","Alfredo Cospito. Lo Stato lo condanna a morte","post",1677605230,[62,63,64,65,66,67,68,69,70],"http://radioblackout.org/tag/41bis/","http://radioblackout.org/tag/alfredo-cospito/","http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/cassazione/","http://radioblackout.org/tag/comitato-di-bioetica/","http://radioblackout.org/tag/ergastolo-ostativo/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-della-fame/","http://radioblackout.org/tag/strage-contro-la-sicurezza-dello-stato/",[72,73,74,75,33,76,20,77,15],"41bis","alfredo cospito","carcere","cassazione","Ergastolo ostativo","sciopero della fame",{"post_content":79,"post_title":88,"tags":91},{"matched_tokens":80,"snippet":86,"value":87},[81,82,83,84,85],"contro","la","sicurezza","dello","Stato","vittime di Fossano come attentato \u003Cmark>contro\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>sicurezza\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>Stato\u003C/mark>. Un reato rimasto in fondo","\u003Cmark>La\u003C/mark> decisione della Cassazione di respingere l’ultimo ricorso al 41bis è una condanna a morte per Cospito.\r\nNon sono bastate le prese di posizione di interi pezzi \u003Cmark>dello\u003C/mark> stesso apparato giudiziario e di polizia a bloccare \u003Cmark>la\u003C/mark> macchina della repressione, cominciata con \u003Cmark>la\u003C/mark> decisione di ridefinire l’attentato senza vittime di Fossano come attentato \u003Cmark>contro\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>sicurezza\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>Stato\u003C/mark>. Un reato rimasto in fondo alla cassetta degli attrezzi disponibili, ripescato per sancire \u003Cmark>la\u003C/mark> sacralità \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>Stato\u003C/mark>, una sacralità che seppellisce all’ergastolo chiunque osi infrangerla.\r\nNessuno deve intaccare il 41 bis, un dispositivo pensato per torturare, ricattare, annientare. Lo sciopero della fame di Cospito ha consentito che il buio quasi totale delle celle di isolamento venisse filtrato da un po’ di luce.\r\nE rischiava di accendere un riflettore su quanto sta avvenendo nelle carceri: dalla \u003Cmark>strage\u003C/mark> del Sant’Anna di Modena, sino alla normalità dei pestaggi nelle prigioni. Neppure i processi intentati \u003Cmark>contro\u003C/mark> le guardie responsabili di infinite violenze \u003Cmark>contro\u003C/mark> i detenuti a Santa Maria Capua Vetere, Torino, Ivrea, Biella riescono a rendere meno opache quelle mura.\r\n\r\nCospito morirà. Gli spazi giuridici sono ridotti a lumicino, pressoché impalpabili. Resta forse un ricorso urgente alla Corte Europea per i diritti dell’uomo, ma è una possibilità decisamente esile.\r\n\r\nA questo punto l’auspicio è che gli venga lasciata \u003Cmark>la\u003C/mark> dignità della sua scelta, senza interventi coattivi. Alfredo Cospito ha dichiarato esplicitamente di non voler vivere nell’isolamento quasi totale cui è sottoposto chi è al 41 bis. Una prigione per vivi.\r\nIl comitato di bioetica, nonostante una vasta giurisprudenza impedisca di sottoporre Cospito all’alimentazione forzata, è spaccato al proprio interno, tra chi suggerisce che se ne rispetti \u003Cmark>la\u003C/mark> volontà e chi vorrebbe fosse trattato da matto e quindi sottoposto a TSO, Trattamento Sanitario Obbligatorio.\r\n\u003Cmark>La\u003C/mark> psichiatria ruberebbe a Cospito l’ultima libertà che gli resta: quella di decidere sul proprio corpo.\r\n\r\nIl governo, in difficoltà su più fronti, punta alla criminalizzazione del movimento anarchico e dell’intera opposizione sociale. Meloni e \u003Cmark>la\u003C/mark> sua gang fascista, dopo aver esordito con le leggi anti rave e \u003Cmark>contro\u003C/mark> le ONG, punta all’introduzione del reato di “terrorismo di piazza” ed è a caccia di pretesti per farlo passare senza troppa opposizione. É quindi probabile che, come sta succedendo ormai da un mese e mezzo, l’asticella della canea mediatica e politica si alzi di fronte alle legittime risposte di piazza a quest’ultima decisione della Cassazione.\r\nUna svolta autoritaria potrebbe essere alle porte.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gianluca Vitale, uno degli avvocati nel processo Scripta Manent\r\n\r\nAscolta \u003Cmark>la\u003C/mark> diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/2023-02-28-vitale-cospito.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL’assemblea torinese \u003Cmark>contro\u003C/mark> il 41 bis ha indetto per il 4 marzo un corteo a Torino",{"matched_tokens":89,"snippet":90,"value":90},[85],"Alfredo Cospito. 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In aula, i due imputati si sono dichiarati nuovamente estranei all’attentato di cui erano accusati.\r\nIl ricalcolo della pena si era reso necessario alla luce della ridefinizione dei fatti di Fossano da strage comune a strage politica. Sebbene sia paradossale dirlo questo è il \"miglior\" risultato possibile in quel contesto giuridico. Infatti la difesa, che farà probabilmente ricorso alla Corte Costituzionale, non poteva più contestare l’applicazione della fattispecie di “strage contro la sicurezza dello Stato (art. 285)” decisa lo scorso anno dalla Cassazione, ma semplicemente, come ha fatto, tentare di introdurre il principio della levità dei fatti per ottenere le attenuanti.\r\nIl reato di Strage contro la sicurezza dello Stato, considerato il più grave dell’ordinamento giuridico italiano, non contempla alcuna forbice tra pena minima e pena massima, ma solo l’ergastolo. Peraltro lo stesso codice Rocco prevedeva all’articolo 311 che vi potesse essere una graduazione delle pene in caso di reati di lieve entità.\r\nImperterrito il procuratore generale Saluzzo ha continuato a chiedere l'ergastolo per Cospito e 27 anni e 1 mese per Beniamino.\r\nL’argomento addotto in aula dal Procuratore generale Saluzzo era squisitamente politico ed afferiva al fatto che l’attentato alla caserma dei carabinieri di Fossano, inserendosi in una più generale campagna contro i centri di detenzione per immigrati, diveniva più grave. Per il PG contrastare i CPR è attentato alla sicurezza dello Stato.\r\nVa da sé che l'applicazione del reato di strage politica (mettere in pericolo la sicurezza dello Stato) in un attentato senza vittime con scarsi danni materiali è una scelta che rientra nella logica del diritto penale del nemico. Logica per la quale la mera messa in discussione dei poteri sovrani dello Stato, basta a seppellire in galera per un attentatino da nulla.\r\nAlfredo Cospito resterà al 41 bis, perché le decisioni sul regime carcerario sono in mano al tribunale di sorveglianza di Roma, che, contrariamente a quando si crede, non applica questa misura particolarmente afflittiva agli ergastolani, ma a coloro che ritiene in grado di tenere le fila di un’associazione politica o mafiosa anche dalle mura del carcere. Va da se che lo scopo principale è piegare i prigionieri per tentare di ottenere una collaborazione e, in caso contrario, applicare una violenza estrema a chi non si piega.\r\nNe abbiamo parlato con Gianluca Vitale, difensore di Anna Beniamino\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/2023-06-27-vitale-scripta-manent.mp3\"][/audio]","29 Giugno 2023","2023-06-29 00:27:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/sentenza-scripta-manent-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/sentenza-scripta-manent-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/sentenza-scripta-manent-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/sentenza-scripta-manent.jpg 710w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Scripta Manent: 23 anni a Cospito, 17 anni e nove mesi a Beniamino",1687998435,[146,147,148,149,150,70],"http://radioblackout.org/tag/beniamino/","http://radioblackout.org/tag/copito/","http://radioblackout.org/tag/corte-dassise-dappello/","http://radioblackout.org/tag/fatti-di-fossano/","http://radioblackout.org/tag/scripta-manent/",[18,152,153,154,22,15],"copito","corte d'assise d'appello","fatti di fossano",{"post_content":156,"tags":160},{"matched_tokens":157,"snippet":158,"value":159},[110,81,82,83,84,85],"contestare l’applicazione della fattispecie di “\u003Cmark>strage\u003C/mark> \u003Cmark>contro\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>sicurezza\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>Stato\u003C/mark> (art. 285)” decisa lo scorso","Il 26 giugno \u003Cmark>la\u003C/mark> Corte di assise di appello di Torino ha deciso il ricalcolo delle pene alla luce di quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, che ha riconosciuto l’applicabilità delle attenuanti generiche ad entrambi gli imputati.\r\nAlfredo Cospito è \u003Cmark>stato\u003C/mark> condannato a 23 anni, Anna Beniamino a 17 anni e 9 mesi. 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Le difese hanno nuovamente sollevato alcune eccezioni di costituzionalità.\r\nLa sentenza e le repliche sono previste per il 26 giugno alle 12.\r\nNe abbiamo parlato con Gianluca Vitale, avvocato di Anna Beniamino\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/2023-06-20-scripta-manent-vitale.mp3\"][/audio]","22 Giugno 2023","2023-06-22 14:20:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/photo_2023-06-19_13-47-12-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/photo_2023-06-19_13-47-12-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/photo_2023-06-19_13-47-12-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/photo_2023-06-19_13-47-12-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/photo_2023-06-19_13-47-12-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/photo_2023-06-19_13-47-12.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Scripta Manent. 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Una giustizia accanita nel formalizzare imputazioni pesantissime mai utilizzate per eventi storici italiani quali le stragi degli anni 80, evidenziando una deriva giustizialista in cui le persone sono punite per quello che rappresentano politicamente.\r\n\r\nUltima evidenza di ciò, è la decisione della Corte di Cassazione all'interno del processo “Scripta manent” di Torino, di riqualificare da strage contro la pubblica incolumità a strage \"politica\" contro lo Stato degli avvenimenti del 2006, che non avevano causato alcun ferito. Fatti attribuiti a due imputati/e anarchici/e. Riqualificazione che consente di condannare all'ergastolo chi è imputato/a. Ma gli esempi sono molti: dalla Sorveglianza Speciale alla detenzione in regime di Alta Sicurezza e di regime duro 41 Bis, una tortura istituzionalizzata.