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Questa empasse apparente in realtà è una sottrazione ulteriore di \u003Cmark>spazio\u003C/mark>, che accelera i processi di erosione e privatizzazione. 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Nonostante la pioggia battente vi hanno partecipato migliaia di persone.\r\nNel sito del CIO – Comitato Insostenibili Olimpiadi 2026 l’iniziativa è stata presentata\r\n“Il 6 febbraio 2026 inizieranno le Olimpiadi Milano-Cortina, i Giochi invernali più insostenibili di sempre: a due anni dall’inaugurazione del mega-evento, diversi territori dell’Alta Italia si mobilitano in una settimana di iniziative per incepparne la macchina già in crisi per malagestione e denunciare danni ed effetti negativi cui sin da ora stiamo assistendo sui 400 km interessati di arco alpino e pianura. 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Dalla descrizione dell'evento:\r\nTAKE BACK THE CITY\r\nInternational Meeting of Struggles Against Gentrification\r\nIncontro internazionale di lotte contro la gentrificazione\r\n\r\nCome C.S.O.A. Forte Prenestino dalla fine del 2021 stiamo dando spazio e voce a pratiche di lotta contro la gentrificazione verso una 3 giorni di incontri tra realtà attiviste in Europa.\r\nVogliamo condividere percorsi antagonisti alla dilagante trasformazione del paesaggio delle nostre città, perché siamo contrar3 a quei processi di sostituzione della popolazione e del tessuto sociale, innescati dal prepotente aumento del costo della vita e del valore del suolo.\r\nCosì in Italia come in Europa, consapevol3 che tale dinamica sia ormai planetaria, la gentrificazione produce stravolgimenti urbani a uso e beneficio esclusivo del capitalismo e di tutte le forze che lo sostengono.\r\nPorzioni importanti delle città che abitiamo sono soggette a presunte 'inevitabili' speculazioni, che determinano in breve tempo il cambiamento della popolazione in favore di classi più ricche, secondo strategie di esclusione e di concreta apartheid economica e classista che attacca e rende inaccessibili lavoro, scuola, cura, ambiente e socialità.\r\nNel nome del “decoro”, della “riqualificazione” o della “rigenerazione” urbana, assistiamo a strategie di sfruttamento che sottraggono luoghi, culture e spontanee del vivere quotidiano. Il capitale, sostenuto dalla propaganda istituzionale per il miglioramento urbano, impone omologanti stili di vita modificando i quartieri delle nostre città.\r\nNon possiamo più perdere tempo!\r\nVogliamo attivarci: vogliamo incontrarci e confrontarci per liberare immaginari opposti alla città-merce e per divulgare molteplici tattiche di lotta, vogliamo costruire relazioni sentendoci liber3 di attraversare e abitare le nostre città, vogliamo essere complici per uno spazio urbano aperto, plurale e orizzontale. Altre città sono possibili!\r\nIl Forte, occupazione permanente autogestita di azione controculturale, con il suo laboratorio di lotte contro la gentrificazione, invita a una chiamata per un abitare condiviso e inclusivo:\r\n“Take back the cities – Europe area”\r\ndal 25 al 28 maggio 2023\r\nC.S.O.A. 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A Napoli, Bologna e Torino ci sono state altrettante street parade, e anche a Firenze c'è stata un'iniziativa in contemporanea. \r\n\r\nDiversi i motivi alla base della protesta: su tutti le contestazioni al governo a guida Meloni e l’opposizione al decreto anti-rave, approvato tre giorni fa in Senato, che incide anche sulla disciplina del cosiddetto ergastolo ostativo. Lo striscione del carro di apertura, a Torino, recitava \"Contro repressione, sorveglianza e 41 bis // SMASH REPRESSION\", per esplicitare i molteplici nodi che vanno a erodere progressivamente la libertà di tutt*, e il sostegno a chi lotta in regime di 41 bis.\r\n\r\nFin dalla sua prima stesura - e nonostante le limitazioni introdotte successivamente – questo decreto ha incarnato lo scopo evidente di colpire non solo le feste, ma anche i concerti e le iniziative nei centri sociali, negli squat, in uno spazio urbano abbandonato o in un bosco, attaccando tutti gli eventi “musicali o aventi altro scopo di intrattenimento” con la scusa della “sicurezza e dell’igiene”.