","Pianificazione della reazione all’aggressione dei dazi","post",1523096466,[47,48,49,50],"http://radioblackout.org/tag/guerra-dei-dazzi/","http://radioblackout.org/tag/industria-4-0/","http://radioblackout.org/tag/suini-e-soia/","http://radioblackout.org/tag/usa-cina/",[21,19,17,15],{"post_content":53,"tags":59},{"matched_tokens":54,"snippet":57,"value":58},[55,56],"soia","e","il 60 per cento della \u003Cmark>soia\u003C/mark> mondiale \u003Cmark>e\u003C/mark> quindi determina il suo costo,","All'inizio della guerra dei dazi le dichiarazioni di Trump lasciavano intendere che le merci soggette a dazi sarebbero state scelte oculatamente per colpire presunti furti di proprietà intellettuale da parte di Pechino ma in realtà mirava grossolanamente a colpire le filiere individuate da Xi come cuore del programma \"Made in China 2025\", un piano decennale di trasformazione epocale volto a innovare l'intera industria cinese: robotica, aerospaziale (di questi giorni il rientro rocambolesco di un satellite geostazionario cinese), tecnologie di comunicazione, che gradualmente stanno evolvendo, da settori di supporto alla produzione che erano (\u003Cmark>e\u003C/mark> forse in quel caso ancora basate sulla copia di prodotti stranieri), in settori di traino globale, esportati \u003Cmark>e\u003C/mark> di supporto allo studio della Intelligenza artificiale \u003Cmark>e\u003C/mark> dei BigData: insomma l'industrializzazione 4.0, come ci raccona Simone Pieranni in un articolo comparso su \"eastwest.eu\".\r\n\r\nTrump si \u003Cmark>è\u003C/mark> mosso con il solito misto di insolente prosopopea \u003Cmark>e\u003C/mark> presunzione arrogante, però \u003Cmark>è\u003C/mark> illusorio pensare che la Cina non abbia pianificato da tempo le sue chirurgiche risposte, quindi ci \u003Cmark>è\u003C/mark> sembrato più composita l'analisi del conflitto in corso dal lato cinese a cominciare da un articolo di Simone Pieranni che qualche giorno fa valutava la prima risposta del colosso asiatico alla provocazione statunitense: apparentemente una blanda reazione che colpiva i maiali dell'Iowa, oltretutto un comparto ben conosciuto da Xi in persona. Si trattava di un segnale molto simbolico, valutato in soli 3 miliardi di sanzioni daziarie verso gli Usa, un buffetto rispetto all'intervento di Trump, ma che conteneva un messaggio chiaro su come la risposta sarebbe stata nell'ottica di ritorsione dell'intento iniziale di Trump: colpire il cuore della produzione americana, in particolare quella che ha sostenuto Trump nella sua corsa alla Casa Bianca. Appunto: gli allevatori di maiali dell'Iowa gettati sul piatto della trattativa.\r\n\r\nSimone,concludendo il suo articolo del 3 aprile alludeva alla possibilità di colpire la \u003Cmark>soia\u003C/mark>, un prodotto centrale nell'economia cinese, producendo un ammanco alla casse statunitensi di 14 miliardi di dollari: «Tutta un'altra storia». Ecco, la trattativa non ha portato alla soluzione \u003Cmark>e\u003C/mark> sono arrivati i dazi su 106 prodotti americani, tra cui la \u003Cmark>soia\u003C/mark>, volti dunque a indebolire un altro mercato caro ai sostenitori di Trump. In questo caso si evidenziano in un articolo di Gabriele Battaglia su l'Internazionale le conseguenze esterne alla lotta commerciale, quelle sull'ambiente, altrettanto disastrose, perché la decisione di fare a meno della \u003Cmark>soia\u003C/mark> americana significa che la Cina sa di poter contare in una maggiore produzione da parte di Brasile \u003Cmark>e\u003C/mark> Argentina ch eaccentueranno in seguito a questa richiesta le coltivazioni di ogm, dunque allargando il coinvolgimento globale della guerra dei dazi, perché la Cina consuma il 60 per cento della \u003Cmark>soia\u003C/mark> mondiale \u003Cmark>e\u003C/mark> quindi determina il suo costo, influendo quindi anche sul comparto della carne.\r\n\r\nNonostante questi sconvolgimenti costosi evidentemente la dirigenza cinese ha valutato che il fine politico di far male a Trump vale la pena di avvitare una spirale di ritorsioni che possono sconvolgere gli equilibri economici \u003Cmark>e\u003C/mark> commerciali mondiali, quando il concorrente ameriano rilancia raddoppiando il valore dei dazi imposti sui prodotti cinesi arrivando oggi alla cifra di 100 miliardi di aggravi.\r\n\r\nPer capire meglio questi passaggi, abbiamo invitato a un'analisi della complessa strategia che sta dietro alla Guerra dei Dazi sino-statunitense rivolgendoci a Simone Pieranni per avere qualche lume per orientarci:\r\n\r\nDazi pianificati \u003Cmark>e\u003C/mark> strategie di indebolimento",[60,62,64,68],{"matched_tokens":61,"snippet":21},[],{"matched_tokens":63,"snippet":19},[],{"matched_tokens":65,"snippet":67},[66,56,55],"suini","\u003Cmark>suini\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>soia\u003C/mark>",{"matched_tokens":69,"snippet":15},[],[71,77],{"field":22,"indices":72,"matched_tokens":74,"snippets":76},[73],2,[75],[66,56,55],[67],{"field":78,"matched_tokens":79,"snippet":57,"value":58},"post_content",[55,56],1736172819517538300,{"best_field_score":82,"best_field_weight":83,"fields_matched":73,"num_tokens_dropped":33,"score":84,"tokens_matched":85,"typo_prefix_score":33},"3315704398080",13,"1736172819517538410",3,6646,{"collection_name":44,"first_q":17,"per_page":88,"q":17},6,{"facet_counts":90,"found":25,"hits":125,"out_of":452,"page":14,"request_params":453,"search_cutoff":23,"search_time_ms":454},[91,101],{"counts":92,"field_name":99,"sampled":23,"stats":100},[93,95,97],{"count":14,"highlighted":94,"value":94},"arsider",{"count":14,"highlighted":96,"value":96},"MIXTAPE",{"count":14,"highlighted":98,"value":98},"siblings of Zhina","podcastfilter",{"total_values":85},{"counts":102,"field_name":22,"sampled":23,"stats":123},[103,105,107,109,111,113,115,117,119,121],{"count":14,"highlighted":104,"value":104},"special",{"count":14,"highlighted":106,"value":106},"omicidi",{"count":14,"highlighted":108,"value":108},"Politica",{"count":14,"highlighted":110,"value":110},"Refat Alrehr",{"count":14,"highlighted":112,"value":112},"post-industrial",{"count":14,"highlighted":114,"value":114},"roads to freedom",{"count":14,"highlighted":116,"value":116},"Tottum per tutti",{"count":14,"highlighted":118,"value":118},"revival miniere 2",{"count":14,"highlighted":120,"value":120},"quartieri popolari",{"count":14,"highlighted":122,"value":122},"per un'ecologia pirata",{"total_values":124},107,[126,163,191,222],{"document":127,"highlight":141,"highlights":151,"text_match":157,"text_match_info":158},{"comment_count":33,"id":128,"is_sticky":33,"permalink":129,"podcastfilter":130,"post_author":131,"post_content":132,"post_date":133,"post_excerpt":39,"post_id":128,"post_modified":134,"post_thumbnail":135,"post_title":136,"post_type":137,"sort_by_date":138,"tag_links":139,"tags":140},"77959","http://radioblackout.org/podcast/siblings-of-zhina-suoni-dalle-proteste-in-iran/",[96,98],"liberationfront","\"Jin Jîyan Az...