\r\n\r\nCerchiamo di riflettere con l'Avvocato Gianluca Vitale su quello che sta avvenendo all'interno delle aule tribunalizie italiane contro la conflittualità anarchica, riflettendo anche sulla sorgente storica e politica di questa \"peculiarità\" allarmante dello Stato italiano e di quanto questa situazione è sicuramente inserita in un insieme di rapporti di forza momentaneamente a svantaggio dei movimenti conflittuali sociali dal basso.\r\n\r\nIn diretta, dai microfoni di Radio Blackout:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/avvocati-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito pubblichiamo l'appello degli avvocati ed un podcast targato RBO sullo stesso tema, con una intervista ad un altro avvocato firmatario.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/podcast/repressione-anarchici-avvocati-prendono-parola-ep-01/\r\n\r\n \r\n\r\nL'appello:\r\n\r\nIl 6 luglio scorso la Corte di Cassazione ha deciso di riqualificare da strage contro la pubblica incolumità (art 422 c.p.) a strage contro la sicurezza dello Stato (art. 285 c.p.) un duplice attentato contro la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano, avvenuto nel giugno 2006 (due esplosioni in orario notturno, che non avevano causato nessun ferito) e attribuito a due imputati anarchici.\r\n\r\nL’originaria qualificazione di strage prevede l’applicazione della pena non inferiore a 15 anni di reclusione, l’attuale, invece, la pena dell’ergastolo. Sembra paradossale che il più grave reato previsto dal nostro ordinamento giuridico sia stato ritenuto sussistente in tale episodio e non nelle tante gravissime vicende accadute in Italia negli ultimi decenni, dalla strage di Piazza Fontana a quella della stazione di Bologna, da Capaci a Via D’Amelio e Via dei Georgofili ecc.\r\n\r\nNel mese di aprile 2022 uno dei due imputati era stato inoltre destinatario di un decreto applicativo del cd. carcere duro, ai sensi dell’art. 41 bis comma 2 O.P. (introdotto nel nostro sistema penitenziario per combattere le associazioni mafiose e che presuppone la necessità di impedire collegamenti tra il detenuto e l’associazione criminale all’esterno per fini criminosi), altra vicenda singolare essendo notorio che il movimento anarchico rifugge in radice qualsiasi struttura gerarchica e/o forma organizzata, tanto da far emergere il serio sospetto che con il decreto ministeriale si voglia impedire l’interlocuzione politica di un militante politico con la sua area di appartenenza piuttosto che la relazione di un associato con i sodali in libertà.\r\n\r\nSempre nel mese di luglio u.s. è stata pronunciata una ulteriore aspra condanna in primo grado, a 28 anni di reclusione, contro un altro militante anarchico per un attentato alla sede della Lega Nord, denominata K3, anche per tale episodio nessuno ha riportato conseguenze lesive. Inoltre, nell’estate del 2020 altri cinque militanti anarchici sono stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati di terrorismo, trascorrendo circa un anno in AS2 (Alta Sorveglianza, altro regime carcerario “duro”), nonostante i fatti a loro concretamente attribuiti fossero bagatellari, quali manifestazioni non preavvisate, imbrattamenti, ecc.\r\n\r\nAltri processi contro attivisti anarchici sono intentati per reati di opinione, ad esempio due a Perugia, qualificati come istigazione a delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo, in quanto i rei avrebbero diffuso slogan violenti anarchici; quegli stessi slogan e idee che soltanto alcuni anni or sono sarebbero stati ricondotti alla fattispecie di cui all’art. 272 cp, propaganda sovversiva, fattispecie abrogata nel 2006, sulla base dell’assunto che la 2 propaganda, anche di ideologie di sovversione violenta, debba essere tollerata da uno Stato che si dica democratico, pena la negazione del suo stesso carattere fondante.\r\n\r\nAltre iniziative giudiziarie per reati associativi sono state intentate a Trento, nuovamente a Torino, a Bologna a Firenze, contro altri militanti anarchici, con diffusa quanto incomprensibile applicazione di misure cautelari in carcere.\r\n\r\nLa narrazione mediatica sempre degli ultimi due anni, costruita sulla scorta di dichiarazioni qualificate del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, vede inoltre gli anarchici responsabili, istigatori, delle rivolte in carcere del mese di marzo 2020, salva recente successiva smentita da parte della commissione ad hoc istituita per stabilire le cause dell’insorgenza dei detenuti.\r\n\r\nPiù in generale, in epoca recente, all’indistinta area anarchica è stata attribuita una enfatica pericolosità sociale da parte delle relazioni semestrali dei servizi segreti.\r\n\r\nE’ lecito domandarsi cosa stia avvenendo in questo paese e se gli anarchici rappresentino effettivamente un pericolo per l’incolumità pubblica meritevole di essere affrontato in termini muscolari e talvolta spregiudicati oppure se, in coerenza con il passato, rappresentino gli apripista per una ristrutturazione e/o un rafforzamento in chiave autoritaria degli spazi di agibilità politica e democratica nel paese.\r\n\r\nChi scrive svolge la professione di avvocato ed è direttamente impegnato nella difesa di numerosi anarchici in altrettante vicende penali ed è così che riscontra la sempre più diffusa e disinvolta sottrazione delle garanzie processuali a questa tipologia di imputati: in primo luogo in tema di valutazione delle prove in ordine alla riconducibilità soggettiva dei fatti contestati; oppure di abbandono del diritto penale del fatto, a vantaggio del diritto penale del tipo d’autore, realizzato attraverso l’esaltazione della pericolosità dell’ideologia a cui il reo appartiene.\r\n\r\nSiamo consapevoli che la genesi di un possibile diritto penale del nemico si radica nella storia recente di questo paese nel contrasto giudiziario alle organizzazioni combattenti, nel corso dei processi degli anni 70/80 del secolo scorso, e che poi le continue emergenze susseguitesi negli anni hanno permesso di condividere ed estendere ad altre categorie di imputati (ad esempio ai migranti, ma non solo) l’atteggiamento giudiziario tenuto ieri nei confronti dei militanti della lotta armata. Atteggiamento che oggi viene riproposto verso gli anarchici, rei soprattutto di manifestare una alterità irriducibile all’ordine costituito.\r\n\r\nDa avvocati e avvocate ci troviamo ad essere spettatori di una deriva giustizialista che rischia di contrapporre ad un modello di legalità penale indirizzato ai cittadini, con le garanzie e i 3 diritti tipici degli stati democratici, uno riservato ai soggetti ritenuti pericolosi, destinatari di provvedimenti e misure rigidissimi, nonché di circuiti di differenziazione penitenziaria.\r\n\r\nTutto ciò ci preoccupa perché comporta un progressivo allontanamento dai principi del garantismo giuridico, da quello di legalità (per cui si punisce per ciò che si è fatto e non per chi si è) a quello di offensività, sino ad un pericoloso slittamento verso funzioni meramente preventive e neutralizzatrici degli strumenti sanzionatori, come gli esempi sopra richiamati dimostrano.\r\n\r\nDa Roma: Avv. Flavio Rossi Albertini, Avv. Caterina Calia, Avv. Simonetta Crisci, Avv. Ludovica Formoso Avv. Ivonne Panfilo; Avv. Marco Grilli; Avv. Pamela Donnarumma; Avv. Gregorio Moneti; Avv. Leonardo Pompili.\r\n\r\nDa Torino: Avv. Gianluca Vitale, Avv. Claudio Novaro, Avv. Gianmario Ramondini.\r\n\r\nDa Bologna: Avv. Ettore Grenci, Avv. Daria Mosini,Avv. Danilo Camplese \r\n\r\nDa Milano: Avv. Margherita Pelazza, Avv. Eugenio Losco, Avv.Benedetto Ciccaroni, Avv.Tania Bassini\r\n\r\n Da Firenze: Avv. Sauro Poli\r\n\r\nDa La Spezia: Avv. Fabio Sommovigo\r\n\r\nDa Napoli: Avv. 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L’Isis, nonostante la sconfitta del Califfato nato tra Siria e Iraq, continua ad essere forte nel Caucaso, nel cosiddetto Khorasan e in Africa. La Russia ha avuto un ruolo importante nella sconfitta del Califfato garantendo il proprio costante appoggio al partito nazionalsocialista al governo in Siria, il Baas di Bashar al Hassad.\r\nLe rivendicazioni dell’attentato sia per le indicazioni fornite, sia per i canali i comunicazioni utilizzati rendono del tutto credibile la rivendicazione dell’Isis. Non abbiamo tuttavia elementi che rendano credibile che si tratti dell’Isis-K ossia l’Isis Khorasan e non di altro nucleo della galassia dello Stato Islamico. In ogni caso\r\nPutin, sia per sminuire le scacco subito dalla propria intelligence, sia per buttare altra benzina sul fuoco della guerra in Ucraina, indica il governo di Kiev come possibile complice.\r\nResta il fatto che l’ISIS continua a puntare sulla Jihad per il califfato globale contro infedeli e traditori.\r\nPer capirne di più ne abbiamo parlato con Giuliano Battiston che da anni si occupa di ISIS. Vi copiamo sotto anche il testo dell’articolo uscito domenica sul Manifesto.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024-03-26-battiston-isis.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl sanguinoso attentato terroristico è un colpo clamoroso per lo Stato islamico, ma non è così inaspettato. Chi si sorprende che l’obiettivo sia la Russia ha perso di vista da tempo non solo la propaganda dello Stato islamico \"centrale\" e delle sue branche regionali, ma anche le loro attività militari, e deve aver dimenticato un pezzo importante di storia recente.\r\n\r\nSTORIA RECENTE, propaganda e attività militari - così certificano tutti gli studiosi che hanno continuato a occuparsene, anche dopo la caduta del \"Califfato\" edificato in Siria e Iraq e la fisiologica disattenzione dei media - ci dicono che la Russia è un nemico centrale, prioritario. La Russia infedele, ortodossa, la Russia di Putin e delle sue sanguinose guerre in Cecenia, della repressione degli islamisti in Daghestan, in Inguscezia, dentro e fuori i confini della Federazione, la Russia alleata del siriano Bashar al-Assad e che bombarda le roccaforti jihadiste in Siria, o che, più di recente, contribuisce alla campagna contro lo Stato islamico in Mali e Burkina Faso: la Russia come minaccia all’Islam.