\r\n\r\nStanno plasmando un mondo in cui la nostra unica speranza è quella di sopravvivere in \"sicurezza\"... tra una pandemia e una guerra mondiale. 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Un concetto di sicurezza o di igiene evidentemente strumentale, che si traduce in un mondo in cui scuole pericolanti o farcite di amianto, fabbriche d’armi, allevamenti intensivi e depredazione del pianeta sono considerati “sicuri e igienici”... mentre ballare in una fabbrica, in un bosco, occupare una casa per un concerto o una proiezione, diventano fenomeni punibili come “minacce alla sicurezza”.\r\n\r\nAbbiamo parlato con un compagno del decreto, delle piazze di Torino, Bologna, Roma, Napoli e Firenze, provando a elaborare qualche riflessione sulla giornata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/street.mp3\"][/audio]",[232],{"field":123,"matched_tokens":233,"snippet":229,"value":230},[83,84],{"best_field_score":165,"best_field_weight":166,"fields_matched":167,"num_tokens_dropped":49,"score":168,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":49},{"document":236,"highlight":252,"highlights":257,"text_match":163,"text_match_info":260},{"cat_link":237,"category":238,"comment_count":49,"id":239,"is_sticky":49,"permalink":240,"post_author":15,"post_content":241,"post_date":242,"post_excerpt":54,"post_id":239,"post_modified":243,"post_thumbnail":244,"post_thumbnail_html":245,"post_title":246,"post_type":59,"sort_by_date":247,"tag_links":248,"tags":250},[46],[48],"67063","http://radioblackout.org/2021/02/la-cura-siamo-noi-milano-e-il-diritto-alla-citta/","Questo sabato una rete di spazi autogestiti, vari attori dal basso e cittadinanza hanno organizzato un'assemblea pubblica davanti alla Stazione Centrale: il tema è quello dell'uso dello spazio urbano, della sua vivibilità opponendosi alla speculazione imperante. 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Le nuove frontiere del controllo \u003Cmark>urbano\u003C/mark>, movida, proibizionismo, polizia, fascisti e amministrazione a 5Stelle contro i rom, strage di classe e di Stato a Londra, esercitazioni militari in Sardegna...",[432,434,436,438,440,443,445,447,449,451,453,455,457,459,461],{"matched_tokens":433,"snippet":328,"value":328},[],{"matched_tokens":435,"snippet":326,"value":326},[],{"matched_tokens":437,"snippet":415,"value":415},[],{"matched_tokens":439,"snippet":73,"value":73},[],{"matched_tokens":441,"snippet":442,"value":442},[84],"decoro \u003Cmark>urbano\u003C/mark>",{"matched_tokens":444,"snippet":416,"value":416},[],{"matched_tokens":446,"snippet":417,"value":417},[],{"matched_tokens":448,"snippet":418,"value":418},[],{"matched_tokens":450,"snippet":336,"value":336},[],{"matched_tokens":452,"snippet":419,"value":419},[],{"matched_tokens":454,"snippet":320,"value":320},[],{"matched_tokens":456,"snippet":420,"value":420},[],{"matched_tokens":458,"snippet":334,"value":334},[],{"matched_tokens":460,"snippet":421,"value":421},[],{"matched_tokens":462,"snippet":20,"value":20},[],[464,466,468],{"field":123,"matched_tokens":465,"snippet":425,"value":426},[83,84],{"field":126,"matched_tokens":467,"snippet":429,"value":430},[84],{"field":37,"indices":469,"matched_tokens":470,"snippets":472,"values":473},[19],[471],[84],[442],[442],{"best_field_score":165,"best_field_weight":166,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":49,"score":475,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":49},"1157451471441100915",{"document":477,"highlight":497,"highlights":506,"text_match":163,"text_match_info":511},{"comment_count":49,"id":478,"is_sticky":49,"permalink":479,"podcastfilter":480,"post_author":302,"post_content":481,"post_date":482,"post_excerpt":54,"post_id":478,"post_modified":483,"post_thumbnail":484,"post_title":485,"post_type":351,"sort_by_date":486,"tag_links":487,"tags":492},"45244","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-12-gennaio-linsorgenza-sociale-in-iran-spazio-pubblico-tra-militarizzazione-decoro-e-business-la-rivolta-in-tunisia/",[302],"Abbiamo fatto il primo viaggio dell’anno nuovo su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nSui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Contro il carovita, la disoccupazione, la povertà strutturale. In un paese che ha fornito tremila soldati alla Jihad, ma mantiene ancora un’impronta laica.