","Rifiuti e tumori: corteo in Slovenia","post",1600779091,[63,64,65,66,67,68,69,70],"http://radioblackout.org/tag/anhovo/","http://radioblackout.org/tag/cementificio/","http://radioblackout.org/tag/corteo/","http://radioblackout.org/tag/eternit/","http://radioblackout.org/tag/inquinamento/","http://radioblackout.org/tag/salonit/","http://radioblackout.org/tag/slovenia/","http://radioblackout.org/tag/tumori/",[72,73,74,75,76,77,15,78],"anhovo","cementificio","corteo","eternit","inquinamento","salonit","tumori",{"post_content":80,"post_title":85,"tags":88},{"matched_tokens":81,"snippet":83,"value":84},[82],"Slovenia","è stato bandito anche in \u003Cmark>Slovenia\u003C/mark>, ma i guai per il","Anhovo è un paesino vicino a Nova Gorica, a meno di trenta chilometri dal confine con l'Italia. Il cementificio Salonit ha per decenni seminato polveri di amianto: il mesotelioma pleurico ha colpito e ucciso abitanti ed operai.\r\nDal '94 l'amianto è stato bandito anche in \u003Cmark>Slovenia\u003C/mark>, ma i guai per il paesino di Anhovo e per chi vive nella zona non sono finiti. Un coinceneritore per rifiuti tossici sorge nell'area del cementificio. Negli ultimi anni il numero dei tumori in tutta l'area ha avuto una secca impennata.\r\nLa Salonit è controllata dall'austriaca Wietersdofer, con partecipazioneper il 25% della Buzzi Unicem di Casale Monferrato e, in quota minoritaria, da una ditta slovena.\r\nI rifiuti tossici provengono, per la maggior parte, dall'Austria e dall'Italia.\r\nLa scorsa estate la svizzera Eternit, che ha uno stabilimento in zona ha riversato nell’Isonzo scorie nocive, compromettendo la falda acquifera e rendendo imbevibile l’acqua che viene portata con le autobotti.\r\n\r\nSabato scorso una parte significativa degli abitanti di Anhovo, sostenuti da associazioni ambientaliste, dagli anarchici della FAO e da altre realtà di movimento nonché da compagni provenienti anche dal Friuli e dalla Venezia Giulia hanno dato vita ad un corteo per la chiusura dell'inceneritore e per la difesa del fiume.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Federico, che ha partecipato alla manifestazione\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/2020-09-22-anhovo-federico.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 09 22 anhovo federico\r\n\r\n ",{"matched_tokens":86,"snippet":87,"value":87},[82],"Rifiuti e tumori: corteo in \u003Cmark>Slovenia\u003C/mark>",[89,91,93,95,97,99,101,104],{"matched_tokens":90,"snippet":72},[],{"matched_tokens":92,"snippet":73},[],{"matched_tokens":94,"snippet":74},[],{"matched_tokens":96,"snippet":75},[],{"matched_tokens":98,"snippet":76},[],{"matched_tokens":100,"snippet":77},[],{"matched_tokens":102,"snippet":103},[15],"\u003Cmark>slovenia\u003C/mark>",{"matched_tokens":105,"snippet":78},[],[107,113,116],{"field":37,"indices":108,"matched_tokens":110,"snippets":112},[109],6,[111],[15],[103],{"field":114,"matched_tokens":115,"snippet":87,"value":87},"post_title",[82],{"field":117,"matched_tokens":118,"snippet":83,"value":84},"post_content",[82],578730123365712000,{"best_field_score":121,"best_field_weight":122,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":49,"score":123,"tokens_matched":124,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",13,"578730123365711979",1,{"document":126,"highlight":143,"highlights":158,"text_match":119,"text_match_info":168},{"cat_link":127,"category":128,"comment_count":49,"id":129,"is_sticky":49,"permalink":130,"post_author":52,"post_content":131,"post_date":132,"post_excerpt":55,"post_id":129,"post_modified":133,"post_thumbnail":134,"post_thumbnail_html":135,"post_title":136,"post_type":60,"sort_by_date":137,"tag_links":138,"tags":141},[46],[48],"61924","http://radioblackout.org/2020/06/slovenia-due-mesi-di-rivolta-sociale/","Da oltre due mesi la Slovenia è attraversata da una manifestazioni che ogni venerdì attraversano le principali città del paese.\r\nLa gestione della pandemia, tra corruzione e violenza di polizia, la crisi sociale, ha innescato un movimento sociale ampio e radicale. A ciò si aggiunge il crescente autoritarismo del governo di estrema destra varato in gennaio, dopo il fallimento della debole coalizione di centro.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Matej, un compagno sloveno\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-30-matej-slovenia.mp3\"][/audio]","30 Giugno 2020","2020-06-30 13:02:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/lubiana-e1593514918527-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"120\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/lubiana-e1593514918527-300x120.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/lubiana-e1593514918527-300x120.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/lubiana-e1593514918527-768x307.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/lubiana-e1593514918527.jpeg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Slovenia. 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La crisi sta mordendo duro specie nelle regioni orientali, dove la disoccupazione chiude ogni prospettiva per il futuro soprattutto ai giovani.\r\nLe prime manifestazioni si svolgono a Maribor ed hanno carattere locale, mirando alla cacciata del sindaco della città. Ma è solo la scintilla, che presto dilaga in tutto il paese, coinvolgendo decine di migliaia di persone. Cifre mai viste nel recente passato.\r\nLa polizia reagisce con estrema violenza con cariche, ferimenti ed arresti. La repressione non frena la lotta, ma ne diviene il detonatore. Al punto che nelle piazze, piazze autorganizzate, senza padroni né padrini, lo slogan unificante è “se ne vadano tutti!”.\r\nNe abbiamo parlato con Matej e Thomas, due compagni di Maribor, in prima fila nelle lotte.\r\nAscolta l’intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/12/2012-12-19-sloveniamatejthomas.mp3\"]\r\n\r\nScarica l’audio","19 Dicembre 2012","2025-09-24 22:00:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/12/slo_vstaja_71212-e1355230558185-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"143\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/12/slo_vstaja_71212-e1355230558185-300x143.