","La scelta di Nicoletta",1573559692,[141,142,143],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/nicoletta-dosio/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/",[22,30,20],{"post_content":146,"post_title":150},{"matched_tokens":147,"snippet":148,"value":149},[69,70,69],"giudiziario, economico, esistenziale, con centinaia \u003Cmark>di\u003C/mark> condanne \u003Cmark>pena\u003C/mark>li e civili, multe, fogli \u003Cmark>di\u003C/mark>","Nicoletta Dosio ha deciso. Non ha chiesto misure alternative al carcere, Condannata ad un anno per aver partecipato ad un’azione ai caselli dell’autostrada A 32 nel marzo del 2012, ha scelto \u003Cmark>di\u003C/mark> rivendicare quel giorno nel segno \u003Cmark>di\u003C/mark> una lotta al Tav che dura da 30 anni.\r\n\r\nAscolta la diretta con Nicoletta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/2019.11.12-09.00.nicoletta.dosio_.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> seguito il suo comunicato:\r\n\r\n“Contro l'ingiustizia del potere la resistenza è un dovere.\r\nA questo principio si ispira ormai da trent'anni il movimento NO TAV e, da sempre, rispondono le lotte sociali e ambientali, in tante parti del paese e del mondo.\r\nContro tale resistenza, il sistema ha messo in campo leggi, eserciti, tribunali e carceri.\r\nI territori, le persone, la natura sono più che mai materia bruta \u003Cmark>di\u003C/mark> sfruttamento da parte \u003Cmark>di\u003C/mark> un capitale che, nella sua arroganza dimentica \u003Cmark>di\u003C/mark> ogni limite, in nome del profitto infinito, accumula sulla propria strada morti e rovine, fino a mettere in discussione la sopravvivenza stessa del Pianeta. Anche in Valle \u003Cmark>di\u003C/mark> Susa l'opposizione popolare che, forte della memoria operaia e resistenziale, ha deciso \u003Cmark>di\u003C/mark> dire NO al TAV, grande, mala, inutile, costosissima opera, e al modello \u003Cmark>di\u003C/mark> vita che la produce, sta pagando tale resistenza ad un prezzo altissimo, a livello giudiziario, economico, esistenziale, con centinaia \u003Cmark>di\u003C/mark> condanne \u003Cmark>pena\u003C/mark>li e civili, multe, fogli \u003Cmark>di\u003C/mark> via, revoche \u003Cmark>di\u003C/mark> permessi, militarizzazione del territorio. Il tutto con la complicità attiva dei governi passati e presenti, espressione istituzionale del partito trasversale degli affari, e con il supporto dei mass media \u003Cmark>di\u003C/mark> regime.\r\n\r\nPer denunciare tutto questo e per ribadire la dignità \u003Cmark>di\u003C/mark> una lotta collettiva che non si piegherà, ho deciso \u003Cmark>di\u003C/mark> non chiedere \u003Cmark>sconti\u003C/mark> al potere invidioso e vendicativo che, con i tre gradi \u003Cmark>di\u003C/mark> giudizio dei suoi tribunali, ha condannato al carcere me e altri undici attivisti, per “ violenza privata e interruzione \u003Cmark>di\u003C/mark> pubblico servizio”.\r\nDenuncio inoltre le storture e l’iniquità \u003Cmark>di\u003C/mark> un sistema poliziesco e giudiziario che, lungi dal garantire I diritti \u003Cmark>di\u003C/mark> tutti e soprattutto dei più deboli, si è piegato ad altri e diversi interessi, rendendosi complice del tentativo \u003Cmark>di\u003C/mark> silenziare con la violenza chi lotta per la giustizia sociale e ambientale.\r\nCome me, sono state condannate ormai centinaia \u003Cmark>di\u003C/mark> persone e, in particolare, i nostri migliori giovani, che si sono visti infliggere pene abnormi per aver esercitato un diritto garantito dalla costituzione: condanne per cui essi oggi rischiano \u003Cmark>di\u003C/mark> perdere il lavoro, il diritto allo studio, la famiglia, la casa, il futuro.