\r\nIl governo italiano, già grande sponsor di Ben Alì, si prepara ad una missione militare nel paese, per tenere d’occhio il gasdotto che trasporta il gas algerino in Sicilia.\r\nNe abbiamo parlato con Karim Metref, blogger, insegnante, mediattivista di origine cabila.\r\n\r\nSabato 13 gennaio\r\nore 10,30 / 14\r\nPunto info antimilitarista al Balon\r\ncon vin brulè, cibo e the caldo\r\nbenefit assemblea antimilitarista\r\nNo ai parà in Niger\r\n\r\nVenerdì 19 gennaio\r\nore 21\r\nalla Fat, in corso Palermo 46\r\nCittà frammentate e modelli securitari del vivere. Le gated communities e l’uso dello spazio pubblico\r\n Con Simone Ruini architetto e anarchico\r\n\r\nSabato 20 gennaio\r\nore 10\r\nalla stazione di porta Susa\r\nAbbattere le frontiere\r\n punto info e raccolta abiti, scarponi, sciarpe, coperte, sacchi a pelo, abiti pesanti, per rendere più facile il viaggio a uomini, donne e bambini che provano a bucare i muri della fortezza Europa.\r\nLa raccolta si fa anche nella sede della FAT, il giovedì dopo le 21 e in occasione delle iniziative.\r\n\r\nVenerdì 26 gennaio\r\nore 21\r\nalla Fat in corso Palermo 46\r\nI fascisti del \"secondo millennio\"\r\n Con Pietro Stara, autore de \"L’identità escludente, La Nuova Destra tra piccole patrie e Europa nazione\"\r\n\r\nPer chi fosse interessato ai percorsi della Federazione Anarchica Torinese\r\nriunioni ogni giovedì alle 21\r\ncorso Palermo 46 – a destra nel cortile -\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","12 Gennaio 2018","2018-10-17 22:58:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/deserto-niger-200x110.jpg","Anarres del 12 gennaio. 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Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.7 (12.05.25)\r\n\r\nIn termini militari contraltare delle zone verdi, le zone rosse si riferiscono ad aree in cui le forze nemiche sono attive o a zone che sono percepite come insicure e devono quindi essere isolate o evitate. Nei termini della \"governance dei disastri\", le zone rosse sono impiegate per designare spazi colpiti da rifiuti tossici, da disastri o da epidemie. Basti pensare alla creazione della \"zone rouge\" a Verdun, in Francia, dopo la prima guerra mondiale, per indicare un'area con mine inesplose, materiali pericolosi e reti di tunnel sotterranei, dichiarata inagibile fino ad oggi. Prima del COVID-19, poi, erano state istituite zone rosse per controllare altri virus, come l'influenza aviaria e l'Ebola. Nel campo della governance urbana, le zone rosse indicano restrizioni mirate che intervengono tanto su spazi da proteggere (mega-eventi, summit strategici) quanto su spazi di insicurezza su cui far intervenire le forze di polizia contro i \"nemici interni\". Riguardano più ampiamente le pratiche governamentali di esclusione di alcuni abitanti da aree specifiche della città e di contenimento in altre aree designate. Si pensi alla pratica del \"redlining\" negli Stati Uniti negli anni tra le due guerre, tramite cui il governo federale assegnava un livello di rischio sugli investimenti immobiliari ai diversi quartieri. Le zone in rosso erano quelle a maggioranza afroamericana, ispanica o di altre minoranze.\r\n\r\nNonostante le zone rosse vengano impiegate da chi governa sia per istituire spazi da proteggere, che spazi di contenimento, esse sono più generalmente il riflesso delle logiche coloniali e militari dell'ordine securitario contemporaneo, in cui circolano e si riadattano su scale diverse molte strategie di fortificazione e polizia.