","Solidarietà al confine: Bulgaria e Bosnia Erzegovina","post",1709298032,[63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/area-schengen/","http://radioblackout.org/tag/bosnia/","http://radioblackout.org/tag/bulgaria/","http://radioblackout.org/tag/migranti-est-europa/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta-al-confine/",[69,70,71,72,73],"area Schengen","Bosnia","Bulgaria","migranti Est Europa","solidarietà al confine",{"post_content":75,"post_title":80,"tags":86},{"matched_tokens":76,"snippet":78,"value":79},[77],"solidarietà","in dialogo due esperienze di \u003Cmark>solidarietà\u003C/mark> dal basso che lavorano ai","Nella settimana del processo all'equipaggio della nave Inventa vi abbiamo portato in dialogo due esperienze di \u003Cmark>solidarietà\u003C/mark> dal basso che lavorano ai confini dell’est Europa: tra Sofia e Harmanli, nel sud della Bulgaria verso il \u003Cmark>confine\u003C/mark> con la Turchia, da ormai un anno opera il Collettivo Rotte Balcaniche, mentre Mediterranean Hope lavora nei territori della Bosnia Erzegovina, dove ha sede a Bihać a 10km dal \u003Cmark>confine\u003C/mark> Croato. \r\n\r\nAbbiamo parlato dell’incremento di controlli legato all’entrata in Schengen della Bulgaria, un territorio già estremamente militarizzato per favorire lepolitiche di gestione dei flussi migratori che si concretizzano in brutali respingimenti e detenzioni, che il collettivo ha raccolto nel report \"Torchlight\".\r\n\r\nAnche in Bosnia Erzegovina, a causa delle politiche europee, vengono a crearsi bacini di contenimento, finanziati dalle nostre tasse, per mantenere le persone fuori dai confini. Si registra un’aumento netto dei respingimenti e delle violenze tra molestie e trattamenti brutali e punitivi. \r\n\r\nI due progetti partono dai supporto bisogni delle persone per garantirne il diritto alla migrazione e \u003Cmark>al\u003C/mark> movimento. Dal supporto nel fornire beni materiali, alla creazione di momenti di socialità, come la palestra di arrampicata Flamingo Loophole inaugurata nel 2022 da Mediterranean Hope, per finire con operazioni di ricerca e soccorso in cui il collettivo rotte balcaniche si impegna per aiutare le persone bloccate nelle foreste a \u003Cmark>confine\u003C/mark> con la Turchia.\r\n\r\nQueste attività devono quotidianamente confrontarsi con la criminalizzazione della \u003Cmark>solidarietà\u003C/mark>, che prende l’aspetto di false accuse di smuggling, favoreggiamento all’immigrazione illegale e intimidazioni ai solidali. Ma la narrazione delle responsabilità va ribaltata: sono le politiche di criminalizzazione che creano confini da superare, le politiche estrattive e di violenza nei paesi d’origine a organizzare il flusso migratorio, così come l’erezione di frontiere a obbligare l’aiuto in mare dei naufraghi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Solidarietà-al-confine.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":81,"snippet":85,"value":85},[82,83,84],"Solidarietà","al","confine","\u003Cmark>Solidarietà\u003C/mark> \u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>confine\u003C/mark>: Bulgaria e Bosnia Erzegovina",[87,89,91,93,95],{"matched_tokens":88,"snippet":69},[],{"matched_tokens":90,"snippet":70},[],{"matched_tokens":92,"snippet":71},[],{"matched_tokens":94,"snippet":72},[],{"matched_tokens":96,"snippet":97},[77,83,84],"\u003Cmark>solidarietà\u003C/mark> \u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>confine\u003C/mark>",[99,104,107],{"field":37,"indices":100,"matched_tokens":101,"snippets":103},[22],[102],[77,83,84],[97],{"field":105,"matched_tokens":106,"snippet":85,"value":85},"post_title",[82,83,84],{"field":108,"matched_tokens":109,"snippet":78,"value":79},"post_content",[77],1736172819517538300,{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":49,"score":114,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":49},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":116,"highlight":140,"highlights":148,"text_match":153,"text_match_info":154},{"cat_link":117,"category":118,"comment_count":49,"id":119,"is_sticky":49,"permalink":120,"post_author":52,"post_content":121,"post_date":122,"post_excerpt":55,"post_id":119,"post_modified":123,"post_thumbnail":124,"post_thumbnail_html":125,"post_title":126,"post_type":60,"sort_by_date":127,"tag_links":128,"tags":136},[46],[48],"26565","http://radioblackout.org/2014/12/report-dalla-staffetta-di-solidarieta-roma-kobane/","Questa mattina abbiamo intervistato Francesco dall'aeroporto di Istanbul, in attesa di rientrare in Italia insieme a una delegazione di compagni/e romani dopo una permanenza di alcuni giorni a Suruc, al confine turco-siriano, per portare la solidarietà alla Resistenza di Kobane e della regione autonoma curda del Rojava.\r\n\r\nCi ha descritto la situazione degli ultimi giorni, con la città ancora divisa tra i resistenti curdi e i miliziani dell'ISIS che la assediano ormai da mesi. L'impressione è che la coalizione internazionale attraverso raid di contenimento contro l'ISIS punti a mantenere lo stato di guerra permanente tra le due fazioni, mentre la Turchia più palesemente permette l'afflusso di risorse per l'ISIS: recentemente un camion bomba proveniente dalla Turchia è esploso a un check-point YPG uccidendo 8 miliziani e ferendone venticinque.