","Lampedusa: nuovi sbarchi e situazione sull'isola","post",1430757046,[64,65,66,67,68,69,70],"http://radioblackout.org/tag/business-rifugiati/","http://radioblackout.org/tag/lampedusa/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/militarizzazione/","http://radioblackout.org/tag/rifugiati/","http://radioblackout.org/tag/sbarchi/","http://radioblackout.org/tag/strage-nel-mediterraneo/",[72,23,15,73,74,18,75],"business rifugiati","militarizzazione","rifugiati","strage nel mediterraneo",{"post_content":77,"post_title":81,"tags":84},{"matched_tokens":78,"snippet":79,"value":80},[18],"Nel fine settimana \u003Cmark>sbarchi\u003C/mark> e salvataggi di migranti provenienti","Nel fine settimana \u003Cmark>sbarchi\u003C/mark> e salvataggi di migranti provenienti dal Nord Africa sono continuati senza sosta. Nel Canale di Sicilia migliaia di persone continuano ad attraversare il mare e a raggiungere la Calabria, la Sicilia, Lampedusa. Si contano migliaia di uomini, donne e bambini. Nell'isola sono giunte centinaia e centinaia di persone ed è approdata autonomamente anche una barca con circa 40 persone provenienti dalla Tunisia.\r\n\r\nDa Lampedusa abbiamo sentito Annamaria che ci descrive un luogo sempre più militarizzato e strumentalizzato dalle azioni di diverse \"forze militari\" e di polizia presenti sull'isola, che concorrono a ricreare nella popolazione una situazione esplosiva, come era avvenuto nel settembre del 2011. 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Ora anche da \"sinistra\" si sta pensando a come superare l'impianto che dovrebbe cercare di evitare altre stragi su barconi, additando altri capri espiatori (come le figure degli scafisti), e la ricetta pare essere sempre quella di intercettare i flussi migratori dall'altro lato del mare, utilizzando enti strutture consolati ambasciate scartoffie che dividono e rimandano a chissà quale arbitrato e a chissà quali figure autorevoli la decisione se una persona possieda i requisiti o meno per essere \"accettato\", \"tollerato\"... sfruttato..\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Elio che in Sicilia segue con Borderline Sicilia gli eventi che capitano nel Canale e monitora i centri di accoglienza e le evoluzioni che l'amministrazione carceraria – o meglio prefettizia – immagina per loro, come si evince dal suo resoconto di centri osceni con statuto giuridco o meno, hub, cpsa, cara, csa...\r\n\r\n2014.07.31-elio_border","31 Luglio 2014","2014-08-11 14:52:13","Attraversando Mare Nostrum: odissea, accoglienza e nuove proposte",1406845254,[181,182,183,184,66,185,186,69,137],"http://radioblackout.org/tag/accoglienza/","http://radioblackout.org/tag/barconi/","http://radioblackout.org/tag/manconi/","http://radioblackout.org/tag/mare-nostrum/","http://radioblackout.org/tag/porto-emopedocle/","http://radioblackout.org/tag/pozzallo/",[188,189,190,37,15,191,192,18,144],"accoglienza","barconi","Manconi","Porto Emopedocle","Pozzallo",{"tags":194},[195,197,199,201,203,205,207,209,211],{"matched_tokens":196,"snippet":188},[],{"matched_tokens":198,"snippet":189},[],{"matched_tokens":200,"snippet":190},[],{"matched_tokens":202,"snippet":37},[],{"matched_tokens":204,"snippet":15},[],{"matched_tokens":206,"snippet":191},[],{"matched_tokens":208,"snippet":192},[],{"matched_tokens":210,"snippet":97},[18],{"matched_tokens":212,"snippet":144},[],[214],{"field":38,"indices":215,"matched_tokens":217,"snippets":219},[216],7,[218],[18],[97],{"best_field_score":114,"best_field_weight":115,"fields_matched":117,"num_tokens_dropped":50,"score":168,"tokens_matched":117,"typo_prefix_score":50},{"document":222,"highlight":240,"highlights":254,"text_match":112,"text_match_info":260},{"cat_link":223,"category":224,"comment_count":50,"id":225,"is_sticky":50,"permalink":226,"post_author":53,"post_content":227,"post_date":228,"post_excerpt":56,"post_id":225,"post_modified":229,"post_thumbnail":56,"post_thumbnail_html":56,"post_title":230,"post_type":61,"sort_by_date":231,"tag_links":232,"tags":236},[47],[49],"22027","http://radioblackout.org/2014/03/mare-nostrum-accoglienza-ne-al-largo-ne-in-terra/","La gestione delle coste secondo i criteri di Mare Nostrum genera situazioni di ancora maggiore sofferenza, sia nella fase di arrivo