\r\n\r\nErano i primi giorni \u003Cmark>di\u003C/mark> marzo 2012, giornate \u003Cmark>di\u003C/mark> rabbia e \u003Cmark>di\u003C/mark> mobilitazione: la nostra piccola baita - presidio in Clarea occupata a suon \u003Cmark>di\u003C/mark> manganellate dalle “forze dell'ordine” dopo gli otto mesi \u003Cmark>di\u003C/mark> resistenza che seguirono alla presa della Libera repubblica della Maddalena e all'occupazione militare del territorio. Luca, uno \u003Cmark>di\u003C/mark> noi, in ospedale a lottare tra la vita e la morte dopo che un poliziotto l'aveva fatto cadere dal traliccio su cui si era arrampicato per sfuggire alle botte: Le dichiarazioni provocatorie del governo Monti a favore del TAV e contro la resistenza \u003Cmark>di\u003C/mark> un'intera popolazione al progetto.\r\nSalimmo in manifestazione sull'autostrada con uno striscione su cui era scritto “ Oggi paga Monti” ed alzammo le barriere dei caselli, permettendo la libera circolazione su una delle strutture autostradali più devastanti e costose d'Italia.\r\nNon me ne pento e sarei pronta a rifarlo. Non chiedo per me misure alternative al carcere perché, per ottenerle, dovrei riconoscere il disvalore della mia condotta: non sono disponibile ed esercito così, ancora una volta, la mia libertà.\r\nSo \u003Cmark>di\u003C/mark> avere con me il sostegno delle mie sorelle e dei miei fratelli \u003Cmark>di\u003C/mark> una lotta bella e irriducibile, perché porta nelle sue mani la memoria del passato, l'indignazione per la precarietà presente, la necessità \u003Cmark>di\u003C/mark> un futuro più giusto e vivibile per tutti.\r\n\r\nSe andrò in carcere, non me ne pentirò, perché, come scrisse Rosa Luxemburg, dalla cella dove scontava la sua ferma opposizione alla guerra, “mi sento a casa mia in tutto il mondo, ovunque ci siano nubi, e uccelli, e lacrime umane”.”",{"matched_tokens":151,"snippet":152,"value":152},[69],"La scelta \u003Cmark>di\u003C/mark> Nicoletta",[154,156],{"field":92,"matched_tokens":155,"snippet":148,"value":149},[69,70,69],{"field":157,"matched_tokens":158,"snippet":152,"value":152},"post_title",[69],1733920985343590400,{"best_field_score":161,"best_field_weight":125,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":162,"tokens_matched":39,"typo_prefix_score":17},"2216175992832","1733920985343590514",6646,{"collection_name":56,"first_q":26,"per_page":165,"q":26},6,4,{"facet_counts":168,"found":14,"hits":194,"out_of":251,"page":17,"request_params":252,"search_cutoff":36,"search_time_ms":14},[169,177],{"counts":170,"field_name":175,"sampled":36,"stats":176},[171,173],{"count":17,"highlighted":172,"value":172},"frittura mista",{"count":17,"highlighted":174,"value":174},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":178,"field_name":35,"sampled":36,"stats":192},[179,181,182,184,186,188,190],{"count":17,"highlighted":180,"value":180},"tortura",{"count":17,"highlighted":22,"value":22},{"count":17,"highlighted":183,"value":183},"Sanità",{"count":17,"highlighted":185,"value":185},"reato tortura",{"count":17,"highlighted":187,"value":187},"marco bondavalli",{"count":17,"highlighted":189,"value":189},"suicidi in carcere",{"count":17,"highlighted":191,"value":191},"Salvatore Ricciardi",{"total_values":193},7,[195,225],{"document":196,"highlight":216,"highlights":221,"text_match":122,"text_match_info":224},{"comment_count":47,"id":197,"is_sticky":47,"permalink":198,"podcastfilter":199,"post_author":200,"post_content":201,"post_date":202,"post_excerpt":53,"post_id":197,"post_modified":203,"post_thumbnail":204,"post_title":205,"post_type":206,"sort_by_date":207,"tag_links":208,"tags":215},"88344","http://radioblackout.org/podcast/violenza-sanitaria-marco-bondavalli-circuito-della-violenza-tortura-pestaggi-e-suicidi/",[174],"bellocome","Estratti dalla puntata del 25 marzo 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nVIOLENZA SANITARIA: LA STORIA DI MARCO BONDAVALLI\r\n\r\nNegli ultimi mesi, grazie al contributo dello Sportello di Supporto Psicologico per i famigliari delle persone uccise dal carcere e alle testimonianze della sorella, abbiamo in più occasioni raccontato la situazione di sofferenza e di rischio per la propria sopravvivenza a cui è stato costretto Marco Leandro Bondavalli.