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/12/slo_vstaja_71212-e1355230558185-300x143.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/12/slo_vstaja_71212-e1355230558185.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Rivolta sociale in Slovenia",1355940570,[183,184,69],"http://radioblackout.org/tag/arresti/","http://radioblackout.org/tag/rivolta-sociale/",[186,187,15],"arresti","rivolta sociale",{"post_content":189,"post_title":193,"tags":196},{"matched_tokens":190,"snippet":191,"value":192},[82],"oltre due mesi nella vicina \u003Cmark>Slovenia\u003C/mark> non ve l’ha raccontata nessuno","La rivolta sociale scoppiata da oltre due mesi nella vicina \u003Cmark>Slovenia\u003C/mark> non ve l’ha raccontata nessuno dei media main stream. 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Tale area è delimitata dal confine che separa la Slovenia dalla Croazia, ma ormai da anni l'Unione Europea ha delegato alla Croazia il \"lavoro sporco\" di fermare le persone che tentano di entrare nella UE, respingendole in Bosnia e in Serbia.\r\nCome documentato nelle 1500 testimonianze raccolte fin dal 2018 dalla rete borderviolence.eu e pubblicate in \"black book of push backs I e II\", le persone vengono fermate, picchiate e torturate dalla Polizia croata e da Frontex prima di essere cacciate oltre confine, scalze, semisvestite e senza cellulari.\r\nPer chi migra superare il confine sud della Croazia non significa essere finalmente al sicuro: da due anni la Slovenia, quando rintraccia queste persone, le consegna in poco tempo alla polizia croata che a sua volta le deporta al confine.\r\nDa maggio di quest’anno si è inserita in questo meccanismo anche l'Italia: ciò che qui chiamano “riammissioni informali in Slovenia” non sono altro che il primo anello di questa catena. Tra gennaio e metà novembre 2020, la polizia di frontiera di Trieste e Gorizia ha “riammesso” 1240 persone (+420% rispetto al 2019).\r\nIn Bosnia, destinazione ultima di queste \"riammissioni\", da alcuni anni si è creato un collo di bottiglia. Vi si trovano persone soprattutto giovanissime, che solitamente sono in viaggio da anni e non hanno alcun interesse a fermarsi in Italia ma vorrebbero arrivare nei Paesi del nord. Quando arrivano a Trieste, stremate dai 15-20 giorni di fughe, cammino e stenti, ricevono una cura informale in piazza Libertà (di fronte alla stazione) dalle attiviste dei gruppi Linea d'Ombra e Strada si.Cura.\r\nI respingimenti sono contrari alle leggi sull’immigrazione dell’UE e nonostante questa ne neghi pubblicamente l’esistenza li finanzia in vario modo.\r\nDi recente la Germania ha regalato alla Croazia sensori per il rilevamento delle persone da piazzare lungo i propri confini.\r\nIl 23 dicembre il campo di Lipa, vicino a Bihać, al confine nordoccidentale della Bosnia Erzegovina, è andato a fuoco. Da allora, i giornali italiani hanno dato ampio spazio alla crisi umanitaria in Bosnia, che da anni veniva inutilmente denunciata dagli attivisti al di qua e al di là del confine.\r\nLa “crisi umanitaria” descritta dalla stampa italiana è una situazione di violenza sistemica, che va ben al di là del freddo intollerabile di questi giorni al confine bosniaco ma si estende alla gestione da parte dell’Oim (l'ente Europeo gestore dei campi) dei grandi campi bosniaci a Sarajevo e in altre località, alle violenze sistematiche della polizia croata, alla catena dei respingimenti che arriva fino a Trieste, al razzismo fuori e dentro i confini dell’Unione Europea.\r\n\r\nTrieste è una città di confine, alcuni la chiamano “Lampedusa del nord”. Trieste è infatti la porta d’entrata della rotta dei Balcani, come Lampedusa è la porta d’entrata della Rotta del Mediterraneo centrale. A Trieste si arriva a piedi, a Lampedusa in nave o in gommone.\r\nLa dirigenza della questura di Trieste dal 30 dicembre è passata nelle mani di Irene Tittioni, esperta di pattugliamenti congiunti dei confini interessati da migrazioni.\r\nQuesta scelta la dice lunga sui programmi del governo al confine orientale. Lo Stato “gestisce” i “clandestini” resi tali dalle leggi che non forniscono visti, che permettono di entrare in Italia solo attraverso una migrazione pericolosa e chiedendo l’asilo politico, che respingono la maggior parte delle richieste d’asilo. Lo stesso Stato che sostiene, anche se li nega, i respingimenti violenti e illegali.\r\n\r\nA Trieste l'8 gennaio davanti al Consolato croato di piazza Goldoni si è tenuto un partecipato presidio per denunciare pubblicamente le sanguinarie politiche europee di “protezione dei confini”.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele dell’assemblea No CPR no frontiere del Friuli e della Venezia Giulia. 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Poche hanno interesse a fermarsi in Italia: la maggior parte prosegue per altri Paesi europei.\r\nTutti hanno fatto un viaggio terribile: c'è chi ce la fa in un anno, chi è ancora in marcia dopo 10 anni. Un parte di vita rubata dalle frontiere chiuse, dai respingimenti, dai trafficanti che ci lucrano, dalle polizie di ogni dove, che picchiano, gasano, stuprano. Molti sono giovanissim*, poco più che bambini. Il viaggio ha il suo collo di bottiglia sui confini della Croazia, della Bosnia e della Serbia. Da anni sia la Croazia sia la Slovenia, con il supporto di tutti gli altri Paesi europei, violano anche le norme europee, deportando quelli che riescono ad intercettare sul proprio territorio, negando anche il diritto d’asilo.\r\nSono respingimenti brutali: le persone vengono picchiate, derubate, umiliate. Una violenza sistematica, ricorrente, metodica, che mira a seminare il terrore, per allontanare dalla rotta balcanica, chi vi è stato sospinto.\r\nOgni persona in viaggio prova più e più volte a passare prima di riuscire ad arrivare a Trieste, dove da qualche tempo sono iniziate le “riammissioni informali” in Slovenia. Chi arriva a Trieste non può più sentirsi in salvo.\r\n“Le riammissioni” da Trieste infatti, ben diversamente da quanto sostengono politici e prefetti, sono delle pratiche inumane.