\" - Siblings of Zhina\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[English description _ Italian Below]\r\n\r\nProtests in Iran in various cities of the country, accompanied by strikes from the oil industries, pupils, students, teachers, and other workers, is forming a feminist revolution that keeps going on since the murder of Zhina for 1 month and 10 days until today.\r\n\r\nThe seeds of the revolution were implanted in an old fight against systematic oppression by a long-lasting dictatorship with its brutal and violent apparats of police, military, para-military, morality police and secret service targeting civilians, especially women, children, gender minorities, ethnic minorities like Kurdish and Balochi people.\r\n\r\nPeople on the streets all around the country chant and sing: “Jin Jîyan Azadî”, “Zan Zendegi Azadi”, woman life freedom in Kurdish and Farsi, as well as “marg bar dictator”, death to the dictator, “Khamenei qatel-e, hokoumatesh batel-e”, Khamenei is a murder, and his regime is expired, \"Iran shode bazdashtgah, Evin shode koshtargah”, Iran turned into a prison, and Evin prison into a slaughterhouse, referring to the night that Evin prison got partly burned and shot at its imprisoners, “serhildan berxwedan, serhildan jiyan e, berxwedan jiyan e”, rebellion is resistance, rebellion is life, resistance is life.\r\n\r\nThe sounds collected in the mix show different powerful moments during this time like schoolgirls in Sanandaj singing a Kurdish song, people singing and drumming on the streets of Saqqez (Zhina Amini's hometown), countless events from everyday acts of resistance like spraying, to workers going on strikes, to solidarity expressions from different countries around the globe, such as women fights in Afghanistan on the streets or through social media, speeches and field recordings from the demonstration in Berlin last weekend (22.10.22) which counted +120.000 people. Sounds from the revolution and from the hearts of the streets are flowing through minds, devices, and continents, getting merged with new released revolutionary multilingual songs showing the strength and diversity of creative, powerful voices in resistance against the oppression. Sounds from the revolution and from the bottom of the streets are marking these days, through listening to them we are saving these in our bodies, as part of our collective memory, our memory of resistance.\r\n\r\n \r\n\r\n[Italiano]\r\n\r\nLe proteste in Iran in varie città del paese, accompagnate da scioperi dei lavoratori dell’industria del petrolio, di scolari e studenti, insegnanti e altri lavoratori, sta delineando una rivoluzione femminista che va avanti dall’omicidio di Zhina, un mese e 15 giorni [nella data in cui è stato trasmesso il mixtape su RBO].\r\n\r\nI semi della rivoluzione sono stati piantati nella vecchia lotta contro l’oppressione sistematica di una dittatura di lunga data, che si serve del suo apparato brutale e violento di polizia, militari e para-militari, polizia morale e servizi segreti per colpire i civili, specialmente donna, bambini, minorità di genere e minorità etniche come Curdi e Beluci.\r\n\r\nLe persone in strada in tutto il paese cantano: “Jin Jîyan Azadî”, “Zan Zendegi Azadi”, libertà per la vita delle donne in curdo e farsi, così come “Khamenei qatel-e, hokoumatesh batel-e”, Khamenei è un assassino e il suo regime è giunto al termine, , \"Iran shode bazdashtgah, Evin shode koshtargah”, l’Iran è diventato una prigione, e la prigione di Evin in un macello, riferendosi alla notte in cui la prigione di Evin venne parzialmente incendiata e si sparò contro i prigionieri, “serhildan berxwedan, serhildan jiyan e, berxwedan jiyan e”, la ribellione è resistenza, la ribellione è vita, la resistenza è vita.\r\n\r\nI suoni raccolti nel mix mostrano diventi momenti di grande potenza di questo periodo, come le studentesse in Sanandaj che cantano una canzone Curda, persone che cantano e suonano percussioni nell estrade di Saqqe< (la città natale di Zhina Amini), innumerevoli avvenimenti quotidiani di resistenza come gli spray sui muri, I lavoratori che vanno in sciopero, espresioni di solidarietà da diversi paesi nel mondo, così come le donne in Afghanistan nelle strade o sui social media, discorsi e registrazioni sul campo dalla manifestazione a Berlino del 22.10.22 che ha visto la partecipazione di più di 120mila persone.\r\n\r\nI suoni che provengono dalla rivoluzione e dal cuore delle strade scorrono attraverso le menti, i dispositivi e i continenti, vengono mescolati con canzoni multi-lingue e rivoluzionarie di recente pubblicazione che mostrano la forza e la diversità di voci creative e potenti nella resistenza contro l’oppressione. I suoni che provengono dalla rivoluzione e dal fondo delle strade stanno segnando queste giornate, e noi ascoltandoli li stiamo salvando all’interno nei nostri corpi, come parte della nostra memoria collettiva, la nostra memoria della resistenza.