\r\n\r\nAttualmente trasferito in ricovero ospedaliero (art. 11 OP), Marco ha scelto di prendere parola e di raccontarci la dimensione di violenza sanitaria che può assumere la detenzione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BCUPCB_bondavalli-audio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nTORTURA, PESTAGGI E SUICIDI\r\n\r\nIl carcere è un “circuito della violenza”: quella della cattura, quella sanitaria, quella muscolare delle squadrette punitive, quella dei suicidi.\r\n\r\nDa Foggia arriva la notizia di una nuova inchiesta sulle torture in carcere, con tanto di filmato, che ci restituisce la normalità dei pestaggi, il clima di totale “connivenza di corpo” che li consente, le pressioni operate sulle vittime, ma indirettamente anche la condizione di assuefazione verso cui ci sta conducendo – negli ultimi anni - la sequenza di esposizioni visive alla certificata brutalità della Polizia Penitenziaria.\r\n\r\nA Bologna, una donna di 55 anni si è suicidata inalando gas durante la visita del cardinale Zuppi (presidente della CEI), lasciando un ultimo messaggio che non uscirà – probabilmente - mai dalle mura della censura che tutela l’apparato punitivo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BCUPCB_foggia-dozza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLa violenza in carcere assume forme diverse a seconda di come si incanala: è certamente quella strutturale (della cattura, della sottomissione, della depressione scientifica, dell’abbandono sanitario, ecc.), è molto evidentemente quella muscolare dei pestaggi, ma anche i suicidi possono essere identificati come un indirizzamento della violenza verso di sé. A questo proposito leggiamo un contributo di Salvatore Ricciardi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BCUPCB-ricciardi-suicidi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDa Contromaelstrom:\r\n\r\nNegli anni dal 1960 al 1969 la presenza media nelle carceri era di 32.754 detenuti, i suicidi sono stati 100 e i tentativi di suicidio 302, pari a un tasso rispettivamente di 3,01 e 9,24 su 10.000. (media: 10 l’anno)\r\n\r\nNegli anni dal 2000 al 2009 la presenza media è stata di 58.000 detenuti, i suicidi sono stati 736 e i tentativi di suicidio oltre 8.000, pari a un tasso rispettivamente di 10,32 e 142,94 su 10.000. (media: 56,6 suicidi l’anno). Le morti in generale sono circa 160 morti in generale l’anno. E sono in crescita!\r\n\r\nPerché questa impennata verso l’alto dei suicidi? Lo spartiacque avviene nel 1986. Prima di allora la rabbia dei detenuti scagliava la violenza prodotta dalla carcerazione contro le cose della prigione: rivolte e distruzioni di suppellettili e mura; e contro i carcerieri: sequestro di guardie, scontro con le stesse. Dopo il 1986, la rabbia dei detenuti, e la conseguente violenza, è stata indirizzata altrove: suicidi, tentati suicidi e atti di autolesionismo: oltre 10.000 l’anno.\r\nIl punto di vista dei media e dell’opinione pubblica benpensante è entusiasta: sono cessate le rivolte, il carcere è stato “pacificato”. I corpi dei detenuti ne risultano massacrati, ma questo all’opinione pubblica non interessa granché!\r\nCosa ha fatto cambiare direzione all’espressione della rabbia dei prigionieri? È stata l’introduzione del carcere “premiale”. Prima il carcere erogava solo violenza e ne riceveva dai carcerati altrettanta. Ora il carcere eroga ancora tanta violenza ma anche premi, in cambio pretende che il carcerato rispetti il carcere e i carcerieri altrimenti perde i premi (permessi, sconti di pena, misure alternative, ecc.). Il prigioniero è così “costretto” a indirizzare la violenza, che ha maturato dentro, verso se stesso.\r\nIl benpensante dirà: il sistema premiale ha tolto la violenza dal carcere (ha messo fine alle rivolte), se fosse sincero dovrebbe riconoscere che il sistema premiale ha semplicemente indirizzato altrove la violenza del prigioniero: verso il proprio corpo.\r\nI dati, osservati onestamente, ci dicono che, in termini di costi umani, la quantità di violenza è molto aumentata nelle carceri, ma si vede di meno!