","Schiavitù, stupri, torture, stragi: l’intollerabile retorica sui diritti umani","post",1511281070,[63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/campi-di-concentramento/","http://radioblackout.org/tag/immigrazione/","http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/libia/","http://radioblackout.org/tag/schiavi-in-libia/",[69,20,70,15,71],"campi di concentramento","italia","schiavi in libia",{"post_content":73,"tags":79},{"matched_tokens":74,"snippet":77,"value":78},[75,76],"in","Libia","sulla repressione dei migranti, perché \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libia\u003C/mark> chi cerca di raggiungere l’Europa","Il governo italiano mostra un aplomb invidiabile.\r\n\r\nLa scorsa settimana l’ONU condanna gli accordi italo-libici sulla repressione dei migranti, perché \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libia\u003C/mark> chi cerca di raggiungere l’Europa subisce violenze continue. Tanti muoiono. \u003Cmark>In\u003C/mark> mare, nel deserto, nelle prigioni.\r\n\r\nLa CNN ha diffuso un video \u003Cmark>in\u003C/mark> cui si mostrava un mercato di uomini e donne, messi all’asta come \u003Cmark>schiavi\u003C/mark>. Sono quelli che hanno speso tutto, le cui famiglie si sono dissanguate per farli partire ed ora non hanno più nulla. Chi non ha soldi ha ancora se stesso. I trafficanti vendono i migranti come \u003Cmark>schiavi\u003C/mark>. Un bel business: soldi dal governo italiano per non farli partire, pattugliatori italiani per ripescare chi parte e dimostrare affidabilità al cliente, vendita dei corpi \u003Cmark>in\u003C/mark> eccesso.\r\n\r\nSuccede dall’altra parte del Mediterraneo e non importa a nessuno.\r\n\r\nL’indignazione, il lutto sono solo di circostanza.\r\n\r\nLa retorica sui diritti umani diventa intollerabile di fronte all’ipocrisia istituzionale del governo che promette di protestare con i libici.\r\nE tanti saluti.\r\n\r\nD’altra parte l’Italia ha incassato negli anni innumeri condanne per violazioni dei diritti umani, tortura, senza che il governo di turno andasse oltre le parole di circostanza.\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandro Dal Lago, già docente all’Università di Genova, studioso delle migrazioni.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 11 21 dal lago onu \u003Cmark>libia\u003C/mark> it\r\n\r\n 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Si chiamava Moussa Ba ed era originario del Senegal. Non è il primo e probabilmente non sarà l'ultimo, perché la precarietà dei rifugi di plastica e legno, dove vivono buona parte dei braccianti della piana di Gioia Tauro, è tale che basta una scintilla ad innescare roghi devastanti, che inghiottono case e vite. Il ministro dell'Interno ha riproposto la sua ricetta, ruspe e sgomberi, ma per il momento le sue sono solo parole, perché la ricchezza del comparto agroalimentare della zona si fonda sulle povertà dei lavoratori schiavi.\r\nAi braccianti africani nessuno affitta una casa. Chi lo fa propone contratti di qualche mese, il tempo della stagione della raccolta e poi via, lontano, non importa dove.\r\nPochi però possono aspirare ad un tetto in affitto, troppo basse le paghe, troppe le persone rimaste a casa cui spedire qualche soldo.\r\nI lavoratori sono pagati a cottimo (“0,50 centesimi per ogni cassetta di arance, 1 euro per i mandarini”) o a giornata: “Poco più del 90% percepisce tra i 25 ed i 30 euro al giorno, il 7,17% ha un guadagno compreso tra 30 e 40 euro e il 2% riceve addirittura meno di 25 euro.\r\nLe tende di plastica, le baracche fatte di lamiere recuperate, legno e quel che capita sono l’unico riparo.\r\nDifficilmente Salvini manderà qui le sue ruspe. Rosarno non è il CARA di Mineo né quello di Castelnuovo di Porto, postacci dai quali sono stati cacciati nelle scorse settimane i migranti diventati clandestini per decreto legge.\r\nRosarno è una miniera d’oro.\r\nA Salvini non conviene usare la mano pesante perché rischia di perdere voti nella Regione che lo ha eletto senatore.\r\nNelle aziende agricole della Piana lavorano quattromila braccianti stagionali che nel corso dell’anno transitano nell’area. E vive tra San Ferdinando e Rosarno almeno il 60% dei 3.500 lavoratori stranieri censiti dalla clinica mobile di Medici per i Diritti Umani.\r\nLa Lega a Rosarno, 6.5 km da San Ferdinando e capitale del distretto degli agrumi, ha preso il 13%. Salvini non ha alcun interesse a inceppare il dispositivo che consente ai produttori locali di arance, mandarini e kiwi di disporre di manodopera ricattabile e a basso costo. 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Gli unici che ottengono audience sono quelli delle associazioni, che si candidano al ruolo di mediatori in un conflitto che potrebbe ancora riesplodere, come nel 2010, quando i caporali usarono le armi e scoppiò la rivolta.