sulle coste europee (come dimostrano i 13 barconi giunti ieri con gran spolvero di divise soddisfatte del \"salvataggio\", ma con quasi metà degli occupanti non hanno ancora potuto sulla terraferma, perché trattenuti al largo), sia in quella successiva della prima accoglienza in strutture insufficienti che nella maggior parte dei casi vengono meno del tutto in poco tempo, lasciando i migranti all'addiaccio, senza supporti e spesso in condizioni di clandestinità e precarietà, mantenute volutamente tali attraverso pastoie burocratiche, in vista di deportazioni, fogli di via, negazione di accoglienza e di asilo\r\n\r\nSentiamo al proposito Elio della rete Border Line sicilia\r\n\r\n2014.03.20-elio_marenostrum","20 Marzo 2014","2014-03-24 11:51:59","Mare Nostrum: accoglienza né in mare, né in terra",1395320576,[233,234,184,186,235,69],"http://radioblackout.org/tag/augusta/","http://radioblackout.org/tag/canale-di-sicilia/","http://radioblackout.org/tag/richiedenti-asilo/",[237,238,37,192,239,18],"augusta","canale di sicilia","richiedenti asilo",{"tags":241},[242,244,246,248,250,252],{"matched_tokens":243,"snippet":237},[],{"matched_tokens":245,"snippet":238},[],{"matched_tokens":247,"snippet":37},[],{"matched_tokens":249,"snippet":192},[],{"matched_tokens":251,"snippet":239},[],{"matched_tokens":253,"snippet":97},[18],[255],{"field":38,"indices":256,"matched_tokens":257,"snippets":259},[22],[258],[18],[97],{"best_field_score":114,"best_field_weight":115,"fields_matched":117,"num_tokens_dropped":50,"score":168,"tokens_matched":117,"typo_prefix_score":50},{"document":262,"highlight":278,"highlights":286,"text_match":112,"text_match_info":293},{"cat_link":263,"category":264,"comment_count":50,"id":265,"is_sticky":50,"permalink":266,"post_author":53,"post_content":267,"post_date":268,"post_excerpt":56,"post_id":265,"post_modified":269,"post_thumbnail":270,"post_thumbnail_html":271,"post_title":272,"post_type":61,"sort_by_date":273,"tag_links":274,"tags":276},[47],[49],"21457","http://radioblackout.org/2014/02/migranti-in-sicilia-tra-reclusione-e-abbandono/","Nel Mar Mediterraneo durante il fine settimana sono stati soccorsi oltre 1000 migranti per lo più nordafricani in fuga dai loro paesi. 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Il trauma che hanno già subito in zone di guerra con uomini in divisa poi centuplica i problemi che si producono con le vessazioni imposte dai modi e dalle disposizioni a cui vengono sottoposti una volta passati indenni attraverso i viaggi pericolosissimi che affrontano in mare.\r\n\r\nSono circa 5000 i siriani giunti sulle coste italiane dall'inizio dell'anno su un flusso complessivo via mare di circa 12000 persone; nel 2008 furono 50000, quindi non si può sicuramente parlare di emergenza e invece si parla di \"pronta accoglienza\" e non più di \"prima accoglienza\", che non è un cavillo linguistico, ma cambia le condizioni di vita e le prospettive di quelli che dovrebebro essere accolti per un paio di giorni in strutture di base e poi avviati verso un nuovo inizio di esistenza e invece sono sottoposti al controllo militare per mesi e mesi senza poter fare nulla e con la prospettiva di ottenere al massimo una protezione sussidiaria. La maggioranza degli uomini scappano dalle strutture [alcune voci dicono che vengono lasciati fuggire per fare spazio ad altri e non pesano sull'accoglienza, perché si spostano in altri paesi], cercando di raggiungere famigliari all'estero; l'alternativa è farsi identificare e poi aprire una lotta fatta di cavilli legali per ottenere il ricongiungimento.\r\n\r\nNuclei familiari mescolati a estranei per esempio in palestre, dove sono stati segnalati episodi di violenza poliziesca ai danni proprio dei siriani che cercano di non rilasciare le impronte digitali (a causa ovviamente degli accordi di Dublino del 2003). Non si sono ancora potuti denunciare questi episodi, perché nessuna delle vittime si è esposta a testimoniare delle botte subite, ma sicuramente si sa che sono avvenuti. Per i siriani poi la migrazoine è diversa da quella per esempio eritrea che è al momento altrettanto numerosa, perché sono famiglie non bisognose di assistenza, ma richiedono all'Europa di poter trovare un luogo dove ricostruire la propria vita fuggendo dalla guerra, da cui sono scappati pagando inmedia 10-15000 euro a nucleo famigliare.