\r\nPer questo affermiamo che il carcere non è riformabile!","28 Marzo 2024","2024-03-28 09:56:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/bcupcb-circuito-violenza-200x110.jpg","VIOLENZA SANITARIA: MARCO BONDAVALLI - CIRCUITO DELLA VIOLENZA: TORTURA, PESTAGGI E SUICIDI","podcast",1711619818,[141,209,210,211,212,213,214],"http://radioblackout.org/tag/marco-bondavalli/","http://radioblackout.org/tag/reato-tortura/","http://radioblackout.org/tag/salvatore-ricciardi/","http://radioblackout.org/tag/sanita/","http://radioblackout.org/tag/suicidi-in-carcere/","http://radioblackout.org/tag/tortura/",[22,187,185,191,183,189,180],{"post_content":217},{"matched_tokens":218,"snippet":219,"value":220},[68,69,70],"altrimenti perde i premi (permessi, \u003Cmark>sconti\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>pena\u003C/mark>, misure alternative, ecc.). 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Inoltre abbiamo lanciato l'appuntamento della cena benefit organizzata per raccogliere i fondi necessari ai viaggi di spostamento tra Torino e Milano che serviranno ai riders per andare a presidiare nei tribunali dove avverranno questi processi contro i loro aguzzini. Questo è quanto recita il testo dell'evento per la cena di cui sopra che si terrà il 15 Novembre all'Edera Squat:\r\n\r\nIl 15 novembre all’Edera squat, in via Pianezza,115, ci sarà una gustosa cena benefit dai sapori africani per sostenere i riders di Uber eats. \r\nQuesti lavoratori venivano assunti da un intermediario, FRC, ma di fatto erano alle dipendenze di Uber eats. Le condizioni di lavoro alle quali erano sottoposti: pagati 3 euro a consegna, multati senza giustificazioni, licenziati con un click, costretti a ritmi di lavoro massacranti, senza nessuna misura di sicurezza, reclutati per lo più nei centri di accoglienza, tutti stranieri in fuga da territori ostili, facilmente ricattabili.\r\nI lavoratori di Milano e di Torino si sono uniti e organizzati in maniera autonoma animando sciopero e presidi e dando vita a diverse cause, penali e civili, contro Uber e FRC.\r\nQuesto benefit ha l'obiettivo di raccogliere fondi affinché i rider possano spostarsi tra Milano e Torino per poter partecipare ai processi che li riguardano e avere l’opportunità di rivendicare ancora una volta uniti i propri diritti.\r\nIl 18 novembre verrà emessa la sentenza di primo grado, la prima in Italia, che deciderà del caso dei rider di Uber e noi saremo presenti per portare solidarietà ai nostri colleghi. \r\nhttps://www.facebook.com/1251882561499034/posts/4737705979583324/\r\n\r\nbuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_09_11_Druetta-su-causa-riders-Uber-Eats.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Cosimo Scarinzi della CUB Torino che ci ha illustrato le motivazioni che hanno spinto il sindacato di base di cui fa parte, oltre che Asia Usb, Potere al popolo, Cambiare Rotta, Mamme in piazza per la libertà di dissenso Case Occupate di zona San Paolo Assemblea No Tav Torino e cintura, Associazione amici di via Revello, di scendere in presidio davanti a palazzo di città per ribadire che:\r\n\r\nLa nuova giunta Lo Russo sa già di vecchio: le prime dichiarazioni riportano senza sconti al modello basato su grandi progetti speculativi, centro città come una vetrina per grandi eventi, esternalizzazioni e precarietà lavorativa, sostegno ai privati a scapito del pubblico e assessori “consigliati” dalle fondazioni bancarie.\r\n\r\nUn modello che i 5 Stelle avevano dichiarato di voler stravolgere ricevendo un largo sostegno da larghe fette di popolazione. Aspettative che hanno però totalmente disatteso sia ignorando i bisogni delle periferie sia avvicinandosi nuovamente al medesimo modello di gestione del Sistema Torino.\r\n\r\nUn modello di sviluppo che ha prodotto in oltre tre decenni problematiche sociali sempre più pesanti per la città. Una gestione che ha creato diseguaglianze crescenti orientando le risorse della città a favore di pochi grandi imprenditori e gruppi finanziari a scapito di un’altissima fetta di lavoratori che vivono di lavori sempre più precari e meno pagati.