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Un picchetto a sorpresa di oltre cinquanta persone tra occupanti e solidali del quartiere attende l'arrivo della polizia sotto casa dell'appartamento minacciato richiamando alla mente la mobilitazione del 2014 contro l'ondata di sgomberi millantati da Comune e da Aler.\r\n\r\nDi fronte alle nuove disposizioni di governo in materia di occupazioni di case, questo episodio ci racconta della necessità di organizzarsi per resistere e di come, a volte, la lotta riesca a mettere il bastone tra le ruote a una macchina da guerra degli sgomberi piuttosto rodata.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un compagno che vive in quartiere.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nCorvetto\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\n ","14 Ottobre 2018","2018-10-20 00:33:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/0x768_1416302979774__giuliapieretto-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"224\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/0x768_1416302979774__giuliapieretto-224x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/0x768_1416302979774__giuliapieretto-224x300.jpg 224w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/0x768_1416302979774__giuliapieretto.jpg 573w\" sizes=\"auto, (max-width: 224px) 100vw, 224px\" />","Milano, Corvetto. 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Inoltre c'è già un processo in corso a carico proprio di Mondo Convenienza per sfruttamento, caporalato e discriminazione razziale nei magazzini di Bologna e Ivrea.\r\n\r\nLa risposta da parte delle istituzioni fino a questo momento è stata il ripetuto tentativo di sgombero del presidio (quasi quotidiano), con numerosi operai e sindacalisti che sono stati portati in ospedale dopo le violenze della polizia.\r\n\r\nAnche da parte dell’azienda finora la risposta è stata violenta, con uno dei caporali della cooperativa di cui gli operai sono dipendenti che qualche giorno fa ha provato a investire alcuni scioperanti, tentando di forzare il picchetto con un camion.\r\n\r\nL’invito che arriva dal Si Cobas per tuttə lə solidali è quello di passare dal presidio a campi Bisenzio di via Gattinella 26 e di contribuire al crowfounding i cui ricavati andranno a sostenere il mantenimento del presidio permanente.\r\n\r\nAscolta e scarica la diretta con Arturo del sindacato SiCobas:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/mondoconvenienza.mp3\"][/audio]","13 Giugno 2023","La nostra forza è la schiena, la vostra è lo sfruttamento","2023-06-16 01:21:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/vostra-e1686870983914-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"105\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/vostra-e1686870983914-300x105.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/vostra-e1686870983914-300x105.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/vostra-e1686870983914-768x270.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/vostra-e1686870983914.jpeg 926w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cariche e blocchi a Mondoconvenienza",1686667821,[216,217,218,219],"http://radioblackout.org/tag/blocchi/","http://radioblackout.org/tag/firenze/","http://radioblackout.org/tag/logistica/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/",[221,222,21,19],"blocchi","firenze",{"post_content":224},{"matched_tokens":225,"snippet":226,"value":227},[17],"stata il ripetuto tentativo di \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> del presidio (quasi quotidiano), con","Sono 25 i lavoratori che, insieme al sindacato Si Cobas-Prato e Firenze, dal 30 maggio sono in sciopero e presidio permanente davanti ai cancelli del magazzino di Mondo Convenienza di Campi Bisenzio.\r\n\r\nDenunciano grosse falle nella sicurezza dei mezzi che usano, orari e carichi di lavoro insostenibili, e richiedono l’applicazione del contratto nazionale della logistica, invece di quello multiservizi con cui sono inquadrati attualmente e che non corrisponde alle mansioni che svolgono. 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Come spesso accade nel settore della logistica ad essersi ribellati sono proprio questi ultimi che subiscono le peggiori condizioni di lavoro.\r\nGrazie alla loro lotta, iniziata col sindacato SiCobas ormai due anni fa, sono riusciti a migliorare molto la loro condizione che prima li vedeva impegnati mediamente 250 ore al mese con lo straordinario erogato sotto forma di un forfettario da 100 €.\r\n\r\nMa già sul finire dell'anno scorso, a causa dei miglioramenti che la cooperativa aveva dovuto concede ai lavoratori in lotta, la Safim ha deciso che non era più conveniente utilizzare la cooperativa ed ha così assunto direttamente i lavoratori, ma obbligandoli a lasciare il sindacato SiCobas in favore della Cisl ed annullando i miglioramenti salariali che i facchini avevano strappato alla cooperativa. 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Così giovedì scorso alle 14 tutti i lavoratori arabi sono usciti dal magazzino in sciopero ed hanno cominciato a bloccare tutti i camion in entrata e uscita dal magazzino di None, senza farsi intimidire né dalle minacce aziendali, né dal rischio sgombero da parte della polizia.I lavoratori hanno resistito per tutta la notte fino a che verso le 10 del mattino seguente non è arrivata la notizia che l’assessorato al lavoro della regione Piemonte intendeva incontrare i lavoratori per favorire un incontro tra le parti. 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Non paghi, hanno firmato un accordo con la solita compiacente Cisl, accordandosi per tombare quanto dovuto per gli straordinari irregolarmente non retribuiti in passato dalla cooperativa in cambio di un misero forfettario.\r\n\r\nCompreso l'inganno i lavoratori migranti avevano ripreso la lotta nell'ottobre scorso, ma l'azienda, sempre grazie alla complicità della Cisl, ha tentato di dividere i lavoratori aizzando gli italiani contro gli arabi, paventando il rischio chiusura e quindi la perdita del posto di lavoro.\r\n\r\nDopo i duri scioperi di ottobre i facchini hanno così deciso di lasciar calmare le acque fino alla scorsa settimana quando hanno deciso di tornare a farsi sentire. 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Il \u003Cmark>picchetto\u003C/mark> decide così di sospendere lo sciopero e accettare l’incontro per il pomeriggio alle 16 con l’assessore Pentenero.\r\n\r\nAll'incontro i lavoratori espongono chiaramente le loro rivendicazioni:\r\n-nuovo riconoscimento della rappresentanza sindacale SiCobas;\r\n-annullamento dei tombali fatti firmare con la complicità della Cisl e col ricatto del posto di lavoro;\r\n-recupero del salario perso con il passaggio alla Safim\r\n\r\nDopo aver ascoltato i lavoratori l’assessore si è impegnata a convocare un tavolo tra le parti per trovare una soluzione entro la prossima settimana. I lavoratori hanno così deciso di attendere l'incontro ma si sono anche detti pronti a riprendere la lotta se non si troverà al più presto una soluzione definitiva.\r\n\r\nScioperoSafim.mp3",[257],{"field":96,"matched_tokens":258,"snippet":254,"value":255},[17],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":47,"score":232,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":261,"highlight":280,"highlights":286,"text_match":146,"text_match_info":289},{"cat_link":262,"category":263,"comment_count":47,"id":264,"is_sticky":47,"permalink":265,"post_author":50,"post_content":266,"post_date":267,"post_excerpt":53,"post_id":264,"post_modified":268,"post_thumbnail":53,"post_thumbnail_html":53,"post_title":269,"post_type":58,"sort_by_date":270,"tag_links":271,"tags":276},[44],[46],"2741","http://radioblackout.org/2010/09/ottobre-2010/","29/10/2010 Picchetto antisfratto questa mattina in Via Don Murialdo a Torino. Lo Sportello per il diritto alla casa di San Paolo ha partecipato all'iniziativa insieme alla popolazione solidale del quartiere. La corrispondenza con Laura. