","Rider. La frontiera mobile della gig economy","post",1617729093,[57,58,59,60,61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/autorganizzazione/","http://radioblackout.org/tag/cgil/","http://radioblackout.org/tag/ciclofattorini/","http://radioblackout.org/tag/gig-economy/","http://radioblackout.org/tag/lotte-rider/","http://radioblackout.org/tag/rider/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-dei-rider/","http://radioblackout.org/tag/ugl/",[66,67,68,69,22,70,28,12],"autorganizzazione","cgil","ciclofattorini","gig economy","rider",{"post_content":72},{"matched_tokens":73,"snippet":75,"value":76},[74],"vertici","con qualunque tempo sali ai \u003Cmark>vertici\u003C/mark> della classifica, se sei meno","Una delle ultime frontiere dello sfruttamento capitalistico è la gig economy, l’economia dei lavoretti, descritta come forma di reddito integrativo per studenti o lavoratori già impiegati.\r\nLa realtà è fatta di cottimo, assenza di tutele, paghe bassissime. Chi ci lavora lo fa a tempo pieno, spesso a rischio della vita, come emerge dai numerosi incidenti con morti a feriti, tra coloro che fanno questo mestiere.\r\nLa gig economy è il sogno di ogni capitalista: una forma brutale di sfruttamento in cui lavoratrici e lavoratori, privi di ogni diritto, sono completamente isolati l'uno dall'altro e controllati da una piattaforma digitale, malamente retribuiti, licenziabili senza problemi.\r\nNel caso dei ciclofattorini l'azienda fornisce una app per smartphone attraverso cui il lavoratore viene chiamato quando serve. Un complesso algoritmo decide chi chiamare e chi no creando una graduatoria basata sulla fedeltà e l'affidabilità. In poche parole: se sei disposto a rispondere sempre e comunque, a qualunque ora e con qualunque tempo sali ai \u003Cmark>vertici\u003C/mark> della classifica, se sei meno disponibile perdi posizioni. Se ti ammali o scioperi finisci in fondo e non vieni più chiamato. Il lavoratore non ha alcuna garanzia, viene pagato a cottimo con cifre risibili, non gode di ferie, malattie, assicurazioni sul lavoro, deve metterci la bicicletta di suo e persino pagare il borsone per le consegne.\r\nContrariamente ai \u003Cmark>sogni\u003C/mark> padronali la reazione dei lavoratori a queste brutali forme di sfruttamento si sono consolidandate a partire dal 2016 con i primi scioperi a Torino. L’incipit lo hanno dati i numerosi comitati spontanei autorganizzati, anche in alcune occasioni i rider si sono appoggiati ai sindacati di base o a CGIL-CISL-UIL.\r\nUna lotta apparentemente “impossibile” è diventata realtà ed è cresciuta nel tempo. Lavoratori isolati, senza contatti con i colleghi di lavoro e alle dipendenze di una app onnipotente ed immateriale, hanno trovato i modi per incontrarsi, conoscersi, costruire scioperi che sono riusciti a bloccare le consegne per intere giornate.\r\nTra i successi ottenuti dai ciclofattorini merita di essere ricordato l'accordo raggiunto nel 2018 tra la Riders Union di Bologna e alcune aziende per definire una serie di diritti minimi e l'inquadramento, nei primi mesi del 2019, dei rider come lavoratori dipendenti nel contratto della logistica riconosciuto da una azienda di Firenze. L'inquadramento dei ciclofattorini nel comparto della logistica sarebbe la soluzione più ovvia, ma è duramente osteggiata dai padroni, che non intendono rinunciare ai loro lauti profitti.\r\nDella questione si è interessata anche la politica ed in particolare il movimento 5 stelle che è stato prodigo di promesse, salvo partorire dopo lunga gestazione il consueto compromesso al ribasso (DL 3 settembre 2019 n. 101, convertito nella legge 128/2019). Ai lavoratori sono stati riconosciuti in via teorica alcuni diritti minimali come la tutela dei dati personali e il diritto alla non discriminazione. Viene stabilito che “L'esclusione dalla piattaforma e le riduzioni delle occasioni di lavoro ascrivibili alla mancata accettazione della prestazione sono vietate”. Viene riconosciuta l'assicurazione INAIL contro gli infortuni, il diritto a percepire un compenso minimo orario (con la conseguente proibizione del cottimo), e un'integrazione salariale nel caso di lavoro notturno, festivo o col maltempo.