","Tav. Appalti sospesi a San Didero, ma si riparla di tratta nazionale","post",1624376544,[62,63,64,65,66,67,68,69,70,71],"http://radioblackout.org/tag/amianto/","http://radioblackout.org/tag/appalti/","http://radioblackout.org/tag/autoporto-di-san-didero/","http://radioblackout.org/tag/collina-morenica/","http://radioblackout.org/tag/san-didero/","http://radioblackout.org/tag/sitaf/","http://radioblackout.org/tag/smarino/","http://radioblackout.org/tag/tav/","http://radioblackout.org/tag/telt/","http://radioblackout.org/tag/tratta-nazionale-torino-lyon/",[73,74,75,76,22,15,77,20,78,79],"amianto","appalti","autoporto di san didero","collina morenica","smarino","Telt","tratta nazionale torino lyon",{"post_content":81,"tags":86},{"matched_tokens":82,"snippet":84,"value":85},[83],"Sitaf","autoporto sono stati sospesi da \u003Cmark>Sitaf\u003C/mark>, la società che controlla l’autostrada","L’accelerazione impressa all’avanzare dei cantieri in Val Susa è il segno che il governo intende mettere il turbo ai cantieri per la nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon. Il governo ha puntato sulla violenza e l’occupazione militare del territorio, auspicando sia di monito a tutte le popolazioni che in questi anni si sono battute contro discariche, inceneritori, megainfrastrutture, grandi navi, etc…\r\nL’ultima mossa del governo Draghi riguarda la tratta nazionale sinora esclusa dai finanziamenti europei, che sono garantiti solo per le opere transfrontaliere. \r\nIl governo di Mario Draghi ha deciso di sbloccarne la realizzazione: l’Italia parteciperà al bando europeo che mette a disposizione risorse aggiuntive per le tratte di accesso dei singoli paesi a infrastrutture di collegamento infra-europeo. Questa questione, oltre ai tempi di realizzazione è stata discussa alla Conferenza intergovernativa (Cig), svoltasi il 14 giugno a Chambery.\r\nAlla Conferenza intergovernativa hanno preso parte i rappresentanti di Italia, Francia e Unione Europea. La cifra che l’Italia potrebbe ottenere con il bando europeo potrebbe arrivare a 750 milioni di euro, una bella fetta dei 2 miliardi ipotizzati per la tratta Rivalta/Avigliana. \r\nLa conseguenza di questa mossa potrebbe essere l’apertura di cantieri Tav sulla collina morenica e in bassa valle. \r\n\r\nInvece una doccia fredda per chi pensava di aver impresso il turbo alla alla Torino Lyon arriva da San Didero, dove gli appalti per la realizzazione del nuovo autoporto sono stati sospesi da \u003Cmark>Sitaf\u003C/mark>, la società che controlla l’autostrada A32.\r\nDi questa decisione e degli esiti della Cig di Chambery abbiamo provato a capirne di più con Simone Franchino, tecnico No Tav.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/2021-06-22-tav-franchino-appalti-cig.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[87,89,91,93,95,97,100,102,104,106],{"matched_tokens":88,"snippet":73},[],{"matched_tokens":90,"snippet":74},[],{"matched_tokens":92,"snippet":75},[],{"matched_tokens":94,"snippet":76},[],{"matched_tokens":96,"snippet":22},[],{"matched_tokens":98,"snippet":99},[15],"\u003Cmark>sitaf\u003C/mark>",{"matched_tokens":101,"snippet":77},[],{"matched_tokens":103,"snippet":20},[],{"matched_tokens":105,"snippet":78},[],{"matched_tokens":107,"snippet":79},[],[109,115],{"field":36,"indices":110,"matched_tokens":112,"snippets":114},[111],5,[113],[15],[99],{"field":116,"matched_tokens":117,"snippet":84,"value":85},"post_content",[83],578730123365712000,{"best_field_score":120,"best_field_weight":121,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":48,"score":122,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":124,"highlight":150,"highlights":174,"text_match":118,"text_match_info":183},{"cat_link":125,"category":126,"comment_count":48,"id":127,"is_sticky":48,"permalink":128,"post_author":51,"post_content":129,"post_date":130,"post_excerpt":54,"post_id":127,"post_modified":131,"post_thumbnail":132,"post_thumbnail_html":133,"post_title":134,"post_type":59,"sort_by_date":135,"tag_links":136,"tags":143},[45],[47],"67011","http://radioblackout.org/2021/02/dalla-clarea-a-san-didero-il-punto-su-lavori-ed-appalti/","Vi proponiamo un veloce approfondimento tecnico sullo stato dei lavori e degli appalti nel tre zone calde per la realizzazione della nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon.