","L’Italia e la guerra in Ucraina","post",1647970143,[65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/guerra-in-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/italia-in-guerra/","http://radioblackout.org/tag/spesa-militare/",[15,70,71,72],"guerra in ucraina","italia in guerra","spesa militare",{"post_content":74,"tags":80},{"matched_tokens":75,"snippet":78,"value":79},[76,77],"spesa","militare","deciso un ulteriore aumento della \u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>militare\u003C/mark> e l’invio di truppe sul","Migliaia di militari delle forze speciali e di pronto intervento, decine di caccia intercettori, velivoli d’intelligence e per il rifornimento in volo, una flotta navale e centinaia di mezzi pesanti tra carri armati, cingolati e blindati. Il governo italiano ha deciso un impegno \u003Cmark>militare\u003C/mark> di primo piano sin dalle prime ore dall’attacco russo all’Ucraina.\r\nIl 26 febbraio, il ministero della Difesa ha reso noto il trasferimento nella base aerea di Costanza in Romania di quattro caccia intercettori di quarta generazione Eurofighter 2000 dell’Aeronautica \u003Cmark>Militare\u003C/mark> che si aggiungono agli altri quattro aerei da guerra della stessa tipologia inviati in Romania i primi di dicembre 2021 nell’ambito della missione Nato di controllo dello spazio aereo dell’Europa orientale Air Policing.\r\nUn ponte aereo ha trasportato in Polonia armi destinate al governo Zelensky sin dal 2 marzo. Draghi ha deciso un ulteriore aumento della \u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>militare\u003C/mark> e l’invio di truppe sul fronte est della NATO. 500 militari, scelti tra gli incursori della Marina, Col Moschin, Forze speciali dell'Aeronautica e Task Force 45, si vanno ad aggiungere ai 240 alpini in Lettonia e i 138 uomini dell'Aeronautica in Romania. Nel Mar Nero ci sono la fregata FREMM “Margottini” e il cacciamine “Viareggio”, oltre alla portaerei “Cavour” con i cacciabombardieri F-35. La portaerei Garibaldi partecipa alla gigantesca esercitazione \u003Cmark>militare\u003C/mark> “cold response”, con 35.000 militari impegnati sino sino a fine aprile.\r\nL’italia è una piattaforma logistica di guerra: da Aviano partono quotidianamente gli F16 caccia bombardieri capaci di trasportare bombe atomiche diretti in Polonia. Dall’aeroporto di Pratica di mare e da Sigonella si muovono i droni spia diretti ai confini dell’ Ucraina. \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/2022-03-22-mazzeo-italia-guerra.mp3\"][/audio]",[81,83,85,87],{"matched_tokens":82,"snippet":15},[],{"matched_tokens":84,"snippet":70},[],{"matched_tokens":86,"snippet":71},[],{"matched_tokens":88,"snippet":89},[76,77],"\u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>militare\u003C/mark>",[91,97],{"field":39,"indices":92,"matched_tokens":94,"snippets":96},[93],3,[95],[76,77],[89],{"field":98,"matched_tokens":99,"snippet":78,"value":79},"post_content",[76,77],1157451471441625000,{"best_field_score":102,"best_field_weight":14,"fields_matched":103,"num_tokens_dropped":51,"score":104,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":51},"2211897868544",2,"1157451471441625194",{"document":106,"highlight":128,"highlights":148,"text_match":100,"text_match_info":156},{"cat_link":107,"category":108,"comment_count":51,"id":109,"is_sticky":51,"permalink":110,"post_author":54,"post_content":111,"post_date":112,"post_excerpt":57,"post_id":109,"post_modified":113,"post_thumbnail":114,"post_thumbnail_html":115,"post_title":116,"post_type":62,"sort_by_date":117,"tag_links":118,"tags":124},[48],[50],"38323","http://radioblackout.org/2016/11/torino-niente-pace-per-chi-fa-guerra/","L'assemblea antimilitarista ha indetto una settimana di iniziative in occasione del 4 novembre, festa delle forze armate italiane.\r\nLa settimana si è aperta il 29 otobre con un presidio, poi diventato itinerante per le strade del Balon e di Porta Palazzo.