\r\n\r\nLa staffetta di solidarietà tra l'Italia e Kobane continuerà nei prossimi giorni, gli aggiornamenti sono sul blog http://delegazioneromakobane.noblogs.org\r\n\r\nVenerdi 5 dicembre alle 21 presso radio Blackout è in programma un aggiornamento sulla situazione con compagni/e del Centro Interculturale MED di Torino.\r\n\r\nAscolta il racconto di Francesco:\r\n\r\n2014_12_03-carovana_kobane","3 Dicembre 2014","2014-12-04 15:55:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/cropped-10750042_1505816613003675_3198661286550302846_o-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"106\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/cropped-10750042_1505816613003675_3198661286550302846_o-300x106.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/cropped-10750042_1505816613003675_3198661286550302846_o-300x106.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/cropped-10750042_1505816613003675_3198661286550302846_o-768x272.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/cropped-10750042_1505816613003675_3198661286550302846_o.jpg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Report dalla staffetta di solidarietà Roma-Kobane",1417610398,[129,130,131,132,133,134,135],"http://radioblackout.org/tag/carovana/","http://radioblackout.org/tag/geopolitica-isis/","http://radioblackout.org/tag/kobane/","http://radioblackout.org/tag/kurdi/","http://radioblackout.org/tag/rojava/","http://radioblackout.org/tag/siria/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[137,138,27,139,18,23,20],"Carovana","geopolitica: Isis","Kurdi",{"post_content":141,"post_title":145},{"matched_tokens":142,"snippet":143,"value":144},[83,84,77],"di alcuni giorni a Suruc, \u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>confine\u003C/mark> turco-siriano, per portare la \u003Cmark>solidarietà\u003C/mark> alla Resistenza di Kobane e","Questa mattina abbiamo intervistato Francesco dall'aeroporto di Istanbul, in attesa di rientrare in Italia insieme a una delegazione di compagni/e romani dopo una permanenza di alcuni giorni a Suruc, \u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>confine\u003C/mark> turco-siriano, per portare la \u003Cmark>solidarietà\u003C/mark> alla Resistenza di Kobane e della regione autonoma curda del Rojava.\r\n\r\nCi ha descritto la situazione degli ultimi giorni, con la città ancora divisa tra i resistenti curdi e i miliziani dell'ISIS che la assediano ormai da mesi. 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Circa 300 iracheni e siriani, circa 300 hanno sfondato un tratto del valico tra i due Paesi, rinforzato con del filo spinato. La polizia macedone ha lanciato gas lacrimogeni. Una trentina di persone, compresi diversi bambini, sono rimaste ferite. Alcuni migranti si sono riversati sui binari, dove si sono seduti per protesta, rifiutando di andarsene sino a quando non sarà loro consentito di entrare in Macedonia.\r\nAl grido di «Aprite il confine», i migranti hanno lanciato sassi contro la polizia macedone che ha risposto con gas lacrimogeni. 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I migranti e profughi ammassati in attesa di continuare il viaggio verso nord, hanno occupato i campi, i frutteti.\r\nNonostante il disagio gli abitanti di Idomeni mantengono un atteggiamento solidale verso i profughi.\r\n\r\nLa situazione è difficilissima: in questa zona l'inverno morde ancora e le persone passano le notti accampate al freddo, nel fango.\r\n\r\nSecondo l'inviato de La Stampa sul confine tra Grecia e Albania è possibile che presto i migrqanti tentino una nuova rotta, che dalla Grecia passi all'Albania e da qui, sui barconi, verso le coste pugliesi.\r\n\r\nLungo il confine con la Turchia il pattugliamento delle navi della NATO ha ridotto gli sbarchi a a Lesvos, teatro negli scorsi mesi di scontri tra polizia e migranti intrappolati nell'isola.\r\n\r\nIl flusso, tuttavia, ben lungi dall'essere finito si sta spostando più a sud: sono tantissime le isole greche di fronte alla costa turca: ognuna sta diventando luogo d'approdo per chi si mette in viaggio.\r\n\r\nE' un infinito gioco del gatto con il topo, che elabora sempre nuove strategie di sopravvivenza.\r\nTra lamelle e filo spinato si decompone l'Europa degli Stati e dei capitali, ma, qua e là, timidamente, fa capolino l'Europa solidale di tante persone comuni, fiaccate dalla crisi, ma decisa a non farsi sopraffare dalla logica dell'esclusione, delle frontiere, del filo spinato.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gheorgos, un compagno greco.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-03-01-gheorgos-scontri-frontiera","1 Marzo 2016","2016-03-04 11:30:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/macedonia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/macedonia-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/macedonia-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/macedonia-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/macedonia.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Grecia. 