\r\n\r\nAbbiamo ottenuto queste precise informazioni da Germana, operatrice siciliana di Borderline, di estrema sensibilità e competenza per il quotidiano impegno a supporto dei disperati in arrivo dal Mediterraneo\r\n\r\n2013.09.20-siria_sicilia","21 Settembre 2013","2013-09-26 13:26:40","Accoglienza militarizzata",1379763679,[306,66,69,307],"http://radioblackout.org/tag/accoglienza-siciliana/","http://radioblackout.org/tag/siria/",[309,15,18,310],"accoglienza siciliana","Siria",{"tags":312},[313,315,317,319],{"matched_tokens":314,"snippet":309},[],{"matched_tokens":316,"snippet":15},[],{"matched_tokens":318,"snippet":97},[18],{"matched_tokens":320,"snippet":310},[],[322],{"field":38,"indices":323,"matched_tokens":324,"snippets":326},[289],[325],[18],[97],{"best_field_score":114,"best_field_weight":115,"fields_matched":117,"num_tokens_dropped":50,"score":168,"tokens_matched":117,"typo_prefix_score":50},6646,{"collection_name":61,"first_q":18,"per_page":17,"q":18},{"facet_counts":331,"found":27,"hits":345,"out_of":442,"page":117,"request_params":443,"search_cutoff":39,"search_time_ms":27},[332,340],{"counts":333,"field_name":338,"sampled":39,"stats":339},[334,336],{"count":289,"highlighted":335,"value":335},"Macerie su macerie",{"count":117,"highlighted":337,"value":337},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":289},{"counts":341,"field_name":38,"sampled":39,"stats":344},[342],{"count":117,"highlighted":343,"value":343},"Bastioni di Orione",{"total_values":117},[346,375,398,419],{"document":347,"highlight":362,"highlights":367,"text_match":370,"text_match_info":371},{"comment_count":50,"id":348,"is_sticky":50,"permalink":349,"podcastfilter":350,"post_author":351,"post_content":352,"post_date":353,"post_excerpt":56,"post_id":348,"post_modified":354,"post_thumbnail":355,"post_title":356,"post_type":357,"sort_by_date":358,"tag_links":359,"tags":361},"87431","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-15-02-2024-pakistan-dopo-le-elezioni-sono-sempre-i-militari-a-dare-le-carte-armenia-e-azerbaijan-una-guerra-che-non-vuole-finire-mayotte-darmanin-attacca-il-droit-du-sol-rinco/",[337],"radiokalakuta","Parliamo dell'esito delle elezioni in Pakistan con Beniamino Natale giornalista che da anni si occupa di Asia .L'emergere dei candidati indipendenti legati al partito di Imran Khan ,che si trova agli arresti, ha costituito la sorpresa di queste elezioni ,deludendo le aspettative dell'ex primo ministro Nawaz Sharif appartenente ad una delle famiglie che storicamente hanno governato il Pakistan. L'esito elettorale probabilmente produrrà un governo di coalizione debole ed una opposizione forte ma impossibilitata a governare , saranno ,come spesso è accaduto in passato,i militari a controllare e gestire il potere reale .\r\n\r\nLa classe media e i giovani delle grandi città hanno votato per i candidati indipendenti ,ma l'esercito che gestisce l'arsenale nucleare pakistano è l'interlocutore principale degli attori internazionali come gli U.S.A. che storicamente ,in particolare dalla guerra in Afganistan hanno utilizzato la piattaforma pakistana per favorire la loro penetrazione nell'area in funzione antisovietica prima e ed ora anticinese.\r\n\r\nAnche la Cina coltiva ottimi rapporti con l'esercito pakistano in contrapposizione con la proiezione indiana verso il Kashmir.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-PAKISTAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Simone Zoppellaro giornalista freelance conoscitore dell'Armenia parliamo del ritorno della guerra fra Azerbaijan e Armenia ,a pochi giorni dalla scontata rielezione in Azerbaijan di Ilham Aliyev continuatore di una dinastia che governa il paese dal 1979 . Gli scontri di confine segnalano la volontà del governo azero di continuare lo stato di belligeranza per giustificare il potere della famiglia Aliyev e la sproporzione di ricchezza fra le èlite cleptocratiche e la maggioranza della popolazione .Il governo autoritario azero è sostenuto dalla complicità della Turchia e della Russia ,ma anche dall'appoggio occidentale basti pensare al 30 % delle importazioni di gas azero in Italia attraverso la TAP e ai contratti di fornitura militare con Leonardo. In Armenia sale la protesta dopo che alla fine di settembre, nel giro di due giorni l’Azerbaigian ha recuperato di fatto il controllo sul Nagorno Karabakh , territorio popolato da armeni che negli Anni 90 si era separato da Baku e reso indipendente con il nome di Repubblica di Artsakh. E adesso ha avviato una campagna per ripopolare la regione da cui ha provocato l’esodo di 130 mila civili della minoranza armena. 