","Siria: cade l'ultima roccaforte dell'Isis, forze curde a Baghuz","post",1550700475,[68,69,70,71,72,73,74,75,76,77],"http://radioblackout.org/tag/conflitto-siriano/","http://radioblackout.org/tag/curdistan/","http://radioblackout.org/tag/geopolitica/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/isis/","http://radioblackout.org/tag/medio-oriente/","http://radioblackout.org/tag/rivoluzione-siria-del-nord/","http://radioblackout.org/tag/siria/","http://radioblackout.org/tag/siria-del-nord/","http://radioblackout.org/tag/usa/",[79,80,81,82,24,83,84,15,85,86],"conflitto siriano","curdistan","geopolitica","guerra","medio oriente","rivoluzione siria del nord","siria del nord","USA",{"post_content":88,"post_title":94,"tags":97},{"matched_tokens":89,"snippet":92,"value":93},[15,90,91],"del","Nord","ha partecipato alla rivoluzione della \u003Cmark>Siria\u003C/mark> \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>Nord\u003C/mark>, nonché esperto e analista della","Le forze curdo-siriane sostenute dagli Usa hanno preso il controllo, sabato scorso, dell'ultima roccaforte dell'Isis, nella \u003Cmark>Siria\u003C/mark> sud-orientale. Secondo diverse fonti giornalistiche, le forze curde sono entrate a Baghuz, cittadina sulla sponda orientale dell'Eufrate e da settimane luogo dove si sono asserragliati centinaia di miliziani assieme a un numero imprecisato di civili, molti dei quali mogli e figli dei jihadisti. Nelle ultime ore invece,si è dato il via ai negoziati tra forze curdo-siriane e Isis per la resa delle ultime centinaia di miliziani jihadisti asserragliati tra l'Eufrate e il confine iracheno. Lo riferiscono fonti sul terreno in contatto con le forze curde che guidano l'offensiva finale contro quello che è stato descritto come l'ultimo bastione dello 'Stato islamico' nell'area di Baghuz. All'interno di questo scenario complicato, Trump annuncia il ritiro delle truppe statunitensi dal territorio Siriano e fa appello a Gran Bretagna, Francia, Germania e altri alleati europei di prendersi e processare gli 800 combattenti dell'Isis, catturati in \u003Cmark>Siria\u003C/mark>.\r\n\r\n\r\nAbbiamo fatto un po' di chiarezza, analizzando la situazione, con Jacopo, compagno che ha partecipato alla rivoluzione della \u003Cmark>Siria\u003C/mark> \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>Nord\u003C/mark>, nonché esperto e analista della questione curda.\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/Jacopo_nordsiria.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":95,"snippet":96,"value":96},[15],"\u003Cmark>Siria\u003C/mark>: cade l'ultima roccaforte dell'Isis, forze curde a Baghuz",[98,100,102,104,106,108,110,115,118,121],{"matched_tokens":99,"snippet":79},[],{"matched_tokens":101,"snippet":80},[],{"matched_tokens":103,"snippet":81},[],{"matched_tokens":105,"snippet":82},[],{"matched_tokens":107,"snippet":24},[],{"matched_tokens":109,"snippet":83},[],{"matched_tokens":111,"snippet":114},[112,90,113],"siria","nord","rivoluzione \u003Cmark>siria\u003C/mark> \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>nord\u003C/mark>",{"matched_tokens":116,"snippet":117},[15],"\u003Cmark>Siria\u003C/mark>",{"matched_tokens":119,"snippet":120},[112,90,113],"\u003Cmark>siria\u003C/mark> \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>nord\u003C/mark>",{"matched_tokens":122,"snippet":86},[],[124,133,136],{"field":42,"indices":125,"matched_tokens":128,"snippets":132},[40,126,127],6,7,[129,130,131],[112,90,113],[112,90,113],[15],[120,114,117],{"field":134,"matched_tokens":135,"snippet":92,"value":93},"post_content",[15,90,91],{"field":137,"matched_tokens":138,"snippet":96,"value":96},"post_title",[15],1736172819517538300,{"best_field_score":141,"best_field_weight":26,"fields_matched":142,"num_tokens_dropped":54,"score":143,"tokens_matched":142,"typo_prefix_score":54},"3315704398080",3,"1736172819517538411",{"document":145,"highlight":163,"highlights":180,"text_match":139,"text_match_info":191},{"cat_link":146,"category":147,"comment_count":54,"id":148,"is_sticky":54,"permalink":149,"post_author":57,"post_content":150,"post_date":151,"post_excerpt":60,"post_id":148,"post_modified":152,"post_thumbnail":153,"post_thumbnail_html":154,"post_title":155,"post_type":65,"sort_by_date":156,"tag_links":157,"tags":161},[51],[53],"46156","http://radioblackout.org/2018/02/la-siria-manda-aiuti-ai-curdi-sul-fronte-di-afrin-la-turchia-fa-la-voce-grossa/","Non