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/laura-picchetto-antisfratto.mp3\"] Scarica il file\n\t29/10/2010 Dopo la notte di cariche e fermi, questa mattina continua il presidio solidale fuori dal palazzo occupato di corso regina. Sentiamo la corrispondenza con Elisa [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/diretta-elisa-da-palazzo-occupato.mp3\"] Scarica il file\n\t28/10/2010 Torino. Questa mattina la polizia sfonda le porte del Palazzo Occupato per sgomberarlo. Otto occupanti riescono a salire sul tetto per resistere, ascolta la diretta con uno di loro (3 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-28102010-palazzo.mp3\"] Scarica il file (0.5 MB)\n\t28/10/2010 Torino. Ieri al Cie di corso Brunelleschi è scoppiata una rivolta che ha visto coinvolti i trenta reduci della rivolte di Elmas trasferiti a Torino. Per loro era stato predisposto un volo speciale per deportarli in Algeria. Ascolta il racconto dalla voce di un recluso (6 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-28102010-cie.mp3\"] Scarica il file (1 MB)\n\t27/10/2010 Le trivelle dei petrolieri tornano in Val di Noto: l'ultimo verdetto dei giudici è a loro favore. Diretta con Stefano Ciafani di Legambiente. (5 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/valdinoto_trivellazioni.mp3\"]. Scarica il file (0.9 MB)\n\t26/10/2010 Terzigno (NA). Vincenzo ci racconta gli ultimi aggiornamenti riguardo alle proteste contro la discarica, in particolare riguardo alle violente intimidazioni poliziesche contro la popolazione coinvolta nelle manifestazioni, sconfessando le allarmiste dichiarazioni del ministro Maroni e facendo chiarezza sulla reale composizione del movimento. (7 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/TERZIGNO_2010.10.261.mp3\"] Scarica il file (10 MB)\n\t26/10/2010 Torino. Secondo anniversario di Casa Bianca, occupazione per i diritti dei rifugiati autorganizzati: nell'intervista a Claudio un resoconto su questi due anni di esperienza di lotta e di autogestione. (8 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/torino_compleanno_casabianca_2010.10.26.mp3\"] Scarica il file (11 MB)\n\n\n\t22/10/2010 Ancora perquisizioni e arresti nei Paesi Baschi. Più di 14 giovani militanti indipendentisti arresti con l'accusa di appartenere all'organizzazione giovanile Segi. La corrispondenza con Nicola Latorre da Bilbao. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/nicolalatorre_euskadi1.mp3\"] Scarica il file\n\t20/10/2010 Carovana VivaPalestina. Finalmente la situazione si è sbloccata: le navi sono state imbarcate per l'Egitto, mentre i partecipanti viaggeranno per via aerea. Una veloce diretta telefonica con Darco, in procinto di partire (1 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-20102010-carovana.mp3\"] Scarica il file (0.3 MB)\n\t20/10/2010 Cagliari. Ieri violenti scontri tra polizia e pastori per le vie del centro. Occupato un ufficio della Regione, cariche, lacrimogeni, manifestanti feriti e fermati. Un racconto della giornata con un compagno di Cagliari (7 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-20102010-pastori.mp3\"] Scarica il file (1.7 MB)\n\t20/10/2010 Cile. Sullo sciopero della fame dei prigionieri Mapuche, le loro richieste, le loro ragioni, e uno sguardo sulla democrazia cilena che ancora si avvale delle leggi speciali di Pinochet. Ne parliamo con un compagno del Comitato Lavoratori Cileni Esiliati (15 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-20102010-chile.mp3\"] Scarica il file (3.6 MB)\n\t19/10/2010 Diretta con Alberto Perino dall'autoporto di Susa: si è appena conclusa la mattinata di contestazione No Tav a Virano e ad altri tecnici, amministratori e impresari che si volevano riunire per fare il punto della situazione sull'avanzamento del progetto TAV in Val Susa. In conclusione Perino saluta e porta la solidarietà di tutto il popolo valsusino ai presidianti di Terzigno. (5 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/intervista-perino.mp3\"] Scarica il file\n\t19/10/2010 Collegamento con Attilio dopo lo sgombero dell' \"Edera\" Occupata di Varese. (3 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/intervista-attilio.mp3\"] Scarica il file\n\t\n19/10/2010 Collegamento telefonico da Terzigno (NA) riguardo gli scontri fra polizia e presidianti anti-discarica avvenuti ieri (18/10) durante la mattinata (2 min)[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/terzigno-19-10-101.mp3\"] Scarica il file\n\t15/10/2010 Aggiornamento da Milano: la polizia allontana il presidio di solidali con gli occupanti di via Savona, che ancora resistono sul tetto (4 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-15102010-viasavona2.mp3\"] Scarica il file (0.7 MB)\n\t15/10/2010 Milano, la Bottiglieria occupata resiste! Una diretta dai tetti di via Savona, 18 (3 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-15102010-viasavona.mp3\"] Scarica il file (0.7 MB)\n\t15/10/2010 Torino. Una diretta con un recluso del Cie di corso Brunelleschi, nato in Marocco ma da 22 anni in Italia. Nonostante anche la sua famiglia viva qui, oggi sarà rimpatriato (4 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-15102010-brunelleschi.mp3\"] Scarica il file (0.8 MB)\n\t14/10/2010 Torino. La diretta dalla manifestazione anti-DDL Gelmini a Palazzo Nuovo. (5 min)[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/intervista-matilde.mp3\"] Scarica il file\n\t14/10/2010 Torino. Stefano, sindacalista CUB Scuola, racconta i motivi dello sciopero di domani (15/10) proclamato per tutta la giornata dal sindacalismo di base (CUB- Scuola e Università e COBAS -Scuola) per i lavoratori di scuola e università. Una buona occasione per entrare nello specifico di tutte le incongruenze e di tutti i danni portati dalla \"Controriforma\" Gelmini. (8 min)[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/intervista-stefano.mp3\"] Scarica il file\n\t\n14/10/2010 Torino. I rivoltosi del C.P.A. \"Elmas\" di Cagliari vengono trasferiti al C.I.E. di Corso Brunelleschi a Torino. All'aeroporto di Caselle un gruppo di antirazzisti manifesta solidarietà alla loro lotta e protesta contro la repressione delle forze dell'ordine e contro la deportazione dei ragazzi algerini e tunisini nel centro di detenzione torinese. L'intervista a Manu che ci racconta l'azione e le reazioni delle persone presenti. (4 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/intervista-manu.mp3\"] Scarica il file\n\t13/10/2010 Atene. I precari del Ministero della cultura occupano l'Acropoli. Ne parliamo con un compagno greco (2 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-13102010-grecia.mp3\"] Scarica il file (0.4 MB)\n\t13/10/2010 Torino. Gli studenti del Politecnico di Torino in piazza Castello per protestare contro l'approvazione del ddl Gelmini (2 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-13102010-politecnico-torino.mp3\"] Scarica il file (0.3 MB)\n\t13/10/2010 Dagli scontri di ieri a Genova tra polizia ultras Serbi, all'ingresso della Serbia in Europa, all'aggressione al Gay Pride di Belgrado dei giorni scorsi (4 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-13102010-serbia.mp3\"] Scarica il file (0.7 MB)\n\t13/10/2010 Un'intervista con uno studente di Scienze Politiche di Milano sulla mobilitazione contro il ddl Gelmini (8 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-13102010-scipol-milano.mp3\"] Scarica il file (1.3 MB) \n\n\t13/10/2010 Afghanistan. Un'intervista con Umberto De Giovannangeli de L'Unità sui recenti sviluppi: dai militari italiani morti alle bombe sui caccia (7 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-13102010-afghanistan.mp3\"] Scarica il file (1.2 MB)\n\t12/10/2010 Da Cagliari: ieri una rivolta nei reclusi del Centro di Prima Accoglienza ha bloccato per ore le piste dell'adiacente aereoporto di Elmas. Si tratta della terza rivolta in undici giorni: un centinaio