","Malpensa. Sciopero ad oltranza","post",1707918587,[60,61,62],"http://radioblackout.org/tag/cargo-city/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-illegale/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-malpensa/",[64,65,66],"cargo city","sciopero illegale","sciopero malpensa",{"post_content":68,"post_title":73,"tags":77},{"matched_tokens":69,"snippet":71,"value":72},[70],"sciopero","dell’aeroporto di Malpensa erano in \u003Cmark>sciopero\u003C/mark> dal 9 ottobre, quando, al","I lavoratori della Milano Logistica Europa – MLE - nella Cargo City dell’aeroporto di Malpensa erano in \u003Cmark>sciopero\u003C/mark> dal 9 ottobre, quando, al termine di un primo blocco di 24 ore, avevano deciso in assemblea di continuare ad oltranza, finché non avessero ottenuto un risultato concreto. Una decisione molto forte, perché con le norme antisciopero in vigore nel settore pubblico, particolarmente cogenti nei trasporti, rischiavano pesantissime sanzioni. Sanzioni individuali e sanzioni collettive nei confronti dei sindacati di base, in cui si organizzavano.\r\nHanno deciso di rompere la gabbia della 146. Per cinque giorni non hanno né caricato né scaricato nulla in uno degli hub aeroportuali più grandi d’Italia.\r\nLa direzione ha contrattaccato chiamando, in barba alle stesse normative, crumiri di Roma ed inviando lettere agli scioperanti in cui contestava “l’abbandono del posto di lavoro”, una mossa che può preludere al licenziamento. La stessa legge 146 prevede che le sanzioni verso chi sciopera non possano riguardare la conservazione del posto di lavoro.\r\nLa lotta è scattata dopo la sottoscrizione del contratto nazionale da parte di CGIL, CISL e UIL, che non soddisfa nessuna delle richieste salariali e normative dei lavoratori. Lavoratori che avevano maturato 5.000 euro di arretrati nel periodo di vacanza contrattuale, e 300 euro di aumento mensile. Il contratto siglato dai sindacati di Stato prevede solo 200 euro di aumento e 500 euro per gli arretrati. I turni straordinari, i festivi e i notturni sono calcolati con un’aliquota calcolata sui dati del 2016.\r\nNello stesso comparto, un’altra società la Alha ha sottoscritto un accordo aziendale migliore per i lavoratori. Questa scelta ha fatto scattare l’espulsione dall’Asso handling, associazione datoriale del settore all’interno di Confindustria.\r\nSostengono la lotta Flai, Cub Trasporti, Adl e Usb.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Amoroso della CUB Trasporti.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-13-amoroso-sciopero-malpensa.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIeri, dopo la nostra diretta, si è conclusa una trattativa in Prefettura iniziata in tarda\r\nmattinata. 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Alla fabbrica di sacchi di fibra plastica GREIF, nella periferia europea della capitale turca, gli operai che da due settimane hanno bloccato la produzione occupando lo stabilimento hanno aperto le porte ai solidali.\r\n\r\nDario, un compagno di Torino e alcuni suoi amici hanno deciso di approfittare dell'occasione per conoscere la lotta.\r\nDi seguito alcuni stralci dal suo racconto.\r\n\r\n\"Domenica abbiamo avuto una lunga discussione con diversi operai che ci hanno raccontato la loro lotta. Rıportiamo quello che che ci hanno raccontato. Tutto è iniziato deci mesi fa quando quattro operai, provenienti da contesti territoriali turchi molto conflittuali e quindi portatori di una forte coscienza politica, hanno iniziato a fare propaganda rıuscendo a far iscrivere 228 operai al sindacato rivoluzionario DISK, cosa che ha permesso la possibilità di aprire una trattativa con l’azienda. La lotta si è organizzata attraverso la creazione di diversi comitati nei differenti settori della fabbrica. Oggi il numero degli iscritti al DISK é salito a 700.\r\nL’otto novembre la padronanza ha presentato una lista di 16 operai politicamente molto attivi dicendo che sarebbero stati licenziati. Il primo è stato licenziato il giorno stesso, ne è seguito uno sciopero di otto ore che ha portato alla sua riassunzione.\r\nDi questi 1500 operai, circa 500 sono assunti direttamente alla GREIF mentre gli altri 1000 sono assunti attraverso 44 aziende esterne nonostante la legge n° 4857 consenta al solo settore terziario la pratica dell’esternalizzazione. Manco a dirlo questi 1000 operai non hanno gli stesso diritti e la stessa retribuzione.\r\nTra novembre e dicembre si è aperta la trattativa attraverso portavoce scelti direttamente dai lavoratori che hanno presentato 66 articoli di cui i 56 meno rilevanti sono stati accettati, mentre i dieci più importanti, come ad esempio la fine dell’esternalizzazione, l’aumento salariale, la tredicesima, l’aiuto per gli studenti-lavoratori e per i figli a carico dei lavoratori, sono stati rigettati dall’azienda che ha minacciato di licenziare tutti quanti.