura. Gente comune, mica terroristi dell’ISIS! Gente come noi che fa fatica ad arrivare a fine mese.\r\n\r\nI battaglioni d'élite dell'esercito tricolore sono impegnati in 36 missioni di guerra.\r\nLe principali sono in Afganistan, Iraq, Libano, Libia, Kosovo, Somalia, nel Mediterraneo. 6.290 soldati italiani sono sui diversi teatri di guerra.\r\nL’impegno più importante è sul fronte interno con l’operazione “Strade sicure”, che impiega 7.000 soldati.\r\nIn questi anni lungo i confini d'Italia si sta combattendo una guerra feroce contro la gente in viaggio, contro chi fugge conflitti dove le truppe italiane sono in prima fila.\r\n\r\nNelle guerre moderne muoiono più civili che militari. I soldati sono professionisti super addestrati, strumenti costosi e preziosi da preservare, mentre le persone senza divisa diventano obiettivi bellici di primaria importanza in conflitti che giocano la carta del terrore, per piegare la resistenza delle popolazioni che serve sottomettere, per realizzare i propri obiettivi di dominio.\r\nAl riparo delle loro basi, i piloti dei droni, sparano come in un videogioco.\r\n\r\nL’Italia è in guerra da decenni ma la chiama pace. È una guerra su più fronti, descritta come intervento umanitario, ma nei fatti è occupazione miliare, bombe, tortura e repressione.\r\nPer trarci in inganno trasformano la guerra in filantropia planetaria, le bombe mezzi di soccorso.\r\n\r\nGli stessi militari delle guerre in Bosnia, Iraq, Afganistan, gli stessi delle torture e degli stupri in Somalia, sono nei CPR, nelle strade delle nostre città, sono in Val Susa, sono nel Mediterraneo e sulle frontiere fatte di nulla, che imprigionano uomini, donne e bambini.\r\nGuerra esterna e guerra interna sono due facce delle stessa medaglia.\r\n\r\nIn Siria, in Iraq, in Afganistan, in Libia si combatte con armi che spesso sono costruite a due passi dalle nostre case.\r\nNell’ex stabilimento Fiat di Mirafiori Leonardo costruirà droni da combattimento. Giocattoli costosi che hanno un unico impiego: uccidere.\r\n\r\nTorino è uno dei principali centri dell’industria aerospaziale bellica.\r\nL’industria di guerra non va mai in crisi. L’industria bellica italiana fa affari con chiunque.\r\nIl 26 e 27 novembre 2019 si tiene a Torino “Aerospace & defence meeting”, mostra mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra.\r\nLa convention, giunta alla sua settima edizione, ha quest’anno un focus sull’innovazione produttiva, la trasformazione digitale per l’industria aerospaziale 4.0.\r\nCi saranno 6.500 incontri bilaterali, 900 partecipanti, i rappresentanti di 26 paesi.\r\nUn’occasione per valorizzare le eccellenze del made in Italy nel settore armiero, in testa il colosso Leonardo, con un focus sulle aziende piemontesi leader nel settore: Thales Alenia Space, Avio Aero, UTC Aerospace Systems. 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Questo acronimo Mobile User Objective System descriveun sistema di comunicazioni satellitari (SATCOM) ad altissima frequenza (UHF) e a banda stretta composto da quattro satelliti e quattro stazioni di terra, una delle quali è in fase di realizzazione in Sicilia, nei pressi di Niscemi. A Niscemi, dove già le radiazioni elettromagnetiche delle installazioni militari statunitensi nel parco della sughereta superano i limiti oltre i quali la salute è a rischio, la popolazione si oppone con fermezza all’installazione del un nuovo potentissimo radar. Nel paese i tumori all’apparato genitale sono in aumento e l’opposizione cresce.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Pippo Gurrieri di Sicilia Libertaria.\r\n\r\nAscolta la chiacchierata: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/2012-06-24-muos.mp3|titles=2012 06 24 muos]\r\n\r\nscarica l'audio","26 Giugno 2012","Muos. 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Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/2025-02-07-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nPaternalismo e disciplina. Le code davanti all’ufficio immigrazione di Torino\r\n“Nonostante enti caritatevoli e politici di sinistra ostentino avversione per le destre razziste, il loro discorso è complementare alla narrazione securitaria che vede nell’immigrato una minaccia all’ordine sociale. Infatti, solo chi “rispetta le regole” può sperare di vedere garantiti i diritti fondamentali legati al possesso di un documento. Coloro che non vogliono, o non possono, “integrarsi”, sono considerati criminali o reietti portatori di “degrado”, condannati senza appello alla violenza quotidiana delle politiche securitarie, o in alternativa, a rimanere impigliati nelle maglie del paternalismo assistenzialistico. Le lunghe file e le vessazioni agite dalla polizia in corso Verona sono la dimostrazione eclatante che da questo processo di disciplinamento non è possibile salvarsi, come vorrebbero i benpensanti, nemmeno “rispettando le regole” che la società impone.”