\r\nLe persone non sono meramente “riammesse” in Slovenia, ma rinchiuse in una caserma, da dove si dipana una catena di respingimenti, accordati tra gli Stati in modo informale, che in poche ore li riporta al collo di bottiglia da cui sono partiti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele dell'Assemblea No CPR, No Frontiere del Friuli e Venezia Giulia\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020-10-13-respingimenti-slo-raf.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 10 13 respingimenti slo raf","13 Ottobre 2020","2020-10-13 13:14:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/migranti-slovenia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"198\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/migranti-slovenia-300x198.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/migranti-slovenia-300x198.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/migranti-slovenia-1024x674.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/migranti-slovenia-768x506.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/migranti-slovenia.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il collo di bottiglia",1602594855,[229,230,295,234,69,235],"http://radioblackout.org/tag/respingimenti-dallitalia-alla-slovenia/",[239,34,297,18,15,21],"respingimenti dall'italia alla slovenia",{"post_content":299,"tags":303},{"matched_tokens":300,"snippet":301,"value":302},[82],"sia la Croazia sia la \u003Cmark>Slovenia\u003C/mark>, con il supporto di tutti","Dalla rotta Balcanica arrivano a Trieste ogni giorno molte persone. 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Fascisti e polizia stanno moltiplicando le attenzioni intorno all’ex caserma occupata da oltre 30 anni in un’area limitrofa al centro della capitale slovena.\r\nNe abbiamo parlato con Federico, un compagno del gruppo anarchico Germinal di Trieste, che, per il 20 febbraio, ha lanciato un presidio solidale davanti al consolato sloveno.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-16-metelkova-fede.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito i comunicati del Germinal e di Metelkova.\r\n\r\nSolidarietà agli spazi sociali a Lubiana – giù le mani da Metelkova!\r\nDa alcune settimane il governo sloveno sta portando avanti un attacco senza precedenti agli spazi occupati e autogestiti della capitale.\r\nDopo il violento sgombero e l’inizio della demolizione della Fabbrica Autonoma Rog avvenuti il 19 gennaio, dopo l’attacco con spray urticanti al corteo di solidarietà il 22 gennaio con l’aggiunta di varie multe è ora la volta del Metelkova.\r\nIl 9 febbraio più di 40 agenti dell’antisommossa, con l'accompagnamento di poliziotti in uniforme, sono entrati nel piazzale del Metelkova e hanno provato a entrare in alcuni dei locali terrorizzando i passanti. Il motivo di questo intervento non è stato dato, hanno parlato solo di \"usuale controllo\" dei locali di ristorazione.\r\nQuesta grave provocazione segue di pochi giorni quella effettuata nel medesimo luogo da un gruppo neofascista che – approfittando di un momento in cui non vi era nessuno – ha esposto uno striscione chiedendo la demolizione del Metelkova.\r\nDa quindici anni il Rog e da trenta il Metelkova sono spazi sociali, culturali e politici attraversati da migliaia di persone delle più diverse età e interessi, non solo di Lubiana, ma da tutto il mondo. Laboratori artistici e teatrali, concerti, skatepark, accoglienza e solidarietà ai migranti, assemblee, mostre, feste, cucine popolari sono solo alcune delle tante attività portate avanti.\r\nI due spazi vengono attaccati dal governo per un duplice motivo.\r\nDa una parte sono un ostacolo al processo di gentrificazione del centro cittadino, che mira a fare di Lubiana l’ennesima città vetrina per i turisti allontanando i residenti verso le periferie, dall’altro sono stati il centro delle assemblee del vasto movimento popolare che dalla scorsa primavera è sceso in piazza per chiedere le dimissioni del governo di destra di Janša.\r\nCome tanti altri e tante altre a Trieste abbiamo attraversato il Rog e il Metelkova moltissime volte. Abbiamo manifestato, ballato, suonato, discusso, intrecciato rapporti solidali. Anche per questo vogliamo dimostrare pubblicamente la nostra solidarietà e vicinanza alle compagne e ai compagni di Lubiana.\r\nChiediamo a tutt* di essere presenti e portare un cartello e/o striscione nella lingua che preferite.\r\n\r\n\r\n\r\nSabato 20 febbraio ore 15.30 in via del Teatro Romano (nei pressi della scalinata di santa maria maggiore) presidio sotto il consolato sloveno.\r\n\r\nGruppo Anarchico Germinal\r\n\r\ndi seguito il comunicato di Metelkova:\r\n\r\nPer una città libera, per una Lubiana antifascista\r\n\r\nrichiamo a un'iniziativa comune contro le minacce dei gruppi fascisti\r\n\r\nNell'ultimo anno siamo stati testimoni di un graduale aumento dell'audacia di gruppi fascisti nel diffondere una retorica di violenza nei confronti dei migranti, di quell* che la pensano diversamente, de* artist*e, antifascist*, generalmente nei confronti di una società aperta e libera. Il loro odio non si manifesta solamente da tastiera sui social, ma - come si è visto ultimamente - si manifesta anche nella loro presenza come imposizione nel dibattito pubblico. Questo si è visto con la presenza dei \"gilet gialli\" [diversi da quelli francesi, ndJ] sabato [6/2/2020], e le loro richieste e minacce di disintegrare la Metelkova. Loro non nascondono più la loro natura di ideologia neonazista, perché si rendono conto che hanno un appoggio sicuro dalla parte di chi governa, che gli concede la legittimazione per le loro più vergognose idee.\r\n\r\nUna tipica prova della collisione con i valori basilari di una società è l'intervento di stanotte delle forze dell'ordine speciali, armate fino ai denti, che dopo la tranquilla parata funebre dovuta alla perdita della nostra sorella Fabbrica Autonoma Rog, ha occupato le vie intorno all'AKC metelkova mesto. 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Sotto il governo di estrema destra la polizia si è trasformata da un'organo professionale autonomo a un'orda di violenta, che crea conflitti e tensioni, invece di attuare i suoi doveri basilari, cioé: garantire la sicurezza de* cittadin* e della comunità, il rispetto della libertà e dei diritti umani, nonché il rafforzamento dello stato giuridico.