","La MagniFica: occupazione e sgombero al volo",1611677295,[],[],{"post_content":114,"post_title":118},{"matched_tokens":115,"snippet":116,"value":117},[78,66,67],"delle case popolari, spruzzandole lo \u003Cmark>spray\u003C/mark> \u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>peperoncino\u003C/mark> in faccia e arrestandola per","Due giorni fa la Magni*fica Occupata Casa delle Donne* ha tentato una nuova occupazione dopo lo sgombero del 22 settembre.\r\nDopo appena un’ora e mezza di occupazione, la digos \u003Cmark>al\u003C/mark> completo ha preso a calci e pugni una quindicina di compagnx che si trovavano all'esterno e ha sgomberato coattamente lo spazio.\r\nProssimo appuntamento è un’assemblea domenica 31 gennaio in piazza dei Ciompi alle 15.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Spiros della MagniFica\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/2021-01-26-magniFica-spiros.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito il comunicato della MagniFica\r\n\r\n“Lo Stato contro donne e comunità LGBTQIA+\r\n\r\nIeri la Magni*fica Occupata Casa delle Donne* ha tentato una nuova occupazione dopo lo sgombero del 22 settembre.\r\n\r\nDopo appena un’ora e mezza di occupazione, la digos \u003Cmark>al\u003C/mark> completo ha preso a calci e pugni una quindicina di compagnx che si trovavano all'esterno e ha sgomberato coattamente lo spazio.\r\n\r\nLe compagne e lx solidalx sono statx circondatx da 4 camionette della celere.\r\n\r\nE' evidente che per sgomberare chi, da ormai più di 6 mesi, sta lottando per uno spazio sicuro contro la violenza di genere, la questura non badi a spese.\r\n\r\nCosì come non ha badato a spese quando, qualche mese fa, la squadraccia antidegrado della municipale (organo ben noto a chi vive a Firenze per i suoi metodi fascisti contro lx migrantx) è andata a sfrattare Anna, una donna che non poteva più permettersi l’affitto delle case popolari, spruzzandole lo \u003Cmark>spray\u003C/mark> \u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>peperoncino\u003C/mark> in faccia e arrestandola per “resistenza”.\r\n\r\nTutto ciò con finale plauso di Nardella che si congratulava per “il ripristino della legalità”.\r\n\r\nLa stessa legalità che a Firenze fa svendere villino Borchi (l’ex Magni*fica) a imprese multinazionali, invece che a 20 milioni di euro (prezzo d’acquisto dell’immobile da parte della regione toscana) a 8 milioni, per farne l’ennesimo albergo di lusso.\r\n\r\nQuesto in una città in cui si scacciano gli abitanti a suon di gentrificazione, fogli di via, decoro e sfratti violenti.\r\n\r\nA Firenze c’è un problema che è noto a tuttx da troppo tempo: un’amministrazione degna del peggior feudalesimo che sta svendendo ogni cosa \u003Cmark>al\u003C/mark> miglior offerente.\r\n\r\nMentre prosegue la costruzione del terzo student hotel, gli spazi sociali vengono chiusi a suon di manganelli.\r\n\r\nLa Magni*fica è un’occupazione illegale, in un mondo in cui la legalità fa sì che uno sbirro stupratore apra un bar con pubblico elogio dei giornali locali, mentre una donna che non può pagare l’affitto viene sfrattata da prodi maschi patriottici armati a suon di botte.\r\n\r\nLa stessa legalità che ha portato a ben due agguati razzisti in città e all'assassinio di Samb, Diop e poi Idy Diene. Delitti che hanno portato denunce solo a chi è sces@ in piazza per protestare con rabbia contro il razzismo.\r\n\r\nQuella legalità fatta di migrantx pestatx in stazione dalla polizia, detenutx massacratx di botte nel carcere di Sollicciano e di lavoratricx e studentx pestatx ai cortei.\r\n\r\nMa noi non reagiamo vittimisticamente.\r\n\r\nChe lo stato faccia schifo, che la polizia faccia schifo, che Nardella e Giani facciano schifo, lo sappiamo benissimo.\r\n\r\nPer questo non possiamo limitarci a dire che la polizia è violenta o che Nardella si è fatto il parco giochi privato a Firenze, e guai osare contestarlo.