è fluido solo il quadro militare dopo l’arrivo l’altro giorno di combattenti filogovernativi siriani delle Ndf a sostegno delle Unità di protezione del popolo curdo (Ypg) – dal 20 gennaio sotto attacco delle forze armate turche entrate in territorio siriano –, successivamente arretrati a Nubl, ad una decina di chilometri a sud-est, dopo i colpi di avvertimento sparati dall’artiglieria turca. L’intervento di Damasco contro Ankara sembra aprire al riconoscimento dell’autogestione curda. Con la benedizione russa. Erdogan fa la voce grossa ma potrebbe approfittarne per ritirarsi salvando la faccia. A Ghouta est altro giorno di morte, sotto le bombe del governo e i mortai dei qaedisti.\r\n\r\nUn aggiornamento con Chiara Cruciati, giornalista de Il Manifesto e redattrice di Nena News.\r\n\r\nchiara_cruciati_aggiornamentiAfrin22_02","22 Febbraio 2018","2018-02-26 18:38:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/22est1-ghouta-foto-ap--200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/22est1-ghouta-foto-ap--300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/22est1-ghouta-foto-ap--300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/22est1-ghouta-foto-ap--768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/22est1-ghouta-foto-ap--1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/22est1-ghouta-foto-ap-.jpg 1170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La Siria manda aiuti ai curdi sul fronte di Afrin, la Turchia fa la voce grossa",1519323566,[158,159,76,160],"http://radioblackout.org/tag/afrin/","http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[162,30,85,18],"afrin",{"post_content":164,"post_title":168,"tags":171},{"matched_tokens":165,"snippet":166,"value":167},[90],"sostegno delle Unità di protezione \u003Cmark>del\u003C/mark> popolo curdo (Ypg) – dal 20","Non è fluido solo il quadro militare dopo l’arrivo l’altro giorno di combattenti filogovernativi siriani delle Ndf a sostegno delle Unità di protezione \u003Cmark>del\u003C/mark> popolo curdo (Ypg) – dal 20 gennaio sotto attacco delle forze armate turche entrate in territorio siriano –, successivamente arretrati a Nubl, ad una decina di chilometri a sud-est, dopo i colpi di avvertimento sparati dall’artiglieria turca. 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Erdogan, non pago dell’invasione di Afrin e della zona cuscinetto di 5 chilometri concordata con gli Stati Uniti, aspira ad annettere un’area di 30 chilometri lungo l’intero confine tra la Turchia e la Siria del Nord. La zona è controllata militarmente dalle milizie del confederalismo democratico siriano, che difendono la rivoluzione in atto nell’area.\r\nPer ora il presidente turco si limita alle minacce, ma è probabile che, se non otterrà nulla, se non un silenzio assenso, potrebbe sferrare l’attacco a fine mese, per annettere il Rojava e fare una pulizia etnica simile a quella attuata ad Afrin, dove si sono insediati i combattenti dell’Isis sconfitti sul campo dalle JPG e dalle YPG. Lo schema è quello adottato nelle zone curdofone della stessa Turchia, dove, dopo i bombardamenti e l’occupazione militare, i nuovi insediamenti sono abitati da immigrati turchi o arabi sunniti, fedeli al Sultano di Ankara. Erdogan punta tutto su quest’operazione, dopo la secca perdita di consensi, che ha portato un candidato laico sulla poltrona di sindaco di Istanbul.\r\nMolte sono le varianti. In particolare Erdogan dovrà eludere la resistenza dell’alleato statunitense, i cui interessi collidono con quelli turchi.\r\nVa da se che in Rojava è in ballo una rivoluzione e la sopravvivenza stessa di chi la sta costruendo. La partita finale si giocherà sul terreno, dove non basterà la determinazione, se le milizie del Rojava non avranno copertura aerea.\r\n\r\nIl 6 e 7 settembre ci sono state varie iniziative di sostegno alla rivoluzione confederale in Siria in diverse località europee e in Italia.\r\n\r\nAbbiamo fatto il punto con Paolo Pachino, già volontario in Siria del Nord per due anni.\r\nPer lui ed altri due miliziani torinesi la Procura ha chiesto la sorveglianza speciale. Il pronunciamento è previsto per il 15 ottobre.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/2019-10-09-minacce-erdogan-pachino.mp3\"][/audio]","10 Settembre 2019","2019-09-10 16:35:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/rojava-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/rojava-300x180.