\r\n\r\nPer quest'ondata di politiche di odio e violenza sono responsabili sia i governanti, che sono vicini a chi espone le proprie idee di intolleranza, sia quelli che si descrivono come la loro controparte sensibile alle tematiche sociali, ma che poi hanno demolito il Rog. Le ronde di strada, prendendo spunto dall'autorità cittadina, stanno già cercando nuove forme di azione. Sta diventando solo questione di tempo in che modo la violenza simbolica prenderà forma in attacchi concreti e \"pogrom\", indirizzati alle strutture di movimenti sociali e vesro l* abitanti della città.\r\n\r\nIgnorare e deridere queste minacce, che già da tempo stanno subendo numerosi spazi di aggregazione e singol*, non porterà alla loro scomparsa nella discarica della storia, dove e come li hanno portati l* nostr* predecessor* col consenso globale. Di sicuro le loro intenzioni vanno ben oltre il momentaneo chiarissimo bersaglio che è la Metelkova. Se vogliamo vivere in libertà, come società dobbiamo fare di più.\r\n\r\nPer questo all'AKC Metelkova mesto abbiamo fatto una chiamata di solidarietà e a una ribellione generale contro le minacce delle bande fasciste. Possiamo fermare loro cammino e violenza solamente se siamo uniti. Così, ognuno per sé e tutt* per un*, pensiamo cosa possiamo fare per mostrare chiaramente, che le vie di Lubiana sono antifasciste. Che la violenza fascista con i suoi simboli, messaggi, discorsi sulle nostre vie non abbia seguito. Facciamo in modo che potremo camminare per la nostra città spensierati, baciarci, tenerci per mano, ridere, creare, parlare, vivere. Esattamente così come siamo.\r\n\r\nAKC Metelkova mesto\r\nLjubljana, 9 febbraio 2021","16 Febbraio 2021","2021-02-16 15:58:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/metelkova-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/metelkova-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/metelkova-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/metelkova.jpg 630w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Lubljana. 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Dalle 11 alle 13. Anche in streaming\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2018 09 14 anarres\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nLibia, bel suol d’amore. Ne abbiamo discusso con Dario Antonelli\r\n\r\n Il seme dell’odio\r\n\r\nGermania. Caccia allo straniero a Chemnitz in Sassonia. Cronaca e riflessioni su un Pogrom\r\nnella lettura di un anarchico tedesco uscita in inglese e greco su Babylonia \r\n\r\nCarri armati, paramilitari e gang di motociclisti a caccia di migranti in Repubblica Ceca, Slovacchia e Slovenia\r\nProssime iniziative:\r\nVenerdì 28 settembre\r\n Eat the borders! Cena senza confini. Benefit lotta contro le frontiere\r\nLa cena è veg-vegan.\r\nore 20 in corso Palermo 46\r\nDa ognuno come può, più che può\r\n\r\nVenerdì 5 ottobre\r\n Senza Confini\r\nAndrea Staid e Francesca Cogni presenteranno il loro ultimo libro, una “etnograficnovel”sulle vite migranti e nomadi del secondo millennio. \r\nore 21 – alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 13 ottobre. 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L’ENI, la Libia e l’Italia. Il seme dell’odio. Il pogrom di Chemnitz. 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Dalle 11 alle 13. Anche in streaming\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2018 09 14 anarres\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nLibia, bel suol d’amore. Ne abbiamo discusso con Dario Antonelli\r\n\r\n Il seme dell’odio\r\n\r\nGermania. Caccia allo straniero a Chemnitz in Sassonia. Cronaca e riflessioni su un Pogrom\r\nnella lettura di un anarchico tedesco uscita in inglese e greco su Babylonia \r\n\r\nCarri armati, paramilitari e gang di motociclisti a caccia di migranti in Repubblica Ceca, Slovacchia e \u003Cmark>Slovenia\u003C/mark>\r\nProssime iniziative:\r\nVenerdì 28 settembre\r\n Eat the borders! Cena senza confini. Benefit lotta contro le frontiere\r\nLa cena è veg-vegan.\r\nore 20 in corso Palermo 46\r\nDa ognuno come può, più che può\r\n\r\nVenerdì 5 ottobre\r\n Senza Confini\r\nAndrea Staid e Francesca Cogni presenteranno il loro ultimo libro, una “etnograficnovel”sulle vite migranti e nomadi del secondo millennio. \r\nore 21 – alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 13 ottobre. Corteo ad Alessandria in difesa del Perlanera\r\nore 15 piazza Marconi\r\n\r\n Venerdì 26 novembre – sciopero generale e corteo regionale a Torino\r\n\r\n26 ottobre/4 novembre - settimana contro tutte le patrie, le frontiere, gli eserciti\r\n\r\nSabato 3 novembre \r\n manifestazione antimilitarista a Gorizia\r\n1918 – 2018 Guerre di ieri, guerre di oggi: nessuna festa per un massacro.\r\nore 15 alla stazione\r\n\r\nVenerdì 9 novembre\r\n Educare per la libertà\r\n S-cateniamo i bambini e le bambine!\r\nIncontro su pedagogia libertaria e scuole autogestite\r\nCon Maurizio Giannangeli della Rete per l’Educazione Libertaria\r\nore 21 – alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nVenerdì 23 novembre\r\nIncontro con Francesco Codello, autore de “La condizione umana nel pensiero libertario”\r\nore 21 alla Fat, in corso Palermo 46\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":456,"snippet":457,"value":457},[82],"Anarres del 14 settembre. 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Una chiacchierata con Maurizio Giannangeli della REL – Rete dell'educazione libertaria\r\n\r\nDopo il referendum. Analisi del voto e delle illusioni di palingenesi universale\r\nne parliamo con Francesco\r\n\r\nPosta aerea. Mistral Air deporta profughi e migranti\r\n\r\nIncontro con gli Sloveni\r\n\r\nGrecia. Profughi e migranti\r\n\r\nFuori fascisti e polizia dalla città\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 10 dicembre\r\nore 10,30 presidio in corso Giulio Cesare 3 – nei pressi dell’ufficio postale\r\n\r\nMistral Air, la compagnia aerea di Poste Italiane non trasporta lettere, pacchi e cartoline… ma deporta i rifugiati e migranti in paesi dove non vogliono tornare.\r\nFuggono guerre, miseria, persecuzioni, dittature. C'è chi non vuole sottostare ad un matrimonio forzato e chi non intende fare il soldato. 