\r\nPutin, i cui apparati di sicurezza hanno fatto flop, prova ad approfittarne, omettendo di menzionare lo Stato islamico e provando ad attribuire responsabilità agli ucraini. Ma è un inganno.\r\nSi dovrebbe guardare altrove. Alla branca locale dello Stato islamico, la «provincia del Caucaso», o più probabilmente alla «provincia del Khorasan».\r\n\r\nIL NOME RIMANDA, come in molta pubblicistica jihadista, ai gloriosi tempi andati, al Khorasan storico, un’ampia area che copriva gli attuali Iran, Afghanistan e parte dell’Asia centrale. Formata da militanti perlopiù pachistani ma anche centroasiatici e arabi nell’area di confine tra Afghanistan e Pakistan tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, la «provincia del Khorasan» ha subito la repressione contestuale del governo afghano, degli americani che lo sostenevano e dei Talebani, quando questi ultimi facevano ancora la guerra alla Repubblica collassata nel 2021 e avevano capito che quei jihadisti erano una minaccia al loro monopolio. Ma anche un’opportunità di avvicinamento ai nemici americani.\r\nNon è un caso che la caduta della principale roccaforte dello Stato islamico in Afghanistan, la valle di Mamand, nel distretto di Achin, nella provincia orientale di Nangarhar, lì dove l’allora presidente Usa Donald Trump il 13 aprile 2017 aveva fatto sganciare la più potente bomba non nucleare mai usata in combattimento (11 tonnellate su un complesso di tunnel e cave usati dal Khorasan), sia avvenuta nel no- vembre 2019. Tre mesi prima che Washington e i Talebani firmassero nella capitale del Qatar l’accordo di Doha, viatico per il loro ritorno al potere.\r\n\r\nCOSTRETTO AD ABBANDONARE il territorio che deteneva nell’est e nel nord del Paese, spiega tra gli altri Antonio Giustozzi, autore di un libro troppo poco conosciuto, Il laboratorio senza fine. Il ruolo dell’Afghanistan tra passato e futuro (Mondadori Strade blu), il Khorasan ha fatto poi ricorso a una campagna di guerriglia urbana e ad attacchi terroristici per dimostrare l’incapacità dei Talebani di garantire la sicurezza ed erodere la loro legittimità.\r\nDiminuiti nel 2023, gli attentati sono ripresi nel 2024. Pochi giorni fa lo Stato islamico ha rivendicato un attentato a Kandahar, capitale simbolica dell’Emirato dei Talebani. I quali si sono affrettati a condannare la strage di Mosca. Ma potrebbero subire dei contraccolpi, se le indagini condurranno a verificare la responsabilità della provincia del Khorasan.\r\n\r\nMOSCA, COME TUTTE LE CAPITALI regionali, garantisce la propria sponda diplomatica all’Emirato, ancora senza riconoscimento ufficiale, a una condizione: che i Talebani facciano da cintura di sicurezza contro la minaccia dello Stato islamico nella regione. L’Emirato afghano rivendica le azioni di «repressione chirurgica» che hanno portato alla distruzione delle cellule dello Stato islamico nelle principali città afghane, ma a Mosca potrebbe non bastare.\r\nNella leadership talebana, inoltre, c’è chi non gradisce il sostegno della Russia, per le stesse ragioni per cui i jihadisti dalla vocazione globale la ritengono un obiettivo legittimo e prioritario. Mentre tra i Talebani tagichi del nord-est qualcuno ha cambiato casacca.","26 Marzo 2024","2024-03-26 15:46:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/crocus-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/crocus-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/crocus-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/crocus-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/crocus.jpg 774w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La Russia, l’Isis e lo scacchiere della Jihad internazionale",1711467943,[280,281,282,283,284,285,286,287,288],"http://radioblackout.org/tag/afganistan/","http://radioblackout.org/tag/crocus/","http://radioblackout.org/tag/fratelli-musulmani/","http://radioblackout.org/tag/isis/","http://radioblackout.org/tag/isis-k/","http://radioblackout.org/tag/mosca/","http://radioblackout.org/tag/pakistan/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/talebani/",[290,291,292,293,294,295,296,297,298],"afganistan","crocus","fratelli musulmani","isis","isis-k","Mosca","pakistan","russia","talebani",{"post_content":300,"post_title":304},{"matched_tokens":301,"snippet":302,"value":303},[83,81,82,84,85],"Talebani facciano da cintura di \u003Cmark>sicurezza\u003C/mark> \u003Cmark>contro\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> minaccia \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>Stato\u003C/mark> islamico nella regione. L’Emirato afghano","\u003Cmark>La\u003C/mark> Russia, l’Isis e lo scacchiere della Jihad internazionale\r\n\u003Cmark>La\u003C/mark> Russia è da tempo nel mirino dell’Isis e il gravissimo attentato di Mosca ne è \u003Cmark>la\u003C/mark> conferma. L’Isis, nonostante \u003Cmark>la\u003C/mark> sconfitta del Califfato nato tra Siria e Iraq, continua ad essere forte nel Caucaso, nel cosiddetto Khorasan e in Africa. \u003Cmark>La\u003C/mark> Russia ha avuto un ruolo importante nella sconfitta del Califfato garantendo il proprio costante appoggio al partito nazionalsocialista al governo in Siria, il Baas di Bashar al Hassad.\r\nLe rivendicazioni dell’attentato sia per le indicazioni fornite, sia per i canali i comunicazioni utilizzati rendono del tutto credibile \u003Cmark>la\u003C/mark> rivendicazione dell’Isis. Non abbiamo tuttavia elementi che rendano credibile che si tratti dell’Isis-K ossia l’Isis Khorasan e non di altro nucleo della galassia \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>Stato\u003C/mark> Islamico. In ogni caso\r\nPutin, sia per sminuire le scacco subito dalla propria intelligence, sia per buttare altra benzina sul fuoco della guerra in Ucraina, indica il governo di Kiev come possibile complice.\r\nResta il fatto che l’ISIS continua a puntare sulla Jihad per il califfato globale \u003Cmark>contro\u003C/mark> infedeli e traditori.\r\nPer capirne di più ne abbiamo parlato con Giuliano Battiston che da anni si occupa di ISIS. Vi copiamo sotto anche il testo dell’articolo uscito domenica sul Manifesto.\r\n\r\nAscolta \u003Cmark>la\u003C/mark> diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024-03-26-battiston-isis.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl sanguinoso attentato terroristico è un colpo clamoroso per lo \u003Cmark>Stato\u003C/mark> islamico, ma non è così inaspettato. Chi si sorprende che l’obiettivo sia \u003Cmark>la\u003C/mark> Russia ha perso di vista da tempo non solo \u003Cmark>la\u003C/mark> propaganda \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>Stato\u003C/mark> islamico \"centrale\" e delle sue branche regionali, ma anche le loro attività militari, e deve aver dimenticato un pezzo importante di storia recente.\r\n\r\nSTORIA RECENTE, propaganda e attività militari - così certificano tutti gli studiosi che hanno continuato a occuparsene, anche dopo \u003Cmark>la\u003C/mark> caduta del \"Califfato\" edificato in Siria e Iraq e \u003Cmark>la\u003C/mark> fisiologica disattenzione dei media - ci dicono che \u003Cmark>la\u003C/mark> Russia è un nemico centrale, prioritario. \u003Cmark>La\u003C/mark> Russia infedele, ortodossa, \u003Cmark>la\u003C/mark> Russia di Putin e delle sue sanguinose guerre in Cecenia, della repressione degli islamisti in Daghestan, in Inguscezia, dentro e fuori i confini della Federazione, \u003Cmark>la\u003C/mark> Russia alleata del siriano Bashar al-Assad e che bombarda le roccaforti jihadiste in Siria, o che, più di recente, contribuisce alla campagna \u003Cmark>contro\u003C/mark> lo \u003Cmark>Stato\u003C/mark> islamico in Mali e Burkina Faso: \u003Cmark>la\u003C/mark> Russia come minaccia all’Islam.\r\nPutin, i cui apparati di \u003Cmark>sicurezza\u003C/mark> hanno fatto flop, prova ad approfittarne, omettendo di menzionare lo \u003Cmark>Stato\u003C/mark> islamico e provando ad attribuire responsabilità agli ucraini. 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Il governo ha celebrato l’unione sacra degli italiani contro il Coronavirus con un’esibizione di frecce tricolori, che hanno sorvolato la penisola, per approdare oggi a Roma, per la “festa” della Repubblica.\r\nIn Piemonte si sono svolte numerose iniziative antimilitariste tra Asti, Alessandria, Caselle e Torino.\r\n\r\nSabato 30 c’è stato un presidio in via dei Martiri ad Alessandria\r\n\r\nNel pomeriggio uno striscione con la scritta “Chiudiamo le fabbriche di morte” è stato appeso davanti alla Microtecnica-Collins Aerospace di piazza Graf a Torino.\r\n\r\nSempre a Torino, un altro striscione “L’Alenia produce morte” è apparso all’ingresso dello stabilimento di corso Marche dell’azienda che produce bombardieri e droni da guerra.\r\n\r\nIn serata a Caselle Torinese, sulla rotonda dove è stata collocata una Freccia Tricolore un gruppo di antimilitaristi ha appeso lo striscione “Quanti ospedali vale una freccia tricolore?” e acceso fumogeni.\r\n\r\nLunedì 1 giugno c’è stato un presidio al mercato di Caselle Torinese\r\n\r\nNel pomeriggio del 1 giugno presidio in piazza della Libertà ad Asti. La notte precedente ad Asti era comparso un cartello nei pressi dell’ospedale con la scritta “Andrà tutto bene se aboliremo gli eserciti”\r\n\r\nOggi – martedì 2 giugno - dalle 16.30 presidio dei senzapatria in piazza Castello\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano dell’Assemblea antimilitarista\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-02-stefano-antimili.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLeggi l’appello per le giornate di informazione e lotta dal 29 maggio al 2 giugno:\r\n\r\n2 giugno dei senzapatria\r\n\r\nBombardieri F35? Valgono centocinquantamila terapie intensive. La portaerei Trieste? Cinquantamila respiratori polmonari. Una manciata di blindati e un elicottero? Trecentotrentamila posti letto oppure dieci miliardi di mascherine.\r\n\r\nLa produzione bellica non si è mai fermata. In pieno lockdown l’AIAD, la Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza, membro di Confindustria, scriveva ai propri associati che c’era “l’opportunità per le società e le aziende federate, di proseguire la propria attività, concentrando l’operatività sulle linee produttive ritenute maggiormente essenziali e strategiche”.