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/rojava-300x180.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/rojava-768x460.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/rojava-1024x613.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/rojava.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Erdogan minaccia il Rojava",1568133056,[159,72,206,207,76,160],"http://radioblackout.org/tag/rivoluzione-confederale/","http://radioblackout.org/tag/rojava/",[30,24,209,21,85,18],"rivoluzione confederale",{"post_content":211,"tags":215},{"matched_tokens":212,"snippet":213,"value":214},[15,90,91],"tra la Turchia e la \u003Cmark>Siria\u003C/mark> \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>Nord\u003C/mark>. 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Rappresenta una zona strategica dal punto di vista militare, politico ed economico: il presidente turco Erdogan vuole colpirlo per colpire tutta la rivoluzione che sta investendo la Siria del Nord. La sua unificazione al resto dei territori della Federazione renderebbe infatti l'intera area un territorio libero e democratico.\r\n\r\nNegli ultimi giorni le minacce che da mesi Erdogan rivolge al cantone di Afrin hanno iniziato a concretizzarsi in un'escalation militare ai confini del cantone. Il presidente turco ha dichiarato che l'operazione di invasione è iniziata e sono stati portati attacchi da diversi fronti. 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A questo attacco, che ha causato la morte di 109 civili in tre giorni, è seguita una risposta di Israele che ha bombardato fino nei pressi del palazzo presidenziale di Damasco, dichiarando di voler difendere la comunità Drusa.\r\n\r\nProviamo a fare chiarezza intorno a questi eventi e osservali tramite una lente più ampia.\r\n\r\nI Drusi sono una comunità che prevalentemente insediata in tre distretti della regione più a Sud della Siria. Sono arabi di una minoranza che ha aderito a un pensiero esoterico e che crede nella reincarnazione. I drusi sono discendenti di una corrente sciita ismaelita. Hanno una società civile laica, ma le figure religiose svolgono un ruolo politico centrale. Hanno conquistato anche loro un'indipendenza di fatto già sotto il governo di Bashar al Assad e hanno ottenuto con il nuovo governo di Al-Sahara un accordo simile a quello stipulato con le SDF per la Siria del Nord Est, in cui si prevede un'integrazione delle forze armate con quelle del governo centrale, ma la polizia locale sarà composta esclusivamente da residenti della comunità drusa; verso una forma di governo decentralizzata. La comunità Drusa vuole far parte della Siria, in un modello che ne garantisca l'autonomia; i recenti assalti hanno però inasprito la diffidenza e le fratture con il governo centrale.\r\n\r\nIn questo quadro Israele, che già dall'inizio della recente crisi siriana ha occupato una fetta del sud della Siria destando proteste nella comunità Drusa, lavora per essere considerato una potenza amica dei drusi e perseguire nella sua strategia di espansione della propria area di occupazione diretta, in funzione di controllo sul governo temporaneo di Damasco e in chiave anti-turca.\r\n\r\n«Adesso a Suwayda alcune persone dicono apertamente di prendere soldi da Israele. Se prima la cosa era tenuta nascosta, ora sta emergendo», spiega F., militante del Partito Comunista Siriano a L’Indipendente in un recente articolo, pubblicato prima degli ultimi attacchi alla comunità a cui Israele, come dicevamo, ha risposto militarmente ergendosi a difensore della comunità Drusa. Il suo obiettivo però non è ovviamente questo: non vuole una Siria unita ma anzi vuole espandere il proprio controllo nel Medio Oriente. È , insomma, il più ampio e storico progetto della Grande Israele.\r\n\r\nUn'altra potenza che ha le stesse mire di controllo è la Turchia, che nei suoi desideri di espansione, entra in un conflitto che si fa sempre più palese con l'entità sionista. E questo episodio che ha coinvolto la comunità drusa ne è l'esempio. Sarebbe infatti lo stato Turco, maggiore sostenitore di HTS, attraverso il MIT (cioè i servizi segreti) ad aver diffuso un falso vocale attribuito ad un leader druso in cui insulta il profeta Maometto: è stata questa la scusa per scatenare le rappresaglie contro la comunità che, lo ricordiamo, ha causato decide e decine di morti in pochi giorni e che secondo la Turchia, rappresenta un'alleato di Israele nella regione.