\r\nLe prossime iniziative sono:\r\n\r\nMercoledì 2 novembre ore 21 alla FAT, in corso Palermo 46 “Bombe, muri e frontiere. Giochi di potenza dal Mediterraneo all'Eufrate. Dal nuovo secolo americano al tutti contro tutti”\r\nInterverrà Stefano Capello, autore, tra gli altri, di \"Oltre il giardino\"\r\n\r\n\r\nVenerdì 4 novembre ore 17\r\nParata dei disertori durante la cerimonia militarista per la “festa” delle forze armate\r\nAppuntamento in piazza Castello angolo via Garibaldi\r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Domenico, un compagno novarese, attivo nel movimento contro gli F35.\r\nCon lui abbiamo approfondito i temi dell'appello dell'Assemblea Antimilitarista, che vi riportiamo di seguito.\r\n\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-11-01-antimili-dome\r\nIl 4 novembre è la festa delle forze armate. Viene celebrata nel giorno della “vittoria” nella prima guerra mondiale, un immane massacro per spostare un confine.\r\nIl 4 novembre è la festa degli assassini. La divisa e la ragion di stato trasformano chi uccide, occupa, bombarda, in eroe.\r\nCent'anni fa, a rischio della vita, disertarono a migliaia la guerra, consapevoli che le frontiere tra gli Stati sono le righe che demarcano il territorio di chi governa, ma non hanno nessun significato per chi abita uno o l'altro versante di una montagna, l'una o l'altra riva di un fiume, dove nuotano gli stessi pesci, dove crescono le stesse piante, dove vivono uomini e donne che si riconoscono uguali di fronte ai padroni che si fanno ricchi sul loro lavoro. \r\n\r\nCent'anni dopo, quelle trincee impastate di sangue, sudore, fango e rabbia la retorica patriottica, il garrire di bandiere e le parate militari nascondono i massacri, i pescecani che si arricchivano, le “decimazioni”, gli stupri di massa. E ancora nessuno parla delle rivolte, delle “tregue spontanee”, dell'odio per gli ufficiali. Ne resta traccia nelle canzoni, che tenaci sono passate di bocca in bocca e riecheggiano nelle labbra di chi oggi lotta contro eserciti, guerre, stati e frontiere.\r\n\r\nIn questi anni lungo i confini d'Italia si sta combattendo una guerra feroce contro la gente in viaggio, contro chi fugge conflitti dove le truppe italiane sono in prima fila.\r\nIn Iraq battaglioni d'élite dell'esercito tricolore partecipano all'assedio di Mosul, per cacciare i jihadisti dello Stato Islamico.\r\nSono in Iraq da mesi per difendere gli interessi della Trevi, la ditta italiana che si è aggiudicata i lavori alla diga di Mosul, uno snodo strategico per chi intende fare buoni affari nel paese.\r\nI governi alleati dell'Italia hanno finanziato e protetto i soldati della jihad prima in Afganistan, poi in Siria. A Mosul si sta consumando in nostro nome un altro immane massacro di uomini, donne e bambini, pedine di un gioco feroce di potenza.\r\nAd Aleppo si muore da anni nel silenzio fragoroso dei più. Le lacrime ipocrite per i bimbi morti non hanno fermato le bombe.\r\nIn Rojava, dove dal 2012 la popolazione ha deciso di attuare un percorso di autonomia politica, di solidarietà e di mutuo appoggio, nella cornice del confederalismo democratico, il governo turco bombarda le città nel silenzio fragoroso di chi, proprio sulle milizie maschili e femminili della regione a maggioranza curda della Siria, ha fatto leva per fermare l'avanzata dell'Isis. La rivoluzione democratica in Rojava apre una crepa nelle logiche di potere che caratterizzano le grandi potenze che si contendono il controllo del Mediterraneo all'Eufrate.\r\n\r\nSin dalla seconda guerra mondiale muoiono nei conflitti armati più civili e sempre meno militari. I soldati sono professionisti super addestrati, strumenti costosi e preziosi da preservare, mentre le persone senza divisa diventano obiettivi bellici di primaria importanza in conflitti che giocano la carta del terrore, per piegare la resistenza delle popolazioni che serve sottomettere, per realizzare i propri obiettivi di dominio. La propaganda di guerra all'Isis marchia come terroristi i militari della jihad, ma usa gli stessi mezzi. Solo la narrazione è diversa. Torture, rapimenti extragiudiziali, detenzioni senza processo, sono normali ovunque. L'Isis ama di più lo spettacolo e lo usa per dimostrare la propria forza e attrarre a se nuovi adepti. Al di là del palcoscenico la macelleria di Abu Graib, di Guantanamo, della School of Americas è la medesima esibita a Raqqa, Ninive, Senjal.