\r\n\r\nUna delle 7 zone rosse istituite internamente al perimetro urbano di Torino, recentemente prorogate dal Prefetto per controllare e allontanare una parte degli abitanti della città, si trova in San Salvario, a pochi passi da un importante sito di produzione militare, la Collins Aerospace (ex-Microtecnica), la cui componentistica - tra sistemi radar, missilistici e droni - trova applicazione dal bombardamento aereo alla sorveglianza urbana. Da un lato, in Piazza Graf, un sito strategico per i ricchi affari dell'economia di guerra esterna e interna, fortificato da decine di dispositivi di videosorveglianza, dall'altro, oltre corso Marconi, stretta in mezzo ad un altro sito strategico, la Stazione ferroviaria di Porta Nuova, una parte di umanità ridotta ad \"eccesso\", fuori dai circuiti della produzione, del consumo, della legalità e quindi intrinsecamente minacciosa per l'ordine costituito, da controllare militarmente o eventualmente eliminare con le retate.\r\n\r\nConsapevoli del ruolo della città in cui viviamo come campo di battaglia, sappiamo che in un contesto di filiere produttive di guerra frammentate, incepparne una piccola parte può significare incepparle nella loro interezza, e che rompere la normalità dei meccanismi di pacificazione urbana è il primo passo per rifiutarci di servire da masse di manovra. Appuntamento giovedì 15 maggio alle ore 12.30, in piazza Graf (San Salvario, fermata del 18), per un presidio contro Collins Aerospace e Zone Rosse.\r\n\r\nDopo un breve mash-up sul nesso tra guerra spaziale interna ed esterna - dalla spazio urbano a quello aereo - Marco, insegnante di storia e antimilitarista, ripercorre la storia di Microtecnica, storica fabbrica torinese votata alla produzione militare sin dalle sue origini nel 1929 e oggi importante tassello del comparto aerospaziale. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/happyhour12maggio2025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","13 Maggio 2025","2025-06-13 14:03:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/15maggio-200x110.png","Sorveglianza Spaziale: la città come campo di battaglia.",1747135713,[526],"http://radioblackout.org/tag/guerra/",[323],{"post_content":529},{"matched_tokens":530,"snippet":531,"value":532},[83,84],"spaziale interna ed esterna - dalla \u003Cmark>spazio\u003C/mark> \u003Cmark>urbano\u003C/mark> a quello aereo - Marco, insegnante","Happy Hour. 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Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/2024-11-22-anarres-cut.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n(l’ultima mezz’ora di trasmissione non è stata registrata nell’escopost per motivi tecnici)\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nAntropologia Anarchica\r\nFrancesco Spagna, antropologo e docente all’università di Padova ne ha scritto sull’ultimo numero di “Semi sotto la neve”. L’incontro o l’intreccio tra antropologia culturale e anarchismo è il focus di questo testo che ci aiuta ad introdurre una tematica cruciale per comprendere il nostro sguardo sul mondo e per destrutturare la narrazione che considera ineluttabili il dominio e la gerarchia.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Spagna\r\n\r\nAlways on the move. Torino: vetrina per turisti e città delle armi\r\nEra la capitale dell’auto. Oggi Torino è attraversata da due processi trasformativi paralleli: la città vetrina e la città delle armi.\r\nLa lenta ma inesorabile fuga della Fiat ha decretato la decadenza e l’impoverimento della città. Sulle macerie di quella storia le amministrazioni comunali degli ultimi vent’anni hanno provato a costruire, con alterna fortuna, “la città vetrina per i grandi eventi”, una scelta dalle conseguenze politiche e sociali devastanti, perché basata su violente strategie di controllo sociale ed interventi di riqualificazione escludenti: una sempre più netta dinamica di gentrification.