\r\nIeri sono cominciate le procedure di esproprio degli oltre mille comproprietari No Tav di alcuni appezzamenti nell'area destinata a cantiere a Chiomonte.\r\nSimone Franchino, tecnico No Tav, ci ha inviato tre audio. Il primo è sulle nicchie in costruzione nella galleria \"geognostica\" di Chiomonte, necessarie per far muovere i mezzi che, dal cuore della montagna cominceranno a portare lo smarino degli scavi.\r\nIl secondo è sullo svincolo autostradale che la Sitaf, la società che gestisce l'autostrada a 32 e il tunnel del Brennero sta preparandosi a costruire per il movimento e l'ingresso dei mezzi pesanti.\r\nIl terzo ed ultimo audio è dedicato all'area di San Didero, dove dovrebbero partire i lavori per la costruzione del nuovo autoporto, che sostituirà quello di Susa, che verrà demolito per consentire i lavori per il Tav.\r\nAscolta i tre audio:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-22-franchino-nicchie-01.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-22-franchino-svincolo-02.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-22-sandidero-franchino-03.mp3\"][/audio]","23 Febbraio 2021","2021-02-23 15:03:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/chiomonte-tunnel-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/chiomonte-tunnel-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/chiomonte-tunnel-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/chiomonte-tunnel-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/chiomonte-tunnel-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/chiomonte-tunnel-1536x1024.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/chiomonte-tunnel.jpg 1900w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Dalla Clarea a San Didero: il punto su lavori ed appalti",1614092549,[137,138,139,140,141,66,67,142,69],"http://radioblackout.org/tag/a32/","http://radioblackout.org/tag/autoporto/","http://radioblackout.org/tag/cantiere-di-chiomonte/","http://radioblackout.org/tag/clarea/","http://radioblackout.org/tag/nicchie/","http://radioblackout.org/tag/svincolo-autostradale-di-chiomonte/",[144,145,146,147,148,22,15,149,20],"a32","autoporto","cantiere di chiomonte","clarea","nicchie","svincolo autostradale di chiomonte",{"post_content":151,"tags":155},{"matched_tokens":152,"snippet":153,"value":154},[83],"sullo svincolo autostradale che la \u003Cmark>Sitaf\u003C/mark>, la società che gestisce l'autostrada","Vi proponiamo un veloce approfondimento tecnico sullo stato dei lavori e degli appalti nel tre zone calde per la realizzazione della nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon.\r\nIeri sono cominciate le procedure di esproprio degli oltre mille comproprietari No Tav di alcuni appezzamenti nell'area destinata a cantiere a Chiomonte.\r\nSimone Franchino, tecnico No Tav, ci ha inviato tre audio. 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Il nostro “no” partì quando gli accordi tra l’Enel e l’Edf erano già stato presi, all’insaputa di tutti: queste prime intese risalivano all’1986, e solo un anno più tardi iniziò l’iter di richieste alla Regione Piemonte per poter far passare l’elettrodotto nella nostra Valle”.\r\n\r\nL’unico Comune che allora si oppose fu Villarfocchiardo, però poco servì la sua lotta solitaria per fermare i lavori di disboscamento.\r\n\r\nMa già nel ’90, si formò una forte opposizione popolare, che vide coinvolti anche altri Comuni: La vittoria del ’94 a scapito del mega elettrodotto, fu certamente un forte aiuto per l’altra grande battaglia che ci stava aspettando, contro l’alta velocità..\r\n\r\nNel gennaio del ’94, il Ministero dell’Ambiente boccia il mega elettrodotto mentre in Italia la lotta contro i mega elettrodotti era diventata un elemento comune, in nome della salute e contro il nucleare, ed il pezzo di elettrodotto che avrebbe dovuto distruggere la nostra Valle era soltanto un frammento di una rete molto più vasta.