\r\nAl riparo delle loro basi, a dieci minuti di auto dalle loro case, i piloti dei droni, osservano in uno schermo le possibili vittime, le puntano e le colpiscono come in un videogioco. La guerra virtuale diventa reale, ma accresce la distante onnipotenza di chi dispensa morte da una base lontana migliaia di chilometri dal sangue, dalle feci, dagli arti straziati, dall'inenarrabile dolore di chi vede morire i propri figli, amici, genitori.\r\nQuesti giocattoli letali costano molto meno di un bombardiere. Un Predator armato costa 4 milioni di dollari contro i 137 di un F35.\r\n\r\nL’Italia è in guerra da decenni ma la chiama pace.\r\nÈ una guerra su più fronti, che si coniuga nella neolingua del peacekeeping, dell’intervento umanitario, ma parla il lessico feroce dell’emergenza, dell’ordine pubblico, della repressione.\r\nLa guerra diventa filantropia planetaria, le bombe mezzi di soccorso.\r\nGli stessi militari delle guerre in Bosnia, Iraq, Afganistan, gli stessi delle torture e degli stupri in Somalia, sono nei CIE, nelle strade delle nostre città, sono in Val Susa, sono nel Mediterraneo e sulle frontiere fatte di nulla, che imprigionano uomini, donne e bambini.\r\nGuerra esterna e guerra interna sono due facce delle stessa medaglia. Le sostiene la stessa propaganda: le questioni sociali, coniugate in termini di ordine pubblico, sono il perno su cui fa leva la narrazione militarista.\r\n\r\nTorino è uno dei principali centri dell’industria aerospaziale bellica.\r\nSono cinque le aziende piemontesi, leader nel settore: Alenia Aermacchi, Thales Alenia Space, Avio Aero, Selex Es, Microtecnica Actuation Systems / UTC. 280 SMEs.\r\nL’industria di guerra è un buon business, che non va mai in crisi. L’industria bellica italiana fa affari con chiunque. I soldi non puzzano di sangue e il made in Italy va alla grande.\r\nL'Europa ha pagato miliardi il governo turco perché trattenesse i profughi che lo scorso anno premevano alle frontiere chiuse. Li ha allontanati dalla vista e se ne è lavata le mani: nelle cerimonie ufficiali il ministro di turno spende retorica su chi muore in mare o in fondo a un tir. La verità cruda ma banale è che in Siria, in Iraq, in Afganistan, in Libia si combatte con armi che spesso sono costruite a due passi dalle nostre case.\r\nA Torino e Caselle c’è l’Alenia, la sua “missione” è fare aerei militari. Nello stabilimento di Caselle Torinese hanno costruito gli Eurofighter Thypoon, i cacciabombardieri made in Europe, e gli AMX. Le ali degli F35, della statunitense Loockeed Martin, sono costruite ed assemblati dall’Alenia.\r\nUn business milionario. Un business di morte.\r\nLo Stato italiano investe ogni ora due milioni e mezzo di euro in spese militari, di cui mezzo milione solo per comprare nuove bombe e missili, cacciabombardieri, navi da guerra e carri armati. Gli altri servono per le missioni militari all'estero, per il mantenimento del militari e delle strutture. Si tratta, per il 2016, di 48 milioni di euro al giorno. Il governo nei prossimi anni ha deciso di spenderne ancora di più. Alla faccia di chi si ammala e muore perché non riesce ad accedere a esami specialistici e cure mediche.\r\nNel nuovo Documento programmatico pluriennale della Difesa - 2016-2018 - sono previsti: 13,36 miliardi di spese nel 2016 (carabinieri esclusi), l’1,3 per cento in più rispetto all’anno scorso. Cifra che sale a 17,7 miliardi (contro i 17,5 del 2015) se si considerano i finanziamenti del ministero dell’Economia e delle Finanze alle missioni militari (1,27 miliardi, contro gli 1,25 miliardi dell’anno precedente) e quelli del ministero per lo Sviluppo Economico ai programmi di riarmo (2,54 miliardi, nel 2015 erano 2,50).