\r\nTutti aspirano ad una casa, ma solo pochi affittano, e solo per la stagione di raccolta, agli africani. I più non potrebbero comunque pagarsela: i soldi della raccolta, pochi e sudati, lavorando dalle 7 del mattino alle 4 del pomeriggio, vanno anche alle famiglie rimaste in Africa. Troppo poco per immaginare una casa vera.\r\n\r\nLa scorsa settimana, quando è divampato il rogo tanti hanno provato a salvare le loro cose, pezzi della loro vita. La polizia ha intimato di stare lontani e, per essere più convincente, ha distribuito qualche manganellata.\r\nQuando, un'ora dopo, sono arrivati i vigili del fuoco un'intera area del campo era andata in fumo. In una delle baracche è stato trovato il corpo di Moussa Ba.\r\nL'ultimo di tanti. 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Un'operazione rischiosa in uno scenario sempre più difficile. E' di pochi giorni fa la decisione del governo Essebsi di proclamate lo stato di emergenza in Tunisia. Agli ormai consueti allarmi sui terroristi imbarcati sulle carrette dei profughi, fa sponda l'Isis che invita gli jihadisti ad imbarcarsi per l'Europa, per fare la guerra santa. I proclami dell'Isis non potranno che rinforzare i propositi di chi vuole rinforzare le mura della fortezza Europa, contribuendo ad alimentare la xenofobia.\r\n\r\nEunavfor Med mira a distruggere il modello di business messo a punto delle reti di scafisti e trafficanti di esseri umani identificando, catturando e distruggendo le imbarcazioni e le risorse da essi utilizzati. La missione si dovrebbe articolare in di tre fasi. La prima fase prevede l’identificazione e il monitoraggio dei network degli scafisti attraverso la raccolta e lo scambio di informazioni di intelligence e un’attività di pattugliamento rafforzata in acque internazionali. La seconda e la terza includono l’individuazione, la cattura e la distruzione delle risorse dei trafficanti rispettivamente in acque internazionali e libiche, senza escludere azioni sulla costa. Benché la decisione adottata il 18 maggio scorso dal Consiglio dei ministri degli esteri e della difesa abbia approvato la base legale dell’operazione che comprende tutte e tre queste fasi, Eunavfor Med non potrà essere attuata nelle fasi successive alla prima finché non riceverà il mandato delle Nazioni Unite. E’ infatti necessario che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite approvi una risoluzione in base al capitolo 7 dello Statuto delle Nazioni Unite, in cui si prevede l’uso della forza “per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale”. Ad oggi, tuttavia, a causa dal mancato assenso della Russia e di un governo di unità nazionale libico, la cui formazione non sembra così vicina, non è ancora stato possibile trovare un accordo in tal senso.\r\n\r\nIn assenza del mandato ONU, non potendo cioè agire nei porti e nelle acque libiche, lunedì 22 giugno, all’unanimità e sotto la guida dell’alto rappresentante UE Mogherini, i ministri degli esteri hanno potuto soltanto approvare la prima fase della missione.\r\n\r\nL’operazione, che ha il suo quartier generale a Roma, comprende circa mille uomini, cinque navi da guerra, due sottomarini, tre aerei da pattugliamento marittimo, tre elicotteri, e due droni. I costi ammonterebbero a circa 14 milioni di euro. E’ prevista una collaborazione con la Nato – che porta avanti nel Mediterraneo la sua missione militare antiterrorismo Active Endeavour, lanciata nel 2001 – e diverse agenzie delle Nazioni Unite, oltre all’agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne Frontex. Le modalità del coinvolgimento dell’Unione africana e di diversi Paesi arabi devono essere ancora precisate.\r\n\r\nEunavfor Med si inscrive oggi all’interno del piano quinquennale della nuova Agenda europea contro le organizzazioni che facilitano i movimenti non autorizzati di essere umani su tutto il territorio dell’Unione e lungo tutte le rotte migratorie. Per monitorare i gruppi criminali organizzati che agiscono nel Mediterraneo, si attribuisce un ruolo chiave all’operazione JOT MARE, un team d’intelligence formato da agenti dell’Europol, l’ufficio di polizia europeo, ed esperti distaccati degli Stati membri.\r\n\r\nQuesta operazione è stata presentata come l’arma principale dell’Europa contro una nuova tratta degli schiavi ed è stata messa a punto utilizzando come modello la missione Atalanta con cui, dal 2008, l’Unione Europea combatte la pirateria nel Corno d’Africa. E’ tuttavia abbastanza evidente che entrambe le analogie sono a dir poco deboli. Per quanto il prezzo del servizio che si trovano costretti a pagare sia spropositato, i migranti/rifugiati non sono gli schiavi degli scafisti ma piuttosto i loro clienti. In presenza di canali legali per raggiungere un posto sicuro in cui vivere o cercare opportunità di lavoro e vita migliori, la domanda per i servizi offerti dagli scafisti verrebbe meno e con essa le reti del crimine organizzato.\r\nSe ci fosse la libera circolazione non ci sarebbe chi lucra sulla clandestinità.