di stranieri ha messo a soqquadro la struttura del Cpa, riuscendo anche a prenderne il controllo per un paio d'ore. Alcuni dei rivoltosi sono fuggiti dal centro raggiungendo la vicina pista dell'aeroporto civile «Mario Mameli», tanto che lo scalo è stato chiuso dalle per motivi di sicurezza. Gli agenti hanno effettuato una decina di arresti. Per le persone fermate l'accusa è quella di danneggiamento aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. All'interno dell'aereoporto, intanto, manifestava un gruppo di solidali con gli immigrati in rivolta. Ascoltiamo il racconto della giornata dalla voce di Roberto (10 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-12102010-cagliari.mp3\"] Scarica il file (1.7 MB)\n\t12/10/2010 Da Torino. Nella giornata di ieri, un corteo spontaneo di studenti e ricercatori partito dal Politecnico ha raggiunto in corteo la Facoltà di Architettura, per protestare contro l'approvazione del Ddl Moratti sulla riforma scolastica, prevista per questo giovedì, 14 ottobre. Ascoltiamo il racconto di uno degli studenti (3 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/torino_corteo_spontaneo_universitari_nogelmini_12102010.mp3\"] Scarica il file (0.5 MB)\n\t12/10/2010 Condannato all'ergastolo Epaminondas Korkoneas, il poliziotto che uccise di proposito un ragazzo di quindici anni, Alexis Grigoropulos, nel distretto di Atene di Exarchia nel 2008. Il suo collega è stato condannato a una pena detentiva per complicità. Nei giorni immediatamente successivi all'omicidio di Alexis, Atene si sollevò in un moto di rabbia e rivolta. Le proteste si estesero presto ad altre città greche e durarono per settimane, contribuendo a far cadere il governo conservatore circa un anno dopo. Facciamo il punto della situazione a due anni di distanza dall'omicidio di Alexis con un compagno greco (14 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-12102010-atene.mp3\"] Scarica il file (2.5 MB)\n\t11/10/2010 A due giorni dalla morte di quattro alpini italiani in Afghanistan; un'intervista con Alessandro Dal Lago, sociologo genovese, autore nel 2010 del libro \"Le nostre guerre\". Una discussione su “guerra asimmetrica”, strategia geopolitica, scenari possibili. Un'analisi sulla cultura della guerra infinita come traino allo sviluppo di una egemonia economica occidentale che trova nella resistenza Afghana un ostacolo invalicabile. (17 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-11102010-dallago.mp3\"] Scarica il file (2.9 MB)\n\t08/10/2010 Domani, sabato 9 ottobre ci sarà una manifestazione a Torino per il salario, i diritti, la dignità e la speranza nel futuro. il corteo, organizzato dall'Unione Sindacale di Base, partirà dal cancello 5 della Fiat Mirafiori. Il collegamento con Luigi Casali dell'Usb (4 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-08102010-casati-usb.mp3\"] Scarica il file (0.6 MB)\n\t08/10/2010 Oggi i cortei studenteschi che si muovono in tutta Italia, da Palermo a Pisa, da Bologna a Torino e in moltissime altre città (più di 50 i cortei previsti) danno la cifra del movimento complessivo all'interno dei licei e degli istituti tecnici. Sarà quello di oggi un primo passaggio di lotta verso un autunno fondamentale sul terreno della formazione. In piazza anche il mondo dell'università e la protesta degli \"indisponibili\". La diretta dal corteo di Torino con Francesca (3 min) Scarica il file (0.4 MB)\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-08102010-studenti-torino.mp3\"]\nLa diretta dal corteo di Palermo con Giorgio (3 min) Scarica il file (0.5 MB)\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-08102010-studenti-palermo.mp3\"]\nLa diretta con Michele dal corteo di Bologna (2 min) Scarica il file (0.4 MB)\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-08102010-studenti-bologna.mp3\"]\nLa diretta dal corteo di Napoli con Luca (4 min) Scarica il file (0.7 MB)\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-08102010-studenti-napoli.mp3\"]\nLa diretta con Giorgio degli Atenei in rivolta di Roma (5 min) Scarica il file (0.8 MB)\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-08102010-studenti-roma.mp3\"]\n\t06/10/2010 Due appuntamenti al Tribunale di Milano. Domani si incontrano la resistenza rom di via Triboniano e la lotta dei facchini della cooperativa \"Papavero\" (7 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-06102010-processi-milano.mp3\"] Scarica il file (1.2 MB)\n\t06/10/2010 Carovana Vivapalestina. La partenza per l'Egitto è prevista per venerdì. Nel frattempo, alcune considerazioni e impressioni di viaggio di Vittorio Tradardi (10 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-06102010-tradardi-vivapalestina.mp3\"] Scarica il file (1.8 MB)\n\t06/10/2010 La carovana Vivapalestina è ancora ferma in Siria. Ascolta l'intervista con Dana (10 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/carovana-verso-gaza_dana_martedi_05102010.mp3\"] Scarica il file (1.8 MB)\n\t04/10/2010 Intervista con Yanos, fotografo freelance, al presidio di Terzigno (NA). Analisi e similitudini sulla gestione dell'emergenza a Terzigno e a L'Aquila (3 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/Terzigno-fotografo.mp3\"] Scarica il file (2.5 MB)\n\t03/10/2010 Blob di interviste raccolte nottetempo al presidio Antidiscarica di Terzigno (NA). I presidianti in tutta la loro diversità e determinazione ci parlano diffusamente dei danni ambientali, al turismo e all'agricoltura nell'area del Parco Nazionale del Vesuvio (una delle più densamente abitate d'Italia). Ci raccontano anche dei danni alla salute e alla qualità della vita delle persone e delle tante violenze compiute in queste settimane dalle forze dell'ordine in un'area ormai totalmente militarizzata (6 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/Terzigno-completo014.mp3\"] Scarica il file (6 MB)","30 Settembre 2010","2025-09-24 22:01:19","Ottobre 2010",1285859183,[272,273,274,275],"http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/linformazione-di-blackout/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/notizie-2/",[50,277,278,279],"linformazione-di-blackout","news","notizie",{"post_content":281},{"matched_tokens":282,"snippet":284,"value":285},[283],"Picchetto","29/10/2010 \u003Cmark>Picchetto\u003C/mark> antisfratto questa mattina in Via","29/10/2010 \u003Cmark>Picchetto\u003C/mark> antisfratto questa mattina in Via Don Murialdo a Torino. Lo Sportello per il diritto alla casa di San Paolo ha partecipato all'iniziativa insieme alla popolazione solidale del quartiere. La corrispondenza con Laura. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/laura-picchetto-antisfratto.mp3\"] Scarica il file\n\t29/10/2010 Dopo la notte di cariche e fermi, questa mattina continua il presidio solidale fuori dal palazzo occupato di corso regina. Sentiamo la corrispondenza con Elisa [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/diretta-elisa-da-palazzo-occupato.mp3\"] Scarica il file\n\t28/10/2010 Torino. Questa mattina la polizia sfonda le porte del Palazzo Occupato per sgomberarlo. Otto occupanti riescono a salire sul tetto per resistere, ascolta la diretta con uno di loro (3 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-28102010-palazzo.mp3\"] Scarica il file (0.5 MB)\n\t28/10/2010 Torino. Ieri al Cie di corso Brunelleschi è scoppiata una rivolta che ha visto coinvolti i trenta reduci della rivolte di Elmas trasferiti a Torino. Per loro era stato predisposto un volo speciale per deportarli in Algeria. Ascolta il racconto dalla voce di un recluso (6 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-28102010-cie.mp3\"] Scarica il file (1 MB)\n\t27/10/2010 Le trivelle dei petrolieri tornano in Val di Noto: l'ultimo verdetto dei giudici è a loro favore. Diretta con Stefano Ciafani di Legambiente. (5 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/valdinoto_trivellazioni.mp3\"]. Scarica il file (0.9 MB)\n\t26/10/2010 Terzigno (NA). Vincenzo ci racconta gli ultimi aggiornamenti riguardo alle proteste contro la discarica, in particolare riguardo alle violente intimidazioni poliziesche contro la popolazione coinvolta nelle manifestazioni, sconfessando le allarmiste dichiarazioni del ministro Maroni e facendo chiarezza sulla reale composizione del movimento. 