\r\nDopo le minacce di licenziamento di massa ricevute, il dieci febbraio i comitati dichiarano lo sciopero e la sera stessa occupano la fabbrica prendendo su di sé tutte le responsabilità.\r\n\r\nLa confederazione sindacale DISK proviene dalla scissione del sindacatoTurk-iş creato nel 1952 dagli USA per controllare i lavoratori. La scissione avvenuta nel 1967 a opera della componente rivoluzionaria, perlopiù minatori e metalmeccanici, ha portato alla creazione della Confederazione dei Sindacati dei Lavoratori Rivoluzionari. Fino al 1980 il DISK ha portato avanti e vinto molte battaglie ma con il colpo di stato mılitare i leader degli operai assieme alla quasi totalità dei rivoluzionari turchi sono stati uccisi o arrestati. Al vertice del sindacato sono stati posti “i signori del sindacato” come li chiamano qui, che hanno fossilizzato nella burocrazia la lotta sindacale.\r\n\r\nIl DISK ovviamente era informato della volontà di occupare la GREIF bloccando la produzione, ma quando ciò è avvenuto il sindacato ha disconosciuto con un comunicato ufficiale questa pratica perché illegale, dicendo che era avvenuta a loro insaputa. I lavoratori hanno protestato con un presidio davanti la sede e poi entrando all’interno. Proprio in questi ultimi giorni cadeva il quarantasettesimo compleanno del sindacato che guarda caso non ha invitato gli operai GREIF alla festa. I lavoratori, dicendo che sono loro il DISK, hanno organizzato i festeggiamenti all’interno della fabbrica occupata, poi la protesta si è spostata in piazza Taksim.\r\nPochi giorni dopo il DISK ha dovuto appoggiare formalmente l’occupazione senza però dare il minimo sostegno materiale.\r\n\r\nAscolta l'intervista con Dario:\r\n\r\nturchia_greif","5 Marzo 2014","2014-03-06 13:53:49","Istanbul. Gli operai si prendono la fabbrica",1394033356,[118,119,120,121,122],"http://radioblackout.org/tag/greif/","http://radioblackout.org/tag/istanbul/","http://radioblackout.org/tag/occupazione/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[17,23,124,70,125],"occupazione","Turchia",{"post_content":127,"tags":131},{"matched_tokens":128,"snippet":129,"value":130},[70],"stesso, ne è seguito uno \u003Cmark>sciopero\u003C/mark> di otto ore che ha","Istanbul febbraio 2014. 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Il partito socialista di Pedro Sanchez, dopo un lungo tentennamento, si è schierato in modo secco a fianco degli unionisti. Questa decisione potrebbe dare a Rajoy la maggioranza necessaria a far scattare l'articolo della costituzione che permette la sospensione dell'autonomia catalana.\r\n\r\nIn queste ore i Mossos, la polizia catalana, quella che, in caso di indipendenza, diverrebbe la polizia nazionale della nuova Repubblica, ha chiuso il parco che circonda il parlamento per difenderlo da attacchi.\r\n\r\nLa guardia civil e la policia centrale sono schierate da giorni in Catalogna, pronte ad intervenire.\r\n\r\nIl fine settimana è stato caratterizzato da un'imponente manifestazione unionista per le strade di Barcellona, cui hanno preso parte anche esponenti dell'estrema destra. I numeri, sebbene inferiori alle manifestazioni indipendentiste della settimana precedente, sono comunque indicativi di una società catalana spaccata in due. La Catalogna è terra di immigrazione sin dall'ottocento, Barcellona è una grande città cosmopolita. La grande industria sta dando segnali di nervosismo di fronte al possibile acuirsi della crisi, mentre la piccola e media impresa si attesta sul fronte catalanista. I due fronti che si stanno combattendo appaiono attraversati da un'analoga attitudine interclassista. Tutti insieme sulla stessa barca in nome di opposti nazionalismi.\r\n\r\n \r\n\r\nUn altro elemento sul piatto è la polarizzazione provocata dalla violenta repressione del 1° ottobre, il giorno del referendum, che il governo di Madrid ha provato ad impedire, perché lo ha considerato illegittimo. La creazione di un nuovo Stato, con relativi confini, esercito e polizia è una prospettiva che raccoglie un forte consenso.\r\n\r\n \r\n\r\nLe forze politiche che avevano spinto, e spingono, verso la secessione sono diverse e spesso in conflitto tra loro. Un ex partito moderato, Convergencia i Uniò, quello da cui proviene il President Carles Puigdemont, si è trasformato in un acceso gruppo indipendentista nel giro di pochi mesi cambiando il nome in Partit Democratic de Cataluunya . Pesa sulla metamorfosi soprattutto la volontà di deviare l’insoddisfazione generale verso i dirigenti politici regionali responsabili di una serie di misure antipopolari: taglio delle spese sociali, in particolare nell’istruzione e nella sanità, oltre che in ambito pensionistico, che avevano peggiorato le condizioni di vita di milioni di catalani.