\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/Jin-Jîyan-Az....mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n[download]","3 Novembre 2022","2022-11-03 11:08:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/IMG_6385-200x110.jpg","Siblings of Zhina - suoni dalle proteste in Iran","podcast",1667473734,[],[],{"post_content":142,"post_title":148},{"matched_tokens":143,"snippet":146,"value":147},[144,144,145],"è","suoni","ribellione \u003Cmark>è\u003C/mark> vita, la resistenza \u003Cmark>è\u003C/mark> vita.\r\n\r\nI \u003Cmark>suoni\u003C/mark> raccolti nel mix mostrano diventi","\"Jin Jîyan Az...\" - Siblings of Zhina\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[English description _ Italian Below]\r\n\r\nProtests in Iran in various cities of the country, accompanied by strikes from the oil industries, pupils, students, teachers, and other workers, is forming a feminist revolution that keeps going on since the murder of Zhina for 1 month and 10 days until today.\r\n\r\nThe seeds of the revolution were implanted in an old fight against systematic oppression by a long-lasting dictatorship with its brutal and violent apparats of police, military, para-military, morality police and secret service targeting civilians, especially women, children, gender minorities, ethnic minorities like Kurdish and Balochi people.\r\n\r\nPeople on the streets all around the country chant and sing: “Jin Jîyan Azadî”, “Zan Zendegi Azadi”, woman life freedom in Kurdish and Farsi, as well as “marg bar dictator”, death to the dictator, “Khamenei qatel-e, hokoumatesh batel-e”, Khamenei is a murder, and his regime is expired, \"Iran shode bazdashtgah, Evin shode koshtargah”, Iran turned into a prison, and Evin prison into a slaughterhouse, referring to the night that Evin prison got partly burned and shot at its imprisoners, “serhildan berxwedan, serhildan jiyan \u003Cmark>e\u003C/mark>, berxwedan jiyan \u003Cmark>e”\u003C/mark>, rebellion is resistance, rebellion is life, resistance is life.\r\n\r\nThe sounds collected in the mix show different powerful moments during this time like schoolgirls in Sanandaj singing a Kurdish song, people singing and drumming on the streets of Saqqez (Zhina Amini's hometown), countless events from everyday acts of resistance like spraying, to workers going on strikes, to solidarity expressions from different countries around the globe, such as women fights in Afghanistan on the streets or through social media, speeches and field recordings from the demonstration in Berlin last weekend (22.10.22) which counted +120.000 people. 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Squallidi truffatori in colletto bianco si fanno aiutare da abili spalloni a ripulire soldi oltre-confine. Un bambino biondo lancia una palla oltre la staccionata. Molti suv. A questa schifosa sfilza di luoghi comuni possiamo aggiungere cioccolata, croce rossa, orologi a cucù e prostituzione. Ah sì anche il jazz.\r\nGli svizzeri si sa, se lo tengono parecchio per sè. Neutralità e isolamento sono le porte da forzare per penetrare nel segreto elvetico, in qualunque campo. Dal 1967 Svizzera e Jazz si leggono Montreux. Da Nina Simone a Jan Garbarek tutti quelli che hanno scritto le più celebri pagine del jazz, sono venuti qui a guadagnarsi le stimmate dell'immortalità. Se c'è una cosa che detesto sono le celebrazioni e il triste cibo pre-masticato. E così che anche il jazz può diventare un luogo comune. Può prestarsi ad un appiattimento da globalizzazione inoltrata, staticizzandosi in una immagine fissa di sè, come una crosta di calcare nel rubinetto. Il jazz in svizzera in parte lo è stato e ancora lo è. una crosta sul rubinetto della libera creatività che talvolta non fa fluire libere le acque. Tirato da una parte da sponsors ricchissimi e da \"appassionati\" la cui età avanza di giorno in giorno, oppure venduto a tranci per ascoltatori sempre meno attenti, anche il vecchio caro gezz rischia una lenta e inesorabile de-colorazione, diretto verso una miscela preconfezionata e liofilizzata di suoni che ricordano quella musica, ma che in realtà ne sono solo l'involucro vuoto. Tanti sono i festival gloriosi del passato che oggi offrono solo miseria, vecchiaia e tristi clichè.\r\n\r\nMa il jazz in svizzera non è solo Montreux e - cosa ben più importante - non è un triste decotto per vecchi collezionisti di auto bugatti, non è cachet miloionari, non è il prezzo del biglietto per una sveltina con qualche anziano in pailletes a montreux, non è nemmeno l'impomatata radio pubblica svizzera. Per avere qualche brivido, si sa, bisogna arrampicarsi sulle Alpi orientali. Sarà l'altitudine a dare l'ebbrezza, ma sembra che dalle terre basse siano scappati tutti quelli che tra gli ottanta e i novanta hanno ri-animato il quasi cadavere svizzero con massicce dosi di tradizione. Sembra che si siano ritirati in baite dove manca l'ossigeno.\r\nViaggiando con Huber ho scoperto che in ogni montagna ci sono strade secondarie, o ripidi sentieri dove la gente non passa mai, nemmeno la domenica. Uno di questi lo abbiamo imboccato con un obiettivo preciso. Fare chiarezza sul mondo del jazz tra le baite alpine. Follia? affatto. L'idea è affermare che NON si possono tracciare luoghi comuni, neanche nella iconica terra dei san bernardo.\r\n\r\nStiamo per incontrare Hans Hassler, faccione barbuto da babbo natale, attitudine alcolica e fisarmonica facile. Lo incontriamo per una ricognizione in quello che, parafrasando uno dei suoi lavori del passato, possiamo chiamare \"the new alpine jazz herd\".\r\nHassler è come sembra e ti sembra che sia così da qualche centinaio di anni. Potresti trovarlo in istato di intossicazione alcolica a far sudare i polpastrelli in qualche stuba dall'ossigeno ormai rarefatto, oppure a ragionare con pacatezza sul senso della vita. Hassler è la reincarnazione del pastore elvetico nel corpo di un musicista dalla sensibilità elevata. (nell'accademia si preferisce il termine \"orecchio\", con un pizzico di snobismo verso tutti colore che non ce l'hanno...) Sembra che sui nastri magnetici custoditi nel suo cranio sia stata registrata musica antichissima e immutabile.