\r\nIl punto fondamentale, cioè la natura giuridica del rapporto di lavoro, viene però pilatescamente lasciata irrisolta, per cui i ciclofattorini, secondo i casi, possono essere considerati lavoratori parasubordinati (cococo), autonomi o subordinati! La decisione viene in definitiva demandata ad “accordi collettivi nazionali stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative”, che – guarda un po' - possono persino derogare in peggio alle norme di legge!\r\nIn altri termini la tutela offerta dalla normativa approvata dal governo Conte è solo carta straccia.\r\n\r\nNel settembre del 2021 il sindacato postfascista UGL e l'associazione padronale Assodelivery hanno sottoscritto un accordo che getta nuovamente i rider nel calderone del lavoro autonomo e reintroduce dalla finestra quel cottimo che la legge aveva buttato fuori dalla porta. L'accordo riconosce i diritti sindacali solo all'UGL stessa e non agli altri sindacati né tantomeno ai numerosi comitati di base. L'accordo ha suscitato forti reazioni tra i lavoratori, con proclamazioni di agitazioni e scioperi tra cui quello del 26 marzo, indetto dalla Cgil, presa alla sprovvista dalla mossa dell’UGL ed obbligata quindi ad agire di rimessa.\r\nNel frattempo anche la magistratura, pressata dall'attenzione dell'opinione pubblica, ha assunto iniziative ben più incisive della legge, riconoscendo la natura subordinata del lavoro (Cassazione, 2020) e infliggendo sanzioni alle aziende. Nel febbraio di quest’anno la procura milanese ha stabilito che 60.000 rider vanno regolarizzati come parasubordinati perché“non sono schiavi”.\r\nVa da se che le leggi sono solo il precipitato normativo di rapporti di forza esistenti. Rapporti di forza che solo le lotte fanno pendere dalla parte di chi lavora.\r\nCe ne ha parlato Mauro De Agostini.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/2021-04-06-rider-de-agostini.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[78],{"field":79,"matched_tokens":80,"snippet":75,"value":76},"post_content",[74],1155199534322679800,{"best_field_score":83,"best_field_weight":84,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":85,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":86},"1112319197184",14,"1155199534322679921",4,{"document":88,"highlight":111,"highlights":117,"text_match":81,"text_match_info":120},{"cat_link":89,"category":90,"comment_count":43,"id":91,"is_sticky":43,"permalink":92,"post_author":46,"post_content":93,"post_date":94,"post_excerpt":49,"post_id":91,"post_modified":95,"post_thumbnail":96,"post_thumbnail_html":97,"post_title":98,"post_type":54,"sort_by_date":99,"tag_links":100,"tags":109},[40],[42],"34241","http://radioblackout.org/2016/02/torino-dieci-anni-dopo-le-agghiaccianti-olimpiadi-invernali/","Torino 2016: una città in preda ai magnifici ricordi del passato olimpico. Un po' di frizzi e un po' lazzi per cercare di animare i festeggiamenti dieci anni dopo.\r\n\r\nAlcune delle immagini apparse in questi giorni su siti e giornali, alcuni volti di quel passato \"olimpico\" ricordano davvero un misto esplosivo tra Fellini e Cinico Tv: majorettes sotto la pioggia e rievocazioni storiche, vecchi e \"nuovi\" sindaci che si autocelebrano, pezzi mai dismessi dell'oligarchia Fiat e della cerchia Agnelli, una città allo sbando con i suoi volontari sbiaditi sullo sfondo. Sempre in giaccavento. Tutto brilla eppure tutto è provinciale e decadente. Intanto i dati sbandierati sul turismo ci salvano dal baratro, mentre i conti delle favolose olimpiadi invernali del 2006, volano di chissà quali partenze e destini pieni di ricchezza e fortune, non tornano mai.\r\n\r\nUna città proprietà degli Agnelli, per un centinaio di anni giardino di casa della Fiat, una rete mai tramontata di famiglie, holding, finanziarie e multinazionali che dispongono ancora in tutto e per tutto di corpi, sogni, e spazi (pubblici e privati). Ieri come oggi un po' di \"ubriacatura olimpica\" per le masse. Ieri come oggi persone svuotate di ogni desiderio ma piene di gadget, di loghi, di marchi sempre più imbarazzanti. Una banca del padrone tentacolare che, con la sua pia fondazione, continua a scandire vita e passaggi critici di questa città poco metropolitana e sempre più provinciale.