\r\nLa missione Atalanta ha ottenuto il mandato delle Nazioni Unite anche perché il governo provvisorio della Somalia allora al potere diede il suo appoggio alla missione. Sembra però molto improbabile che, anche nel caso in cui si formasse in Libia un governo di unità nazionale, questo darebbe il suo consenso ad Eunavfor med. Le autorità libiche sanno che si tratta di un’operazione militare che, come si legge nei protocolli riservati dell’Unione Europea recentemente pubblicati da WikiLeaks, potrebbe richiedere un impegno bellico di terra. Diversamente dalla guerra ai pirati, inoltre, Eunavfor Med dovrà misurarsi con il non banale problema di distruggere le imbarcazioni degli scafisti evitando che questi ultimi utilizzino i migranti come scudi umani.\r\n\r\nNulla è stato però detto per chiarire come questo sarà possibile. L’Europa preferisce imbarcarsi in una missione militare costosa e dagli “effetti collaterali” potenzialmente devastanti piuttosto che aprire le frontiere.\r\nD'altro canto sono decenni che le fortune politiche dei partiti politici europei si giocdano sul fronte dell'immigrazione.\r\n\r\nDi questo e di tanto altro, dalla crisi greca alle politiche del governo Renzi sull'immigrazione, dagli scenari di guerra agli accordi con la Libia, abbiamo parlato con Alessandro Dal Lago, studioso delle politiche di gestione delle migrazioni.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\ndal lago mediterraneo","7 Luglio 2015","2015-07-09 15:18:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/navi-militari-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"201\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/navi-militari-300x201.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/navi-militari-300x201.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/navi-militari.jpeg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Eunavfor. 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Un'operazione rischiosa \u003Cmark>in\u003C/mark> uno scenario sempre più difficile. E' di pochi giorni fa la decisione del governo Essebsi di proclamate lo stato di emergenza \u003Cmark>in\u003C/mark> Tunisia. Agli ormai consueti allarmi sui terroristi imbarcati sulle carrette dei profughi, fa sponda l'Isis che invita gli jihadisti ad imbarcarsi per l'Europa, per fare la guerra santa. I proclami dell'Isis non potranno che rinforzare i propositi di chi vuole rinforzare le mura della fortezza Europa, contribuendo ad alimentare la xenofobia.\r\n\r\nEunavfor Med mira a distruggere il modello di business messo a punto delle reti di scafisti e trafficanti di esseri umani identificando, catturando e distruggendo le imbarcazioni e le risorse da essi utilizzati. La missione si dovrebbe articolare \u003Cmark>in\u003C/mark> di tre fasi. La prima fase prevede l’identificazione e il monitoraggio dei network degli scafisti attraverso la raccolta e lo scambio di informazioni di intelligence e un’attività di pattugliamento rafforzata \u003Cmark>in\u003C/mark> acque internazionali. La seconda e la terza includono l’individuazione, la cattura e la distruzione delle risorse dei trafficanti rispettivamente \u003Cmark>in\u003C/mark> acque internazionali e libiche, senza escludere azioni sulla costa. Benché la decisione adottata il 18 maggio scorso dal Consiglio dei ministri degli esteri e della difesa abbia approvato la base legale dell’operazione che comprende tutte e tre queste fasi, Eunavfor Med non potrà essere attuata nelle fasi successive alla prima finché non riceverà il mandato delle Nazioni Unite. E’ infatti necessario che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite approvi una risoluzione \u003Cmark>in\u003C/mark> base al capitolo 7 dello Statuto delle Nazioni Unite, \u003Cmark>in\u003C/mark> cui si prevede l’uso della forza “per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale”. Ad oggi, tuttavia, a causa dal mancato assenso della Russia e di un governo di unità nazionale libico, la cui formazione non sembra così vicina, non è ancora stato possibile trovare un accordo \u003Cmark>in\u003C/mark> tal senso.\r\n\r\n\u003Cmark>In\u003C/mark> assenza del mandato ONU, non potendo cioè agire nei porti e nelle acque libiche, lunedì 22 giugno, all’unanimità e sotto la guida dell’alto rappresentante UE Mogherini, i ministri degli esteri hanno potuto soltanto approvare la prima fase della missione.\r\n\r\nL’operazione, che ha il suo quartier generale a Roma, comprende circa mille uomini, cinque navi da guerra, due sottomarini, tre aerei da pattugliamento marittimo, tre elicotteri, e due droni. I costi ammonterebbero a circa 14 milioni di euro. E’ prevista una collaborazione con la Nato – che porta avanti nel Mediterraneo la sua missione militare antiterrorismo Active Endeavour, lanciata nel 2001 – e diverse agenzie delle Nazioni Unite, oltre all’agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne Frontex. Le modalità del coinvolgimento dell’Unione africana e di diversi Paesi arabi devono essere ancora precisate.