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(3 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/intervista-attilio.mp3\"] Scarica il file\n\t\n19/10/2010 Collegamento telefonico da Terzigno (NA) riguardo gli scontri fra polizia e presidianti anti-discarica avvenuti ieri (18/10) durante la mattinata (2 min)[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/terzigno-19-10-101.mp3\"] Scarica il file\n\t15/10/2010 Aggiornamento da Milano: la polizia allontana il presidio di solidali con gli occupanti di via Savona, che ancora resistono sul tetto (4 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-15102010-viasavona2.mp3\"] Scarica il file (0.7 MB)\n\t15/10/2010 Milano, la Bottiglieria occupata resiste! Una diretta dai tetti di via Savona, 18 (3 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-15102010-viasavona.mp3\"] Scarica il file (0.7 MB)\n\t15/10/2010 Torino. Una diretta con un recluso del Cie di corso Brunelleschi, nato in Marocco ma da 22 anni in Italia. Nonostante anche la sua famiglia viva qui, oggi sarà rimpatriato (4 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-15102010-brunelleschi.mp3\"] Scarica il file (0.8 MB)\n\t14/10/2010 Torino. La diretta dalla manifestazione anti-DDL Gelmini a Palazzo Nuovo. (5 min)[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/intervista-matilde.mp3\"] Scarica il file\n\t14/10/2010 Torino. Stefano, sindacalista CUB Scuola, racconta i motivi dello sciopero di domani (15/10) proclamato per tutta la giornata dal sindacalismo di base (CUB- Scuola e Università e COBAS -Scuola) per i lavoratori di scuola e università. Una buona occasione per entrare nello specifico di tutte le incongruenze e di tutti i danni portati dalla \"Controriforma\" Gelmini. (8 min)[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/intervista-stefano.mp3\"] Scarica il file\n\t\n14/10/2010 Torino. I rivoltosi del C.P.A. \"Elmas\" di Cagliari vengono trasferiti al C.I.E. di Corso Brunelleschi a Torino. All'aeroporto di Caselle un gruppo di antirazzisti manifesta solidarietà alla loro lotta e protesta contro la repressione delle forze dell'ordine e contro la deportazione dei ragazzi algerini e tunisini nel centro di detenzione torinese. L'intervista a Manu che ci racconta l'azione e le reazioni delle persone presenti. (4 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/intervista-manu.mp3\"] Scarica il file\n\t13/10/2010 Atene. I precari del Ministero della cultura occupano l'Acropoli. Ne parliamo con un compagno greco (2 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-13102010-grecia.mp3\"] Scarica il file (0.4 MB)\n\t13/10/2010 Torino. Gli studenti del Politecnico di Torino in piazza Castello per protestare contro l'approvazione del ddl Gelmini (2 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-13102010-politecnico-torino.mp3\"] Scarica il file (0.3 MB)\n\t13/10/2010 Dagli scontri di ieri a Genova tra polizia ultras Serbi, all'ingresso della Serbia in Europa, all'aggressione al Gay Pride di Belgrado dei giorni scorsi (4 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-13102010-serbia.mp3\"] Scarica il file (0.7 MB)\n\t13/10/2010 Un'intervista con uno studente di Scienze Politiche di Milano sulla mobilitazione contro il ddl Gelmini (8 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-13102010-scipol-milano.mp3\"] Scarica il file (1.3 MB) \n\n\t13/10/2010 Afghanistan. Un'intervista con Umberto De Giovannangeli de L'Unità sui recenti sviluppi: dai militari italiani morti alle bombe sui caccia (7 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-13102010-afghanistan.mp3\"] Scarica il file (1.2 MB)\n\t12/10/2010 Da Cagliari: ieri una rivolta nei reclusi del Centro di Prima Accoglienza ha bloccato per ore le piste dell'adiacente aereoporto di Elmas. Si tratta della terza rivolta in undici giorni: un centinaio di stranieri ha messo a soqquadro la struttura del Cpa, riuscendo anche a prenderne il controllo per un paio d'ore. Alcuni dei rivoltosi sono fuggiti dal centro raggiungendo la vicina pista dell'aeroporto civile «Mario Mameli», tanto che lo scalo è stato chiuso dalle per motivi di sicurezza. Gli agenti hanno effettuato una decina di arresti. Per le persone fermate l'accusa è quella di danneggiamento aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. All'interno dell'aereoporto, intanto, manifestava un gruppo di solidali con gli immigrati in rivolta. Ascoltiamo il racconto della giornata dalla voce di Roberto (10 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-12102010-cagliari.mp3\"] Scarica il file (1.7 MB)\n\t12/10/2010 Da Torino. Nella giornata di ieri, un corteo spontaneo di studenti e ricercatori partito dal Politecnico ha raggiunto in corteo la Facoltà di Architettura, per protestare contro l'approvazione del Ddl Moratti sulla riforma scolastica, prevista per questo giovedì, 14 ottobre. Ascoltiamo il racconto di uno degli studenti (3 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/torino_corteo_spontaneo_universitari_nogelmini_12102010.mp3\"] Scarica il file (0.5 MB)\n\t12/10/2010 Condannato all'ergastolo Epaminondas Korkoneas, il poliziotto che uccise di proposito un ragazzo di quindici anni, Alexis Grigoropulos, nel distretto di Atene di Exarchia nel 2008. Il suo collega è stato condannato a una pena detentiva per complicità. Nei giorni immediatamente successivi all'omicidio di Alexis, Atene si sollevò in un moto di rabbia e rivolta. Le proteste si estesero presto ad altre città greche e durarono per settimane, contribuendo a far cadere il governo conservatore circa un anno dopo. Facciamo il punto della situazione a due anni di distanza dall'omicidio di Alexis con un compagno greco (14 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-12102010-atene.mp3\"] Scarica il file (2.5 MB)\n\t11/10/2010 A due giorni dalla morte di quattro alpini italiani in Afghanistan; un'intervista con Alessandro Dal Lago, sociologo genovese, autore nel 2010 del libro \"Le nostre guerre\". Una discussione su “guerra asimmetrica”, strategia geopolitica, scenari possibili. Un'analisi sulla cultura della guerra infinita come traino allo sviluppo di una egemonia economica occidentale che trova nella resistenza Afghana un ostacolo invalicabile. (17 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-11102010-dallago.mp3\"] Scarica il file (2.9 MB)\n\t08/10/2010 Domani, sabato 9 ottobre ci sarà una manifestazione a Torino per il salario, i diritti, la dignità e la speranza nel futuro. il corteo, organizzato dall'Unione Sindacale di Base, partirà dal cancello 5 della Fiat Mirafiori. Il collegamento con Luigi Casali dell'Usb (4 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-08102010-casati-usb.mp3\"] Scarica il file (0.6 MB)\n\t08/10/2010 Oggi i cortei studenteschi che si muovono in tutta Italia, da Palermo a Pisa, da Bologna a Torino e in moltissime altre città (più di 50 i cortei previsti) danno la cifra del movimento complessivo all'interno dei licei e degli istituti tecnici. Sarà quello di oggi un primo passaggio di lotta verso un autunno fondamentale sul terreno della formazione. In piazza anche il mondo dell'università e la protesta degli \"indisponibili\". La diretta dal corteo di Torino con Francesca (3 min) Scarica il file (0.4 MB)\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-08102010-studenti-torino.mp3\"]\nLa diretta dal corteo di Palermo con Giorgio (3 min) Scarica il file (0.5 MB)\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-08102010-studenti-palermo.mp3\"]\nLa diretta con Michele dal corteo di Bologna (2 min) Scarica il file (0.4 MB)\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-08102010-studenti-bologna.mp3\"]\nLa