\r\n\r\n \r\n\r\nDopo le elezioni della Generalitat del 2015, terminate con la vittoria degli indipendentisti come numero di seggi, ma non di voti, si rafforza anche un nuovo protagonista del teatro elettorale, la CUP (Candidaturas de Unidad Popular), un partito “anticapitalista” che sembra sia riuscito a rappresentare a livello istituzionale il dissenso sociale radicalizzato. La CUP dispone di pochi, ma determinanti seggi e per appoggiare il Govern, ha imposto le dimissioni di Artur Mas denunciato come il responsabile dei provvedimenti antisociali avviati già da alcuni anni. Il suo successore, l’ormai noto a livello mondiale Carles Puigdemont, però era il suo principale collaboratore nelle scelte politiche antipopolari.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ molto interessante, come sintomo della diffusa rabbia contro il Parlament, il fatto che, nella primavera del 2011, migliaia manifestanti assediarono questo edificio a Barcellona e costrinsero Artur Mas ad atterrare in elicottero. Lo scopo era di impedire le preannunciate decisioni antisociali. Si trattò quindi di un’evidente protesta extra e antistituzionale a sfondo decisamente sovversivo.\r\n\r\n \r\n\r\nLa terza componente separatista è la storica Esquerra Republicana de Catalunya che è riuscita ad aumentare notevolmente i consensi sfruttando il nuovo vento di opinione pubblica. L’alleanza delle tre formazioni indipendentiste ha dato vita, dopo molti mesi, ad un Govern che si è pubblicamente impegnato ad attuare, in pochi mesi, una Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza. Il referendum del 1° ottobre avrebbe dovuto essere un passaggio di legittimazione e i tempi erano stati accelerati.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDa parte sua, il Governo di Madrid, dove il Partido Popular di Mariano Rajoy, pur in minoranza parlamentare, aveva occupato i posti di potere con la cruciale astensione dei socialisti e aveva già dichiarato illegale la consultazione e minacciato forme di attacco frontale che ai più sembravano poco probabili. La magistratura, in buona parte di nomina governativa, aveva affiancato l’esecutivo annullando così l’antica (ipotetica e classica) divisione dei poteri.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIn teoria, Madrid avrebbe potuto considerare senza effetti pratici il referendum e annullarne ogni conseguenza istituzionale, ma ciò non bastava ad affermare la netta superiorità della capitale rispetto alla periferia ribelle, insoddisfatta del livello di autonomia già riconosciuta. Si può perciò capire perché era necessario l’invio della Policia Nacional e della Guardia Civil con le esplicite disposizioni di usare la violenza senza troppe incertezze e di impedire il voto sgomberando brutalmente i seggi. Nel rifiuto di ogni mediazione e nella durezza repressiva si potrebbe ipotizzare una manovra del Partido Popular per conquistare la maggioranza assoluta in una prossima ravvicinata elezione generale. L’arma segreta per carpire fette più ampie di delega sarebbe il confuso, ma reale, sentimento di diffidenza anticatalanista presente nel centro e nel sud della Spagna.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIl 3 ottobre uno sciopero generale, convocato da tempo per i diritti sociali e contro la repressione da un insieme di sindacati di base (tra cui la CNT e la CGT), ha poi offerto l’occasione per una serie di manifestazioni enormi. Le strade del centro non sono riuscite a contenere le centinaia di migliaia di persone che hanno urlato la propria rabbia in faccia ai poliziotti pur non usando metodi di aperta rivolta violenta. Anche l’ambiguità data dall’adesione dei piccoli e medi industriali alla “fermata nazionale” (il termine sciopero non è digeribile) è stata superata nelle iniziative vere in piazza. I sindacati maggioritari, la UGT socialista e le Comisiones Obreras catalane, all’ultimo momento hanno dovuto aderire alla protesta per non essere tagliate fuori. I picchetti combattivi di fronte alle fabbriche e i blocchi stradali diffusi ovunque, opere quasi spontanee e dove i militanti dei sindacati minoritari si sono impegnati a fondo, hanno dato la misura del coinvolgimento di movimenti di base tutt’altro che moderati.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Claudio Venza, docente di storia della Spagna contemporanea.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n2017 10 10 venza cat","10 Ottobre 2017","2017-10-12 17:47:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/mossos-guardia-civil-policia-nacional_10_670x355-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"159\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/mossos-guardia-civil-policia-nacional_10_670x355-300x159.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/mossos-guardia-civil-policia-nacional_10_670x355-300x159.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/mossos-guardia-civil-policia-nacional_10_670x355.png 670w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Catalogna. 