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Andiamo ad approfondire e contestualizzare questo evento insieme ad Antonella.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-Panguipulli.mp3\"][/audio]\r\n\r\nProponiamo quindi un’intervista realizzata per via epistolare lo scorso dicembre con Publicacion Refractario sulla relazione tra movimenti anarchici anticarcerari e la rivolta generalizzata che ha attraversato il paese sudamericano nell’ultimo anno.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-refractario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nBIDEN E CARCERI PRIVATE\r\n\r\nIl neo-insediato presidente americano ha emanato un ordine che termina i contratti tra il Dipartimento della Giustizia (DOJ) e le aziende della carcerazione privata; tuttavia mantiene il ricorso ai centri di detenzione per migranti di ICE e DHS gestiti dalle multinazionali della detenzione a scopo di lucro. Diamo uno sguardo ai recenti eventi e alle reazioni di alcune delle realtà che stanno promuovendo la progressiva decarcerizzazione della società statunitense.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-biden-private.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCARCERE E VACCINI\r\n\r\nLa popolazione detenuta è stata inserita all’interno di quei segmenti di popolazione la cui vaccinazione contro il Covid-19 viene ritenuta prioritaria dalle istituzioni. All’interno della sezione femminile del carcere di Trieste, alcune detenute stanno protestando contro la possibile obbligatorietà di questo vaccino e rispetto al fatto che questa soluzione tecno-medicale vada a imporsi rispetto ad altre forme di intervento quali l’indulto e la deflazione della popolazione detenuta. Insieme a un compagno dell’Assemblea Contro il Carcere e la Repressione andiamo ad approfondire le cause di questa mobilitazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-vaccini-stecco.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nREMS, COVID E NEUROPSICOFARMACOLOGIA\r\n\r\nPartiamo da una condanna da parte della CEDU nei confronti dell’Italia riguardante la detenzione in carcere di persone che, a causa di una diagnosi psichiatrica, avrebbero diritto ad accedere ad altre strutture (REMS e comunità terapeutiche).\r\n\r\nRestando alla sofferenza psichica e al soluzionismo tecno-medicale, un documento dal XXII Congresso Nazionale della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia ci racconta come la migliore risposta alla depressione e all’ansia prodotte dalla pandemia sia la somministrazione di massa di psicofarmaci. A patto che siano prescritti dal medico, si raccomandano.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-neurofarma.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLA RAPPRESAGLIA DOPO LA RIVOLTA NEL CARCERE DI FOGGIA\r\n\r\nInsieme a Sandra Berardi dell’associazione Yairaiha andiamo ad approfondire le testimonianze da loro raccolte sulla brutale rappresaglia messa in atto dalla polizia penitenziaria dopo la rivolta del 12 marzo 2020.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-Foggia-Yairaiha.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRIAMMISSIONI A CATENA\r\n\r\nInsieme a Duccio Facchini, direttore de L’AltraEconomia, andiamo a commentare la sentenza che ha condannato il Ministero degli Interni italiano per le cosiddette “riammissioni a catena”: il respingimento informale di migranti dal territorio italiano verso la Slovenia, fino all’inferno dei campi bosniaci.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-Facchini-Slovenia.mp3\"][/audio]","10 Febbraio 2021","2021-02-10 11:47:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-chile-200x110.jpg","Riots in Chile, vaccini in carcere, violenze a Foggia, Slovenia e altro",1612957670,[],[],{"post_content":632,"post_title":636},{"matched_tokens":633,"snippet":634,"value":635},[82],"dal territorio italiano verso la \u003Cmark>Slovenia\u003C/mark>, fino all’inferno dei campi bosniaci.\r","NOTIZIE BREVI DALL’APPARATO DETENTIVO\r\n\r\nIn apertura una veloce sintesi di quanto avvenuto nell’ultima settimana\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-brevi-8-2-20.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCHILE\r\n\r\nUn sergente dei carabineros ha ucciso Francisco Martinez, giocoliere e militante a fianco della lotta Mapuche molto conosciuto nell’area di Panguipulli, scatenando una rivolta che ha portato all’incendio di una decina di palazzi governativi. Andiamo ad approfondire e contestualizzare questo evento insieme ad Antonella.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-Panguipulli.mp3\"][/audio]\r\n\r\nProponiamo quindi un’intervista realizzata per via epistolare lo scorso dicembre con Publicacion Refractario sulla relazione tra movimenti anarchici anticarcerari e la rivolta generalizzata che ha attraversato il paese sudamericano nell’ultimo anno.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-refractario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nBIDEN E CARCERI PRIVATE\r\n\r\nIl neo-insediato presidente americano ha emanato un ordine che termina i contratti tra il Dipartimento della Giustizia (DOJ) e le aziende della carcerazione privata; tuttavia mantiene il ricorso ai centri di detenzione per migranti di ICE e DHS gestiti dalle multinazionali della detenzione a scopo di lucro. Diamo uno sguardo ai recenti eventi e alle reazioni di alcune delle realtà che stanno promuovendo la progressiva decarcerizzazione della società statunitense.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-biden-private.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCARCERE E VACCINI\r\n\r\nLa popolazione detenuta è stata inserita all’interno di quei segmenti di popolazione la cui vaccinazione contro il Covid-19 viene ritenuta prioritaria dalle istituzioni. All’interno della sezione femminile del carcere di Trieste, alcune detenute stanno protestando contro la possibile obbligatorietà di questo vaccino e rispetto al fatto che questa soluzione tecno-medicale vada a imporsi rispetto ad altre forme di intervento quali l’indulto e la deflazione della popolazione detenuta. Insieme a un compagno dell’Assemblea Contro il Carcere e la Repressione andiamo ad approfondire le cause di questa mobilitazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-vaccini-stecco.