\r\n\r\nReagire continuando a lottare nelle strade nonostante i fogli di via, le denunce, le minacce delle guardie: è una necessità.\r\n\r\nQuesto è l'unico modo per ostacolare questo processo di repressione sociale in atto da troppo tempo.\r\n\r\nLa Magni*fica è illegale sì, ma è anche necessaria, come sono necessarie tutte le occupazioni di spazi abbandonati. Sia per dare casa a chi non ce l’ha, sia per darci spazi sociali sicuri.\r\n\r\nLa Magni*fica ha una progettualità ben precisa, è abitata da un’assemblea eterogenea ben determinata a costruirla.\r\n\r\nLe narrazioni dei giornali su quali siano i nostri desideri le rispediamo \u003Cmark>al\u003C/mark> mittente assieme alle carte della questura che ci dipingono come leader o gregarie.\r\n\r\nSiamo ben consce di agire spinte da un'urgenza, non solo in quanto compagne femministe, queer, transfemministe, ma anche in quanto donne, froce, lesbiche, nonbinary, sex workers, transex che vivono in un mondo eterocispatriarcale.\r\n\r\nAbbiamo osato con la prima Magni*fica e ne siamo uscite felici e determinate a continuare questo percorso.\r\n\r\nNon sarà il secondo sgombero a fermarci.\r\n\r\nA Firenze la Magni*fica Occupata Casa delle Donne transfemminista queer ci sarà, così come ci sarà la lotta a sessismo, razzismo e omotransfobia ad ogni angolo.\r\n\r\nAbbiamo disturbato la quiete dei signori della città, dei ricchi proprietari di immobili lasciati vuoti a marcire da decenni. Siamo coscienti che la repressione sappia dove colpire. Ma siamo anche consapevoli di essere una collettività che ogni giorno affronta il patriarcato nel suo quotidiano e che qualche carta straccia o maschi alpha armati e in divisa, non ci facciano paura.\r\n\r\nLa Magni*fica è un desiderio che sappiamo non appartiene solo a noi, lo dimostra la solidarietà ricevuta da tutt' Italia, come dall'estero, oltre che dalla città che attraversiamo.\r\n\r\nLa Magni*fica è ormai una realtà!\r\n\r\nCerto più oggettiva di quei progetti schifosi di decoro messi in atto da Nardella&co.\r\n\r\nNon abbiamo alcuna intenzione di retrocedere!\r\n\r\nLa Magni*fica è una realtà!\r\n\r\nLa Magni*fica ritornerà!\r\n\r\nW la Magni*fica”",{"matched_tokens":119,"snippet":120,"value":120},[66],"La MagniFica: occupazione e sgombero \u003Cmark>al\u003C/mark> volo",[122,124],{"field":90,"matched_tokens":123,"snippet":116,"value":117},[78,66,67],{"field":87,"matched_tokens":125,"snippet":120,"value":120},[66],1736172819517014000,{"best_field_score":128,"best_field_weight":129,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":130,"tokens_matched":96,"typo_prefix_score":47},"3315704397824",14,"1736172819517014130",{"document":132,"highlight":156,"highlights":161,"text_match":126,"text_match_info":164},{"cat_link":133,"category":135,"comment_count":47,"id":137,"is_sticky":47,"permalink":138,"post_author":50,"post_content":139,"post_date":140,"post_excerpt":53,"post_id":137,"post_modified":141,"post_thumbnail":142,"post_thumbnail_html":143,"post_title":144,"post_type":56,"sort_by_date":145,"tag_links":146,"tags":151},[134,44],"http://radioblackout.org/category/altavisibilita/",[136,46],"altavisibilita","88603","http://radioblackout.org/2024/04/bologna-voci-dal-parco-don-bosco-resistente/","A Bologna da alcuni mesi un gruppo di residenti e solidali è in presidio permanente al parco Don Bosco, che si trova nel quartiere San Donato, proprio sotto i palazzoni della Regione Emilia. Qui c’è un progetto che vorrebbe costruire una nuova scuola accanto a quella che già esiste, abbattendo il parco adiacente.\r\nIl presidio resiste contro l'avanzata del cemento, nonostante i violenti tentativi di sgombero. Nella notte tra il 4 e il 5 aprile per rappresaglia un ragazzo di diciannove anni è stato aggredito con teaser e spray al peperoncino dai carabinieri, che lo hanno arrestato e poi rilasciato senza misure cautelari.