\r\nGiovedì 28 novembre ne parleremo con Francesco Migliaccio, presentando l’opuscolo, “Always on the move. Torino: vetrina per turisti e città delle armi” \r\n\r\nGiovedì parleremo anche di Torino come città della ricerca, progettazione, e produzione bellica, che troverà uno dei suoi centri propulsori nella “città dell’aerospazio”, polo bellico che sorgerà sulle rovine dell’ex Alenia di corso Marche, con una partecipazione diretta e complice del Politecnico di Torino.\r\nContrastare la nascita del nuovo polo bellico a Torino non è mera opposizione etica alle guerre capitaliste ed imperialiste, ma anche un passaggio necessario a ripensare lo spazio urbano e chi ci vive, come luogo di negazione delle dinamiche gerarchiche sottese all’opaca città dell’aerospazio ed alla scintillante vetrina dei grandi eventi.\r\nCon Francesco abbiamo anticipato alcuni temi di cui discuteremo giovedì 28 novembre. \r\n\r\nValditara. Dio, patria, famiglia\r\nIl ministro dell’istruzione e del merito ha le idee chiare. I ragazzi e le ragazze devono avere una formazione all’insegna dell’esaltazione della guerra, delle forze armate e della Patria.\r\nNon solo.\r\nPer Valditara il patriarcato non esiste perché è mera ideologia: la violenza di genere è colpa degli altri, degli uomini neri che vengono da lontano. In barba ai dati che ci raccontano che il nemico ha le chiavi di casa, che i ragazzi italiani ammazzano come i ragazzi nati in altri luoghi del mondo. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nAlways on the move\r\nTorino: vetrina per turisti e città delle armi\r\nGiovedì 28 novembre\r\nore 21 in corso Palermo 46\r\nPresentazione dell’opuscolo\r\nDialogheranno Francesco Migliaccio e Maria Matteo\r\n\r\nContinuano le presentazioni di “Tramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione Palestinese”. Dopo Torino, Trieste e Carrara, Reggio Emilia venerdì 29 saremo a Pordenone.\r\n\r\nSabato 30 novembre\r\nBasta guerre! Basta militarismo!\r\nCorteo antimilitarista a Malnisio (PN)\r\nore 13,30 in piazza Trieste angolo via Manzoni\r\nComitato contro il poligono di Cao Malnisio\r\n\r\nDomenica 8 dicembre\r\nCorteo No Tav a Susa\r\nOre 13 piazza d’armi\r\n\r\nSabato 14 dicembre\r\ncena antinatalizia\r\nMenù vegan\r\nBenefit lotte\r\nore 20 \r\ncorso Palermo 46\r\nQuanto costa? Tantissimo per chi ne ha, meno per chi ha meno, poco per chi ha poco. Sosteniamo le lotte qui e in ogni dove, diamo solidarietà a chi è colpito dalla repressione, mettiamo un mattone nella direzione di una società libera, autogestita, solidale. \r\nPer prenotazioni scrivere a antimilitarista.to@gmail.com \r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","26 Novembre 2024","2024-11-26 15:53:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/2024-11-19-manif-always-on-the-move-color-verde-200x110.jpg","Anarres del 22 novembre. 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L’incontro o l’intreccio tra antropologia culturale e anarchismo è il focus di questo testo che ci aiuta ad introdurre una tematica cruciale per comprendere il nostro sguardo sul mondo e per destrutturare la narrazione che considera ineluttabili il dominio e la gerarchia.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Spagna\r\n\r\nAlways on the move. Torino: vetrina per turisti e città delle armi\r\nEra la capitale dell’auto. Oggi Torino è attraversata da due processi trasformativi paralleli: la città vetrina e la città delle armi.\r\nLa lenta ma inesorabile fuga della Fiat ha decretato la decadenza e l’impoverimento della città. Sulle macerie di quella storia le amministrazioni comunali degli ultimi vent’anni hanno provato a costruire, con alterna fortuna, “la città vetrina per i grandi eventi”, una scelta dalle conseguenze politiche e sociali devastanti, perché basata su violente strategie di controllo sociale ed interventi di riqualificazione escludenti: una sempre più netta dinamica di gentrification.