","Come si \"svuota\" un campo rom.","post",1390231192,[60,61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/biopolitica/","http://radioblackout.org/tag/campi/","http://radioblackout.org/tag/emergenza/","http://radioblackout.org/tag/lungo-stura-lazio/","http://radioblackout.org/tag/rom/","http://radioblackout.org/tag/sgomberi/","http://radioblackout.org/tag/societa-dello-spettacolo/",[27,68,23,69,70,71,33],"campi","lungo stura lazio","rom","Sgomberi",{"tags":73},[74,76,78,80,82,84,86],{"matched_tokens":75,"snippet":27},[],{"matched_tokens":77,"snippet":68},[],{"matched_tokens":79,"snippet":23},[],{"matched_tokens":81,"snippet":69},[],{"matched_tokens":83,"snippet":70},[],{"matched_tokens":85,"snippet":71},[],{"matched_tokens":87,"snippet":91},[88,89,90],"società","dello","spettacolo","\u003Cmark>società\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>spettacolo\u003C/mark>",[93],{"field":34,"indices":94,"matched_tokens":96,"snippets":98},[95],6,[97],[88,89,90],[91],1736172819517538300,{"best_field_score":101,"best_field_weight":102,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":103,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},"3315704398080",13,"1736172819517538409",3,{"document":106,"highlight":125,"highlights":131,"text_match":135,"text_match_info":136},{"cat_link":107,"category":108,"comment_count":46,"id":109,"is_sticky":46,"permalink":110,"post_author":49,"post_content":111,"post_date":112,"post_excerpt":52,"post_id":109,"post_modified":113,"post_thumbnail":114,"post_thumbnail_html":115,"post_title":116,"post_type":57,"sort_by_date":117,"tag_links":118,"tags":122},[43],[45],"18064","http://radioblackout.org/2013/09/larte-della-menzogna/","Nella storia dell’industria della menzogna quale parte integrante dell’apparato industriale-militare dell’imperialismo il 1989 è un anno di svolta. Nicolae Ceausescu è ancora al potere in Romania. Come rovesciarlo? I mass media occidentali diffondono in modo massiccio tra la popolazione romena le informazioni e le immagini del «genocidio» consumato a Timisoara dalla polizia per l’appunto di Ceausescu.\r\nCos’era avvenuto in realtà? Avvalendosi dell’analisi di Debord relativa alla «società dello spettacolo», un illustre filosofo italiano (Giorgio Agamben) ha sintetizzato in modo magistrale la vicenda di cui qui si tratta:\r\n«Per la prima volta nella storia dell’umanità, dei cadaveri appena sepolti o allineati sui tavoli delle morgues [degli obitori] sono stati dissepolti in fretta e torturati per simulare davanti alle telecamere il genocidio che doveva legittimare il nuovo regime.Ciò che tutto il mondo vedeva in diretta come la verità vera sugli schermi televisivi, era l’assoluta non-verità; e, benché la falsificazione fosse a tratti evidente, essa era tuttavia autentificata come vera dal sistema mondiale dei media, perché fosse chiaro che il vero non era ormai che un momento del movimento necessario del falso. Così verità e falsità diventavano indiscernibili e lo spettacolo si legittimava unicamente mediante lo spettacolo.\r\nTimisoara è, in questo senso, l’Auschwitz della società dello spettacolo: e come è stato detto che, dopo Auschwitz, è impossibile scrivere e pensare come prima, così, dopo Timisoara, non sarà più possibile guardare uno schermo televisivo nello stesso modo».\r\n\r\nCosì, attraverso vari passaggi, questo meccanismo si è perfezionato diventando la cifra della guerra contemporanea, dall'Iraq al Kosovo, sino all'assordante propaganda sui gas che Assad avrebbe usato in Siria.\r\nAscolta il contributo del filosofo italiano Domenico Losurdo\r\n\r\nLosurdo","10 Settembre 2013","2013-09-13 13:09:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/images-164x110.jpg","\u003Cimg width=\"164\" height=\"229\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/images.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","L'arte della menzogna",1378837546,[119,120,121],"http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/imperialismo/","http://radioblackout.org/tag/internazionale/",[123,124,29],"guerra","imperialismo",{"post_content":126},{"matched_tokens":127,"snippet":129,"value":130},[88,89,128],"spettacolo»","dell’analisi di Debord relativa alla «\u003Cmark>società\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>spettacolo»\u003C/mark>, un illustre filosofo italiano (Giorgio","Nella storia dell’industria della menzogna quale parte integrante dell’apparato industriale-militare dell’imperialismo il 1989 è un anno di svolta. Nicolae Ceausescu è ancora al potere in Romania. Come rovesciarlo? I mass media occidentali diffondono in modo massiccio tra la popolazione romena le informazioni e le immagini del «genocidio» consumato a Timisoara dalla polizia per l’appunto di Ceausescu.\r\nCos’era avvenuto in realtà? 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Come il governo ha presentato le misure? Come ha reagito la popolazione, con alle spalle due anni di esperienze di lotta nei gilet gialli?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/diretta-francia-covid19.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #17\r\n\r\nContinuando a riflettere su come vanno le cose per gli ultimi, i dimenticati, gli esclusi della società, un interessante chiacchierata con Lorenzo Camoletto del Gruppo Abele: com'è la situazione dei drop in? e dei Seri? come stanno affrontando la situazione le persone con dipendenze e senza fissa dimora?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Lorenzocamoletto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE nel carcere delle Vallette le cose come stanno andando? ne abbiamo parlato con Luca Abbà\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/lucaabbà.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #15\r\n\r\nPrendendo spunto dall'articolo \"Coronavirus in Africa: cosa rischiano i debitori della Cina\", dove si sostiene che \"l’epidemia del coronavirus in Africa non solo potrebbe rivelarsi tragica considerando l’ampia densità di popolazione e povertà del continente, ma per altro verso richiedere gli aiuti internazionali potrebbe ridurre alcune regioni profondamente indebitate a diventare ufficialmente colonie asiatiche: è proprio il caso del Kenya e dell’Etiopia, tra i maggiori creditori della Cina\", abbiamo cercato di avere uno sguardo su cosa sta accadendo nel continente africano, dove è in corso un pericoloso aumento dei contagi, specialmente in Sudafrica.\r\nAscolta una prima testimonianza dal Rwanda:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/WhatsApp-Audio-2020-03-24-at-12.46.17-online-audio-converter.com_.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #11\r\n\r\nNonostante le scuole siano chiuse, la didattica prosegue e gli/le insegnanti continuano a lavorare. C'è, però, chi non ce la fa più a stare dietro alle forme telematiche della didattica ai tempi del Coronavirus. A tutto questo, si aggiunge il problema della retribuzione. La testimonianza di un'insegnante:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/audio-insegnante.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE chi una cosa non ce l'ha? La testimonianza di alcune lavoratrici dei dormitori di Torino:\r\n\r\n[audio ogg=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/WhatsApp-Audio-2020-03-21-at-15.15.57.ogg\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n[audio ogg=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/WhatsApp-Audio-2020-03-21-at-15.16.10.ogg\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nI rider di Torino interrompono la loro attività lavorativa per portare del cibo a chi è senza casa. Ne abbiamo parlato con una rider:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/rider-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nStriscioni per la libertà è un'iniziativa nata all'interno dell'Edera Squat. L'invito è quello di appendere fuori dai balconi uno striscione di solidarietà con tutti i detenuti e le detenute. Ne abbiamo parlato con un compagno dell'Edera Squat:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/edera.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nNon andrà tutto bene. E' il titolo di un articolo che racconta la diffusione del virus e del suo legame con inquinamento, abbassamento delle difese immunitarie, iperurbanizzazione, deforestazione e altri aspetti legati allo sfruttamento intensivo della terra. Ascolta la diretta con l'autore Gianluca Garetti:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/intervista-andrà-male.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #10\r\n\r\n#stattaccuort - aggiornamenti da quel di Napoli:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/alessio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\ne di conseguenza un contributo molto ispirato sul piano esistenziale:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020_03_19_giorgio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl punto sulla situazione dei contadini con la stretta su mercati e vendita al dettaglio contenuta negli ultimi decreti. Un momento di estrema difficoltà da parte di allevatori e agricoltori incastrati tra l'impossibilità di fermarsi davanti al naturale proseguo dei cicli stagionali e la prospettiva di non guadagnare alcunché per un periodo ancora indefinito, nell'attuale silenzio delle istituzioni:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Garbarino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE dalla tragica situazione della sanità milanese una testimonianza di un'operatrice, vieppiù infervorata in un climax di rabbia e indignazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020_03_19_sanità_milanese.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #9\r\n\r\nNel giorno in cui il governatore Fontana minaccia di diventare aggressivo (sic) e di vietare le uscite all'aperto, tracciando gli spostamenti dei residenti in Lombardia attraverso i cellulari, non si scorgono segnali di miglioramento complessivo nel paziente Italia. Ma le conseguenze socio economiche del coronavirus si stanno propagando per l'Europa. Di seguito la testimonianza di un ascoltatore da Amsterdam, dove, oltre alle code davanti ai coffeeshop, il crudo sapore di darwinismo sociale olandese comincia a filtrare, sia attraverso voci degli stessi politici, sia dalle drastiche misure adottate in questi giorni da KLM che sta licenziando migliaia di dipendenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/olandese.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAnche la situazione nelle carceri a livello europeo seguire l'andamento del propagarsi virale: La scorsa settimana le rivolte in Italia, di questa settimana invece le notizie dei primi contagi e il propagarsi dell'incertezza per la condizione dei detenuti. La Spagna e la Francia stanno per raggiungerci in questa triste escalation, come raccontano queste testimonianze di Radio Onda d'urto.\r\n\r\nNel rapido scomparire di tutele e diritti per tutti, che ne sarà, ad esempio dei tossicodipendenti? Tra algebra del bisogno e carenze strutturali, dovrà pur esistere una forma di mediazione che tenga in qualche modo conto di queste persone, che in Italia sono tante. Oppure le lasceremo morire, smantellando gli ultimi pezzi di questo già precario apparato? In che modo anni di leggi liberticide in materia di droghe hanno contribuito a corrodere alla base qualunque possibile alternativa alla detenzione di migliaia di persone con dipendenze, atomizzando nelle già sovraffollate carceri una popolazione bisognosa, con le conseguenze che stiamo vedendo? Ne abbiamo parlato con una operatrice del settore\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/operatrice_sert.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nA Torino le richieste delle associazioni sono state in qualche modo accolte e i dormitori sono aperti, ma il personale di diverse altre strutture sembra non avere ancora tutti gli strumenti per affrontare l'emergenza. Le tutele lavorative per gli operatori sono scarse, con orizzonti prossimi di cassa integrazione, le mascherine scarseggiano e l'incertezza sui protocolli da seguire sembra essere piuttosto diffusa, causata dal caos continuo di nuove disposizioni. Ma lo sguardo è rivolto necessariamente anche agli utenti di questi servizi. Ne abbiamo parlato con una operatrice di comunità per disabili medio gravi, dove la fragile condizione dell'utenza è aggravata dalla quarantena forzata e dal continuo rincorrersi dei cambiamenti legislativi\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/lalla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine abbiamo gettato uno sguardo a scenari economici, discutendo con un redattore della radio di attualità legata agli operatori del settore ma anche di futuri possibili e inesorabili ricadute su tutti noi. Compresa la possibile fine del denaro contante.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/operaorefinanziario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #8\r\n\r\nControllo e repressione si fanno sempre più asfissianti a Torino, arrivando nei cortili dei palazzi, fino alle porte di casa. La municipale inizia ad entrare nei condomini per controllare residenze e domicili.\r\nAscolta una testimonianza arrivata ai nostri microfoni questo pomeriggio dal quartiere Aurora:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Retata-Via-Aosta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMancano le mascherine, scatta la protesta spontanea. Dalle 6 di questa mattina al Carrefour h24 di corso Montecucco, uno dei più grandi nella zona ovest di Torino, le lavoratrici e i lavoratori hanno incrociato le braccia rifiutandosi di iniziare il turno. Sono poi spuntate delle mascherine e lo sciopero è rientrato, ma per chi protesta i problemi non sono certo risolti: \"Che senso ha ora tenere aperto la notte - dicono - riduciamo gli orari e riduciamo le occasioni di contagio. Noi stiamo sempre aperti. Carrefour persegue solo il profitto e il business in questo momento?\". Il supermercato è uno dei primi ad aver avviato l'apertura totale in città.\r\nDalla GDO alla logistica, continuano a moltiplicarsi le mobilitazioni spontanee di chi è sfruttato: vicino a Piacenza è infatti in corso uno sciopero nel megahub Amazon di Castel San Giovanni, per l'assenza di misure di sicurezza per chi è costretto a lavorare. Sono 1.100 i dipendenti che si sono fermati .\r\nAscolta un commento a caldo di Stefano della CUB Torino:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/stefcub.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl decreto \"Cura Italia\" approvato ieri ha stanziato 85 milioni per agevolare le scuole nel dotarsi di piattaforme e di strumenti digitali per la didattica a distanza, una modalità di organizzazione dell'istruzione pubblica intrinsecamente classista e attorno a cui ruota un florido business per i giganti privati del digitale.\r\nAscolta la testimonianza di una professoressa, che ha sollevato le criticità della scuola telematica....\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/ConsiderazioniScuola.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n...e quella di due studenti torinesi, che questa emergenza non la vogliono pagare:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/scuola-studente.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Paolo-Gobetti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #7\r\n\r\n#stagaloeucc - aggiornamenti da quel di Milano:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/stagaloch2-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #6\r\n\r\nAscolta la testimonianza di Luca, NOTAV, detenuto semilibero al carcere delle Vallette di Torino, dove ai tempi del virus la semilibertà è sempre meno libera:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Luca-Abbà.