diretta dal corteo di Napoli con Luca (4 min) Scarica il file (0.7 MB)\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-08102010-studenti-napoli.mp3\"]\nLa diretta con Giorgio degli Atenei in rivolta di Roma (5 min) Scarica il file (0.8 MB)\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-08102010-studenti-roma.mp3\"]\n\t06/10/2010 Due appuntamenti al Tribunale di Milano. Domani si incontrano la resistenza rom di via Triboniano e la lotta dei facchini della cooperativa \"Papavero\" (7 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-06102010-processi-milano.mp3\"] Scarica il file (1.2 MB)\n\t06/10/2010 Carovana Vivapalestina. La partenza per l'Egitto è prevista per venerdì. Nel frattempo, alcune considerazioni e impressioni di viaggio di Vittorio Tradardi (10 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/RBO-06102010-tradardi-vivapalestina.mp3\"] Scarica il file (1.8 MB)\n\t06/10/2010 La carovana Vivapalestina è ancora ferma in Siria. Ascolta l'intervista con Dana (10 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/carovana-verso-gaza_dana_martedi_05102010.mp3\"] Scarica il file (1.8 MB)\n\t04/10/2010 Intervista con Yanos, fotografo freelance, al presidio di Terzigno (NA). Analisi e similitudini sulla gestione dell'emergenza a Terzigno e a L'Aquila (3 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/Terzigno-fotografo.mp3\"] Scarica il file (2.5 MB)\n\t03/10/2010 Blob di interviste raccolte nottetempo al presidio Antidiscarica di Terzigno (NA). I presidianti in tutta la loro diversità e determinazione ci parlano diffusamente dei danni ambientali, al turismo e all'agricoltura nell'area del Parco Nazionale del Vesuvio (una delle più densamente abitate d'Italia). Ci raccontano anche dei danni alla salute e alla qualità della vita delle persone e delle tante violenze compiute in queste settimane dalle forze dell'ordine in un'area ormai totalmente militarizzata (6 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2010/09/Terzigno-completo014.mp3\"] Scarica il file (6 MB)",[287],{"field":96,"matched_tokens":288,"snippet":284,"value":285},[283],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":47,"score":232,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":58,"first_q":30,"per_page":39,"q":30},10,{"facet_counts":294,"found":23,"hits":324,"out_of":360,"page":23,"request_params":361,"search_cutoff":36,"search_time_ms":362},[295,301],{"counts":296,"field_name":299,"sampled":36,"stats":300},[297],{"count":23,"highlighted":298,"value":298},"anarres","podcastfilter",{"total_values":23},{"counts":302,"field_name":35,"sampled":36,"stats":322},[303,305,307,308,310,312,314,316,318,320],{"count":23,"highlighted":304,"value":304},"grecia",{"count":23,"highlighted":306,"value":306},"idomeni",{"count":23,"highlighted":298,"value":298},{"count":23,"highlighted":309,"value":309},"Loi Travail",{"count":23,"highlighted":311,"value":311},"corteo anarchico",{"count":23,"highlighted":313,"value":313},"blocco raffinerie",{"count":23,"highlighted":315,"value":315},"deportazione profughi",{"count":23,"highlighted":317,"value":317},"anarres 27 maggio 2016",{"count":23,"highlighted":319,"value":319},"2 giugno antimilitarista",{"count":23,"highlighted":321,"value":321},"fiaccolata dei poliziotti",{"total_values":323},12,[325],{"document":326,"highlight":351,"highlights":356,"text_match":146,"text_match_info":359},{"comment_count":47,"id":327,"is_sticky":47,"permalink":328,"podcastfilter":329,"post_author":298,"post_content":330,"post_date":331,"post_excerpt":53,"post_id":327,"post_modified":332,"post_thumbnail":333,"post_title":334,"post_type":335,"sort_by_date":336,"tag_links":337,"tags":349},"36237","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-27-maggio-francia-grecia-le-strade-di-torino-il-corteo-del-2-giugno-e-tanto-altro/",[298],"Ogni venerdì intorno alle 10,45 dalle libere frequenze di Blackout si sbarca su Anarres, pianeta delle utopie concrete.\r\nQui potete (ri)ascoltare la prima parte della puntata del 27 maggio:\r\n\r\n2016-05-27-anarres-primaparte\r\n\r\ne la seconda parte:\r\n\r\n2016-05-27-anarres-secondaparte\r\n\r\nDi seguito gli argomenti trattati oggi:\r\n\r\n* Francia. I blocchi delle raffineria e gli scioperi di ferrovieri e lavoratori di EDF. Nostro corrispondente Gianni Carrozza, corrispondente parigino di Collegamenti e redattore di Vive La Sociale! su radio Frequence Plurielle.\r\nAl di là della cronaca dell'ultima settimana, tra blocchi delle raffinerie, scioperi delle ferrovie e grandi manifestazioni di piazza, con Gianni abbiamo provato a cogliere le prospettive di un movimento che, dopo due mesi, continua ad essere in crescita, nonostante ampi settori del maggiore sindacato, la CGT, abbiano scelto di radicalizzarsi per provare a controllare una situazione che minaccia(va) di non essere più controllabile dalle burocrazie sindacali. In quest'ultima settimana è scesa in campo anche FO, Force Ouvriere, sindacato classicamente padronale, mentre meno rilevante è il ruolo degli studenti. Crepe si aprono nel fronte governativo, dove il partito socialista deve fare i conti con una crescente fronda della sua base sociale e politica.\r\nContinuano le Nouit Debout e tentano – sia pure a fatica - di sbarcare anche nella banlieaue, mentre gli attivisti si spostano dove ci sono blocchi e azioni di picchetto.\r\nUna riflessione particolare è stata dedicata al tema del blocco (delle merci, delle persone, dei flussi di notizie) come strumento per mettere in difficoltà un padronato, molto più libero di agire, vista la leggerezza estrema del sistema produttivo, ancorato al just in time, privo di magazzino, con capannoni e macchine in leasing.\r\nNe è scaturito un dibattito interessante, in cui è emerso, che sebbene la pratica del blocco sia efficace nel mettere in difficoltà la controparte, l'ingovernabilità del territorio, passa, necessariamente da un allargamento del fronte di lotta più radicale. \r\n\r\n* Torino. Anarchici in piazza contro razzisti e polizia. Cronaca della giornata di lotta – corteo e contestazione della fiaccolata di poliziotti e comitati razzisti in sostegno ad un piano “sicurezza” il cui solo obiettivo è la guerra ai poveri.\r\n\r\n* Torino. Giovedì 2 giugno, ore 15,30 in piazza XVIII dicembre, vecchia Porta Susa\r\nQui l'appello per il corteo antimilitarista del 2 giugno a Torino\r\nAscolta e diffondi lo spot del corteo\r\n\r\n* Grecia. Abbiamo parlato dello sgombero di Idomeni con Jannis, anarchico greco, che ci racconta delle centri di detenzione che attendono i profughi deportati dall'accampamento spontaneo al confine tra Grecia e Macedonia.\r\nGrandi capannoni industriali all'estrema periferia di Salonicco, quello che resta delle fabbriche brasate dalla crisi, sono la destinazione “momentanea” per i profughi deportati in questi giorni da Idomeni. Grandi scheletri senza infissi, sanitari, fili elettrici, recuperati e riciclati negli anni da chi ne aveva bisogno.\r\nProbabilmente non c'è neppure l'acqua.\r\nQui, i profughi, isolati in piccoli gruppi, sorvegliati dall'esercito, saranno lontani dagli sguardi e dalla possibilità da rendere visibile, e quindi politicamente rilevante, la loro condizione.\r\nIntorno alle ex fabbriche quartieri di immigrati dall'est, spesso ostili ai profughi, dove Crisi Argi, i nazisti di Alba Dorata, guadagnano terreno. Nelle ultime settimane hanno provato ad alzare la testa, facendo ronde per i quartieri, cosa mai avvenuta a Salonicco ed inquietante, nonostante i nazisti siano stati intercettati e fermati dai compagni.\r\nA Idomeni restano solo più 500 persone, le sole che non paiono disponibili ad andarsene volontariamente. Gli altri 7.900, in parte sono saliti spontaneamente sui pullman dell'esercito, molti altri – forse 3000 - se ne sono andati prima dello sgombero, improvvisando accampamenti in altre località lungo il confine. A Polycastro, in una stazione di servizio, sono accampate oltre duemila persone, in parte provenienti da Idomeni.