\r\n\r\nE' di ieri la notizia che il cantiere è stato temporaneamente fermato, la resistenza in ogni caso non si ferma.\r\n\r\nDi passaggio a Bologna per Onde Riflesse, abbiamo raccolto qualche voce dal Don Bosco resistente:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/donbi.mp3\"][/audio]","9 Aprile 2024","2024-04-09 23:37:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/image_modfied-2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/image_modfied-2-300x150.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/image_modfied-2-300x150.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/image_modfied-2-1024x512.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/image_modfied-2-768x384.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/image_modfied-2.jpg 1100w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Bologna: voci dal parco Don Bosco resistente",1712649592,[147,148,149,150],"http://radioblackout.org/tag/bologna/","http://radioblackout.org/tag/donbosco/","http://radioblackout.org/tag/parco/","http://radioblackout.org/tag/teaser/",[152,153,154,155],"Bologna","donbosco","parco","teaser",{"post_content":157},{"matched_tokens":158,"snippet":159,"value":160},[78,66,67],"stato aggredito con teaser e \u003Cmark>spray\u003C/mark> \u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>peperoncino\u003C/mark> dai carabinieri, che lo hanno","A Bologna da alcuni mesi un gruppo di residenti e solidali è in presidio permanente \u003Cmark>al\u003C/mark> parco Don Bosco, che si trova nel quartiere San Donato, proprio sotto i palazzoni della Regione Emilia. 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Il parco venne sgomberato dalla polizia con brutalità. Oltre ai lacrimogeni e alle violenze sui manifestanti, la polizia incendiò le tende degli occupanti e sradicò gli alberi che questi avevano piantato nel parco nei giorni precedenti.\r\nL’occupazione di Gezi Park era cominciata il 28 maggio. Il parco si trova nella centrale Piazza Taksim, sulla sponda europea della città, una zona estremamente turistica ma anche un luogo simbolo di resistenza e di lotta per i lavoratori e per i rivoluzionari, perché è la piazza dove il Primo Maggio del 1977 furono uccisi 34 manifestanti. La piazza attorno alla quale anche quell’anno la polizia massacrò a forza di botte, lacrimogeni e idranti la folla scesa in piazza, nonostante i divieti, per la giornata internazionale dei lavoratori.\r\nQuesta volta la violenza della polizia ha incontrato però una reazione determinata e di massa.\r\nNonostante i continui attacchi della polizia, sempre più persone si sono unite alla resistenza di piazza. Dopo giorni di scontri ininterrotti, nei quali la polizia ha usato mezzi sempre più duri e violenti, alle 16 del primo giugno, i blindati iniziarono a ritirarsi da Piazza Taksim, i cordoni dell’antisommossa arretrarono e abbandonarono la piazza. La resistenza di oltre un milione di manifestanti, la solidarietà praticata nelle strade, costrinse il governo a fare almeno un passo indietro. In piazza c’erano tutti: donne e uomini, ecologisti, abitanti della zona, lavoratori, curdi, socialisti, anarchici, verdi, sindacati, repubblicani, ultras, attivisti delle ong.\r\nLa rivolta non si fermò con la ritirata della polizia da Piazza Taksim, i manifestanti si fermarono a presidiare la piazza, le barricate rimasero in piedi. In decine e decine di altre città continuarono gli scontri e le proteste: a Ankara e Izmir la polizia intervenne con estrema violenza.\r\nLa questione assunse subito un rilievo nazionale, facendo da detonatore per una protesta generalizzata, con manifestazioni nelle principali città duramente represse dal governo.\r\nOrmai era un’estesa rivolta contro un governo autoritario e conservatore, contro il terrorismo di stato, contro la devastazione capitalista.