\r\n\r\nEunavfor Med si inscrive oggi all’interno del piano quinquennale della nuova Agenda europea contro le organizzazioni che facilitano i movimenti non autorizzati di essere umani su tutto il territorio dell’Unione e lungo tutte le rotte migratorie. Per monitorare i gruppi criminali organizzati che agiscono nel Mediterraneo, si attribuisce un ruolo chiave all’operazione JOT MARE, un team d’intelligence formato da agenti dell’Europol, l’ufficio di polizia europeo, ed esperti distaccati degli Stati membri.\r\n\r\nQuesta operazione è stata presentata come l’arma principale dell’Europa contro una nuova tratta degli \u003Cmark>schiavi\u003C/mark> ed è stata messa a punto utilizzando come modello la missione Atalanta con cui, dal 2008, l’Unione Europea combatte la pirateria nel Corno d’Africa. E’ tuttavia abbastanza evidente che entrambe le analogie sono a dir poco deboli. 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Il primo ministro Letta e il suo vice, nonché ministro dell'interno Alfano, hanno recitato bene la parte del poliziotto buono e di quello cattivo.\r\nIl 22 ottobre, nel corso di un'audizione parlamentare, Letta ha parlato dell'Europa che smarrirebbe le proprie origini se non fosse capace di accogliere profughi, rifugiati ed immigrati. Alfano gli ha fatto eco, ribadendo che in tempi di crisi la priorità è garantire un futuro agli italiani. In questo modo i due hanno accontentato gli umori del proprio elettorato. Nei fatti tuttavia entrambi chiederanno agli altri paesi europei maggiori risorse per l'accoglienza e maggiore impegno nel pattugliamento dei mari, affinché nessuno abbia più la malagrazia di annegare nelle nostre acque territoriali. A questo si aggiunge l'obiettivo di rinforzare gli accordi già esistenti con i paesi della sponda sud del Mediterraneo, perché gestiscano in loco il contrasto e le repressione dell'immigrazione. L'indice è puntato soprattutto contro la Libia, dove il frantumarsi dello Stato in una miriade di poteri territoriali determinati dal prevalere di questa quella milizia rende poco meno facile l'applicazioni degli accordi bilaterali sottoscritti da Prodi e Berlusconi con il regime di Muammar Gheddafi. Nonostante queste falle le galere libiche per immigrati, luoghi di tortura, strupro e compra vendita di ostaggi umani, sono piene di immigrati, soprattutto eritrei. Eritrei come i morti di Lampedusa, eritrei come gli scampati che non hanno potuto assistere la funerale al quale il governo italiano ha invitato i rappresentanti di quello eritreo, lo stesso da cui fuggono quelli che rischiano la vita sui barconi.\r\n\r\nLa Bossi- Fini non è, nè è mai stata, in discussione.\r\n\r\nQuesta legge è una fabbrica di clandestini, poiché, imponendo il contratto di lavoro come condizione all'ottenimento del permesso di soggiorno, di fatto, visto che nessuno viene assunto al buio in un paese lontano, fa sì che tutti, o quasi, entrino illegalmente, lavorando in nero, finché, a caro prezzo e per pochi fortunati, un decreto flussi non permette di fingere un ingresso legale nel paese in cui si vive già da anni. In questo modo i padroni hanno ottenuto manodopera a basso costo, ricattabile e licenziabile a piacimento.\r\n\r\nPer capire meglio l'origine, gli sviluppi e l'applicazione concreta di queste norme razziste, abbiamo sentito l'avvocato Gianluca Vitale, da molti anni in prima fila nella difesa degli immigrati senza carte, che finiscono imbrigliati nelle rete della Bossi-Fini. O, meglio, della Turco-Napolitano-Bossi-Fini.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\nVitale","23 Ottobre 2013","2013-10-25 12:03:03","Bossi-Fini. 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Il risultato sono le accuse pretestuose di associazione a delinquere per favoreggiamento all'immigrazione clandestina (reato di solidarietà), che prevede la detenzione da 5 a 15 anni e milioni di multa per aver salvato gente che stava per annegare, persone provate da stenti (uno dei salvati nei giorni scorsi pesava 35 chili al momento del salvataggio e sarebbe morto allo sbarco, in seguito alle torture subite nei lager libici di Minniti), schiavi, che nelle intenzioni dei leader europei che hanno venduto le motovedette ai libici torturatori, che per accordi segreti vanno riconsegnati ai loro aguzzini.\r\n\r\nMolte le manifestazioni organizzate in questi giorni in Italia e Spagna, la prima oggi animata dal movimento No Muos, collegando le lotte contro la repressione della solidarietà e contro la militarizzazione del mare e della terra siciliana.