\r\nGiovedì 28 novembre ne parleremo con Francesco Migliaccio, presentando l’opuscolo, “Always on the move. Torino: vetrina per turisti e città delle armi” \r\n\r\nGiovedì parleremo anche di Torino come città della ricerca, progettazione, e produzione bellica, che troverà uno dei suoi centri propulsori nella “città dell’aerospazio”, polo bellico che sorgerà sulle rovine dell’ex Alenia di corso Marche, con una partecipazione diretta e complice del Politecnico di Torino.\r\nContrastare la nascita del nuovo polo bellico a Torino non è mera opposizione etica alle guerre capitaliste ed imperialiste, ma anche un passaggio necessario a ripensare lo \u003Cmark>spazio\u003C/mark> \u003Cmark>urbano\u003C/mark> e chi ci vive, come luogo di negazione delle dinamiche gerarchiche sottese all’opaca città dell’aerospazio ed alla scintillante vetrina dei grandi eventi.\r\nCon Francesco abbiamo anticipato alcuni temi di cui discuteremo giovedì 28 novembre. \r\n\r\nValditara. Dio, patria, famiglia\r\nIl ministro dell’istruzione e del merito ha le idee chiare. I ragazzi e le ragazze devono avere una formazione all’insegna dell’esaltazione della guerra, delle forze armate e della Patria.\r\nNon solo.\r\nPer Valditara il patriarcato non esiste perché è mera ideologia: la violenza di genere è colpa degli altri, degli uomini neri che vengono da lontano. In barba ai dati che ci raccontano che il nemico ha le chiavi di casa, che i ragazzi italiani ammazzano come i ragazzi nati in altri luoghi del mondo. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nAlways on the move\r\nTorino: vetrina per turisti e città delle armi\r\nGiovedì 28 novembre\r\nore 21 in corso Palermo 46\r\nPresentazione dell’opuscolo\r\nDialogheranno Francesco Migliaccio e Maria Matteo\r\n\r\nContinuano le presentazioni di “Tramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione Palestinese”. Dopo Torino, Trieste e Carrara, Reggio Emilia venerdì 29 saremo a Pordenone.\r\n\r\nSabato 30 novembre\r\nBasta guerre! 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Sosteniamo le lotte qui e in ogni dove, diamo solidarietà a chi è colpito dalla repressione, mettiamo un mattone nella direzione di una società libera, autogestita, solidale. \r\nPer prenotazioni scrivere a antimilitarista.to@gmail.com \r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[556],{"field":123,"matched_tokens":557,"snippet":553,"value":554},[83,84],{"best_field_score":165,"best_field_weight":166,"fields_matched":167,"num_tokens_dropped":49,"score":168,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":49},{"document":560,"highlight":572,"highlights":576,"text_match":163,"text_match_info":579},{"comment_count":49,"id":561,"is_sticky":49,"permalink":562,"podcastfilter":563,"post_author":302,"post_content":564,"post_date":565,"post_excerpt":54,"post_id":561,"post_modified":566,"post_thumbnail":567,"post_title":568,"post_type":351,"sort_by_date":569,"tag_links":570,"tags":571},"85105","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-17-novembre-piu-galera-per-i-poveri-e-per-chi-lotta-corteo-antimilitarista-del-18-11-guerra-ai-migranti-antimilitarismo-e-questione-sociale/",[302],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Una norma che Meloni ha definito “contro il borseggio”. Tradotto in chiaro: una norma diretta alle ragazze e alle donne che vivono nelle baraccopoli e per campare sono costrette ai margini di una legalità che tutela sempre e comunque la proprietà privata.\r\n\r\nSabato 18 novembre si terrà a Torino un corteo antimilitarista. Il corteo, promosso dall’Assemblea Antimilitarista, ha l’obiettivo di far uscire dall’opacità il grande mercato delle armi da guerra aerospaziali che si terrà all’Oval a fine mese, quando le maggiori industrie del settore a livello mondiale, i rappresentanti di governi, forze armate e compagnie di contractor faranno buoni affari, in una serie di incontri rigorosamente chiusi al pubblico. Negli stessi giorni verrà posta la prima pietra della città dell’aerospazio, nuovo polo bellico promosso da Leonardo e Politecnico di Torino.\r\nOpporsi ad un futuro per la città legato alla ricerca, produzione e commercio bellici è un modo concreto per opporsi alla guerra e a chi la a(r)ma.