","Da Calais a Stalingrad: sgomberi e deportazioni","post",1478286200,[61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/calais/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/parigi/","http://radioblackout.org/tag/sgomberi/","http://radioblackout.org/tag/stalingrad/","http://radioblackout.org/tag/tendopoli/",[17,19,15,68,32,28],"Sgomberi",{"post_content":70,"post_title":75,"tags":78},{"matched_tokens":71,"snippet":73,"value":74},[72],"Stalingrad","stazioni metro di Jaurès e \u003Cmark>Stalingrad\u003C/mark>, dove circa 3500 migranti – principalmente","Dopo lo sgombero della Jungle di Calais, questa mattina all'alba è iniziato lo sgombero della più grande tendopoli di Parigi, sorta nella zona Nordest della metropoli. Si tratta dei quattro accampamenti situati tra le stazioni metro di Jaurès e \u003Cmark>Stalingrad\u003C/mark>, dove circa 3500 migranti – principalmente somali, sudanesi, etiopi, eritrei, afghani e pakistani – avevano trovato un riparo da qualche mese e sempre più numerosi nelle ultime settimane, proprio in seguito allo sgombero di Calais, rifiutandosi di subire le deportazioni di Stato nei centri di accoglienza sparsi per il paese. Nei giorni scorsi la sindaca di Parigi Anne Hidalgo aveva più volte ribadito la necessità di sgomberare gli accampamenti, posizione condivisa dal premier Valls e dal presidente Hollande, il quale aveva recentemente annunciato lo sgombero dichiarando che «i campi non sono degni della Francia».\r\n\r\n \r\n\r\nPare invece degno a lor signori sgomberare con l'inverno alle porte la tendopoli, senza offrire alcuna prospettiva non strettamente emergenziale a migliaia di persone che peraltro, in parte, da anni si trovano sul suolo francese in un regime di deportabilità quotidiana. 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In previsione di questa, mentre a Calais gli occhi dei media erano puntati in massa sullo sgombero, ora gli obiettivi sono puntati sugli accampamenti di Parigi dove stazionano nelle tende tra i 2mila e i 4mila migranti. Questo fine settimana, una grande operazione ha decretato lo sgombero degli accampamenti, distruggendo tutte le tendopoli, soprattutto a Piazza Stalingrad. I migranti sono stati portati via di forza e condotti nei cosiddetti centri di accoglienza, molti sono scappati con la speranza di lasciare il Paese, dentro un clima di terrore che vede una Parigi completamente militarizzata in alcune zone, con fermi arbitrari di migranti per strada. All'interno di un quadro in cui Holland vorrebbe dimostrare una perfetta gestione dei migrandi (sperando di raccogliere consenso tra la popolazione), quello a cui assistiamo è solo una cattiva mossa mediatica e un modo per nascondere il reale problema che attanaglia non solo la Francia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Monica, che ha seguito da vicino la vicenda di Calais e quella dello sgombero della tendopoli a Parigi\r\ncalais_parigi","10 Novembre 2016","2016-11-14 08:53:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/126536-md-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/126536-md-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/126536-md-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/126536-md-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/126536-md.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Dopo Calais, sgomberi delle tendopoli a Parigi",1478780981,[61,62,63],[17,19,15],{"post_content":127},{"matched_tokens":128,"snippet":129,"value":130},[72],"le tendopoli, soprattutto a Piazza \u003Cmark>Stalingrad\u003C/mark>. 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Su un albero attrezzato allo scopo hanno resistito per diverse ore alcune compagn*.\r\nQuando sono scese dall’albero è partito un corteo di solidali che erano accorsi alla notizia dello sgombero nonostante la giornata gelida e nevosa.