\r\n\r\nEcco cosa ci ha raccontato nel dettaglio Riccardo\r\n\r\nGenocidio senza testimoni","23 Marzo 2018","2018-03-28 12:18:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/open_arms-Mediterraneo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/open_arms-Mediterraneo-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/open_arms-Mediterraneo-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/open_arms-Mediterraneo.jpg 738w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Restare umani solcando il Mare Nostrum",1521847910,[66,271,272,273,274],"http://radioblackout.org/tag/open-arms/","http://radioblackout.org/tag/pozzallo/","http://radioblackout.org/tag/pro-activa/","http://radioblackout.org/tag/taxi-del-mare/",[15,276,277,278,279],"open arms","Pozzallo","Pro Activa","taxi del mare",{"post_content":281,"tags":285},{"matched_tokens":282,"snippet":283,"value":284},[75,91],"e sarebbe morto allo sbarco, \u003Cmark>in\u003C/mark> seguito alle torture subite nei lager libici di Minniti), \u003Cmark>schiavi\u003C/mark>, che nelle intenzioni dei leader","A fine ottobre Riccardo Gatti ci era venuto a trovare negli studi di Radio Blackout e già allora ci aveva fatto un quadro non edificante di scontri \u003Cmark>in\u003C/mark> mare con sorte di pirati razzisti e già la guardia costiera libica si era distinta per efferatezza, poi nell'ultima settimana è successo di tutto sulla sua nave, ora bloccata a Pozzallo, alla mercé di una magistratura che forza le leggi per dare un esempio, affinché nessuno possa testimoniare o documentare quello che avviene \u003Cmark>in\u003C/mark> seguito agli accordi tra l'Occidente (segnatamente Minniti) e gli aguzzini \u003Cmark>in\u003C/mark> territorio libico, che svolgono il ruolo volta per volta di scafisti, secondini, guardacoste; 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Ci raccontano le favole e pretendono che ci crediamo. Intanto piovono pietre. \r\nNelle nostre periferie tanti non ce la fanno a pagare il fitto e il mutuo e finiscono in strada. A Torino si moltiplicano gli sfratti, mentre ci sono migliaia di appartamenti vuoti.\r\n\r\nIl governo dice che non ci sono soldi. Mente. \r\nI soldi per le guerre, per le armi, per le grandi opere inutili li trovano sempre. Da anni aumenta la spesa bellica e si moltiplicano i tagli per ospedali, trasporti locali, scuole. \r\nNon vogliono spendere per migliorare le nostre vite, perché preferiscono investire in telecamere e polizia. 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In questi anni i sindacati di base non hanno saputo spezzare il consenso intorno alla narrazione dei governi e dei padroni.\r\n\r\nLa lotta di classe che oggi i padroni e il governo ci fanno merita risposte forti, scioperi capaci di bloccare tutto, di durare nel tempo, di fermare la macchina della produzione, della distribuzione, la circolazione delle merci e delle persone.\r\nFacciamola finita con la schiavitù salariata!\r\nUn mondo senza sfruttati né sfruttatori, senza servi né padroni, un mondo di liberi ed eguali è possibile. \r\nTocca a noi costruirlo. \r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\nCorso Palermo 46 – riunioni – aperte agli interessati - ogni giovedì alle 21","5 Aprile 2016","2018-10-17 22:59:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/sciopero-200x110.jpg","18 marzo. 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L’Artico importante non solo per quello che contiene, ma soprattutto per ciò che divide essendo un naturale corridoio, il più veloce, tra oriente ed occidente, la nuova via della seta marittima.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nAlbania e Libia. Esternalizzazione delle frontiere e della repressione\r\nIl pattugliatore della Marina militare Cassiopea ha selezionato 49 naufraghi nelle acque attorno a Lampedusa ed ha fatto rotta verso l’Albania, dove è arrivato martedì mattina.\r\nA bordo avrebbero dovuto esserci persone con i requisiti “giusti” in base alla Legge “Cutro”: maschi, adulti, senza vulnerabilità, in buona salute e provenienti da Paesi “sicuri”. Sei persone, quattro minorenni e de vulnerabili, devono tornare in Italia. I restanti 43 hanno fatto richiesta di protezione internazionale e sono stati trasferiti dall’hotspot di Schengjin al centro di Gjader.\r\nIl governo ha deciso di non attendere il pronunciamento della Consulta sulla legittimità di applicare la procedura di espulsione più “snella” ai richiedenti asilo provenienti da paesi entrati nella lista dei “paesi sicuri”.\r\nNel frattempo l’esecutivo ha cambiato sia la lista, sia soprattutto la competenza dei giudici, passata dai magistrati della sezione immigrazione di Roma alle corti di appello. Meloni spera che questi magistrati siano più disponibili ad accogliere i desiderata del governo.\r\nMeloni vuole aprire a tutti i costi le prigioni in Albania, il suo fiore all’occhiello per dimostrare di essere più capace di chi l’ha preceduta nell’esternalizzare le frontiere.\r\nNel frattempo la primo ministro è finita nei guai per la scarcerazione ed il rimpatrio, con tanto di aereo militare, del generale Elmasry, arrestato a Torino, in seguito ad un mandato di cattura emanato dalla Corte Internazionale dell’Aja. Elmasry è accusato di omicidi, stupri, torture nelle prigioni sotto il controllo della miliazia RADA, di cui è capo. In queste prigioni sono rinchiusi prigionieri politici ed apostati. Migranti, selezionati nei centri di detenzione, vengono impiegati da Elmasry come lavoratori schiavi.