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La CUP dispone di pochi, ma determinanti seggi e per appoggiare il Govern, ha imposto le dimissioni di Artur Mas denunciato come il responsabile dei provvedimenti antisociali avviati già da alcuni anni. Il suo successore, l’ormai noto a livello mondiale Carles Puigdemont, però era il suo principale collaboratore nelle scelte politiche antipopolari.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ molto interessante, come sintomo della diffusa rabbia contro il Parlament, il fatto che, nella primavera del 2011, migliaia manifestanti assediarono questo edificio a Barcellona e costrinsero Artur Mas ad atterrare in elicottero. Lo scopo era di impedire le preannunciate decisioni antisociali. Si trattò quindi di un’evidente protesta extra e antistituzionale a sfondo decisamente sovversivo.\r\n\r\n \r\n\r\nLa terza componente separatista è la storica Esquerra Republicana de Catalunya che è riuscita ad aumentare notevolmente i consensi sfruttando il nuovo vento di opinione pubblica. L’alleanza delle tre formazioni indipendentiste ha dato vita, dopo molti mesi, ad un Govern che si è pubblicamente impegnato ad attuare, in pochi mesi, una Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza. Il referendum del 1° ottobre avrebbe dovuto essere un passaggio di legittimazione e i tempi erano stati accelerati.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDa parte sua, il Governo di Madrid, dove il Partido Popular di Mariano Rajoy, pur in minoranza parlamentare, aveva occupato i posti di potere con la cruciale astensione dei socialisti e aveva già dichiarato \u003Cmark>illegale\u003C/mark> la consultazione e minacciato forme di attacco frontale che ai più sembravano poco probabili. La magistratura, in buona parte di nomina governativa, aveva affiancato l’esecutivo annullando così l’antica (ipotetica e classica) divisione dei poteri.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIn teoria, Madrid avrebbe potuto considerare senza effetti pratici il referendum e annullarne ogni conseguenza istituzionale, ma ciò non bastava ad affermare la netta superiorità della capitale rispetto alla periferia ribelle, insoddisfatta del livello di autonomia già riconosciuta. Si può perciò capire perché era necessario l’invio della Policia Nacional e della Guardia Civil con le esplicite disposizioni di usare la violenza senza troppe incertezze e di impedire il voto sgomberando brutalmente i seggi. Nel rifiuto di ogni mediazione e nella durezza repressiva si potrebbe ipotizzare una manovra del Partido Popular per conquistare la maggioranza assoluta in una prossima ravvicinata elezione generale. L’arma segreta per carpire fette più ampie di delega sarebbe il confuso, ma reale, sentimento di diffidenza anticatalanista presente nel centro e nel sud della Spagna.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIl 3 ottobre uno \u003Cmark>sciopero\u003C/mark> generale, convocato da tempo per i diritti sociali e contro la repressione da un insieme di sindacati di base (tra cui la CNT e la CGT), ha poi offerto l’occasione per una serie di manifestazioni enormi. Le strade del centro non sono riuscite a contenere le centinaia di migliaia di persone che hanno urlato la propria rabbia in faccia ai poliziotti pur non usando metodi di aperta rivolta violenta. Anche l’ambiguità data dall’adesione dei piccoli e medi industriali alla “fermata nazionale” (il termine \u003Cmark>sciopero\u003C/mark> non è digeribile) è stata superata nelle iniziative vere in piazza. I sindacati maggioritari, la UGT socialista e le Comisiones Obreras catalane, all’ultimo momento hanno dovuto aderire alla protesta per non essere tagliate fuori. I picchetti combattivi di fronte alle fabbriche e i blocchi stradali diffusi ovunque, opere quasi spontanee e dove i militanti dei sindacati minoritari si sono impegnati a fondo, hanno dato la misura del coinvolgimento di movimenti di base tutt’altro che moderati.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Claudio Venza, docente di storia della Spagna contemporanea.