\r\n\r\nAbbiamo parlato questa mattina con Maurizio Pagliassotti, giornalista torinese che ha curato libri e inchieste su questa - come su altre - città. Ascolta il contributo:\r\n\r\nmaurizio_olimpiadi\r\n\r\n ","29 Febbraio 2016","2016-03-01 19:21:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/l43-olimpiadi-120220140423_medium-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/l43-olimpiadi-120220140423_medium-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/l43-olimpiadi-120220140423_medium-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/l43-olimpiadi-120220140423_medium.jpg 420w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino, dieci anni dopo le disastrose olimpiadi invernali",1456776345,[101,102,103,104,105,106,107,108],"http://radioblackout.org/tag/agnelli/","http://radioblackout.org/tag/castellani/","http://radioblackout.org/tag/debito/","http://radioblackout.org/tag/fassino/","http://radioblackout.org/tag/fiat/","http://radioblackout.org/tag/impianti-sportivi/","http://radioblackout.org/tag/olimpiadi-invernali/","http://radioblackout.org/tag/torino-2006/",[18,20,14,16,110,26,30,24],"fiat",{"post_content":112},{"matched_tokens":113,"snippet":115,"value":116},[114],"sogni","e per tutto di corpi, \u003Cmark>sogni\u003C/mark>, e spazi (pubblici e privati).","Torino 2016: una città in preda ai magnifici ricordi del passato olimpico. 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La bambina si incammina lungo il sentiero degli aghi e degli spilli, il lupo mangia la nonna, la bambina ignara ne mangia le carni e infine il lupo mangia anche lei. Era l'epoca in cui gli attacchi dei lupi erano una realtà, non c'é nessun significato nascosto. Nel 1697 Charles Perrault abbellisce la bambina con un cappellino rosso (che diventa il suo nome), elimina il cannibalismo e aggiunge la morale in versi. \"Qui si vede che le care bimbe han torto ad ascoltare persone non fidate.\" Il lupo diventa il simbolo del maschio predatore che seduce le fanciulle ingenue. Nel 1729 Robert Samber traduce la fiaba in inglese, assegna alla protagonista il nome Biddy ed elimina i dettagli erotici inammissibili per la morale inglese. Il lupo accoglie Cappuccetto Rosso non più nudo ma con addosso la camicia da notte della nonna morta. Nel 1812 i fratelli Jacob e Wilhelm Grimm aggiungono il divieto della mamma a lasciare il sentiero che la bambina trasgredisce, ma poi il cacciatore uccide il lupo e salva la bambina che ha imparato la lezione. Il cacciatore era una figura famigliare all'epoca dei fratelli Grimm, sconosciuta un secolo prima quando solo i nobili andavano a caccia. La versione dei fratelli Grimm é tuttora la più diffusa. Nel 1895 Cappuccetto Rosso è la testimonial della campagna pubblicitaria della Star Soap. Dopo di che si moltiplicano le interpretazioni. Quella psicanalitica indica nel colore rosso il simbolo della verginità, che però é stato introdotto da Perrault e nella versione originale non esisteva. Secondo l'interpretazione etnologica Cappuccetto Rosso deriva dagli antichi riti d'iniziazione, quando il ragazzo lasciava l'ambiente famigliare e protettivo del villaggio per affrontare alcune prove nella foresta e poi essere accolto nella società degli adulti. Il dibattito é ancora aperto. Buon ascolto.\r\nPer i più curiosi:\r\nValentina Pisanty \"Leggere la fiaba\" Bompiani, Milano 1993;\r\nBruno Bettelheim \"Il mondo incantato - Uso, importanza e significati psicanalitici delle fiabe\" Feltrinelli, Milano 1977;\r\nErich Fromm \"Il linguaggio dimenticato - Introduzione alla comprensione dei sogni, delle fiabe e dei miti\" Garzanti, Milano 1973.","15 Giugno 2020","2020-06-15 08:47:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/ROSSO1-186x110.jpg","CHI HA PAURA DEL LUPO CATTIVO - LA PERLA DI LABUAN 12/6/2020",1592210867,[],[],{"post_content":203},{"matched_tokens":204,"snippet":205,"value":206},[164],"Biddy ed elimina i dettagli \u003Cmark>erotici\u003C/mark> inammissibili per la morale inglese.","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020.06.12-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\"C'era una volta una donna che aveva fatto il pane, e disse alla sua bambina di portare una pagnotta bella calda e una bottiglia di latte alla nonna.\" Così comincia l'antica fiaba tramandata oralmente. 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