\r\n\r\nPerò niente è cambiato da allora, il progetto rimane il medesimo.\r\n\r\nOggi ci riprova Terna, società nata da una costola dell'Enel con un progetto approvato nel 2011 il cui interesse è quello di realizzare una rete che colleghi il terminale della rete italiana alla Francia, o meglio di potenziare questo collegamento che già esiste, per poter trasportare energia elettrica e consentire di vendere l’energia nucleare. È un obiettivo strategico molto simile a quello della ferrovia Tav: anche in questo caso c’era una tecnologia francese avanzata, che però mal si innestava in Europa, perché in tutta Europa le ferrovie sono in corrente continua, mentre la tecnologia francese è basata sulla corrente alternata.\r\n\r\nPer far passare questo progetto si utilizza la vecchia favola dell'Italia senza energia che avrebbe necessità dell'energia francese; in realtà in Italia, abbiamo un surplus di potenza da indennizzare che non utilizziamo, ma l’Europa ha stabilito che si devono indennizzare le centrali elettriche che non lavorano. Noi abbiamo mediamente 40 mila gigavatt inutilizzati: è utile dunque importare questa energia? Dobbiamo indennizzare la potenza che non utilizziamo, e dovremmo importare più energia francese: a questo serve l’elettrodotto.\r\n\r\nInoltre, nei documenti forniti alla popolazione da Terna, è precisato che la linea è formata da quattro cavi: due di Terna e due di un’altra società privata, la “Transenergia SRL”, il cui capitale sociale, di soli € 22.661, è detenuto per metà dalla SITAF, la società autostradale della Val Susa e per il resto dal gruppo GAVIO, uno dei più importanti operatori autostradali in Italia. È una situazione già vista, che sfrutta il costo dell’energia nucleare francese in surplus e il costo dell’energia italiana ma se il gestore delle centrali italiane non può vendere tutta l’energia e se ne ha più della metà in surplus, lo stato deve pagargli questa metà come se l’avesse venduta, ma da dove arrivano i soldi? Dalle nostre tasche!”\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alberto Perino.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nalberto perino_val susa_elettrodotto","16 Giugno 2015","2015-06-17 16:19:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/elettrodotto-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"208\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/elettrodotto-300x208.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Val Susa. 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Il sonno venne rotto da migliaia di telefonate ed sms che avvertivano che il presidio di Venaus era stato attaccato dalla polizia. In pochi minuti, tra le migliaia di attivisti No Tav, circolò la notizia che poche ore dopo sarebbe rimbalzata sui maggiori organi di informazione: la gente pestata a sangue, le tende e la baracca della pro loco demolita, un anziano in gravi condizioni.\r\n\r\nLa lunga resistenza dei No Tav culminata nella settimana di barricate a Venaus arrivava ad una svolta: il governo aveva deciso l’azione di forza per sgomberare chi, nella neve, circondava l’area dell’ex cantiere Sitaf ed occupava i terreni destinati ad esproprio per la costruzione del tunnel geognostico di 10 km. Il tunnel era un atto di guerra ad una popolazione che da oltre 15 anni si batteva contro un’opera inutile, costosissima, devastante per l’ambiente e il territorio.\r\nQuella notte dormirono in pochi: allacciati gli scarponi si misero in mezzo a strade e autostrade, bloccarono treni, scioperarono dal lavoro, affrontando la polizia che si muoveva come truppa di occupazione lungo tutta la bassa Val Susa.\r\nDue giorni dopo una grande marcia popolare partì da Susa alla volta di Venaus: la polizia distribuì un po’ di manganellate al bivio dei Passeggeri, da dove si dipana la provinciale che porta al paesino della Val Cenischia, ma nessuno si fermò. Lungo i sentieri impervi e ghiacciati, dopo aver superato il blocco, si aggirò la polizia e si scese al cantiere. La rete arancio venne giù, la polizia sparò lacrimogeni che il vento disperse, poi, con la coda tra le gambe andarono via.