\r\nNato sulle alpi orientali di Graubünden, da allora ha suonato di tutto, dal free jazz alla musica folklorica, passando per la musica da film, fino alle sagre contadine. Virtuoso del Schwyzerörgeli (un organetto diatonico simile ad una fisa ridotta, esistente solo in quella parte della svizzera) ha mescolato ironia, buonuomore e sbronze ai traditional d'alpeggio, restituendo al jazz e al folklore una dimensione insieme cameristica e intellettuale, pur non privata della sua componente terrena: la vita che scorre, i pascoli, il vino e la grappa, l'amore, il tempo che passa. Tra un campanaccio da vacca e un sax tenore possono nascere infinite storie d'amore.\r\nEsce in questo 2014 per INtakt (un locus amoenus l'etichetta svizzera, se amate i \"diversivi\" e le variazioni sul tema è un must assoluto) il disco omonimo ed entra, senza bussare nei dischi dell'anno.\r\nPerchè Hassler, come molti altri spiriti gentili da me amati e a lui affini, ha il gusto sempiterno del \"classico\", senza che ciò significhi piegarsi sugli spartiti o menarsela da \"avanguardista\". Ve ne accorgerete ascoltando. C'è la classica differenza tra un prodotto industriale e il genepy che faccio in casa. La ricetta è la stessa di 500 anni fa, la sensibilità è moderna. Sono gusti che nel liofilizzato a largo consumo non troverete mai. Se c'è un legame tra le musiche folkloriche antiche, quelle delle tradizioni orali alpine e il jazz, lo ritrovo nell'amore e nella devozione con cui questi musicisti si approcciano al suono. Senza storronarci con il revival puro, iniettano nel corpo mortificato del folklore dosi di ironia da bar, divagazioni sull'orlo del precipizio free, alternando veloci discese a lunghe salite, la marcia al riposo, la stasi al moto.\r\nIn compagnia di Hassler cercheremo di tracciare una linea nel tempo, da Heidi al New Alpine Jazz Herd. C'è una fiume incontrollato di gioia di vivere che scorre sotterraneo. Non me ne vogliano gli integralisti del folklore, ma con Hassler siamo su altri pianeti. Chissà cosa ci riserverà il futuro: la sfida di questo folklore dotto è anche ambientalista, parla di un ritorno alle tradizioni senza dimenticare il presente. Propone una visione bucolica della vita senza accenni fricchettoni. Riscoprire il piacere di guardare un panorama, bevendo vino e saltellando. Quando la guida alpina è Hassler, il divertimento è garantito. altri mondi, i monti. Solo dall'alto puoi capire il panorama.\r\n\r\nDalla svizzera con furore. una mini-discografia non ragionata sul free jazz alpino:\r\n\r\nHans Hassler - St [Intakt 2014]. Difficile recensirlo. Pensate ad un buontempone alla dott. Chadoula impiegato in un trio a bassa densità sul tema della tradizione svizzera. Dimenticate però lo yodel. Questa è avanguardia senza ossigeno ma ad alto tasso alcolico.\r\nAdatto per una passeggiata in quota, piantare verdure nell'orto, pascolare animali e per chi non ama prendersi troppo sul serio.\r\n\r\nAlpine Jazz Herd - Swiss Flavor [Unit 1983]: il testamento del jazz alpino. Insuperabile per rarefazione, starnazzate e originalità. Hassler è presente insieme ai migliori improvvisatori alpini. Se fossero riusciti a scendere dai monti avrebero sconfitto montreux. Glorie outsider, per fan della Globe Unity Orchestra a ranghi ridotti e dell'escursionismo naturista.\r\n\r\nHabariani - Two [Hat Art 1991]: organo diatonico, clarinetto basso, trombone. Più fedele di una cartolina da Chiasso, questa è ambient melodica sulle impronte della tradizione che vi farà guardare lontano. Instant classic da mettere vicino ai lavori più rarefatti di paul bley e giuffre. Sempre senza tralasciare il folklore alpino. 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Ah sì anche il jazz.\r\nGli svizzeri si sa, se lo tengono parecchio per sè. Neutralità \u003Cmark>e\u003C/mark> isolamento sono le porte da forzare per penetrare nel segreto elvetico, in qualunque campo. Dal 1967 Svizzera \u003Cmark>e\u003C/mark> Jazz si leggono Montreux. Da Nina Simone a Jan Garbarek tutti quelli che hanno scritto le più celebri pagine del jazz, sono venuti qui a guadagnarsi le stimmate dell'immortalità. Se c'è una cosa che detesto sono le celebrazioni \u003Cmark>e\u003C/mark> il triste cibo pre-masticato. \u003Cmark>E\u003C/mark> così che anche il jazz può diventare un luogo comune. Può prestarsi ad un appiattimento da globalizzazione inoltrata, staticizzandosi in una immagine fissa di sè, come una crosta di calcare nel rubinetto. Il jazz in svizzera in parte lo \u003Cmark>è\u003C/mark> stato \u003Cmark>e\u003C/mark> ancora lo \u003Cmark>è\u003C/mark>. una crosta sul rubinetto della libera creatività che talvolta non fa fluire libere le acque. Tirato da una parte da sponsors ricchissimi \u003Cmark>e\u003C/mark> da \"appassionati\" la cui età avanza di giorno in giorno, oppure venduto a tranci per ascoltatori sempre meno attenti, anche il vecchio caro gezz rischia una lenta \u003Cmark>e\u003C/mark> inesorabile de-colorazione, diretto verso una miscela preconfezionata \u003Cmark>e\u003C/mark> liofilizzata di \u003Cmark>suoni\u003C/mark> che ricordano quella musica, ma che in realtà ne sono solo l'involucro vuoto. Tanti sono i festival gloriosi del passato che oggi offrono solo miseria, vecchiaia \u003Cmark>e\u003C/mark> tristi clichè.\r\n\r\nMa il jazz in svizzera non \u003Cmark>è\u003C/mark> solo Montreux \u003Cmark>e\u003C/mark> - cosa ben più importante - non \u003Cmark>è\u003C/mark> un triste decotto per vecchi collezionisti di auto bugatti, non \u003Cmark>è\u003C/mark> cachet miloionari, non \u003Cmark>è\u003C/mark> il prezzo del biglietto per una sveltina con qualche anziano in pailletes a montreux, non \u003Cmark>è\u003C/mark> nemmeno l'impomatata radio pubblica svizzera. Per avere qualche brivido, si sa, bisogna arrampicarsi sulle Alpi orientali. Sarà l'altitudine a dare l'ebbrezza, ma sembra che dalle terre basse siano scappati tutti quelli che tra gli ottanta \u003Cmark>e\u003C/mark> i novanta hanno ri-animato il quasi cadavere svizzero con massicce dosi di tradizione. Sembra che si siano ritirati in baite dove manca l'ossigeno.