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSe la tecnologia potesse proteggerti da una pandemia, la useresti? Dovrebbe prendere ogni tipo di tua informazione personale: il tuo nome, i tuoi contatti, le informazioni demografiche, ma potrebbe tenerti \"al sicuro\". Ai tempi di Covid-19 questa è una domanda a cui in diversi territori si sta rispondendo - con l'imposizione autoritaria o con il \"libero\" consenso democratico - attraverso la diffusione di dispositivi tecnologici propri di un capitalismo della sorveglianza. Dalla Cina, alla Corea del Sud, a Seul, passando per il Canada, fino all'Italia, dove gli scenari sono tutt'altro che rassicuranti: quali sono le implicazioni future di queste tecnologie?\r\nNe abbiamo parlato con un redattore di Stakka Stakka:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/sorveglianz-19-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #5\r\n\r\nPer molte donne e persone lgbtqia* #stareacasa non è qualcosa di minimamente rassicurante. Lo spazio domestico per molte e molti è un luogo di violenza. A causa dei decreti restrittivi, inoltre, i centri anti-violenza faticano a portare avanti la loro attività, esacerbando di fatto l'isolamento di chi si trova rinchiuso tra le insicure mura domestiche suo malgrado.\r\nA questo si aggiunge il fatto che con la zona rossa sta aumentando in maniera esponenziale il carico del lavoro di cura, che ricade quasi esclusivamente sulla componente femminile delle famiglie. Se questa era la situazione ordinaria, le persone in situazioni di violenza domestica in questi giorni stanno vedendo un enorme peggioramento della propria condizione di vita.\r\nAscolta la diretta con Chiara:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/violenza-domestica.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUn intervento di Fabio dei SolCobas sugli scioperi spontanei di questi giorni e sulle prospettive di lotta nel mondo del lavoro, dove alla questione sicurezza sanitaria si somma la questione salariale:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/solcobas-milano.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #4\r\n\r\nTiziano del CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario illustra le carenze intrinseche al nuovo decreto previsto per la giornata di domani, sabato 14 marzo, rispetto ai possibili ammortizzatori sociali ipotizzati dal governo che come era prevedibile non riusciranno a coprire tutte le categorie lavorative e a garantire quel minimo di sostegno economico in questo momento di totale instabilità. Per approfondire: \"Che cos'è il reddito di quarantena?\"\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/red40na.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nVoci da Genova. Con un compagno proviamo a delineare una panoramica della situazione del mondo del lavoro nel capoluogo ligure in queste concitate giornate. Dalla logistica ai portuali, tra manifestazioni spontanee, autorganizzate, chiamate dei sindacati di base e richieste di sanificazione degli impianti, non manca chi continua a opporsi all'indifferenza di aziende e istituzioni rivendicando maggiore sicurezza sul posto di lavoro:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/scioperi-genova.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #3\r\n\r\nMarco Meotto, professore di filosofia torinese, ha scritto un articolo su Doppiozero, interessante perché ha focalizzato alcuni problemi correlati al covid19 nel senso della spinta a accelerare la diffusione dell'e-learning da parte del mondo affaristico e del profitto privato in previsione di mantenere alla fine della emergenza le posizioni conquistate da sistemi che possono ledere la funzione docente e l'apprendimento fondato sulla normale relazione docente/discente... le sue considerazioni ci hanno condotto lontano spaziando dall'istruzione dei disabili al capovolgimento del concetto della scuola dell'inclusione che ha informato finora i criteri della formazione democratica, esautorando i protagonisti e accentuando le figure autoritarie, a cui è demandata la scelta di strumenti informatici che potranno così trattare dati sensibili in grandi quantità:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/meotto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUna voce da Lesvos, isola di detenzione, dove migliaia di persone vengono quotidianamente lasciate morire da uno stato razzista e classista. Le condizioni sanitarie di chi vive intrappolato alle porte delle fortezza Europa sono indecenti, mentre sull'isola è stato appena dichiarato il primo caso di Coronavirus, che potrebbe conseguentemente produrre un'ecatombe tra tutta quella umanità che stato e capitale considerano in eccesso. Ascolta la diretta con Nikos, compagno che vive a Lesvos:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/lesvos.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #2\r\n\r\nAscolta il contributo di un rider su cui si è abbattuta l'emergenza Coronavirus....\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/rider.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n...e di un lavoratore di una comunità di assistenza per disabili:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/comunità.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo poi fatto un primo punto della situazione con un compagno cuoco per quanto riguarda il comparto lavorativo della ristorazione torinese ai tempi del covid19, laddove alla già diffusa precarietà si aggiunge adesso l'assenza di salario e di reddito, così come il rischio o la realtà della perdita del lavoro:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/ristorazione.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUno sguardo a cosa sta succedendo nel mondo dello spettacolo, dove la chiusura di teatri, cinema e tutti i luoghi di cultura ha portato a lasciare in strada migliaia di lavoratrici e lavoratori, già di per sé soggetti a lavoro nero, intermittente, contratti a chiamata e precarietà estrema. Alcuni di loro in diverse città si stanno organizzando per richiedere un \"reddito di quarantena\", ovvero un fondo che garantisca continuità salariale a chi è costretto all'inattività. Un lavoratore ci dà il suo punto di vista rispetto alla situazione torinese:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/spettacolo.mp3\"][/audio]","3 Aprile 2020","2020-04-04 10:10:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6-200x110.png","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6-212x300.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6-212x300.png 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6-724x1024.png 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6-768x1086.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6-1086x1536.png 1086w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6-1448x2048.png 1448w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6.png 1587w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Microfoni aperti dalla zona rossa (in continuo aggiornamento)",1585931445,[154,155,156],"http://radioblackout.org/tag/coronavirus/","http://radioblackout.org/tag/microfoni-aperti/","http://radioblackout.org/tag/zona-rossa/",[158,31,25],"coronavirus",{"post_content":160},{"matched_tokens":161,"snippet":162,"value":163},[89,90],"cosa sta succedendo nel mondo \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>spettacolo\u003C/mark>, dove la chiusura di teatri,","come campi se non hai un lavoro?\r\ne se lavori sei protett*?\r\nla casa e' davvero un posto sicuro per tutt*?\r\ne chi una casa non ce l'ha?\r\ncosa succede nelle carceri e nei cpr?\r\nperche' la sanita' privata continua a lucrare?\r\nda questo stato d'emergenza si tornera' indietro?\r\n\r\nrompi l'isolamento!\r\n\r\nchiamaci allo 011 249 5669\r\nmandaci un vocale al 346 667 3263\r\n\r\nDi seguito alcuni degli interventi raccolti in questi giorni.\r\n\r\nZona Rossa giorno #25\r\n\r\nIn una puntata quasi interamente dedicata allo sciopero degli affitti, abbiamo sentito Prendocasa Torino, collettivo per il diritto all'abitare:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/prendocasa.mp3\"][/audio]\r\n\r\nZona Rossa giorno #24\r\n\r\nTornando a parlare di dipendenza, riduzione del danno e Covid 19 oggi abbiamo sentito Alessio, presidente di ItanPud\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/alessioitanpud.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #18\r\n\r\nAbbiamo parlato con Marcello dell'associazione Nazione Rom della situazione della popolazione sinti a fronte dell'epidemia\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/campi-rom-covid19.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAnche la Francia è in lockdown dal 16 marzo. Come il governo ha presentato le misure? Come ha reagito la popolazione, con alle spalle due anni di esperienze di lotta nei gilet gialli?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/diretta-francia-covid19.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #17\r\n\r\nContinuando a riflettere su come vanno le cose per gli ultimi, i dimenticati, gli esclusi della \u003Cmark>società\u003C/mark>, un interessante chiacchierata con Lorenzo Camoletto del Gruppo Abele: com'è la situazione dei drop in? e dei Seri? come stanno affrontando la situazione le persone con dipendenze e senza fissa dimora?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Lorenzocamoletto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE nel carcere delle Vallette le cose come stanno andando? ne abbiamo parlato con Luca Abbà\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/lucaabbà.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #15\r\n\r\nPrendendo spunto dall'articolo \"Coronavirus in Africa: cosa rischiano i debitori della Cina\", dove si sostiene che \"l’epidemia del coronavirus in Africa non solo potrebbe rivelarsi tragica considerando l’ampia densità di popolazione e povertà del continente, ma per altro verso richiedere gli aiuti internazionali potrebbe ridurre alcune regioni profondamente indebitate a diventare ufficialmente colonie asiatiche: è proprio il caso del Kenya e dell’Etiopia, tra i maggiori creditori della Cina\", abbiamo cercato di avere uno sguardo su cosa sta accadendo nel continente africano, dove è in corso un pericoloso aumento dei contagi, specialmente in Sudafrica.\r\nAscolta una prima testimonianza dal Rwanda:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/WhatsApp-Audio-2020-03-24-at-12.46.17-online-audio-converter.com_.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #11\r\n\r\nNonostante le scuole siano chiuse, la didattica prosegue e gli/le insegnanti continuano a lavorare. C'è, però, chi non ce la fa più a stare dietro alle forme telematiche della didattica ai tempi del Coronavirus. A tutto questo, si aggiunge il problema della retribuzione. La testimonianza di un'insegnante:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/audio-insegnante.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE chi una cosa non ce l'ha? La testimonianza di alcune lavoratrici dei dormitori di Torino:\r\n\r\n[audio ogg=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/WhatsApp-Audio-2020-03-21-at-15.15.57.ogg\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n[audio ogg=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/WhatsApp-Audio-2020-03-21-at-15.16.10.ogg\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nI rider di Torino interrompono la loro attività lavorativa per portare del cibo a chi è senza casa. Ne abbiamo parlato con una rider:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/rider-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nStriscioni per la libertà è un'iniziativa nata all'interno dell'Edera Squat. L'invito è quello di appendere fuori dai balconi uno striscione di solidarietà con tutti i detenuti e le detenute. Ne abbiamo parlato con un compagno dell'Edera Squat:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/edera.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nNon andrà tutto bene. E' il titolo di un articolo che racconta la diffusione del virus e del suo legame con inquinamento, abbassamento delle difese immunitarie, iperurbanizzazione, deforestazione e altri aspetti legati allo sfruttamento intensivo della terra. Ascolta la diretta con l'autore Gianluca Garetti:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/intervista-andrà-male.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #10\r\n\r\n#stattaccuort - aggiornamenti da quel di Napoli:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/alessio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\ne di conseguenza un contributo molto ispirato sul piano esistenziale:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020_03_19_giorgio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl punto sulla situazione dei contadini con la stretta su mercati e vendita al dettaglio contenuta negli ultimi decreti. Un momento di estrema difficoltà da parte di allevatori e agricoltori incastrati tra l'impossibilità di fermarsi davanti al naturale proseguo dei cicli stagionali e la prospettiva di non guadagnare alcunché per un periodo ancora indefinito, nell'attuale silenzio delle istituzioni:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Garbarino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE dalla tragica situazione della sanità milanese una testimonianza di un'operatrice, vieppiù infervorata in un climax di rabbia e indignazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020_03_19_sanità_milanese.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #9\r\n\r\nNel giorno in cui il governatore Fontana minaccia di diventare aggressivo (sic) e di vietare le uscite all'aperto, tracciando gli spostamenti dei residenti in Lombardia attraverso i cellulari, non si scorgono segnali di miglioramento complessivo nel paziente Italia. Ma le conseguenze socio economiche del coronavirus si stanno propagando per l'Europa. Di seguito la testimonianza di un ascoltatore da Amsterdam, dove, oltre alle code davanti ai coffeeshop, il crudo sapore di darwinismo sociale olandese comincia a filtrare, sia attraverso voci degli stessi politici, sia dalle drastiche misure adottate in questi giorni da KLM che sta licenziando migliaia di dipendenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/olandese.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAnche la situazione nelle carceri a livello europeo seguire l'andamento del propagarsi virale: La scorsa settimana le rivolte in Italia, di questa settimana invece le notizie dei primi contagi e il propagarsi dell'incertezza per la condizione dei detenuti. La Spagna e la Francia stanno per raggiungerci in questa triste escalation, come raccontano queste testimonianze di Radio Onda d'urto.\r\n\r\nNel rapido scomparire di tutele e diritti per tutti, che ne sarà, ad esempio dei tossicodipendenti? Tra algebra del bisogno e carenze strutturali, dovrà pur esistere una forma di mediazione che tenga in qualche modo conto di queste persone, che in Italia sono tante. Oppure le lasceremo morire, smantellando gli ultimi pezzi di questo già precario apparato? In che modo anni di leggi liberticide in materia di droghe hanno contribuito a corrodere alla base qualunque possibile alternativa alla detenzione di migliaia di persone con dipendenze, atomizzando nelle già sovraffollate carceri una popolazione bisognosa, con le conseguenze che stiamo vedendo? Ne abbiamo parlato con una operatrice del settore\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/operatrice_sert.