\r\n\r\nFinanziamenti, quelli del Mise, che anche quest’anno garantiscono alla Difesa una continuità di budget per l’acquisto di nuovi armamenti per un totale di 4,6 miliardi di euro (contro i 4,7 del 2015). Le spese maggiori per quest’anno riguardano i cacciabombardieri Eurofighter (677 milioni), gli F-35 (630 milioni), la nuova portaerei Trieste e le nuove fregate Ppa (472 milioni), le fregate Fremm (389 milioni), gli elicotteri Nh-90 (289 milioni), il programma di digitalizzazione dell’Esercito Forza Nec (203 milioni), i nuovi carri Freccia (170 milioni), i nuovi elicotteri Ch-47f (155 milioni), i caccia M-346 (125 milioni), i sommergibili U-212 (113 milioni).\r\nLa vocazione umanitaria delle forze armate italiane ha fame di nuovi costosissimi giocattoli.\r\nIn tutto il paese ci sono aeroporti militari, poligoni, centri di controllo satellitare, postazioni di lancio dei droni.\r\nLe prove generali dei conflitti di questi anni vengono fatte nelle basi sparse per l’Italia.\r\nLa rivolta morale non basta a fermare la guerra, se non sa farsi resistenza concreta.\r\nNegli ultimi anni sono maturate esperienze che provano a saldare il rifiuto della guerra con l’opposizione al militarismo: il movimento No F35 a Novara, i no Muos che si battono contro le antenne assassine a Niscemi, gli antimilitaristi sardi che lottano contro poligoni ed esercitazioni. Anche nelle strade delle nostre città, dove controllo militare e repressione delle insorgenze sociali sono ricette universali, c’è chi non accetta di vivere da schiavo, c'è chi si oppone alla militarizzazione delle periferie, ai rastrellamenti, alle deportazioni.\r\nPer fermare la guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le strade.\r\n\r\nContro tutti gli eserciti, contro tutte le guerre!\r\n\r\nAssemblea Antimilitarista\r\nantimilitarista@inventati.org","1 Novembre 2016","2016-11-02 12:12:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/drooker_slingshot-vs-tank-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"260\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/drooker_slingshot-vs-tank-300x260.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/drooker_slingshot-vs-tank-300x260.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/drooker_slingshot-vs-tank.jpg 461w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino. 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Nei fatti si tratta dello strumento legislativo che serve ad attuare le decisioni governative di finanza pubblica. Il governo valuta quale sia la soglia di debito che si può raggiungere restando nei parametri imposti dall'Unione Europea, poi fa le leggi che suppone possano consentire di rimanere dentro i paletti dell'UE.\r\nI conti sono presto fatti: c'é una previsione di aumento del PIL dell'1% in termini reali cui si deve aggiungere la crescita dell'1,9% dovuta all'inflazione e si arriva ad una previsione di aumento del 2,9%. L'indebitamento è pronosticato del 2,5%. Ne consegue che la differenza tra Pil e debito si attesterebbe allo 0,4%, rientrando così nei parametri europei che richiedono una riduzione del rapporto debito pil dello 0,5% l'anno. Nei prossimi anni si dovrebbe avere un'ulteriore riduzione del debito dell'0,5%. Ne consegue che il governo deve ridurre la spesa pubblica per raggiungere l'obiettivo prefissato.\r\nQuest'anno il compito del governo è relativamente facile, perché i soldi spesi arrivano per lo più dal lato delle entrate, dalle spese in conto capitale, ossia dai soldi che si incassano costruendo qualcosa. Vi rientra persino l'aumento della spesa per la sorveglianza del cantiere/fortino di Chiomonte.\r\nIn questo momento non tutto è definito, perché la legge, sebbene già inviata a Bruxelles per rispettare la scedenza del 15 ottobre, deve passare ancora al vaglio del parlamento.\r\nAlcune spese sono tuttavia già state definite per il 2014.\r\nVediamo quali.