\r\nViaggiando con Huber ho scoperto che in ogni montagna ci sono strade secondarie, o ripidi sentieri dove la gente non passa mai, nemmeno la domenica. Uno di questi lo abbiamo imboccato con un obiettivo preciso. Fare chiarezza sul mondo del jazz tra le baite alpine. Follia? affatto. L'idea \u003Cmark>è\u003C/mark> affermare che NON si possono tracciare luoghi comuni, neanche nella iconica terra dei san bernardo.\r\n\r\n\u003Cmark>Stiamo\u003C/mark> per incontrare Hans Hassler, faccione barbuto da babbo natale, attitudine alcolica \u003Cmark>e\u003C/mark> fisarmonica facile. Lo incontriamo per una ricognizione in quello che, parafrasando uno dei suoi lavori del passato, possiamo chiamare \"the new alpine jazz herd\".\r\nHassler \u003Cmark>è\u003C/mark> come sembra \u003Cmark>e\u003C/mark> ti sembra che sia così da qualche centinaio di anni. Potresti trovarlo in istato di intossicazione alcolica a far sudare i polpastrelli in qualche stuba dall'ossigeno ormai rarefatto, oppure a ragionare con pacatezza sul senso della vita. Hassler \u003Cmark>è\u003C/mark> la reincarnazione del pastore elvetico nel corpo di un musicista dalla sensibilità elevata. (nell'accademia si preferisce il termine \"orecchio\", con un pizzico di snobismo verso tutti colore che non ce l'hanno...) Sembra che sui nastri magnetici custoditi nel suo cranio sia stata registrata musica antichissima \u003Cmark>e\u003C/mark> immutabile.\r\nNato sulle alpi orientali di Graubünden, da allora ha suonato di tutto, dal free jazz alla musica folklorica, passando per la musica da film, fino alle sagre contadine. Virtuoso del Schwyzerörgeli (un organetto diatonico simile ad una fisa ridotta, esistente solo in quella parte della svizzera) ha mescolato ironia, buonuomore \u003Cmark>e\u003C/mark> sbronze ai traditional d'alpeggio, restituendo al jazz \u003Cmark>e\u003C/mark> al folklore una dimensione insieme cameristica \u003Cmark>e\u003C/mark> intellettuale, pur non privata della sua componente terrena: la vita che scorre, i pascoli, il vino \u003Cmark>e\u003C/mark> la grappa, l'amore, il tempo che passa. Tra un campanaccio da vacca \u003Cmark>e\u003C/mark> un sax tenore possono nascere infinite storie d'amore.\r\nEsce in questo 2014 per INtakt (un locus amoenus l'etichetta svizzera, se amate i \"diversivi\" \u003Cmark>e\u003C/mark> le variazioni sul tema \u003Cmark>è\u003C/mark> un must assoluto) il disco omonimo ed entra, senza bussare nei dischi dell'anno.\r\nPerchè Hassler, come molti altri spiriti gentili da me amati \u003Cmark>e\u003C/mark> a lui affini, ha il gusto sempiterno del \"classico\", senza che ciò significhi piegarsi sugli spartiti o menarsela da \"avanguardista\". Ve ne accorgerete ascoltando. C'è la classica differenza tra un prodotto industriale \u003Cmark>e\u003C/mark> il genepy che faccio in casa. La ricetta \u003Cmark>è\u003C/mark> la stessa di 500 anni fa, la sensibilità \u003Cmark>è\u003C/mark> moderna. Sono gusti che nel liofilizzato a largo consumo non troverete mai. Se c'è un legame tra le musiche folkloriche antiche, quelle delle tradizioni orali alpine \u003Cmark>e\u003C/mark> il jazz, lo ritrovo nell'amore \u003Cmark>e\u003C/mark> nella devozione con cui questi musicisti si approcciano al suono. Senza storronarci con il revival puro, iniettano nel corpo mortificato del folklore dosi di ironia da bar, divagazioni sull'orlo del precipizio free, alternando veloci discese a lunghe salite, la marcia al riposo, la stasi al moto.\r\nIn compagnia di Hassler cercheremo di tracciare una linea nel tempo, da Heidi al New Alpine Jazz Herd. C'è una fiume incontrollato di gioia di vivere che scorre sotterraneo. Non me ne vogliano gli integralisti del folklore, ma con Hassler siamo su altri pianeti. Chissà cosa ci riserverà il futuro: la sfida di questo folklore dotto \u003Cmark>è\u003C/mark> anche ambientalista, parla di un ritorno alle tradizioni senza dimenticare il presente. Propone una visione bucolica della vita senza accenni fricchettoni. 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Essendo un tossico del miele, la world music, sono ben disposto a sopportare ed in certi casi anche ad amare le api, ovvero tutti i pacconari più o meno sfatti che da ogni parte del globo musicale \"occidentale\" sono partiti per un viaggio in oriente e non sono più tornati. L'imitazione è un fastidioso modo di fare degli europei o imitazione è sentimento che vuole abbracciare la mescolanza, per affermare a gran voce la sconfitta delle differenze.\r\nSto delirando? ho mangiato troppo majun e presto mi trasformerò in un dromedario idrofobo? Devo fare presto. Allora vi dico, prima che mi spunti la gobba e mi schiumino le froge che stiamo parlando di definire le coordinate del now rock mediterraneo e ci siamo nel bel mezzo, tra una smielata, una drum machine e tanta tanta voglia di usare la musica per mescolare e per evadere, magari sognando l'Europa, appena oltre il mare come approdo lontano dalla miseria. 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Questa volta si parla di sprechi edilizi e relativi abbandoni, a Torino nel 1961 si svolse l'Esposizione internazionale e le strutture architettoniche che furono costruite per l'occasione che fine hanno fatto? La risposta è già scritta in un copione a cui siamo abituati ma che è sempre utile rileggere con lenti diverse in diversi momenti storici.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Backwards-Italia-61-07_09_2019_25.