\r\nAbbiamo fatto una diretta al volo con Andrea, uno degli occupanti\r\n\r\nAscolta l’audio:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022-12-13-sgombero-infest-bo.mp3\"][/audio]","13 Dicembre 2022","2022-12-13 17:44:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/photo_2022-12-13_12-47-21-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/photo_2022-12-13_12-47-21-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/photo_2022-12-13_12-47-21-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/photo_2022-12-13_12-47-21-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/photo_2022-12-13_12-47-21-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/photo_2022-12-13_12-47-21.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Bologna. 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Ma le fonti di inquinamento e di decessi per disastro ambientale che impone la dislocazione di uno stabilimento di quella portata in un ambito urbano molto abitato si trova anche con le stesse ripercussioni pure altrove. Magari è inferiore il coinvolgimento di maestranze in realtà minori come numeri di impiegati, ma l'impatto delle ferriere Arvedi di Servola sul territorio triestino in questo ultimo secolo (costruita nel 1896 dagli austriaci per rifornire l'industria dell'impero) non è meno devastante di quello che l'impianto siderurgico tarantino è per Tamburi nei giorni di vento, con l'unica variante che nei giorni di bora almeno le polveri vengono orientate altrove e non invadono le prime case che distano solo 160 metri dalla cokeria.\r\n\r\nLe ferriere han fatto parte del gruppo Lucchini, negli ultimi anni la situazione vissuta dai Servolani è peggiorata e i dati che riportano il numero di morti riconducibili all'inquinamento per densità di popolazione sono peggiori di quelli che coinvolgono Taranto, al punto che, come si dice nella testimonianza di Emanuele Giordana qui riportata, una città considerata la Stalingrado di Trieste si è affidata all'ennesima figura di sindaco che ha già dimostrato il suo livello di menzogna non avendo chiuso l'area a caldo come promesso da spergiuro di destra in una campagna elettorale, persa dagli spergiuri di sinistra che già avevano disatteso le attese della cittadinanza nei precedenti mandati. Ora Roberto Dipiazza, il sindaco, ha a sua volta iniziato azioni legali, come quelle intentate dagli amministratori pugliesi... ma le organizzazioni ambientaliste non ci credono più e non si sa come ridurre alla ragione la Siderurgica Triestina, controllata dal 2015 dal gruppo Arvedi, quando ha sottoscritto con le istituzioni (Regione di Serracchiani e Comune allora PD) una messa in sicurezza ambientale e la reindustrializzazione di un'area che non si può permettere impianti di quelle dimensioni in un territorio del genere, per cui andrebbe ripensato l'intera struttura, ma i costi sono troppo elevati, forse anche per il progetto gigantesco della One Belt One Road cinese che vedrebbe nel porto giuliano uno dei suoi snodi.\r\n\r\nEcco il lucido racconto di ciò che ha visto in loco Emanuele Giordana, giornalista di Lettera 22:\r\n\r\nArvedi di Servola","23 Dicembre 2017","2018-01-08 13:12:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/arvedi_di_servola-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"266\" height=\"189\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/arvedi_di_servola.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Non di sola Ilva è il mal di Ferriera: Arvedi di Servola",1514030412,[188,189,190],"http://radioblackout.org/tag/area-a-caldo/","http://radioblackout.org/tag/ferriere-arvedi-di-servola/","http://radioblackout.org/tag/trieste/",[192,193,194],"area a caldo","Ferriere Arvedi di Servola","trieste",{"post_content":196},{"matched_tokens":197,"snippet":198,"value":199},[72],"riportata, una città considerata la \u003Cmark>Stalingrad\u003C/mark>o di Trieste si è affidata","In Italia il dibattito sulla nocività della produzione siderurgica si appunta sull’Ilva di Taranto, e coinvolge così tutti gli stabilimenti italiani nella lotta tra chi privilegerebbe la salute alla salvaguardia dei posti di lavoro. 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Edificato appositamente per processare i membri della Rote Armee Fraktion.\r\nIl 17 ottobre 1977, nello stesso carcere vennero ritrovati i corpi senza vita degli ultimi fondatori ancora in vita della Raf. Suicidio di gruppo ? Omicidio di stato?