\r\nLe entrate, o, per meglio dire, la minori uscite valgono quest'anno 8,6 miliardi, dei quali 3,5 miliardi provengono da tagli alla spesa dello Stato (-2,5) e delle Regioni (-1).\r\nNei giorni scorsi era stato agitato lo spauracchio che i tagli fossero soprattutto nel settore della sanità. Poi Letta ha trionfamente annunciato di essere riuscito a scongiurare un ulteriore colpo di mannaia sulla salute di noi tutti. Una farsa. Il miliardo di tagli dei contributi alla spesa regionale saranno, nei fatti, taglia alla sanità in differita, perché la scelta passerà dal Governo alle Regioni, che potranno scegliere se colpire gli ospedali o il trasporto pubblico. In Piemonte negli ultimi anni hanno fatto terra bruciata su entrambi i fronti.\r\nI tagli previsti dal governo colpiscono pensionati e dipendenti pubblici. Continua il blocco della contrattazione e - quindi, dei salari. Il tfr sarà dato in due rate, per posticipare il debito, così chi ci avesse fatto conto per qualche spesa importante dovrà aspettare. Non ci sarà adeguamento all'inflazione di buona parte delle pensioni: siccome invece i prezzi crescono ne consegue che le pensioni sono state ridotte.\r\nGli altri tagli alla spesa sono ancora indefiniti. Hanno nominato un nuovo commissario per la razionalizzazione della spesa: al posto di Bondi andrà Cottarelli, che ha l'incarico di fare tagli per qualche decina di miliardi nei prossimi anni. Il governo, sospettando sin da ora che Cottarelli imiterà il suo predecessore e non farà nulla, hanno già deciso che, nel caso i tagli non ci fossero avrebbero aumentato le accise, ossia le tasse su benzina, sigarette, etc, e ridotto drasticamente gli sgravi fiscali.\r\nAnche la tanto celebrata riduzione del cuneo fiscale, ossia la divaricazione tra stipendio lordo e stipendio netto, potrebbe essere una presa in giro. Il cuneo fiscale, ossia l'enorme divaricazione tra quanto versato dal datore di lavoro e quanto percepito dal lavoratore, è in parte dovuto alla forte pressione fiscale in parte alla gestione dell'INPS. L'INPS non paga solo le pensioni ma si occupa di molti altri finaziamenti, Tav compreso. Ne consegue che L'INPS è spesso in deficit e per far fronte all'ammanco hanno aumentato l'età lavorativa a 65 anni e ridotto le aliquote. L'Irpef viene diminuita di un miliardo e mezzo a fronte dei dieci miliardi che lo Stato prenderà se non ci sarà la riduzione della spesa. In altri termini lo Stato da uno e prende dieci: una vera presa per il cuneo.\r\nUn altro mezzo miliardo lo ricaveranno dalla vendita di immobili di proprietà dello Stato. Una buona parte degli introiti, almeno due miliardi, verranno dai trattamenti fiscali sulle banche e le assicurazioni: questa è una vera bomba a orolegeria che il governo sta preparando a far esplodere.\r\nBanca d'Italia non è più di proprietà pubblica ma le sue azioni in mano alle banche valgono poco, come poco è l'introito fiscale che ne ricava lo Stato. Se il governo sopravvaluterà le azioni di banca d'Italia sino a sette, otto miliadi, ne tirerà fuori bel po' di soldi, ma, dal prossimo anno dovrà pagare interessi enormi. E' come al gioco delle tre carte: chi regge il gioco ti fa guadagnare una buona cifra per farti credere che puoi vincere e indurti a continuare: alla fine perderai dieci volte quello che hai guadagnato.\r\nIn questo modo un'operazione che all'apparenza pare un prelievo straordinario a banche e assicurazioni, si trasformerà a breve in un bel pacco regalo a spese di noi tutti.\r\nLa service tax, quella che ha sostituito l'IMU, viene per la prima volta definita. Questa nuova tassa colpisce anche gli affittuari, che saranno obbligati a pagare al posto di chi l'affitto lo percepisce. Non solo. La vecchia IMU prevedeva varie detrazioni, 200 euro più altri 200 a figlio: la service tax le ha abolite. Il governo ha deciso di stanziare un miliardo ai comuni per rimettere le agevolazioni, ma il deficit dei comuni italiani è tale che nessuno li userà per questo.\r\nAlla fine della fiera cinque milioni di abitazioni, le più piccole e povere, che prima, grazie alle detrazioni, non pagavano l'IMU, pagheranno la Tirse.