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 12 ore 13,00 – Dialogo con Fatima Ouassak - RBO live @ Festival Alta Felicità 2024 94 minuti [Radio Blackout]: Fatima Ouassak è una politologa e militante ecologista, femminista e antirazzista. Il suo ultimo libro Per un’ecologia pirata (tradotto in italiano da Valeria Gennari per Tamu edizioni (2024)) propone un’alternativa all’ecologia bianca, borghese e a cui manca un’approccio intersezionale. Ouassak parte dalla realtà dei quartieri popolari francesi e scrive a partire da questo contesto di lotta. E’ qui che, a suo avviso, un approccio diverso all’ecologia può rappresentate una chiave di liberazione delle classi popolari non bianche. La domanda centrale che pone è come riappropriarsi di questo strumento in un contesto in cui a soggetti razzializzati viene negato il diritto di far propri questi territori e di sentirli loro. L’idea è quella di partire, nell’ambito di una politica ampia sui cambiamenti climatici e i loro effetti, da fronti di lotta molto vicini ai bisogni della popolazione. L’ancoraggio territoriale e il diritto alla libertà di circolazione diventano quindi perni fondamentali di un movimento che sia al contempo ecologista e antirazzista. Sono questi perni che possono permettere alle persone dei quartieri popolari di far propri i territori che abitano. Ma occorre anche pensare all’ecologia in ottica internazionalista, un’ecologia senza frontiere, che sia per tutti, non sono per i bianchi o per le classi alte.\r\n\r\nIl testo, oltre a una prospettiva teorica, offre una descrizione delle lotte che Ouassak ha portato avanti a Bagnolet (una banlieue parigina) insieme ad altre mamme del quartiere. In particolare analizza il caso della lotta per un’alimentazione equilibrata nelle scuole, la lotta per gli ascensori e quella per l’accesso a spazi pubblici nei quartieri popolari. Lotte che definisce come estremamente locali e radicalmente autonome. Autonome anche da alcuni movimenti ecologisti bianchi e partiti politici di sinistra.\r\n\r\nIn questa intervista, approfittiamo di questa possibilità di dialogo con Ouassak per parlare anche della sua visione politica più ampia, che vede al centro un’ecologia decoloniale. Un’ecologia dell’emancipazione come progetto politico universale, significa costruire una proposta sia per chi non abita i quartieri popolari, sia per chi intende oltrepassare e ribaltare approcci colonialisti, razzisti e classisti. Ouassak si sofferma anche sulle forme profonde che assumono il razzismo e l’islamofobia di Stato in Francia oggi – negare la possibilità di portare il velo o il burkini è soltanto un esempio recente del controllo dei corpi razializzati. E’ dunque tanto più urgente che la popolazione musulmana e razializzata prenda parola direttamente per una lotta per la dignità e l’autodeterminazione. Inoltre il contesto europeo, sempre più a destra e fascistizzante, alimenta le discriminazioni sulla base di una narrazione securitaria che utilizza l’islamofobia come strumento per perimetrare il nemico interno ed esterno. Islamofobia che in parallelo diventa parte integrante delle narrazioni di guerra.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/RBO-live-@-Festival-Alta-Felicità-2024-Dialogo-con-Fatima-Ouassak_93.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 13 ore 08,30 – Autonomia proletaria nella Calabria degli anni 70 38 minuti [radio cane.info]: Abbiamo incontrato Francesco Cirillo di passaggio a Milano per la presentazione del suo libro Sud e ribellione. Dall’autonomia proletaria calabrese alla rete meridionale del Sud ribelle. Da lì, questa narrazione sulle origini storiche e la dinamica di una vicenda poco nota ai più: il movimento dell’autonomia proletaria emerge come una rottura del quadro socio-politico della Calabria a cavallo tra anni Sessanta e Settanta e, col suo combinato di “plasticità” e “nomadismo”, di “comunicazione fisica” e “passionalità”, aggiungendovi quel tanto di “volume di fuoco spontaneo”, si pone in continuità con tutti i precedenti storici di insubordinazione e ribellione spontaneamente verificatisi nella regione, non ultimo il “brigantaggio”.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Autonomia-proletaria-nella-Calabria-degli-anni-70_37.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 14 ore 08,30 – Speciale Marcello Bacci 27 minuti [Arsider, Radio blackout]:\r\n\r\nMarcello Bacci (1922-2008) è stato un pioniere italiano nel campo degli EVP (Electronic Voice Phenomena). Ha dedicato una parte significativa della sua vita ad esplorare la comunicazione con il mondo oltre la morte attraverso le onde radio. Nel suo studio di Grosseto, Bacci sviluppò tecniche innovative per catturare voci paranormali su nastro, lasciando un’impronta duratura nel regno delle comunicazioni paranormali e accendendo dibattiti nel mondo della ricerca soprannaturale. Bacci comunicava con l’aldilà o semplicemente con l’idea dell’aldilà, mediata dall’incomprensibile rifrazione delle onde elettromagnetiche? Arsider indaga.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Speciale_Marcello-BacciArsider_26.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 14 ore 21,00 – Craxi Driver - Bestie di Satana 35 minuti [Craxi Driver]:\r\n\r\nDisco-racconto su uno dei fatti di cronaca più brutali della storia italiana \"Sembriamo serial killer e forse lo siamo. Di sicuro, lo stiamo diventando. I ragazzi che assistono alla performance si esaltano, tanto nessuno capisce il nostro inglese che cola morte, crocifissi, Madonne calpestate, preti sodomizzati e massacrati.\"\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Craxi-Driver-Bestie-di-Satana_34.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 15 ore 09,30 – Ghigliottina - Revival miniere 2 56 minuti [Radio Neanderthal, Ghigliottina]:\r\n\r\nGhigliottina, il revival delle miniere travestito da transizione ecologica, puntata 2 di 2\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Ghigliottina-Revival-miniere-2_54.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 15 ore 22,00 – Musick To Play In The Dark - Killing joke special 69 minuti [Radio Blackout, Musick to play in the dark]: Speciale realizzato dalla redazione del programma Musick To play in the dark sui Killing Joke, realizzato in memoria della scomparsa Geordie Walker\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/MTPITD-Killing-Joke-special_69.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 15 ore 23,30 – Japan Blues - Roads to freedom mix for Radio Blackout 63 minuti [Radio Blackout, Japan Blues]: Japan Blues ha fatto questo mix stravagante per sostenere le libere frequenze. Un ammasso gentile di suoni giapponesi per fare le fusa.