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Le differenze in base alla razza non riguardano solo l'esclusione dai mezzi di trasporto e le lunghe code nel disinteresse generale cui sono stati sottoposti studenti e persone non ucraine alla frontiera con la Polonia, ma anche le reazioni di molti commentatori e giornalisti a una guerra che vede coinvolte popolazioni europee \"civilizzate\", dichiarazioni che di fatto normalizzano le guerre che interessano il continente asiatico e africano. Si assiste inoltre a una straordinaria \"macchina della solidarietà\" europea, che finalmente vediamo in azione, e che mostra due velocità a seconda che a scappare da guerre siano persone di classe media, con gli occhi azzurri e i capelli biondi, o profughi provenienti dall'Afghanistan, dall'Iraq o dalla Siria. Sono questi i temi che tocca Francesco nel contributo che ci manda da Medyka, città al confine meridionale tra Ucraina e Polonia in corrispondenza di Leopoli. Francesco Anselmi è un fotografo e documentarista che si occupa di confini. 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Nel frattempo un giudice federale della corte di San Francisco ha temporaneamente bloccato un recente provvedimento dell’amministrazione Trump che negava l’asilo ai migranti che attraversano illegalmente la frontiera tra Stati uniti e Messico, stabilendo che fino al 19 dicembre (in attesa di una soluzione permanente) l'asilo venga riconosciuto a tutti indipendentemente dalle modalità di ingresso nel paese.\r\n\r\nLa corrispondenza dal Messico di Andrea Cegna, del collettivo 20ZNL:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/cegna_21nov.mp3\"][/audio]","21 Novembre 2018","2018-11-21 13:10:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/880x495_cmsv2_4da96e58-be10-536d-8569-b8a1a5c15970-3437344-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/880x495_cmsv2_4da96e58-be10-536d-8569-b8a1a5c15970-3437344-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/880x495_cmsv2_4da96e58-be10-536d-8569-b8a1a5c15970-3437344-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/880x495_cmsv2_4da96e58-be10-536d-8569-b8a1a5c15970-3437344-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/880x495_cmsv2_4da96e58-be10-536d-8569-b8a1a5c15970-3437344.jpg 880w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Carovana migrante, migliaia raggiungono il confine tra Messico e Stati Uniti",1542805677,[317,318,319,320],"http://radioblackout.org/tag/carovana-migrante/","http://radioblackout.org/tag/messico/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[322,323,15,324],"carovana migrante","messico","Stati Uniti",{"post_content":326,"post_title":330},{"matched_tokens":327,"snippet":328,"value":329},[83,84],"giorni a Tijuana, città messicana \u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>confine\u003C/mark> con gli Stati Uniti. 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Il presidente uscente Widodo ha fatto un accordo facendo in modo che il figlio maggiore, Gibran Rakabuming Raka, si potesse candidare alla vicepresidenza in ticket con Prabowo figura appunto molto controversa , nazionalista e di destra. La sua scelta è andata contro la linea del proprio partito, il Partito democratico indonesiano di lotta, liberaldemocratico, ed è stata molto criticata.\r\nPrabowo si era già candidato alla presidenza nel 2014 e poi nel 2019, perdendo entrambe le volte contro Widodo, che per il suo secondo mandato l’aveva scelto come proprio ministro della Difesa. Alle prossime presidenziali, in caso di vittoria di Prabowo, il figlio maggiore di Widodo diventerebbe vicepresidente, ma il meccanismo con cui questo è stato reso possibile ha creato molte preoccupazioni sulla salute della democrazia del paese. Lo scorso ottobre, infatti, il più alto tribunale dell’Indonesia presieduto dal cognato di Widodo aveva modificato le regole di ammissibilità alla vicepresidenza adattandole al figlio del presidente, che senza questi cambiamenti non avrebbe potuto candidarsi perché troppo giovane. Si pone la questione della memoria collettiva del paese dove la maggioranza della popolazione non ha conosciuto la ditattura e il candidato Prabowo si è potuto presentare dissimulando il suo ingombrante passato con un abile manipolazione dei social.\r\nL'atto di uccidere (The Act of Killing) è un film documentario del 2012 diretto da Joshua Oppenheimer, da Christine Cynn e da un co-regista indonesiano anonimo. Il film descrive la purga anticomunista avvenuta in Indonesia tra il 1965 e il 1966 che portò alla morte di un milione di persone, raccontata dal punto di vista di due diretti responsabili dell'uccisione di centinaia di uomini ed oggi rispettabili membri di organizzazioni paramilitari indonesiane\r\nhttps://youtu.be/6GiqYLrJBG0\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-220224-INDONESIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","23 Febbraio 2024","2024-02-23 19:03:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 22/02/2024-POLONIA DUE MODELLI DI SOCIETA' A CONFRONTO-INDONESIA ELEZIONI,VINCE PRABOWO MA WIDODO NON ESCE DAL GIOCO.",1708714984,[436],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[378],{"post_content":439},{"matched_tokens":440,"snippet":441,"value":442},[83,84,77],"border racconta la situazione dei migranti \u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>confine\u003C/mark> della Bielorussia e anche le manifestazioni di \u003Cmark>solidarietà\u003C/mark> da parte della popolazione polacca","In questa puntata Bastioni di Orione torna a guardare alla Polonia con Alessandro Ajres professore di lingua e cultura polacca all'Università di Torino e studioso della storia del paese. Si fa riferimento alle due visioni contrapposte di società che si stanno confrontando dopo la vittoria elettorale della coalizione di Tusk ad ottobre ,ancora resistono le incrostazioni del potere del PIS che ha occupato i gangli sensibili dello stato dalla corte costituzionale alla televisione pubblica. Il presidente Duda resiste alle riforme sostenute dalla coalizione \"riformatrice\" ,mentre aumenta il peso specifico della Polonia nei piani di riarmo della Nato e il ruolo nella guerra per procura contro la Russia. A rischio anche i diritti delle donne riguardo all'aborto e quello dei migranti non ucraini che rischiano una stretta repressiva che sembra perseguire anche il nuovo governo di Tusk.