\r\nUn vero capolavoro della coppia Letta/Alfano. Le promesse elettorali di Berlusconi sono state mantenute con l'abolizione dell'IMU, ma i soldi entreranno lo stesso, facendo pagare quelli che prima ne erano esenti.\r\nSul fronte delle spese il governo ha deciso il rifinanziamento delle missioni militari all'estero - 850 milioni di euro - per il prossimo anno. La cassa integrazione in deroga sarà invece rifinanziata per soli sei mesi: se allora non ci saranno i soldi migliaia di persone si ritroveranno senza alcun reddito.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Francesco Carlizza, che il prossimo 22 novembre sarà a Torino per una serata dedicata proprio al gioco dell'economia.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2013 10 18 fricche legge stabilità","20 Ottobre 2013","2018-10-17 22:59:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/in-bilico-200x110.jpg","Legge di stabilità. 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Un nuovo che non ha nulla di intrinsecamente preferibile al vecchio, a cui non mancano anzi i tratti minacciosi e perfino catastrofici, ma che ci interessa perchè il suo addivenire dirada le nebbie dell'incertezza e della paralisi e apre possibilità inedite. Dove cresce il pericolo cresce anche ciò che dà salvezza...\r\n\r\nNella puntata di oggi parleremo di spesa militare e ci porremo la domanda seguente: siamo o meno in una fase di corsa agli armamenti?\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/cronache1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta gli episodi successivi: Episodio 2\r\n\r\nPer impressioni, quesiti e critiche in merito a questo ciclo di approfondimenti: interregno@canaglie.org\r\n\r\n \r\n\r\n------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------","19 Novembre 2019","2020-07-13 23:39:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/IMG-20191117-WA0001-200x110.jpg","Cronache dell'interregno - Episodio 1 - Spesa militare e corsa agli armamenti",1574168142,[563],"http://radioblackout.org/tag/cronache-dellinterregno/",[355],{"post_content":566,"post_title":570},{"matched_tokens":567,"snippet":568,"value":569},[76,77],"puntata di oggi parleremo di \u003Cmark>spesa\u003C/mark> \u003Cmark>militare\u003C/mark> e ci porremo la domanda","In questa rubrica cercheremo di orientarci nell'interregno in cui ci troviamo, in cui per riprendere una celebre formula: “Il vecchio muore e il nuovo non può nascere”.\r\n\r\nL'interregno è una fase in cui i rapporti fra coloro che stanno in basso e coloro che stanno in alto si sono destabilizzati e possono sempre meno appoggiarsi alle consuetudini stabilite o ammesse, ma i contenziosi che oppongono gli uni agli altri non hanno ancora conosciuto le battaglie decisive e i momenti risolutivi, siano essi di segno riformista o rivoluzionario.\r\n\r\nL'interregno è dunque un periodo in cui una certa configurazione del rapporto di sfruttamento, che struttura e dà coerenza alla società capitalistica nel suo insieme, è andata incontro ai suoi limiti, e per un verso continua a sbattere contro questi limiti, per un altro verso vede nascere ogni sorta di tentativi più o meno rozzi per andare al di là di essi.\r\n\r\n[...] Nell'esplorazione che proporremo in queste cronache ci concentreremo di volta in volta su un aspetto particolare dell'interregno, cercheremo di individuare e mettere in rilievo gli eventi e le tendenze che illustrano il vecchio che muore e il nuovo che si appresta a nascere. 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Ebraico \r\n\r\n \r\n\r\nLa vendetta della Procura. Perquisiti quattro anarchici per la solidarietà a Laura\r\n\r\n \r\n\r\nAprono vecchi e nuovi centri di detenzione per immigrati. Parliamo con Federico della situazione in Friuli\r\n\r\n \r\n\r\nManifestazione antimilitarista del 2 giugno \r\n\r\n \r\n\r\nSpesa militare. 