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nA Torino le richieste delle associazioni sono state in qualche modo accolte e i dormitori sono aperti, ma il personale di diverse altre strutture sembra non avere ancora tutti gli strumenti per affrontare l'emergenza. Le tutele lavorative per gli operatori sono scarse, con orizzonti prossimi di cassa integrazione, le mascherine scarseggiano e l'incertezza sui protocolli da seguire sembra essere piuttosto diffusa, causata dal caos continuo di nuove disposizioni. Ma lo sguardo è rivolto necessariamente anche agli utenti di questi servizi. Ne abbiamo parlato con una operatrice di comunità per disabili medio gravi, dove la fragile condizione dell'utenza è aggravata dalla quarantena forzata e dal continuo rincorrersi dei cambiamenti legislativi\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/lalla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine abbiamo gettato uno sguardo a scenari economici, discutendo con un redattore della radio di attualità legata agli operatori del settore ma anche di futuri possibili e inesorabili ricadute su tutti noi. Compresa la possibile fine del denaro contante.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/operaorefinanziario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #8\r\n\r\nControllo e repressione si fanno sempre più asfissianti a Torino, arrivando nei cortili dei palazzi, fino alle porte di casa. La municipale inizia ad entrare nei condomini per controllare residenze e domicili.\r\nAscolta una testimonianza arrivata ai nostri microfoni questo pomeriggio dal quartiere Aurora:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Retata-Via-Aosta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMancano le mascherine, scatta la protesta spontanea. Dalle 6 di questa mattina al Carrefour h24 di corso Montecucco, uno dei più grandi nella zona ovest di Torino, le lavoratrici e i lavoratori hanno incrociato le braccia rifiutandosi di iniziare il turno. Sono poi spuntate delle mascherine e lo sciopero è rientrato, ma per chi protesta i problemi non sono certo risolti: \"Che senso ha ora tenere aperto la notte - dicono - riduciamo gli orari e riduciamo le occasioni di contagio. Noi stiamo sempre aperti. Carrefour persegue solo il profitto e il business in questo momento?\". Il supermercato è uno dei primi ad aver avviato l'apertura totale in città.\r\nDalla GDO alla logistica, continuano a moltiplicarsi le mobilitazioni spontanee di chi è sfruttato: vicino a Piacenza è infatti in corso uno sciopero nel megahub Amazon di Castel San Giovanni, per l'assenza di misure di sicurezza per chi è costretto a lavorare. Sono 1.100 i dipendenti che si sono fermati .\r\nAscolta un commento a caldo di Stefano della CUB Torino:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/stefcub.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl decreto \"Cura Italia\" approvato ieri ha stanziato 85 milioni per agevolare le scuole nel dotarsi di piattaforme e di strumenti digitali per la didattica a distanza, una modalità di organizzazione dell'istruzione pubblica intrinsecamente classista e attorno a cui ruota un florido business per i giganti privati del digitale.\r\nAscolta la testimonianza di una professoressa, che ha sollevato le criticità della scuola telematica....\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/ConsiderazioniScuola.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n...e quella di due studenti torinesi, che questa emergenza non la vogliono pagare:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/scuola-studente.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Paolo-Gobetti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #7\r\n\r\n#stagaloeucc - aggiornamenti da quel di Milano:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/stagaloch2-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #6\r\n\r\nAscolta la testimonianza di Luca, NOTAV, detenuto semilibero al carcere delle Vallette di Torino, dove ai tempi del virus la semilibertà è sempre meno libera:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Luca-Abbà.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSe la tecnologia potesse proteggerti da una pandemia, la useresti? Dovrebbe prendere ogni tipo di tua informazione personale: il tuo nome, i tuoi contatti, le informazioni demografiche, ma potrebbe tenerti \"al sicuro\". Ai tempi di Covid-19 questa è una domanda a cui in diversi territori si sta rispondendo - con l'imposizione autoritaria o con il \"libero\" consenso democratico - attraverso la diffusione di dispositivi tecnologici propri di un capitalismo della sorveglianza. Dalla Cina, alla Corea del Sud, a Seul, passando per il Canada, fino all'Italia, dove gli scenari sono tutt'altro che rassicuranti: quali sono le implicazioni future di queste tecnologie?\r\nNe abbiamo parlato con un redattore di Stakka Stakka:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/sorveglianz-19-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #5\r\n\r\nPer molte donne e persone lgbtqia* #stareacasa non è qualcosa di minimamente rassicurante. Lo spazio domestico per molte e molti è un luogo di violenza. A causa dei decreti restrittivi, inoltre, i centri anti-violenza faticano a portare avanti la loro attività, esacerbando di fatto l'isolamento di chi si trova rinchiuso tra le insicure mura domestiche suo malgrado.\r\nA questo si aggiunge il fatto che con la zona rossa sta aumentando in maniera esponenziale il carico del lavoro di cura, che ricade quasi esclusivamente sulla componente femminile delle famiglie. Se questa era la situazione ordinaria, le persone in situazioni di violenza domestica in questi giorni stanno vedendo un enorme peggioramento della propria condizione di vita.\r\nAscolta la diretta con Chiara:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/violenza-domestica.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUn intervento di Fabio dei SolCobas sugli scioperi spontanei di questi giorni e sulle prospettive di lotta nel mondo del lavoro, dove alla questione sicurezza sanitaria si somma la questione salariale:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/solcobas-milano.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #4\r\n\r\nTiziano del CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario illustra le carenze intrinseche al nuovo decreto previsto per la giornata di domani, sabato 14 marzo, rispetto ai possibili ammortizzatori sociali ipotizzati dal governo che come era prevedibile non riusciranno a coprire tutte le categorie lavorative e a garantire quel minimo di sostegno economico in questo momento di totale instabilità. Per approfondire: \"Che cos'è il reddito di quarantena?\"\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/red40na.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nVoci da Genova. Con un compagno proviamo a delineare una panoramica della situazione del mondo del lavoro nel capoluogo ligure in queste concitate giornate. Dalla logistica ai portuali, tra manifestazioni spontanee, autorganizzate, chiamate dei sindacati di base e richieste di sanificazione degli impianti, non manca chi continua a opporsi all'indifferenza di aziende e istituzioni rivendicando maggiore sicurezza sul posto di lavoro:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/scioperi-genova.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #3\r\n\r\nMarco Meotto, professore di filosofia torinese, ha scritto un articolo su Doppiozero, interessante perché ha focalizzato alcuni problemi correlati al covid19 nel senso della spinta a accelerare la diffusione dell'e-learning da parte del mondo affaristico e del profitto privato in previsione di mantenere alla fine della emergenza le posizioni conquistate da sistemi che possono ledere la funzione docente e l'apprendimento fondato sulla normale relazione docente/discente... le sue considerazioni ci hanno condotto lontano spaziando dall'istruzione dei disabili al capovolgimento del concetto della scuola dell'inclusione che ha informato finora i criteri della formazione democratica, esautorando i protagonisti e accentuando le figure autoritarie, a cui è demandata la scelta di strumenti informatici che potranno così trattare dati sensibili in grandi quantità:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/meotto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUna voce da Lesvos, isola di detenzione, dove migliaia di persone vengono quotidianamente lasciate morire da uno stato razzista e classista. Le condizioni sanitarie di chi vive intrappolato alle porte delle fortezza Europa sono indecenti, mentre sull'isola è stato appena dichiarato il primo caso di Coronavirus, che potrebbe conseguentemente produrre un'ecatombe tra tutta quella umanità che stato e capitale considerano in eccesso. Ascolta la diretta con Nikos, compagno che vive a Lesvos:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/lesvos.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #2\r\n\r\nAscolta il contributo di un rider su cui si è abbattuta l'emergenza Coronavirus....\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/rider.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n...e di un lavoratore di una comunità di assistenza per disabili:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/comunità.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo poi fatto un primo punto della situazione con un compagno cuoco per quanto riguarda il comparto lavorativo della ristorazione torinese ai tempi del covid19, laddove alla già diffusa precarietà si aggiunge adesso l'assenza di salario e di reddito, così come il rischio o la realtà della perdita del lavoro:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/ristorazione.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUno sguardo a cosa sta succedendo nel mondo \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>spettacolo\u003C/mark>, dove la chiusura di teatri, cinema e tutti i luoghi di cultura ha portato a lasciare in strada migliaia di lavoratrici e lavoratori, già di per sé soggetti a lavoro nero, intermittente, contratti a chiamata e precarietà estrema. 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Oggi è il settimo giorno di sciopero nelle ferrovie che ha quasi paralizzato il Paese, proprio mentre migliaia di studenti si spostavano per la prova di maturità, questione molto cavalcata da giornali e politica contro gli scioperanti. Contemporaneamente i lavoratori dello spettacolo hanno boicottato alcuni tra i primi festival dell'estate, minacciando di far saltare il più importante di tutti , quello che inizierebbe il 4 luglio ad Avignon. I lavoratori dello spettacolo, in larga parte precari raccolti all'interno del coordinamento degli Intermittenti, protestano contro un accordo che riduce i vantaggi dell'assegno di disoccupazione, siglato tra il governo e la confindustria francese (Medef) il 22 marzo. Lo sciopero nelle ferrovie invece trova la sua origine nella vecchia riforma delle ferrovie francesi del 1997, quando la società ferroviaria fu divisa, su esplicite pressioni di Bruxelles, tra due compagnie, una che gestiva il servizio e l'altra che gestiva le linee. Entrambe oggi risultano fallimentari e la riforma a cui hanno lavorato governo e sindacati, che prevederebbe una terza società che coordini le due, è esattamente la pietra dello scandalo che ha costretto la CGT a inseguire i lavoratori sulla via dello sciopero.\r\n\r\n \r\n\r\nVediamo con Enrico di Viterbo, amico e collaboratore di Radio Blackout, da molti anni residente in Francia, quali sono le cause dello sciopero e la reazione dei francesi a livello popolare, mediatico, politico.\r\n\r\n \r\n\r\nEnrico\r\n\r\n ","17 Giugno 2014","2014-06-23 13:44:20","Scioperi in Francia contro precarietà e privatizzazioni",1403012282,[183,184,185],"http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/lotte/","http://radioblackout.org/tag/scioperi/",[187,188,189],"francia","lotte","scioperi",{"post_content":191},{"matched_tokens":192,"snippet":193,"value":194},[89,90],"gli scioperanti. 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La notizia della decapitazione di un giornalista statunitense, il trentunenne Steven Sotloff occupa le prime pagine dei giornali, sia pure con enfasi minore rispetto alla decapitazione del collega James Foley, che metteva in scena per la prima volta, uno spettacolo comunicativo il cui obiettivo è ben al di là della minaccia agli Stati Uniti, per investire direttamente una più vasta platea internazionale, la stessa da cui provengono i miliziani dell'IS.\r\nLa coreografia (la tunica arancio che richiama le tute dei prigionieri di Guantanamo), la demolizione del mito del \"nero\" Obama e le sue promesse mancate, le minacce all'islam sciita, sono messaggi semplici ma potenti, capaci di dare forza all'immaginario dell'islam radicale.\r\nSui media main stream ci sono diversi attori: i feroci seguaci del califfo Al Baghdadi, i \"curdi\", \"l'imbelle\" governo iracheno. Più sullo sfondo il regime dell'alawita Bashar el Hassad, contro il quale gli Stati Uniti hanno armato le formazioni islamiste che concorrono alla conquista del paese, il maggior sponsor di Hassad, la Russia putiniana, la Turchia che ha finanziato l'Is.\r\nIl termine \"curdi\" nasconde più di quanto non riveli. I curdi di cui narrano i media nostrani - diversa è l'informazione negli stessi Stati Uniti - sono quelli della zona dell'Iraq sotto il controllo del PDK di Mas’ud Barzani, alleati con gli Stati Uniti, e \"naturali\" destinatari delle armi promesse anche dal governo italiano.\r\nMai entrate nella scena mediatica le formazioni guerrigliere del Rojava (Siria nord orientale) protagoniste della controffensiva che ha liberato numerose zone occupate dell'IS, che, curiosamente, ha interrotto la propria marcia su Baghdad per attaccare le zone curde controllate dalle formazioni libertarie, federaliste e femministe del Rojava e di alcune zone dello stesso Iraq.\r\nNon per caso nel mirino dell'IS è entrato il campo profughi di Makhmur, che da vent'anni ospita curdi sfuggiti alle persecuzioni contro il PKK in Turchia.\r\n\r\nPer capirne di più ne abbiamo parlato con Daniele Pepino, un compagno che conosce bene le zone curde che stanno sperimentando il confederalismo democratico.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n2014 09 03 daniele guerra is pkk\r\n\r\nDi seguito un lungo articolo di Daniele che ci fornisce il lessico essenziale per meglio capire la partita che si sta giocando tra Siria, Iraq. E non solo.\r\nPer la prima volta da decenni il percorso intrapreso in Rojavà narra una storia che apre prospettive che vanno ben al di là delle montagne curde.\r\n\r\nLe notizie dal Vicino e Medio Oriente si susseguono a un ritmo incalzante. Il Kurdistan si trova, ancora una volta, nell’occhio del ciclone, dilaniato dall’esplodere delle tensioni tra le potenze regionali che si spartiscono il suo territorio.\r\n\r\nNon è semplice, in un simile scenario, fornire un quadro della situazione che non sia immediatamente superato dall’incedere degli eventi. I quintali di notizie, parole, immagini, vomitati dai mass media, invece di chiarire la complessità dello scenario mediorientale, contribuiscono a spargere una confusione che è tutt’altro che casuale.\r\n\r\nPerciò ci sembra prioritario – nei limiti di quanto è possibile fare in un breve articolo – provare a fornire qualche strumento interpretativo utile a comprendere le dinamiche in corso con uno sguardo di più lungo periodo rispetto alla cronaca emergenziale del giorno dopo giorno.