\r\n\r\nL’estrema violenza usata contro un movimento vasto, che praticava l’occupazione e la resistenza ma non ebbe caratteristiche di attacco violento, suscitò ampia indignazione fuori dai confini turchi, che si tradusse in grandi manifestazioni di protesta contro il governo Erdogan.\r\nLe squadre antisommossa fecero uso massiccio di spray al peperoncino, lacrimogeni lanciati ad altezza d'uomo e cannoni ad acqua urticante.\r\nDurante le manifestazioni in Turchia molti manifestanti furono uccisi.\r\nIl parco Gezi si trasformerà immediatamente in un accampamento autogestito, una sorta di “Comune di Gezi”, che sarà una sorta di laboratorio di lotta sociale a cielo aperto.\r\nA metà giugno Gezi Park e la vicina Piazza Taksim vennero ancora sgomberate dalla poliza.\r\nMa il movimento di lotta seppe rinnovarsi ed estendersi, senza perdere la propria forza e mantenendo una forte partecipazione popolare.\r\nDopo giorni di autogestione, di solidarietà, di resistenza e condivisione nelle strade di Istanbul e di molte altre città della Turchia, lo sgombero della “Comune di Gezi Park” da parte della polizia non fermò le proteste.\r\nIl fatto più interessante fu la nascita di assemblee aperte in molte città turche. Si arrivò a circa 82 assemblee attive in 11 città, che furono un importante strumento di autorganizzazione e di autogestione del movimento. Oltre alla polizia scesero in campo i fascisti delle squadracce del premier Erdoğan che attaccarono in più occasioni le assemblee dando luogo ad una vera e propria caccia alle streghe. Nelle principali città decine di militanti rivoluzionari furono arrestati.\r\n\r\nNon fu una mera storia di alberi. Il movimento in difesa di Gezi Park non mirava alla semplice salvaguardia del verde pubblico, ma si oppose all’intero processo di gentrificazione urbana in atto nella zona di Taksim.\r\nNel centro di Istanbul interi quartieri erano stati distrutti per lasciare spazio a complessi residenziali, grandi centri commerciali, alberghi di lusso. Il costo della vita aumentava, i poveri erano cacciati mentre aumentavano i profitti degli speculatori legati al partito di governo, l’AKP.\r\nLa rabbia esplosa nelle piazze affondava le proprie radici anche nel sempre più selvaggio sfruttamento imposto alla classe lavoratrice in Turchia.\r\nMilioni di persone nel paese lavorano in condizioni quasi servili, con salari bassissimi ed altissimi tassi di incidenti e morti sul posto di lavoro. Queste condizioni sono ancora più drammatiche negli appalti e nelle esternalizzazioni. A questo si accompagna una organizzazione fortemente gerarchica del lavoro e la repressione dei lavoratori che si organizzano autonomamente, nei sindacati rivoluzionari e di classe.\r\nUn altro elemento determinante nell’esplosione delle rivolte è costituito dalle politiche islamiste conservatrici imposte dal governo.\r\nQuelle che giornali come “Repubblica” liquidavano come “proteste della birra” o, più romanticamente, “dei baci”, erano in realtà una reazione compatta della società turca al barbaro attacco alle libertà personali. Chi scendeva in piazza aveva capito che il governo intendeva completare il proprio sistema di dominio legalizzando ed istituzionalizzando una repressione religiosa che punta ad eliminare ogni libertà individuale. Le politiche di Erdoğan comprendono divieti sugli alcolici, divieti sulle relazioni pre-matrimoniali, ma soprattutto un attacco alle donne che si vorrebbero obbligate ad un modello di sottomissione patriarcale.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Murat Cinar, giornalista torinese di origine turca.