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Japan-Blues-Roads-to-Freedom-mix-for-Radio-Blackout_62.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 16 ore 09,30 – Plurex Records Mixtape 69 minuti [Radio Blackout, Plurex Records]:\r\n\r\nPlurex Records,etichetta DIY olandese post-punk della fine degli anni 70 inizio anni 80\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Plurex-records-special-mix_68.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 16 ore 13,30 – Breve storia del discofunk 27 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUna rapida carrellata che passa in rassegna i nomi, i gruppi e le situazioni attorno ai quali è gravitato questo genere musicale.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Breve-storia-del-discofunk.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 16 ore 18,30 – Cru Servers - Tottum per tutti 33 minuti [Radio Blackout, Cru Servers]:\r\n\r\nTottum per Tutti is the new album of the Cru Servers, made exclusively for Radio Blackout. The idea came one day during the lockdown, we asked them, they replied with this unpublished material outtaken from their first official release!! (because it’s only love, if love you can give!)\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Cru-Servers-Tottum-per-tutti_32.mp3\r\n\r\n[download]","8 Marzo 2025","2025-04-11 14:04:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black Holes dal 10 al 16 Marzo 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Di sicuro, lo \u003Cmark>stiamo\u003C/mark> diventando. I ragazzi che assistono","Martedì 11 ore 16,00 – Poesie palestinesi pt.1 17 minuti [Radio Blackout, Biblioteca Clara Zetkin]:\r\n\r\nTratto dalle letture realizzate durante l'evento \"Poesie di lotta di donne palestinesi\" organizzato dalla biblioteca Clara Zetkin, presso la sede dell'associazione Revdar il 3 Marzo 2024\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Poesie-palestinesi-2_16.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 12 ore 08,30 – Backwards - Italia '61 26 minuti [Radio Blackout, Backwards]:\r\n\r\nPuntata del 7 settembre 2019 della trasmissione Backwards, condotta da Malcolm. Questa volta si parla di sprechi edilizi \u003Cmark>e\u003C/mark> relativi abbandoni, a Torino nel 1961 si svolse l'Esposizione internazionale \u003Cmark>e\u003C/mark> le strutture architettoniche che furono costruite per l'occasione che fine hanno fatto? La risposta \u003Cmark>è\u003C/mark> già scritta in un copione a cui siamo abituati ma che \u003Cmark>è\u003C/mark> sempre utile rileggere con lenti diverse in diversi momenti storici.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Backwards-Italia-61-07_09_2019_25.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 12 ore 13,00 – Dialogo con Fatima Ouassak - RBO live @ Festival Alta Felicità 2024 94 minuti [Radio Blackout]: Fatima Ouassak \u003Cmark>è\u003C/mark> una politologa \u003Cmark>e\u003C/mark> militante ecologista, femminista \u003Cmark>e\u003C/mark> antirazzista. Il suo ultimo libro Per un’ecologia pirata (tradotto in italiano da Valeria Gennari per Tamu edizioni (2024)) propone un’alternativa all’ecologia bianca, borghese \u003Cmark>e\u003C/mark> a cui manca un’approccio intersezionale. Ouassak parte dalla realtà dei quartieri popolari francesi \u003Cmark>e\u003C/mark> scrive a partire da questo contesto di lotta. \u003Cmark>E’\u003C/mark> qui che, a suo avviso, un approccio diverso all’ecologia può rappresentate una chiave di liberazione delle classi popolari non bianche. La domanda centrale che pone \u003Cmark>è\u003C/mark> come riappropriarsi di questo strumento in un contesto in cui a soggetti razzializzati viene negato il diritto di far propri questi territori \u003Cmark>e\u003C/mark> di sentirli loro. L’idea \u003Cmark>è\u003C/mark> quella di partire, nell’ambito di una politica ampia sui cambiamenti climatici \u003Cmark>e\u003C/mark> i loro effetti, da fronti di lotta molto vicini ai bisogni della popolazione. L’ancoraggio territoriale \u003Cmark>e\u003C/mark> il diritto alla libertà di circolazione diventano quindi perni fondamentali di un movimento che sia al contempo ecologista \u003Cmark>e\u003C/mark> antirazzista. Sono questi perni che possono permettere alle persone dei quartieri popolari di far propri i territori che abitano. Ma occorre anche pensare all’ecologia in ottica internazionalista, un’ecologia senza frontiere, che sia per tutti, non sono per i bianchi o per le classi alte.\r\n\r\nIl testo, oltre a una prospettiva teorica, offre una descrizione delle lotte che Ouassak ha portato avanti a Bagnolet (una banlieue parigina) insieme ad altre mamme del quartiere. In particolare analizza il caso della lotta per un’alimentazione equilibrata nelle scuole, la lotta per gli ascensori \u003Cmark>e\u003C/mark> quella per l’accesso a spazi pubblici nei quartieri popolari. Lotte che definisce come estremamente locali \u003Cmark>e\u003C/mark> radicalmente autonome. Autonome anche da alcuni movimenti ecologisti bianchi \u003Cmark>e\u003C/mark> partiti politici di sinistra.\r\n\r\nIn questa intervista, approfittiamo di questa possibilità di dialogo con Ouassak per parlare anche della sua visione politica più ampia, che vede al centro un’ecologia decoloniale. Un’ecologia dell’emancipazione come progetto politico universale, significa costruire una proposta sia per chi non abita i quartieri popolari, sia per chi intende oltrepassare \u003Cmark>e\u003C/mark> ribaltare approcci colonialisti, razzisti \u003Cmark>e\u003C/mark> classisti. Ouassak si sofferma anche sulle forme profonde che assumono il razzismo \u003Cmark>e\u003C/mark> l’islamofobia di Stato in Francia oggi – negare la possibilità di portare il velo o il burkini \u003Cmark>è\u003C/mark> soltanto un esempio recente del controllo dei corpi razializzati. \u003Cmark>E’\u003C/mark> dunque tanto più urgente che la popolazione musulmana \u003Cmark>e\u003C/mark> razializzata prenda parola direttamente per una lotta per la dignità \u003Cmark>e\u003C/mark> l’autodeterminazione. Inoltre il contesto europeo, sempre più a destra \u003Cmark>e\u003C/mark> fascistizzante, alimenta le discriminazioni sulla base di una narrazione securitaria che utilizza l’islamofobia come strumento per perimetrare il nemico interno ed esterno. Islamofobia che in parallelo diventa parte integrante delle narrazioni di guerra.