\r\n\r\nLa fase politica che stiamo vivendo vede il Medio Oriente come epicentro della Terza Guerra Mondiale: è da li che le forze del patriarcato, del capitalismo e degli stati nazioni si contendono l'egemonia sulla gestione delle risorse energetiche e del dominio politico che ne deriva. Attraverso l'Arabia Saudita e Israele, gli Stati Uniti d'America e la Nato espandono il loro controllo dell'area, dalla striscia di Gaza, alla Siria, all'Iran; allo stesso tempo, la Turchia, un tempo principale garante degli interessi Nato e Statunitensi in tutto il Medio Oriente, viene esclusa da questo scacchiere geopolitico capitalista e teme la guerra che Israele sta conducendo; cerca così da un lato di contrapporsi al progetto Israeliano espandendo la guerra e dall'altro cerca nuove alleanze con un'Unione Europea che, nel frattempo, ha deciso di correre al riarmo.\r\n\r\nNon a caso Erdogan è volato a Roma per aggiudicarsi nuovi accordi per facilitare la collaborazione tra l'industria bellica italiana e quella turca. E' infatti di pochi giorni fa (29 aprile) il summit Italia-Turchia tenutosi a Roma, in cui si sono discussi e sanciti undici accordi di cooperazione bilaterale tra i due Paesi, una parte dei quali riguarda l’industria della guerra; il più importante tra questi è l’accordo di collaborazione tra l’azienda di armamenti italiana Leonardo e quella turca Baykar per la costruzione di droni militari, in 4 differenti siti industriali in Italia, uno dei quali avrà sede a Torino.\r\n\r\nIn questo quadro risulta ancora più urgente sostenere la resistenza dei popoli dell'Amministrazione Autonoma della Siria del Nord - Est. La caduta di Assad ha aperto nuove prospettive: compagni e compagne hanno iniziato a spostarsi in tutta la Siria per sostenere la nascita in tutto il Paese di comitati popolari e locali, anche tra le comunità Druse e Alawite. 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La comunità Drusa vuole far parte della \u003Cmark>Siria\u003C/mark>, in un modello che ne garantisca l'autonomia; i recenti assalti hanno però inasprito la diffidenza e le fratture con il governo centrale.\r\n\r\nIn questo quadro Israele, che già dall'inizio della recente crisi siriana ha occupato una fetta \u003Cmark>del\u003C/mark> sud della \u003Cmark>Siria\u003C/mark> destando proteste nella comunità Drusa, lavora per essere considerato una potenza amica dei drusi e perseguire nella sua strategia di espansione della propria area di occupazione diretta, in funzione di controllo sul governo temporaneo di Damasco e in chiave anti-turca.\r\n\r\n«Adesso a Suwayda alcune persone dicono apertamente di prendere soldi da Israele. Se prima la cosa era tenuta nascosta, ora sta emergendo», spiega F., militante \u003Cmark>del\u003C/mark> Partito Comunista Siriano a L’Indipendente in un recente articolo, pubblicato prima degli ultimi attacchi alla comunità a cui Israele, come dicevamo, ha risposto militarmente ergendosi a difensore della comunità Drusa. Il suo obiettivo però non è ovviamente questo: non vuole una \u003Cmark>Siria\u003C/mark> unita ma anzi vuole espandere il proprio controllo nel Medio Oriente. È , insomma, il più ampio e storico progetto della Grande Israele.\r\n\r\nUn'altra potenza che ha le stesse mire di controllo è la Turchia, che nei suoi desideri di espansione, entra in un conflitto che si fa sempre più palese con l'entità sionista. E questo episodio che ha coinvolto la comunità drusa ne è l'esempio. Sarebbe infatti lo stato Turco, maggiore sostenitore di HTS, attraverso il MIT (cioè i servizi segreti) ad aver diffuso un falso vocale attribuito ad un leader druso in cui insulta il profeta Maometto: è stata questa la scusa per scatenare le rappresaglie contro la comunità che, lo ricordiamo, ha causato decide e decine di morti in pochi giorni e che secondo la Turchia, rappresenta un'alleato di Israele nella regione.