","Firenze. Corteo perché la memoria di Orso viva nelle lotte","post",1554219790,[62,63,64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/confederalismo-democratico/","http://radioblackout.org/tag/firenze/","http://radioblackout.org/tag/lorenzo-orsetti/","http://radioblackout.org/tag/manifestazione-nazionale-a-firenze/","http://radioblackout.org/tag/orso/","http://radioblackout.org/tag/rojava/","http://radioblackout.org/tag/siria/","http://radioblackout.org/tag/tekoser/",[25,71,21,72,28,15,18,30],"firenze","manifestazione nazionale a firenze",{"post_content":74,"tags":79},{"matched_tokens":75,"snippet":77,"value":78},[76],"Tekoser","In memoria di Lorenzo, Orso, \u003Cmark>Tekoser\u003C/mark>, volontario anarchico in Siria contro","In memoria di Lorenzo, Orso, \u003Cmark>Tekoser\u003C/mark>, volontario anarchico in Siria contro l'Isis e in difesa della rivoluzione, democratica, ecologista e femminista della Siria del nord domenica 31 si è svolto a Firenze un corteo nazionale che ha attraversato il quartiere di Rifredi, quello di Lorenzo, dove vivono la sua famiglia e i suoi amici. Al termine numerosi interventi hanno ricordato Orso e gli altri che sono morti combattendo per la libertà.\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli della rete degli Anarchici Toscani\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019-04-02-firenze-orso-dario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito l’articolo scritto da Dario in vista della manifestazione di Firenze:\r\n“Il 23 marzo è caduta l’ultima roccaforte dello Stato Islamico in Siria, Baghouz, lungo il vecchio confine con l’Iraq. Una vittoria costata molte vite, per cui sono cadute molte compagne e molti compagni. Solo pochi giorni prima, il 18 marzo, è stato ucciso proprio a Baghouz Lorenzo Orsetti, anarchico fiorentino di 33 anni, caduto con un’unità araba in un’imboscata durante un’operazione. Era membro della formazione Tekoşîna Anarşîst (Lotta Anarchica) sotto il nome di \u003Cmark>Tekoşer\u003C/mark> Piling.\r\n\r\nLorenzo non è il primo internazionalista italiano caduto in questo conflitto, già Giovanni Francesco Asperti, 53 anni di Bergamo, combattente nelle YPG con il nome di Hîwa Bosco, era morto in Rojava per un incidente il 7 dicembre 2018. Tuttavia è il primo ucciso in combattimento, come giovane partigiano e rivoluzionario. L’assemblea che il 19 marzo si è tenuta al circolo Le Panche di Rifredi, a Firenze, era carica di tutta la forza e la gravità di questa morte, che pone nella quotidianità della nostra vita e nella nostra azione collettiva una vicenda e una prospettiva che normalmente appare lontanissima nel tempo e nello spazio ma che è invece presente qui e ora. Come con migliori parole durante l’assemblea ha detto anche suo padre, Lorenzo non combatteva per i curdi, non ha cercato una causa lontana da sostenere. Lottava perché aveva degli ideali, perché voleva una rivoluzione profonda della società in cui viviamo, e nell’esperienza rivoluzionaria avviata tra l’Anatolia e la Mesopotamia aveva riconosciuto i propri ideali di giustizia, eguaglianza e libertà, lottava quindi per la rivoluzione in tutto il mondo, anche qui.\r\n\r\nNon conoscevo purtroppo Lorenzo, non lo ho mai incrociato nonostante fossimo quasi coetanei e non vivessimo neanche a cento di chilometri di distanza, anche per questo non descriverò il carattere umano e politico di questo compagno, perché sicuramente potranno farlo meglio coloro che hanno avuto la gioia di conoscerlo.\r\n\r\nIn molti però possiamo riconoscerci nelle sue parole, nei suoi ideali, nell’aspirazione comune alla libertà. Dobbiamo però essere coscienti che il suo esempio ci pone di fronte alla necessità di mettere tutto in discussione. La rivoluzione sociale è l’unica alternativa alla guerra fratricida, al fascismo, alla schiavitù e all’oppressione, in Kurdistan come in Europa e nel resto del mondo. Non deve essere la morte di un compagno a ricordarcelo.\r\n\r\nPer quello che ho saputo Lorenzo prima di partire non era militante di un gruppo, non faceva attività politica all’interno del movimento. Aveva degli ideali. Nel suo impegno in Rojava e in Siria si dichiarava apertamente anarchico, e faceva parte di una formazione anarchica, per questo è importante che sia ricordato anche per le idee che rivendicava nella sua lotta.