\r\n\r\nDa un lato, è necessario ricordare come quel che accade in Kurdistan (e più in generale in Medio Oriente) sia sempre, anche, il precipitato dell’interazione di forze esterne, a cominciare dagli Stati che ne occupano il territorio, ossia la Turchia, la Siria, l’Iraq e l’Iran (a loro volta, peraltro, veicoli di uno scontro di interessi su scala mondiale).\r\n\r\nDall’altro, è bene sottolineare come ciò non precluda l’esistenza di specifiche dinamiche locali, le quali, anzi, dimostrano sempre più spesso come proprio questi momenti di crisi e disfacimento possano rappresentare le crepe da cui emergono nuovi percorsi di autonomia, rivolta e protagonismo popolare.\r\n\r\nL’immagine costruita dal discorso mediatico dominante racconta, sostanzialmente, di una folle guerra di fanatici terroristi musulmani contro i quali l’Occidente è costretto a intervenire (per ragioni umanitarie, ça va sans dire!) appoggiando le uniche forze al momento in grado di opporvisi, ovvero “i curdi”. Per fornire qualche antidoto alle ambiguità e ai silenzi che caratterizzano tale ricostruzione, ci pare utile, in primo luogo, delineare chi sono realmente le forze in campo, cosa rappresentano, quali identità e progettualità incarnano (in particolare nel campo curdo). In secondo luogo [nella prossima “puntata”], proveremo a sondare i percorsi di autonomia popolare che nonostante tutto – compresa una censura mediatica impressionante – resistono e rappresentano una forza di rottura per niente trascurabile (sia da un punto di vista politico che militare), in particolare nel Kurdistan siriano (Rojava). Infine, cercheremo di abbozzare qualche riflessione di portata più generale sul senso degli eventi in corso\r\n\r\nGli attori in campo\r\n15 agosto 2014. Le televisioni del mondo intero riportano con orrore i massacri, le esecuzioni, i rapimenti di bambini e donne venduti come schiavi, le pulizie etniche e le angherie di ogni tipo dispiegate dalle bande dello “Stato Islamico” (I.S.) in nord Iraq contro minoranze religiose e oppositori, ad esempio contro i curdi yezidi a Sinjar (Şengal in curdo). Tale escalation di violenza settaria sarebbe, ufficialmente, all’origine del sostegno militare che Stati Uniti ed Europa si apprestano a fornire (apertamente) “ai curdi” – dopo averlo fornito a lungo (dietro le quinte) alle milizie “jihadiste”. Peccato però che l’espressione “i curdi” non significhi nulla, essendo “i kurds_mapcurdi” una realtà nient'affatto omogenea. Oltre al fatto – tutt’altro che trascurabile – che il popolo curdo è diviso da circa un secolo dalle frontiere artificiali di Turchia, Siria, Iraq e Iran, nel movimento curdo si sovrappongono, com’è ovvio che sia, profonde divisioni che hanno origini storiche, linguistiche, tribali, religiose, oltre che contrapposizioni politiche talvolta laceranti e foriere di conflitti anche armati. Quando, dunque, gli Stati Uniti parlano di “armare i curdi”, si riferiscono ovviamente ai loro alleati sul campo, ovvero ai filo-americani del PDK, e non certo ai “terroristi” del PKK e ai suoi alleati. E ciò anche se, come emerge sempre più chiaramente dalle fonti sul campo e dalle testimonianze dei sopravvissuti, ad accorrere per aiutare le minoranze aggredite e a organizzare la resistenza armata contro le bande paramilitari di I.S., sono stati proprio quelli che Washington e Bruxelles definiscono “terroristi”, e non i miliziani fedeli a PDK e USA, i quali hanno invece lasciato campo libero all’avanzata di I.S., sostanzialmente spartendosi le spoglie del territorio abbandonato dallo squagliarsi dell’esercito di Baghdad. Del resto, anche i tanto decantati quanto limitati bombardamenti finora sferrati dagli Stati Uniti non sembrano proprio avere l’obbiettivo di stroncare le forze “islamiste”, quanto piuttosto quello di contenerle e indirizzarle (altrimenti, con le tecnologie e le informazioni in mano all’aviazione USA, sarebbe stato un “gioco da ragazzi” annientarne le postazioni e le colonne nel campo aperto del deserto iracheno).\r\n\r\nÈ proprio per cercare di dissipare tali ambiguità che riportiamo qui di seguito, in modo inevitabilmente sintetico e schematico, una descrizione delle organizzazioni coinvolte a vario titolo nel conflitto in corso, una sorta di glossario per aiutare a districarsi nella confusione mediatica.\r\n\r\nPKK – Partito dei lavoratori del Kurdistan (Turchia). Le sue ali militari sono: HPG (Forze di difesa del popolo) e YJA-Star (Unità delle donne libere - Star). Opera nel Kurdistan settentrionale (in curdo “Bakûr”, sud-est della Turchia) da oltre trent’anni, per sostenere l’autodeterminazione e la stessa sopravvivenza del popolo curdo contro l’occupazione militare da parte dello Stato turco. È stato inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche stilata da USA ed Europa. Dagli anni Novanta, in particolare grazie all’elaborazione teorica del suo presidente Abdullah Öcalan (tuttora detenuto nell’isola-prigione di Imrali in Turchia), il PKK ha superato l’originaria ideologia nazionalista e marxista-leninista attraverso una radicale critica degli stessi concetti di Stato, Nazione, Partito, e abbandonando l’obiettivo della costruzione di uno Stato curdo indipendente. La sua proposta politica, denominata Confederalismo democratico, auspica la costruzione di una federazione di comunità autogovernantisi al di là dei confini nazionali, religiosi, etnici, le cui colonne portanti sono la partecipazione dal basso, la parità di genere e il rispetto della natura. Il suo esercito di guerriglia (HPG e YJA-Star) conta diverse migliaia di uomini e donne nelle montagne del sud-est della Turchia (sui confini con Siria, Iraq e Iran) e sui monti Qandil in territorio iracheno. Attualmente in un precario cessate il fuoco unilaterale con la Turchia, è impegnato nel sostegno dei propri fratelli in Siria (Rojava) e nella difesa della popolazione civile in Iraq contro I.S.\r\n\r\nPYD – Partito dell’unione democratica (Siria). Le sue ali militari sono: YPG (Unità di difesa popolare) e YPJ (Unità di difesa delle donne). È il partito maggioritario nel Kurdistan occidentale (“Rojava”, Siria del nord). Stretto alleato del PKK, sia dal punto di vista militare che politico, ne condivide la proposta del Confederalismo democratico, prospettiva che sta concretizzando nei territori del Rojava. Qui, dall’insurrezione contro il regime siriano, non si è schierato né con il regime di Al-Assad né con i “ribelli siriani”, praticando una “terza via” consistente nel liberare e difendere il proprio territorio per amministrarlo, insieme agli altri partiti e realtà della società civile non solo curda, in una sorta di “democrazia cantonale dal basso”. La sua forza militare (YPG e YPJ) oltre a difendere il Rojava da chiunque l’attacchi (lealisti di Al-Assad, “ribelli” siriani, I.S. e “jihadisti” vari) ha recentemente operato in territorio iracheno contro i tentativi di pulizia etnica di I.S. – in particolare nelle aree di Sinjar, Makhmour (Maxmur, in curdo) –, soccorrendo la popolazione in fuga e organizzando anche lì, come in Siria, una resistenza armata di autodifesa popolare.\r\n\r\nKCK – Raggruppamento delle comunità del Kurdistan. È il coordinamento che raggruppa i vari partiti e organizzazioni della società civile delle quattro parti del Kurdistan per portare avanti il progetto del Confederalismo democratico. Oltre a PKK e PYD, ne fanno parte anche il PÇDK (Iraq) e il PJAK (Iran).\r\n\r\nPÇDK – Partito della soluzione democratica in Kurdistan (Iraq), per il Kurdistan meridionale (“Başûr”, nord Iraq); forza attualmente minoritaria anche a causa della repressione che subisce da parte del governo regionale del PDK.\r\n\r\nPJAK – Partito della vita libera del Kurdistan (Iran), per il Kurdistan orientale (“Rojhelat”, nord-ovest dell’Iran). La sua ala militare è composta dalle HRG (Forze di difesa del Kurdistan orientale) e quella femminile dall’YJRK (Unione delle donne del Kurdistan orientale), le cui forze sono anch’esse attualmente impegnate nella resistenza contro l’I.S. in Iraq e in Rojava.\r\n\r\nPDK – Partito democratico del Kurdistan (Iraq). È il partito di Mas’ud Barzani, che governa il Kurdistan meridionale (“Başûr”, nord Iraq), divenuto regione autonoma (KRG) in seguito all’invasione americana del 2003 e alla caduta del regime di Saddam Hussein. La famiglia Barzani, leader storici del movimento nazionalista curdo, governa di fatto la regione come un proprio feudo, rappresentando una vera e propria mafia del petrolio, in grado di garantire l’ordine nella regione e perciò sostenuta e armata dagli Stati Uniti, oltre che da Israele e Turchia (con cui ha importanti rapporti economici e a cui vende il petrolio). L’ala militare del PDK è formata dai «peshmerga», in parte integrati nell’esercito regolare iracheno, ma soprattutto nelle milizie che costituiscono le forze di sicurezza del KRG (Governo regionale del Kurdistan). La politica nazionalista e filo-americana del PDK è radicalmente in contrasto con le posizioni di PKK, PYD, KCK, in quanto principale stampella del neo-colonialismo e della balcanizzazione del Medio Oriente. Di fronte all’offensiva di I.S., i peshmerga di Barzani si sono distinti per una politica opportunista, che non ha sostanzialmente ostacolato l’avanzata di I.S. (fortemente sponsorizzata – tra gli altri – dall’amica Turchia) fino a quando non ha toccato i propri interessi, e anzi approfittando del conseguente indebolimento del governo centrale iracheno per allargare i confini del Kurdistan federale (ad esempio occupando la città petrolifera di Kirkuk quando I.S. occupava Mosul). Molteplici testimonianze dei civili scampati ai massacri di I.S., in particolare a Sinjar e a Makhmour, riferiscono di essere stati abbandonati dai miliziani di Barzani e di essersi salvati soltanto grazie all’intervento dei guerriglieri del PKK e del PYD. Diversi analisti inoltre – a proposito dell’immobilismo dei peshmerga del PDK – hanno sottolineato il fatto che mentre le forze del PKK dagli anni Ottanta non hanno mai smesso di combattere e di addestrarsi alla guerriglia, le truppe di Barzani, a oltre dieci anni dalla caduta di Saddam Hussein, si sono trasformate in un apparato burocratico di impiegati più che di guerriglieri.\r\n\r\n«Peshmerga». Significa genericamente «guerrigliero» o «soldato» curdo, ed è quindi il termine che, storicamente, definisce ogni combattente del Kurdistan. Col tempo però (con la formazione di un governo de facto nel nord Iraq e le profonde spaccature nel movimento curdo) questo termine è andato a definire in modo specifico i miliziani del PDK di Barzani, come quelli del PUK di Talabani, di Gorran e degli altri partiti curdi d’Iraq, mentre i partigiani del PKK o del PYD preferiscono definirsi col nome delle proprie organizzazioni (o “gerîlla”, “partîzan”…). La genericità del termine «peshmerga» comunque rimane, ed è anche sulla sua ambiguità che si è costruita molta della confusione diffusa dai media internazionali.\r\n\r\nIn campo avverso, tra i protagonisti del conflitto in corso, il califfato fondato da Abu Bakr Al-Baghdadi nei territori del Bilad ash Sham (a cavallo tra Siria e Iraq) si è ormai affermato come una vera e propria potenza militare, fondata sul terrore nei confronti delle popolazioni civili e dotata di una forza paramilitare più simile a un esercito mercenario che non a una “tradizionale” organizzazione “jihadista”.\r\n\r\nI.S. – Stato islamico. Nasce dall’arcipelago della resistenza islamista sunnita contro l’occupazione americana dell’Iraq nel 2003, nello specifico dal gruppo “Al-Tawḥīd wa-al-Jihād” fondato dal giordano Abu Musab Al-Zarkawi (ucciso da un bombardamento USA nel 2006), poi divenuto Al Qaida in Iraq (AQI), poi Stato islamico in Iraq (ISI), in Siria (ISIS) e infine Stato islamico (IS). Ha praticato fin dagli esordi una politica ferocemente settaria, attaccando principalmente gli sciiti e le altre minoranze dell’area (ragione del disaccordo e delle continue frizioni con la dirigenza di Al Qaida), riuscendo a serrare le fila sunnite con migliaia di militanti soprattutto stranieri (dimostrando una capacità di attrattiva effettivamente internazionale). Nello scenario della guerra civile siriana, si è distinto per la ferocia dei suoi attacchi (e non solo contro le forze lealiste ma anche e soprattutto contro ogni fazione rivale del fronte dei “ribelli”) riuscendo a imporsi, dal 2013, come principale kurds_vs_Isisforza del campo fondamentalista sunnita (scalzando anche Jabat Al Nusra, ovvero il referente di Al Qaida in Siria). Qui controlla ormai diverse aree nel nord e nell’est del Paese, in particolare nelle zone petrolifere e lungo il corso dell’Eufrate, in guerra aperta contro le forze curde del Rojava. Nel 2014 incomincia l’avanzata in Iraq, dove trova l’appoggio di diverse forze sunnite emarginate e represse dal governo iracheno, il cui esercito a luglio si ritira disordinatamente abbandonando nelle mani dell’I.S. un vero e proprio arsenale (tra cui fucili M4 e M16, lanciagranate, visori notturni, mitragliatrici, artiglieria pesante, missili terra-aria Stinger e Scud, carri armati, veicoli corazzati Humvies, elicotteri Blackhawks, aerei cargo…). È così che l’I.S., sotto la guida di Abu Bakr Al-Baghdadi, si costituisce in Califfato, strutturandosi di fatto come un nuovo Stato che riscuote le tasse, paga i suoi miliziani e dipendenti, amministra centrali elettriche, depositi di grano, dighe, pozzi petroliferi, affrancandosi così anche dalla dipendenza da finanziamenti di Stati stranieri.\r\n\r\nIn questa rapida escalation dello Stato Islamico, l’appoggio logistico, economico, militare fornitogli dalla Turchia perlomeno dall’inizio della “crisi” del regime siriano, insieme all’atteggiamento delle milizie peshmerga di Barzani, e alla “vigile distanza” degli USA, potrebbero far sorgere ai più malfidenti qualche sospetto sull’esistenza di un disegno pro I.S. condiviso da tale “asse”. Ciò anche senza scomodare le voci secondo cui il califfo Al-Baghdadi (che risulta essere stato in un campo di prigionia statunitense in Iraq dal 2004 al 2009, per poi esserne rilasciato ed assumere la leadership di ISIS in seguito all'uccisione del precedente leader da parte di forze statunitensi) sarebbe stato addestrato da Mossad, CIA e MI6. Anche senza bisogno di perdersi nelle immancabili elucubrazioni su complotti e cospirazioni a tavolino, non è affatto impensabile un’alleanza di fatto, una convergenza di interessi (che si saldano nel sollecitare alcune dinamiche, nel non ostacolarne altre…) tra Turchia, USA, PDK (oltre ad Arabia saudita, Qatar…), per “suscitare” e impiantare una presenza fondamentalista sunnita nel cuore del Medio Oriente (uno nuovo Stato, o un Califfato, o un territorio in guerra permanente...) in funzione anti Iran (e dunque anti Al-Assad, Hezbollah… e Russia); qualcosa che – già che c’è – vada a spezzare sul campo ogni tentativo di rivolta, di autogoverno, di gestione diretta, e diversa, del territorio…\r\n\r\nUna controrivoluzione preventiva, insomma, contro quella resistenza popolare che costituisce oggi (fuori dalle menzogne della propaganda) l'unica vera resistenza sul campo contro lo Stato Islamico; una resistenza che vede in prima fila le milizie autorganizzate dalle donne, e in cui stanno confluendo gli abitanti delle regioni sotto attacco rompendo le divisioni etniche, religiose, culturali, in una prospettiva politica che assume un significato universale... Questo movimento, che partendo dai curdi di Rojava rischia di dilagare oltre confini che non tengono più, è qualcosa di dirompente nel panorama mediorientale, comprensibilmente preoccupante per qualsiasi potere con mire di controllo o egemonia nell'area, e proprio perciò, per noi, tanto più interessante.","3 Settembre 2014","2014-09-08 19:44:33","Oltre le frontiere. La resistenza delle comunità federaliste e libertarie tra Siria e Iraq",1409771523,[211,212,213,214,215,216,217,218,219],"http://radioblackout.org/tag/iraq/","http://radioblackout.org/tag/is/","http://radioblackout.org/tag/jpg/","http://radioblackout.org/tag/jpy/","http://radioblackout.org/tag/pkk/","http://radioblackout.org/tag/pyd/","http://radioblackout.org/tag/rojava/","http://radioblackout.org/tag/siria/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[221,15,21,19,222,17,223,224,225],"iraq","pkk","rojava","Siria","Stati Uniti",{"post_content":227},{"matched_tokens":228,"snippet":229,"value":230},[90],"per la prima volta, uno \u003Cmark>spettacolo\u003C/mark> comunicativo il cui obiettivo è","Mercoledì 3 settembre. 