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n2017 10 10 venza cat",[189],{"field":99,"matched_tokens":190,"snippet":186,"value":187},[82],{"best_field_score":153,"best_field_weight":154,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":192,"tokens_matched":90,"typo_prefix_score":46},"1155199671761633393",6646,{"collection_name":57,"first_q":65,"per_page":195,"q":65},6,{"facet_counts":197,"found":243,"hits":244,"out_of":404,"page":14,"request_params":405,"search_cutoff":35,"search_time_ms":195},[198,223],{"counts":199,"field_name":220,"sampled":35,"stats":221},[200,202,204,206,208,210,212,214,216,218],{"count":38,"highlighted":201,"value":201},"frittura mista",{"count":14,"highlighted":203,"value":203},"calcio",{"count":14,"highlighted":205,"value":205},"anarres",{"count":14,"highlighted":207,"value":207},"8 marzo",{"count":14,"highlighted":209,"value":209},"lotto marzo",{"count":14,"highlighted":211,"value":211},"transfemminismo",{"count":14,"highlighted":213,"value":213},"calcio popolare",{"count":14,"highlighted":215,"value":215},"calcio femminile",{"count":14,"highlighted":217,"value":217},"calcio transfemminista",{"count":14,"highlighted":219,"value":219},"Aurora Vanchiglia Transfemminista","podcastfilter",{"total_values":222},10,{"counts":224,"field_name":34,"sampled":35,"stats":241},[225,227,229,231,233,235,237,239],{"count":14,"highlighted":226,"value":226},"g7",{"count":14,"highlighted":228,"value":228},"rider",{"count":14,"highlighted":230,"value":230},"torino",{"count":14,"highlighted":232,"value":232},"aborto",{"count":14,"highlighted":234,"value":234},"deliveroo",{"count":14,"highlighted":236,"value":236},"silvestri e deri",{"count":14,"highlighted":238,"value":238},"piazza femminista",{"count":14,"highlighted":240,"value":240},"sciopero fattorini",{"total_values":242},8,5,[245,272,332,360,382],{"document":246,"highlight":260,"highlights":265,"text_match":268,"text_match_info":269},{"comment_count":46,"id":247,"is_sticky":46,"permalink":248,"podcastfilter":249,"post_author":250,"post_content":251,"post_date":252,"post_excerpt":52,"post_id":247,"post_modified":253,"post_thumbnail":254,"post_title":255,"post_type":256,"sort_by_date":257,"tag_links":258,"tags":259},"68835","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-27-04-2021/",[201],"fritturamista","Il primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enrico Riboni sui 50 giorni di sciopero, in corso in questi giorni, degli operator* sanitari pubblici a Neuquén, in Argentina, che non ha precedenti. 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Persone che spariscono dagli spazi che hanno fatto loro violenza e persone i cui corpi non si incastrano con i requisiti richiesti da quei luoghi che consideriamo liberati!\r\n\r\nIl nostro desiderio è di portare sui campi, sui ring e per le strade, la nostra gentile rivoluzione: giocare per il gusto di giocare, essere un luogo di sperimentazione sportiva e sociale, avere rispetto per le persone avversarie ed avere cura delle splendide unicità che ci compongono.\r\n\r\nLe nostre corpe, ancora oggi, non sono ritenute degne, adatte e capaci di praticare uno sport maschio, macho, violento e performativo. E meno male! Noi pratichiamo un altro sport, quello in cui conta più il percorso che l’arrivo, quello in cui si colpiscono menti, palloni e patriarcato, quello in cui chiunque trova casa dando quello che può, se può.\r\n\r\nAnche noi esistiamo e facciamo sport, uno sport necessariamente diverso da quello mainstream, che deve e può essere di tutt3, anche nostro! È di chi fa due porte con le felpe in cortile, è di chi sente i sussulti allo stomaco guardando le moviole, è di chi lo usa per fare attività fisica e relazioni sociali, è di chi si diverte a praticarlo, è di chi crede in una squadra come in una persona amica.\r\n\r\nQuesto 8 marzo, scendiamo in piazza anche come soggetti non conformi e sportivi, per rivendicare le nostre fortune e le nostre fatiche, in questo mondo sportivo binario, patriarcale, razzista e capitalista.\r\n\r\nQuesto 8 marzo, ricordiamo quanta strada c’è ancora da fare perché lo sport popolare sia davvero un contenitore equo e libero da convinzioni e pratiche sociali oppressive, che costituiscono ostacoli all'accessibilità.\r\n\r\nChe viva lo sport popolare, gli spazi per praticarlo, e le persone che lo rendono possibile!\r\n\r\nBuon 8 marzo di lotta!","27 Aprile 2025","2025-04-27 22:25:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/podcast_PODCAST-APP-COVER-copia-200x110.png","SPOT - AURORA VANCHIGLIA TRANSFEMMINISTA: 8 MARZO SCIOPERO TRANSFEMMINISTA",1745792704,[],[],{"post_content":346,"post_title":350},{"matched_tokens":347,"snippet":348,"value":349},[82],"le operazioni contro lo streaming \u003Cmark>illegale\u003C/mark>. I club vendono i diritti","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/puntata-5-marzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAustralian Open e Avatar AIDurante gli Australian Open, alcuni match sono stati trasmessi gratis su YouTube usando avatar animati creati con l'intelligenza artificiale, stile Wii Tennis. Un modo per aggirare i diritti TV, dato che Tennis Australia non aveva la licenza completa per tutte le partite.\r\nCaos diritti TV nel calcioOggi seguire il calcio è difficile e costoso: partite spezzettate su mille piattaforme, biglietti allo stadio carissimi. I tifosi subiscono, senza voce in capitolo. Aumentano inoltre le operazioni contro lo streaming \u003Cmark>illegale\u003C/mark>. I club vendono i diritti alle emittenti senza pensare ai tifosi. I campionati più seguiti si prendono la fetta grossa, agli altri sport restano pochi spiccioli.