\r\nSecondo fonti No Border in 700 ce l'avrebbero fatta a bucare il confine macedone.\r\nLo sgombero sinora “pacifico” dell'accampamento di Idomeni è frutto del lungo lavorio fatto da ONG, volontari e funzionari statali. I profughi sono stati privati dell'acqua, ogni giorno il cibo non bastava per tutti, l'accesso ad internet per tentare la domanda di ricollocazione in un altro paese europeo non era altro che una chimera.\r\nPrivati della loro dignità, minacciati ed umiliati, metà dei profughi hanno finito con accettare senza proteste la deportazione, un'altra metà hanno deciso di fuggire, prima dello sgombero, nella notte del 24 maggio.\r\nIl divieto ai giornalisti di raccontare lo sgombero era parte della strategia di isolamento delle persone. Se nessuno vede e racconta quello che succede, anche la protesta sembra diventare inutile.\r\nUn risultato che il governo Tsipras non dava certo per scontato, viste le migliaia di agenti in assetto antisommossa mandati a Idomeni da ogni parte della Grecia.\r\n\r\n* Zitto e mangia la minestra. É il titolo del contributo di Benjamin Julian sul blog refugeestrail. Mostra in modo efficace il ruolo dei volontari apolitici nell'assistenza e controllo dei migranti in viaggio a Chios e Idomeni. nel fiaccare la resistenza, umiliando le persone che si aiutano, riducendole a tubi digerenti, minori da assistere, inferiori cui mostrare il modo giusto di vivere. Uno sguardo colonialista e complice delle politiche repressive del governo.\r\n\r\nSotto trovate la traduzione fatta dal blog Hurriya, che abbiamo letto ad Anarres\r\n\r\nOggi le autorità greche hanno dato l’avvio a quello che minacciavano da tempo: lo sgombero dell’accampamento di Idomeni. Il portavoce del ministro dell’immigrazione ha detto che tutti sapevano che “le condizioni di vita” sarebbero state migliori nei campi in cui le persone saranno ricollocate e aveva promesso che “non sarebbe stata usata la forza”, ma anche che si aspettava che le 8000 persone che hanno vissuto lì per mesi sarebbero state spostate in meno di una settimana. Per garantire che nessuno potesse vedere il modo pacifico con cui Idomeni sarebbe stata sgomberata, a giornalisti e attivisti è stato precluso l’accesso all’area.\r\n\r\nUna spiegazione di come questo paradosso dello spostamento non violento di migliaia di persone, che non avevano intenzione di spostarsi, potesse essere risolto, è stata data da un rappresentante di MSF, secondo il quale la gestione del campo da parte della polizia ha “reso complicata la fornitura di cibo e l’assistenza sanitaria”.\r\n\r\nSi tratta di una mossa simile a quella riportata dai/dalle migranti di Vial a Chios, quando venne detto loro che avrebbero dovuto lasciare il campo per trasferirsi nell’altro hotspot di Kos: “Non avevamo l’acqua per poter usare i bagni o poter farci una doccia”, ha detto un migrante. “Avevamo giusto l’acqua potabile da bere. La polizia ha tagliato l’acqua perché, ci hanno detto, dobbiamo spostarci su un’altra isola”.\r\n\r\nQueste tattiche vengono solitamente definite assedi di guerra, intimidazioni, abusi o, per ultimo, atti antiumanitari. Ma negli ultimi tempi sembra essersi affermata la scuola di pensiero che ritiene queste pratiche non sostanzialmente sbagliate, trattandosi solo di una questione di procedure. Il lavoro umanitario consiste nel trovare “un buon posto”, identificato dai volontari o dalle autorità, dove poter trasferire i/le migranti. I desideri e le richieste dei/delle migranti sono semplicemente ignorati. Questo approccio cresce naturalmente nel contesto della politica di confine europea, e dovremmo cominciare a resistere e opporci ad essa.\r\n\r\nRimani in fila\r\nNon è solo il consueto sentimento europeo di superiorità che nutre questo atteggiamento. Durante il lavoro che ho svolto nelle mense questo inverno, mi ha colpito quanto velocemente una mentalità paternalista, o peggio autoritaria, si possa sviluppare tra i volontari.\r\nNoi, per lo più ventenni bianchi/e, eravamo donatori e loro riceventi. Noi avevamo cose che la maggior parte dei/delle migranti non aveva. Potevamo viaggiare, prendere in affitto case, guidare auto, mentre loro non potevano. Eravamo noi che l* facevamo mettere in fila, che decidevamo le loro porzioni, che decidevamo se una persona poteva ricevere una, due o nessuna porzione di zuppa, che l* facevamo allineare in fila, che facevamo rispettare la coda a chi la saltava e così via. Questa posizione di superiorità può facilmente sfociare nella prepotenza, e ho visto spesso e in diversi luoghi volontari urlare contro i/le migranti che erano in attesa in fila per ottenere un paio di mutande o una carta di registrazione. Si tratta di uno spettacolo che non vorrei vedere mai più.\r\n\r\nQuesta denigrazione è divenuta a volte sistematica quando le ONG e i distributori di cibo hanno marcato le unghie o distribuito braccialetti identificativi ai/alle migranti in modo da poter assegnare loro la “quota giusta”. La motivazioni sono candide, la pratica repellente. Ma quando le condizioni sono come erano quest’inverno in Grecia, la dignità dei migranti deve essere anteposta alle pratiche del lavoro umanitario. Le condizioni in cui sono stati portati dalla guerra a casa loro e dalla chiusura delle frontiere ci lascia pochissimi spazi di manovra.\r\n\r\nLo sfortunato risultato di questo schema è che “‘umanitarismo” è diventata una parola molto flessibile. Il trasferimento di migranti dall’hotspot sovraffollato di Vial a quello sull’isola di Kos potrebbe essere descritto come guidato da uno scopo “umanitario”, perché essi avrebbero avuto molto più spazio a Kos. Il fatto che essi fossero chiusi dentro, mentre a Vial erano liberi di uscire, mi è stato spiegato da un volontario come un piccolo e temporaneo inconveniente – non un abuso fondamentale dei diritti dei detenuti e un diniego della loro autonomia. Che i/le migranti detenute negli hotspot dicessero di subire trattamenti “da animali”, per molti vuol dire dar loro più zuppa, più spazio, più coperte piuttosto che una questione di dignità.\r\n\r\nApolitici\r\nÈ questa ridefinizione della parola “umanitario” come semplice fornitore di “comfort” che permette alle autorità greche di presentare l’evacuazione dei residenti di Idomeni verso i campi “più umanitari”, come un aiuto ai poveri ignoranti spaventati migranti ad effettuare la scelta più saggia. (Questo si chiama agire come un “salvatore bianco”). Ma è semplicemente irrilevante quanto buoni siano i campi militari. Il punto è che ai migranti non è lasciata scelta. Quello che manca qui è quello che dovrebbe essere un principio fondamentale dell’umanitarismo: non opporsi alla volontà e desideri di chi vi è soggetto. Trascinare adulti come se fossero bestie da un luogo a un altro non è mai un aiuto, non importa quanto gradevole sia il luogo dove verranno sistemati.\r\n\r\nQuando i/le migranti hanno occupato il porto di Chios, ne è nata una discussione simile. Avevano trovato un posto dove non potevano essere ignorati, dove i media hanno parlato con loro, dove le loro proteste sono state viste. Ma i volontari e le ONG li hanno supplicati di andare in campi “migliori” perché dotati di docce e letti caldi. Come se ciò importasse! Hanno scelto di dormire sul cemento, non perché fossero stupidi o privi di buon senso, ma perché volevano fare una dichiarazione politica. Ma che è caduta nel vuoto a causa di quei volontari che hanno lavorato “apoliticamente”; che volevano migliorare il comfort, non cambiare la società.\r\n\r\nLe radici del volontariato apolitico meritano un approfondimento a parte, che non voglio fare in questa sede, ma più o meno significa lavorare all’interno del sistema, registrarti (farti accreditare) quando ti dicono di farlo e non andare dove non ti è permesso. A volte le persone in buona fede seguono questa semplice idea: trovare persone in difficoltà e fornire loro tutto ciò che li fa sentire meglio.