\r\nLa parola tornò alla politica, la prosecuzione, con mezzi più subdoli, della guerra.\r\nErano in gioco interessi enormi: da lì a poco sarebbe partito il baraccone olimpico e gli sponsor non pagano uno spettacolo con barricate e blocchi. Il governo fece marcia indietro e misi su un tavolo di trattativa con i sindaci.\r\nMigliaia e migliaia di persone in quei giorni appresero il gusto di decidere in prima persona, di praticare la politica al basso, elidendo le mediazioni istituzionali.\r\n\r\nDieci anni dopo quel dicembre il movimento No Tav è ancora in lotta contro l'imposizione della nuova linea ad alta velocità. Una lotta durissima, segnata da arresti, processi, condanne, botte e lacrimogeni. Una lotta popolare segnata dalla forza di chi sa che il proprio futuro non si delega, che, oggi come allora solo l'azione diretta, senza deleghe, senza passi indietro, può creare le condizioni per fermare ancora una volta la corsa folle, di chi antepone il profitto alla vita e alla libertà di tutti.\r\n\r\nL'8 dicembre i No Tav faranno una grande marcia popolare da Susa a Venaus.\r\n\r\nL'appuntamento è alle 10 dal piazzale del cimitero a Susa, sulla statale 24.\r\n\r\nAscolta la diretta con Alberto Perino:\r\n\r\n2015-12-07-perino-8dic","8 Dicembre 2015","2015-12-10 14:55:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/NoTAV_64-390x180-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"138\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/NoTAV_64-390x180-300x138.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/NoTAV_64-390x180-300x138.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/NoTAV_64-390x180.jpg 390w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Venaus 10 anni dopo. 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In pochi minuti, tra le migliaia di attivisti No Tav, circolò la notizia che poche ore dopo sarebbe rimbalzata sui maggiori organi di informazione: la gente pestata a sangue, le tende e la baracca della pro loco demolita, un anziano in gravi condizioni.\r\n\r\nLa lunga resistenza dei No Tav culminata nella settimana di barricate a Venaus arrivava ad una svolta: il governo aveva deciso l’azione di forza per sgomberare chi, nella neve, circondava l’area dell’ex cantiere \u003Cmark>Sitaf\u003C/mark> ed occupava i terreni destinati ad esproprio per la costruzione del tunnel geognostico di 10 km. Il tunnel era un atto di guerra ad una popolazione che da oltre 15 anni si batteva contro un’opera inutile, costosissima, devastante per l’ambiente e il territorio.\r\nQuella notte dormirono in pochi: allacciati gli scarponi si misero in mezzo a strade e autostrade, bloccarono treni, scioperarono dal lavoro, affrontando la polizia che si muoveva come truppa di occupazione lungo tutta la bassa Val Susa.\r\nDue giorni dopo una grande marcia popolare partì da Susa alla volta di Venaus: la polizia distribuì un po’ di manganellate al bivio dei Passeggeri, da dove si dipana la provinciale che porta al paesino della Val Cenischia, ma nessuno si fermò. Lungo i sentieri impervi e ghiacciati, dopo aver superato il blocco, si aggirò la polizia e si scese al cantiere. La rete arancio venne giù, la polizia sparò lacrimogeni che il vento disperse, poi, con la coda tra le gambe andarono via.\r\nLa parola tornò alla politica, la prosecuzione, con mezzi più subdoli, della guerra.\r\nErano in gioco interessi enormi: da lì a poco sarebbe partito il baraccone olimpico e gli sponsor non pagano uno spettacolo con barricate e blocchi. Il governo fece marcia indietro e misi su un tavolo di trattativa con i sindaci.\r\nMigliaia e migliaia di persone in quei giorni appresero il gusto di decidere in prima persona, di praticare la politica al basso, elidendo le mediazioni istituzionali.