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/2019-05-28-gezy-park-murat.mp3\"][/audio]","28 Maggio 2019","2019-05-28 18:17:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/gezi-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/gezi-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/gezi-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/gezi-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/gezi-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/gezi.jpg 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Gezi Park. 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Le politiche di Erdoğan comprendono divieti sugli alcolici, divieti sulle relazioni pre-matrimoniali, ma soprattutto un attacco alle donne che si vorrebbero obbligate ad un modello di sottomissione patriarcale.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Murat Cinar, giornalista torinese di origine turca.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/2019-05-28-gezy-park-murat.mp3\"][/audio]",[202],{"field":90,"matched_tokens":203,"snippet":199,"value":200},[78,66,67],{"best_field_score":128,"best_field_weight":129,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":165,"tokens_matched":96,"typo_prefix_score":47},{"document":206,"highlight":228,"highlights":233,"text_match":126,"text_match_info":236},{"cat_link":207,"category":208,"comment_count":47,"id":209,"is_sticky":47,"permalink":210,"post_author":50,"post_content":211,"post_date":212,"post_excerpt":53,"post_id":209,"post_modified":213,"post_thumbnail":214,"post_thumbnail_html":215,"post_title":216,"post_type":56,"sort_by_date":217,"tag_links":218,"tags":223},[44],[46],"48099","http://radioblackout.org/2018/06/uccisione-di-jefferson-a-genova-gabrielli-rilancia-sul-taser-per-la-polizia/","Domenica a Genova il ventenne equadoriano Jefferson Garcìa Tomala è stato ucciso da un poliziotto, intervenuto in supporto a un medico per un trattamento sanitario obbligatorio. Il giovane aveva aggredito un agente con un coltello dopo essere stato colpito con lo spray al peperoncino e il collega del poliziotto ha sparato almeno cinque colpi di pistola. Il capo della polizia Franco Gabrielli, nel commentare la vicenda, ha annunciato: \"Per la sicurezza di tutti, le forze dell'ordine avranno pistole elettriche taser\".\r\n\r\nC'è l'ok del ministro dell'Interno Matteo Salvini e del capo della polizia Franco Gabrielli, convinto che a Genova la pistola elettrica avrebbe evitato al poliziotto di restare ferito da una coltellata e soprattutto avrebbe risparmiato la vita al giovane. Presto i poliziotti avranno in dotazione i taser, ufficialmente con la motivazione che così potranno agire in sicurezza e non arrecare danno eccessivo alle persone in determinati interventi (tra cui l'ordine pubblico).\r\n\r\nLo scorso 20 marzo una circolare del vice capo della polizia dichiarava l'arma elettrica compatibile con la normativa italiana: un apparente paradosso, visto che l'Onu la classifica come strumento di tortura. A seguito della circolare, che ha avviato la sperimentazione della pistola taser in sei questure italiane, Amnesty International Italia ha rilasciato questo commento: “Apparentemente, queste pistole sembrano avere tutti i vantaggi: facili da usare, efficaci e risolutive in situazioni complicate, tanto nei confronti di persone recalcitranti all’arresto quanto di prigionieri in rivolta o di folle aggressive. In più, portano con sé quella definizione rassicurante di ‘armi meno che letali’ o ‘non letali’\". Ma, proseguono, i dati restituiscono un quadro diverso: \"negli Usa e in Canada, dal 2001, il numero delle morti direttamente o indirettamente correlate alle taser è superiore al migliaio. Nel 90 per cento dei casi, le vittime erano disarmate. Gli studi medici a disposizione sono concordi nel ritenere che l’uso delle Taser abbia avuto conseguenze mortali su soggetti con disturbi cardiaci o le cui funzioni, nel momento in cui erano stati colpiti dalla Taser, erano compromesse da alcool o droga o, ancora, che erano sotto sforzo, ad esempio al termine di una colluttazione o di una corsa. 