\r\nIl gruppo terroristico tedesco era noto col nome di banda Baader-Meinhof, ma il suo vero cuore pulsante e la sua creatrice fu Gudrun Ensslin.\r\n\r\n“Chi ha capito quello che sta succedendo in Vietnam comincia a poco a poco ad andare in giro a denti stretti, in compagnia della sua coscienza; comincia a capire che l’impotenza a fermare questa guerra rende complici di coloro che la fanno.” Da allora i ‘Vietnam’ non sono mai terminati, stermini tanti, stermini di stato, terrorismi legittimati.\r\nMentre in Italia i compagni si organizzavano per le Brigate Rosse, nella Repubblica Federale Tedesca una dottoranda di germanistica, piena di passione e di intelletto, si alzava in piedi dominando l’assemblea studentesca, denunciava con disperazione l’assedio e l’asservimento di uno Stato Militare a favore del potere imperiale. Era Gudrun Ensslin, colei che con Andreas Baader ha cominciato a colpire nel cuore dello Stato e del Consumismo. Alla loro causa si è interessata e appassionata, poi unita, la già famosa giornalista Ulrike Meinhof; in un secondo tempo è arrivato Jan Carl Raspe, l’ultimo dei “quattro contro sei milioni”.\r\n\r\n“Io non vorrei che mi si buttasse fuori dalla società, ma ci costringono ad uscirne. Non siamo noi a voler essere estremisti, ma veniamo resi tali.” La Rote Armee Fraktion ha contato pochi membri, Gudrun – Andreas – Ulrike – Jan Carl i fondatori, coloro che hanno combattuto fino alla morte, per cui è tutt’oggi un caso irrisolto. La cosiddetta Banda Baader-Meinhof che ha messo in crisi lo Stato corrotto, che ha lottato per i diritti civili, per i bisogni necessari alla società, per la giustizia nelle carceri, per i compagni palestinesi, e vietnamiti, per la vita dignitosa e coscienziosa, per l’essere umano. Escludendo per etica stragi di civili, la loro è stata una lotta dialettica prima ancora che armata, che aveva chiaro il nucleo della questione e i relativi responsabili, e colpiva esattamente nel centro, senza errori e senza sbavature.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nNello stile di \"Architetture nel Vuoto\", Linea di Separazione non segue un arco narrativo, ma è costruito come una catena di frammenti, in un flusso poetico. Vuole parlare alla parte non razionale dell'ascoltatore. Il lavoro sulla RAF è nato nell'ambito dell'anno di ricerca che il gruppo ha dedicato al tema della Rivoluzione, visto il centenario di quella sovietica. Da questo contesto sono uscite altre due opere: \"Stalingrad-Berlin\" di Simioni, tratto dai diari del generale Cuijkov e \"Non così, ma così\" di Emanuela Rolla su testi e canzoni di Bertolt Brecht.","19 Ottobre 2017","2017-10-21 00:34:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/22405531_301225400360322_4629372890305542147_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"161\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/22405531_301225400360322_4629372890305542147_n-300x161.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/22405531_301225400360322_4629372890305542147_n-300x161.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/22405531_301225400360322_4629372890305542147_n-768x413.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/22405531_301225400360322_4629372890305542147_n.jpg 841w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","\"Linea di separazione\" (per il LX anniversario della strage di Stammheim)",1508435719,[218,219,220,221,222],"http://radioblackout.org/tag/germania/","http://radioblackout.org/tag/lotta-armata/","http://radioblackout.org/tag/raf/","http://radioblackout.org/tag/socialismo/","http://radioblackout.org/tag/stammheim/",[224,225,22,34,30],"germania","lotta armata",{"post_content":227},{"matched_tokens":228,"snippet":229,"value":230},[72],"sono uscite altre due opere: \"\u003Cmark>Stalingrad\u003C/mark>-Berlin\" di Simioni, tratto dai diari","[poema drammatico a due voci dedicato a Gudrun Ensslin e Andreas Baader della Rote Armee Fraktion, per il XL anniversario della strage di Stammheim]\r\n\r\nArchitetture nel Vuoto\r\npresenta\r\nLINEA DI SEPARAZIONE\r\n\r\ndi e con Alessia Pellegrino\r\n\r\n(https://alessiapellegrino.wixsite.com/alessiapellegrino/biography)\r\n\r\ne Paolo Antonio Simioni\r\n\r\n(http://paoloantoniosimioni.com/works.html)\r\n\r\nonda sonora creata da Leo Kopacin Gementi\r\n\r\n[durata: 27'55'']\r\n\r\nRAF\r\n\r\nNegli anni settanta lo stato della Repubblica Federale Tedesca eresse un monumento alla propria paura: il carcere di Stammheim. 