\r\nPrendiamo le mosse da un articolo uscito su Napoli Monitor per ragionare sulle forme disciplinamento violento dei lavorator migranti.\r\n\r\nStati Uniti. Il ciclone Trump\r\nIl presidente che si è insediato il 20 gennaio è molto più forte di quello che prese il potere nel 2016: allora era un outsider inviso alla maggioranza del suo partito, oggi è il cavallo vincente, che ha conquistato il Gop riuscendo a mettere insieme le anime sparse della destra statunitense.\r\nI miliardari che hanno affollato la sua corte nel giorno dell’investitura hanno in mano il vero potere, quello dei social media, il cui controllo è cruciale nella costruzione del consenso. \r\nSul tappeto numerose domande: quanto reggerà il suo blocco sociale, specie quello della Rust Belt, che tanto contribuì al suo precedente successo?\r\nTrump ha dettato le regole all’Europa, prima tra tutte un investimento del 5% del Pil in spese militari.\r\nIl programma di Trump è spaventoso. 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Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia” di Volin, edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nVolin, anarchico, tra i protagonisti della rivoluzione russa, ci restituisce l'immagine viva di una rivoluzione sociale, in cui la dimensione autogestionaria e libertaria dei Soviet viene soffocata a poco a poco dalla dittatura bolscevica. Non senza una forte resistenza.\r\n\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. 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E invece è alle prese con miseria, clan, pogrom, lumpenproletariat...\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\nSolo facendo risalire a questi presupposti si possono interpretare i tatticismi putiniani nella zona caucasica, dove il Cremlino non si è comportato come in Bielorussia – con la strenua difesa di Lukashenko –, né come in Ucraina (l'occupazione della Crimea non può venir considerata \"vincente\" per Putin, a fronte della perdita del resto dell'Ucraina). Ma soprattutto si evidenziano i problemi che emergono nelle dispute per procura in Libia (dove al momento pare che Erdoğan tragga maggiori vantaggi), in Siria – dove il 21 ottobre è cominciato il lento ripiegamento delle truppe turche da Idlib –, in Nagorno-Karabach, dove Ankara è impegnata direttamente e Mosca cerca di presentarsi come Grande Mediatrice.\r\n\r\n \r\n\r\nE poi c'è il Greta Game siberiano: il legname va separato dagli interessi mafiosi secondo Putin che h abloccato le esportazioni, ma i cinesi hanno comprato i diritti di sfruttamento per un secolo. Non si può immaginare quale sarà l'evoluzione dei rapporti tra i due giganti asiatici, Yurii non sembra propenso a immaginare una reale alleanza, ma la questione siberiana è complessa e attigua alla guerra indopacifica.\r\n\r\n \r\n\r\nSi vedrà quanto filo hanno i singoli contendenti da filare (o meglio quanto petrolio o gas hanno da spillare e vendere); quali e quante alleanze riusciranno a fabbricare i due contendenti, tra cinesi e loro interessi sui territori centrasiatici (strategici per la Belt Road Iniziative) da un lato e sanzioni dall'altro da parte di occidentali, dubbiosi tra eticità e affari... tra tatticismi riusciti e inesistenti strategie; tra boiari, intelligence, affaristi, mafie...\r\n\r\nAffascinanti i Bastioni di Orione che ci illustra Yurii:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/Yurij_01-satelliti-in-subbuglio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","26 Ottobre 2020","2020-11-03 20:15:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/bambole-putin-erdogan-200x110.jpg","“I Bastioni di Orione” e... i satelliti ex sovietici in subbuglio (n° 0)",1603754938,[395],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[397],"BastioniOrione",{"post_title":399},{"matched_tokens":400,"snippet":401,"value":401},[63],"“I Bastioni di Orione” e... i \u003Cmark>satelliti\u003C/mark> ex sovietici in subbuglio (n° 