\r\n\r\nLa fase politica che stiamo vivendo vede il Medio Oriente come epicentro della Terza Guerra Mondiale: è da li che le forze \u003Cmark>del\u003C/mark> patriarcato, \u003Cmark>del\u003C/mark> capitalismo e degli stati nazioni si contendono l'egemonia sulla gestione delle risorse energetiche e \u003Cmark>del\u003C/mark> dominio politico che ne deriva. Attraverso l'Arabia Saudita e Israele, gli Stati Uniti d'America e la Nato espandono il loro controllo dell'area, dalla striscia di Gaza, alla \u003Cmark>Siria\u003C/mark>, all'Iran; allo stesso tempo, la Turchia, un tempo principale garante degli interessi Nato e Statunitensi in tutto il Medio Oriente, viene esclusa da questo scacchiere geopolitico capitalista e teme la guerra che Israele sta conducendo; cerca così da un lato di contrapporsi al progetto Israeliano espandendo la guerra e dall'altro cerca nuove alleanze con un'Unione Europea che, nel frattempo, ha deciso di correre al riarmo.\r\n\r\nNon a caso Erdogan è volato a Roma per aggiudicarsi nuovi accordi per facilitare la collaborazione tra l'industria bellica italiana e quella turca. E' infatti di pochi giorni fa (29 aprile) il summit Italia-Turchia tenutosi a Roma, in cui si sono discussi e sanciti undici accordi di cooperazione bilaterale tra i due Paesi, una parte dei quali riguarda l’industria della guerra; il più importante tra questi è l’accordo di collaborazione tra l’azienda di armamenti italiana Leonardo e quella turca Baykar per la costruzione di droni militari, in 4 differenti siti industriali in Italia, uno dei quali avrà sede a Torino.\r\n\r\nIn questo quadro risulta ancora più urgente sostenere la resistenza dei popoli dell'Amministrazione Autonoma della \u003Cmark>Siria\u003C/mark> \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>Nord\u003C/mark> - Est. La caduta di Assad ha aperto nuove prospettive: compagni e compagne hanno iniziato a spostarsi in tutta la \u003Cmark>Siria\u003C/mark> per sostenere la nascita in tutto il Paese di comitati popolari e locali, anche tra le comunità Druse e Alawite. Con l'obiettivo di espandere il metodo di organizzazione dal basso e di massa verso il Confederalismo democratico usato nella \u003Cmark>Siria\u003C/mark> \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>Nord\u003C/mark> Est, per una \u003Cmark>siria\u003C/mark> unita e democratica. La rivoluzione \u003Cmark>del\u003C/mark> Rojava è la via per una soluzione politica al caos mediorientale e l'unica alternativa concreta e radicale contro le forze \u003Cmark>del\u003C/mark> capitalismo e \u003Cmark>del\u003C/mark> patriarcato.\r\n\r\nLa resistenza alla diga di Tishreen, di cui festeggiamo finalmente la fine dell'assedio, è stata in questi mesi la dimostrazione concreta e il simbolo della forza che la società organizzata può esprimere per difendersi, anche davanti agli attacchi degli eserciti di stati nazione ben più equipaggiati militarmente. 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Ripetere gli errori del passato danneggerà solo il popolo siriano e non aprirà mai la strada a una soluzione politica globale\".\r\n\r\nL'amministrazione autonoma si rivolge direttamente al governo quindi, facendo presente che o nel concreto si avvia un processo democratico interno al Paese, oppure l'amministrazione non riterrà legittime le decisioni del governo centrale. Ciò succede dopo che il governo centrale e le SDF, le forze militari dell'amministrazione autonoma, hanno firmato un accordo in otto punti, di cui abbiamo parlato nella puntata dedicata a Lorenzo Orsetti, che di fatto rappresenta il primo passo verso l’integrazione delle istituzioni civili e militari della Siria del Nord-Est nel governo siriano.\r\n\r\nA ciò si aggiunge la notizia che i quartieri a maggioranza curda Sheikh Maqsoud e Ashrafiyah di Aleppo, città che si trova fuori dall'amministrazione autonoma della Siria del nord est, hanno raggiunto un'accordo con il governo centrale siriano. Secondo questo accordo, le ypg e le ypj (forze di difesa popolare che fanno parte delle SDF), si ritirano dai due quartieri e la sicurezza di questi è in garantita dal ministero degli interni Siriano, legato al governo di Al Shara, insieme alle forze di sicurezza interna (l'Asaysh) che invece risponde all'amministrazione autonoma ed è la polizia interna dell'amministrazione autonoma.\r\n\r\nUna situazione quella in Siria in cui è evidente come l'amministrazione autonoma stia cercando di espandere la propria influenza nell'ottica di democratizzare il resto della Siria sulla base dell'esperienza del Rojava, contrapponendosi ad un governo che sta cercando di mantenere saldo il potere appena conquistato. Tanto si sta giocando su piano diplomatico, almeno nei confronti del governo centrale siriano, per non perdere le conquiste politiche ottenute fino ad oggi, mentre non finiscono le operazioni militari contro gli attacchi turchi e dell'SNA.