","Tunisi. L'altro forum","post",1428528744,[47,48,49,50],"http://radioblackout.org/tag/altro-forum/","http://radioblackout.org/tag/leggi-liberticide/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-della-fame-disoccupati-tunisini/","http://radioblackout.org/tag/tunisia/",[17,19,21,15],{"post_content":53,"tags":58},{"matched_tokens":54,"snippet":56,"value":57},[55],"della","e singoli compagni e compagne \u003Cmark>della\u003C/mark> sponda europea del Mediterraneo ed","Dal 27 al 29 marzo si è tenuto a Tunisi l'Incontro Anarchico Mediterraneo organizzato dall'Internazionale delle Federazioni Anarchiche, dalla Federazione Anarchica francofona e dal collettivo tunisino “Le Commun Libertaire”. All'incontro hanno partecipato anche organizzazioni e singoli compagni e compagne \u003Cmark>della\u003C/mark> sponda europea del Mediterraneo ed il Kurdistan Anarchist Forum, oltre ovviamente agli anarchici e libertari del Nord Africa, soprattutto \u003Cmark>tunisini\u003C/mark>. I compagni del Movimento Socialista Libertario egiziano hanno purtroppo potuto inviare solo un comunicato di saluti e sostegno solidale all'Incontro, perché la situazione repressiva imposta dalla dittatura militare in Egitto ha di fatto reso impossibile la loro partecipazione.\r\n\r\nIn quella stessa settimana si è svolto proprio a Tunisi il Forum Sociale Mondiale, che ha avuto una grande copertura mediatica ed una vasta partecipazione. L'Incontro Anarchico Mediterraneo è stato invece la prima tappa di un percorso concreto di confronto e relazione finalizzato a sviluppare delle pratiche reali di solidarietà internazionalista nel Mediterraneo. Quindi l'incontro che ha cercato di riunire in uno spazio di confronto i libertari e gli anarchici dell'area mediterranea, si è tenuto in parallelo e di fatto ha costituito un'alternativa ad un Forum Sociale Mondiale legato ormai a dinamiche istituzionali e che, in questa edizione tunisina, vedeva la presenza più o meno diretta tra gli organizzatori anche di quei partiti che hanno di fatto recuperato politicamente la spinta rivoluzionaria in Tunisia, cercando di ricondurla entro il recinto \u003Cmark>della\u003C/mark> politica parlamentare e delle sue dinamiche di potere.\r\n\r\nL'Incontro è stato un'opportunità per confrontarsi direttamente con compagni e compagne che in Tunisia sono attivi sul territorio. Si è parlato \u003Cmark>della\u003C/mark> gravissima situazione sociale, soprattutto nelle regioni interne \u003Cmark>della\u003C/mark> Tunisia, là dove nel dicembre 2010 esplose da Sidi Bou Zid la rivolta che poi portò alla cacciata di Ben Ali. In queste zone quasi niente sembra essere cambiato: la disoccupazione, la repressione \u003Cmark>della\u003C/mark> polizia, la mancanza di strutture sanitarie, la condizione delle donne che lavorano nei campi dalle 8 alle 12 ore al giorno per 4 euro e devono al medesimo tempo lavorare a casa. Queste aree dimenticate dopo la rivolta dalle burocrazie di partiti e sindacati sono diventate terreno fertile per la propaganda di gruppi religiosi salafiti, che approfittano \u003Cmark>della\u003C/mark> delusione e delle condizioni di miseria dei giovani per fare proseliti. Ma in queste zone continuano ancora le lotte dei giovani \u003Cmark>disoccupati\u003C/mark>, dei lavoratori, delle donne e di coloro che per la loro attività contro il regime di Ben Ali ancora sono esclusi da certi lavori, perché sono ancora in vigore, dopo quasi 5 anni, le “liste nere” delle dittatura.\r\n\r\nPer questo i compagni affermano che in Tunisia la rivoluzione è ancora da fare e stanno cercando di favorire processi organizzativi più stabili sia tra gli anarchici e i libertari, sia nei movimenti sociali \u003Cmark>tunisini\u003C/mark>. Questo anche perché non escludono che nel futuro in Tunisia si possa avere un ritorno ad una forma di dittatura o comunque una restrizione delle libertà.\r\n\r\nProprio mentre l'Incontro Anarchico Mediterraneo si avviava a concludersi, domenica 29 marzo si è tenuta a Tunisi una manifestazione contro il terrorismo in risposta alla strage al museo del Bardo che ha visto marciare in prima fila, oltre ai governanti \u003Cmark>tunisini\u003C/mark>, anche Renzi, il presidente francese Hollande, ed altri esponenti di paesi europei ed africani. Una replica coloniale \u003Cmark>della\u003C/mark> marcia di Parigi dopo i fatti di Charlie Hebdo del gennaio scorso. Una marcia che potrebbe legittimare una stretta autoritaria in Tunisia e nuove guerre nel Mediterraneo.\r\n\r\nPer questo, allo scopo di porre una prima base per lo sviluppo di una solidarietà internazionalista concreta contro le guerre nel mediterraneo e contro la repressione dei governi, è uscito dall'incontro un breve comunicato contro la violenza delle religioni, degli Stati e \u003Cmark>della\u003C/mark> polizia e altresì contro ogni possibile strumentalizzazione politica \u003Cmark>della\u003C/mark> strage al Bardo che porti a nuove leggi liberticide, che servano a giustificare la criminalizzazione dei movimenti sociali e sindacali.