\r\n\r\nIl film di Agnieszka Holland ,Green border racconta la situazione dei migranti \u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>confine\u003C/mark> della Bielorussia e anche le manifestazioni di \u003Cmark>solidarietà\u003C/mark> da parte della popolazione polacca nonostante la propaganda xenofoba.\r\n\r\nhttps://youtu.be/j_rEEm_UWGk\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-220224-AJRES.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Manuele Giordana guardiamo da Timor Est alla situazione in Indonesia dopo le elezioni in cui ha prevalso Prabowo Subianto ex generale ,uomo del dittatore Suharto di cui ha sposato la figlia e che si è macchiato di crimini a Timor est durante l'occupazione indonesiana e nella repressione dell'opposizione. Il presidente uscente Widodo ha fatto un accordo facendo in modo che il figlio maggiore, Gibran Rakabuming Raka, si potesse candidare alla vicepresidenza in ticket con Prabowo figura appunto molto controversa , nazionalista e di destra. La sua scelta è andata contro la linea del proprio partito, il Partito democratico indonesiano di lotta, liberaldemocratico, ed è stata molto criticata.\r\nPrabowo si era già candidato alla presidenza nel 2014 e poi nel 2019, perdendo entrambe le volte contro Widodo, che per il suo secondo mandato l’aveva scelto come proprio ministro della Difesa. Alle prossime presidenziali, in caso di vittoria di Prabowo, il figlio maggiore di Widodo diventerebbe vicepresidente, ma il meccanismo con cui questo è stato reso possibile ha creato molte preoccupazioni sulla salute della democrazia del paese. Lo scorso ottobre, infatti, il più alto tribunale dell’Indonesia presieduto dal cognato di Widodo aveva modificato le regole di ammissibilità alla vicepresidenza adattandole \u003Cmark>al\u003C/mark> figlio del presidente, che senza questi cambiamenti non avrebbe potuto candidarsi perché troppo giovane. Si pone la questione della memoria collettiva del paese dove la maggioranza della popolazione non ha conosciuto la ditattura e il candidato Prabowo si è potuto presentare dissimulando il suo ingombrante passato con un abile manipolazione dei social.\r\nL'atto di uccidere (The Act of Killing) è un film documentario del 2012 diretto da Joshua Oppenheimer, da Christine Cynn e da un co-regista indonesiano anonimo. Il film descrive la purga anticomunista avvenuta in Indonesia tra il 1965 e il 1966 che portò alla morte di un milione di persone, raccontata dal punto di vista di due diretti responsabili dell'uccisione di centinaia di uomini ed oggi rispettabili membri di organizzazioni paramilitari indonesiane\r\nhttps://youtu.be/6GiqYLrJBG0\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-220224-INDONESIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n 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dolorosa al libero mercato,dello stato delle mobilitazioni ,dell'attivismo di Organizata Politike formazione della sinistra radicale attiva nelle lotte ,del ruolo delle grandi multinazionali della moda che sfruttano la manodopera locale.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/BASTIONI-albania.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTorniamo a parlare dell'Afganistan dimenticato dopo la fuga degli americani con Sayf che ci racconta dell'amarezza nel constatare il doppio standard occidentale sui profughi ,della fame ,le condizioni delle donne ,la repressione contro gli azara,del blocco delle riserve in dollari del paese destinate alle vittime degli attentati delle torri gemelle (sic) ,della guerra e dei sentimenti di solidarietà per chi fugge.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/Bastioni-sayf-afganistan.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAndiamo al confine della Polonia dove si ammassano migliaia di profughi ucraini che fuggono dalla guerra ,ne parliamo con Alessandro Ajres ,profondo conoscitore della realtà polacca ,che ci parla dell'ipocrisia del governo di Varsavia ,della solidarietà della società civile ,del fenomeno delle lanterne verdi che esposte alle finestre indicano una casa disposta ad accogliere i rifugiati ,della situazione al confine con la Bielorussia,della situazione politica polacca .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/bastioni-alessandro-polonia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine torniamo a parlare della Russia e del fronte interno di Mosca con Yuri tornato suo malgrado in Italia ,che ci racconta delle file per ritirare i soldi ,del razionamento dei beni di prima necessità come lo zucchero , delle proteste contro la guerra ,dell'imbarazzo nel gestire le notizie negative che arrivano dal fronte ,dell'isolamento di Putin.