\r\nAl corteo parteciperanno delegazioni dalle tante lotte che attraversano i vari territori: contro basi militari, poligoni di tiro e aeroporti militari, caserme e spazi di esercitazione.\r\n\r\nLa guerra ai migranti ha avuto una brusca accelerazione\r\nIl 6 novembre la presidente del consiglio dei ministri Meloni ha sottoscritto con il primo ministro albanese Rama un protocollo per la gestione in territorio albanese dei naufraghi ripescati in mare dalla Marina Militare e dalla Guardia di Finanza.\r\nSiamo arrivati alla realizzazione di campi di concentramento fuori dai confini, luoghi dove sarà ben difficile per i reclusi comunicare con gli avvocati o presentare ricorsi. Alla faccia del divieto dei respingimenti collettivi, del diritto di asilo e di altri “principi”.\r\nA fine settembre il governo aveva prolungato la detenzione amministrativa sino a 18 mesi e aveva dato mandato al ministero della Difesa di costruire nuove prigioni per migranti e richiedenti asilo in aree militari, scegliendo piccole località poco abitate.\r\nUna scelta che qualifica CPR, Cas ed hotspot come “opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale”.\r\nIl governo fa la guerra ai migranti e schiera le forze armate. I CPR sono diventati, anche per legge, campi di concentramento per prigionieri di guerra.\r\nIl governo alza l’asticella a incarica la Marina militare e la Guardia di Finanza di rastrellare in mare e imprigionare fuori dai confini gli sconfitti della guerra che lo Stato Italiano combatte da decenni nel Mare di Mezzo.\r\nCe ne ha parlato Raffaele\r\n\r\nLotte antimilitariste e questione sociale\r\nLa lotta contro il militarismo, il nazionalismo e la guerra è uno dei passaggi fondamentali nella lotta degli oppressi e degli sfruttati in ogni dove.\r\nA Torino il governo della città, quello della Regione e Confindustria sostengono la nascita della Città dell’Aerospazio e dell’acceleratore di innovazione della NATO.\r\nI diversi attori imprenditoriali e politici sostengono il progetto giocando la carta del ricatto occupazionale, in una città sempre più povera, dove arrivare a fine mese è ancora più difficile, dove salute, istruzione, trasporti sono sempre più un privilegio per chi può pagare.\r\nOccorre capovolgere la logica perversa che vede nell’industria bellica il motore che renderà più prospera la nostra città. Un’economia di guerra produce solo altra guerra.\r\nNon è difficile immaginare quanto migliori sarebbero le nostre vite se la ricerca e la produzione venissero usate per la cura invece che per la guerra.\r\nContrastare la nascita del nuovo polo bellico a Torino non è mera opposizione etica alle guerre capitaliste ed imperialiste, ma anche un passaggio necessario a ripensare lo spazio urbano e chi ci vive, come luogo di negazione delle dinamiche gerarchiche sottese all’opaca città dell’aerospazio ed alla scintillante vetrina dei grandi eventi.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nSabato 18 novembre\r\nDisertiamo la guerra!\r\nOre 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nCorteo Antimilitarista\r\n\r\n- No all'aerospace and defence meetings!\r\n- No all’industria bellica\r\n- No alla Città dell’aerospazio!\r\n- No alla Nato a Torino!\r\n- No alla guerra e all'economia di guerra\r\n- Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra\r\n- Contro tutti gli imperialismi: né con la Russia né con la NATO.\r\n- Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Apriamo le frontiere ad obiettori e disertori\r\n- No all’invio di armi!\r\n- Contro la guerra a profughi e migranti in mare e in montagna.\r\n- Distruggiamo le frontiere!\r\n- No alle missioni militari all’estero\r\n- No alle spese militari e alla militarizzazione delle nostre città\r\n- Contestiamo la propaganda militarista, la retorica patriottica, la guerra e chi la a(r)ma\r\n- Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere.\r\nAssemblea Antimilitarista\r\n\r\nMartedì 28 novembre\r\nore 12\r\nPresidio all'Oval in via Matté Trucco 70\r\nNo ai mercanti d’armi! 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