64 milioni di euro al giorno\r\n\r\n \r\n\r\nProssimi appuntamenti\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 21 maggio\r\nore 17\r\nInfo, volantinaggi e assemblea No Zoo(m)al Fenix – giardini Irreali \r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 22 maggio\r\nore 9\r\nall'Unione Industriale\r\nTelt fa il suo show per la nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon...\r\n Ospiti non invitati ci saranno anche i No Tav\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 24 maggio\r\nore 17\r\nLa vendetta della Procura\r\npunto info solidale con Laura e con i compagni della FAT colpiti dalla repressione per le scritte comparse in città dopo la sentenza della giudice Minucci che ha assolto lo stupratore Raccuia\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 2 giugno\r\nManifestazione antimilitarista – contro la guerra ai poveri, la militarizzazione del territorio e dei mari, la produzione bellica. \r\nore 15 da piazza Statuto\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\n\r\n \r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org\r\n\r\n ","19 Maggio 2017","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/bimba-anarchy-200x110.jpg","Anarres del 19 maggio. 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Parliamo con Federico della situazione in Friuli\r\n\r\n \r\n\r\nManifestazione antimilitarista del 2 giugno \r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>Spesa\u003C/mark> \u003Cmark>militare\u003C/mark>. 64 milioni di euro al giorno\r\n\r\n \r\n\r\nProssimi appuntamenti\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 21 maggio\r\nore 17\r\nInfo, volantinaggi e assemblea No Zoo(m)al Fenix – giardini Irreali \r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 22 maggio\r\nore 9\r\nall'Unione Industriale\r\nTelt fa il suo show per la nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon...\r\n Ospiti non invitati ci saranno anche i No Tav\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 24 maggio\r\nore 17\r\nLa vendetta della Procura\r\npunto info solidale con Laura e con i compagni della FAT colpiti dalla repressione per le scritte comparse in città dopo la sentenza della giudice Minucci che ha assolto lo stupratore Raccuia\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 2 giugno\r\nManifestazione antimilitarista – contro la guerra ai poveri, la militarizzazione del territorio e dei mari, la produzione bellica. \r\nore 15 da piazza Statuto\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\n\r\n \r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org\r\n\r\n ",{"matched_tokens":598,"snippet":599,"value":599},[76],"Anarres del 19 maggio. 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Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/2025-03-14-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nEconomia di guerra\r\nSpesa militare, dazi, dinamiche inflattive, impoverimento e i guerrafondai del 15 marzo\r\nLa scorsa settimana abbiamo cominciato a ragionare sulle implicazioni del programma di riarmo europeo che il parlamento UE ha approvato l’altro ieri.\r\nOggi proveremo ad approfondire l’effetto devastante che il ciclone von der Leyen, sommandosi al ciclone Trump, avrà sulle vite di chi vive in Europa.\r\nNel frattempo la sinistra istituzionale italiana si è sfracellata sul ReArm Europe. La manifestazione in difesa dell’Europa, cui si erano accodati tutt proprio perché sottilmente ambigua sulla guerra, ha finito con l’imbarazzare alcuni. Ma si tratta di sottigliezze.\r\nLa questione vera è la necessità di una risposta internazionalista e classista alle politiche guerrafondaie che ci stanno sprofondando nel baratro della terza guerra mondiale.\r\nLa miscela di liberismo estremo e warfare potrebbe essere esplosiva. In tempi non troppo lontani.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nLe parole proibite di Trump\r\nDopo l’epurazione dei dipendenti federali scomodi arriviamo alla censura dei termini sgraditi all’amministrazione razzista, omofoba, transfobica, misogina statunitense.