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio 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presidio davanti al centro di detenzione di Sofia-Busmantsi ha rotto per un pomeriggio l’isolamento dei e delle detenute immigrate che lì sono recluse. Nonostante i tentativi delle guardie di tenere lontane le persone dalle finestre e i trasferimenti di prima mattina per svuotare le stanze da cui si sarebbe più facilmente potuto comunicare con l’esterno, da dentro hanno potuto sentirci, seguirci e contattarci. E’ stata una boccata d’aria fresca nel soffocante silenzio che circonda i lager bulgari per persone immigrate, di cui solo ora si inizia a parlare, grazie alle lotte da dentro e alla solidarietà da fuori.\r\n\r\nIl presidio è stato organizzato in solidarietà alle numerose proteste nei centri di detenzione e di accoglienza bulgari dell’ultimo mese. A Busmantsi (il centro di detenzione nella periferia della capitale), le persone hanno protestato contro nuove arbitrarie restrizioni sulle visite e sui pacchi e si sono rifiutate per qualche ora di entrare nelle loro stanze in segno di protesta. Nei giorni successivi, a molte persone sono stati sequestrati i telefoni cellulari (che possono regolarmente avere, a patto che siano senza fotocamera).\r\nNel centro di accoglienza di Harmanli, che si trova nel sud del paese e vicino al confine con la Turchia, i rifugiati siriani stanno protestando da settimane contro i respingimenti di massa delle loro richiesta di asilo. Nel centro ci sono attualmente circa 900-1000 persone che, dopo aver fatto richiesta di asilo, sono in attesa dei colloqui e di ricevere una decisione sulla loro domanda. Tra settembre e ottobre però sono state respinte la maggior parte delle richieste asilo degli uomini soli. Solo le famiglie continuano (a stento) a ricevere la protezione internazionale. Il 18 ottobre hanno iniziato una protesta e dichiarato uno sciopero della fame.\r\nLa risposta dell’amministrazione è stata che ora la Siria è un Paese sicuro, con riferimento al fatto che chi fugge dai bombardamenti israeliani nel sud del Libano si rifugia in Siria. Questa logica perversa e nuova preoccupante tendenza non è ovviamente solo una sadica invenzione dell’Agenzia di Stato bulgara per i rifugiati: negli ultimi anni anche altri Paesi europei stanno iniziando a respingere chi proviene dalla Siria come già fanno sistematicamente con le persone provenienti da altre aree devastate dalla guerra.\r\n\r\nDa Busmantsi ci è invece arrivata una lettera aperta che recita: “76 siriani, tra cui 8 bambini, stanno soffrendo condizioni dure durante la loro detenzione a Sofia. Sono state date loro due opzioni: Un anno e mezzo di prigione per aver minacciato la sicurezza nazionale della Bulgaria, oppure firmare un ordine di deportazione in Siria. Un rappresentante dell’ambasciata siriana li ha già visitati minacciando di deportarli entro 21 giorni una volta che il numero di persone che accettano di essere deportate sarà pieno *(probabilmente, quando ci saranno abbastanza persone per organizzare una deportazione di massa)*.\r\nI rifugiati vivono in condizioni di vita difficili, non hanno accesso alle cure mediche e si vedono negare le più elementari necessità della vita quotidiana. Sono sfruttati dalle guardie del campo, perché sono costretti a pagare grandi somme di denaro per piccole quantità di cibo; pagano fino a 100 euro per una piccola quantità di verdure”. Notizie simili ci arrivano dall’altro centro di detenzione bulgaro, a Lyubimets.\r\n\r\nLe terribili condizioni di vita all’interno dei campi aperti e chiusi per migranti in Bulgaria sono oggetto di rapporti e dibattiti a livello europeo da anni ormai.\r\n\r\nA settembre, una delegazione del Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) del Consiglio d’Europa ha effettuato una visita ad hoc in Bulgaria, a causa delle preoccupazioni “legate alle inadeguate condizioni materiali, alle attività e all’assistenza sanitaria, nonché alla mancanza di informazioni sui diritti e di accesso all’interpretazione”.\r\n\r\nNon abbiamo bisogno di queste inutili mascherate, che fanno finta che ci sia uno standard da raggiungere, affinché le persone in questi lager possano vivere decentemente. Al presidio è stato gridato in ogni lingua: i centri di Busmantsi e Lyubimets non sono “Case speciali per la sistemazione temporanea degli stranieri”. Sono prigioni a tutti gli effetti, il cui scopo è controllare, reprimere e sfruttare le persone immigrate in transito in Bulgaria.\r\nNe è dimostrazione il fatto che una parte delle persone è detenuta con l’accusa di costituire una “minaccia alla sicurezza nazionale”. Questo è il pretesto per detenere ed espellere gli individui scomodi, come molti curdi provenienti dalla Turchia e ricercati dal regime di Erdogan, o i dissidenti politici in fuga da Iran, Bielorussia, Russia. C’è anche chi, come il nostro amico Nidal Hassan, è sopravvissuto al genocidio in corso a Gaza e ora si trova detenuto in Europa. Lo stesso pretesto con cui il nostro compagno e dissidente saudita Abdulrahman Al-Khalidi è detenuto da quattro anni. Quattro anni di ricorsi e tribunali per ricevere la protezione internazionale che non arriva mai a causa delle pressioni dell’Arabia Saudita, che ne chiede l’estradizione per poterlo punire per i suoi crimini d’opinione contro il regime.