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Omicidio di stato?\r\nIl gruppo terroristico tedesco era noto col nome di banda Baader-Meinhof, ma il suo vero cuore pulsante e la sua creatrice fu Gudrun Ensslin.\r\n\r\n“Chi ha capito quello che sta succedendo in Vietnam comincia a poco a poco ad andare in giro a denti stretti, in compagnia della sua coscienza; comincia a capire che l’impotenza a fermare questa guerra rende complici di coloro che la fanno.” Da allora i ‘Vietnam’ non sono mai terminati, stermini tanti, stermini di stato, terrorismi legittimati.\r\nMentre in Italia i compagni si organizzavano per le Brigate Rosse, nella Repubblica Federale Tedesca una dottoranda di germanistica, piena di passione e di intelletto, si alzava in piedi dominando l’assemblea studentesca, denunciava con disperazione l’assedio e l’asservimento di uno Stato Militare a favore del potere imperiale. Era Gudrun Ensslin, colei che con Andreas Baader ha cominciato a colpire nel cuore dello Stato e del Consumismo. Alla loro causa si è interessata e appassionata, poi unita, la già famosa giornalista Ulrike Meinhof; in un secondo tempo è arrivato Jan Carl Raspe, l’ultimo dei “quattro contro sei milioni”.\r\n\r\n“Io non vorrei che mi si buttasse fuori dalla società, ma ci costringono ad uscirne. Non siamo noi a voler essere estremisti, ma veniamo resi tali.” La Rote Armee Fraktion ha contato pochi membri, Gudrun – Andreas – Ulrike – Jan Carl i fondatori, coloro che hanno combattuto fino alla morte, per cui è tutt’oggi un caso irrisolto. La cosiddetta Banda Baader-Meinhof che ha messo in crisi lo Stato corrotto, che ha lottato per i diritti civili, per i bisogni necessari alla società, per la giustizia nelle carceri, per i compagni palestinesi, e vietnamiti, per la vita dignitosa e coscienziosa, per l’essere umano. Escludendo per etica stragi di civili, la loro è stata una lotta dialettica prima ancora che armata, che aveva chiaro il nucleo della questione e i relativi responsabili, e colpiva esattamente nel centro, senza errori e senza sbavature.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nNello stile di \"Architetture nel Vuoto\", Linea di Separazione non segue un arco narrativo, ma è costruito come una catena di frammenti, in un flusso poetico. Vuole parlare alla parte non razionale dell'ascoltatore. Il lavoro sulla RAF è nato nell'ambito dell'anno di ricerca che il gruppo ha dedicato al tema della Rivoluzione, visto il centenario di quella sovietica. Da questo contesto sono uscite altre due opere: \"\u003Cmark>Stalingrad\u003C/mark>-Berlin\" di Simioni, tratto dai diari del generale Cuijkov e \"Non così, ma così\" di Emanuela Rolla su testi e canzoni di Bertolt Brecht.",[232],{"field":103,"matched_tokens":233,"snippet":229,"value":230},[72],{"best_field_score":172,"best_field_weight":137,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":173,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":21},{"document":236,"highlight":254,"highlights":259,"text_match":170,"text_match_info":262},{"cat_link":237,"category":238,"comment_count":47,"id":239,"is_sticky":47,"permalink":240,"post_author":50,"post_content":241,"post_date":242,"post_excerpt":53,"post_id":239,"post_modified":243,"post_thumbnail":244,"post_thumbnail_html":245,"post_title":246,"post_type":58,"sort_by_date":247,"tag_links":248,"tags":252},[44],[46],"17751","http://radioblackout.org/2013/08/seguendo-la-cometa-dellinceneritore/","Le tre Stalingrado d'Italia si sono trovate il 31 luglio a Torino a discutere e confrontarsi per rendere efficace la lotta agli inceneritori. Firenze, Parma e torino sono quelle più minacciate dalla concezione di rifiuto come problema da nascondere, bruciare, distruggere… e riempire le tasche delle lobbies degli amici dei potenti come Iren che gestisce il problema a Parma o a Torino, costando tantissimo alla comunità e in più inquinandola con 420 000 tonnellate all'anno di emissioni (e qualora mancassero si dovranno addirittura comprare rifiuti da smaltire, perché l'impianto non può mai smettere di inquinare). Mentre al di fuori di un discorso economicistico e invece ambientalista, sarebbe preferibile collocare i rifiuti in una spirale positiva che li consideri una risorsa.