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L’Internazionale di Federazioni Anarchiche (IFA) ha lanciato un appello alla “week of action”, una settimana in cui concentrare iniziative di lotta e solidarietà contro le sedi di rappresentanza del governo argentino e la multinazionale dell’abbigliamento Benetton.\r\nIronicamente, lo slogan “United Colours of Benetton” presenta la multinazionale come multietnica e antirazzista nei suoi valori fondanti. In realtà Benetton ha acquistato enormi appezzamenti di terreno in Argentina, sottratti inizialmente alla popolazione indigena Mapuche di Cile e Argentina. \r\nGli/le attivisti/e Mapuche e altri/e che si oppongono a questi progetti sono stati/e additati/e come “terroristi/e” dallo Stato nel tentativo di indebolire il supporto nei loro confronti e giustificare ulteriori operazioni repressive. In particolare il “Rapporto RAM”, preparato dal Ministero della Sicurezza Nazionale argentino congiuntamente ai governi delle province patagoniche, prepara la strada ad una gravissima montatura repressiva sostenendo l’esistenza di un complotto terroristico che coinvolge organizzazioni Mapuche, organizzazioni politiche, sociali e sindacali, tra cui anche la Federazione Libertaria Argentina, che fa parte dell’Internazionale di Federazioni Anarchiche.\r\nIn agosto l’anarchico Santiago Maldonado è stato rapito e trovato ucciso. Un altro compagno, Rafael Nahuel, è stato anch’egli ucciso. I/le Mapuche e le compagne e i compagni che sostengono localmente la loro lotta chiedono il nostro supporto per difendere i/le propri/e compagni/e e le proprie comunità.\r\n\r\nAscolta la diretta con Simone, della commissione di relazioni internazionali della FAI:\r\n\r\n2018 01 30 simone week of action arg\r\n\r\nDi seguito un comunicato sottoscritto da numerose realtà di movimento in Argentina\r\nPer il compagno anarchico Santiago Maldonado e per Rafael Nauhel uccisi dallo Stato argentino\r\nIl 1 di agosto nella provincia di Chubut nella Patagonia argentina, persone appartenenti alla comunità indigena Mapuche, assieme a solidali, hanno bloccato una strada vicina alla sede locale della Benetton (tra le più importanti nel paese) per protestare contro l’acquisizione del territorio Mapuche da parte della grande multinazionale. La polizia ha attaccato la manifestazione sparando colpi di pistola mentre i manifestanti cercavano di difendersi come potevano.\r\nDurante l’operazione di polizia l’anarchico Santiago Maldonado è stato arrestato, caricato con violenza su un furgone bianco –come testimoniato da molte persone - e portato via; da allora è risultato disperso, desaparecido.\r\nIl suo corpo è stato trovato in un fiume in Patagonia due mesi dopo, un brutale ricordo delle 30.000 persone che risultarono desaparecidas durante il periodo della Junta (la dittatura militare guidata dai generali Videla, Massera e Agosti), un marchio indelebile nella storia Argentina, conservato nella memoria collettiva allo stesso modo dei crimini nazisti.\r\nIl rapimento e l’uccisione del compagno Santiago Maldonado ha innescato forti e numerose mobilitazioni in Argentina. Lo Stato e la polizia hanno negato ogni responsabilità, mentre i media hanno avviato una campagna mirata a criminalizzare le comunità resistenti Mapuche e gli anarchici. La propaganda insinuava teorie cospiratorie sulla scomparsa di Maldonado mentre indicava tutti coloro che si oppongono ai piani padronali, e specialmente gli anarchici, come i “nemici interni” e come una minaccia per lo stato da colpire.