\r\nIl sistema di esternalizzazione delle frontiere con la Libia dal memorandum targato Minniti del 2017, e, più di recente, con la Tunisia, affida il lavoro sporco a macellai con le stellette, cui è garantita assoluta impunità.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco\r\nDopo la nostra diretta è arrivata la notizia che i giudici di corte d’appello non avevano convalidato la reclusione dei 43 migranti, che sono stati ttti riportati in Italia. I due centri albanesi restano vuoti.\r\n\r\nItalia-Niger. Piano di cooperazione militare 2025\r\nLa giunta militare del Niger guidata dopo il golpe del 26 luglio 2023 dal generale Abdourahamane Tchiani, dopo aver cacciato via dal paese le forze armate di Francia, Stati Uniti d’America e Germania ha sottoscritto un accordo di cooperazione nel settore difesa con la Federazione Russa di Vladimir Putin. Ciononostante nel corso dell’ultimo anno le autorità di Niamey hanno rafforzato la “storica” partnership diplomatico-militare con l’Italia.\r\nNei giorni 16-17 dicembre 2024 ha avuto luogo a Roma la quarta edizione dei Bilateral Staff Talk nel settore della Difesa tra l’Italia e il Niger che si sono conclusi con la firma del Piano di Cooperazione 2025 che prevede lo svolgimento di undici attività addestrative, cinque in Italia e sei in Niger.\r\nLe truppe italiane sono presenti in Niger sin dal 2017, con un contingente di 500 soldati, per rinforzare la sorveglianza alle frontiere. In altri termini per intercettare i migranti diretti a nord.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21\r\nalla Fat\r\ncorso Palermo 46 - Torino\r\n\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro: “La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia” di Volin, edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nVolin, anarchico, tra i protagonisti della rivoluzione russa, ci restituisce l'immagine viva di una rivoluzione sociale, in cui la dimensione autogestionaria e libertaria dei Soviet viene soffocata poco a poco alla dittatura bolscevica. Non senza una forte resistenza.\r\n\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea insurrezionale di Nestor Machno.\r\n\r\nIl libro, oltre che alle presentazioni, lo trovate alla FAT oppure può essere richiesto a http://www.zeroincondotta.org/\r\n\r\nSabato 22 febbraio\r\na tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina\r\nCon i disertori russi e ucraini per un mondo senza frontiere\r\nore 11\r\npresidio antimilitarista al Balon\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","12 Febbraio 2025","2025-02-12 02:09:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Kronstadt-200x110.png","Anarres del 31 gennaio. 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Da Emma Goldman alle ragazze del terzo millennio\r\n\r\n \r\n\r\nPatrizia Nesti ci ha parlato dell’intreccio tra anarchismo e femminismo con uno sguardo sul lavoro femminile – dai salari ridotti alle molestie, la precarietà, il ricatto sulla maternità. \r\n\r\n \r\n\r\nCarlotta Pedrazzini ci ha raccontato il percorso di vita e di lotta di Emma Goldman, anarchica e femminista\r\n\r\n \r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 1 dicembre\r\nore 21\r\nalla Federazione Anarchica Torinese \r\nin corso Palermo 46\r\n\r\n \r\n\r\nFemministe e anarchiche\r\n La storia, i percorsi, le pratiche di ieri e di oggi\r\n Da Emma Goldman alle ragazze del secondo millennio\r\n\r\nC’è un intreccio potente tra la dominazione patriarcale e la violenza dello Stato, del capitalismo, delle frontiere, delle religioni. 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Un atto politico\"\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 9 dicembre\r\nore 10\r\npunto info al Balon\r\nMorti, stupri, tortura, schiavitù \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libia…\u003C/mark> Minniti assassino!\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 16 dicembre \r\nore 20 corso Palermo 46\r\nCena antinatalizia con esposizione spettacolare di pres-empio autogestito\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 22 dicembre\r\nore 17 \r\nal negozio Benetton di via Roma 121\r\npresidio\r\nLe maglie Benetton sono macchiate di sangue\r\n\r\nIl governo argentino ha deciso di regolare i conti con le comunità resistenti dei mapuche, che hanno recuperato, occupandoli, alcuni pezzi delle terre dove vivevano le popolazioni indigene, che non avevano e non intendono adottare la proprietà privata. 