\r\n\r\nDieci anni dopo quel dicembre il movimento No Tav è ancora in lotta contro l'imposizione della nuova linea ad alta velocità. Una lotta durissima, segnata da arresti, processi, condanne, botte e lacrimogeni. Una lotta popolare segnata dalla forza di chi sa che il proprio futuro non si delega, che, oggi come allora solo l'azione diretta, senza deleghe, senza passi indietro, può creare le condizioni per fermare ancora una volta la corsa folle, di chi antepone il profitto alla vita e alla libertà di tutti.\r\n\r\nL'8 dicembre i No Tav faranno una grande marcia popolare da Susa a Venaus.\r\n\r\nL'appuntamento è alle 10 dal piazzale del cimitero a Susa, sulla statale 24.\r\n\r\nAscolta la diretta con Alberto Perino:\r\n\r\n2015-12-07-perino-8dic",[255],{"field":116,"matched_tokens":256,"snippet":252,"value":253},[83],578730123365187700,{"best_field_score":259,"best_field_weight":260,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":261,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":263,"highlight":282,"highlights":287,"text_match":257,"text_match_info":290},{"cat_link":264,"category":265,"comment_count":48,"id":266,"is_sticky":48,"permalink":267,"post_author":51,"post_content":268,"post_date":269,"post_excerpt":54,"post_id":266,"post_modified":270,"post_thumbnail":271,"post_thumbnail_html":272,"post_title":273,"post_type":59,"sort_by_date":274,"tag_links":275,"tags":279},[45],[47],"19514","http://radioblackout.org/2013/11/19514/","La cronaca della giornata\r\nore 17.50 Sono davvero moltissimi a parlare, dai movimenti per il diritto all'abitare venuti da Roma agli studenti, dai no tav valsusini a quelli baschi.\r\n\r\nRaggiungiamo al telefono un nostro redattore, Gianluca, che ci racconta la giornata e ci restituisce l'intervento dei baschi.\r\n\r\nGianlu\r\n\r\nore 17.15 Incominciano gli interventi.\r\n\r\nore 16.50 La testa del corteo incomincia a riempire la piazza di Susa, dove si susseguiranno gli interventi dal palco.\r\n\r\nore 16.15 L'enorme manifestazione sta rienrando a Susa per tornare a riempire la piazza da cui il corteo è partito e dove si svolgeranno i comizi finali.\r\n\r\nAscolta la diretta con Mitzi, nostra redattrice posizionata a metà del corteo.\r\n\r\nMitzi\r\n\r\nore 15.23 Il corteo passa davanti alla dede della sitaf e della polizia stradale, si accende qualche fumogeno e la folla intona un'assordante \"Bella Ciao\".\r\n\r\nore 15.00 Dopo essere passato di fronte alla caserma dei carabinieri di Susa, il corteo punta su San Giuliano, luogo in cui vorrebbero costruire il tunnel di base.\r\n\r\nAbbiamo raggiunto al telefono Guido Fissore, storico e coraggioso esponente del movimento.\r\n\r\nGuido\r\n\r\nore 14.47 Dopo qualche lungaggine dovuta alla grande quantità di gente, il corteo finalmente parte.\r\n\r\n\r\nore 14.00 Il corteo sta per partire. 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Una bella festa con cibo condiviso, nell’impegno rinnovato ad una lotta contro chi occupa e devasta il territorio. A poco più di sette anni dalla battaglia del Seghino, dopo un’estate di resistenza, il campeggio No Tav si è trasformato in presidio permanente.\r\n\r\nIn realtà il presidio funziona già da settembre, perché le quotidiane colazioni di fronte al check point della centrale hanno di fatto impedito che le ditte collaborazioniste potessero usare questo varco in alternativa al sicuro ma costoso ingresso dalla strada maestra delle truppe di occupazione, quell’autostrada A32 che la Sitaf ha messo a disposizione della lobby del cemento e del tondino.\r\nNe abbiamo parlato con Maurizio, No Tav di Ramat, la frazione alta di Chiomonte.\r\n\r\nAscolta l’intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/TAV1.11.mp3\"]\r\n\r\nScarica l’audio","1 Novembre 2012","Il nuovo presidio di Chiomonte, frutto del lavoro volontario di tanti attivisti No Tav apre ufficialmente i battenti sabato 3 novembre. 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La strada delle Gorge è bloccata dai jersey e dalla polizia, anche il ponte sulla Dora a Chiomonte è chiuso. I manifestanti che si radunano a Chiomonte e Giaglione aggirano i blocchi passando per i sentieri: una lunga marcia fatta tante volte. Migliaia di passi hanno segnato queste vie di resistenza e di lotta.