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I curdi di cui narrano i media nostrani - diversa è l'informazione negli stessi Stati Uniti - sono quelli della zona dell'Iraq sotto il controllo del PDK di Mas’ud Barzani, alleati con gli Stati Uniti, e \"naturali\" destinatari delle armi promesse anche dal governo italiano.\r\nMai entrate nella scena mediatica le formazioni guerrigliere del Rojava (Siria nord orientale) protagoniste della controffensiva che ha liberato numerose zone occupate dell'IS, che, curiosamente, ha interrotto la propria marcia su Baghdad per attaccare le zone curde controllate dalle formazioni libertarie, federaliste e femministe del Rojava e di alcune zone \u003Cmark>dello\u003C/mark> stesso Iraq.\r\nNon per caso nel mirino dell'IS è entrato il campo profughi di Makhmur, che da vent'anni ospita curdi sfuggiti alle persecuzioni contro il PKK in Turchia.\r\n\r\nPer capirne di più ne abbiamo parlato con Daniele Pepino, un compagno che conosce bene le zone curde che stanno sperimentando il confederalismo democratico.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n2014 09 03 daniele guerra is pkk\r\n\r\nDi seguito un lungo articolo di Daniele che ci fornisce il lessico essenziale per meglio capire la partita che si sta giocando tra Siria, Iraq. E non solo.\r\nPer la prima volta da decenni il percorso intrapreso in Rojavà narra una storia che apre prospettive che vanno ben al di là delle montagne curde.\r\n\r\nLe notizie dal Vicino e Medio Oriente si susseguono a un ritmo incalzante. Il Kurdistan si trova, ancora una volta, nell’occhio del ciclone, dilaniato dall’esplodere delle tensioni tra le potenze regionali che si spartiscono il suo territorio.\r\n\r\nNon è semplice, in un simile scenario, fornire un quadro della situazione che non sia immediatamente superato dall’incedere degli eventi. I quintali di notizie, parole, immagini, vomitati dai mass media, invece di chiarire la complessità \u003Cmark>dello\u003C/mark> scenario mediorientale, contribuiscono a spargere una confusione che è tutt’altro che casuale.\r\n\r\nPerciò ci sembra prioritario – nei limiti di quanto è possibile fare in un breve articolo – provare a fornire qualche strumento interpretativo utile a comprendere le dinamiche in corso con uno sguardo di più lungo periodo rispetto alla cronaca emergenziale del giorno dopo giorno.\r\n\r\nDa un lato, è necessario ricordare come quel che accade in Kurdistan (e più in generale in Medio Oriente) sia sempre, anche, il precipitato dell’interazione di forze esterne, a cominciare dagli Stati che ne occupano il territorio, ossia la Turchia, la Siria, l’Iraq e l’Iran (a loro volta, peraltro, veicoli di uno scontro di interessi su scala mondiale).\r\n\r\nDall’altro, è bene sottolineare come ciò non precluda l’esistenza di specifiche dinamiche locali, le quali, anzi, dimostrano sempre più spesso come proprio questi momenti di crisi e disfacimento possano rappresentare le crepe da cui emergono nuovi percorsi di autonomia, rivolta e protagonismo popolare.\r\n\r\nL’immagine costruita dal discorso mediatico dominante racconta, sostanzialmente, di una folle guerra di fanatici terroristi musulmani contro i quali l’Occidente è costretto a intervenire (per ragioni umanitarie, ça va sans dire!) appoggiando le uniche forze al momento in grado di opporvisi, ovvero “i curdi”. Per fornire qualche antidoto alle ambiguità e ai silenzi che caratterizzano tale ricostruzione, ci pare utile, in primo luogo, delineare chi sono realmente le forze in campo, cosa rappresentano, quali identità e progettualità incarnano (in particolare nel campo curdo). In secondo luogo [nella prossima “puntata”], proveremo a sondare i percorsi di autonomia popolare che nonostante tutto – compresa una censura mediatica impressionante – resistono e rappresentano una forza di rottura per niente trascurabile (sia da un punto di vista politico che militare), in particolare nel Kurdistan siriano (Rojava). Infine, cercheremo di abbozzare qualche riflessione di portata più generale sul senso degli eventi in corso\r\n\r\nGli attori in campo\r\n15 agosto 2014. Le televisioni del mondo intero riportano con orrore i massacri, le esecuzioni, i rapimenti di bambini e donne venduti come schiavi, le pulizie etniche e le angherie di ogni tipo dispiegate dalle bande \u003Cmark>dello\u003C/mark> “Stato Islamico” (I.S.) in nord Iraq contro minoranze religiose e oppositori, ad esempio contro i curdi yezidi a Sinjar (Şengal in curdo). Tale escalation di violenza settaria sarebbe, ufficialmente, all’origine del sostegno militare che Stati Uniti ed Europa si apprestano a fornire (apertamente) “ai curdi” – dopo averlo fornito a lungo (dietro le quinte) alle milizie “jihadiste”. Peccato però che l’espressione “i curdi” non significhi nulla, essendo “i kurds_mapcurdi” una realtà nient'affatto omogenea. Oltre al fatto – tutt’altro che trascurabile – che il popolo curdo è diviso da circa un secolo dalle frontiere artificiali di Turchia, Siria, Iraq e Iran, nel movimento curdo si sovrappongono, com’è ovvio che sia, profonde divisioni che hanno origini storiche, linguistiche, tribali, religiose, oltre che contrapposizioni politiche talvolta laceranti e foriere di conflitti anche armati. Quando, dunque, gli Stati Uniti parlano di “armare i curdi”, si riferiscono ovviamente ai loro alleati sul campo, ovvero ai filo-americani del PDK, e non certo ai “terroristi” del PKK e ai suoi alleati. E ciò anche se, come emerge sempre più chiaramente dalle fonti sul campo e dalle testimonianze dei sopravvissuti, ad accorrere per aiutare le minoranze aggredite e a organizzare la resistenza armata contro le bande paramilitari di I.S., sono stati proprio quelli che Washington e Bruxelles definiscono “terroristi”, e non i miliziani fedeli a PDK e USA, i quali hanno invece lasciato campo libero all’avanzata di I.S., sostanzialmente spartendosi le spoglie del territorio abbandonato dallo squagliarsi dell’esercito di Baghdad. Del resto, anche i tanto decantati quanto limitati bombardamenti finora sferrati dagli Stati Uniti non sembrano proprio avere l’obbiettivo di stroncare le forze “islamiste”, quanto piuttosto quello di contenerle e indirizzarle (altrimenti, con le tecnologie e le informazioni in mano all’aviazione USA, sarebbe stato un “gioco da ragazzi” annientarne le postazioni e le colonne nel campo aperto del deserto iracheno).\r\n\r\nÈ proprio per cercare di dissipare tali ambiguità che riportiamo qui di seguito, in modo inevitabilmente sintetico e schematico, una descrizione delle organizzazioni coinvolte a vario titolo nel conflitto in corso, una sorta di glossario per aiutare a districarsi nella confusione mediatica.\r\n\r\nPKK – Partito dei lavoratori del Kurdistan (Turchia). Le sue ali militari sono: HPG (Forze di difesa del popolo) e YJA-Star (Unità delle donne libere - Star). Opera nel Kurdistan settentrionale (in curdo “Bakûr”, sud-est della Turchia) da oltre trent’anni, per sostenere l’autodeterminazione e la stessa sopravvivenza del popolo curdo contro l’occupazione militare da parte \u003Cmark>dello\u003C/mark> Stato turco. È stato inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche stilata da USA ed Europa. Dagli anni Novanta, in particolare grazie all’elaborazione teorica del suo presidente Abdullah Öcalan (tuttora detenuto nell’isola-prigione di Imrali in Turchia), il PKK ha superato l’originaria ideologia nazionalista e marxista-leninista attraverso una radicale critica degli stessi concetti di Stato, Nazione, Partito, e abbandonando l’obiettivo della costruzione di uno Stato curdo indipendente. La sua proposta politica, denominata Confederalismo democratico, auspica la costruzione di una federazione di comunità autogovernantisi al di là dei confini nazionali, religiosi, etnici, le cui colonne portanti sono la partecipazione dal basso, la parità di genere e il rispetto della natura. Il suo esercito di guerriglia (HPG e YJA-Star) conta diverse migliaia di uomini e donne nelle montagne del sud-est della Turchia (sui confini con Siria, Iraq e Iran) e sui monti Qandil in territorio iracheno. Attualmente in un precario cessate il fuoco unilaterale con la Turchia, è impegnato nel sostegno dei propri fratelli in Siria (Rojava) e nella difesa della popolazione civile in Iraq contro I.S.\r\n\r\nPYD – Partito dell’unione democratica (Siria). Le sue ali militari sono: YPG (Unità di difesa popolare) e YPJ (Unità di difesa delle donne). È il partito maggioritario nel Kurdistan occidentale (“Rojava”, Siria del nord). Stretto alleato del PKK, sia dal punto di vista militare che politico, ne condivide la proposta del Confederalismo democratico, prospettiva che sta concretizzando nei territori del Rojava. Qui, dall’insurrezione contro il regime siriano, non si è schierato né con il regime di Al-Assad né con i “ribelli siriani”, praticando una “terza via” consistente nel liberare e difendere il proprio territorio per amministrarlo, insieme agli altri partiti e realtà della \u003Cmark>società\u003C/mark> civile non solo curda, in una sorta di “democrazia cantonale dal basso”. La sua forza militare (YPG e YPJ) oltre a difendere il Rojava da chiunque l’attacchi (lealisti di Al-Assad, “ribelli” siriani, I.S. e “jihadisti” vari) ha recentemente operato in territorio iracheno contro i tentativi di pulizia etnica di I.S. – in particolare nelle aree di Sinjar, Makhmour (Maxmur, in curdo) –, soccorrendo la popolazione in fuga e organizzando anche lì, come in Siria, una resistenza armata di autodifesa popolare.\r\n\r\nKCK – Raggruppamento delle comunità del Kurdistan. È il coordinamento che raggruppa i vari partiti e organizzazioni della \u003Cmark>società\u003C/mark> civile delle quattro parti del Kurdistan per portare avanti il progetto del Confederalismo democratico. Oltre a PKK e PYD, ne fanno parte anche il PÇDK (Iraq) e il PJAK (Iran).\r\n\r\nPÇDK – Partito della soluzione democratica in Kurdistan (Iraq), per il Kurdistan meridionale (“Başûr”, nord Iraq); forza attualmente minoritaria anche a causa della repressione che subisce da parte del governo regionale del PDK.\r\n\r\nPJAK – Partito della vita libera del Kurdistan (Iran), per il Kurdistan orientale (“Rojhelat”, nord-ovest dell’Iran). La sua ala militare è composta dalle HRG (Forze di difesa del Kurdistan orientale) e quella femminile dall’YJRK (Unione delle donne del Kurdistan orientale), le cui forze sono anch’esse attualmente impegnate nella resistenza contro l’I.S. in Iraq e in Rojava.\r\n\r\nPDK – Partito democratico del Kurdistan (Iraq). È il partito di Mas’ud Barzani, che governa il Kurdistan meridionale (“Başûr”, nord Iraq), divenuto regione autonoma (KRG) in seguito all’invasione americana del 2003 e alla caduta del regime di Saddam Hussein. La famiglia Barzani, leader storici del movimento nazionalista curdo, governa di fatto la regione come un proprio feudo, rappresentando una vera e propria mafia del petrolio, in grado di garantire l’ordine nella regione e perciò sostenuta e armata dagli Stati Uniti, oltre che da Israele e Turchia (con cui ha importanti rapporti economici e a cui vende il petrolio). L’ala militare del PDK è formata dai «peshmerga», in parte integrati nell’esercito regolare iracheno, ma soprattutto nelle milizie che costituiscono le forze di sicurezza del KRG (Governo regionale del Kurdistan). La politica nazionalista e filo-americana del PDK è radicalmente in contrasto con le posizioni di PKK, PYD, KCK, in quanto principale stampella del neo-colonialismo e della balcanizzazione del Medio Oriente. Di fronte all’offensiva di I.S., i peshmerga di Barzani si sono distinti per una politica opportunista, che non ha sostanzialmente ostacolato l’avanzata di I.S. (fortemente sponsorizzata – tra gli altri – dall’amica Turchia) fino a quando non ha toccato i propri interessi, e anzi approfittando del conseguente indebolimento del governo centrale iracheno per allargare i confini del Kurdistan federale (ad esempio occupando la città petrolifera di Kirkuk quando I.S. occupava Mosul). Molteplici testimonianze dei civili scampati ai massacri di I.S., in particolare a Sinjar e a Makhmour, riferiscono di essere stati abbandonati dai miliziani di Barzani e di essersi salvati soltanto grazie all’intervento dei guerriglieri del PKK e del PYD. Diversi analisti inoltre – a proposito dell’immobilismo dei peshmerga del PDK – hanno sottolineato il fatto che mentre le forze del PKK dagli anni Ottanta non hanno mai smesso di combattere e di addestrarsi alla guerriglia, le truppe di Barzani, a oltre dieci anni dalla caduta di Saddam Hussein, si sono trasformate in un apparato burocratico di impiegati più che di guerriglieri.\r\n\r\n«Peshmerga». Significa genericamente «guerrigliero» o «soldato» curdo, ed è quindi il termine che, storicamente, definisce ogni combattente del Kurdistan. Col tempo però (con la formazione di un governo de facto nel nord Iraq e le profonde spaccature nel movimento curdo) questo termine è andato a definire in modo specifico i miliziani del PDK di Barzani, come quelli del PUK di Talabani, di Gorran e degli altri partiti curdi d’Iraq, mentre i partigiani del PKK o del PYD preferiscono definirsi col nome delle proprie organizzazioni (o “gerîlla”, “partîzan”…). La genericità del termine «peshmerga» comunque rimane, ed è anche sulla sua ambiguità che si è costruita molta della confusione diffusa dai media internazionali.\r\n\r\nIn campo avverso, tra i protagonisti del conflitto in corso, il califfato fondato da Abu Bakr Al-Baghdadi nei territori del Bilad ash Sham (a cavallo tra Siria e Iraq) si è ormai affermato come una vera e propria potenza militare, fondata sul terrore nei confronti delle popolazioni civili e dotata di una forza paramilitare più simile a un esercito mercenario che non a una “tradizionale” organizzazione “jihadista”.\r\n\r\nI.S. – Stato islamico. Nasce dall’arcipelago della resistenza islamista sunnita contro l’occupazione americana dell’Iraq nel 2003, nello specifico dal gruppo “Al-Tawḥīd wa-al-Jihād” fondato dal giordano Abu Musab Al-Zarkawi (ucciso da un bombardamento USA nel 2006), poi divenuto Al Qaida in Iraq (AQI), poi Stato islamico in Iraq (ISI), in Siria (ISIS) e infine Stato islamico (IS). Ha praticato fin dagli esordi una politica ferocemente settaria, attaccando principalmente gli sciiti e le altre minoranze dell’area (ragione del disaccordo e delle continue frizioni con la dirigenza di Al Qaida), riuscendo a serrare le fila sunnite con migliaia di militanti soprattutto stranieri (dimostrando una capacità di attrattiva effettivamente internazionale). Nello scenario della guerra civile siriana, si è distinto per la ferocia dei suoi attacchi (e non solo contro le forze lealiste ma anche e soprattutto contro ogni fazione rivale del fronte dei “ribelli”) riuscendo a imporsi, dal 2013, come principale kurds_vs_Isisforza del campo fondamentalista sunnita (scalzando anche Jabat Al Nusra, ovvero il referente di Al Qaida in Siria). Qui controlla ormai diverse aree nel nord e nell’est del Paese, in particolare nelle zone petrolifere e lungo il corso dell’Eufrate, in guerra aperta contro le forze curde del Rojava. Nel 2014 incomincia l’avanzata in Iraq, dove trova l’appoggio di diverse forze sunnite emarginate e represse dal governo iracheno, il cui esercito a luglio si ritira disordinatamente abbandonando nelle mani dell’I.S. un vero e proprio arsenale (tra cui fucili M4 e M16, lanciagranate, visori notturni, mitragliatrici, artiglieria pesante, missili terra-aria Stinger e Scud, carri armati, veicoli corazzati Humvies, elicotteri Blackhawks, aerei cargo…). È così che l’I.S., sotto la guida di Abu Bakr Al-Baghdadi, si costituisce in Califfato, strutturandosi di fatto come un nuovo Stato che riscuote le tasse, paga i suoi miliziani e dipendenti, amministra centrali elettriche, depositi di grano, dighe, pozzi petroliferi, affrancandosi così anche dalla dipendenza da finanziamenti di Stati stranieri.