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Misure eccezionali che sono discusse all'Eliseo dai ministri col presidente Macron, che ha l'ultima parola sul provvedimento. Per modificare la Costituzione serve l'approvazione parlamentare a maggioranza qualificata dei tre quinti oppure tramite referendum confermativo. La situazione di Mayotte è presa a pretesto dal governo per far passare quella riforma delle regole per l'ottenimento della cittadinanza che è stata bocciata nell'Esagono .La rincorsa ai temi xenofobi cari all'estrema destra continua ma rischia di compromettere l'unità della Repubblica con un provvedimento che colpisce un diritto riconosciuto in Francia da secoli.\r\n\r\nPer impedire gli sbarchi irregolari, Gérald Darmanin ha anche promesso la creazione di \"una cortina di ferro in mare\", con la marina francese appostata al largo delle coste della Tanzania per contrastare un'altra rotta da nord verso Mayotte. La Francia attualmente concede la cittadinanza sia in base alla linea di sangue - un genitore francese, è lo ius sangunis - che al luogo di nascita, con uno ius soli temperato per cui un bambino nato sul territorio francese può acquisire la nazionalità francese a determinate condizioni. E questo deve valere per tutto il territorio francese, tranne Mayotte.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-MAYOTTE.mp3\"][/audio]","21 Febbraio 2024","2024-02-21 18:26:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 15/02/2024-PAKISTAN DOPO LE ELEZIONI SONO SEMPRE I MILITARI A DARE LE CARTE-ARMENIA E AZERBAIJAN UNA GUERRA CHE NON VUOLE FINIRE-MAYOTTE : DARMANIN ATTACCA IL\" DROIT DU SOL\" RINCORRENDO LA DESTRA XENOFOBA.","podcast",1708539961,[360],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[343],{"post_content":363},{"matched_tokens":364,"snippet":365,"value":366},[18],"da secoli.\r\n\r\nPer impedire gli \u003Cmark>sbarchi\u003C/mark> irregolari, Gérald Darmanin ha anche","Parliamo dell'esito delle elezioni in Pakistan con Beniamino Natale giornalista che da anni si occupa di Asia .L'emergere dei candidati indipendenti legati al partito di Imran Khan ,che si trova agli arresti, ha costituito la sorpresa di queste elezioni ,deludendo le aspettative dell'ex primo ministro Nawaz Sharif appartenente ad una delle famiglie che storicamente hanno governato il Pakistan. L'esito elettorale probabilmente produrrà un governo di coalizione debole ed una opposizione forte ma impossibilitata a governare , saranno ,come spesso è accaduto in passato,i militari a controllare e gestire il potere reale .\r\n\r\nLa classe media e i giovani delle grandi città hanno votato per i candidati indipendenti ,ma l'esercito che gestisce l'arsenale nucleare pakistano è l'interlocutore principale degli attori internazionali come gli U.S.A. che storicamente ,in particolare dalla guerra in Afganistan hanno utilizzato la piattaforma pakistana per favorire la loro penetrazione nell'area in funzione antisovietica prima e ed ora anticinese.\r\n\r\nAnche la Cina coltiva ottimi rapporti con l'esercito pakistano in contrapposizione con la proiezione indiana verso il Kashmir.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-PAKISTAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Simone Zoppellaro giornalista freelance conoscitore dell'Armenia parliamo del ritorno della guerra fra Azerbaijan e Armenia ,a pochi giorni dalla scontata rielezione in Azerbaijan di Ilham Aliyev continuatore di una dinastia che governa il paese dal 1979 . Gli scontri di confine segnalano la volontà del governo azero di continuare lo stato di belligeranza per giustificare il potere della famiglia Aliyev e la sproporzione di ricchezza fra le èlite cleptocratiche e la maggioranza della popolazione .Il governo autoritario azero è