\r\nIn fondo anche una direttiva europea recita che entro il 2020 tutto ciò che può essere recuperato non può venire incenerito e il Movimento lavora proprio in questa direzione. Oltretutto la cementificazione ha ridotto molto la quantità di terreni adibibili a discarica\r\n\r\nSi sta anche pensando a una sorta di rifiuto del pagamento della quota in bolletta che ripagherebbe l'inceneritore: potrebbe causare seri ammanchi per l'Iren, mostro che incenerisce miliardi con tecnologie vecchie, vessando i cittadini e drenando incentivazioni statali (per Torino sono 8 milioni l'anno) senza le quali non potrebbero esistere, perché la cosa più sacra è l'utile d'impresa di chi ha comprato l'80 per cento delle quote privatizzate dal comune. Decine e decine di consorzi di compostaggio sono in pauroso deficit (Druento e Volvera, per fare due nomi di cittadine alle porte di Torino brutalizzate), a seguito della gestione monopolistica e incapace ultraventennale del Pd. Lpo scandalo è che Torino sia fuorilegge perché è solo al 42 per cento della raccolta differenziata, anziché il 65 per cento fissato per legge, una carenza perseguita e voluta proprio per legittimare i lauti guadagni dell'Ire con l'inceneritore, a cui si aggiungeranno le pene pecuniarie previste per non aver conseguito il risultato nella raccolta differenziata. La tariffa tares per i cittadini di Torino sarà per questo raddoppiata il prossimo anno (Iren ha 3 miliardi di debiti).\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Claudio Cavallari, portavoce del Comitato Inceneritori Zero di Torino\r\n\r\n \r\n\r\n2013.08.01_cavallari","2 Agosto 2013","2013-08-16 14:50:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/08/cometa-rifiuti-zero-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"204\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/08/cometa-rifiuti-zero-300x204.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Seguendo la cometa dell'inceneritore",1375446106,[249,250,251],"http://radioblackout.org/tag/ercolini/","http://radioblackout.org/tag/gerbido/","http://radioblackout.org/tag/no-inceneritore/",[26,24,253],"no inceneritore",{"post_content":255},{"matched_tokens":256,"snippet":257,"value":258},[72],"Le tre \u003Cmark>Stalingrad\u003C/mark>o d'Italia si sono trovate il","Le tre \u003Cmark>Stalingrad\u003C/mark>o d'Italia si sono trovate il 31 luglio a Torino a discutere e confrontarsi per rendere efficace la lotta agli inceneritori. 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Si tratta di un gabinetto composto da 23 membri, di cui 4 facenti parte di gruppi minoritari. Continuano però le preoccupazioni su questo governo e sul processo, ben poco democratico, che ha portato a questa formazione. L'amministrazione autonoma della Siria del Nord Est ha rilasciato a proposito un comunicato in cui sottolinea come il governo di Damasco abbia costantemente escluso diversi segmenti e gruppi etnici del popolo siriano dai processi politici e come abbia perseguito un approccio di governance unilaterale.\r\n\r\nSi legge nel comunicato:\r\n\r\n\"Qualsiasi governo che non rifletta la struttura multiculturale e polifonica della Siria non può governare il paese in modo sano e non può offrire una via d'uscita dall'attuale crisi. Al contrario, tali governi aggravano la crisi e creano nuove situazioni di stallo invece di risolvere le cause profonde del problema. Pertanto, non abbiamo alcun obbligo di attuare le decisioni di tali governi. Ripetere gli errori del passato danneggerà solo il popolo siriano e non aprirà mai la strada a una soluzione politica globale\".