\r\n\r\nAnche la criminalizzazione delle persone immigrate è una politica a impronta UE che lo Stato bulgaro applica con zelo, senza preoccuparsi troppo delle superficiali accuse di non rispettare le convenzioni sui diritti umani. Era la moneta di scambio per entrare nell’UE e ora per entrare nell’area Schengen. Di conseguenza, la detenzione amministrativa assume tutte le forme di quella penale. Formalmente è una detenzione temporanea finalizzata all’identificazione e all’espulsione. In realtà, è una punizione.\r\nNon vogliamo rimanere in silenzio di fronte a questa vergogna, come fanno tutti i media mainstream in questo Paese. Continueremo a sostenere le spinte verso la libertà di chi sta fuori e dentro i centri di detenzione e di accoglienza, alle frontiere e per le strade delle nostre città.\r\n\r\nAscolta qui il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Bulgaria.mp3\"][/audio]","13 Dicembre 2024","2024-12-13 00:06:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/bulgaria-300x111-1-200x110.jpg","Bulgaria – Solidarietà alle proteste in corso nei lager per persone in transito",1734048405,[],[],{"post_content":487,"post_title":491},{"matched_tokens":488,"snippet":489,"value":490},[83,84],"sud del paese e vicino \u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>confine\u003C/mark> con la Turchia, i rifugiati"," \r\n\r\n\r\n\r\nDomenica scorsa, per la prima volta dopo anni, un nutrito presidio davanti \u003Cmark>al\u003C/mark> centro di detenzione di Sofia-Busmantsi ha rotto per un pomeriggio l’isolamento dei e delle detenute immigrate che lì sono recluse. 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Notizie simili ci arrivano dall’altro centro di detenzione bulgaro, a Lyubimets.\r\n\r\nLe terribili condizioni di vita all’interno dei campi aperti e chiusi per migranti in Bulgaria sono oggetto di rapporti e dibattiti a livello europeo da anni ormai.\r\n\r\nA settembre, una delegazione del Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) del Consiglio d’Europa ha effettuato una visita ad hoc in Bulgaria, a causa delle preoccupazioni “legate alle inadeguate condizioni materiali, alle attività e all’assistenza sanitaria, nonché alla mancanza di informazioni sui diritti e di accesso all’interpretazione”.\r\n\r\nNon abbiamo bisogno di queste inutili mascherate, che fanno finta che ci sia uno standard da raggiungere, affinché le persone in questi lager possano vivere decentemente. \u003Cmark>Al\u003C/mark> presidio è stato gridato in ogni lingua: i centri di Busmantsi e Lyubimets non sono “Case speciali per la sistemazione temporanea degli stranieri”. Sono prigioni a tutti gli effetti, il cui scopo è controllare, reprimere e sfruttare le persone immigrate in transito in Bulgaria.\r\nNe è dimostrazione il fatto che una parte delle persone è detenuta con l’accusa di costituire una “minaccia alla sicurezza nazionale”. Questo è il pretesto per detenere ed espellere gli individui scomodi, come molti curdi provenienti dalla Turchia e ricercati dal regime di Erdogan, o i dissidenti politici in fuga da Iran, Bielorussia, Russia. C’è anche chi, come il nostro amico Nidal Hassan, è sopravvissuto \u003Cmark>al\u003C/mark> genocidio in corso a Gaza e ora si trova detenuto in Europa. Lo stesso pretesto con cui il nostro compagno e dissidente saudita Abdulrahman Al-Khalidi è detenuto da quattro anni. 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Continueremo a sostenere le spinte verso la libertà di chi sta fuori e dentro i centri di detenzione e di accoglienza, alle frontiere e per le strade delle nostre città.\r\n\r\nAscolta qui il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Bulgaria.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":492,"snippet":493,"value":493},[82],"Bulgaria – \u003Cmark>Solidarietà\u003C/mark> alle proteste in corso nei lager per persone in transito",[495,497],{"field":108,"matched_tokens":496,"snippet":489,"value":490},[83,84],{"field":105,"matched_tokens":498,"snippet":493,"value":493},[82],{"best_field_score":259,"best_field_weight":156,"fields_matched":157,"num_tokens_dropped":49,"score":302,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":49},{"document":501,"highlight":513,"highlights":521,"text_match":257,"text_match_info":526},{"comment_count":49,"id":502,"is_sticky":49,"permalink":503,"podcastfilter":504,"post_author":350,"post_content":505,"post_date":506,"post_excerpt":55,"post_id":502,"post_modified":507,"post_thumbnail":508,"post_title":509,"post_type":405,"sort_by_date":510,"tag_links":511,"tags":512},"72452","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-10-dicembre-no-tav-polonia-appello-alla-solidarieta-kropotkin-geografo-e-anarchico-la-strage-di-stato-lassassinio-di-pinelli-la-santificazione-del-suo-assassino/",[350],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/2021-12-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n8 dicembre 2021. Un giorno di festa e di lotta\r\nL’8 dicembre di quest’anno la neve cadeva fitta fitta, ma non ha fermato un movimento che ha saputo stringere i denti e andare avanti per decenni. Eravamo in tanti al corteo che, dopo aver attraversato il centro del paese, si è diretto al presidio di Borgone, che il sindaco vuole distruggere, costruendo una strada inutile con i soldi delle compensazioni ricevute per il Tav.