\r\nEssenziale e strategico per chi e per cosa? Per i governi e per le agenzie di sicurezza che li acquistano per i vari teatri di guerra. Questo settore dell’industria bellica, che ha in Piemonte uno dei suoi centri di eccellenza, non ha mai smesso di funzionare a pieno regime, perché la guerra per il governo Conte è un motore “essenziale” dell’economia, un tassello indispensabile per i giochi di potenza a livello planetario.\r\nGli anziani delle RSA, i lavoratori obbligati a far circolare le merci, i commessi dei supermercati, i medici, infermieri e OSS erano sacrificabili. Pedine di poco valore sullo scacchiere della storia. \r\nMentre cacciabombardieri, elicotteri da combattimento, missili e droni venivano prodotti dalle varie industrie piemontesi, la gente continuava ad ammalarsi senza ricevere cure adeguate, oggi la prevenzione è ancora un’utopia, mentre visite ed esami specialistici per altre patologie restano pressoché azzerati.\r\n\r\nA maggio hanno riaperto buona parte delle attività produttive e commerciali, la sanità privata offre i suoi servizi a pagamento, mentre l’attività ambulatoriale resta in lockdown.\r\n\r\nLa metafora della guerra al virus, tanto cara al governo, ha un sapore agre di fronte alla strage di questi mesi. Decine di migliaia di morti. Quanti sarebbero ancora vivi se ci fossero state le strutture adatte ad affrontare l’epidemia?\r\n\r\nLe spese militari in Italia crescono da anni, così come i tagli alla sanità. Per chi se le può permettere ci sono le cliniche private, la prevenzione, le cure. Per gli altri la vita, specie in questi mesi, è diventata un terno al lotto.\r\nMa a decidere non è mai il destino. Decidono padroni e governi.\r\nSono loro che hanno deciso dove e come investire, dove e perché spendere il denaro sottratto alle nostre buste paga.\r\nLa spesa militare è passata dall’1,25 per cento del Pil fino a raggiungere un picco del 1,45 per cento mentre quella sanitaria è scesa di un punto percentuale, con una previsione per il 2020 che si aggira sul 6,5 per cento del Pil.\r\nSecondo i dati elaborati dall’Osservatorio Mil€x nel 2020 sono stati stanziati circa 26,3 miliardi in spese militari, un miliardo e mezzo in più rispetto al 2019. 5,9 miliardi di euro sono destinati all’acquisto di nuovi sistemi d’arma.\r\nProvate a calcolare quanti posti letto, quanti ospedali, quanti tamponi, quanta ricerca si potrebbe finanziare con questi 26 miliardi e rotti di euro. Avrete la misura della criminalità di chi ci governa oggi e di chi ci ha governato in questi anni.\r\nNeppure l’epidemia ha fermato il business bellico. Anzi. La portaerei Cavour, costata 1,3 miliardi ed entrata in servizio nel 2009, è stata utilizzata per promuovere il made in Italy armiero nel mondo. Una nuova portaerei, la Trieste, varata lo scorso anno ci è costata 1,2 miliardi di euro.\r\nIn piena pandemia il governo ha deciso di acquistare per la Marina Militare due sommergibili dal costo di 1,3 miliardi di euro, che saranno costruiti da Fincantieri.\r\nLe armi italiane, in prima fila il colosso pubblico Leonardo, sono presenti su tutti i teatri di guerra.\r\nSette miliardi di euro sono stati sbloccati dal Ministero della Difesa e dal MISE per la prevista \"Legge Terrestre\" che dovrebbe garantire la costruzione di diversi armamenti.\r\nIn aprile Fincantieri ha vinto la gara per alcune fregate destinate alla Marina Militare staunitense.\r\nLe 36 missioni militari all’estero, al servizio dell’imperialismo tricolore, costano 1,3 miliardi l’anno. C’è anche un bonus per l’industria bellica: un blindato Lince, testato in zona di guerra, ha un valore aggiunto per i nuovi acquirenti.\r\nLe guerre che paiono lontane sono invece vicinissime: le armi che uccidono civili in ogni dove, sono prodotte non lontano dai giardini dove giocano i nostri bambini. I blindati Lince, oltre che in Afganistan, sono stati testati tra le montagne piemontesi, nel cantiere-fortino di Chiomonte, in Val Susa.\r\nIn questi anni i militari italiani facevano sei mesi in Iraq, Libano, Afganistan e sei mesi per le strade delle nostre città. Guerra interna e guerra esterna sono due facce della stessa medaglia.\r\nI militari, promossi a poliziotti durante la pandemia, sono nelle nostre strade per affiancare le altre forze dell’ordine nella repressione di ogni insorgenza sociale.\r\nIn molte località sono impiegati nei zone popolari. In Piemonte sono concentrati soprattutto a Torino, dove hanno stretto in una morsa le strade di Aurora e Barriera, quartieri dove la povertà, la precarietà, la difficoltà a mettere qualcosa in tavola, a pagare i fitti e le bollette, già forte, è aumentata durante il lockdown.\r\nIn questi due mesi e mezzo il governo ha alternato il bastone alla carota, regalando elemosine e distribuendo multe e denunce. Il loro nemico sono i poveri, quelli che rischiano la vita lavorando in nero, perché altrimenti non saprebbero come camparla, il loro nemico sono i lavoratori sacrificabili, i braccianti che devono chinare il capo e non pretendere protezioni. Niente deve fermare la macchina del profitto: chi la inceppa è trattato da nemico, da vittima sacrificabile.\r\n\r\nNegli ultimi 10 anni sono stati tagliati 43.000 posti di lavoro nella sanità. In Italia ci sono 3,2 posti letto ogni mille abitanti, contro i 4,7 della media europea. In Germania sono otto: inutile chiedersi perché lì la diffusione dell’epidemia sia stata controllata molto meglio che da noi. In Italia i posti letto (15mila euro l’uno) sono calati del 30 per cento tra il 2000 e il 2017.\r\nI responsabili siedono in tutte le poltrone rosse del parlamento.\r\n\r\nDopo due mesi e mezzo di pandemia, la situazione non è migliorata: non ci sono state nuove assunzioni di medici, infermieri, assistenti sanitari, gli ospedali non sono luoghi sicuri né per chi ci lavora né per chi vi è ricoverato.\r\nChi osa denunciare la situazione viene deferito ai consigli di disciplina o licenziato. I lavoratori della sanità devono scegliere tra la borsa e la vita. Tra rischiare la vita per avere uno stipendio, o rischiare il posto per difendere la propria vita e quella degli altri.\r\n\r\nIn questi mesi il governo ha provato a renderci complici di una strage di stato, soffocandoci di retorica patriottica e coprendoci con un sudario tricolore.\r\nL’unione sacra degli italiani nella “guerra” al coronavirus, il sacrificio della libertà per il bene di tutti. Una favola che si scioglie di fronte a bombardieri prodotti a Cameri, mentre alle persone ammalate venivano prescritti tachipirina e scongiuri.\r\n\r\nAnche questo due giugno, che, come ogni anno verrà celebrato con cerimonie militari e appelli patriottici, saremo in piazza, per dire che non ci stiamo, che non ci arruoliamo. Il nazionalismo è un virus mortale, che di anno in anno sta infettando la nostra società. La paura del domani viene usata per innalzare nuove barriere, per finanziare guerre, stragi, occupazioni militari.\r\nGli anziani sacrificati nelle RSA mentre si costruivano sommergibili da guerra sono l’emblema di regole sociali che è nostro impegno spezzare. Noi siamo con chi sciopera per non morire di lavoro, con chi ha resistito alla militarizzazione ed ha creato reti solidali.\r\nDisertori, anarchici, senzapatria saremo in piazza, con tutte le precauzioni necessarie, contro tutti gli eserciti, tutte le frontiere, tutte le guerre. Per un mondo senza confini, stati, padroni, di liber* uguali, solidali.\r\n\r\nAssemblea Antimilitarista – Torino\r\nFederazione Anarchica Torinese – FAI\r\nLaboratorio Autogestito La Miccia – Asti\r\nLaboratorio Anarchico Perlanera – Alessandria","2 Giugno 2020","2020-06-02 12:39:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/freccia-caselle-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/freccia-caselle-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/freccia-caselle-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/freccia-caselle-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/freccia-caselle-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/freccia-caselle-1536x1152.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/freccia-caselle.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","2 giugno. 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Il governo ha celebrato l’unione sacra degli italiani \u003Cmark>contro\u003C/mark> il Coronavirus con un’esibizione di frecce tricolori, che hanno sorvolato \u003Cmark>la\u003C/mark> penisola, per approdare oggi a Roma, per \u003Cmark>la\u003C/mark> “festa” della Repubblica.\r\nIn Piemonte si sono svolte numerose iniziative antimilitariste tra Asti, Alessandria, Caselle e Torino.\r\n\r\nSabato 30 c’è \u003Cmark>stato\u003C/mark> un presidio in via dei Martiri ad Alessandria\r\n\r\nNel pomeriggio uno striscione con \u003Cmark>la\u003C/mark> scritta “Chiudiamo le fabbriche di morte” è \u003Cmark>stato\u003C/mark> appeso davanti alla Microtecnica-Collins Aerospace di piazza Graf a Torino.\r\n\r\nSempre a Torino, un altro striscione “L’Alenia produce morte” è apparso all’ingresso \u003Cmark>dello\u003C/mark> stabilimento di corso Marche dell’azienda che produce bombardieri e droni da guerra.\r\n\r\nIn serata a Caselle Torinese, sulla rotonda dove è stata collocata una Freccia Tricolore un gruppo di antimilitaristi ha appeso lo striscione “Quanti ospedali vale una freccia tricolore?” e acceso fumogeni.\r\n\r\nLunedì 1 giugno c’è \u003Cmark>stato\u003C/mark> un presidio al mercato di Caselle Torinese\r\n\r\nNel pomeriggio del 1 giugno presidio in piazza della Libertà ad Asti. \u003Cmark>La\u003C/mark> notte precedente ad Asti era comparso un cartello nei pressi dell’ospedale con \u003Cmark>la\u003C/mark> scritta “Andrà tutto bene se aboliremo gli eserciti”\r\n\r\nOggi – martedì 2 giugno - dalle 16.30 presidio dei senzapatria in piazza Castello\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano dell’Assemblea antimilitarista\r\n\r\nAscolta \u003Cmark>la\u003C/mark> diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-02-stefano-antimili.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLeggi l’appello per le giornate di informazione e lotta dal 29 maggio al 2 giugno:\r\n\r\n2 giugno dei senzapatria\r\n\r\nBombardieri F35? Valgono centocinquantamila terapie intensive. \u003Cmark>La\u003C/mark> portaerei Trieste? Cinquantamila respiratori polmonari. Una manciata di blindati e un elicottero? Trecentotrentamila posti letto oppure dieci miliardi di mascherine.