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Tale associazione infatti, nata nel 1992 e completamente indipendente, si mantiene\r\nunicamente grazie al lavoro dei volontari e ai principi dell’autofinanziamento. Il progetto non è\r\npertanto quello di una radio commerciale bensì di una radio comunitaria e libera, che individua\r\nnell’antifascismo, anticapitalismo, antisessismo e antiautoritarismo quei riferimenti culturali e\r\npolitici diventati parte fondamentale dell’etica e dell’impegno sociale della radio.\r\nDal momento che il mio interesse principale era quello di conoscere e apprendere i principi della\r\nconduzione radiofonica il mio percorso è stato strutturato in precisi momenti. Nella prima fase mi\r\nsono occupato di seguire il maggior numero di trasmissioni possibile insieme ai conduttori in modo\r\nda capire i diversi approcci e modalità di conduzione. 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Ho avuto modo infine di\r\n\r\npartecipare alle riunioni della redazione del lunedì sera, momento fondamentale in cui i membri\r\ndella radio si riuniscono per aggiornarsi, organizzare iniziative ed eventi di raccolta fondi,\r\napportare modifiche al palinsesto e mantenere sotto controllo ogni aspetto del progetto Radio\r\nBlackout.\r\nPer concludere, questa esperienza è stata per me di grande importanza perché mi ha permesso\r\neffettivamente di entrare in contatto con un mondo per me molto affascinante e stimolante, quello\r\ndella radio. Mi ritengo fortunato di aver fatto quest’esperienza a Radio Blackout perché sono stato\r\naccolto da persone appassionate che mi hanno dato la possibilità di imparare, sperimentare e\r\nrealizzare concretamente tutti i miei obiettivi. Grazie alle conoscenze acquisite sento di avere anche\r\npiù fiducia nella possibilità di lavorare, in futuro, in questo bellissimo mondo.\r\n\r\nBuon Ascolto. 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Ma posso sentire che ci sono personaggi, situazioni, che resistono al tempo e al mercato, attraverso i quali se non una mappa, almeno è possibile stabilire un qualche percorso tra suoni che si oppongono e fanno sentire da dentro il rumore del brulicare urbano. Le voci si mischiano, le tecniche che si ibridano, portando la sperimentazione sull'onda fisica fin dentro al campo del reale: oggi come allora l'uomo è attirato dalle possibilità descrittive del suono.\r\nQuesto gioco di citazioni lavora sul filo dell'incomprensione; l'equivoco (o l'inganno) del tromper l'oreille hanno importanza strategica, perfino superiore alle capacità dell'interprete. Che senso avrebbe poi parlare di interprete per chi registra i fiumi australi o il rumore del vento tra i fiordi? è ciò che le nostre orecchie identificano come il vento a non essere più il vento. Sia che si tratti di mappare il suono di Tokio o di fare il sognwriter, è la mimesis la nuova keyword. Imitare questa realtà, per deformarla nelle orecchie del destinatario. Per capirci, qualche disco:\r\nPS: si consiglia l'ascolto lento, accompagnato da generi di conforto, accarezzando una persona amata. Va bene anche un animale.\r\nEric Chenaux - Skullsplitter (2015)\r\nImmaginate Tim Buckley suonato attraverso chitarre rotte e speakers fruscianti. Senza alcuna concessione al low-fi chenaux scrive una pagina a mio avviso fondamentale. Come già detto, se non avete una pietra al posto del cuore ve ne dovete appassionare, senza scuse. Ambizioso e insieme lirico, è un cantautorato in miniatura dove il rumorismo è uno strumento per restituire la confusione di sensi e sentimenti. 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