\r\n\r\nEcco una lettera ricevuta da un compagno internazionalista dalla diga di Tishreen dove continua la veglia della popolazione.\r\n\r\n\r\n\"Come è ben noto, lo stato fascista turco ha attaccato le regioni della Siria settentrionale e orientale da novembre, poiché il processo rivoluzionario qui è un faro di speranza e una vera alternativa alla dura realtà della modernità capitalista. Questi attacchi sono stati fermati alla diga di Tişirin e al ponte di Qarakozah, poiché i mercenari turchi dell'SNA volevano avanzare verso Kobane, la \"Stalingrado curda\", che ha segnato l'inizio della sconfitta dell'ISIS nel 2015.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nLa diga di Tişirin è di grande importanza strategica. 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Mentre le bombe cadevano intorno a noi, gli slogan di resistenza aumentavano, il morale si elevava a ogni suono di esplosione.\r\n\r\n\r\n\r\n[...] assistere alla resistenza popolare sulla diga ha avuto un impatto enorme tra i combattenti. Hanno visto le loro coraggiose donne e uomini anziani come le loro madri e padri lì per loro e, motivati da questo spirito di guerra popolare rivoluzionaria, sono andati ad affrontare il nemico e ondata dopo ondata di attacchi mercenari sono stati sconfitti dalle SDF. Sì, i compagni sono caduti martiri, gli amici non hanno potuto muovere i loro corpi per giorni a causa del volo costante dei droni turchi sulle nostre teste, abbiamo ferito degli amici, ma questa è la realtà della guerra. Il vero volto di questa resistenza non risiede nelle vittorie militari sul campo di battaglia. 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Lunga vita alla resistenza a Tişirin Lunga vita al popolo Vittoria o vittoria!”\r\n\r\n\r\n\r\nMarzo 2025\r\n\r\n\r\nIl 4 aprile è stato il giorno internazionale del libro di Ocalan e in tutto il mondo, compresa Torino, si sono tenute iniziative di dibattito e letture dei testi di Abdullah Ocalan, filosofo e rivoluzionario in carcere da 26 anni nell'isola - prigione di Imrali. I suoi testi, in particolare quelli scritti in carcere, hanno ispirato la rivoluzione del Rojava e continuano ad ispirare in tutto il mondo la lotta politica di tantissime persone. La campagna per la liberazione fisica di Ocalan continua, con ancora più forza dopo i recenti sviluppi seguiti alle visite che ha ricevuto da parte di esponenti del partito DEM turco e dopo l'appello alla pace e alla società democratica, di cui potete trovare un commento nei podcast pubblicati sul sito.","10 Aprile 2025","2025-04-10 16:02:39","Aggiornamenti dalla campagna Defend Rojava! 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Anche in streaming. \r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022-12-02-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nVoci dalle piazze dello sciopero generale lanciato dal sindacalismo di base.\r\nLe dirette da Roma, Palermo, Torino, Milano, Pisa, Bologna, Trieste, Modena…\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci dall’appello per lo sciopero:\r\n“In Italia, unico tra i Paesi dell’OCSE ove i salari sono più bassi di 30 anni fa, l’aumento generalizzato dei prezzi dei beni di prima necessità e delle bollette di luce e gas, insieme all’esplodere della inflazione ormai sopra l’11% (…il 15% per le classi popolari), stanno portando milioni di persone sotto la soglia di povertà.\r\nÈ in tale contesto che gran parte dei sostegni sono andati alle grandi imprese anziché ai lavoratori, ai pensionati e ai disoccupati mentre si è registrato un clamoroso incremento della spesa militare. (...)\r\nÈ ora di organizzarsi e mobilitarsi contro la guerra, contro il carovita e per fermare l’attacco ai salari e l’aumento delle disuguaglianze sociali. Altro che flat tax, taglio del cuneo fiscale, cancellazione del reddito di cittadinanza e riduzione dei servizi pubblici, controriforma della scuola e ulteriore taglio della sanità pubblica: serve che si colpiscano i grandi patrimoni accumulati per decenni; la crisi non dev’essere più pagata dai lavoratori, dai disoccupati e dalle classi subalterne, ma dai padroni e dal grande capitale industriale e finanziario, che in questi anni ha continuato ininterrottamente a fare profitti e ad arricchirsi.