\r\n\r\n\u003Cmark>La\u003C/mark> produzione bellica non si è mai fermata. In pieno lockdown l’AIAD, \u003Cmark>la\u003C/mark> Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, \u003Cmark>la\u003C/mark> Difesa e \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>Sicurezza\u003C/mark>, membro di Confindustria, scriveva ai propri associati che c’era “l’opportunità per le società e le aziende federate, di proseguire \u003Cmark>la\u003C/mark> propria attività, concentrando l’operatività sulle linee produttive ritenute maggiormente essenziali e strategiche”.\r\nEssenziale e strategico per chi e per cosa? Per i governi e per le agenzie di \u003Cmark>sicurezza\u003C/mark> che li acquistano per i vari teatri di guerra. Questo settore dell’industria bellica, che ha in Piemonte uno dei suoi centri di eccellenza, non ha mai smesso di funzionare a pieno regime, perché \u003Cmark>la\u003C/mark> guerra per il governo Conte è un motore “essenziale” dell’economia, un tassello indispensabile per i giochi di potenza a livello planetario.\r\nGli anziani delle RSA, i lavoratori obbligati a far circolare le merci, i commessi dei supermercati, i medici, infermieri e OSS erano sacrificabili. Pedine di poco valore sullo scacchiere della storia. \r\nMentre cacciabombardieri, elicotteri da combattimento, missili e droni venivano prodotti dalle varie industrie piemontesi, \u003Cmark>la\u003C/mark> gente continuava ad ammalarsi senza ricevere cure adeguate, oggi \u003Cmark>la\u003C/mark> prevenzione è ancora un’utopia, mentre visite ed esami specialistici per altre patologie restano pressoché azzerati.\r\n\r\nA maggio hanno riaperto buona parte delle attività produttive e commerciali, \u003Cmark>la\u003C/mark> sanità privata offre i suoi servizi a pagamento, mentre l’attività ambulatoriale resta in lockdown.\r\n\r\n\u003Cmark>La\u003C/mark> metafora della guerra al virus, tanto cara al governo, ha un sapore agre di fronte alla \u003Cmark>strage\u003C/mark> di questi mesi. Decine di migliaia di morti. Quanti sarebbero ancora vivi se ci fossero state le strutture adatte ad affrontare l’epidemia?\r\n\r\nLe spese militari in Italia crescono da anni, così come i tagli alla sanità. Per chi se le può permettere ci sono le cliniche private, \u003Cmark>la\u003C/mark> prevenzione, le cure. Per gli altri \u003Cmark>la\u003C/mark> vita, specie in questi mesi, è diventata un terno al lotto.\r\nMa a decidere non è mai il destino. Decidono padroni e governi.\r\nSono loro che hanno deciso dove e come investire, dove e perché spendere il denaro sottratto alle nostre buste paga.\r\n\u003Cmark>La\u003C/mark> spesa militare è passata dall’1,25 per cento del Pil fino a raggiungere un picco del 1,45 per cento mentre quella sanitaria è scesa di un punto percentuale, con una previsione per il 2020 che si aggira sul 6,5 per cento del Pil.\r\nSecondo i dati elaborati dall’Osservatorio Mil€x nel 2020 sono stati stanziati circa 26,3 miliardi in spese militari, un miliardo e mezzo in più rispetto al 2019. 5,9 miliardi di euro sono destinati all’acquisto di nuovi sistemi d’arma.\r\nProvate a calcolare quanti posti letto, quanti ospedali, quanti tamponi, quanta ricerca si potrebbe finanziare con questi 26 miliardi e rotti di euro. Avrete \u003Cmark>la\u003C/mark> misura della criminalità di chi ci governa oggi e di chi ci ha governato in questi anni.\r\nNeppure l’epidemia ha fermato il business bellico. Anzi. \u003Cmark>La\u003C/mark> portaerei Cavour, costata 1,3 miliardi ed entrata in servizio nel 2009, è stata utilizzata per promuovere il made in Italy armiero nel mondo. Una nuova portaerei, \u003Cmark>la\u003C/mark> Trieste, varata lo scorso anno ci è costata 1,2 miliardi di euro.\r\nIn piena pandemia il governo ha deciso di acquistare per \u003Cmark>la\u003C/mark> Marina Militare due sommergibili dal costo di 1,3 miliardi di euro, che saranno costruiti da Fincantieri.\r\nLe armi italiane, in prima fila il colosso pubblico Leonardo, sono presenti su tutti i teatri di guerra.\r\nSette miliardi di euro sono stati sbloccati dal Ministero della Difesa e dal MISE per \u003Cmark>la\u003C/mark> prevista \"Legge Terrestre\" che dovrebbe garantire \u003Cmark>la\u003C/mark> costruzione di diversi armamenti.\r\nIn aprile Fincantieri ha vinto \u003Cmark>la\u003C/mark> gara per alcune fregate destinate alla Marina Militare staunitense.\r\nLe 36 missioni militari all’estero, al servizio dell’imperialismo tricolore, costano 1,3 miliardi l’anno. C’è anche un bonus per l’industria bellica: un blindato Lince, testato in zona di guerra, ha un valore aggiunto per i nuovi acquirenti.\r\nLe guerre che paiono lontane sono invece vicinissime: le armi che uccidono civili in ogni dove, sono prodotte non lontano dai giardini dove giocano i nostri bambini. I blindati Lince, oltre che in Afganistan, sono stati testati tra le montagne piemontesi, nel cantiere-fortino di Chiomonte, in Val Susa.\r\nIn questi anni i militari italiani facevano sei mesi in Iraq, Libano, Afganistan e sei mesi per le strade delle nostre città. Guerra interna e guerra esterna sono due facce della stessa medaglia.\r\nI militari, promossi a poliziotti durante \u003Cmark>la\u003C/mark> pandemia, sono nelle nostre strade per affiancare le altre forze dell’ordine nella repressione di ogni insorgenza sociale.\r\nIn molte località sono impiegati nei zone popolari. In Piemonte sono concentrati soprattutto a Torino, dove hanno stretto in una morsa le strade di Aurora e Barriera, quartieri dove \u003Cmark>la\u003C/mark> povertà, \u003Cmark>la\u003C/mark> precarietà, \u003Cmark>la\u003C/mark> difficoltà a mettere qualcosa in tavola, a pagare i fitti e le bollette, già forte, è aumentata durante il lockdown.\r\nIn questi due mesi e mezzo il governo ha alternato il bastone alla carota, regalando elemosine e distribuendo multe e denunce. Il loro nemico sono i poveri, quelli che rischiano \u003Cmark>la\u003C/mark> vita lavorando in nero, perché altrimenti non saprebbero come camparla, il loro nemico sono i lavoratori sacrificabili, i braccianti che devono chinare il capo e non pretendere protezioni. Niente deve fermare \u003Cmark>la\u003C/mark> macchina del profitto: chi \u003Cmark>la\u003C/mark> inceppa è trattato da nemico, da vittima sacrificabile.\r\n\r\nNegli ultimi 10 anni sono stati tagliati 43.000 posti di lavoro nella sanità. In Italia ci sono 3,2 posti letto ogni mille abitanti, \u003Cmark>contro\u003C/mark> i 4,7 della media europea. In Germania sono otto: inutile chiedersi perché lì \u003Cmark>la\u003C/mark> diffusione dell’epidemia sia stata controllata molto meglio che da noi. In Italia i posti letto (15mila euro l’uno) sono calati del 30 per cento tra il 2000 e il 2017.\r\nI responsabili siedono in tutte le poltrone rosse del parlamento.\r\n\r\nDopo due mesi e mezzo di pandemia, \u003Cmark>la\u003C/mark> situazione non è migliorata: non ci sono state nuove assunzioni di medici, infermieri, assistenti sanitari, gli ospedali non sono luoghi sicuri né per chi ci lavora né per chi vi è ricoverato.\r\nChi osa denunciare \u003Cmark>la\u003C/mark> situazione viene deferito ai consigli di disciplina o licenziato. I lavoratori della sanità devono scegliere tra \u003Cmark>la\u003C/mark> borsa e \u003Cmark>la\u003C/mark> vita. Tra rischiare \u003Cmark>la\u003C/mark> vita per avere uno stipendio, o rischiare il posto per difendere \u003Cmark>la\u003C/mark> propria vita e quella degli altri.\r\n\r\nIn questi mesi il governo ha provato a renderci complici di una \u003Cmark>strage\u003C/mark> di \u003Cmark>stato\u003C/mark>, soffocandoci di retorica patriottica e coprendoci con un sudario tricolore.\r\nL’unione sacra degli italiani nella “guerra” al coronavirus, il sacrificio della libertà per il bene di tutti. Una favola che si scioglie di fronte a bombardieri prodotti a Cameri, mentre alle persone ammalate venivano prescritti tachipirina e scongiuri.\r\n\r\nAnche questo due giugno, che, come ogni anno verrà celebrato con cerimonie militari e appelli patriottici, saremo in piazza, per dire che non ci stiamo, che non ci arruoliamo. Il nazionalismo è un virus mortale, che di anno in anno sta infettando \u003Cmark>la\u003C/mark> nostra società. \u003Cmark>La\u003C/mark> paura del domani viene usata per innalzare nuove barriere, per finanziare guerre, stragi, occupazioni militari.\r\nGli anziani sacrificati nelle RSA mentre si costruivano sommergibili da guerra sono l’emblema di regole sociali che è nostro impegno spezzare. Noi siamo con chi sciopera per non morire di lavoro, con chi ha resistito alla militarizzazione ed ha creato reti solidali.\r\nDisertori, anarchici, senzapatria saremo in piazza, con tutte le precauzioni necessarie, \u003Cmark>contro\u003C/mark> tutti gli eserciti, tutte le frontiere, tutte le guerre. Per un mondo senza confini, stati, padroni, di liber* uguali, solidali.\r\n\r\nAssemblea Antimilitarista – Torino\r\nFederazione Anarchica Torinese – FAI\r\nLaboratorio Autogestito \u003Cmark>La\u003C/mark> Miccia – Asti\r\nLaboratorio Anarchico Perlanera – Alessandria",[351],{"field":121,"matched_tokens":352,"snippet":348,"value":349},[82,82,347],3463329665026883600,{"best_field_score":355,"best_field_weight":264,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":356,"tokens_matched":131,"typo_prefix_score":48},"2229077737472","3463329665026883697",6646,{"collection_name":59,"first_q":15,"per_page":131,"q":15},11,{"facet_counts":361,"found":397,"hits":398,"out_of":574,"page":24,"request_params":575,"search_cutoff":37,"search_time_ms":131},[362,374],{"counts":363,"field_name":372,"sampled":37,"stats":373},[364,366,368,370],{"count":176,"highlighted":365,"value":365},"Bello come una prigione che brucia",{"count":14,"highlighted":367,"value":367},"anarres",{"count":24,"highlighted":369,"value":369},"black holes",{"count":24,"highlighted":371,"value":371},"frittura mista","podcastfilter",{"total_values":221},{"counts":375,"field_name":36,"sampled":37,"stats":395},[376,377,379,381,383,385,387,389,391,393],{"count":221,"highlighted":246,"value":246},{"count":24,"highlighted":378,"value":378},"cuba",{"count":24,"highlighted":380,"value":380},"castro",{"count":24,"highlighted":382,"value":382},"trapani",{"count":24,"highlighted":384,"value":384},"batista",{"count":24,"highlighted":386,"value":386},"white noise",{"count":24,"highlighted":388,"value":388},"working class",{"count":24,"highlighted":390,"value":390},"cie di trapani",{"count":24,"highlighted":392,"value":392},"commercio d'armi",{"count":24,"highlighted":394,"value":394},"serraino vulpitta",{"total_values":396},90,10,[399,454,480,506,529,549],{"document":400,"highlight":420,"highlights":441,"text_match":261,"text_match_info":452},{"comment_count":48,"id":401,"is_sticky":48,"permalink":402,"podcastfilter":403,"post_author":404,"post_content":405,"post_date":406,"post_excerpt":54,"post_id":401,"post_modified":407,"post_thumbnail":408,"post_title":409,"post_type":410,"sort_by_date":411,"tag_links":412,"tags":416},"83077","http://radioblackout.org/podcast/seconda-richiesta-di-archiviazione-per-la-strage-del-carcere-santanna/",[365],"bellocome","Estratto dalla puntata del 3 luglio 2023 di Bello Come Una Prigione Che Brucia:\r\nDopo il primo colpo di spugna nel giugno 2021, la Procura di Modena ha richiesto l’archiviazione anche per il secondo filone dell'inchiesta su quella che è stata la più grande strage carceraria della storia repubblicana.