sostenuto dalla complicità della Turchia e della Russia ,ma anche dall'appoggio occidentale basti pensare al 30 % delle importazioni di gas azero in Italia attraverso la TAP e ai contratti di fornitura militare con Leonardo. In Armenia sale la protesta dopo che alla fine di settembre, nel giro di due giorni l’Azerbaigian ha recuperato di fatto il controllo sul Nagorno Karabakh , territorio popolato da armeni che negli Anni 90 si era separato da Baku e reso indipendente con il nome di Repubblica di Artsakh. E adesso ha avviato una campagna per ripopolare la regione da cui ha provocato l’esodo di 130 mila civili della minoranza armena. C'è molta sfiducia verso il presidente Pashinian ma al contempo si teme un pronunciamento dell'esercito a sostegno dell'opposizione conservatrice ,in un area dove il sottile equilibrio è costantemente minacciato anche dagli attori esterni sempre pronti ad intervenire nella crisi .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-ARMENIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine parliamo di Mayotte ,isola di fronte al Madagascar territorio metropolitano francese, con Giovanni Gugg di Focus on Africa ,perchè nei giorni scorsi il ministro dell'Interno Darmanin , accompagnato dalla ministra con delega all'Oltremare, ha annunciato l'intenzione di sopprimere lo Ius soli nell'isola – ovvero il diritto di acquisire la cittadinanza francese per il solo fatto di essere nati sul territorio francese, a prescindere dalla nazionalità dei genitori. Misure eccezionali che sono discusse all'Eliseo dai ministri col presidente Macron, che ha l'ultima parola sul provvedimento. Per modificare la Costituzione serve l'approvazione parlamentare a maggioranza qualificata dei tre quinti oppure tramite referendum confermativo. La situazione di Mayotte è presa a pretesto dal governo per far passare quella riforma delle regole per l'ottenimento della cittadinanza che è stata bocciata nell'Esagono .La rincorsa ai temi xenofobi cari all'estrema destra continua ma rischia di compromettere l'unità della Repubblica con un provvedimento che colpisce un diritto riconosciuto in Francia da secoli.\r\n\r\nPer impedire gli \u003Cmark>sbarchi\u003C/mark> irregolari, Gérald Darmanin ha anche promesso la creazione di \"una cortina di ferro in mare\", con la marina francese appostata al largo delle coste della Tanzania per contrastare un'altra rotta da nord verso Mayotte. La Francia attualmente concede la cittadinanza sia in base alla linea di sangue - un genitore francese, è lo ius sangunis - che al luogo di nascita, con uno ius soli temperato per cui un bambino nato sul territorio francese può acquisire la nazionalità francese a determinate condizioni. E questo deve valere per tutto il territorio francese, tranne Mayotte.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-MAYOTTE.mp3\"][/audio]",[368],{"field":110,"matched_tokens":369,"snippet":365,"value":366},[18],578730123365187700,{"best_field_score":372,"best_field_weight":373,"fields_matched":117,"num_tokens_dropped":50,"score":374,"tokens_matched":117,"typo_prefix_score":50},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":376,"highlight":389,"highlights":394,"text_match":370,"text_match_info":397},{"comment_count":50,"id":377,"is_sticky":50,"permalink":378,"podcastfilter":379,"post_author":380,"post_content":381,"post_date":382,"post_excerpt":56,"post_id":377,"post_modified":383,"post_thumbnail":384,"post_title":385,"post_type":357,"sort_by_date":386,"tag_links":387,"tags":388},"84610","http://radioblackout.org/podcast/macerie-su-macerie-podcast-23-10-23-nascita-della-detenzione-amministrativa-in-italia/",[335],"macerie su macerie","In collaborazione con Radio Onda Rossa, a Macerie su Macerie facciamo un excursus storico sulla nascita della detenzione amministrativa dei senza-documenti, dai primi sbarchi di massa in Puglia provenienti dai Balcani, fino ai CIE e ai CPR, passando per il ruolo di Frontex. Parliamo inoltre delle lotte dei migranti dentro ai centri, che hanno portato a chiusure ripetute di diversi di essi, e del sostegno a queste lotte di solidali in tutta Italia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Montaggio-CPR.mp3\"][/audio]","25 Ottobre 2023","2023-10-25 