\r\n\r\nL'amministrazione autonoma si rivolge direttamente al governo quindi, facendo presente che o nel concreto si avvia un processo democratico interno al Paese, oppure l'amministrazione non riterrà legittime le decisioni del governo centrale. Ciò succede dopo che il governo centrale e le SDF, le forze militari dell'amministrazione autonoma, hanno firmato un accordo in otto punti, di cui abbiamo parlato nella puntata dedicata a Lorenzo Orsetti, che di fatto rappresenta il primo passo verso l’integrazione delle istituzioni civili e militari della Siria del Nord-Est nel governo siriano.\r\n\r\nA ciò si aggiunge la notizia che i quartieri a maggioranza curda Sheikh Maqsoud e Ashrafiyah di Aleppo, città che si trova fuori dall'amministrazione autonoma della Siria del nord est, hanno raggiunto un'accordo con il governo centrale siriano. Secondo questo accordo, le ypg e le ypj (forze di difesa popolare che fanno parte delle SDF), si ritirano dai due quartieri e la sicurezza di questi è in garantita dal ministero degli interni Siriano, legato al governo di Al Shara, insieme alle forze di sicurezza interna (l'Asaysh) che invece risponde all'amministrazione autonoma ed è la polizia interna dell'amministrazione autonoma.\r\n\r\nUna situazione quella in Siria in cui è evidente come l'amministrazione autonoma stia cercando di espandere la propria influenza nell'ottica di democratizzare il resto della Siria sulla base dell'esperienza del Rojava, contrapponendosi ad un governo che sta cercando di mantenere saldo il potere appena conquistato. Tanto si sta giocando su piano diplomatico, almeno nei confronti del governo centrale siriano, per non perdere le conquiste politiche ottenute fino ad oggi, mentre non finiscono le operazioni militari contro gli attacchi turchi e dell'SNA.\r\n\r\nEcco una lettera ricevuta da un compagno internazionalista dalla diga di Tishreen dove continua la veglia della popolazione.\r\n\r\n\r\n\"Come è ben noto, lo stato fascista turco ha attaccato le regioni della Siria settentrionale e orientale da novembre, poiché il processo rivoluzionario qui è un faro di speranza e una vera alternativa alla dura realtà della modernità capitalista. Questi attacchi sono stati fermati alla diga di Tişirin e al ponte di Qarakozah, poiché i mercenari turchi dell'SNA volevano avanzare verso Kobane, la \"Stalingrado curda\", che ha segnato l'inizio della sconfitta dell'ISIS nel 2015.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nLa diga di Tişirin è di grande importanza strategica. In tempi normali, fornisce elettricità a centinaia di migliaia di abitanti della Siria nord-orientale e produce una grandissima quantità di acqua potabile grazie a un sistema di depurazione. È anche uno dei pochi punti di attraversamento dell'Eufrate. Sapendo questo, i mercenari si sono trovati di fronte a una grande e storica resistenza da parte dei combattenti SDF e non sono riusciti a guadagnare terreno in questa regione. La resistenza è in corso da 2 mesi e sta entrando nel suo terzo... all'inizio della lotta i combattenti per la libertà SDF sono stati attaccati da ondate di mercenari supportati da attacchi aerei e tecnologia turchi. Ci sono state molte vittime nei primi giorni di scontro. Anche se l'intera Siria stava arrivando a un processo di riduzione dei combattimenti, facendo appelli alla situazione politica nella regione e alla nuova situazione consolidata, gli attacchi alla Siria settentrionale e orientale sono aumentati. Rendendosi conto della realtà della situazione, il popolo della rivoluzione, il popolo di Rêber Apo, si è prontamente ribellato e si è mosso verso la diga di Tişirin per protestare contro gli attacchi immotivati dello stato turco e per dimostrare il proprio sostegno ai combattenti delle SDF che resistevano in prima linea (a circa 3 km dalla diga).\r\n\r\n\r\n\r\nSotto lo spirito della guerra popolare rivoluzionaria, i popoli del Rojava hanno formato veri e propri scudi umani per difendere la diga, provenienti da ogni gruppo etnico e da ogni parte della Siria nord-orientale [...] Il coraggio, la potenza in ciò è semplicemente inspiegabile. Mentre le persone fuggono dalle bombe, ce ne sono altre che corrono l'una verso l'altra per proteggere i loro compagni dalla loro parte, sapendo che questa potrebbe essere la loro ultima mossa. Mentre le bombe cadevano intorno a noi, gli slogan di resistenza aumentavano, il morale si elevava a ogni suono di esplosione.