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nREMS, COVID E NEUROPSICOFARMACOLOGIA\r\n\r\nPartiamo da una condanna da parte della CEDU nei confronti dell’Italia riguardante la detenzione in carcere di persone che, a causa di una diagnosi psichiatrica, avrebbero diritto ad accedere ad altre strutture (REMS e comunità terapeutiche).\r\n\r\nRestando alla sofferenza psichica e al soluzionismo tecno-medicale, un documento dal XXII Congresso Nazionale della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia ci racconta come la migliore risposta alla depressione e all’ansia prodotte dalla pandemia sia la somministrazione di massa di psicofarmaci. 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Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025-01-24-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nChe sia in atto un cambiamento climatico con un’accelerazione senza precedenti, da quando il pianeta è abitato da forme di vita strutturate in comunità è un dato ormai privo di dimostrazioni opposte. Le estese analisi e i risultati cui è pervenuto il lungo lavoro della comunità climatologica portano a una conclusione unica: il clima sta cambiando a una velocità tale per cui le forme di vita vegetali e animali (inclusa quella umana) vengono poste in seria difficoltà di adattamento. Adattamento fisico, chimico, biologico, sociale e migratorio sono a rischio, sottoposti a forzanti indotte dalla produzione industriale, alimentare e trasportistica sempre più energivora. (…)\r\nUn problema di origine capitalista non può avere una soluzione capitalista.\r\nIl riscaldamento globale e la sua accelerazione sono causati principalmente dalle emissioni collegate alle attività umane: industriali, di trasporto e alimentari.\r\nCon Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR, abbiamo anticipato alcuni dei temi di cui parleremo venerdì 31 gennaio alle 21 alla FAT\r\n\r\nZone rosse ed aree a sorveglianza rinforzata\r\nIl governo sperimenta nuovi meccanismi di esclusione e controllo degli indesiderabili. Muri invisibili ma concreti segmentano le città, separando chi può accedere liberamente nelle aree più pregiate e chi deve esserne tenuto fuori.\r\nCon le zone rosse e il daspo urbano il ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia di nuovi strumenti, che le forze del disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.\r\nLa stretta securitaria, collaudata inizialmente a Bologna e Firenze, a dicembre si è estesa a Milano e Napoli, e con l’anno nuovo ha investito Roma, dove la morsa poliziesca durante il giubileo è imponente. A Torino il sindaco annuncia un approccio più “morbido”: niente zone rosse ma aree a “sorveglianza rinforzata”, come a Roma. Difficile cogliere le sfumature di fronte alla declinazione sabauda delle direttive governative. Intanto, dal 27 gennaio al 30 aprile, saranno zone rosse Porta Nuova, San Salvario, Torino centro, Aurora e Barriera di Milano.\r\nNei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\n\r\nStati Uniti. Una corte di miliardari e l’America profonda\r\nDonald Trump si è insediato lunedì. I sostenitori che quattro anni fa avevano fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti all’esterno. L’imperatore li ha arringati firmando immediatamente la grazia per i golpisti condannati, deportazioni di massa dei clandestini che vivono negli States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. La propaganda elettorale di The Donald non finirà mai: è la sua escape strategy di fronte al possibile fallimento di alcuni obiettivi, dei quali potrà imputare le forze oscure che minacciano l’America.\r\nMantiene subito alcune promesse. Appena insediato Trump ha firmato una serie di misure e di ordini esecutivi.\r\nQuesti gli i principali ordini esecutivi firmati dal neopresidente:\r\n- Uscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima.\r\n- Stop al lavoro da casa per i dipendenti federali.\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden che fissa il target del 50% delle vendite di nuovi veicoli elettrici entro il 2030\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden sull'intelligenza artificiale, mossa che spiana la strada al business miliardario del settore, eliminando i già scarsi guard-rail previsti.\r\n- Dichiarata l'emergenza nazionale al confine sud degli Stati Uniti.\r\n- Fine dello ius soli, il diritto di cittadinanza per nascita stabilito dalla Costituzione americana.\r\n- Gli Usa escono dall'Organizzazione mondiale della Sanità\r\n- Revocate le sanzioni sui coloni israeliani in Cisgiordania.\r\nIl presidente che si è insediato il 20 gennaio è molto più forte di quello che prese il potere nel 2016: allora era un outsider inviso alla maggioranza del suo partito, oggi è il cavallo vincente, che ha conquistato il Gop riuscendo a mettere insieme le anime sparse della destra statunitense.\r\nTrump, si è esibito accanto ad una manciata di suoi pari: i miliardari che affollano la sua corte e hanno in mano il vero potere, quello dei social media, il cui controllo è cruciale nella costruzione del consenso. \r\nSul tappeto numerose domande: quanto reggerà il suo blocco sociale, specie quello della Rust Belt, che tanto contribuì al suo precedente successo?\r\nL’unica europea alla sua corte era Giorgia Meloni, che tenta di accreditarsi come ponte tra l’America Trumpiana e un’Europa schiacciata dal ricatto del Friend Shoring imposto in questi anni e cardine delle politiche protezioniste statunitensi.\r\nA Davos Trump ha dettato le regole all’Europa, prima tra tutte un investimento del 5% del Pil in spese militari.\r\nIl programma di Trump è spaventoso. Se riuscirà o meno a realizzarlo dipenderà dalla forza dei movimenti di opposizione che lunedì hanno riempito le piazze di Washington e di tutti gli Stati Uniti con la People March e di tutti coloro che, con tenacia, si battono contro il nuovo imperatore.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nRivolta al CPR di Gradisca\r\nSono giorni di rivolta dentro alle mura del carcere per migranti di Gradisca d’Isonzo, il Cpr in Friuli Venezia-Giulia al confine con la Slovenia, dove sono stipate in vere e proprie gabbie decine di persone.