\r\nIl corteo è poi passato dal centro di San Didero e si è concluso al presidio del Baraccone.\r\nQui tutto è cominciato con palle natalizie e festoni sulle recinzioni, per poi proseguire con rampini e corde per tirare giù metri e metri di filo spinato a lamelle, intanto oltre la recinzione volavano palle di neve ghiacciata. 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Lì danno aiuto materiale e informazioni utili a quelli che riescono a filtrare attraverso le maglie, man mano più fitte, che il governo polacco ha teso lungo tutto il confine con la Bielorussia.\r\nNel resto d’Europa le vicende di questo confine sono diventate di pubblico dominio solo da poche settimane, quando il dittatore bielorusso ha deciso di rendere più forte la pressione sull’Europa, inviando migliaia di persone alla frontiera. La rotta bielorussa si è aperta solo grazie al ponte aereo offerto da Lukashenko, che prometteva un ingresso sicuro in Europa, offrendo un pacchetto vacanze completo. Per mille euro,\r\ni migranti, spesso intere famiglie, prendono l’aereo in Iraq, entrando in Bielorussia con un visto turistico, che comprende un soggiorno di tre giorni, la visita al castello di Minsk e l’accompagnamento per un giro senza ritorno al confine polacco.\r\nLì comincia l’inferno. La gente in trappola dentro la riserva naturale integrale che si trova ai due lati della frontiera, senza appoggi, senza mappe, senza sentieri, uomini armati alle proprie spalle, uomini armati di fronte. Chi viene intercettato dalle guardie polacche, viene privato di tutto e respinto senza possibilità di chiedere asilo.\r\nCon l’inverno la lista dei morti al confine si allunga di giorno in giorno. L’ultima una donna incinta di 39 anni in viaggio con il marito e cinque figli, morta di setticemia, perché nessuno l’ha soccorsa quando è stata male.\r\nSul confine ci sono sia esponenti di ONG moderati che i compagni e le compagne della rete No Border, di cui fanno parte gli anarchici della Federazione Anarchica Polacca di Katowice.\r\nI No Border raccolgono materiale e cercano di farlo avere alle persone che riescono ad incontrare, per rendere più facile proseguire il viaggio. Da settembre a Bialystok, la città più vicina al confine, i No Border hanno aperto una posto autogestito, dove si incontrano, si organizzano e autogestiscono la lotta.\r\nLa situazione è diventata più difficile da quando il governo polacco ha dichiarato interdetta una fascia di tre chilometri lungo il confine. Chi viene pescato in quest’area rischia multe e denunce penali.\r\nNonostante la repressione ogni settimana ci sono compagni che si avvicendano al confine per continuare la lotta.\r\nI compagni e le compagne fanno appello per azioni di solidarietà internazionale in tutta Europa\r\n\r\nKropotkin. Anarchico e geografo\r\nNel centenario della morte dell’anarchico russo si sono moltiplicate le iniziative editoriali e di studio. Abbiamo già parlato del convegno che si è tenuto a Massenzatico nell’ultimo fine settimana di ottobre, con resoconti e presentazioni di libri.\r\nQuesta settimana parleremo del Kropotkin geografo, con un occhio le geopolitiche critiche, che esaminano il rapporto tra spazio e potere. Il termine geografia critica viene usato per criticare il potere le guerre, contestando lo stato e il territorio coe elementi necessari per analizzare lo spazio. Anche i territorio, il luogo del terrore, che lo stat esercita. Malthus usato per naturalizzare la \r\nLo abbiamo fatto con Federico Ferretti, che insegna geografia all’università di Bologna ed è stato tra gli organizzatori del convegno “Solidarietà e rivoluzione. I cento anni di Kropotkin”.\r\n\r\nLa strage di Stato e l’assassino di Pinelli\r\nA Milano sono in preparazione numerose iniziative nell’anniversario della strage di piazza Fontana, della caccia agli anarchici, dell’arresto di Valpreda e dell’assassinio di Giuseppe Pinelli nei locali della questura di Milano e, più precisamente, nell’ufficio del commissario Luigi Calabresi. La bomba esplosa nella Banca dell’agricoltura nel pomeriggio del 12 dicembre fece 16 morti e numerosi feriti.\r\nL’ampia indignazione per la strage: agli anarchici fu immediatamente chiaro che si trattava di una strage di Stato, ordita con lo scopo di spezzare le gambe, dividendolo, al potente movimento sociale che aveva appena infiammato l’autunno di quell’anno. Non è certo un caso che Umberto D’Amato, capo dell’ufficio affari riservati del Viminale, si trovasse nella questura di Milano sin dal 12 dicembre.\r\nLa macchinazione fallì, perché i movimenti scesero in piazza rigettando al mittente le accuse rivolte agli anarchici, finché il teorema si sgretolò.\r\nLa memoria è tuttavia un meccanismo cui si scaricano le pile se non vengono alimentate continuamente.\r\nPer questa ragione, anno dopo anno, gli anarchici, specie a Milano, promuovono numerose iniziative.\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo della FAI milanese, con cui parleremo anche di “Fango” un libro uscito da poco in vista del cinquantesimo anniversario dell’uccisione di Calabresi, il commissario-finestra. 