\r\n\r\nIn questa rapida escalation \u003Cmark>dello\u003C/mark> Stato Islamico, l’appoggio logistico, economico, militare fornitogli dalla Turchia perlomeno dall’inizio della “crisi” del regime siriano, insieme all’atteggiamento delle milizie peshmerga di Barzani, e alla “vigile distanza” degli USA, potrebbero far sorgere ai più malfidenti qualche sospetto sull’esistenza di un disegno pro I.S. condiviso da tale “asse”. Ciò anche senza scomodare le voci secondo cui il califfo Al-Baghdadi (che risulta essere stato in un campo di prigionia statunitense in Iraq dal 2004 al 2009, per poi esserne rilasciato ed assumere la leadership di ISIS in seguito all'uccisione del precedente leader da parte di forze statunitensi) sarebbe stato addestrato da Mossad, CIA e MI6. Anche senza bisogno di perdersi nelle immancabili elucubrazioni su complotti e cospirazioni a tavolino, non è affatto impensabile un’alleanza di fatto, una convergenza di interessi (che si saldano nel sollecitare alcune dinamiche, nel non ostacolarne altre…) tra Turchia, USA, PDK (oltre ad Arabia saudita, Qatar…), per “suscitare” e impiantare una presenza fondamentalista sunnita nel cuore del Medio Oriente (uno nuovo Stato, o un Califfato, o un territorio in guerra permanente...) in funzione anti Iran (e dunque anti Al-Assad, Hezbollah… e Russia); qualcosa che – già che c’è – vada a spezzare sul campo ogni tentativo di rivolta, di autogoverno, di gestione diretta, e diversa, del territorio…\r\n\r\nUna controrivoluzione preventiva, insomma, contro quella resistenza popolare che costituisce oggi (fuori dalle menzogne della propaganda) l'unica vera resistenza sul campo contro lo Stato Islamico; una resistenza che vede in prima fila le milizie autorganizzate dalle donne, e in cui stanno confluendo gli abitanti delle regioni sotto attacco rompendo le divisioni etniche, religiose, culturali, in una prospettiva politica che assume un significato universale... Questo movimento, che partendo dai curdi di Rojava rischia di dilagare oltre confini che non tengono più, è qualcosa di dirompente nel panorama mediorientale, comprensibilmente preoccupante per qualsiasi potere con mire di controllo o egemonia nell'area, e proprio perciò, per noi, tanto più interessante.",[232],{"field":133,"matched_tokens":233,"snippet":229,"value":230},[90],1731669220158079000,{"best_field_score":236,"best_field_weight":138,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":237,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},"1116681273344","1731669220158079089",6646,{"collection_name":57,"first_q":33,"per_page":95,"q":33},{"facet_counts":241,"found":138,"hits":287,"out_of":515,"page":14,"request_params":516,"search_cutoff":35,"search_time_ms":245},[242,263],{"counts":243,"field_name":260,"sampled":35,"stats":261},[244,247,249,252,254,256,258],{"count":245,"highlighted":246,"value":246},4,"anarres",{"count":104,"highlighted":248,"value":248},"il colpo del strega",{"count":250,"highlighted":251,"value":251},2,"frittura mista",{"count":14,"highlighted":253,"value":253},"Malafemme",{"count":14,"highlighted":255,"value":255},"FLIP THE BEAT",{"count":14,"highlighted":257,"value":257},"sfasciapassare",{"count":14,"highlighted":259,"value":259},"liberation front","podcastfilter",{"total_values":262},7,{"counts":264,"field_name":34,"sampled":35,"stats":285},[265,267,269,271,273,275,277,279,281,283],{"count":104,"highlighted":266,"value":266},"storie di donne",{"count":250,"highlighted":268,"value":268},"femminismi",{"count":14,"highlighted":270,"value":270},"visoni",{"count":14,"highlighted":272,"value":272},"boccù",{"count":14,"highlighted":274,"value":274},"viale monza 255",{"count":14,"highlighted":276,"value":276},"liber* selvadec",{"count":14,"highlighted":278,"value":278},"endosorveglianza",{"count":14,"highlighted":280,"value":280},"donne e politica",{"count":14,"highlighted":282,"value":282},"immagine femminile",{"count":14,"highlighted":284,"value":284},"federazione anarchica milanese",{"total_values":286},82,[288,315,355,425,463,492],{"document":289,"highlight":305,"highlights":311,"text_match":135,"text_match_info":314},{"comment_count":46,"id":290,"is_sticky":46,"permalink":291,"podcastfilter":292,"post_author":293,"post_content":294,"post_date":295,"post_excerpt":52,"post_id":290,"post_modified":296,"post_thumbnail":297,"post_title":298,"post_type":299,"sort_by_date":300,"tag_links":301,"tags":303},"82781","http://radioblackout.org/podcast/flip-the-beat-feat-stakkastakka/",[255],"djpix","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/126flipstakka-podcast.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPuntata di Flip The Beat feat. 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In un Paese incapace di innovare, di fare impresa, con una classe politica ancorata ai vetusti valori del secolo scorso, chi altro avrebbe potuto capirti?\r\nNoi siamo qui oggi anche per ricordare il dolore del genio incompreso, dell'innovatore a cui tutto il mondo ha dato seguito. A te Silvio, l'onore di aver dato vita alla Rivoluzione Liberale in quel lontano 1994, a noi l'onere di continuarla con ostinazione, ma mantenendo sempre la tenerezza.\r\nA presto Silvio, le barricate ci hanno separato, ma torneremo a camminare al tuo fianco\" 12/06/2023, HArcore.","16 Giugno 2023","2024-07-10 15:46:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/WhatsApp-Image-2023-06-16-at-14.26.40-200x110.jpeg","FLIP THE BEAT FEAT. 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A te Silvio, l'onore di aver dato vita alla Rivoluzione Liberale in quel lontano 1994, a noi l'onere di continuarla con ostinazione, ma mantenendo sempre la tenerezza.\r\nA presto Silvio, le barricate ci hanno separato, ma torneremo a camminare al tuo fianco\" 12/06/2023, HArcore.",[312],{"field":133,"matched_tokens":313,"snippet":309,"value":310},[308,89,90],{"best_field_score":137,"best_field_weight":138,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":139,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},{"document":316,"highlight":343,"highlights":351,"text_match":135,"text_match_info":354},{"comment_count":46,"id":317,"is_sticky":46,"permalink":318,"podcastfilter":319,"post_author":320,"post_content":321,"post_date":322,"post_excerpt":52,"post_id":317,"post_modified":323,"post_thumbnail":324,"post_title":325,"post_type":299,"sort_by_date":326,"tag_links":327,"tags":335},"68832","http://radioblackout.org/podcast/294-malafemme-con-guy-debord/",[253],"MALA FEMME","UN VIAGGIO nella SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO\r\n[playlist ids=\"68833\"]\r\n\r\n------------------APERTURA CON CALL FOR ARTIST MALAFEMME VOL 6\r\n\r\n°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°29 APRILE 2021\r\n\r\naccompagnate da DJ MISS TICK e SARITA BLACKMAMBA\r\n\r\nleggiamo insieme il capitolo LA MERCE COME SPETTACOLO\r\n\r\nestratto dal libro LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO di GUY DEBORD\r\n\r\n \r\n\r\nmix disponibili\r\n\r\nhttps://soundcloud.com/nctrnrecords/dj-miss-tick-mix-2020-bande-de-12\r\n\r\nhttps://soundcloud.com/sarita-bastardbook/saritablackmamba-mix-for-lantidoto-sonoro-4popwok\r\n\r\n \r\n\r\n ","29 Aprile 2021","2021-04-29 14:30:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/mala-200x110.jpg","29°4 MALAFEMME con GUY DEBORD",1619706612,[328,329,330,331,332,333,334],"http://radioblackout.org/tag/call-malafemme-6/","http://radioblackout.org/tag/callforartist/","http://radioblackout.org/tag/dj-miss-tick/","http://radioblackout.org/tag/esistenzialismo/","http://radioblackout.org/tag/guy-debord/","http://radioblackout.org/tag/sarita-blackmamba/","http://radioblackout.org/tag/techno/",[336,337,338,339,340,341,342],"call malafemme 6","callforartist","dj miss tick","esistenzialismo","guy debord","sarita blackmamba","techno",{"post_content":344},{"matched_tokens":345,"snippet":349,"value":350},[346,347,348],"SOCIETÀ","DELLO","SPETTACOLO","UN VIAGGIO nella \u003Cmark>SOCIETÀ\u003C/mark> \u003Cmark>DELLO\u003C/mark> \u003Cmark>SPETTACOLO\u003C/mark>\r\n[playlist ids=\"68833\"]\r\n\r\n------------------APERTURA CON CALL","UN VIAGGIO nella \u003Cmark>SOCIETÀ\u003C/mark> \u003Cmark>DELLO\u003C/mark> \u003Cmark>SPETTACOLO\u003C/mark>\r\n[playlist ids=\"68833\"]\r\n\r\n------------------APERTURA CON CALL FOR ARTIST MALAFEMME VOL 6\r\n\r\n°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°29 APRILE 2021\r\n\r\naccompagnate da DJ MISS TICK e SARITA BLACKMAMBA\r\n\r\nleggiamo insieme il capitolo LA MERCE COME \u003Cmark>SPETTACOLO\u003C/mark>\r\n\r\nestratto dal libro LA \u003Cmark>SOCIETÀ\u003C/mark> \u003Cmark>DELLO\u003C/mark> \u003Cmark>SPETTACOLO\u003C/mark> di GUY DEBORD\r\n\r\n \r\n\r\nmix disponibili\r\n\r\nhttps://soundcloud.com/nctrnrecords/dj-miss-tick-mix-2020-bande-de-12\r\n\r\nhttps://soundcloud.com/sarita-bastardbook/saritablackmamba-mix-for-lantidoto-sonoro-4popwok\r\n\r\n \r\n\r\n ",[352],{"field":133,"matched_tokens":353,"snippet":349,"value":350},[346,347,348],{"best_field_score":137,"best_field_weight":138,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":139,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},{"document":356,"highlight":416,"highlights":421,"text_match":135,"text_match_info":424},{"comment_count":46,"id":357,"is_sticky":46,"permalink":358,"podcastfilter":359,"post_author":360,"post_content":361,"post_date":362,"post_excerpt":52,"post_id":357,"post_modified":363,"post_thumbnail":364,"post_title":365,"post_type":299,"sort_by_date":366,"tag_links":367,"tags":392},"26947","http://radioblackout.org/podcast/madri-e-mostri-due-puntate-de-il-colpo-della-strega-dedicate-al-tema/",[248],"dj","DUE PUNTATE (22dic2014 - 12genn2015) INTERAMENTE DEDICATE AL TEMA CHE VI PROPONIAMO IN UN UNICO SPECIALE APPROFONDIMENTO.\r\nVisto il grande interesse suscitato, continuamo a parlare di maternità a partire dai recenti casi di madri accusate di aver ucciso il proprio figlio. Funzione riproduttiva e \"istinto materno\", costruzione dei ruoli e dei generi, maternità e infanticidio, costruzione mediatica del mostro, il ruolo del mostro come autoassoluzione sociale...questi alcuni dei temi che abbiamo trattato.\r\nNaturalmente, la storia di Ragusa come le altre che offre la cronaca, non ci interessa per trattarla in sè, come caso ( giudiziario, psichiatrico, giornalistico), ma per l'analisi dei discorsi che essa solleva, come fatti culturali.\r\nQuale idea della maternità (e del femminile) sta alla base dei discorsi di media, magistrati, psicologi e psichiatri, del discorso della medicina e del discorso penale e del senso comune? Quale idea di donna e di madre è costruita culturalmente e socialmente? Come, quando, perchè e a cosa servono i \"mostri\"?\r\nL'idea di maternità e più in generale il genere è da sempre culturalmente e socialmente costruito in modo funzionale al sistema produttivo vigente. Ogni società da sempre costruisce i suoi uomini e le sue donne. La filosofa Elizabeth Badinter, (\"L'amour en plus\", 1981) storicizza ciò che viene chiamato istinto di maternità e mostra quanto questo sia una costruzione sociale che è cambiata nel tempo così come il ruolo e la funzione delle donne.\r\nFin dall'antica Grecia...\r\nla donna patisce, in Occidente, una subalternità fortissima: è l'esclusa insieme al barbaro e allo schiavo (la storia di Medea è paradigmatica), confinata nella propria funzione riproduttiva. Funzione che - in quasi tutte le società (anche quelle non statuali e non capitaliste o precapitaliste) è motivo di esclusione ed emarginazione. Anche la costruzione di identità di genere non solo differenti ma impari e squilibrate dal punto di vista del potere, si nota ampiamente nel discorso che i Greci, attraverso il mito e la tragedia, facevano intorno alle madri/ padri infanticidi. La costruzione del discorso sulle madri infanticide si incrive entro un contesto di forte subalternità della donna che la filosofia e la scienza dell'epoca supportano e giustificano, sistematizzano.\r\nNei miti greci...\r\nle donne che uccidono i propri figli, sono punite per l'inottemperanza al culto, al volere divino, in particolare si sottraggono al culto dionisiaco che era destinato ad orientare culturalmente il disordine. Rappresentano dunque, col loro rifiuto, la scelta del disordine, del caos sociale, il rifiuto dell'ordine sociale. I padri infanticidi invece sacrificano sempre i figli per un bene superiore, per la fine di una guerra, obbedendo al contrario, al volere di un DIO. Ancora oggi le motivazioni addotte nei discorsi penali, mediatici, comuni sui casi di cronaca, sono diverse per gli uomini e per le donne.\r\nLa psichiatria e la psicoanalisi...\r\nsono fin da sempre discorsi che rifllettono la struttura patriarcale della società, tendenti a patologizzare gli individui devianti, in particolar modo le donne. Il vero pericolo della psicoanalisi va al di là della sua sfera come tecnica, è nei suoi effetti sociali, nel discorso diffuso, psicologizzato/ psicologizzante, medicalizzato intorno ad essa. Tutti parlano ormai in questi termini, dall'anchor man alla Bruno Vespa, all'ultimo giornalista, al prete, al magistrato, al poliziotto. Il potere psiconalitico ha rappresentato una nuova tecnologia di sorveglianza, neoumanistica e neofilantropica, per il controllo delle anime. L'Edipo moderno, che la psicoanalisi ha contribuito a generalizzare nei discorsi quotidiani, non è che questo: privatizzare, tagliar via il familiare dal sociale, psicologizzare il politico. La castrazione non è che il ripiegamento del sociale, dello storico, del politico sul familiare e sul privato.\r\nContro il determinismo biologico...\r\n(dell'istinto di maternità a/de-storicizzato, che prescrive certi comportamenti come naturali), si vedano le ricerche antropologiche di Margareth Mead, in particolare \"Sesso e temperamento\", 1929, che analizza il modello sociale di 3 diverse tribù della Nuova Guinea. La differenza dei sessi è ovviamente uno dei temi del \"dramma sociale\", ma ciascuna lo sviluppa a modo suo (e differenza dei sessi implica anche differenti organizzazioni della sfera familiare e del rapporto padre/madre/figli). Già nel 29 dimostra come esistano elementi senza rapporto con la realtà biologica del sesso, che sono appunto \"costruzioni sociali\". Per Mead in Occidente sociologia, medicina, gergo, poesia accettano le definizioni sociali delle differenze tra i sessi come fondate sul temperamento ed ogni deviazione dalla parte assegnata è un'anomalia \"dalla nascita\" invece ad esempio tra gli Arapesh e i Mundugumor uomini e donne non sono ritenuti diversi per temperamento ma attribuiscono loro funzioni sociali diverse.