\r\nSerie A Femminile: Poule ScudettoDal primo marzo parte la seconda fase del campionato: le prime cinque squadre si giocano il titolo, le ultime si battono per la salvezza, in vista di una riforma che allargherà la Serie A a 12 squadre.\r\nNovità dal mondo del calcio femminile\r\n\r\n\r\n \tTems, cantante nigeriana, è diventata proprietaria di un club MLS.\r\n \tIn Olanda nasce Hera United, primo club professionistico senza squadra maschile. Un tentativo concreto di cambiare un sistema ancora dominato da logiche maschili.\r\n \tRubiales condannato a stare lontano da Hermoso e a pagare una multa ridicola, nonostante la gravità del gesto avvenuto in mondovisione.\r\n \tIl Brighton sta progettando il primo stadio dedicato solo alla squadra femminile: apertura prevista entro il 2027-28.\r\n\r\n\r\n \t\r\nPer la prima volta, la Panini ha pubblicato un album di figurine dedicato solo al calcio femminile. È stato subito un successo, ma non sono mancati i soliti commenti sessisti.\r\n\r\n\r\nVerso l'8 marzo\r\nMARZO - \u003Cmark>SCIOPERO\u003C/mark> TRANSFEMMINISTA\r\nLo sport popolare costruisce protagonismo e abbatte la competizione performativa!\r\n\r\nSiamo un insieme di persone che attraversano il mondo dello sport popolare torinese e che sentono il bisogno di ritrovarsi per riflettere e discutere di come lo sport intersechi le questioni di genere. \r\n\r\nSe abbiamo sentito l' esigenza di ritrovarci al di fuori delle nostre realtà sportive di riferimento è perché il modo in cui la tematica viene trattata in quelle sedi non ci basta. Abbiamo sete di altro e bisogno di fare rete!\r\n\r\nPer questo, l' 8 marzo scendiamo in piazza assieme all’Aurora Vanchiglia Transfemminista, una squadra di calcio popolare di quartiere, con le gambe nei campi e nelle strade di Torino e con la testa e il cuore nelle lotte intersezionali e internazionali.\r\n\r\nPer anni, l'AVT ha lavorato per costruire uno spazio sicuro e ampio, che proponga un calcio transfemminista, non femminile! \r\n\r\nL'AVT porta in campo corpi trans, non binari e cis che, giocando assieme, fanno socialità e movimento sociale, costruendo uno spazio di cura in cui si pratica un calcio diverso da quello proposto dai più.\r\n\r\nQuesta è l'idea di sport popolare che ci fa da orizzonte di riferimento, perchè, fintanto che continueremo a pensare lo sport popolare come semplice sport a basso costo, continueremo a perdere dei pezzi importanti per la strada, costruendo un'idea di accessibilità che parla solo delle questioni di classe. \r\n\r\nL'internazionalità delle lotte non può rimanere solo uno slogan, perché i pezzi che perdiamo per strada sono persone. 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Per quasi tre ore, il sindacato con i rappresentanti dei lavoratori ha provato a trovare una soluzione per ricomporre una situazione di illegittimità dentro la fabbrica, dove sfruttamento dei lavoratori e rappresaglia antisindacale sono continui. Questo anche alla luce del grave episodio di violenza antioperaia della scorsa settimana, delle forze dell’ordine armate in assetto antisommossa contro i lavoratori in sciopero concertato dal padrone Raspini con prefettura e questura.\r\nNonostante la disponibilità del sindacato a trattare per un raggiungimento di esito positivo dal confronto, l’azienda ha deciso di alzare un muro duro e finanche ideologico: dimostrandosi mai favorevole a una trattativa seria e fruttifera.\r\nIn particolare, Raspini ha negato ogni possibilità di reintegro per i due lavoratori (entrambi iscritti al sindacato) ingiustamente licenziati e ha respinto la richiesta di aumenti di salario.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/F_m_11_07_Mahmood-Sicobas-su-aggiornamenti-lotte-Raspini-dopo-incontro-con-azienda.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Ashraf, compagno Palestinese che vive a Bari, sul grave attacco che le forze di occupazione Israeliane (IOF) hanno lanciato, con un massiccio attacco terrestre e aereo, contro la città di Jenin.\r\nL'assedio è durato 2 giorni (dall'alba di lunedì 3/07/23 all'alba di mercoledì 4/07/23) ed ha causato la morte di 12 palestinesi ed il ferimento di altri 123.\r\nGli aerei da guerra israeliani hanno effettuato almeno 10 attacchi aerei contro Jenin, mentre più di 100 veicoli corazzati israeliani sono stati visti muoversi verso la città. Gli attacchi delle IOF hanno scatenato uno scontro a fuoco, con suoni di esplosivi e droni uditi in tutta Jenin ore dopo l’incursione.\r\n“Hanno punito il popolo”\r\nL’assedio di due giorni ha coinvolto truppe israeliane, missili e attrezzature per il movimento terra, che sono state utilizzate per distruggere strade e altre infrastrutture civili.