0)",[403],{"field":377,"matched_tokens":404,"snippet":401,"value":401},[63],{"best_field_score":122,"best_field_weight":302,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":45,"score":406,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":45},"578730123365187705",{"document":408,"highlight":420,"highlights":425,"text_match":120,"text_match_info":428},{"comment_count":45,"id":409,"is_sticky":45,"permalink":410,"podcastfilter":411,"post_author":268,"post_content":412,"post_date":413,"post_excerpt":51,"post_id":409,"post_modified":414,"post_thumbnail":415,"post_title":416,"post_type":315,"sort_by_date":417,"tag_links":418,"tags":419},"94782","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-10-gennaio-stato-di-polizia-citta-delle-armi-il-politecnico-in-prima-fila-la-siria-come-lafganistan-seconda-puntata/",[268],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025-01-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nStato di Polizia. Zone rosse, profilazione etnica e sociale\r\nIl ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia con nuovi strumenti di controllo e punizione, che le forze del disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.\r\nIl Governo implementa le “zone rosse” nelle aree urbane.\r\nA Roma, nei prossimi due mesi nei quartieri Quarticciolo ed Esquilino, il prefetto Giannini ha disposto “zone a vigilanza rafforzata“: qui le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi, viene data alla polizia la possibilità di intervenire per spostare persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\nSi tratta dell’estensione territoriale delle “zone rosse”, inizialmente disposte da Piantedosi a fine 2024 a Milano e Napoli città, dopo le prime sperimentazioni repressive di 3 mesi a Firenze e Bologna.\r\nSecondo il Viminale, dal 31 dicembre a oggi sono state controllate 25mila persone, con 228 allontanamenti coatti, quasi la metà dei quali solo a Milano: qui, su 8.303 controlli, 106 i provvedimenti disposti. Segue Bologna (7.613 controlli e 43 allontanamenti), Firenze (6.217 controlli, 68 allontanamenti) e infine Napoli (2.854 controlli, 11 allontanamenti).\r\nNel frattempo il DDL 1660, passato in settembre alla Camera, dopo qualche mese in Commissione, approderà presto nell’aula del Senato.\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, avvocato milanese, che difende tanti indesiderabili politici e sociali.\r\n\r\nCittà delle armi. Il coniglio dal cappello del Politecnico\r\nIl progetto di Città dell’Aerospazio, nuovo polo bellico a Torino, promosso da Leonardo, la maggiore industria armiera italiana, e dal Politecnico, è fermo dal 2021, quando venne annunciato per la prima volta l’avvio dei lavori. Nel 2023, in occasione della mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra, che si tiene ogni due anni a Torino, ci fu un nuovo annuncio, finito in nulla. 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Seconda puntata\r\nLa repentina caduta del regime baathista in Siria ci ricorda quanto avvenne nell’agosto del 2021 in Afganistan. L’accordo tra Stati Uniti e talebani portò al rapido ritiro degli statunitensi da Kabul e all’affermarsi dei talebani dal “volto umano”, che per qualche tempo hanno finto di voler mantenere qualche libertà alle donne, prima di murarle vive nelle case-prigioni, senza alcun diritto.\r\nOggi gli jihadisti siriani, promossi di colpo dai media al rango di “ribelli” si sono presi buona parte della Siria, mentre le truppe di Assad si sono ritirate quasi senza combattere.\r\nIl vero vincitore della guerra mondiale per procura che si è combattuta negli ultimi 13 anni in Sira è la Turchia, che profittando dell’indebolimento di Russia, Iran ed Hezbollah, gli storici alleati di Assad, ha dato il via libera alle truppe jihadiste che ha foraggiato e sostenuto in questi anni.\r\nNel nord della Siria, pur sotto durissimo attacco dell’Esercito Siriano Libero, diretta emanazione della Turchia, le formazioni dell’SDF provano a difendere l’esperienza del confederalismo democratico ed a combattere il ritorno degli Jihadisti.\r\nIl mese scorso ne abbiamo parlato con Lollo, questa settimana ne abbiamo discusso con Stefano Capello\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 18 gennaio\r\nLeggi di guerra, zone rosse, militari per le strade\r\nIl paradigma autoritario del governo Meloni\r\nPunto info al Balon\r\ndalle 10,30 alle 13,30\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","16 Gennaio 2025","2025-01-16 02:17:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/red-zone-200x110.jpeg","Anarres del 10 gennaio. 