\r\nL’8 marzo 2020, in seguito alla rivolta scoppiata nel carcere Sant’Anna come reazione al lockdown carcerario, morirono nove uomini detenuti e a decine vennero massacrati e torturati. L’apparato sanzionatorio dello Stato si auto-assolve impedendo addirittura che questi eventi approdino a un processo: le morti sono state causate da overdose di farmaci (non dalla scelte precise di lasciar morire queste persone senza alcun tipo di assistenza medica), mentre i pestaggi e le torture denunciate in più occasioni non sono credibili (perché la parola di un detenuto è intrinsecamente inattendibile).\r\nUn’impunibilità che contrasta vistosamente con la recente sentenza di ricalcolo della pena per Anna Beniamino e Alfredo Cospito: 23 anni per Alfredo, 17 anni e 9 mesi per Anna… per una “strage contro la sicurezza dello Stato” – che al contrario di quella di Modena - non ha prodotto né morti né feriti.\r\nInsieme a Pietro del Comitato Verità e Giustizia per la Strage del Sant’Anna di Modena cerchiamo di analizzare come sia stata fabbricata l’impunità per i secondini coinvolti:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/BCUPCB_archiviazione-modena2.mp3\"][/audio]","4 Luglio 2023","2023-07-04 11:06:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/bcupcb_archiviazione2-200x110.jpeg","SECONDA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE PER LA STRAGE DEL CARCERE SANT'ANNA","podcast",1688468776,[64,413,414,415],"http://radioblackout.org/tag/covid19/","http://radioblackout.org/tag/rivolta-carceraria/","http://radioblackout.org/tag/strage-di-stato/",[74,417,418,419],"covid19","rivolta carceraria","strage di stato",{"post_content":421,"post_title":426,"tags":431},{"matched_tokens":422,"snippet":424,"value":425},[110,81,82,83,84,423],"Stato”","mesi per Anna… per una “\u003Cmark>strage\u003C/mark> \u003Cmark>contro\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>sicurezza\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>Stato”\u003C/mark> – che al contrario di quella","Estratto dalla puntata del 3 luglio 2023 di Bello Come Una Prigione Che Brucia:\r\nDopo il primo colpo di spugna nel giugno 2021, \u003Cmark>la\u003C/mark> Procura di Modena ha richiesto l’archiviazione anche per il secondo filone dell'inchiesta su quella che è stata \u003Cmark>la\u003C/mark> più grande \u003Cmark>strage\u003C/mark> carceraria della storia repubblicana.\r\nL’8 marzo 2020, in seguito alla rivolta scoppiata nel carcere Sant’Anna come reazione al lockdown carcerario, morirono nove uomini detenuti e a decine vennero massacrati e torturati. 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Nel ripercorrere la rilevanza e l’urgenza della lotta contro l’apparato punitivo vi proponiamo il contributo di una compagna che ha partecipato all’edizione del libro “Pensare l’impensabile - Tentare l’impossibile. A fianco di Alfredo, contro l'ergastolo ostativo e il 41 bis” (Ed. Colibrì):\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/BCUPCB_stefi-libro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMentre attendiamo l’esito di questa udienza, all’interno della quale la procura di Torino ha ribadito la sua intenzione di seppellire vivi questi compagni - richiedendo 27 anni e 1 mese per Anna e l’ergastolo (con 12 mesi di isolamento diurno) per Alfredo - ci colleghiamo con un compagno della Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali per una cronaca della mattinata e del dispositivo di “prevenzione della solidarietà” messo in campo dalla Digos:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/BCUPCB_udienza19.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n/ / / Update: la sentenza è stata rinviata a lunedì 26 giugno","19 Giugno 2023","2023-06-19 16:57:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/bcupcb_ricalcolo19-200x110.jpg","19 GIUGNO: RICALCOLO CONDANNE PER ANNA E ALFREDO",1687193824,[242,63,466],"http://radioblackout.org/tag/anna-beniamino/",[246,73,468],"anna beniamino",{"post_content":470},{"matched_tokens":471,"snippet":473,"value":474},[472,81,82,347,84,423],"Strage","e Alfredo Cospito, accusati di “\u003Cmark>Strage\u003C/mark> \u003Cmark>contro\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>Sicurezza\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>Stato”\u003C/mark> in quanto ritenuti gli autori","Estratti dalla puntata del 19 giugno 2023 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nNell’arco della mattinata del 19 giugno, presso il tribunale di Torino, si è tenuta l’udienza per il ricalcolo della pena nei confronti di Anna Beniamino e Alfredo Cospito, accusati di “\u003Cmark>Strage\u003C/mark> \u003Cmark>contro\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>Sicurezza\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>Stato”\u003C/mark> in quanto ritenuti gli autori di un attacco (senza morti né feriti) \u003Cmark>contro\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> caserma degli allievi carabinieri di Fossano nel 2006.\r\n\r\nL’udienza di oggi va inserita nel percorso di lotta \u003Cmark>contro\u003C/mark> carcere, 41bis ed ergastolo ostativo che negli ultimi mesi ha raggiunto una dimensione storica grazie allo sciopero della fame di Alfredo e alla mobilitazione che lo ha accompagnato. 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Nei confronti della prima, l’industria massmediatica ha ipervisibilizzato (per giorni) ogni dettaglio estraibile, intervistando parenti, conoscenti, producendo ricostruzioni dell’ambiente socio-affettivo della vittima e del suo carnefice; nei confronti della seconda, nonostante fosse una poliziotta uccisa a colpi di pistola, le informazioni si sono presto circoscritte a brevi trafiletti di cronaca locale. “Poliziotta uccisa a colpi di pistola” rientrerebbe tra quei tipi di evento immediatamente recuperabili da diverse categorie della propaganda securitaria, ma così non è stato perché l’assassino era un suo collega.\r\n\r\nPartendo dall’analisi dell’asimmetria nella visibilizzazione di questi due femminicidi, attraversando l’emergere delle torture e della prossimità tra polizia e trafficanti d’armi consentito dall’inchiesta sulla caserma di Verona, ci addentriamo nuovamente nella dimensione della Copaganda:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/BCUPCB_femminicidi-verona.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIn appendice la lettura di qualche estratto dall’analisi di un ex-poliziotto statunitense riguardo al ruolo dell’addestramento e del cameratismo blu nell’endemia di violenza tra le forze dell’ordine:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/BCUPCB_j-cameron.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nConcludendo con una citazione del regista James Cameron in cui il regista motiva la scelta di iconizzare come poliziotto la figura del Terminator T-1000:\r\n\r\n\"I film di Terminator non riguardano realmente la razza umana che viene uccisa dalle macchine del futuro. 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Alfredo ha ribadito che la sua lotta travalica la dimensione personale ed è tesa a contrastare l’esistenza delle sezioni di 41bis e dell’ergastolo ostativo, ha confermato che proseguirà lo sciopero della fame fino al suo ultimo respiro; Anna si è espressa contro il reato di “strage contro la sicurezza dello Stato”, ribadendo come lo stragista sia evidentemente lo Stato e aggiungendo che, se dovesse succedere qualcosa ad Alfredo, compagne e compagni riconoscano chi sono i responsabili del suo assassinio.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/BCUPCB_diretta_Leo_aula.mp3\"][/audio]\r\n\r\nUn compagno presente all'udienza riferisce delle dichiarazioni di Alfredo e Anna\r\n\r\n \r\n\r\nNell’arco della mattinata, il presidio sotto il Palazzo di Giustizia si è trasformato in un lungo corteo che ha attraversato le vie della città, mentre dall’udienza arrivavano aggiornamenti sulle richieste del procuratore generale: 27 e 1 mese per Anna, l’ergastolo per Alfredo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/BCUPCB_diretta_guido_corteo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDiretta dal corteo prima della sua conclusione ai Giardini Reali\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta l’intera copertura di questa mattinata di mobilitazione dalle frequenze di Radio Blackout:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/BCUPCB_integrale_giornata5dic2022.mp3\"][/audio]","5 Dicembre 2022","2022-12-05 17:27:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/bcupcb_5dic-200x110.jpg","5 dicembre 2022 - Mobilitazione per Alfredo e Anna",1670261220,[242],[246],{"post_content":520},{"matched_tokens":521,"snippet":523,"value":524},[82,522,110,81,82,83,84,423],"strage”","\u003Cmark>la\u003C/mark> condanna da “\u003Cmark>strage”\u003C/mark> in “\u003Cmark>strage\u003C/mark> \u003Cmark>contro\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>sicurezza\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>Stato”\u003C/mark>. L’azione presa in esame riguarda","TORINO – 5 DICEMBRE 2022\r\n\r\nAll’interno del tribunale di Torino si è tenuta l’udienza per il ricalcolo della pena nei confronti di Anna Beniamino e Alfredo Cospito, prigionieri anarchici \u003Cmark>contro\u003C/mark> i quali \u003Cmark>la\u003C/mark> Cassazione del processo Scripta Manent ha riqualificato \u003Cmark>la\u003C/mark> condanna da “\u003Cmark>strage”\u003C/mark> in “\u003Cmark>strage\u003C/mark> \u003Cmark>contro\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>sicurezza\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>Stato”\u003C/mark>. L’azione presa in esame riguarda un attacco con due ordigni alla Scuola Allievi Carabinieri di Fossano nel 2006, in cui non ci furono morti né feriti, per il quale Anna e Alfredo erano stati precedentemente assolti.