\r\nIsraele ha giustificato l’attacco come mirato a gruppi armati che operano a Jenin, diventato un simbolo di resistenza all’occupazione illegale della Cisgiordania da parte di Israele.\r\nMa i residenti del campo hanno affermato che sono stati i civili, non i combattenti armati, a sopportare il peso maggiore dell’assalto israeliano.\r\nAlcuni residenti ritengono che i militari israeliani abbiano preso di mira strade e altre infrastrutture pubbliche nella speranza che ciò induca i residenti del campo a fare pressione sui combattenti della resistenza affinché si arrendano.\r\n“Ma questo non accadrà mai, nessuna persona farà pressione sulla resistenza, anche se distruggessero tutte le case”, ha detto Mansour (palestinese di Jenin).\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/F_m_11_07_Ashraf-su-aggiornamenti-Palestina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPer la terza parte continuiamo ad ospitare la serie podcast “Tutta colpa dei Padroni?“, oggi trasmettiamo la terza puntata “Il sistema degli appalti”. Cos'è e come funziona il sistema degli appalti? Chi l'ha inventato? 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Questi ultimi stanno scioperando e sono in presidio permanente davanti allo stabilimento di Campi Bisenzio (al momento della diretta) da 36 giorni, hanno subito nel frattempo almeno una dozzina di violente cariche della polizia che vuole sgomberarli e tutto questo perchè chiedono di non essere trattati come schiavi. Giornate che iniziano alle 6 del mattino, in due facchini nei magazzini a caricare cucine, armadi, componenti di arredo sul furgone per poi andarli a consegnare e montare finchè non si è terminato il giro, che può finire anche intorno alle 7 di sera. Il tutto condito da contratti non adeguati alle mansioni e conseguente paga da fame. Francesca ci ha aggiornati sulle (non)novità uscite dal tavolo di trattativa del 28 giugno con Mondo Convenienza in Prefettura ma ci ha fatto anche riflettere sull'enorme sforzo economico che questi lavoratori hanno deciso di sobbarcarsi con l'arma dello sciopero e proprio per questo oltre alla campagna di crowfunding lanciata per sostenerli, è nata l'ultima iniziativa \"8x5 tocca uno tocca tutti\". Valentina ci ha infatti parlato della vocazione al sostegno alle lotte in connubio con la comunicazione e con l'arte alla base del loro progetto collettivo, che ha portato all'idea di organizzare questa mostra a Prato dal 23 Settembre. Per aggiornamenti sulle lotte e sulle iniziative a sostegno dei lavoratori in lotta di Mondo Convenienza a Campi Bisenzio seguite le pagine social Si Cobas Prato e Firenze e ToccaUnoToccaTutti.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/F_m_04_07_Francesca-Sicobas-Prato-e-Valentina-su-lotte-e-mostra-benefit-presidio-Mondo-Convenienza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Lorenzo di Sportello il-legale (con sede in via Millio 42 a Torino a presso il CSOA Gabrio) sulla proiezione del documentario “Resistere per esistere” (curato dalla filmaker Sara Porfido) ed il dialogo con Eleonora Celoria, avvocata associata ASGI ed Antonio Stopani, docente unito di geografia critica delle migrazioni presso Aula break - Campus Luigi Einaudi il 6 luglio ’23 h. 18.00\r\n\r\nIl documentario racconta la storia dell'ex Liceo Socrate di Bari.\r\n\r\nPer 13 anni l'ex Liceo Socrate di Bari è stata la casa di una comunità, di più di 60 persone,con un progetto chiaro: quello di rivalutare una scuola abbandonata da decenni e trasformarla in una casa. Nel 2014 è stato sottoscritto un Protocollo di intesa fra Regione Puglia, Comune di Bari, Politecnico, Ingegneria Senza Frontiere, Associazione Socrate, Arpa e Formedil per un progetto di autorecupero della struttura che consentisse la ristrutturazione dell’immobile da parte degli stessi residenti, assicurando la loro permanenza nell'edificio durante i lavori. Nel 2017 l'Associazione Socrate ha consegnato il progetto preliminare per l'autorecupero.Tutto ciò non ha avuto seguito per inottemperanza delle istituzioni targate PD. Il 22 dicembre del 2020, in piena pandemia e usando a pretesto un minuscolo incendio subito domato, le Forze dell'Ordine hanno provato a cacciare tutti i residenti e a sgomberare la struttura.Tutto ciò avveniva a poche settimane dalle dichiarazioni dell'assessore Galasso che esprimeva la volontà di abbattere la struttura e specularci sopra per una cifra di 3,5 milioni di euro. Da allora la comunità rimane in stato di occupazione e sotto la minaccia di un imminente sgombero, eventualità in questo momento più che mai cogente.\r\n\r\nL’iniziativa è anche un benefit spese legali.\r\n\r\nOltre il danno la beffa. Dopo un anno, per colpire quella massa di solidali che impedì lo sgombero dell'Ex Socrate, la magistratura ha notificato a trenta persone decreti penali per i reati di “manifestazione non autorizzata” e “resistenza a pubblico ufficiale”, con multe dai 4000 a più di 7000 euro. 