\r\n\r\nLa giunta Lo Russo ripropone oggi tale visione politica, che ha compromesso l’accesso a strati di popolazione sempre più ampi da diritti elementari come la casa, il lavoro, la sanità, i trasporti fino ai documenti.\r\n\r\nConvochiamo un presidio pubblico sotto il Comune di Torino il giorno del primo consiglio comunale l'8 novembre alle 16.30, aperto a tutte le realtà e ai singoli che da anni portano avanti battaglie per contrastare questo modello escludente di sviluppo. Scendiamo in piazza per rafforzare l’alternativa sociale in questa città e rimettere al centro i bisogni e le necessità delle classi popolari, dei lavoratori e degli emarginati.\r\n\r\nbuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_09_11_Scarinzi-su-presidio-instaurazione-giunta-Lo-Russo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto con Edi Lazzi, segretario FIOM Torino, col quale abbiamo provato a capire le intenzioni presenti e future che Stellantis intende applicare sui propri stabilimenti, a Torino e non. Nella fattispecie abbiamo parlato di una decisione, ovvero quella di trasferire (e di fatto ridimensionare drasticamente) le produzioni della Maserati di Grugliasco (Ex Bertone) a Mirafiori, ma senza poter garantire il posto di lavoro a chi verrà escluso da questo ridimensionamento, nè garantendo sicurezze a chi inizierà a lavorare in un nuovo stabilimento senza sapere per quanto tempo ancora. Per questo il 13 ottobre, di fronte alla prospettiva di circa 1100 lavoratori in esubero (contando anche il personale in appalto, mense, pulizie ecc..) c'è stato un presidio con assemblea davanti allo stabilimento Maserati, dal quale è uscita forte la richiesta di avere risposte chiare dal colosso Stellantis.\r\n\r\nbuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_09_11_FIOM-su-trasferimento-Maserati-Grugliasco-e-Stellantis.mp3\"][/audio]","17 Novembre 2021","2021-11-17 18:24:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/treves_mi-spiace-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 09/11/2021",1637173493,[],[],{"post_content":240},{"matched_tokens":241,"snippet":242,"value":243},[69,68],"giunta Lo Russo sa già \u003Cmark>di\u003C/mark> vecchio: le prime dichiarazioni riportano senza \u003Cmark>sconti\u003C/mark> al modello basato su grandi","Il primo collegamento l'abbiamo fatto con Giulia Druetta, avvocatessa dei riders in causa contro Uber Eats e i suoi intermediari, che ci ha raccontato come è nata l'intenzione da parte \u003Cmark>di\u003C/mark> questi ragazzi \u003Cmark>di\u003C/mark> origine africana auto organizzati, a portare avanti una lotta per pretendere giustizia per loro e per i loro colleghi. Inoltre abbiamo lanciato l'appuntamento della cena benefit organizzata per raccogliere i fondi necessari ai viaggi \u003Cmark>di\u003C/mark> spostamento tra Torino e Milano che serviranno ai riders per andare a presidiare nei tribunali dove avverranno questi processi contro i loro aguzzini. Questo è quanto recita il testo dell'evento per la cena \u003Cmark>di\u003C/mark> cui sopra che si terrà il 15 Novembre all'Edera Squat:\r\n\r\nIl 15 novembre all’Edera squat, in via Pianezza,115, ci sarà una gustosa cena benefit dai sapori africani per sostenere i riders \u003Cmark>di\u003C/mark> Uber eats. \r\nQuesti lavoratori venivano assunti da un intermediario, FRC, ma \u003Cmark>di\u003C/mark> fatto erano alle dipendenze \u003Cmark>di\u003C/mark> Uber eats. Le condizioni \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro alle quali erano sottoposti: pagati 3 euro a consegna, multati senza giustificazioni, licenziati con un click, costretti a ritmi \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro massacranti, senza nessuna misura \u003Cmark>di\u003C/mark> sicurezza, reclutati per lo più nei centri \u003Cmark>di\u003C/mark> accoglienza, tutti stranieri in fuga da territori ostili, facilmente ricattabili.