\r\n\r\n\r\n\r\n[...] assistere alla resistenza popolare sulla diga ha avuto un impatto enorme tra i combattenti. Hanno visto le loro coraggiose donne e uomini anziani come le loro madri e padri lì per loro e, motivati da questo spirito di guerra popolare rivoluzionaria, sono andati ad affrontare il nemico e ondata dopo ondata di attacchi mercenari sono stati sconfitti dalle SDF. Sì, i compagni sono caduti martiri, gli amici non hanno potuto muovere i loro corpi per giorni a causa del volo costante dei droni turchi sulle nostre teste, abbiamo ferito degli amici, ma questa è la realtà della guerra. Il vero volto di questa resistenza non risiede nelle vittorie militari sul campo di battaglia. La vera resistenza risiede in ognuna di queste giovani donne e uomini che hanno capito nel profondo perché stiamo combattendo.\r\n\r\n\r\n\r\n[...] Lo spirito è forte e il significato della nostra vita quotidiana ha raggiunto un livello diverso dal sacrificio delle persone alla diga dei martiri. In questo momento gli scontri sono meno frequenti, gli attacchi dell'SNA sono concentrati sull'uso di armi pesanti e con il supporto dei droni e degli aerei da guerra dello stato turco, molto simili alla resistenza sulle montagne libere del Kurdistan. Siamo entrati in un nuovo momento per il Kurdistan e per la Rivoluzione, c'è ancora molto da accadere e molto da chiarire. Tuttavia, qui in prima linea alla diga di Tişrîn, il nostro obiettivo e il nostro lavoro sono chiari come l'acqua della diga che difendiamo. Siamo pronti, motivati e impazienti. Non ci arrenderemo e sotto lo spirito della guerra popolare rivoluzionaria prevarremo ancora una volta contro questo barbaro nemico fascista. Lunga vita alla resistenza a Tişirin Lunga vita al popolo Vittoria o vittoria!”\r\n\r\n\r\n\r\nMarzo 2025\r\n\r\n\r\nIl 4 aprile è stato il giorno internazionale del libro di Ocalan e in tutto il mondo, compresa Torino, si sono tenute iniziative di dibattito e letture dei testi di Abdullah Ocalan, filosofo e rivoluzionario in carcere da 26 anni nell'isola - prigione di Imrali. I suoi testi, in particolare quelli scritti in carcere, hanno ispirato la rivoluzione del Rojava e continuano ad ispirare in tutto il mondo la lotta politica di tantissime persone. La campagna per la liberazione fisica di Ocalan continua, con ancora più forza dopo i recenti sviluppi seguiti alle visite che ha ricevuto da parte di esponenti del partito DEM turco e dopo l'appello alla pace e alla società democratica, di cui potete trovare un commento nei podcast pubblicati sul sito.","10 Aprile 2025","2025-04-10 16:02:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/AGGIORNAMENTI-DALLA-CAMPAGNA-DEFEND-ROJAVA-2-1-e1744293681399-200x110.png","Aggiornamenti dalla campagna Defend Rojava! 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Rendendosi conto della realtà della situazione, il popolo della rivoluzione, il popolo di Rêber Apo, si è prontamente ribellato e si è mosso verso la diga di Tişirin per protestare contro gli attacchi immotivati dello stato turco e per dimostrare il proprio sostegno ai combattenti delle SDF che resistevano in prima linea (a circa 3 km dalla diga).\r\n\r\n\r\n\r\nSotto lo spirito della guerra popolare rivoluzionaria, i popoli del Rojava hanno formato veri e propri scudi umani per difendere la diga, provenienti da ogni gruppo etnico e da ogni parte della Siria nord-orientale [...] Il coraggio, la potenza in ciò è semplicemente inspiegabile. Mentre le persone fuggono dalle bombe, ce ne sono altre che corrono l'una verso l'altra per proteggere i loro compagni dalla loro parte, sapendo che questa potrebbe essere la loro ultima mossa. Mentre le bombe cadevano intorno a noi, gli slogan di resistenza aumentavano, il morale si elevava a ogni suono di esplosione.