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Francesca ci ha aggiornati sulle (non)novità uscite dal tavolo di trattativa del 28 giugno con Mondo Convenienza in Prefettura ma ci ha fatto anche riflettere sull'enorme sforzo economico che questi lavoratori hanno deciso di sobbarcarsi con l'arma dello \u003Cmark>sciopero\u003C/mark> e proprio per questo oltre alla campagna di crowfunding lanciata per sostenerli, è nata l'ultima iniziativa \"8x5 tocca uno tocca tutti\". Valentina ci ha infatti parlato della vocazione al sostegno alle lotte in connubio con la comunicazione e con l'arte alla base del loro progetto collettivo, che ha portato all'idea di organizzare questa mostra a Prato dal 23 Settembre. Per aggiornamenti sulle lotte e sulle iniziative a sostegno dei lavoratori in lotta di Mondo Convenienza a Campi Bisenzio seguite le pagine social Si Cobas Prato e Firenze e ToccaUnoToccaTutti.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/F_m_04_07_Francesca-Sicobas-Prato-e-Valentina-su-lotte-e-mostra-benefit-presidio-Mondo-Convenienza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Lorenzo di Sportello \u003Cmark>il-legale\u003C/mark> (con sede in via Millio 42 a Torino a presso il CSOA Gabrio) sulla proiezione del documentario “Resistere per esistere” (curato dalla filmaker Sara Porfido) ed il dialogo con Eleonora Celoria, avvocata associata ASGI ed Antonio Stopani, docente unito di geografia critica delle migrazioni presso Aula break - Campus Luigi Einaudi il 6 luglio ’23 h. 18.00\r\n\r\nIl documentario racconta la storia dell'ex Liceo Socrate di Bari.\r\n\r\nPer 13 anni l'ex Liceo Socrate di Bari è stata la casa di una comunità, di più di 60 persone,con un progetto chiaro: quello di rivalutare una scuola abbandonata da decenni e trasformarla in una casa. Nel 2014 è stato sottoscritto un Protocollo di intesa fra Regione Puglia, Comune di Bari, Politecnico, Ingegneria Senza Frontiere, Associazione Socrate, Arpa e Formedil per un progetto di autorecupero della struttura che consentisse la ristrutturazione dell’immobile da parte degli stessi residenti, assicurando la loro permanenza nell'edificio durante i lavori. Nel 2017 l'Associazione Socrate ha consegnato il progetto preliminare per l'autorecupero.Tutto ciò non ha avuto seguito per inottemperanza delle istituzioni targate PD. Il 22 dicembre del 2020, in piena pandemia e usando a pretesto un minuscolo incendio subito domato, le Forze dell'Ordine hanno provato a cacciare tutti i residenti e a sgomberare la struttura.Tutto ciò avveniva a poche settimane dalle dichiarazioni dell'assessore Galasso che esprimeva la volontà di abbattere la struttura e specularci sopra per una cifra di 3,5 milioni di euro. Da allora la comunità rimane in stato di occupazione e sotto la minaccia di un imminente sgombero, eventualità in questo momento più che mai cogente.\r\n\r\nL’iniziativa è anche un benefit spese legali.\r\n\r\nOltre il danno la beffa. Dopo un anno, per colpire quella massa di solidali che impedì lo sgombero dell'Ex Socrate, la magistratura ha notificato a trenta persone decreti penali per i reati di “manifestazione non autorizzata” e “resistenza a pubblico ufficiale”, con multe dai 4000 a più di 7000 euro. Un vero e proprio maxi processo volto a criminalizzare qualsiasi azione di solidarietà attiva e di resistenza contro disposizioni di leggi e azioni amministrative repressive e razziste.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/F_m_04_07_Lorenzo-Sportello-Il-legale-su-iniziativa-documentario-socrates-e-decreto-cutro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSi consiglia di sentire sul tema ex Socrate anche:\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/podcast/frittura-mista-radio-fabbrica-05-01-2021/\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-15-11-2022/\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPer la terza parte continuiamo ad ospitare la serie podcast \"Tutta colpa dei Padroni?\", oggi trasmettiamo la seconda puntata \"Scaduti e rinnovati\". Cosa significa che un contratto è scaduto? Cosa succede quando viene rinnovato? Un breve assaggio delle trappole nascoste nella contrattazione collettiva.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/2.-Scaduti-e-rinnovati.wav\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[401],{"field":99,"matched_tokens":402,"snippet":398,"value":399},[70],{"best_field_score":153,"best_field_weight":154,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":192,"tokens_matched":90,"typo_prefix_score":46},6637,{"collection_name":256,"first_q":65,"per_page":195,"q":65},["Reactive",407],{},["Set"],["ShallowReactive",410],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f_LUWk4xPegmxZZbxOGEigSfEF5JBqs7xyAvt21Hi2YM":-1},true,"/search?query=sciopero+illegale"]