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Argentina: omicidi di Stato, mercato delle armi, gli \u003Cmark>schiavi\u003C/mark> di Amazon, anarchiche e femministe…",[446,448],{"field":101,"matched_tokens":447,"snippet":440,"value":441},[75,439],{"field":135,"matched_tokens":449,"snippet":444,"value":444},[91],1733912223744524300,{"best_field_score":452,"best_field_weight":140,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":49,"score":453,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":49},"2211897868288","1733912223744524402",{"document":455,"highlight":472,"highlights":477,"text_match":480,"text_match_info":481},{"comment_count":49,"id":456,"is_sticky":49,"permalink":457,"podcastfilter":458,"post_author":317,"post_content":459,"post_date":460,"post_excerpt":55,"post_id":456,"post_modified":461,"post_thumbnail":462,"post_title":463,"post_type":355,"sort_by_date":464,"tag_links":465,"tags":470},"18701","http://radioblackout.org/podcast/i-morti-di-lampedusa-il-vecchio-nazista-la-danza-macabra-della-lega-nord/",[317],"Corpi in eccesso\r\n359 bare allineate in un hangar per dare una parvenza di dignità alle ultime vittime della frontiera sud della Fortezza Europa. I sacchi neri, che a Lampedusa sono sempre pronti, non potevano reggere la prova della telecamera, il ginocchio piegato di Letta, il cordoglio di Barroso e Alfano, il lutto nazionale, l'indignazione degli assassini che hanno deciso di accendere i riflettori su uno dei tanti episodi della guerra ai poveri.\r\nSullo sfondo i pescatori che fuggono le telecamere perché sanno che chi tira fuori dall'acqua qualcuno rischia l'incriminazione per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e il sequestro della barca, del lavoro, del futuro. Le immagini dei giornalisti a caccia di \"eroi\" potrebbero essere usate da qualche solerte magistrato. Nei lunghi anni di questa guerra nascosta chi ha teso la mano nell'usuale solidarietà di chi solca il mare spesso è incappato nelle maglie della giustizia.\r\nAmara come fiele l'indignazione di Letta per l'incriminazione dei superstiti, come se i governanti non sapessero che l'ordinamento lo impone.\r\n\r\nAnarres ha chiesto un commento a caldo ad Alberto La Via, un antirazzista siciliano, che in questi anni ha visto il Mare di Mezzo farsi sudario per i corpi cui la ferocia delle frontiere avevano sottratto la vita.\r\nVentimila quelli che qualcuno ha visto partire da uno dei tanti sud e non tornare mai più. Certo di più quelli di cui non si è avuta alcuna notizia.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2013 10 04 Alberto Lampedusa\r\n\r\nLa guerra ai poveri è fatta di respingimenti collettivi, è una guerra scritta nelle leggi che rendono impossibile entrare legalmente nel nostro paese per cercare un lavoro o un rifugio, perché la clandestinità non è una scelta ma un'imposizione dello Stato italiano.\r\nAl governo, ai padroni non è mai interessato fermare l'immigrazione, ma avere a disposizione tanti corpi clandestini, anonimi, ricattabili per metterli al lavoro, per piegarli alle esigenze dei padroni. Schiavi senza diritti. Schiavi la cui condizione ha fatto da modello per tritare buona parte del sistema di garanzie strappato in decenni di lotte durissime dai lavoratori italiani.\r\nNella sua forma più cruda è il modello nazista. Durante la seconda guerra mondiale nelle fabbriche della Germania hitleriana i prigionieri selezionati nei lager venivano sfruttati a morte e poi uccisi. Selezione, sfruttamento, sterminio dei corpi in eccesso, dei più deboli, degli anziani, dei bambini, dei malati. Il nazismo non fu una perversione ma la cruda realizzazione della logica del profitto, l'apoteosi del sistema capitalista, cui veniva fornita manodopera gratuita, sostituibile all'infinito.\r\nUn ideale difficile da eguagliare ma sempre vivo tra chi non ha altra morale che quella dei soldi.\r\n\r\nSulla Turco-Napolitano Bossi-Fini ascolta la diretta con Federico, un antirazzista triestino:\r\n2013 10 11 federico frontex Bossi Fini\r\n\r\nUna morale ragioniera\r\nQualche giorno dopo la strage di Lampedusa la commissione giustizia del Senato ha votato l'abolizione del reato di immigrazione clandestina. Tra i sì quello dei due senatori grillini. Il giorno dopo è scattata violentissima la reprimenda di Grillo e Casaleggio contro i due parlamentari che si erano discostati dal \"programma\", lo scarno vademecum del delegato a Cinque Stelle.\r\nCasaleggio usa argomenti da ragioniere populista, ricordando che nel nostro paese chi non attacca l'immigrazione perde voti. Un chiaro esempio di etica politica, quella che misura la saldezza dei propri principi sui punti che vale nella partita delle poltrone. Niente di nuovo sotto il sole.\r\nIl guru genovese, famoso per le sue dichiarazioni di stampo leghista sugli immigrati, considerati potenziali terroristi, non può che nuotare nel mare caldo della maggioranza rancorosa su cui si sono fondate le fortune della destra xenofoba.\r\nAltre crepe si aprono nella compagine pentastellata, dove il populismo giustizialista macina insieme le vicende giudiziarie di Berlusconi, gli affogati del Mediterraneo, gli affarucci della casta.\r\nDi fatto il reato di immigrazione clandestina è una scatola vuota, che costa ben poco buttare nel bidone della carta da riciclare. Il governo Berlusconi fu obbligato a cancellare la pena detentiva per adeguarsi alle normative che anche l'Italia aveva sottoscritto in sede europea. Oggi chi viola l'ordine di allontanarsi dal territorio nazionale rischia una multa da cinque a dieci mila euro. La sanzione non cancella il reato, anche se l'immigrato paga, resta sempre clandestino. Ne consegue che nessuno paga e nessuno se va spontaneamente dall'Italia.