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Una sfida che non è mera astrazione o suggestione filosofica, ma si attua nel convergere delle lotte, delle prospettive e degli immaginari capaci di dar vita ad una prospettiva inedita.\r\nIl sommarsi di diverse cesure identitarie, che spesso coincidono con varie forme di esclusione, permette una contestazione permanente del privilegio nei confronti delle gerarchie di potere.\r\n\r\nLe “identità sessuali”, anche nel loro farsi storico, non sono un conglomerato concettuale da cui partire, ma semmai la questione stessa. Oltrepassarle per cancellarle è un percorso complesso, perché investe una dimensione del sé che, pur squisitamente culturale, è tanto forte ed introiettata sin dalla nascita da parerci naturale. Al punto che gli stereotipi di genere finiscono con l’essere fatti propri persino da chi rifiuta quello che gli/le è stato assegnato alla nascita.\r\nIl costruzionismo queer attua la strategia di decostruire le identità che passano come naturali considerandole invece come complesse formazioni socio-culturali in cui si intrecciano discorsi diversi.\r\nUn approccio libertario deve e può andare oltre la decostruzione delle narrazioni che costituiscono le identità di genere, perché vi innesta l’elemento di rottura rappresentato dall’agire politico e sociale di soggetti, che si costituiscono a partire dalle proprie molteplici alterità, rivendicate ed esperite sul piano della lotta. Soggetti capaci di una autonoma produzione di senso, di relazioni, di pratiche sovversive rispetto all’ordine patriarcale, alla logica binaria, alla naturalizzazione delle relazioni sociali.\r\nUn percorso importante ma delicato, perché, in modo del tutto paradossale, talora la spinta ad aprire spazi che aspirano al riconoscimento delle cesure discriminanti che segnano le vite di tante persone, finisce con il produrre un cortocircuito identitario.\r\n\r\nAlways on the move/ La città delle armi\r\nEra la capitale dell’auto. L’industria automobilistica era indicata tra le eccellenze cittadine nei cartelli di ingresso alla città.\r\nTorino è stata attraversata da due processi trasformativi paralleli: la città vetrina e la città delle armi. Il primo è il fulcro della narrazione pubblica, il secondo viene occultato tra satelliti ed esplorazioni spaziali.\r\nLa lenta ma inesorabile fuga della Fiat, ormai solo più un marchio per le auto, ha decretato la decadenza e l’impoverimento della città. Sulle macerie di quella storia le amministrazioni comunali degli ultimi vent’anni, hanno provato a costruire, con alterna fortuna, “la città vetrina per i grandi eventi”, una scelta dalle conseguenze politiche e sociali devastanti, perché si è basata su violente dinamiche di controllo sociale ed interventi di riqualificazione escludente, una sempre più netta dinamica di gentrification.\r\nIl 13 dicembre vi abbiamo proposto una lettura ragionata della parte dedicata alla città vetrina, in questa puntata ci siamo occupati di città delle armi.\r\n\r\nLe case popolari e chi le occupa\r\nFrancesco Migliaccio conserva un piccolo archivio di articoli dalle pagine cittadine di La Stampa e la Repubblica. Non è sistematico, eppure contiene numerose cronache sugli sgomberi di appartamenti occupati in palazzine di edilizia residenziale pubblica.\r\nLa sinistra che governa la città (buona e inclusiva) e la destra a capo della regione (cinica e cattiva) sono complementari e collaborano nella guerra contro i nemici pubblici degli ultimi mesi: gli occupanti di case, i disperati nei camper parcheggiati in angoli d’asfalto.\r\nIl linguaggio di giornalisti e rappresentanti delle istituzioni è sempre approssimativo, abile ad alternare l’ipocrisia al razzismo. Di certo dai loro discorsi sono rimosse le cause materiali, e storiche, che costringono le persone a occupare le case popolari lasciate vuote e abbandonate.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco, autore di un articolo uscito su Monitor\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 8 gennaio riaprono (A)distro e SeriRiot\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nSiamo in pausa per fine anno\r\nCi rivediamo il 7 gennaio. \r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","29 Dicembre 2024","2024-12-29 01:31:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/hannah-hoch-modenschau-200x110.png","Anarres del 20 dicembre. 