\r\n\r\nL’iter processuale che ha portato alla loro condanna, come tutta l’Operazione Scripta Manent, è \u003Cmark>stato\u003C/mark> caratterizzato da un utilizzo decisamente creativo degli strumenti dell’apparato sanzionatorio, dalla sovrapposizione del reato associativo a una sigla rivendicativa aperta come \u003Cmark>la\u003C/mark> Federazione Anarchica Informale, fino alla manipolazione degli esiti delle perizie grafologiche e dei dialoghi intercettati: lo stesso materiale che nelle inchieste passate non aveva portato all’identificazione degli autori, ora può essere sufficiente per condannare Anna e Alfredo al carcere a vita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/BCUPCB_diretta_guido_presidio.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAscolta una prima diretta dal presidio sotto il tribunale di Torino\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nAnna Beniamino e Alfredo Cospito, rispettivamente al 28° e al 46° giorno di sciopero della fame, hanno potuto presenziare all’udienza esclusivamente in videoconferenza: Anna dal carcere di Rebibbia dove si trova in sezione Alta \u003Cmark>Sicurezza\u003C/mark> 2, Alfredo dal carcere di Bancali dove è sepolto in regime di 41bis. Alfredo ha ribadito che \u003Cmark>la\u003C/mark> sua lotta travalica \u003Cmark>la\u003C/mark> dimensione personale ed è tesa a contrastare l’esistenza delle sezioni di 41bis e dell’ergastolo ostativo, ha confermato che proseguirà lo sciopero della fame fino al suo ultimo respiro; Anna si è espressa \u003Cmark>contro\u003C/mark> il reato di “\u003Cmark>strage\u003C/mark> \u003Cmark>contro\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>sicurezza\u003C/mark> \u003Cmark>dello\u003C/mark> \u003Cmark>Stato”\u003C/mark>, ribadendo come lo stragista sia evidentemente lo \u003Cmark>Stato\u003C/mark> e aggiungendo che, se dovesse succedere qualcosa ad Alfredo, compagne e compagni riconoscano chi sono i responsabili del suo assassinio.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/BCUPCB_diretta_Leo_aula.mp3\"][/audio]\r\n\r\nUn compagno presente all'udienza riferisce delle dichiarazioni di Alfredo e Anna\r\n\r\n \r\n\r\nNell’arco della mattinata, il presidio sotto il Palazzo di Giustizia si è trasformato in un lungo corteo che ha attraversato le vie della città, mentre dall’udienza arrivavano aggiornamenti sulle richieste del procuratore generale: 27 e 1 mese per Anna, l’ergastolo per Alfredo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/BCUPCB_diretta_guido_corteo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDiretta dal corteo prima della sua conclusione ai Giardini Reali\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta l’intera copertura di questa mattinata di mobilitazione dalle frequenze di Radio Blackout:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/BCUPCB_integrale_giornata5dic2022.mp3\"][/audio]",[526],{"field":121,"matched_tokens":527,"snippet":523,"value":524},[82,522,110,81,82,83,84,423],{"best_field_score":263,"best_field_weight":264,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":479,"tokens_matched":131,"typo_prefix_score":48},{"document":530,"highlight":541,"highlights":545,"text_match":261,"text_match_info":548},{"comment_count":48,"id":531,"is_sticky":48,"permalink":532,"podcastfilter":533,"post_author":404,"post_content":534,"post_date":235,"post_excerpt":54,"post_id":531,"post_modified":535,"post_thumbnail":536,"post_title":537,"post_type":410,"sort_by_date":538,"tag_links":539,"tags":540},"77667","http://radioblackout.org/podcast/repressione-anarchici-avvocati-prendono-parola-ep-01/",[365],"Estratto dalla puntata del 17 ottobre 2022 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nREPRESSIONE ANTI-ANARCHICA: GLI AVVOCATI PRENDONO PUBBLICAMENTE PAROLA\r\n\r\nOltre venti avvocati/e hanno deciso di esprimersi pubblicamente, attraverso un documento firmato da legali di diverse città, riguardo alle modalità e alle strategie repressive messe in atto – con particolare evidenza negli ultimi mesi – contro la conflittualità anarchica.\r\n\r\nCome viene sottolineato nel comunicato, l’utilizzo del reato di “strage politica” (seppur in contesti dove non vi è stato alcun ferito) consente di condannare all’ergastolo chi è imputato delle azioni portate a giudizio; ma a quanto pare a venire giudicati sembrano, più che i fatti specifici, l’indole e il pensiero politico di compagne e compagni anarchici coinvolti in queste inchieste.\r\n\r\nIn compagnia di Flavio Rossi Albertini, avvocato difensore in molti processi contro la conflittualità anarchica, riflettiamo sulla scelta da parte sua e dei suoi colleghi di prendere pubblicamente parola rispetto all’operato e alle possibili strategie della repressione in Italia, sul progressivo configurarsi del cosiddetto “diritto penale del nemico”, sulla natura profondamente classista dell’apparato sanzionatorio, su come queste mosse si inseriscano nel tentativo di cancellare il conflitto sociale (sindacati di base, occupazioni, centri sociali, migranti).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BCUPCB_flavio-doc-avv01.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSegue il documento:\r\n\r\nIl 6 luglio scorso la Corte di Cassazione ha deciso di riqualificare da strage contro la pubblica incolumità (art 422 c.p.) a strage contro la sicurezza dello Stato (art. 285 c.p.) un duplice attentato contro la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano, avvenuto nel giugno 2006 (due esplosioni in orario notturno, che non avevano causato nessun ferito) e attribuito a due imputati anarchici.\r\n\r\nL’originaria qualificazione di strage prevede l’applicazione della pena non inferiore a 15 anni di reclusione, l’attuale, invece, la pena dell’ergastolo. Sembra paradossale che il più grave reato previsto dal nostro ordinamento giuridico sia stato ritenuto sussistente in tale episodio e non nelle tante gravissime vicende accadute in Italia negli ultimi decenni, dalla strage di Piazza Fontana a quella della stazione di Bologna, da Capaci a Via D’Amelio e Via dei Georgofili ecc.\r\n\r\nNel mese di aprile 2022 uno dei due imputati era stato inoltre destinatario di un decreto applicativo del cd. carcere duro, ai sensi dell’art. 41 bis comma 2 O.P. (introdotto nel nostro sistema penitenziario per combattere le associazioni mafiose e che presuppone la necessità di impedire collegamenti tra il detenuto e l’associazione criminale all’esterno per fini criminosi), altra vicenda singolare essendo notorio che il movimento anarchico rifugge in radice qualsiasi struttura gerarchica e/o forma organizzata, tanto da far emergere il serio sospetto che con il decreto ministeriale si voglia impedire l’interlocuzione politica di un militante politico con la sua area di appartenenza piuttosto che la relazione di un associato con i sodali in libertà.\r\n\r\nSempre nel mese di luglio u.s. è stata pronunciata una ulteriore aspra condanna in primo grado, a 28 anni di reclusione, contro un altro militante anarchico per un attentato alla sede della Lega Nord, denominata K3, anche per tale episodio nessuno ha riportato conseguenze lesive. Inoltre, nell’estate del 2020 altri cinque militanti anarchici sono stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati di terrorismo, trascorrendo circa un anno in AS2 (Alta Sorveglianza, altro regime carcerario “duro”), nonostante i fatti a loro concretamente attribuiti fossero bagatellari, quali manifestazioni non preavvisate, imbrattamenti, ecc.\r\n\r\nAltri processi contro attivisti anarchici sono intentati per reati di opinione, ad esempio due a Perugia, qualificati come istigazione a delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo, in quanto i rei avrebbero diffuso slogan violenti anarchici; quegli stessi slogan e idee che soltanto alcuni anni or sono sarebbero stati ricondotti alla fattispecie di cui all’art. 272 cp, propaganda sovversiva, fattispecie abrogata nel 2006, sulla base dell’assunto che la 2 propaganda, anche di ideologie di sovversione violenta, debba essere tollerata da uno Stato che si dica democratico, pena la negazione del suo stesso carattere fondante.\r\n\r\nAltre iniziative giudiziarie per reati associativi sono state intentate a Trento, nuovamente a Torino, a Bologna a Firenze, contro altri militanti anarchici, con diffusa quanto incomprensibile applicazione di misure cautelari in carcere.\r\n\r\nLa narrazione mediatica sempre degli ultimi due anni, costruita sulla scorta di dichiarazioni qualificate del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, vede inoltre gli anarchici responsabili, istigatori, delle rivolte in carcere del mese di marzo 2020, salva recente successiva smentita da parte della commissione ad hoc istituita per stabilire le cause dell’insorgenza dei detenuti.\r\n\r\nPiù in generale, in epoca recente, all’indistinta area anarchica è stata attribuita una enfatica pericolosità sociale da parte delle relazioni semestrali dei servizi segreti.\r\n\r\nE’ lecito domandarsi cosa stia avvenendo in questo paese e se gli anarchici rappresentino effettivamente un pericolo per l’incolumità pubblica meritevole di essere affrontato in termini muscolari e talvolta spregiudicati oppure se, in coerenza con il passato, rappresentino gli apripista per una ristrutturazione e/o un rafforzamento in chiave autoritaria degli spazi di agibilità politica e democratica nel paese.\r\n\r\nChi scrive svolge la professione di avvocato ed è direttamente impegnato nella difesa di numerosi anarchici in altrettante vicende penali ed è così che riscontra la sempre più diffusa e disinvolta sottrazione delle garanzie processuali a questa tipologia di imputati: in primo luogo in tema di valutazione delle prove in ordine alla riconducibilità soggettiva dei fatti contestati; oppure di abbandono del diritto penale del fatto, a vantaggio del diritto penale del tipo d’autore, realizzato attraverso l’esaltazione della pericolosità dell’ideologia a cui il reo appartiene.