\r\nIn contemporanea migliaia di manifestanti partono da Susa, diretti all’Autoporto, dove nel gennaio del 2010 sorse un presidio di resistenza alle trivelle.\r\nIn testa i bambini con lo striscione che li accompagna sin dal 3 luglio “il futuro nelle nostre mani”, poi tutti gli altri.\r\nSi percorre la statale 25 sino alla frazione S. Giuliano, che, se l’opera entrerà nella sua fase esecutiva, verrà devastata dai lavori. Poi si prosegue sino allo svincolo che conduce da un lato all’autoporto, dall’altro all’autostrada. I bambini proseguono verso l’autoporto e il punto ristoro, tutti gli altri salgono sulla A32.\r\nI No Tav sono tornati sull’autostrada, per denunciare il ruolo della Sitaf, la società che la gestisce e che ha consentito l’apertura di uno svincolo dedicato alle truppe di occupazione e alle ruspe a Chiomonte, mettendo anche i disposizione i terreni per il fortino.\r\nSubito compare un gazebo, un camion con l’amplificazione, una cucina da campo, metri di moquette. Tante famiglie con bambini salgono a loro volta sull’autostrada, sedendosi a mangiare.\r\nNel pomeriggio viene montato un campo da calcio, con tanto di porte e pallone. Si iscrivono in tanti al torneo No Tav che si svolge per tutto il pomeriggio, tra interventi dal camion, balli occitani e un incrociarsi di discussioni improvvisate. I ragazzi più giovani si danno da fare e costruiscono due sbarramenti nei due sensi di marcia dell’autostrada. Le barricate sono fatte con quello che si trova lì vicino: laterizi, segnali stradali, qualche asse. Un uomo offre i bancali che ha nel cortile: la sua casa è a un chilometro, ma non importa, si fa su e giù. Sull’altro lato si piazzano cassonetti e vecchie piastrelle.\r\nÈ una grande manifestazione popolare.\r\nNel tardo pomeriggio cominciano ad arrivare le notizie dalla Clarea. La gente si è radunata lungo le reti e ha cominciato a tagliare: la polizia la infradicia con gli idranti. Poi la consueta pioggia di lacrimogeni. Così tanti che si perde l’orientamento. I boschi sono secchi e gli scoppi dei lacrimogeni innescano numerosi incendi. Yuri si butta in avanti per spegnere: un poliziotto lo mira e lo colpisce allo zigomo con un candelotto. Yuri cade. Sta malissimo: vomita e sanguina. Yuri ha solo 16 anni e vive a Venaus con la sua famiglia, la lotta contro il Tav l’ha respirata per tutta la vita. Viene portato a braccia, ma dovrà aspettare un’ora prima che i poliziotti accettino di soccorrerlo facendolo trasportare su un’ambulanza.\r\nAnche un solidale arrivato da Padova viene colpito al volto: è un operaio di cinquant’anni e probabilmente perderà la vista da un occhio. Un altro ragazzo si spezzerà malamente una caviglia durante la fuga. Decine e decine sono quelli con bruciature di candelotto, soffocati dai gas.\r\nQuesta volta la polizia non si accontenta di colpire con i lacrimogeni ad altezza d’uomo. Ad un ulteriore tentativo di forzare le reti, gli uomini dello Stato escono dalle recinzioni ed attaccano i manifestanti, la baita viene riempita di fumo, i feriti portati a braccia per i sentieri.\r\nA fine giornata qualche metro di rete sarà stata tagliata.\r\nI reduci dalla Clarea, stanchi ed arrabbiati, si congiungono con le migliaia di manifestanti che bloccano l’autostrada sin dalla tarda mattinata.\r\nLa polizia prova a lanciare un ultimatum, ma tutti se ne infischiano. 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La strada delle Gorge è bloccata dai jersey e dalla polizia, anche il ponte sulla Dora a Chiomonte è chiuso. I manifestanti che si radunano a Chiomonte e Giaglione aggirano i blocchi passando per i sentieri: una lunga marcia fatta tante volte. Migliaia di passi hanno segnato queste vie di resistenza e di lotta. \r\nIn contemporanea migliaia di manifestanti partono da Susa, diretti all’Autoporto, dove nel gennaio del 2010 sorse un presidio di resistenza alle trivelle. \r\nIn testa i bambini con lo striscione che li accompagna sin dal 3 luglio “il futuro nelle nostre mani”, poi tutti gli altri. Lo spezzone anarchico sfila con lo striscione “No Tav. Azione Diretta Autigestione” e un nugolo di bandiere rosse e nere.