\r\n\r\nLe comunità indigene Mapuche – in Cile ed Argentina – stanno lottando per difendere il proprio territorio dalla depredazione e dalla distruzione condotta dalle grandi multinazionali a cui vengono accordate queste terre dallo Stato. Questi sono gli stessi territori che sono stati sottratti alle popolazioni indigene attraverso una serie di guerre e genocidi dai tempi dei “Conquistadores” del continente Americano. I Mapuche, nella loro lotta, hanno affrontato le persecuzioni, la prigionia e la violenza sia dei meccanismi repressivi statali sia delle bande parastatali che operano per conto dei padroni su entrambi i versanti delle Ande. A Chubut, una larga parte della comunità Mapuche, reclama i propri territori ora ufficialmente di proprietà della Benetton equivalenti ad appena 1/3 del totale di 900.000 ettari che la multinazionale ha comprato in tutto il paese.\r\n\r\nSantiago Maldonado è stato ucciso perché, come anarchico, ha scelto di opporsi e lottare al fianco del popolo indigeno, di schierarsi al fianco degli esclusi. Contro gli sfruttatori, contro i piani distruttivi ed antisociali dello Stato e delle élite economiche.\r\n\r\nRafael Nahuel era un giovane di origine Mapuche membro di un gruppo chiamato Coletivo Al Margen. Aveva preso parte alle proteste a sostegno delle rivendicazioni Mapuche. Il 25 novembre 2017, in occasione del funerale di Santiago Maldonado, le forze di polizia hanno organizzato uno sgombero nel territorio Mapuche. Le persone presenti sono state colpite da proiettili di gomma e di piombo, mentre venivano spruzzate di spray al peperoncino. Una donna e Rafael Nahuel sono stati colpiti. La donna è sopravvissuta, Rafael è stato ucciso.\r\n\r\nI compagni Santiago Maldonado e Rafael Nahuel saranno nel lotte in corso in ogni angolo della terra assieme a tutti i compagni e tutte le compagne che hanno dato la loro vita lottando per un mondo più libero e più giusto senza diseguaglianze, sfruttamento e repressione.\r\n\r\nSolidarietà internazionale\r\n– Con i/le nostri/e compagni/e in argentina che stanno resistendo alla repressione dello Stato argentino\r\n\r\n– Con le comunità Mapuche e con tutte le persone indigene che stanno difendendo la propria terra dai moderni conquistadores della Benetton\r\n\r\nIniziative in Italia:\r\n\r\nColleferro 26/01 serata benefit e informativa allo Spaccio Popolare in Via consolare latina 187 dalle 18\r\n\r\nRoma 27/01 serata benefit e informativa allo Spazio Anarchico 19 luglio in via Rocco Da Cesinale 19 dalle 19\r\n\r\nTorino 29/01 presidio di fronte alla Benetton in via Po h.17\r\n\r\nLivorno: 02/02 presidio di fronte alla Benetton (Via grande) h 15:30\r\n\r\nTrieste 03/02 presidio di fronte alla Benetton in via S.Lazzaro h.17\r\n\r\nReggio Emilia 03/02 presidio vicino alla Benetton","30 Gennaio 2018","2018-02-03 01:01:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/mapuche-giallo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"185\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/mapuche-giallo-300x185.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/mapuche-giallo-300x185.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/mapuche-giallo-768x475.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/mapuche-giallo-1024x633.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/mapuche-giallo.jpg 1577w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Week of action. 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Intanto, dal 27 gennaio al 30 aprile, saranno zone rosse Porta Nuova, San Salvario, Torino centro, Aurora e Barriera di Milano.\r\nNei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\n\r\nStati Uniti. Una corte di miliardari e l’America profonda\r\nDonald Trump si è insediato lunedì. I sostenitori che quattro anni fa avevano fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti all’esterno. L’imperatore li ha arringati firmando immediatamente la grazia per i golpisti condannati, deportazioni di massa dei clandestini che vivono negli States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. 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