\r\nA cosa servono i mostri?\r\nNell'800 si consuma l'abbraccio mortale tra psichiatria e potere penale. A fine '800 Cesare Lombroso tenta il primo esperimento ansiolitico di rassicurazione dei cittadini moderni e civili, elaborando il primo testo multimediale della storia. Fa fare dagherrotipi dai volti dei criminali descritti e la domanda implicita è – hai la fronte di due pollici? Hai tu il sopracciglio unito così?- la risposta del cittadino spaventato è sempre no, è sempre di dissociazione ( la separazione del grottesco, mai l'empatia del tragico). Tutt'oggi la spiegazione più diffusa per certi crimini è l'alibi del raptus, che rappresenta una grande auto-assoluzione sociale di massa, e che, come ogni determinismo biologico o psichiatrico assolve tutti perchè promette di trovare un'unica causa interna, individuale, privata (il capro espiatorio).\r\nSegnaliamo a questo proposito l'importazna del testo \"Moi, Pierre Riviere, ayant egorgé ma mère, ....) scoperto e pubblicato da Foucault e la sua equipe nel '73, e che si riferisce al caso di P.R, del 1836. Pierre Rivière è uno dei primi mostri, anche per i giornali, sul quale si pronunciano a distanza tutti i maggiori psichiatri dell'epoca. Mostro non solo per ciò che ha compiuto ma per il preciso memoriale ex post, scritto nel carcere.\r\n[...] Il fatto è che l'orribile è quotidiano. Nelle campagne era da sempre il destino di tutti, uno ne ride di un riso che si crederenbbe di un idiota, un altro lo dice tranquillamente; ed è lo stesso. Il destino di tutti. Ma questa famiglia è esemplare, per il fatto che visse in modo da gridare con rabbia che tutto fa male, sempre, e che a questo come a tutto ci si abitua. Come una cappa di piombo, il peso dell'impossibile....\r\nArriva nel 1838 una nuova legge, con il concorso attivo dei grandi nomi della psichiatria dell'epoca, che riescono ad imporre una nuova sintesi che segna una modificazione decisiva del rapporto tra mondo medico e mondo penale. Istituzionalizzando accuratamente le modalità dell'internamento - \"d'ufficio\" e \"volontario\"- in \"istituti speciali\" (ospedali psichiatrici),. L'internamento d'ufficio assicura la possibilità di una procedura rapida, altrettanto efficace ed imperativa quanto il sequestro penale. Ma ha il \"vantaggio\" supplementare di poter agire prima che un atto delittuoso sia commesso, prima ancora che una sentenza di interdizione sia emessa come in linea di massima era richiesto nel caso della follia prima della legge del '38. Un certificato medico, interinato dall'autorità prefettizia e controllato da una possibile ispezione giudiziaria, potrà rivelare degli stati potenzialmente pericolosi. Vince dunque, storicamente, la forma di controllo più molecolare, biopolitica e micro-diffusa, capace di essere introiettata più di altre forme di controllo.\r\nLa costruzione del mostro...\r\nDonna Haraway, Manifesto Cyborg, \"Nell'immaginario occidentale i mostri hanno sempre tracciato i confini della com,unità. I centauri e le amazzoni dell'antica Grecia, immagini della disgregazione del matrimonio e della contaminazione del guerriero con l'animalità e la donna, hanno stabilito i limiti dell'accentrata polis del maschio umano greco\".\r\nOgni epoca ha prodotto il suo mostro funzionale al rafforzamento identitario e alla generazione di esclusione sociale...\r\nNella stagione della modernità il potere necessitava dello strumento della \"misura\" per normare lo spazio sociale e lo smisurato che eccedeva quella misura doveva rifugiarsi in una dimensione crepuscolare per non turbare lo scorrere della vita. Il capitale oggi ha vinto frantumandosi e ricostruendosi frattalmente a partire da molecole di sociale. Il processo di valorizzazione non ha più bisogno di luoghi specifici per svolgersi ma dilaga in tutte le società. L'ordine sociale non ha più bisogno di una misura imposta dall'esterno, di un'articolazione specifica dell'immaginario legata all'esclusione, ma è una pratica introiettata e automaticamente applicata dalla popolazione. Il mostro oggi è invisibile, non perchè debba nascondersi (come il Frankenstein di Mary Shelley), ma perchè l'occhio che lo guarda è totalmente assuefatto: nessuno vede il Cie di Via Corelli o di Corso Brunelleschi.\r\nI Freaks di Tod Browning, i mostri moderni, dolenti, mutanti, pseudoumani, permettevano all'uomo \"normale\" di specchiarsi per ritirarsene inorridito, confermandosi nella propria normalità e segnalando l'esistenza terribile dell'Altro. In \"M, il mostro di Dusseldorf\", film tedesco del 1931 diretto da Fritz Lang, considerato uno dei capolavori dell'espressionismo tedesco, l'uso del fuoricampo risponde proprio alla scelta di enfatizzare la mostruosità del personaggio, la sua alterità che non può trovare spazio in uno spazio normale – il campo – ma deve essere situata altrove – il fuoricampo. Oggi, che si sono superate persino le profezie di Debord sulla società dello spettacolo, a furia di divorare immagini siamo diventati talmente ciechi che forse i fuoricampo non ce li possiamo più permettere. Sicuramente, non tanto il cinema, che c'è ancora chi lo fa bene ed è in grado di farlo, ma le immagini televisive il fuoricampo non sanno nemmeno che cosa sia. Non hanno l'etica del fuoricampo, del rappresentabile e dell'irrappresentabile...secondo la celebre formula di Godard che individuava nell'uso del carrello “una questione morale” (e quindi delle distanze da salvaguardare, del visibile e del mostrabile, della vicinanza pornografica e della lontananza rispettosa). Se sono giuste le distanze è giusto il film, secondo un'etica che rifiuta la spettacolarizzazione, diceva Serge Daney, indimenticabile critico e cinefilo dallo sguardo ostinato. Ancora sempre Daney, che scriveva di quanto fosse necessario passare dall'atto di mostrare con il dito all'arte di fissare con lo sguardo, prendendo a esempio due movimenti di macchina da presa, che più distanti non si può, rivolti entrambi verso la morte e la guerra, il primo, “modello di abiezione” realizzato da Pontecorvo in Kapò e l'altro da Mizoguchi in Ugetsu Monogatari, il quale sceglie uno sguardo che fa finta di non vedere nulla, che preferirebbe non aver visto nulla e per questo scivola lentamente con una panoramica di fianco alla morte, rischiando di lasciarla addirittura fuori campo. Di contro l'abiezione del carrello in avanti di Kapò, che procede e avanza senza timore e senza tremore verso la morte, spettacolarizzandola.\r\nPer riascoltare la puntata del 22 dicembre 2014:\r\nil colpo della strega_22dic2014_primaparte\r\nil colpo della strega_22dic2014_secondaparte\r\nil colpo della strega_22dic2014_terzaparte\r\n\r\nil colpo della strega_22dic2014_quartaparte\r\n\r\nPer riascoltare la puntata del 12 gennaio 2015:\r\n\r\nil colpo della strega_12genn2015_primaparte\r\n\r\nil colpo della strega_12genn2015_secondaparte","13 Gennaio 2015","2018-10-24 17:35:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/adesivo-il-colpo-della-strega-new-copy-e1413229678451-200x110.jpg","Madri e mostri: due puntate de Il colpo della strega dedicate al tema",1421155669,[368,369,370,371,372,373,374,375,376,377,378,379,380,381,382,383,384,385,386,387,388,389,390,391],"http://radioblackout.org/tag/cesare-lombroso/","http://radioblackout.org/tag/cinema/","http://radioblackout.org/tag/culturanatura/","http://radioblackout.org/tag/determinismo-biologico/","http://radioblackout.org/tag/donna-haraway/","http://radioblackout.org/tag/elisabeth-badinter/","http://radioblackout.org/tag/esclusione-sociale/","http://radioblackout.org/tag/femminile/","http://radioblackout.org/tag/funzione-riproduttiva/","http://radioblackout.org/tag/gender/","http://radioblackout.org/tag/genere/","http://radioblackout.org/tag/immaginario/","http://radioblackout.org/tag/istinto-materno/","http://radioblackout.org/tag/margareth-mead/","http://radioblackout.org/tag/maternita/","http://radioblackout.org/tag/michel-foucault/","http://radioblackout.org/tag/mitologia/","http://radioblackout.org/tag/mostro/","http://radioblackout.org/tag/mostruosita/","http://radioblackout.org/tag/potere-penale/","http://radioblackout.org/tag/psichiatria/","http://radioblackout.org/tag/psicoanalisi/","http://radioblackout.org/tag/riproduzione/","http://radioblackout.org/tag/storie-di-donne/",[393,394,395,396,397,398,399,400,401,402,403,404,405,406,407,408,409,410,411,412,413,414,415,266],"cesare lombroso","cinema","cultura/natura","determinismo biologico","donna haraway","elisabeth badinter","esclusione sociale","femminile","funzione riproduttiva","gender","genere","immaginario","istinto materno","margareth mead","maternità","michel foucault","mitologia","mostro","mostruosità","potere penale","psichiatria","psicoanalisi","riproduzione",{"post_content":417},{"matched_tokens":418,"snippet":419,"value":420},[88,89,90],"le profezie di Debord sulla \u003Cmark>società\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>spettacolo\u003C/mark>, a furia di divorare immagini","DUE PUNTATE (22dic2014 - 12genn2015) INTERAMENTE DEDICATE AL TEMA CHE VI PROPONIAMO IN UN UNICO SPECIALE APPROFONDIMENTO.\r\nVisto il grande interesse suscitato, continuamo a parlare di maternità a partire dai recenti casi di madri accusate di aver ucciso il proprio figlio. 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Hai tu il sopracciglio unito così?- la risposta del cittadino spaventato è sempre no, è sempre di dissociazione ( la separazione del grottesco, mai l'empatia del tragico). Tutt'oggi la spiegazione più diffusa per certi crimini è l'alibi del raptus, che rappresenta una grande auto-assoluzione sociale di massa, e che, come ogni determinismo biologico o psichiatrico assolve tutti perchè promette di trovare un'unica causa interna, individuale, privata (il capro espiatorio).\r\nSegnaliamo a questo proposito l'importazna del testo \"Moi, Pierre Riviere, ayant egorgé ma mère, ....) scoperto e pubblicato da Foucault e la sua equipe nel '73, e che si riferisce al caso di P.R, del 1836. Pierre Rivière è uno dei primi mostri, anche per i giornali, sul quale si pronunciano a distanza tutti i maggiori psichiatri dell'epoca. Mostro non solo per ciò che ha compiuto ma per il preciso memoriale ex post, scritto nel carcere.\r\n[...] Il fatto è che l'orribile è quotidiano. Nelle campagne era da sempre il destino di tutti, uno ne ride di un riso che si crederenbbe di un idiota, un altro lo dice tranquillamente; ed è lo stesso. Il destino di tutti. Ma questa famiglia è esemplare, per il fatto che visse in modo da gridare con rabbia che tutto fa male, sempre, e che a questo come a tutto ci si abitua. Come una cappa di piombo, il peso dell'impossibile....\r\nArriva nel 1838 una nuova legge, con il concorso attivo dei grandi nomi della psichiatria dell'epoca, che riescono ad imporre una nuova sintesi che segna una modificazione decisiva del rapporto tra mondo medico e mondo penale. Istituzionalizzando accuratamente le modalità dell'internamento - \"d'ufficio\" e \"volontario\"- in \"istituti speciali\" (ospedali psichiatrici),. L'internamento d'ufficio assicura la possibilità di una procedura rapida, altrettanto efficace ed imperativa quanto il sequestro penale. Ma ha il \"vantaggio\" supplementare di poter agire prima che un atto delittuoso sia commesso, prima ancora che una sentenza di interdizione sia emessa come in linea di massima era richiesto nel caso della follia prima della legge del '38. Un certificato medico, interinato dall'autorità prefettizia e controllato da una possibile ispezione giudiziaria, potrà rivelare degli stati potenzialmente pericolosi. Vince dunque, storicamente, la forma di controllo più molecolare, biopolitica e micro-diffusa, capace di essere introiettata più di altre forme di controllo.\r\nLa costruzione del mostro...\r\nDonna Haraway, Manifesto Cyborg, \"Nell'immaginario occidentale i mostri hanno sempre tracciato i confini della com,unità. I centauri e le amazzoni dell'antica Grecia, immagini della disgregazione del matrimonio e della contaminazione del guerriero con l'animalità e la donna, hanno stabilito i limiti dell'accentrata polis del maschio umano greco\".\r\nOgni epoca ha prodotto il suo mostro funzionale al rafforzamento identitario e alla generazione di esclusione sociale...\r\nNella stagione della modernità il potere necessitava \u003Cmark>dello\u003C/mark> strumento della \"misura\" per normare lo spazio sociale e lo smisurato che eccedeva quella misura doveva rifugiarsi in una dimensione crepuscolare per non turbare lo scorrere della vita. Il capitale oggi ha vinto frantumandosi e ricostruendosi frattalmente a partire da molecole di sociale. Il processo di valorizzazione non ha più bisogno di luoghi specifici per svolgersi ma dilaga in tutte le \u003Cmark>società\u003C/mark>. L'ordine sociale non ha più bisogno di una misura imposta dall'esterno, di un'articolazione specifica dell'immaginario legata all'esclusione, ma è una pratica introiettata e automaticamente applicata dalla popolazione. Il mostro oggi è invisibile, non perchè debba nascondersi (come il Frankenstein di Mary Shelley), ma perchè l'occhio che lo guarda è totalmente assuefatto: nessuno vede il Cie di Via Corelli o di Corso Brunelleschi.\r\nI Freaks di Tod Browning, i mostri moderni, dolenti, mutanti, pseudoumani, permettevano all'uomo \"normale\" di specchiarsi per ritirarsene inorridito, confermandosi nella propria normalità e segnalando l'esistenza terribile dell'Altro. In \"M, il mostro di Dusseldorf\", film tedesco del 1931 diretto da Fritz Lang, considerato uno dei capolavori dell'espressionismo tedesco, l'uso del fuoricampo risponde proprio alla scelta di enfatizzare la mostruosità del personaggio, la sua alterità che non può trovare spazio in uno spazio normale – il campo – ma deve essere situata altrove – il fuoricampo. Oggi, che si sono superate persino le profezie di Debord sulla \u003Cmark>società\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>spettacolo\u003C/mark>, a furia di divorare immagini siamo diventati talmente ciechi che forse i fuoricampo non ce li possiamo più permettere. Sicuramente, non tanto il cinema, che c'è ancora chi lo fa bene ed è in grado di farlo, ma le immagini televisive il fuoricampo non sanno nemmeno che cosa sia. Non hanno l'etica del fuoricampo, del rappresentabile e dell'irrappresentabile...secondo la celebre formula di Godard che individuava nell'uso del carrello “una questione morale” (e quindi delle distanze da salvaguardare, del visibile e del mostrabile, della vicinanza pornografica e della lontananza rispettosa). Se sono giuste le distanze è giusto il film, secondo un'etica che rifiuta la spettacolarizzazione, diceva Serge Daney, indimenticabile critico e cinefilo dallo sguardo ostinato. Ancora sempre Daney, che scriveva di quanto fosse necessario passare dall'atto di mostrare con il dito all'arte di fissare con lo sguardo, prendendo a esempio due movimenti di macchina da presa, che più distanti non si può, rivolti entrambi verso la morte e la guerra, il primo, “modello di abiezione” realizzato da Pontecorvo in Kapò e l'altro da Mizoguchi in Ugetsu Monogatari, il quale sceglie uno sguardo che fa finta di non vedere nulla, che preferirebbe non aver visto nulla e per questo scivola lentamente con una panoramica di fianco alla morte, rischiando di lasciarla addirittura fuori campo. Di contro l'abiezione del carrello in avanti di Kapò, che procede e avanza senza timore e senza tremore verso la morte, spettacolarizzandola.