\r\nSi percorre la statale 25 sino alla frazione S. Giuliano, che, se l’opera entrerà nella sua fase esecutiva, verrà devastata dai lavori. Poi si prosegue sino allo svincolo che conduce da un lato all’autoporto, dall’altro all’autostrada. I bambini proseguono verso l’autoporto e il punto ristoro, tutti gli altri salgono sulla A32. \r\nI No Tav sono tornati sull’autostrada, per denunciare il ruolo della Sitaf, la società che la gestisce e che ha consentito l’apertura di uno svincolo dedicato alle truppe di occupazione e alle ruspe a Chiomonte, mettendo anche i disposizione i terreni per il fortino. \r\nSubito compare un gazebo, un camion con l’amplificazione, una cucina da campo, metri di moquette. Tante famiglie con bambini salgono a loro volta sull’autostrada, sedendosi a mangiare. \r\nNel pomeriggio viene montato un campo da calcio, con tanto di porte e pallone. Si iscrivono in tanti al torneo No Tav che si svolge per tutto il pomeriggio, tra interventi dal camion, balli occitani e un incrociarsi di discussioni improvvisate. I ragazzi più giovani si danno da fare e costruiscono due sbarramenti nei due sensi di marcia dell’autostrada. Le barricate sono fatte con quello che si trova lì vicino: laterizi, segnali stradali, qualche asse. Un uomo offre i bancali che ha nel cortile: la sua casa è a un chilometro, ma non importa, si fa su e giù. Sull’altro lato si piazzano cassonetti e vecchie piastrelle. \r\nÈ una grande manifestazione popolare.\r\nNel tardo pomeriggio cominciano ad arrivare le notizie dalla Clarea. La gente si è radunata lungo le reti e ha cominciato a tagliare: la polizia la infradicia con gli idranti. Poi la consueta pioggia di lacrimogeni. Così tanti che si perde l’orientamento. I boschi sono secchi e gli scoppi dei lacrimogeni innescano numerosi incendi. Yuri si butta in avanti per spegnere: un poliziotto lo mira e lo colpisce allo zigomo con un candelotto. Yuri cade. Sta malissimo: vomita e sanguina. Yuri ha solo 16 anni e vive a Venaus con la sua famiglia, la lotta contro il Tav l’ha respirata per tutta la vita. 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Migliaia di passi hanno segnato queste vie di resistenza e di lotta.\r\nIn contemporanea migliaia di manifestanti partono da Susa, diretti all’Autoporto, dove nel gennaio del 2010 sorse un presidio di resistenza alle trivelle.\r\nIn testa i bambini con lo striscione che li accompagna sin dal 3 luglio “il futuro nelle nostre mani”, poi tutti gli altri.\r\nSi percorre la statale 25 sino alla frazione S. Giuliano, che, se l’opera entrerà nella sua fase esecutiva, verrà devastata dai lavori. Poi si prosegue sino allo svincolo che conduce da un lato all’autoporto, dall’altro all’autostrada. 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Dallo sfruttamento dei migranti, alle merci che corrono in giro per il mondo in cerca della manodopera meno cara, a guerre e controllo delle risorse, alla distruzione del territorio, di tutti i territori, al peggioramento delle condizioni di vita di tutti noi obbligati a stare al passo del più veloce, del più connesso, da cui anche la diffusione pandemica di nuovi virus… queste e tante altre le cose ricordate a cittadini e commercianti di susa, anche loro schiacciati dalle dinamiche di globalizzazione di cui il Tav è senz’altro un elemento.\r\n\r\nFinito la manifestazione alle ore 18:30 ci siamo diretti all’assembramento in sostegno dei mulini a Giaglione, prima di risalire al campeggio per cenare.\r\n\r\nStamani abbiamo avuto notizia di un brusco risveglio per le truppe di occupazione ad Avigliana all’hotel Ninfa. Un gruppo di persone in modo discreto si sono ritrovate sotto al noto hotel per risvegliare rumorosamente le forze dell’ordine, che già dormivano. 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