\r\nMentre la speculazione impazza e si porta via più di 40 miliardi solo con gli extraprofitti sul gas, ci raccontano che non ci sono le risorse per difendere i nostri salari e i nostri stipendi: nel frattempo, i governi passati e presenti (ieri Draghi, oggi Meloni) reprimono e criminalizzano le lotte sociali e sindacali. È ora di dire basta!\r\nL’escalation bellica e l’incombente pericolo di utilizzo di armi tattiche nucleari ci devono spingere ad agire, qui ed ora, contro la guerra, e per imporre lo stop all’invio di armi in Ucraina. Senza la pace sarà molto difficile poter uscire da una crisi economica che viene pagata, come sempre, dai lavoratori e dai ceti meno abbienti in tutta Europa. (…)\r\n\r\nRojava. L’attacco turco, la solidarietà dei movimenti\r\n“Nella notte del 9 novembre le terre del Rojava e del sud del Kurdistan sono state bombardate dagli aerei del TSK (Esercito Turco). Le YPG hanno annunciato che il centro della città di Kobane, un ospedale sulla collina di Miştenur, la foresta di Kobane, una centrale elettrica, i granai e molti villaggi sono stati bombardati. 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Lo scarto, la differenza femminile, in tutta l’ambiguità di un percorso identitario segnato da una schiavitù anche volontaria, finisce frantumata, dispersa, illeggibile, se non nel ri-adeguamento ad un ruolo di cura, sostitutivo dei servizi negati e cancellati negli anni.\r\nServe uno sguardo maggiormente critico che colga le aporie insite nella dimensione rivendicativa di servizi per i bambini, gli anziani, i disabili. Questi servizi, comunque affidati prevalentemente a lavoratrici, portano all’istituzionalizzazione forzata di chi ha bisogno di essere aiutato a vivere.\r\nUna riflessione seria sulla crescita di ambiti pubblici non statalizzati, né mercificati potrebbe aprire percorsi di sperimentazione che sciolgano le donne dal lavoro di cura, liberando dalle gabbie istituzionali bambini, anziani, disabili. Smontare il concetto di famiglia, per dar spazio ad una dimensione sociale più ampia, includente, libera, è un passaggio che sarebbe facile dare per scontato. 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Quest’attacco si somma a quelli in corso da mesi nei confronti delle aree del confederalismo democratico in Iraq e alle basi del PKK sulle montagne irachene.\r\nCe ne ha parlato con Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 2 dicembre \r\nsciopero generale lanciato dai sindacati di base\r\nore 10 corteo da piazza Carlo Felice\r\nSpezzone antimilitarista\r\n\r\nSabato 3 dicembre\r\nore 15 piazza Castello\r\nmanifestazione contro l’attacco turco alle aree del confederalismo democratico in Rojava - Siria del Nord - e nel Bashur – Iraq.\r\n\r\nGiovedì 8 dicembre\r\nMarcia popolare No Tav da Bussoleno a San Didero\r\nAppuntamento ore 11 in piazza del mercato\r\n\r\nVenerdì 16 dicembre\r\nCena antinatalizia\r\nore 20 in corso Palermo 46\r\nCibo vegano, buon vino, esposizione spettacolare del nostrro pres-empio: porta la tua statuetta che lo costruiamo insieme\r\nDa ciascuno come può, più che può... \r\nBenefit lotte antimilitariste\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\n\r\n ","2 Dicembre 2022","2022-12-02 10:30:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/stillhiring-bis-col-200x110.jpg","Anarres del 25 novembre. 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Questi servizi, comunque affidati prevalentemente a lavoratrici, portano all’istituzionalizzazione forzata di chi ha bisogno di essere aiutato a vivere.\r\nUna riflessione seria sulla crescita di ambiti pubblici non statalizzati, né mercificati potrebbe aprire percorsi di sperimentazione che sciolgano le donne dal lavoro di cura, liberando dalle gabbie istituzionali bambini, anziani, disabili. Smontare il concetto di famiglia, per dar spazio ad una dimensione sociale più ampia, includente, libera, è un passaggio che sarebbe facile dare per scontato. La famiglia eterosessuale con figli è tornata ad essere al centro della società, senza essersene mai allontanata realmente. Smontarla è un percorso politico cruciale.\r\n\r\nAttacco al Rojava.\r\nDopo l’attentato di Instanbul, che il governo turco ha attribuito al PKK, nonostante le secche smentite \u003Cmark>del\u003C/mark> Partito dei lavoratori \u003Cmark>del\u003C/mark> Kurdistan, Erdogan ha scatenato un duro attacco a Kobane, città simbolo della guerra all’Isis, bombardando la città e l’intera regione. Quest’attacco si somma a quelli in corso da mesi nei confronti delle aree \u003Cmark>del\u003C/mark> confederalismo democratico in Iraq e alle basi \u003Cmark>del\u003C/mark> PKK sulle montagne irachene.