\r\n\r\nSiamo consapevoli che la genesi di un possibile diritto penale del nemico si radica nella storia recente di questo paese nel contrasto giudiziario alle organizzazioni combattenti, nel corso dei processi degli anni 70/80 del secolo scorso, e che poi le continue emergenze susseguitesi negli anni hanno permesso di condividere ed estendere ad altre categorie di imputati (ad esempio ai migranti, ma non solo) l’atteggiamento giudiziario tenuto ieri nei confronti dei militanti della lotta armata. Atteggiamento che oggi viene riproposto verso gli anarchici, rei soprattutto di manifestare una alterità irriducibile all’ordine costituito.\r\n\r\nDa avvocati e avvocate ci troviamo ad essere spettatori di una deriva giustizialista che rischia di contrapporre ad un modello di legalità penale indirizzato ai cittadini, con le garanzie e i 3 diritti tipici degli stati democratici, uno riservato ai soggetti ritenuti pericolosi, destinatari di provvedimenti e misure rigidissimi, nonché di circuiti di differenziazione penitenziaria.\r\n\r\nTutto ciò ci preoccupa perché comporta un progressivo allontanamento dai principi del garantismo giuridico, da quello di legalità (per cui si punisce per ciò che si è fatto e non per chi si è) a quello di offensività, sino ad un pericoloso slittamento verso funzioni meramente preventive e neutralizzatrici degli strumenti sanzionatori, come gli esempi sopra richiamati dimostrano.\r\n\r\nDa Roma: Avv. Flavio Rossi Albertini, Avv. Caterina Calia, Avv. Simonetta Crisci, Avv. Ludovica Formoso Avv. Ivonne Panfilo; Avv. Marco Grilli; Avv. Pamela Donnarumma; Avv. Gregorio Moneti; Avv. Leonardo Pompili.\r\n\r\nDa Torino: Avv. Gianluca Vitale, Avv. Claudio Novaro, Avv. Gianmario Ramondini.\r\n\r\nDa Bologna: Avv. Ettore Grenci, Avv. Daria Mosini,Avv. Danilo Camplese \r\n\r\nDa Milano: Avv. Margherita Pelazza, Avv. Eugenio Losco, Avv.Benedetto Ciccaroni, Avv.Tania Bassini\r\n\r\n Da Firenze: Avv. Sauro Poli\r\n\r\nDa La Spezia: Avv. Fabio Sommovigo\r\n\r\nDa Napoli: Avv. 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Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-04-30-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nPrimo Maggio. Una giornata di lotta\r\nMolti, anche negli ambienti più radicali, relegano il primo maggio tra le ricorrenze, o, peggio, tra le “feste”. Momenti rituali di scarso interesse. É il segno dei tempi, il segno del capitalismo trionfante, che riesce a ridurre a poco o nulla la memoria delle lotte, delle insurrezioni, della durezza estrema dello scontro tra sfruttati e sfruttatori, dai cui è nata questa giornata di sciopero generale. Una giornata di lotta segnata dal sangue versato nelle strade e nelle piazze.\r\nQuest’anno la crisi pandemica azzanna le vite dei poveri ed il governo si fa grossi regali alle imprese, le piazze tornano a riempirsi\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo\r\n\r\nArgo. Riqualificazioni escludenti e controllo\r\nLa scorsa settimana vi abbiamo presentato Argo, il nuovo cane da guardia di Appendino e soci.\r\nSiamo tornati sul tema per proporvi, assieme a Giovanni Semi, docente di sociologia all’Università di Torino, un approfondimento sulla stretta relazione tra i progetti di riqualificazione escludente tra Aurora e Barriera e la crescita dei dispositivi di repressione e controllo sul territorio. \r\nToNite, Argo, il nuovo studentato, le universiadi... lo spazio rubato ai poveri.\r\nIl software del quale sono dotate le telecamere di Argo consente loro di individuare, persone o gruppi di persone precisi.\r\nVa da se che con questo sistema la polizia potrà estendere e specializzare il proprio potere di controllo sui soggetti considerati pericolosi per l’ordine costituito. \r\nInutile dire che i primi quartieri in cui verranno installate saranno Barriera e Aurora, i quartieri che, complici anche alcuni progetti di riqualificazione escludente, la polizia è chiamata a controllare e, soprattutto a “normalizzare”. \r\n\r\nPrimo Maggio a Torino\r\nIl governo ci ha rubato la libertà promettendo tutela e cure contro l’epidemia. Oggi sappiamo di aver perso la libertà senza ottenere alcuna sicurezza.\r\nUna strage di Stato.\r\nMentre i ricchi hanno continuato ad arricchirsi le vite dei poveri sono state incastrate nel meccanismo “produci, consuma, crepa”. Vuoti a perdere. Pedine sostituibili.\r\nNe abbiamo parlato con Emilio\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nVenerdì 14 maggio ore 21\r\nIncontro on line su zoom\r\nhttps://us02web.zoom.us/j/88203519909\r\nID riunione: 882 0351 9909 \r\nVagli a spiegare che è primavera.\r\nCarcere, biopolitica e disciplina. Michel Foucault e il gruppo di informazione sulle prigioni.\r\nIntroduce Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all'Università di Palermo.\r\nSecondo incontro di informazione e lotta contro le prigioni.\r\n\r\nDomenica 16 maggio\r\nore 16 in piazza Statuto ad Asti\r\nIl laboratorio autogestito la Miccia organizza il terzo appuntamento “Vagli a spiegare che è primavera. Conoscere il carcere per abbatterlo”\r\nPer raccontare la quotidianità nel carcere, la noia, la burocrazia, l’arbitrio, l’umiliazione, la vita in gabbia. \r\nDistro, interventi e performance. \r\n\r\nVenerdì 28 maggio\r\nore 18 in largo Vitale 113\r\nIn-dipendenze: corpi e sostanze fra desiderio e stigma\r\nAssemblea pubblica verso il free(k) pride del 10 luglio\r\nBanchetta mostruosa - Sballo delle debuttanti\r\n\r\nSenzaPatria. Tre giorni di informazione e lotta al militarismo\r\n\r\nSabato 29 maggio\r\nore 10,30\r\nPunto info al Balon\r\n\r\nLunedì 31 maggio\r\nore 10\r\nPunto info al mercato di Caselle Torinese\r\n\r\nMercoledì 2 giugno\r\nGiornata dei SenzaPatria\r\nContro le cerimonie militariste del 2 giugno\r\nAppuntamento in piazza Castello alle ore 16\r\nDistro, performance, interventi, azioni comunicative, e le sonorità di “Note di rivolta”\r\n\r\nGiovedì 10 giugno\r\nore 18 ai giardini reali – corso San Maurizio angolo via Rossini\r\nLa città degli esclusi\r\nArgo, ToNite, sgomberi e riqualificazioni escludenti in Aurora\r\nNe parliamo con Francesco Miliaccio, attivista e studioso, autore, tra gli altri, de “La venere degli stracci - Miseria, rivolta e potere nella città post-industriale”\r\n\r\nSabato 12 giugno\r\nore 14\r\nmarcia popolare No Tav da Bussoleno a San Didero\r\n\r\nSabato 10 luglio\r\nFree(k) Pride per le strade di Torino!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 17,30. \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo","13 Maggio 2021","2021-05-13 17:55:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/photo_2021-05-02_10-45-29-200x110.jpg","Anarres del 30 aprile. Primo Maggio. Gentrification sulle rive della Dora. Vuoti a perdere...",1620927821,[],[],{"post_content":563},{"matched_tokens":564,"snippet":565,"value":566},[82,83,110,85],"Oggi sappiamo di aver perso \u003Cmark>la\u003C/mark> libertà senza ottenere alcuna \u003Cmark>sicurezza\u003C/mark>.\r\nUna \u003Cmark>strage\u003C/mark> di \u003Cmark>Stato\u003C/mark>.\r\nMentre i ricchi hanno continuato","Il nostro nostro viaggio su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-04-30-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nPrimo Maggio. Una giornata di lotta\r\nMolti, anche negli ambienti più radicali, relegano il primo maggio tra le ricorrenze, o, peggio, tra le “feste”. Momenti rituali di scarso interesse. É il segno dei tempi, il segno del capitalismo trionfante, che riesce a ridurre a poco o nulla \u003Cmark>la\u003C/mark> memoria delle lotte, delle insurrezioni, della durezza estrema \u003Cmark>dello\u003C/mark> scontro tra sfruttati e sfruttatori, dai cui è nata questa giornata di sciopero generale. Una giornata di lotta segnata dal sangue versato nelle strade e nelle piazze.\r\nQuest’anno \u003Cmark>la\u003C/mark> crisi pandemica azzanna le vite dei poveri ed il governo si fa grossi regali alle imprese, le piazze tornano a riempirsi\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo\r\n\r\nArgo. Riqualificazioni escludenti e controllo\r\n\u003Cmark>La\u003C/mark> scorsa settimana vi abbiamo presentato Argo, il nuovo cane da guardia di Appendino e soci.\r\nSiamo tornati sul tema per proporvi, assieme a Giovanni Semi, docente di sociologia all’Università di Torino, un approfondimento sulla stretta relazione tra i progetti di riqualificazione escludente tra Aurora e Barriera e \u003Cmark>la\u003C/mark> crescita dei dispositivi di repressione e controllo sul territorio. \r\nToNite, Argo, il nuovo studentato, le universiadi... lo spazio rubato ai poveri.\r\nIl software del quale sono dotate le telecamere di Argo consente loro di individuare, persone o gruppi di persone precisi.\r\nVa da se che con questo sistema \u003Cmark>la\u003C/mark> polizia potrà estendere e specializzare il proprio potere di controllo sui soggetti considerati pericolosi per l’ordine costituito. \r\nInutile dire che i primi quartieri in cui verranno installate saranno Barriera e Aurora, i quartieri che, complici anche alcuni progetti di riqualificazione escludente, \u003Cmark>la\u003C/mark> polizia è chiamata a controllare e, soprattutto a “normalizzare”. \r\n\r\nPrimo Maggio a Torino\r\nIl governo ci ha rubato \u003Cmark>la\u003C/mark> libertà promettendo tutela e cure \u003Cmark>contro\u003C/mark> l’epidemia. 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Tre giorni di informazione e lotta al militarismo\r\n\r\nSabato 29 maggio\r\nore 10,30\r\nPunto info al Balon\r\n\r\nLunedì 31 maggio\r\nore 10\r\nPunto info al mercato di Caselle Torinese\r\n\r\nMercoledì 2 giugno\r\nGiornata dei SenzaPatria\r\n\u003Cmark>Contro\u003C/mark> le cerimonie militariste del 2 giugno\r\nAppuntamento in piazza Castello alle ore 16\r\nDistro, performance, interventi, azioni comunicative, e le sonorità di “Note di rivolta”\r\n\r\nGiovedì 10 giugno\r\nore 18 ai giardini reali – corso San Maurizio angolo via Rossini\r\n\u003Cmark>La\u003C/mark> città degli esclusi\r\nArgo, ToNite, sgomberi e riqualificazioni escludenti in Aurora\r\nNe parliamo con Francesco Miliaccio, attivista e studioso, autore, tra gli altri, de “\u003Cmark>La\u003C/mark> venere degli stracci - Miseria, rivolta e potere nella città post-industriale”\r\n\r\nSabato 12 giugno\r\nore 14\r\nmarcia popolare No Tav da Bussoleno a San Didero\r\n\r\nSabato 10 luglio\r\nFree(k) Pride per le strade di Torino!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 17,30. \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. 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