\r\nCon effetti tanto paradossali da risultare ridicoli: peccato che ci sia ben poco da ridere.\r\nMolti termini diventeranno parole proibite, da cancellare dai documenti pubblici e dalle policy dei vari uffici federali. Secondo quanto ricostruito negli ultimi giorni dal New York Times, infatti, numerosi atti e raccomandazioni inviati dall'amministrazione Trump a uffici statali e istituzioni pubbliche inviterebbero alla rimozione di una serie di vocaboli e espressioni da siti internet, pubblicazioni rivolte al pubblico, programmi di formazione e persino da alcuni curriculum scolastici. Alcuni documenti parlano di una vera e propria messa al bando, altri sconsigliano caldamente di utilizzare espressioni che rimandino all'orientamento sessuale e all'identità di genere, all'inclusione delle comunità razzializzate, all'attivismo, al mutamento climatico ed alla tutela dell’ambiente e ad altri ambiti considerati dalla destra americana come affini alla cosiddetta cultura woke .\r\nParticolarmente feroce è la censura di genere: per esempio dal sito del New York's Stonewall National Monument, il luogo che ricorda la prima sollevazione del movimento LGBTQ+ contro la repressione delle forze dell'ordine nel 1989, è stato cancellato ogni riferimento alle persone transgender, che pure furono invece fondamentali per lo scoppio della rivolta; in generale, la sigla LGBTQ+ è ridotta sistematicamente in ogni comunicazione ufficiale a LGB: le persone transgender e queer sono cancellate. Per ora dalle carte. In seguito?\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nNo alla città dell’aerospazio!\r\nLo scorso 10 marzo, a sorpresa, un gruppo di antimilitarist* ha vivacemente contestato l’avvio dei lavori di demolizione e scavo preliminari alla costruzione di nuovo polo bellico a Torino.\r\nUn’azione di battitura con fumogeni, cartelli, scritte e interventi diretti ad automobilisti e passanti, si è tenuta in corso Marche, alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, in stato di abbandono da lunghi anni.\r\nVecchi abiti, scarpe e oggetti di uso quotidiano insanguinati sono quello che resta dopo la guerra, i bombardamenti, i droni intelligenti. Le industrie d'armi producono morte. Non dimentichiamolo.\r\nDopo un’ora a mezza di battitura gli/le antimilitarist* si sono spostat* al mercato di corso Brunelleschi per dar vita ad un punto informativo tra gli abitanti del quartiere.\r\nLa Città dell’Aerospazio non deve decollare! Continueremo a metterci di mezzo.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.\r\nNoi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.\r\nNoi pratichiamo il disfattismo rioluzionario\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nVenerdì 25 aprile\r\nore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista\r\n(in caso di pioggia ci troviamo in piazza Crispi).\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","15 Marzo 2025","2025-05-28 17:14:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/REArm-Europe-200x110.jpeg","Anarres del 14 marzo. 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Continueremo a metterci di mezzo.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.\r\nNoi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.\r\nNoi pratichiamo il disfattismo rioluzionario\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nVenerdì 25 aprile\r\nore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista\r\n(in caso di pioggia ci troviamo in piazza Crispi).\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[625],{"field":98,"matched_tokens":626,"snippet":622,"value":623},[403,77],{"best_field_score":255,"best_field_weight":323,"fields_matched":203,"num_tokens_dropped":51,"score":628,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":51},"1157451471441100913",6637,{"collection_name":376,"first_q":72,"per_page":25,"q":72},["Reactive",632],{},["Set"],["ShallowReactive",635],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fCkrrqXVvpltpEYLMaUWCWiLI6qv3ML2R3uf2JL2JYIY":-1},true,"/search?query=spesa+militare"]