\r\n\r\nAscolta l'intervista con Dario:\r\n\r\nDario_Tunisia_RiunioneLibertaria",[59,61,63,70],{"matched_tokens":60,"snippet":17},[],{"matched_tokens":62,"snippet":19},[],{"matched_tokens":64,"snippet":69},[65,55,66,67,68],"sciopero","fame","disoccupati","tunisini","\u003Cmark>sciopero\u003C/mark> \u003Cmark>della\u003C/mark> \u003Cmark>fame\u003C/mark> \u003Cmark>disoccupati\u003C/mark> \u003Cmark>tunisini\u003C/mark>",{"matched_tokens":71,"snippet":15},[],[73,79],{"field":22,"indices":74,"matched_tokens":76,"snippets":78},[75],2,[77],[65,55,66,67,68],[69],{"field":80,"matched_tokens":81,"snippet":56,"value":57},"post_content",[55],2893615515669364700,{"best_field_score":84,"best_field_weight":85,"fields_matched":75,"num_tokens_dropped":33,"score":86,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":33},"5523317457152",13,"2893615515669364842",5,6646,{"collection_name":44,"first_q":21,"per_page":90,"q":21},6,{"facet_counts":92,"found":14,"hits":104,"out_of":134,"page":14,"request_params":135,"search_cutoff":23,"search_time_ms":136},[93,99],{"counts":94,"field_name":97,"sampled":23,"stats":98},[95],{"count":14,"highlighted":96,"value":96},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":100,"field_name":22,"sampled":23,"stats":103},[101],{"count":14,"highlighted":102,"value":102},"41bis",{"total_values":14},[105],{"document":106,"highlight":121,"highlights":126,"text_match":129,"text_match_info":130},{"comment_count":33,"id":107,"is_sticky":33,"permalink":108,"podcastfilter":109,"post_author":110,"post_content":111,"post_date":112,"post_excerpt":39,"post_id":107,"post_modified":113,"post_thumbnail":114,"post_title":115,"post_type":116,"sort_by_date":117,"tag_links":118,"tags":120},"79460","http://radioblackout.org/podcast/41bis-7novembre-frontex-e-ong-donotpay-ai/",[96],"bellocome","Estratti dalla puntata del 16 gennaio 2023 di Bello Come una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nINTRODUZIONE\r\n\r\nIniziamo questa puntata di Bello Come Una Prigione Che Brucia con qualche riflessione sulla più importante lotta anticarceraria attualmente in atto in Italia, quella contro 41bis ed ergastolo ostativo, rilanciata dallo sciopero della fame di Alfredo Cospito: un confronto con la tortura dei prigionieri Tupamaros, il 41bis e le sue giustificazioni, la dimensione non personalistica della mobilitazione.\r\n\r\nA margine alcune brevi notizie su cui speriamo di tornare con più calma: “aggressioni” in carcere a Torino, sfruttamento di manodopera schiavizzata dalla Bielorussia alla Louisiana, l’invio di forze dell’ordine nei reparti ospedalieri come soluzione alla crisi della sanità neoliberista.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BCUPCB_intro-41bis-sanita.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nNAPOLI: LOTTA E REPRESSIONE DEL MOVIMENTO DISOCCUPATI 7 NOVEMBRE\r\n\r\nIl Movimento Disoccupati 7 Novembre, anche nelle ultime settimane, sta portando nelle strade di Napoli una forte mobilitazione di classe contro l’assenza di lavoro, contro la concentrazione delle ricchezze, contro la macchina della guerra, esprimendo solidarietà anche con lo sciopero della fame di Alfredo Cospito.\r\n\r\nInsieme ad Angelo cerchiamo di approfondire le rivendicazioni di questo movimento e gli attacchi repressivi con cui deve confrontarsi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BCUPCB_7novembre.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nFRONTEX VIOLA I DIRITTI UMANI PERCHE’ HA TROPPO POCHI AGENTI?\r\n\r\nDa più parti è stata evidenziata la relazione tra presenza di Frontex all’interno di una scenario e violazioni dei diritti umani fondamentali. Il FRO (Fundamental Rights Officer) dell’agenzia ha dichiarato che la soluzione non può che ricercarsi in un aumento degli effettivi di Frontex schierati all’interno dei suddetti scenari.\r\n\r\nNe parliamo insieme a Yasha Maccanico di Statewatch.org:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BCUPCB_FRO_frontex_yasha.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nTEORIE DEL COMPLOTTO, ONG, WAR ON MIGRANTS…\r\n\r\nMentre in Italia si implementano norme per sottrarre la presenza e gi sguardi scomodi delle navi ONG dal Mediterraneo, sbucano dei filmati “rimasti nascosti” di un sottomarino militare che scagionerebbero il ministro Salvini dalle accuse di sequestro di persona.\r\n\r\nI toni torbidi non riguardano solo l’attualità, ma anche la genesi del teorema che vorrebbe rappresentare le navi ONG come complici dei “trafficanti di esseri umani”.\r\n\r\nNe parliamo con Lorenzo D’Agostino, co-autore - insieme a Zach Cambell - di un’inchiesta che cerca di fare luce su questi scenari:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BCUPCB_Lorenzo-rebel-boat.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nINTELLIGENZA ARTIFICIALE E PROCESSI CYBERGUIDATI\r\n\r\nAbbiamo parlato in più occasioni della relazione che sta instaurandosi tra IA e apparato sanzionatorio, dalla valutazione del rischio per la messa in prova fino all’implementazione del sistema Smart Court - System Of Systems in Cina.\r\n\r\nNegli USA, la start-up DoNotPay propone una sorta di “suggeritore” in tempo reale per guidare le persone imputate di reati legati al codice della strada all’interno delle udienze; un sistema rappresentato come “avvocato robot”. Cosa può produrre questa progressiva delega cognitiva e interpretativa dell’umano verso l’intelligenza artificiale? 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