\r\nPer riascoltare la puntata del 22 dicembre 2014:\r\nil colpo della strega_22dic2014_primaparte\r\nil colpo della strega_22dic2014_secondaparte\r\nil colpo della strega_22dic2014_terzaparte\r\n\r\nil colpo della strega_22dic2014_quartaparte\r\n\r\nPer riascoltare la puntata del 12 gennaio 2015:\r\n\r\nil colpo della strega_12genn2015_primaparte\r\n\r\nil colpo della strega_12genn2015_secondaparte",[422],{"field":133,"matched_tokens":423,"snippet":419,"value":420},[88,89,90],{"best_field_score":137,"best_field_weight":138,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":139,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},{"document":426,"highlight":454,"highlights":459,"text_match":135,"text_match_info":462},{"comment_count":46,"id":427,"is_sticky":46,"permalink":428,"podcastfilter":429,"post_author":360,"post_content":430,"post_date":431,"post_excerpt":52,"post_id":427,"post_modified":432,"post_thumbnail":433,"post_title":434,"post_type":299,"sort_by_date":435,"tag_links":436,"tags":446},"23323","http://radioblackout.org/podcast/i-podcast-de-il-colpo-della-strega-undicesima-puntata-26maggio2014/",[248],"Puntata dedicata all'autodeterminazione del corpo delle donne ai tempi della società dello spettacolo. Abbiamo discusso di libertà, autodeterminazione, del concetto di sovranità sui nostri corpi, di dispositivi di controllo, di endosorveglianza e di nuovi processi di soggettivazione tesi a creare corpi e soggetti liberi ma docili. Siamo partite dal caso scoppiato sul web dopo la pubblicazione a fini elettorali della sua foto \"di culo\" da parte di Paola Bacchiddu, responsabile della comunicazione della Lista Tsipras, per arrivare a confrontarci su alcuni concetti chiave per il femminismo (e non solo!). Dopo la pubblicazione della foto si sono levate molte voci discordanti e dubbiose, tuttavia per dimostrare solidarietà alla candidata, c'è stata/o anche chi ha lanciato e condiviso sui propri blog la campagna \"Ce lo chiede l'Europa\". Tra i vari interventi abbiamo segnalato quelli di Ida Dominijanni, che potete leggere qui e qui e quanto ha scritto Cristina Morini, intervenuta (anche ai nostri microfoni) con l'articolo \"Libera sarai tu?\", mossa dal desiderio di decostruire la falsa dicotomia tra femminismo moralista e femminismo libertario - che se certamente esiste va individuato altrove - e di esplicitare come oggi la libertà e l'autodeterminazione siano elementi anch'essi necessari e funzionali alla realizzazione ri/produttiva. L'arte di governare non consiste nel trasformare un soggetto in puro oggetto passivo ma “nel portarlo a fare ciò che accetta di voler essere e fare” (Pierre Dardot, Christian Laval, 2013). Chi plaude al gesto della Bacchiddu come gesto politico teso a ridefinire e difendere la libertà individuale femminile, di fatto associa il mito femminista dell’assoluta proprietà del corpo alla precettistica neoliberale dell’autoimprenditorialità e dell’autosfruttamento del proprio capitale umano, corporeo e sessuale...con il rischio - ovvio - della completa sussunzione della libertà femminile nella libertà di mercato. ”Il corpo è mio e lo gestisco io”, slogan inventato quarant’anni fa per esprimere la volontà di riappropriarsi del corpo femminile sequestrato dal patriarcato, può servire oggi a legittimarne spensieratamente la prostituzione nel post-patriarcato?\r\n\r\nIl capitalismo da almeno vent'anni ha cominciato a socializzarsi, in risposta alla sfida del socialismo rivoluzionario e a dotarsi di un suo sistema di divertimenti e di organizzazione del tempo libero, attraverso il consumo, poichè il controllo attraverso lo sfruttamento del lavoro non bastava più. Bisognava che sorgesse un nuovo complesso di dispositivi di potere/sapere, tale da implicare nuovi processi di soggettivazione: dispositivi che mirano alla creazione di soggettività e dunque anche di corpi liberi ma docili (Foucault). Un certo grado di libertà e di rappresentazione della stessa è necessaria perchè l'endosorveglianza funzioni a pieno regime, ed è necessaria soprattutto per consentire la riproduzione del consumo. Libertà depotenziata, spettacolarizzata, estetizzata, simulacro di libertà funzionale al pieno controllo. L'idea di libertà e di autodeterminazione sono completamente deformate e neutralizzate. E' una caricatura della libertà in cui la donna è lasciata la sovranità piena della propria immagine perchè non ne ha altra. ma questa sedicente sovranità assoluta sul proprio corpo come se fosse un bene di consumo, una proprietà autonoma rispetto a sè, è libertà? Significa una qualche forma di potenza?\r\n\r\nPoter fare del proprio corpo ciò che si vuole, e dunque prestarlo a una campagna elettorale o alla vendita di merce, è la libertà del piccolo proprietario, di comprare e di vendere, la libertà mercantile. Una libertà che ci riporta alla mente una forma di impotenza di altre epoche, come quella rappresentata dall'anoressia delle sante medievali, quando la santa che, in quanto donna spesso non sceglieva il monastero ed era comunque destinata ad un ruolo subordinato a quello del clero maschile, opponeva alla mediazione patriarcale del clero la propria comunicazione diretta con Dio e per la quale la negazione del bisogno del nutrimento materiale, l'anoressia, rappresentava l'indipendenza da un mondo nel quale - in quanto donna - era ridotta e confinata all'impotenza. (Holy Anorexia, Rudolph M. Bell).\r\n\r\nPer la rubrica \"Storie di donne\", la storia di Assata Shakur e del suo arresto, avvenuto il 2 maggio 1973. Da tempo infatti Assata è ricercata dal Fbi e dalle polizie di ogni parte degli Usa, nel quadro della campagna tesa a criminalizzare, discreditare e distruggere il movimento di liberazione Nero. Il percorso politico di Assata è quello tipico di ogni rivoluzionaria/o nera/o che, dalle prime esperienze nel movimento afroamericano degli anni '60, ha finito pre gravitare e poi militare nel Black Panther Party, l'organizzazione rivoluzionaria che, dal 1966 al 1971, ha agito come potente catalizzatore della protesta, della resistenza e della lotta nera più cosciente. La pratica del Black Panther Party diventa il punto più avanzato di un forte movimento di massa contro la guerra, contro il razzismo, contro lo sfruttamento capitalistico. Il Black Panther diventa subito, al suo primo apparire, la minaccia numero uno alla tranquillità interna degli Stati Uniti e viene individuato come nemico interno contro cui governo, polizia, Fbi, Cia conducono una guerra senza quartiere, scatenando una repressione e una persecuzione senza precedenti.\r\n\r\nPer la rubrica \"Donne in arte\"...occhi di ghiaccio e calzamaglia nera, chignon biondo e carattere d'acciaio ... insieme dal 1962, ma quanti ricordano che Diabolik ed Eva Kant nascono dalla fantasia di due sorelle della borghesia milanese del boom economico? con il contributo di una nostra ascoltatrice, vi proponiamo una breve presentazione di Angela e Luciana Giussani, le creatrici del nero tascabile più famoso degli ultimi 50 anni e più!\r\n\r\nPer riascoltare la puntata, qui la prima parte\r\n\r\nil colpo della strega_26maggio2014_primaparte\r\n\r\ne qui la seconda\r\n\r\nil colpo della strega_26maggio2014_secondaparte","27 Maggio 2014","2018-10-24 17:36:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/03/medea-strega-200x110.jpg","I podcast de Il colpo della strega: undicesima puntata (26maggio2014)",1401188968,[437,438,439,440,441,442,443,444,445,391],"http://radioblackout.org/tag/autodeterminazione/","http://radioblackout.org/tag/black-panther-party/","http://radioblackout.org/tag/capitalismo/","http://radioblackout.org/tag/controllo/","http://radioblackout.org/tag/corpi/","http://radioblackout.org/tag/donne-in-arte/","http://radioblackout.org/tag/endosorveglianza/","http://radioblackout.org/tag/femminismi/","http://radioblackout.org/tag/liberta/",[447,448,449,450,451,452,278,268,453,266],"autodeterminazione","Black Panther Party","capitalismo","controllo","corpi","donne in arte","libertà",{"post_content":455},{"matched_tokens":456,"snippet":457,"value":458},[88,89,90],"delle donne ai tempi della \u003Cmark>società\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>spettacolo\u003C/mark>. 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Siamo partite dalla Jeune Fille di Tiqqun per arrivare agli scritti di Benjamin su L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, passando per La società dello spettacolo di Guy Debord. Non dimenticando naturalmente esempi di attualità come le elezioni in Francia con il tentativo di dedemonizzazione dell'estrema destra attraverso l'immagine della figlia di Le Pen; la nuova ministra della difesa tedesca, moglie fedele, madre di 7 figli e super donna in carriera; la candidatura dell'avvocata sfregiata dall'acido da parte del PD; l'evoluzione del modello di donna vincente in politica, dalla Tatcher alla femminilità giovane o giovanile, oggi diventata un attributo fondamentale e imprescindibile. L'essere giovani e seduttive è obbligo non solo estetico ma quasi morale, tanto che la femminilità giovanile ha assunto un valore anche etico in quanto portatrice di novità, freschezza, pulizia, moralità. E ancora ci siamo confrontate sul sessismo usato come arma di distrazione di massa dai media mainstream ma anche dalla politica istituzionale stessa, orgogliosa di popolare il gossip che fotografa e scrive delle donne in quanto corpi, acconciature, montature di occhiali, perdita di peso, look e stile, spogliandole completamente delle loro competente. Un processo che sta investendo anche gli uomini, perchè la donna ancora una volta è laboratorio di pratiche che poi vengono estese e applicate a tutti.\r\n\r\nPer la rubrica \"Donne in arte\", la seconda puntata dell'approfondimento su Camille Claudel. Sul nostro blog www.medea.noblogs.org, potrete trovare anche il testo e i materiali a cui ci siamo ispirate.\r\n\r\nPer finire, la storia di Vera e Libera Arduino per la rubrica \"Storie di donne\".\r\n\r\nBuon ascolto...\r\n\r\nLa prima parte della trasmissione\r\n\r\nil colpo della strega_7aprile2014_prima parte\r\n\r\ne qui la seconda...\r\n\r\nil colpo della strega_7aprile2014_seconda parte","7 Aprile 2014","2018-10-24 17:36:14","I podcast de Il colpo della strega: quarta puntata (7 aprile 2014)",1396910411,[474,475,476,477,478,391],"http://radioblackout.org/tag/antifascismo/","http://radioblackout.org/tag/donne-e-politica/","http://radioblackout.org/tag/immagine-femminile/","http://radioblackout.org/tag/partigiane/","http://radioblackout.org/tag/resistenza/",[480,280,282,481,482,266],"antifascismo","partigiane","resistenza",{"post_content":484},{"matched_tokens":485,"snippet":486,"value":487},[88,89,90],"riproducibilità tecnica, passando per La \u003Cmark>società\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>spettacolo\u003C/mark> di Guy Debord. 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Abbiamo quindi prodotto un’inchiesta sul lavoro e sulla disoccupazione nel meridione per affrontare meglio le nostre battaglie! ?Link inchiesta ? https://forms.gle/gQS9CSCL1zN8uTzx5 I promotori dell'inchiesta sono: Antudo-CAP 80126 - Centro Autogestito Piperno-Casa Occupata Via Garibaldi- Fgc Calabria, Fronte Comunista, LaBase Cosenza, Laboratorio Politico Iskra,Cobas lavoratori dello spettacolo Puglia-Movimento di Lotta - Disoccupati \"7 Novembre\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/F_m_07_03_Lavoratori-spettacolo-cobas-puglia-su-inchiesta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento della puntata è ruotato attorno alla scuola, lo abbiamo fatto con un'intervista ad Irene del Coordinamento Docenti Valsusa partendo dalla loro assemblea tenutasi il 3 marzo intitolata \"La scuola ora e come la vorremmo\". Dal testo di convocazione dell'assemblea:\r\n\r\n[..]Siamo dinnanzi ad uno scenario che ha ridotto la scuola pubblica ad una azienda in cui la condivisione dei #saperi spesso è gestione burocratica dello studio delle discipline e mercimonio, fondato sui principi della competizione \"meritocratica\" e sulla perdita di dignità, tanto per chi lavora quanto per chi si forma. Intendiamo decostruire questo modus educandi e portare avanti dei principi di condivisione, cooperazione, solidarietà e lotta, i quali soltanto possono essere la base per una scuola che costruisca pace e liberazione, per una scuola che non sia un ghetto, elitario o meno, dentro la società, ma motore di trasformazione e fucina di coscienze critiche[..]\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/F_m_07_03_Irene-su-assemlbea-docenti-val-susa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","18 Marzo 2023","2023-03-18 00:28:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/330416697_1001500770820751_485614060055898125_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 07/03/23",1679099298,[],[],{"post_content":507},{"matched_tokens":508,"snippet":509,"value":510},[89,90],"ed Enrico dei COBAS lavoratori \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>spettacolo\u003C/mark> di Bari sull'inchiesta sul lavoro"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Ivan ed Enrico dei COBAS lavoratori \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>spettacolo\u003C/mark> di Bari sull'inchiesta sul lavoro e la disoccupazione a SUD: \"Tra le varie realtà del Sud, che a seguito della manifestazione del 5 Novembre 2022 di Napoli hanno deciso di proseguire il confronto e la riflessione politica, è nata la volontà di dotarsi di strumenti collettivi per portare un lavoro di indagine sui nostri territori. Abbiamo quindi prodotto un’inchiesta sul lavoro e sulla disoccupazione nel meridione per affrontare meglio le nostre battaglie! ?Link inchiesta ? https://forms.gle/gQS9CSCL1zN8uTzx5 I promotori dell'inchiesta sono: Antudo-CAP 80126 - Centro Autogestito Piperno-Casa Occupata Via Garibaldi- Fgc Calabria, Fronte Comunista, LaBase Cosenza, Laboratorio Politico Iskra,Cobas lavoratori \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>spettacolo\u003C/mark> Puglia-Movimento di Lotta - Disoccupati \"7 Novembre\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/F_m_07_03_Lavoratori-spettacolo-cobas-puglia-su-inchiesta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento della puntata è ruotato attorno alla scuola, lo abbiamo fatto con un'intervista ad Irene del Coordinamento Docenti Valsusa partendo dalla loro assemblea tenutasi il 3 marzo intitolata \"La scuola ora e come la vorremmo\". Dal testo di convocazione dell'assemblea:\r\n\r\n[..]Siamo dinnanzi ad uno scenario che ha ridotto la scuola pubblica ad una azienda in cui la condivisione dei #saperi spesso è gestione burocratica \u003Cmark>dello\u003C/mark> studio delle discipline e mercimonio, fondato sui principi della competizione \"meritocratica\" e sulla perdita di dignità, tanto per chi lavora quanto per chi si forma. Intendiamo decostruire questo modus educandi e portare avanti dei principi di condivisione, cooperazione, solidarietà e lotta, i quali soltanto possono essere la base per una scuola che costruisca pace e liberazione, per una scuola che non sia un ghetto, elitario o meno, dentro la \u003Cmark>società\u003C/mark>, ma motore di trasformazione e fucina di coscienze critiche[..]\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/F_m_07_03_Irene-su-assemlbea-docenti-val-susa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[512],{"field":133,"matched_tokens":513,"snippet":509,"value":510},[89,90],{"best_field_score":169,"best_field_weight":138,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":170,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},6637,{"collection_name":299,"first_q":33,"per_page":95,"q":33},["Reactive",518],{},["Set"],["ShallowReactive",521],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fZcGox2_ppYfn3jZSilUJrnpr7apDiOBflq9-E0au_FQ":-1},true,"/search?query=societ%C3%A0+dello+spettacolo"]