\r\nCe ne ha parlato con Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 2 dicembre \r\nsciopero generale lanciato dai sindacati di base\r\nore 10 corteo da piazza Carlo Felice\r\nSpezzone antimilitarista\r\n\r\nSabato 3 dicembre\r\nore 15 piazza Castello\r\nmanifestazione contro l’attacco turco alle aree \u003Cmark>del\u003C/mark> confederalismo democratico in Rojava - \u003Cmark>Siria\u003C/mark> \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>Nord\u003C/mark> - e nel Bashur – Iraq.\r\n\r\nGiovedì 8 dicembre\r\nMarcia popolare No Tav da Bussoleno a San Didero\r\nAppuntamento ore 11 in piazza \u003Cmark>del\u003C/mark> mercato\r\n\r\nVenerdì 16 dicembre\r\nCena antinatalizia\r\nore 20 in corso Palermo 46\r\nCibo vegano, buon vino, esposizione spettacolare \u003Cmark>del\u003C/mark> nostrro pres-empio: porta la tua statuetta che lo costruiamo insieme\r\nDa ciascuno come può, più che può... \r\nBenefit lotte antimilitariste\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\n\r\n ",{"matched_tokens":547,"snippet":548,"value":548},[90],"Anarres \u003Cmark>del\u003C/mark> 25 novembre. 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Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022-11-18-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nQatar. Calcio, sangue, armi, gas \r\nTra il 21 novembre e il 18 dicembre 2022 si disputerà in Qatar la FIFA World Cup 2022. La squadra italiana non parteciperà a questi mondiali perché non si è qualificata, ma al posto dei calciatori sarà comunque presente una task force italiana che comprende circa 600 militari e carabinieri, con mezzi e armamenti terrestri, navali ed aerei. Il Consiglio dei Ministri infatti ha deliberato nel corso dell’estate, in piena crisi di governo, tre ulteriori missioni militari tra cui quella in Qatar. I militari italiani insieme ai contingenti di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan e Turchia supporteranno il sistema di difesa e sicurezza del campionato mondiale di calcio. All’Esercito spetterà la difesa per tutto ciò che potrebbe comportare rischio chimico, biologico e nucleare, mentre la Marina vigilerà lo spazio delle acque internazionali con un pattugliatore e lo spazio subacqueo con un sommergibile; dello spazio aereo si occuperà ovviamente l’Aeronautica militare. Ma la missione Orice va ben oltre i mondiali di calcio: non per caso non ha un termine di scadenza predeterminato, nonostante i mondiali terminino il 18 dicembre. In effetti i confini di questa operazione vanno ben oltre quelli del mesetto legato ai mondiali di calcio, così come le finalità generali superano di gran lunga quelle ufficialmente dichiarate e legate alla sicurezza di un evento sportivo. \r\nLe motivazioni di questa ulteriore missione militare rispondono a un’esigenza ben evidenziata nella delibera del Consiglio dei ministri del 15 giugno scorso, laddove si fa riferimento al “rafforzamento della sicurezza del Golfo Persico e alla valorizzazione degli interessi nazionali in un’area di importanza strategica”.\r\nDi cosa parliamo? Di armi e gas. Ma non solo, perché questi mondiali sono costati la vita a quasi seimila lavoratori immigrati dai paesi più poveri dell’Asia, trattati come schiavi, senza alcuna tutela, attratti dalla prospettiva del guadagno ma pagati una miseria. Sul loro sudore e sul loro sangue sono state costruite le piramidi di questo campionato, giocato in un paese dove le donne vivono in condizioni di subordinazione totale e le persone Lgbtq sono considerate abomini da cancellare. Questo mondiale rappresenta un’operazione di sportwashing. Per difendere le piramidi dell’emiro (oltre agli interessi della propria industria armiera e energetica) l’Italia ha inviato le proprie truppe. \r\nNe abbiamo parlato con Patrizia Nesti, autrice di un approfondimento uscito su Umanità Nova\r\n\r\nCollins Aerospace. Quando l’industria lavora per la guerra atomica. \r\n\r\nLa politica economica del governo tra colate di cemento, caos sul bonus 110, ponte sullo stretto e crepe nella maggioranza.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nBiden, Trump e le elezioni di Mid Term. 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