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Percorsi e prospettive per un approccio libertario alle questioni di genere\r\nI percorsi di libertà tracciati dalle soggettività tenute ai margini dalla cultura patriarcale hanno scosso dalle fondamenta un ordine che pareva immutabile arrivando a spezzarne la logica binaria ed essenzialista. (...)\r\nLa critica all’essenzialismo si nutre della decostruzione delle identità di genere. Concepire l’identità, ogni identità, come costruzione sociale, confine mobile tra inclusione ed esclusione, è un approdo teorico che si alimenta della rottura operata dal femminismo e dai movimenti lgbtqia+.\r\nLa sfida è su più fronti. Sfida allo Stato (etico), al patriarcato reattivo e al capitalismo. Una sfida che non è mera astrazione o suggestione filosofica, ma si attua nel convergere delle lotte, delle prospettive e degli immaginari capaci di dar vita ad una prospettiva inedita.\r\nIl sommarsi di diverse cesure identitarie, che spesso coincidono con varie forme di esclusione, permette una contestazione permanente del privilegio nei confronti delle gerarchie di potere.\r\n\r\nLe “identità sessuali”, anche nel loro farsi storico, non sono un conglomerato concettuale da cui partire, ma semmai la questione stessa. Oltrepassarle per cancellarle è un percorso complesso, perché investe una dimensione del sé che, pur squisitamente culturale, è tanto forte ed introiettata sin dalla nascita da parerci naturale. Al punto che gli stereotipi di genere finiscono con l’essere fatti propri persino da chi rifiuta quello che gli/le è stato assegnato alla nascita.\r\nIl costruzionismo queer attua la strategia di decostruire le identità che passano come naturali considerandole invece come complesse formazioni socio-culturali in cui si intrecciano discorsi diversi.\r\nUn approccio libertario deve e può andare oltre la decostruzione delle narrazioni che costituiscono le identità di genere, perché vi innesta l’elemento di rottura rappresentato dall’agire politico e sociale di soggetti, che si costituiscono a partire dalle proprie molteplici alterità, rivendicate ed esperite sul piano della lotta. Soggetti capaci di una autonoma produzione di senso, di relazioni, di pratiche sovversive rispetto all’ordine patriarcale, alla logica binaria, alla naturalizzazione delle relazioni sociali.\r\nUn percorso importante ma delicato, perché, in modo del tutto paradossale, talora la spinta ad aprire spazi che aspirano al riconoscimento delle cesure discriminanti che segnano le vite di tante persone, finisce con il produrre un cortocircuito identitario.\r\n\r\nAlways on the move/ La città delle armi\r\nEra la capitale dell’auto. L’industria automobilistica era indicata tra le eccellenze cittadine nei cartelli di ingresso alla città.\r\nTorino è stata attraversata da due processi trasformativi paralleli: la città vetrina e la città delle armi. Il primo è il fulcro della narrazione pubblica, il secondo viene occultato tra \u003Cmark>satelliti\u003C/mark> ed esplorazioni spaziali.\r\nLa lenta ma inesorabile fuga della Fiat, ormai solo più un marchio per le auto, ha decretato la decadenza e l’impoverimento della città. Sulle macerie di quella storia le amministrazioni comunali degli ultimi vent’anni, hanno provato a costruire, con alterna fortuna, “la città vetrina per i grandi eventi”, una scelta dalle conseguenze politiche e sociali devastanti, perché si è basata su violente dinamiche di controllo sociale ed interventi di riqualificazione escludente, una sempre più netta dinamica di gentrification.\r\nIl 13 dicembre vi abbiamo proposto una lettura ragionata della parte dedicata alla città vetrina, in questa puntata ci siamo occupati di città delle armi.\r\n\r\nLe case popolari e chi le occupa\r\nFrancesco Migliaccio conserva un piccolo archivio di articoli dalle pagine cittadine di La Stampa e la Repubblica. Non è sistematico, eppure contiene numerose cronache sugli sgomberi di appartamenti occupati in palazzine di edilizia residenziale pubblica.\r\nLa sinistra che governa la città (buona e inclusiva) e la destra a capo della regione (cinica e cattiva) sono complementari e collaborano nella guerra contro i nemici pubblici degli ultimi mesi: gli occupanti di case, i disperati nei camper parcheggiati in angoli d’asfalto.\r\nIl linguaggio di giornalisti e rappresentanti delle istituzioni è sempre approssimativo, abile ad alternare l’ipocrisia al razzismo. 