18:35:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/cpr-1536x810-1-200x110.png","Macerie su Macerie - PODCAST 23/10/23 - Nascita della detenzione amministrativa in Italia",1698258939,[],[],{"post_content":390},{"matched_tokens":391,"snippet":392,"value":393},[18],"amministrativa dei senza-documenti, dai primi \u003Cmark>sbarchi\u003C/mark> di massa in Puglia provenienti","In collaborazione con Radio Onda Rossa, a Macerie su Macerie facciamo un excursus storico sulla nascita della detenzione amministrativa dei senza-documenti, dai primi \u003Cmark>sbarchi\u003C/mark> di massa in Puglia provenienti dai Balcani, fino ai CIE e ai CPR, passando per il ruolo di Frontex. 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Allora le immagini dei Tg nazionali sconvolsero buona parte del paese, svegliato bruscamente alle porte del nuovo millenio con la minaccia proclamata a reti unificate di un'invasione barbarica. Un paese, se è permesso qui usare una simile astrazione, con una coscienza ancora incuneata nell'idea di un provincialismo sentito come protettivo, in qualche modo ancora largamente ignaro di essere invece uno degli ingressi geografici dell'UE, di essere uno dei prodotti di uno Stato avanzato e ininterrotamente colonizzatore, di essere inserito con buona posizione in un'economia globale che di lì a poco avrebbe mostrato la sua faccia più truce anche nell'ultima landa del meridione. Che non si fraintenda: non si vuole qui affermare che fosse assente l'idea di uno sfruttamento massiccio e crudele, ancora troppo vicini la fame della guerra e i sopprusi nei campi o in fabbrica, ma dopo la grande sconfitta degli anni '70 il sentire della classe povera nei decenni successivi è stato assestativo, rinchiuso in una miseria percepita nelle città principali così come nelle campagne con consapevole ma rassegnata pacatezza attraverso la lente della disoccupazione strutturale, delle bricciole dello stato sociale, con una rete di relazioni ancora fittamente familiare e di conseguenza nel bene o nel male paracadute della disgrazia.\r\n\r\nErano gli anni '90 e le immagini pubblicitarie delle Ong che intervallavano sulla RAI le proiezioni di Lunedì Cinema parlavano ormai da tempo di piccoli sforzi come l'equivalente di un caffè al giorno per salvare i bambini africani immancabilmente rappresentati in lacrime, col ventre gonfio e tra le baracche d'una terra rossa. L'elemento pietistico ed esotico che caratterizzava questi spot ne svelava l'arcano: un mondo ancora peggiore esisteva ma lontano, le migrazioni verso l'Italia c'erano ma come fenomeno verso le metropoli.\r\n\r\n\r\n\r\nL'immagine della nave Vlora che approda a Bari fu uno dei simboli di un cambiamento epocale in quella mentalità da rifugio provinciale di cui si scriveva: quei mondi percepiti come terribili non erano più così lontani e l'economia globale avrebbe presto posto individui nati in diversi punti del pianeta in competizione per un tozzo di pane e la stessa commessa.\r\n\r\nL'istituzione dei Cpt da parte del governo Prodi I seguì il decorso canonico, non si parla di quello legislativo ma quello della creazione di un discorso specifico sull'immigrazione, va da sé che non potesse che essere quello che oscillava tra l'emergenza e il pericolo di cui naturalmente \"l'extracomunitario\" era portatore. La legge Turco-Napolitano creò tuttavia da subito frizioni interne ai partiti della maggioranza come anche polemiche più o meno accese da parte del mondo associazionistico delle anime belle che la contornavano. Tutto scontato, tutto fisiologico. Non è un caso difatti che in questo periodo si sviluppano tutta una serie di analisi giuridiche, teorie e critiche filosofiche che si chiedevano (e perseverano tuttora) come la detenzione amministrativa potesse essere giustificata o meno in uno Stato di diritto liberale, la più famosa delle quali è quella sullo Stato d'eccezione riformulata da Giorgio Agamben, divenuta un classico per rimanere nel seminato della razionalità del dominio. Insomma un certo vociare, accademico o comunque sovvenzionato nei tavoli dei circoli della sinistra, per cercare di capire se fosse giusto, sbagliato, eccezionale o \"normalmente eccezionale\" l'internamento senza reato alcuno, la prigione per mancanza di documenti. Dimentiche del \"campo\" come uno dei dispositivi principali dell'economia di guerra in tutto il '900, queste affabulazioni teoriche rimanevano e rimangono nel quadro della ricerca della legittimità giuridica, vedendo lo Stato solo nella sua veste corta del diritto e non nell'insieme di rapporti di guerra che lo costituiscono sostanzialmente e con soluzione di continuità dal carroarmato, passando dall'anagrafe e dal lavoro, fino all'ultimo manganello.