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/RBO-live-@-Festival-Alta-Felicità-2024-Dialogo-con-Fatima-Ouassak_93.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 13 ore 08,30 – Autonomia proletaria nella Calabria degli anni 70 38 minuti [radio cane.info]: Abbiamo incontrato Francesco Cirillo di passaggio a Milano per la presentazione del suo libro Sud \u003Cmark>e\u003C/mark> ribellione. Dall’autonomia proletaria calabrese alla rete meridionale del Sud ribelle. Da lì, questa narrazione sulle origini storiche \u003Cmark>e\u003C/mark> la dinamica di una vicenda poco nota ai più: il movimento dell’autonomia proletaria emerge come una rottura del quadro socio-politico della Calabria a cavallo tra anni Sessanta \u003Cmark>e\u003C/mark> Settanta \u003Cmark>e\u003C/mark>, col suo combinato di “plasticità” \u003Cmark>e\u003C/mark> “nomadismo”, di “comunicazione fisica” \u003Cmark>e\u003C/mark> “passionalità”, aggiungendovi quel tanto di “volume di fuoco spontaneo”, si pone in continuità con tutti i precedenti storici di insubordinazione \u003Cmark>e\u003C/mark> ribellione spontaneamente verificatisi nella regione, non ultimo il “brigantaggio”.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Autonomia-proletaria-nella-Calabria-degli-anni-70_37.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 14 ore 08,30 – Speciale Marcello Bacci 27 minuti [Arsider, Radio blackout]:\r\n\r\nMarcello Bacci (1922-2008) \u003Cmark>è\u003C/mark> stato un pioniere italiano nel campo degli EVP (Electronic Voice Phenomena). Ha dedicato una parte significativa della sua vita ad esplorare la comunicazione con il mondo oltre la morte attraverso le onde radio. Nel suo studio di Grosseto, Bacci sviluppò tecniche innovative per catturare voci paranormali su nastro, lasciando un’impronta duratura nel regno delle comunicazioni paranormali \u003Cmark>e\u003C/mark> accendendo dibattiti nel mondo della ricerca soprannaturale. Bacci comunicava con l’aldilà o semplicemente con l’idea dell’aldilà, mediata dall’incomprensibile rifrazione delle onde elettromagnetiche? Arsider indaga.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Speciale_Marcello-BacciArsider_26.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 14 ore 21,00 – Craxi Driver - Bestie di Satana 35 minuti [Craxi Driver]:\r\n\r\nDisco-racconto su uno dei fatti di cronaca più brutali della storia italiana \"Sembriamo serial killer \u003Cmark>e\u003C/mark> forse lo siamo. Di sicuro, lo \u003Cmark>stiamo\u003C/mark> diventando. I ragazzi che assistono alla performance si esaltano, tanto nessuno capisce il nostro inglese che cola morte, crocifissi, Madonne calpestate, preti sodomizzati \u003Cmark>e\u003C/mark> massacrati.\"\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Craxi-Driver-Bestie-di-Satana_34.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 15 ore 09,30 – Ghigliottina - Revival miniere 2 56 minuti [Radio Neanderthal, Ghigliottina]:\r\n\r\nGhigliottina, il revival delle miniere travestito da transizione ecologica, puntata 2 di 2\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Ghigliottina-Revival-miniere-2_54.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 15 ore 22,00 – Musick To Play In The Dark - Killing joke special 69 minuti [Radio Blackout, Musick to play in the dark]: Speciale realizzato dalla redazione del programma Musick To play in the dark sui Killing Joke, realizzato in memoria della scomparsa Geordie Walker\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/MTPITD-Killing-Joke-special_69.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 15 ore 23,30 – Japan Blues - Roads to freedom mix for Radio Blackout 63 minuti [Radio Blackout, Japan Blues]: Japan Blues ha fatto questo mix stravagante per sostenere le libere frequenze. Un ammasso gentile di \u003Cmark>suoni\u003C/mark> giapponesi per fare le fusa.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Japan-Blues-Roads-to-Freedom-mix-for-Radio-Blackout_62.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 16 ore 09,30 – Plurex Records Mixtape 69 minuti [Radio Blackout, Plurex Records]:\r\n\r\nPlurex Records,etichetta DIY olandese post-punk della fine degli anni 70 inizio anni 80\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Plurex-records-special-mix_68.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 16 ore 13,30 – Breve storia del discofunk 27 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUna rapida carrellata che passa in rassegna i nomi, i gruppi \u003Cmark>e\u003C/mark> le situazioni attorno ai quali \u003Cmark>è\u003C/mark> gravitato questo genere musicale.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Breve-storia-del-discofunk.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 16 ore 18,30 – Cru Servers - Tottum per tutti 33 minuti [Radio Blackout, Cru Servers]:\r\n\r\nTottum per Tutti is the new album of the Cru Servers, made exclusively for Radio Blackout. The idea came one day during the lockdown, we asked them, they replied with this unpublished material outtaken from their first official release!! (because it’s only love, if love you can give!)\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Cru-Servers-Tottum-per-tutti_32.mp3\r\n\r\n[download]",[446],{"field":78,"matched_tokens":447,"snippet":443,"value":444},[56,207],1733920847233548300,{"best_field_score":450,"best_field_weight":160,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":33,"score":451,"tokens_matched":85,"typo_prefix_score":162},"2216108556288","1733920847233548401",6637,{"collection_name":137,"first_q":17,"per_page":88,"q":17},12,["Reactive",456],{},["Set"],["ShallowReactive",459],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fTT9Pt1r6Mu7c7qfb6CH1HJQo7YtXef4RGL0coGN1dPM":-1},true,"/search?query=suini+e+soia"]