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Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","15 Dicembre 2021","2021-12-15 09:55:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/Pinelli_Bis-200x110.jpg","Anarres del 10 dicembre. No Tav. Polonia: appello alla solidarietà. Kropotkin, geografo e anarchico. La strage di stato, l’assassinio di Pinelli, la santificazione del suo assassino...",1639562124,[],[],{"post_content":514,"post_title":518},{"matched_tokens":515,"snippet":516,"value":517},[83,84],"polacche hanno cominciato ad andare \u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>confine\u003C/mark>. Lì danno aiuto materiale e","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Un Pride che fugge la norma eteropatriarcale e non si piega alla legalizzazione delle proprie identità costitutivamente ed orgogliosamente erranti, fuori posto, fuorilegge.\r\n\r\nUn mostro si aggira per Asti: si chiama Vulvatrix e sarà il terrore di preti e governi. Lu incontrerete sabato 6 luglio ad Asti, dove si svolgerà il primo Pride della città, oggi guidata dalla destra, che, con classica operazione di pinkwashing, ha un sindaco che appoggia e sarà presente al Pride e un assessore alla cultura che lo dichiara nemico. 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Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","15 Luglio 2019","2019-07-15 21:10:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/2019-07-11-manif-fat-brasile-col-200x110.jpg","Anarres del 5 luglio. Lubiana: congresso dell’IFA. Free(k) Pride. Vulvatrix ad Asti. Guerra ai migranti. Cronache dal confine tra Messico e Stati Uniti...",1563214417,[539,540],"http://radioblackout.org/tag/guerra-ai-migranti/","http://radioblackout.org/tag/pride/",[542,543],"guerra ai migranti","Pride",{"post_content":545,"post_title":549},{"matched_tokens":546,"snippet":547,"value":548},[83,84],"Zawija, torturati ovunque.\r\n\r\nCosa succede \u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>confine\u003C/mark> tra il Messico e gli","Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/2019-07-12-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nDal 24 \u003Cmark>al\u003C/mark> 28 luglio si svolgerà a Lubiana l’11 congresso dell’I.F.A., l’Internazionale di Federazioni Anarchiche.\r\nNe abbiamo parlato con Simone Ruini della FAI\r\n\r\nFree(k) Pride – Il 13 luglio un Pride indecoroso, libero, mostruoso attraverserà le strade di Torino, nel segno della rivolta frocia, della liberazione dai confini tra i corpi e tra gli Stati, del rifiuto del pinkwashing istituzionale, della costruzione di percorsi di autonomia dai generi. Un Pride che trova il suo orgoglio nella lotta contro ogni forma di oppressione e di sfruttamento. Un Pride che fugge la norma eteropatriarcale e non si piega alla legalizzazione delle proprie identità costitutivamente ed orgogliosamente erranti, fuori posto, fuorilegge.\r\n\r\nUn mostro si aggira per Asti: si chiama Vulvatrix e sarà il terrore di preti e governi. Lu incontrerete sabato 6 luglio ad Asti, dove si svolgerà il primo Pride della città, oggi guidata dalla destra, che, con classica operazione di pinkwashing, ha un sindaco che appoggia e sarà presente \u003Cmark>al\u003C/mark> Pride e un assessore alla cultura che lo dichiara nemico. Ci sarà anche uno spezzone indecoroso, scoppiettante, mostruoso.\r\n\r\nC’è un attacco ai gender studies in tutta Europa, uno dei tasselli della negazione dei percorsi di libertà delle donne e delle persone lgbtia come strumento di restaurazione patriarcale, religiosa, nazionalista.\r\n\r\nBollettino di guerra degli ultimi giorni: migranti affogati \u003Cmark>al\u003C/mark> largo della Tunisia, bombardati e uccisi a Tajoura, assetati a Zawija, torturati ovunque.\r\n\r\nCosa succede \u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>confine\u003C/mark> tra il Messico e gli Stati Uniti? Che fine fanno i bambini e i ragazzi separati dai loro parenti in viaggio?\r\nIn Italia la vicenda della Sea Watch e, più in generale la concretezza della situazione nel Mediterraneo ci raccontano una storia che la dice lunga sulla farsa delle tutele e delle leggi.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nIl 13 luglio sarà Free(k) Pride!\r\nOre16 appuntamento in Piazza Carlina.\r\n\r\nMercoledì 17 luglio\r\nore 21 alla FAT\r\nin corso Palermo 46\r\nIncontro sul Brasile con Johnny do Centro de Cultura Social da Favela Vila Dalva e del Coletivo Anarcopunk Aurora Negra / I.F.A. Brasil\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere.\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la \u003Cmark>solidarietà\u003C/mark> rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":550,"snippet":551,"value":551},[84],"Anarres del 5 luglio. Lubiana: congresso dell’IFA. Free(k) Pride. Vulvatrix ad Asti. Guerra ai migranti. Cronache dal \u003Cmark>confine\u003C/mark> tra Messico e Stati Uniti...",[553,555],{"field":108,"matched_tokens":554,"snippet":547,"value":548},[83,84],{"field":105,"matched_tokens":556,"snippet":551,"value":551},[84],{"best_field_score":259,"best_field_weight":156,"fields_matched":157,"num_tokens_dropped":49,"score":302,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":49},6637,{"collection_name":405,"first_q":73,"per_page":342,"q":73},["Reactive",561],{},["Set"],["ShallowReactive",564],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fIe06eUWy_fKyFPytJAfysEsDuXSXcyRNLx3JmqdEuY4":-1},true,"/search?query=solidariet%C3%A0+al+confine"]