\r\nAbolire il reato di immigrazione clandestina sarebbe un gesto meramente simbolico. Certo anche i simboli contano, ma non vorremmo che qualcuno si salvasse la faccia con poco sforzo.\r\n\r\nNuovi democristiani\r\nDal canto suo Enrico Letta con raffinatezza democristiana dichiara al direttore di Repubblica Ezio Mauro, che da uomo e da politico, cancellerebbe la Bossi-Fini. Peccato che il governo delle grandi alleanze gli fornisca un buon alibi per fare bella figura senza fare nulla.\r\nI piroscafi stanno portando via le bare da Lampedusa: bisogna fare posto ai morti pescati di fresco. Altre centinaia nella contabilità di morte della Turco-Napolitano Bossi-Fini. La Libia del dopo Gheddafi non garantisce più il servizio delle proprie prigioni/lager. Un servizio pulito, dove gli ordini di Roma venivano eseguiti dall'esecrabile alleato.\r\nIl caos mediatico/politico dei morti di Lampedusa ha uno scopo molto chiaro: ottenere maggiori risorse dall'Europa, una sede di Frontex in Italia e più risorse per pagare i paesi della sponda sud del Mediterraneo perché facciano da gendarmi e carcerieri per migranti e profughi.\r\nCosì i corpi in eccesso potranno essere respinti, richiusi, seppelliti lontano dalle nostre sponde. Ancora una volta invisibili.\r\n\r\nIl corpo del nazista e il corpo politico\r\nSin troppo visibile è il corpo dell'anziano nazista Priebke. Nessuno lo vuole. In questo paese senza memoria un nazista morto crea imbarazzo. Come se una tomba al Verano fosse un eccesso di pietas, quella pietas che certo l'ufficiale delle SS non ebbe mai per le proprie vittime.\r\nCosì si assiste al paradosso che la strage di Stato di Lampedusa, i corpi in eccesso selezionati dal mare per conto del governo italiano hanno esequie di Stato, mentre il corpo del nazista ospitato per anni a Roma crea imbarazzo. Questione di identità. Gli italiani brava gente seppelliscono le vittime delle loro leggi, negano la sepoltura a chi, nel nome di una legge analoga, ha fatto fucilare 335 inermi. Per una singolare corrispondenza il numero delle vittime è quasi lo stesso.\r\n\r\nDanza macabra\r\nA Torino, senza pudore, i leghisti hanno compiuto la loro danza macabra nel centro cittadino. Qualche centinaio di metri di corteo, poche migliaia di persone hanno sfilato in un verde metallico che nulla ha della tenerezza dell'erba. Intorno a loro un dispositivo militare senza pari. Centinaia di poliziotti e carabinieri hanno paralizzato il centro, chiudendo in una morsa d'acciaio la manifestazione leghista.\r\nNonostante l'imponente dispositivo la manifestazione è stata contestata da più parti: non violenti in piazza CLN, No Tav in via Nizza, un migliaio di antirazzisti in corteo hanno assediato per ore i tristi padani. Gli antirazzisti hanno attraversato il centro cittadino, cercando di raggiungere la stazione. La polizia ha fatto leggere ma frequenti cariche per impedire al corteo di avvicinarsi ai leghisti.\r\nPer loro i morti di Lampedusa sono una festa. Come dimenticare i manifesti, che incitavano a fermare l’invasione? Come dimenticare la presidente leghista della Camera Irene Pivetti che nel 1997 esortava la Marina Militare a speronare le barche degli immigrati? Il 28 marzo la corvetta Sibilla mandò a picco la Kater i Rades piena di albanesi. Vennero recuperati solo 81 corpi. Gli altri restarono tra le braccia del Mediterraneo.\r\nIl figlio del Senatur qualche anno dopo è andato proprio in Albania ad acquisire una laurea.\r\nLa presidente ultracattolica della Camera passò dal modello Vandea a quello sado maso, restando così coerente con se stessa.\r\nI democratici, da vent'anni al governo della città, hanno scelto di stare al coperto. Un silenzio fragoroso.\r\nNelle stesse ore a Roma i sinceri democratici sfilavano per la Costituzione, come se l'astrattezza dei principi potesse fare argine alla concreta ferocia del nostro tempo.\r\nIl boia delle Ardeatine ha sempre negato le camere a gas, i forni che smaltivano quel che restava dei corpi in eccesso.\r\nI boia democratici rendono omaggio alle loro vittime.","13 Ottobre 2013","2018-10-17 22:59:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/mare-nostrum-200x110.jpg","I morti di Lampedusa, il vecchio nazista, la danza macabra della Lega Nord",1381689483,[64,466,467,468,469],"http://radioblackout.org/tag/lampedusa/","http://radioblackout.org/tag/lega-nord/","http://radioblackout.org/tag/priebke/","http://radioblackout.org/tag/razzismo-di-stato/",[20,471,331,327,339],"Lampedusa",{"post_content":473},{"matched_tokens":474,"snippet":475,"value":476},[75,75],"Corpi \u003Cmark>in\u003C/mark> eccesso\r\n359 bare allineate \u003Cmark>in\u003C/mark>","Corpi \u003Cmark>in\u003C/mark> eccesso\r\n359 bare allineate \u003Cmark>in\u003C/mark> un hangar per dare una parvenza di dignità alle ultime vittime della frontiera sud della Fortezza Europa. 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