\r\n\r\nNei Centri da subito le rivolte dei reclusi, la resistenza alle deportazioni, gli scioperi collettivi e i danneggiamenti hanno distrutto più volte le strutture e di conseguenza indicato la strada per la loro scomparsa, coerentemente sempre la stessa. Molti compagni e compagne hanno in tutt'Italia colto l'afflato di libertà e il significato generale che ne usciva contribuendo a quella lotta su diversi piani fino ad arrivare al 2013, in cui buona parte delle strutture erano inagibili e impossibilitate a svolgere il ruolo detentivo.\r\n\r\nEbbene sì, perché la strada indicata incessantemente dalle rivolte ha bisogno di sostegno e di voler vedere quei luoghi distrutti perché nessuno dovrebbe essere imprigionato e perché si riconosce che non sono eccezione ma dispositivi che svolgono un determinato ruolo deterrente, intimidatorio e persino economico necessario a questa società e in questa società, non al di fuori. Tutto ciò non è possibile se non tenendo insieme capre e cavoli, non si può voler far sparire i Cpr se non si capisce quali sono i rapporti sociali che lo necessitano e provare avversità anche per questi. Se non si capisce il Cpr come paradigma sociale, il rischio è quello di finire per supportare forme di controllo ed espulsione più \"umane\", collaborare per ottenerle, fare proposte che facciano chiudere \"il centro di detenzione\", ma che veicolino le stesse necessità repressive in altra maniera.\r\n\r\nEcco perché le critiche democratiche sui Cpt-Cie-Cpr basate sull'illegittimità della forma giuridica o sulle condizioni disumane di reclusione hanno invece negli anni assunto varie forme, fino ad arrivare alla proposta da parte di alcuni enti \"sensibili\" di co-gestione dei problemi migratori. È questo il caso di LasciateCIEntrare, Campagna fondata nel 2011 con lo scopo di testimoniare ciò che accadeva negli allora Cie e la cui collaborazione con i partiti di governo che la detenzione amministrativa l'hanno istituita e rinnovata non è mai stato nascosto, i suoi membri hanno persino stilato un documento politico dell’ottobre 2013 e pubblicato nell’opuscolo “Mai più CIE” in cui la classica critica democratica alla detenzione amministrativa perché non abbastanza umana viene accompagnata da un intero capitolo di proposte, intitolato “Per una diversa disciplina delle espulsioni”, in cui si dice che “non è sufficiente smantellare il sistema degli attuali CIE né la questione si può ridurre ad un loro miglioramento“. Proprio per questo la Campagna propone tra le altre cose di “razionalizzare le tipologie espulsive“, “incentivare forme di rimpatrio/rientro volontario“, prevedere “identificazione e allontanamento delle persone pericolose” studiando “modalità di identificazione e predisposizione dei documenti necessari all’accompagnamento durante l’esecuzione della pena (in carcere o nelle differenti forme di espiazione)“.\r\n\r\nLa strada per un mondo senza Cpr non è una strada di espiazione o di gironi infernali alternativi, non è una campagna culturale che utilizza delegazioni di politici come strumento di conoscenza di ciò che accade dentro, interviste giornalistiche come mezzo di diffusione, ma soprattutto non è una strada che ha come obiettivo il riconoscimento da parte dell'autorità della disumanità di certi luoghi. La strada per un mondo senza Cpr è quella in grado di sostenere realmente il \"fuoco al Cpr\".\r\n\r\nA Macerie su Macerie una compagna romana ci raccontacome in contesti di lotta si insinuano e agiscono enti istituzionali come LasciateCIEntrare:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/msm-10-feb.mp3\"][/audio]","12 Febbraio 2020","2020-02-12 20:23:26","Macerie su Macerie - 10 febbraio 2020. Cpr e questioni dirimenti",1581538940,[],[],{"post_content":411},{"matched_tokens":412,"snippet":413,"value":414},[18],"in Puglia per i massici \u003Cmark>sbarchi\u003C/mark> dai balcani, in particolar modo","Era il 1998 quando la detenzione amministrativa è stata istituita in Italia con gli allora Cpt, nati dopo le forme di campo concentrazionario improvvisate in Puglia per i massici \u003Cmark>sbarchi\u003C/mark> dai balcani, in particolar modo dall'Albania. 