\r\n\r\nMantieni la calma e mangia la minestra\r\nIl rischio che i volontari non politicizzati corrono è quello di diventare strumenti pratici di una disumana politica statale, finendo col lavorare in condizioni che, a lungo andare, distruggono le speranze dei migranti – e che potrebbero col tempo eliminare ogni traccia di umanitarismo nel trattamento che ricevono.\r\n\r\nIl caso più evidente di questo atteggiamento è quando i volontari dicono ai migranti di mantenere la calma. Si tratta di una strategia tipicamente non politica: se VOI mantenete la calma, NOI saremo meglio in grado di portarvi la zuppa. Manca completamente uno sguardo più ampio: i/le migranti vengono violentemente perseguitati dalla UE, e vogliono esporre la loro situazione al pubblico europeo. Non possono farlo senza l’attenzione dei media, e i media non si presentano senza che vi sia un “incidente”. I migranti devono piangere, morire di fame, gridare o annegare per rappresentare una storia. Non appena “l’umanitarismo” li avvolge nel suo abbraccio soffocante, vengono buttati fuori dalle prime pagine – e possono aspettare in silenzio la deportazione. (È anche opportuno ricordare che i migranti nell’hotspot di Vial hanno notevolmente migliorato le loro condizioni evadendo letteralmente dal carcere, dopo che i volontari gli avevano detto che sarebbe stato meglio “tacere”.)\r\n\r\nE così, l’umanitarismo non politico raggiunge l’ obiettivo opposto. Rimuovendo i/le migranti dalla scena politica e dei media presso il porto di Chios, sgomberandoli da Idomeni, dalle piazze e dai parchi, dando loro quel tanto che basta di cibo per scongiurare la fame, le autorità sono riuscite a farli tacere.","27 Maggio 2016","2018-10-17 22:58:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/2016-05-20-manif-antimili-2-giu-200x110.jpg","Anarres del 27 maggio. 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I blocchi delle raffineria e gli scioperi di ferrovieri e lavoratori di EDF. Nostro corrispondente Gianni Carrozza, corrispondente parigino di Collegamenti e redattore di Vive La Sociale! su radio Frequence Plurielle.\r\nAl di là della cronaca dell'ultima settimana, tra blocchi delle raffinerie, scioperi delle ferrovie e grandi manifestazioni di piazza, con Gianni abbiamo provato a cogliere le prospettive di un movimento che, dopo due mesi, continua ad essere in crescita, nonostante ampi settori del maggiore sindacato, la CGT, abbiano scelto di radicalizzarsi per provare a controllare una situazione che minaccia(va) di non essere più controllabile dalle burocrazie sindacali. In quest'ultima settimana è scesa in campo anche FO, Force Ouvriere, sindacato classicamente padronale, mentre meno rilevante è il ruolo degli studenti. Crepe si aprono nel fronte governativo, dove il partito socialista deve fare i conti con una crescente fronda della sua base sociale e politica.\r\nContinuano le Nouit Debout e tentano – sia pure a fatica - di sbarcare anche nella banlieaue, mentre gli attivisti si spostano dove ci sono blocchi e azioni di \u003Cmark>picchetto\u003C/mark>.\r\nUna riflessione particolare è stata dedicata al tema del blocco (delle merci, delle persone, dei flussi di notizie) come strumento per mettere in difficoltà un padronato, molto più libero di agire, vista la leggerezza estrema del sistema produttivo, ancorato al just in time, privo di magazzino, con capannoni e macchine in leasing.\r\nNe è scaturito un dibattito interessante, in cui è emerso, che sebbene la pratica del blocco sia efficace nel mettere in difficoltà la controparte, l'ingovernabilità del territorio, passa, necessariamente da un allargamento del fronte di lotta più radicale. \r\n\r\n* Torino. Anarchici in piazza contro razzisti e polizia. Cronaca della giornata di lotta – corteo e contestazione della fiaccolata di poliziotti e comitati razzisti in sostegno ad un piano “sicurezza” il cui solo obiettivo è la guerra ai poveri.\r\n\r\n* Torino. Giovedì 2 giugno, ore 15,30 in piazza XVIII dicembre, vecchia Porta Susa\r\nQui l'appello per il corteo antimilitarista del 2 giugno a Torino\r\nAscolta e diffondi lo spot del corteo\r\n\r\n* Grecia. Abbiamo parlato dello \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> di Idomeni con Jannis, anarchico greco, che ci racconta delle centri di detenzione che attendono i profughi deportati dall'accampamento spontaneo al confine tra Grecia e Macedonia.\r\nGrandi capannoni industriali all'estrema periferia di Salonicco, quello che resta delle fabbriche brasate dalla crisi, sono la destinazione “momentanea” per i profughi deportati in questi giorni da Idomeni. Grandi scheletri senza infissi, sanitari, fili elettrici, recuperati e riciclati negli anni da chi ne aveva bisogno.\r\nProbabilmente non c'è neppure l'acqua.\r\nQui, i profughi, isolati in piccoli gruppi, sorvegliati dall'esercito, saranno lontani dagli sguardi e dalla possibilità da rendere visibile, e quindi politicamente rilevante, la loro condizione.\r\nIntorno alle ex fabbriche quartieri di immigrati dall'est, spesso ostili ai profughi, dove Crisi Argi, i nazisti di Alba Dorata, guadagnano terreno. Nelle ultime settimane hanno provato ad alzare la testa, facendo ronde per i quartieri, cosa mai avvenuta a Salonicco ed inquietante, nonostante i nazisti siano stati intercettati e fermati dai compagni.\r\nA Idomeni restano solo più 500 persone, le sole che non paiono disponibili ad andarsene volontariamente. Gli altri 7.900, in parte sono saliti spontaneamente sui pullman dell'esercito, molti altri – forse 3000 - se ne sono andati prima dello \u003Cmark>sgombero\u003C/mark>, improvvisando accampamenti in altre località lungo il confine. A Polycastro, in una stazione di servizio, sono accampate oltre duemila persone, in parte provenienti da Idomeni.\r\nSecondo fonti No Border in 700 ce l'avrebbero fatta a bucare il confine macedone.\r\nLo \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> sinora “pacifico” dell'accampamento di Idomeni è frutto del lungo lavorio fatto da ONG, volontari e funzionari statali. I profughi sono stati privati dell'acqua, ogni giorno il cibo non bastava per tutti, l'accesso ad internet per tentare la domanda di ricollocazione in un altro paese europeo non era altro che una chimera.\r\nPrivati della loro dignità, minacciati ed umiliati, metà dei profughi hanno finito con accettare senza proteste la deportazione, un'altra metà hanno deciso di fuggire, prima dello \u003Cmark>sgombero\u003C/mark>, nella notte del 24 maggio.\r\nIl divieto ai giornalisti di raccontare lo \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> era parte della strategia di isolamento delle persone. Se nessuno vede e racconta quello che succede, anche la protesta sembra diventare inutile.\r\nUn risultato che il governo Tsipras non dava certo per scontato, viste le migliaia di agenti in assetto antisommossa mandati a Idomeni da ogni parte della Grecia.\r\n\r\n* Zitto e mangia la minestra. É il titolo del contributo di Benjamin Julian sul blog refugeestrail. Mostra in modo efficace il ruolo dei volontari apolitici nell'assistenza e controllo dei migranti in viaggio a Chios e Idomeni. nel fiaccare la resistenza, umiliando le persone che si aiutano, riducendole a tubi digerenti, minori da assistere, inferiori cui mostrare il modo giusto di vivere. Uno sguardo colonialista e complice delle politiche repressive del governo.\r\n\r\nSotto trovate la traduzione fatta dal blog Hurriya, che abbiamo letto ad Anarres\r\n\r\nOggi le autorità greche hanno dato l’avvio a quello che minacciavano da tempo: lo \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> dell’accampamento di Idomeni. Il portavoce del ministro dell’immigrazione ha detto che tutti sapevano che “le condizioni di vita” sarebbero state migliori nei campi in cui le persone saranno ricollocate e aveva promesso che “non sarebbe stata usata la forza”, ma anche che si aspettava che le 8000 persone che hanno vissuto lì per mesi sarebbero state spostate in meno di una settimana. Per garantire che nessuno potesse vedere il modo pacifico con cui Idomeni sarebbe stata sgomberata, a giornalisti e attivisti è stato precluso l’accesso all’area.