\r\nI lavoratori \u003Cmark>di\u003C/mark> Milano e \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino si sono uniti e organizzati in maniera autonoma animando sciopero e presidi e dando vita a diverse cause, \u003Cmark>pena\u003C/mark>li e civili, contro Uber e FRC.\r\nQuesto benefit ha l'obiettivo \u003Cmark>di\u003C/mark> raccogliere fondi affinché i rider possano spostarsi tra Milano e Torino per poter partecipare ai processi che li riguardano e avere l’opportunità \u003Cmark>di\u003C/mark> rivendicare ancora una volta uniti i propri diritti.\r\nIl 18 novembre verrà emessa la sentenza \u003Cmark>di\u003C/mark> primo grado, la prima in Italia, che deciderà del caso dei rider \u003Cmark>di\u003C/mark> Uber e noi saremo presenti per portare solidarietà ai nostri colleghi. \r\nhttps://www.facebook.com/1251882561499034/posts/4737705979583324/\r\n\r\nbuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_09_11_Druetta-su-causa-riders-Uber-Eats.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Cosimo Scarinzi della CUB Torino che ci ha illustrato le motivazioni che hanno spinto il sindacato \u003Cmark>di\u003C/mark> base \u003Cmark>di\u003C/mark> cui fa parte, oltre che Asia Usb, Potere al popolo, Cambiare Rotta, Mamme in piazza per la libertà \u003Cmark>di\u003C/mark> dissenso Case Occupate \u003Cmark>di\u003C/mark> zona San Paolo Assemblea No Tav Torino e cintura, Associazione amici \u003Cmark>di\u003C/mark> via Revello, \u003Cmark>di\u003C/mark> scendere in presidio davanti a palazzo \u003Cmark>di\u003C/mark> città per ribadire che:\r\n\r\nLa nuova giunta Lo Russo sa già \u003Cmark>di\u003C/mark> vecchio: le prime dichiarazioni riportano senza \u003Cmark>sconti\u003C/mark> al modello basato su grandi progetti speculativi, centro città come una vetrina per grandi eventi, esternalizzazioni e precarietà lavorativa, sostegno ai privati a scapito del pubblico e assessori “consigliati” dalle fondazioni bancarie.\r\n\r\nUn modello che i 5 Stelle avevano dichiarato \u003Cmark>di\u003C/mark> voler stravolgere ricevendo un largo sostegno da larghe fette \u003Cmark>di\u003C/mark> popolazione. Aspettative che hanno però totalmente disatteso sia ignorando i bisogni delle periferie sia avvicinandosi nuovamente al medesimo modello \u003Cmark>di\u003C/mark> gestione del Sistema Torino.\r\n\r\nUn modello \u003Cmark>di\u003C/mark> sviluppo che ha prodotto in oltre tre decenni problematiche sociali sempre più pesanti per la città. Una gestione che ha creato diseguaglianze crescenti orientando le risorse della città a favore \u003Cmark>di\u003C/mark> pochi grandi imprenditori e gruppi finanziari a scapito \u003Cmark>di\u003C/mark> un’altissima fetta \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoratori che vivono \u003Cmark>di\u003C/mark> lavori sempre più precari e meno pagati.\r\n\r\nLa giunta Lo Russo ripropone oggi tale visione politica, che ha compromesso l’accesso a strati \u003Cmark>di\u003C/mark> popolazione sempre più ampi da diritti elementari come la casa, il lavoro, la sanità, i trasporti fino ai documenti.\r\n\r\nConvochiamo un presidio pubblico sotto il Comune \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino il giorno del primo consiglio comunale l'8 novembre alle 16.30, aperto a tutte le realtà e ai singoli che da anni portano avanti battaglie per contrastare questo modello escludente \u003Cmark>di\u003C/mark> sviluppo. Scendiamo in piazza per rafforzare l’alternativa sociale in questa città e rimettere al centro i bisogni e le necessità delle classi popolari, dei lavoratori e degli emarginati.\r\n\r\nbuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_09_11_Scarinzi-su-presidio-instaurazione-giunta-Lo-Russo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto con Edi Lazzi, segretario FIOM Torino, col quale abbiamo provato a capire le intenzioni presenti e future che Stellantis intende applicare sui propri stabilimenti, a Torino e non. 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