\r\nNegli ultimi dieci giorni, ogni notte, ci sono state proteste, incendi e scontri con le forze dell’ordine. Nonostante cariche, manganellate, pestaggi, spray al peperoncino e lacrimogeni i migranti continuano a lottare contro le condizioni inumane a cui sono sottoposti e l’assenza di informazioni sul proprio destino. Rinchiusi in una prigione per senza documenti potrebbero essere deportati in qualsiasi momento o passarvi un anno e mezzo, prima di essere liberati con un foglio di via.\r\nGiovedì 16 gennaio un recluso è caduto dal tetto della struttura nel tentativo di allontanarsi dal Cpr e far disperdere le proprie tracce. Nella caduta si è fratturato gravemente gli arti ed è stato trasportato in elisoccorso in ospedale. Il clima si è fatto più incandescente la sera di domenica 19 gennaio, quando anche un migrante di origine maghrebina è scivolato dal tetto. Fortunatamente, le ferite riportate non sono state gravi. É frequente che chi tenta la fuga saltando le mura alte dell’ex caserma Polonio si ferisca anche in modo serio. Una decina di anni fa un migrante, finito in coma in seguito alla caduta, perse la vita dopo mesi di agonia in ospedale.\r\nLunedì 20 gennaio un gruppo di una trentina di persone è salito sul tetto dell'ex caserma Polonio, causando ingenti danni agli impianti idraulici ed elettrici e praticando sette varchi nella struttura. Non ci sono stati, diversamente da altre volte, tentativi di fuga. Il giorno successivo è stata incendiata la zona rossa e sono stati creati dei varchi nel plexiglass che delimita le “vasche” che dividono le camerate. La zona rossa, una delle tre in cui è divisa la prigione di Gradisca, è completamente inagibile, così come alcune aree comuni.\r\nMercoledì 22 sono iniziati arresti e deportazioni punitive. Otto migranti sono stati espulsi in Marocco, altri cinquanta, in parte sono stati arrestati, in parte sono stati trasferiti nel CPR di Trapani.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele, un compagno da sempre in prima fila nelle lotte contro i Cpr\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro di Volin\r\n“La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia 1917-1921”\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea insurrezionale di Nestor Machno.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","29 Gennaio 2025","2025-01-29 14:01:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/repressione-viola-200x110.jpg","Anarres del 24 gennaio. 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Intanto, dal 27 gennaio al 30 aprile, saranno zone rosse Porta Nuova, San Salvario, Torino centro, Aurora e Barriera di Milano.\r\nNei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\n\r\nStati Uniti. Una corte di miliardari e l’America profonda\r\nDonald Trump si è insediato lunedì. I sostenitori che quattro anni fa avevano fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti all’esterno. L’imperatore li ha arringati firmando immediatamente la grazia per i golpisti condannati, deportazioni di massa dei clandestini che vivono negli States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. La propaganda elettorale di The Donald non finirà mai: è la sua escape strategy di fronte al possibile fallimento di alcuni obiettivi, dei quali potrà imputare le forze oscure che minacciano l’America.\r\nMantiene subito alcune promesse. 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Una decina di anni fa un migrante, finito in coma in seguito alla caduta, perse la vita dopo mesi di agonia in ospedale.\r\nLunedì 20 gennaio un gruppo di una trentina di persone è salito sul tetto dell'ex caserma Polonio, causando ingenti danni agli impianti idraulici ed elettrici e praticando sette varchi nella struttura. Non ci sono stati, diversamente da altre volte, tentativi di fuga. Il giorno successivo è stata incendiata la zona rossa e sono stati creati dei varchi nel plexiglass che delimita le “vasche” che dividono le camerate. La zona rossa, una delle tre in cui è divisa la prigione di Gradisca, è completamente inagibile, così come alcune aree comuni.\r\nMercoledì 22 sono iniziati arresti e deportazioni punitive. Otto migranti sono stati espulsi in Marocco, altri cinquanta, in parte sono stati arrestati, in parte sono stati trasferiti nel CPR di Trapani.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele, un compagno da sempre in prima fila nelle lotte contro i Cpr\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro di Volin\r\n“La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia 1917-1921”\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea insurrezionale di Nestor Machno.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[668],{"field":117,"matched_tokens":669,"snippet":665,"value":666},[82],{"best_field_score":646,"best_field_weight":671,"fields_matched":124,"num_tokens_dropped":49,"score":672,"tokens_matched":124,"typo_prefix_score":49},14,"578730123365187697",{"document":674,"highlight":686,"highlights":691,"text_match":644,"text_match_info":694},{"comment_count":49,"id":675,"is_sticky":49,"permalink":676,"podcastfilter":677,"post_author":386,"post_content":678,"post_date":679,"post_excerpt":55,"post_id":675,"post_modified":680,"post_thumbnail":681,"post_title":682,"post_type":427,"sort_by_date":683,"tag_links":684,"tags":685},"83059","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-23-giugno-noi-lambiente-natura-e-cultura-la-citta-vetrina-e-la-violenza-contro-i-poveri/",[386],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/2023-06-23-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nNoi, l’ambiente, natura e cultura\r\nIl rapporto tra noi e gli/le altr animal non umani e, in generale, con quell’insieme generico che chiamiamo “natura”, con tutte le ambiguità insite in questo concetto, è ed è stato prevalentemente improntato sulla violenza, la predazione, la distruzione. Una scelta eticamente intollerabile ed ambientalmente insostenibile. Una scelta che, per reazione, induce alcuni a rifiutare l’umano, quindi la cultura, per cercare una confort zone, nella fantasia arcadica di un mondo regolato da una natura immobile, idealizzata in una presunta intrinseca bonarietà. La realtà è molto più complessa. Animali umani e animali non umani, piante, fiumi o montagne non sono né buoni né cattivi. La differenza, quella con la quale dobbiamo fare i conti, è che gli/le animal uman possono scegliere ed hanno forti responsabilità negli eventi che innescano e, sempre meno, riescono a controllare.