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È il dato dei procedimenti seguiti da un solo studio legale di Milano sulle una parte delle inchieste nate da lotte sindacali soprattutto nella logistica nel nord Italia.\r\nLo studio, specializzatosi dal 2016 in poi nella difesa di operai e esponenti sindacali nel settore della logistica, ne ha contati circa tremila, solo nei territori seguiti: in particolare Milano e Piacenza, ma anche Bologna, Alessandria, Pavia, Brescia, Novara, Mantova, Cremona, Bergamo.\r\nSignifica che il numero totale italiano è molto più alto.\r\nAd oggi sono 300 i procedimenti ancora aperti.\r\nCon il DDL 1660 la situazione è destinata a peggiorare.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nSanitalia è il nuovo gestore del CPR di Torino\r\nL’appalto da 8,4 milioni di euro per la gestione della prigione per migranti di corso Brunelleschi se lo è aggiudicato Sanitalia. La Cooperativa era già stata in corso Brunelleschi, quando aveva gestito i “servizi di igiene e sanificazione” e di “assistenza infermieristica” per l’allora ente gestore Gepsa, multinazionale francese che dal 2016 al 2022 ha incassato 8,6 milioni di euro dalla prefettura di Torino.\r\nSi tratta di un gruppo specializzato nella gestione di strutture chiuse: dalle RSA a spazi dedicati a malati di Alzahimer, a numerosi CAS in Piemonte.\r\nNon c’è bisogno si scomodare Foucault per cogliere l’intima interconnessione tra strutture di tipo sanitario/assitenziale e luoghi di detenzione amministrativa. Si tratta di posti caratterizzati dalla necessità di gestire corpi in eccesso, non produttivi, incontrollabili, inutili, fastidiosi, che si decide di concentrare in spazi specifici.\r\nLa scelta di tentare la scalata dei CPR ha visto Saniatalia partecipare, senza successo, alle gare per i CPR in Albania e per quello di via Corelli a Milano.\r\nPresto entrerà in corso Brunelleschi.\r\nQuindi a breve la prigione per migranti di Torino, chiusa in seguito alle rivolte del febbraio 2023, riaprirà.\r\n\r\nAlways on the move\r\nTorino. Vetrina per turisti e città delle armi\r\nEra la capitale dell’auto. L’industria automobilistica era indicata tra le eccellenze cittadine nei cartelli di ingresso alla città.\r\nTorino è stata attraversata da due processi trasformativi paralleli: la città vetrina e la città delle armi. 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Sosteniamo le lotte qui e in ogni dove, diamo solidarietà a chi è colpito dalla repressione, mettiamo un mattone nella direzione di una società libera, autogestita, solidale.\r\nPorta la tua statuetta per il pres-empio autogestito!\r\nPer prenotazioni scrivere a antimilitarista.to@gmail.com \r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","12 Dicembre 2024","2024-12-12 19:04:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/2024-12-07-cena-antinatalizia-2-200x110.jpeg","Anarres del 6 dicembre. 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La Cooperativa era già stata in corso Brunelleschi, quando aveva gestito i “servizi di igiene e sanificazione” e di “assistenza infermieristica” per l’allora ente gestore Gepsa, multinazionale francese che dal 2016 al 2022 ha incassato 8,6 milioni di euro dalla prefettura di Torino.\r\nSi tratta di un gruppo specializzato nella gestione di strutture chiuse: dalle RSA a spazi dedicati a malati di Alzahimer, a numerosi CAS in Piemonte.\r\nNon c’è bisogno si scomodare Foucault per cogliere l’intima interconnessione tra strutture di tipo sanitario/assitenziale e luoghi di detenzione amministrativa. Si tratta di posti caratterizzati dalla necessità di gestire corpi in eccesso, non produttivi, incontrollabili, inutili, fastidiosi, che si decide di concentrare in spazi specifici.\r\nLa scelta di tentare la scalata dei CPR ha visto Saniatalia partecipare, senza successo, alle gare per i CPR in Albania e per quello di via Corelli a Milano.\r\nPresto entrerà in corso Brunelleschi.\r\nQuindi a breve la prigione per migranti di Torino, chiusa in seguito alle rivolte del febbraio 2023, riaprirà.\r\n\r\nAlways on the move\r\nTorino. Vetrina per turisti e città delle armi\r\nEra la capitale dell’auto. L’industria automobilistica era indicata tra le eccellenze cittadine nei cartelli di ingresso alla città.\r\nTorino è stata attraversata da due processi trasformativi paralleli: la città vetrina e la città delle armi. 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