\r\n\r\nUna spiegazione di come questo paradosso dello spostamento non violento di migliaia di persone, che non avevano intenzione di spostarsi, potesse essere risolto, è stata data da un rappresentante di MSF, secondo il quale la gestione del campo da parte della polizia ha “reso complicata la fornitura di cibo e l’assistenza sanitaria”.\r\n\r\nSi tratta di una mossa simile a quella riportata dai/dalle migranti di Vial a Chios, quando venne detto loro che avrebbero dovuto lasciare il campo per trasferirsi nell’altro hotspot di Kos: “Non avevamo l’acqua per poter usare i bagni o poter farci una doccia”, ha detto un migrante. “Avevamo giusto l’acqua potabile da bere. La polizia ha tagliato l’acqua perché, ci hanno detto, dobbiamo spostarci su un’altra isola”.\r\n\r\nQueste tattiche vengono solitamente definite assedi di guerra, intimidazioni, abusi o, per ultimo, atti antiumanitari. Ma negli ultimi tempi sembra essersi affermata la scuola di pensiero che ritiene queste pratiche non sostanzialmente sbagliate, trattandosi solo di una questione di procedure. Il lavoro umanitario consiste nel trovare “un buon posto”, identificato dai volontari o dalle autorità, dove poter trasferire i/le migranti. I desideri e le richieste dei/delle migranti sono semplicemente ignorati. Questo approccio cresce naturalmente nel contesto della politica di confine europea, e dovremmo cominciare a resistere e opporci ad essa.\r\n\r\nRimani in fila\r\nNon è solo il consueto sentimento europeo di superiorità che nutre questo atteggiamento. Durante il lavoro che ho svolto nelle mense questo inverno, mi ha colpito quanto velocemente una mentalità paternalista, o peggio autoritaria, si possa sviluppare tra i volontari.\r\nNoi, per lo più ventenni bianchi/e, eravamo donatori e loro riceventi. Noi avevamo cose che la maggior parte dei/delle migranti non aveva. Potevamo viaggiare, prendere in affitto case, guidare auto, mentre loro non potevano. Eravamo noi che l* facevamo mettere in fila, che decidevamo le loro porzioni, che decidevamo se una persona poteva ricevere una, due o nessuna porzione di zuppa, che l* facevamo allineare in fila, che facevamo rispettare la coda a chi la saltava e così via. Questa posizione di superiorità può facilmente sfociare nella prepotenza, e ho visto spesso e in diversi luoghi volontari urlare contro i/le migranti che erano in attesa in fila per ottenere un paio di mutande o una carta di registrazione. Si tratta di uno spettacolo che non vorrei vedere mai più.\r\n\r\nQuesta denigrazione è divenuta a volte sistematica quando le ONG e i distributori di cibo hanno marcato le unghie o distribuito braccialetti identificativi ai/alle migranti in modo da poter assegnare loro la “quota giusta”. La motivazioni sono candide, la pratica repellente. Ma quando le condizioni sono come erano quest’inverno in Grecia, la dignità dei migranti deve essere anteposta alle pratiche del lavoro umanitario. Le condizioni in cui sono stati portati dalla guerra a casa loro e dalla chiusura delle frontiere ci lascia pochissimi spazi di manovra.\r\n\r\nLo sfortunato risultato di questo schema è che “‘umanitarismo” è diventata una parola molto flessibile. Il trasferimento di migranti dall’hotspot sovraffollato di Vial a quello sull’isola di Kos potrebbe essere descritto come guidato da uno scopo “umanitario”, perché essi avrebbero avuto molto più spazio a Kos. Il fatto che essi fossero chiusi dentro, mentre a Vial erano liberi di uscire, mi è stato spiegato da un volontario come un piccolo e temporaneo inconveniente – non un abuso fondamentale dei diritti dei detenuti e un diniego della loro autonomia. Che i/le migranti detenute negli hotspot dicessero di subire trattamenti “da animali”, per molti vuol dire dar loro più zuppa, più spazio, più coperte piuttosto che una questione di dignità.\r\n\r\nApolitici\r\nÈ questa ridefinizione della parola “umanitario” come semplice fornitore di “comfort” che permette alle autorità greche di presentare l’evacuazione dei residenti di Idomeni verso i campi “più umanitari”, come un aiuto ai poveri ignoranti spaventati migranti ad effettuare la scelta più saggia. (Questo si chiama agire come un “salvatore bianco”). Ma è semplicemente irrilevante quanto buoni siano i campi militari. Il punto è che ai migranti non è lasciata scelta. Quello che manca qui è quello che dovrebbe essere un principio fondamentale dell’umanitarismo: non opporsi alla volontà e desideri di chi vi è soggetto. Trascinare adulti come se fossero bestie da un luogo a un altro non è mai un aiuto, non importa quanto gradevole sia il luogo dove verranno sistemati.\r\n\r\nQuando i/le migranti hanno occupato il porto di Chios, ne è nata una discussione simile. Avevano trovato un posto dove non potevano essere ignorati, dove i media hanno parlato con loro, dove le loro proteste sono state viste. Ma i volontari e le ONG li hanno supplicati di andare in campi “migliori” perché dotati di docce e letti caldi. Come se ciò importasse! Hanno scelto di dormire sul cemento, non perché fossero stupidi o privi di buon senso, ma perché volevano fare una dichiarazione politica. Ma che è caduta nel vuoto a causa di quei volontari che hanno lavorato “apoliticamente”; che volevano migliorare il comfort, non cambiare la società.\r\n\r\nLe radici del volontariato apolitico meritano un approfondimento a parte, che non voglio fare in questa sede, ma più o meno significa lavorare all’interno del sistema, registrarti (farti accreditare) quando ti dicono di farlo e non andare dove non ti è permesso. A volte le persone in buona fede seguono questa semplice idea: trovare persone in difficoltà e fornire loro tutto ciò che li fa sentire meglio.\r\n\r\nMantieni la calma e mangia la minestra\r\nIl rischio che i volontari non politicizzati corrono è quello di diventare strumenti pratici di una disumana politica statale, finendo col lavorare in condizioni che, a lungo andare, distruggono le speranze dei migranti – e che potrebbero col tempo eliminare ogni traccia di umanitarismo nel trattamento che ricevono.\r\n\r\nIl caso più evidente di questo atteggiamento è quando i volontari dicono ai migranti di mantenere la calma. Si tratta di una strategia tipicamente non politica: se VOI mantenete la calma, NOI saremo meglio in grado di portarvi la zuppa. Manca completamente uno sguardo più ampio: i/le migranti vengono violentemente perseguitati dalla UE, e vogliono esporre la loro situazione al pubblico europeo. Non possono farlo senza l’attenzione dei media, e i media non si presentano senza che vi sia un “incidente”. I migranti devono piangere, morire di fame, gridare o annegare per rappresentare una storia. Non appena “l’umanitarismo” li avvolge nel suo abbraccio soffocante, vengono buttati fuori dalle prime pagine – e possono aspettare in silenzio la deportazione. (È anche opportuno ricordare che i migranti nell’hotspot di Vial hanno notevolmente migliorato le loro condizioni evadendo letteralmente dal carcere, dopo che i volontari gli avevano detto che sarebbe stato meglio “tacere”.)\r\n\r\nE così, l’umanitarismo non politico raggiunge l’ obiettivo opposto. Rimuovendo i/le migranti dalla scena politica e dei media presso il porto di Chios, sgomberandoli da Idomeni, dalle piazze e dai parchi, dando loro quel tanto che basta di cibo per scongiurare la fame, le autorità sono riuscite a farli tacere.",[357],{"field":96,"matched_tokens":358,"snippet":354,"value":355},[71],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":47,"score":232,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":335,"first_q":30,"per_page":39,"q":30},5,["Reactive",364],{},["Set"],["ShallowReactive",367],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fxy6b8fKN2CQTacAKLGW5Q9IMzU5_YG0M7c7YW4icAdM":-1},true,"/search?query=sgombero+picchetto"]