\r\nNe abbiamo parlato con Andrea Staid, antropologo ed autore di “Essere natura. Uno sguardo antropologico per cambiare il nostro rapporto con l’ambiente” e con Francesco Codello, pedagogista, filosofo, autore di numerosi testi tra cui “La condizione umana nel pensiero libertario”.\r\n\r\n“Negli ultimi anni l’ambiente e la crisi climatica, di fatto, sono tra i temi più narrati e discussi: come può contribuire l’antropologia a questo dibattito?\r\nRaccontando e descrivendo altri modi di vivere − stili di vita che per lungo tempo abbiamo erroneamente considerato “primitivi”, “selvaggi” − come possibilità con le quali relazionarsi, condividere, scambiare, ragionare. È giunto il momento di decentrare il nostro sguardo antropologico attraverso l’ascolto e il racconto di storie molteplici e discontinue. Come afferma l’antropologo James Clifford, è il momento di un realismo etnografico, fatto di coproduzione sul campo, dove ci si relaziona non con intervistati ma con presenze, con dei soggetti. Oggi le popolazioni indigene hanno un ruolo attivo nelle ricerche etnografiche: viviamo finalmente un decentramento dell’Occidente. Le risposte locali, le soluzioni parziali e pragmatiche che si stanno sviluppando in culture e ambienti diversi dal nostro, possono essere esempi da cui trarre ispirazione, con i quali confrontarsi per costruire nuove risposte alla crisi ecologica che stiamo affrontando.\r\nAltrove, nel mondo, ci sono culture che non hanno seguito il cammino dello sviluppo senza fine, del dominio dell’umanità sulla natura; sono esistite ed esistono tante e differenti comunità che non hanno isolato la natura trattandola come un dominio a parte, esterno, dove tutto può essere messo a profitto e a servizio degli umani.\r\nMolte società, mantenendo dei legami di complicità e di interdipendenza con gli abitanti non umani del mondo, hanno saputo preservarsi dal saccheggio irresponsabile del pianeta nel quale gli occidentali si sono impegnati senza sosta negli ultimi tre secoli. Queste società, come ci ricorda l’antropologo Eduardo Kohn, non hanno mai pensato che le frontiere dell’umanità si arrestassero alle porte della specie umana, e hanno inserito e coinvolto nella loro vita sociale piante e animali, stringendo con essi patti e relazioni.\r\nIl compito dell’antropologia, secondo Philippe Descola, non è dare delle soluzioni certe, ma mostrare che quello che sembra eterno, questo presente nel quale ci troviamo attualmente, è solo e semplicemente un modo, tra centinaia di altri che sono stati descritti, di vivere la condizione umana. L’antropologia ci offre la testimonianza di molteplici soluzioni che sono state apportate al problema dell’esistenza in comune: dobbiamo sforzarci di immaginare nuovi mondi, perché è proprio il potere dell’immaginazione che dà forma al cambiamento.\r\nSe leggiamo un giornale, accendiamo la radio o il televisore, se scorriamo la home dei nostri social, sapremo facilmente che alluvioni, terremoti, siccità estrema, frane, tornadi, bufere sono all’ordine del giorno in tutto il pianeta. Quello che invece spesso ci viene celato è che è proprio il nostro stile di vita ad aver distrutto il pianeta. I nostri consumi, le nostre pratiche sono insostenibili e cominciamo tutti a pagarne le conseguenze. Siamo nell’era dell’Antropocene, l’era geologica attuale nella quale noi animali umani (soprattutto occidentali), con i nostri iperconsumi e stili di vita abbiamo modificato interi territori in modo strutturale, e inquinato acqua, aria e terra causando cambiamenti climatici senza precedenti.\r\nOra dobbiamo fare i conti con tutto questo.”\r\n(dall’introduzione di “Essere natura” di Andrea Staid)\r\n\r\n“L'idea di una natura umana perversa e malvagia ha sempre dominato l'immaginario occidentale, alimentando la convinzione che solo istituzioni sociali ferree come lo Stato possono soggiogarla e rendere possibile la convivenza. Ma questa visione gerarchica e disegualitaria ha oltretutto posto una pesante ipoteca sul futuro dell'umanità, proprio perché sostiene che esiste una natura umana, che essa è universale e che pertanto occorre garantirne la realizzazione. Al contrario il pensiero libertario, dai primi classici alle riflessioni contemporanee, rigetta l'idea di una natura umana immutabile, universale, fondativa, e davanti al bivio tra natura e cultura, innatismo e ambientalismo, necessità e libertà, relativismo e universalismo, evita consapevolmente di risolvere in una sintesi la tensione tra questi opposti. Anzi riconosce in un equilibrio volutamente instabile e provvisorio la propria legittima precarietà. In altre parole, il pensiero libertario, e l'anarchismo in particolare, per poter essere coerente con se stesso è obbligato a pensare l'ontologia non come un'essenza ma come una condizione e un divenire.\r\n(Francesco Codello – incipit de “la condizione umana nel pensiero libertario)\r\n\r\nLa città vetrina e la violenza contro i poveri\r\nIl 9 giugno c’è stato l’incontro “Vetrina per turisti? Torino tra riqualificazioni escludenti e la precarietà delle vite povere e migranti” cui hanno pertecipato Giovanni Semi e Francesco Migliaccio. Qui potete ascoltare la diretta con Semi di quel giorno.\r\nAnche alla luce di quell’incontro, ci siamo confrontati con Francesco Migliaccio. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 1 luglio\r\ncorteo No CPR\r\nore 17\r\npiazza Castello\r\n\r\nDomenica 2 luglio\r\nore 11 Porta Palazzo\r\nAssemblea contro detenzione e frontiere\r\n\r\n7, 8, 9 luglio\r\nBalkan Anarchist Bookfair\r\nOltre i muri del nazionalismo e della guerra\r\nLjubljana, Slovenia\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","1 Luglio 2023","2023-07-01 04:37:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/condizione-umana-col-200x110.jpg","Anarres del 23 giugno. Noi, l’ambiente, natura e cultura. 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