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Che non si fraintenda: non si vuole qui affermare che fosse assente l'idea di uno sfruttamento massiccio e crudele, ancora troppo vicini la fame della guerra e i sopprusi nei campi o in fabbrica, ma dopo la grande sconfitta degli anni '70 il sentire della classe povera nei decenni successivi è stato assestativo, rinchiuso in una miseria percepita nelle città principali così come nelle campagne con consapevole ma rassegnata pacatezza attraverso la lente della disoccupazione strutturale, delle bricciole dello stato sociale, con una rete di relazioni ancora fittamente familiare e di conseguenza nel bene o nel male paracadute della disgrazia.\r\n\r\nErano gli anni '90 e le immagini pubblicitarie delle Ong che intervallavano sulla RAI le proiezioni di Lunedì Cinema parlavano ormai da tempo di piccoli sforzi come l'equivalente di un caffè al giorno per salvare i bambini africani immancabilmente rappresentati in lacrime, col ventre gonfio e tra le baracche d'una terra rossa. 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La legge Turco-Napolitano creò tuttavia da subito frizioni interne ai partiti della maggioranza come anche polemiche più o meno accese da parte del mondo associazionistico delle anime belle che la contornavano. Tutto scontato, tutto fisiologico. Non è un caso difatti che in questo periodo si sviluppano tutta una serie di analisi giuridiche, teorie e critiche filosofiche che si chiedevano (e perseverano tuttora) come la detenzione amministrativa potesse essere giustificata o meno in uno Stato di diritto liberale, la più famosa delle quali è quella sullo Stato d'eccezione riformulata da Giorgio Agamben, divenuta un classico per rimanere nel seminato della razionalità del dominio. Insomma un certo vociare, accademico o comunque sovvenzionato nei tavoli dei circoli della sinistra, per cercare di capire se fosse giusto, sbagliato, eccezionale o \"normalmente eccezionale\" l'internamento senza reato alcuno, la prigione per mancanza di documenti. 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Molti compagni e compagne hanno in tutt'Italia colto l'afflato di libertà e il significato generale che ne usciva contribuendo a quella lotta su diversi piani fino ad arrivare al 2013, in cui buona parte delle strutture erano inagibili e impossibilitate a svolgere il ruolo detentivo.\r\n\r\nEbbene sì, perché la strada indicata incessantemente dalle rivolte ha bisogno di sostegno e di voler vedere quei luoghi distrutti perché nessuno dovrebbe essere imprigionato e perché si riconosce che non sono eccezione ma dispositivi che svolgono un determinato ruolo deterrente, intimidatorio e persino economico necessario a questa società e in questa società, non al di fuori. Tutto ciò non è possibile se non tenendo insieme capre e cavoli, non si può voler far sparire i Cpr se non si capisce quali sono i rapporti sociali che lo necessitano e provare avversità anche per questi. 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Proprio per questo la Campagna propone tra le altre cose di “razionalizzare le tipologie espulsive“, “incentivare forme di rimpatrio/rientro volontario“, prevedere “identificazione e allontanamento delle persone pericolose” studiando “modalità di identificazione e predisposizione dei documenti necessari all’accompagnamento durante l’esecuzione della pena (in carcere o nelle differenti forme di espiazione)“.\r\n\r\nLa strada per un mondo senza Cpr non è una strada di espiazione o di gironi infernali alternativi, non è una campagna culturale che utilizza delegazioni di politici come strumento di conoscenza di ciò che accade dentro, interviste giornalistiche come mezzo di diffusione, ma soprattutto non è una strada che ha come obiettivo il riconoscimento da parte dell'autorità della disumanità di certi luoghi. 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