\r\n\r\n\r\n\r\n[...] assistere alla resistenza popolare sulla diga ha avuto un impatto enorme tra i combattenti. Hanno visto le loro coraggiose donne e uomini anziani come le loro madri e padri lì per loro e, motivati da questo spirito di guerra popolare rivoluzionaria, sono andati ad affrontare il nemico e ondata dopo ondata di attacchi mercenari sono stati sconfitti dalle SDF. Sì, i compagni sono caduti martiri, gli amici non hanno potuto muovere i loro corpi per giorni a causa del volo costante dei droni turchi sulle nostre teste, abbiamo ferito degli amici, ma questa è la realtà della guerra. Il vero volto di questa resistenza non risiede nelle vittorie militari sul campo di battaglia. La vera resistenza risiede in ognuna di queste giovani donne e uomini che hanno capito nel profondo perché stiamo combattendo.\r\n\r\n\r\n\r\n[...] Lo spirito è forte e il significato della nostra vita quotidiana ha raggiunto un livello diverso dal sacrificio delle persone alla diga dei martiri. In questo momento gli scontri sono meno frequenti, gli attacchi dell'SNA sono concentrati sull'uso di armi pesanti e con il supporto dei droni e degli aerei da guerra dello stato turco, molto simili alla resistenza sulle montagne libere del Kurdistan. Siamo entrati in un nuovo momento per il Kurdistan e per la Rivoluzione, c'è ancora molto da accadere e molto da chiarire. Tuttavia, qui in prima linea alla diga di Tişrîn, il nostro obiettivo e il nostro lavoro sono chiari come l'acqua della diga che difendiamo. Siamo pronti, motivati e impazienti. Non ci arrenderemo e sotto lo spirito della guerra popolare rivoluzionaria prevarremo ancora una volta contro questo barbaro nemico fascista. Lunga vita alla resistenza a Tişirin Lunga vita al popolo Vittoria o vittoria!”\r\n\r\n\r\n\r\nMarzo 2025\r\n\r\n\r\nIl 4 aprile è stato il giorno internazionale del libro di Ocalan e in tutto il mondo, compresa Torino, si sono tenute iniziative di dibattito e letture dei testi di Abdullah Ocalan, filosofo e rivoluzionario in carcere da 26 anni nell'isola - prigione di Imrali. I suoi testi, in particolare quelli scritti in carcere, hanno ispirato la rivoluzione del Rojava e continuano ad ispirare in tutto il mondo la lotta politica di tantissime persone. La campagna per la liberazione fisica di Ocalan continua, con ancora più forza dopo i recenti sviluppi seguiti alle visite che ha ricevuto da parte di esponenti del partito DEM turco e dopo l'appello alla pace e alla società democratica, di cui potete trovare un commento nei podcast pubblicati sul sito.",[301],{"field":103,"matched_tokens":302,"snippet":298,"value":299},[72],{"best_field_score":172,"best_field_weight":137,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":173,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":21},{"document":305,"highlight":318,"highlights":323,"text_match":170,"text_match_info":326},{"comment_count":47,"id":306,"is_sticky":47,"permalink":307,"podcastfilter":308,"post_author":309,"post_content":310,"post_date":311,"post_excerpt":53,"post_id":306,"post_modified":312,"post_thumbnail":313,"post_title":314,"post_type":291,"sort_by_date":315,"tag_links":316,"tags":317},"55663","http://radioblackout.org/podcast/cosa-scrivevano-gli-altri-la-perla-di-labuan-27-9-2019/",[273],"eraunanotte...","\"Siete un branco di fetentissimi maiali, una lurida canaglia, la feccia dell'umanità. 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Di sicuro sono veri i dettagli della vita quotidiana, l'orrore della guerra giorno per giorno, lontano dalle fantasmagoriche celebrazioni del Reich millenario. Ma ci sono altre fonti. Il 22 novembre 1942 a Stalingrado la Sesta Armata (20 divisioni tedesche e 2 rumene per un totale di 285.000 uomini) comandata dal generale Von Paulus fu circondata dall'Armata Rossa. Prima che il cerchio si chiudesse, mentre Hitler urlava via radio \"Proibisco la resa!\" decollò l'ultimo aereo con le lettere dei soldati alle famiglie. \"Ci dicono che la nostra é una battaglia per la Germania, ma sono pochi qui a crederci.\" Le lettere furono aperte, lette e giudicate \"insopportabili per il popolo tedesco\" da Hitler, che ne vietò la divulgazione. Solo nel dopoguerra rividero la luce e divennero il libro \"Ultime lettere da Stalingrado\". \"I nostri genitori sono sepolti sotto le macerie della nostra casa e io sono qui in una buca, insieme a un paio di centinaia come me. 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