\r\n\r\nL’internazionalismo non è sostenere una causa lontana, ma è solidarietà rivoluzionaria. L’internazionalismo si pratica in molte maniere, a vari livelli, la scelta di Lorenzo è uno dei modi in cui si può praticare la solidarietà internazionalista. Internazionalismo significa riconoscere che in un mondo governato da proprietari e privilegiati le cause materiali dello sfruttamento e dell’oppressione ovunque sono le stesse, e per questo solo con la solidarietà globale è possibile la liberazione. Con questo spirito in molti hanno scelto di contribuire alla lotta condotta dalle popolazioni del Rojava e dalle YPG/YPJ. Lorenzo era giunto là “nell’autunno del 2017 – si legge nel comunicato della Rojava Internationalist Commune – per unirsi inizialmente alle YPG, combattendo con valore dal primo all’ultimo giorno nella difesa di Afrin, aggredita dallo stato fascista turco e dalle loro bande jihadiste. Ha anche preso parte alle unità internazionaliste di TKP / ML-TİKKO e infine è stato membro di Tekoşîna Anarşîst (Lotta Anarchica) inquadrata nelle forze democratiche siriane, durante l’offensiva contro lo Stato islamico culminata in questi giorni nella sconfitta militare del Califfato.” Sono infatti usciti comunicati sia di Tekoşîna Anarşîst, sia di TİKKO e sia di YPG che ne omaggiano la memoria. \r\n\r\nTra numerosi militanti di varie tendenze politiche sono molti i nomi delle compagne e dei compagni anarchici che hanno pagato con la vita il loro impegno in questa lotta. Anna Campbell Hêlîn Qereçox, Haukur Hilmarsson Sahin Husseini, Olivier François Le Clainche Kendal Breizh, Robert Grodt Demhat Goldman. Sono solo alcuni di questi.\r\n\r\nSono storie diverse, sul piano personale e politico, le loro scelte sono maturate in contesti diversi e in alcuni casi facevano riferimento a differenti correnti dell’anarchismo. Su molte cose sarebbero stati in disaccordo forse, ma certamente hanno tutti scelto di partire non solo e non tanto per combattere lo Stato Islamico, quanto per dare il proprio contributo ad un processo rivoluzionario.\r\n\r\nCon l’assedio di Kobanê da parte dello Stato Islamico nel 2014 l’attenzione del mondo si è rivolta a quanto stava succedendo in Rojava. Un esperimento di autogoverno guidato dal Movimento di liberazione curdo, indirizzato dal Confederalismo democratico, contro la modernità capitalista, la guerra, gli stati-nazione, per una società libera, femminista ed ecologica in cui avessero spazio le diverse popolazioni che abitano la regione. Si iniziò a parlare molto della svolta del PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan passato dal maoismo al confederalismo democratico. Si paragonò la lotta per la difesa di Kobanê alla guerra per la difesa della Rivoluzione Spagnola nel 1936, dopotutto avvenne proprio nella data simbolica del 19 luglio l’insurrezione che portò le YPG/YPJ a controllare il Kurdistan occidentale in territorio siriano. La solidarietà a Kobanê dalla Turchia creò una situazione eccezionale. Quel confine, che come tutti gli altri non era altro che una convenzione tra stati per tenere divisi i popoli, stava crollando, era ormai evidente nonostante la massiccia presenza di soldati e carri armati turchi. Grazie alla mobilitazione di massa venivano forzati i blocchi imposti dalla Turchia, passavano profughi e volontari, passavano aiuti e delegazioni politiche. In quei giorni di settembre-ottobre del 2014 sembrava che la rivoluzione potesse estendersi a tutta la regione, contagiando innanzitutto la Turchia.\r\n\r\nIn questa fase divenne evidente il sostegno della Turchia, membro della NATO, allo Stato Islamico. Si avvia in Turchia una nuova stagione di terrorismo di stato, con le stragi di Suruç e Ankara, con la guerra e i bombardamenti portati nelle stesse città in territorio turco e il definitivo consolidamento di una dittatura informale. Nel 2017 si inasprisce la guerra in Siria. La Turchia invade il cantone di Afrin con l’appoggio di tutte le potenze mondiali e regionali, dimostrazione che il processo rivoluzionario è combattuto da tutti gli stati. In questo contesto la lotta diviene anche una guerra per la sopravvivenza. \r\n\r\nLa guerra è da sempre una delle principali armi degli stati contro i processi rivoluzionari. Le esigenze militari spesso divengono prioritarie rispetto al processo di trasformazione sociale e politica, e possono bloccarlo. Anche per questo molti anarchici e rivoluzionari di altre tendenze hanno cercato in Rojava di dare il proprio contributo specifico, per sostenere la rivoluzione di fronte al rischio di disorientamenti.\r\n\r\nGli anarchici, in modi diversi, sono stati presenti in questo processo fin dall’inizio. In Kurdistan, in Turchia e in Siria, così come nella solidarietà a livello globale. Spesso anche con posizioni autonome, in certi casi critiche. Consapevoli che lottare contro lo Stato Islamico significa lottare contro il fascismo, inteso come forza controrivoluzionaria, come regime che attraverso la violenza reazionaria assicura la penetrazione degli interessi capitalistici e imperialisti nella regione. Convinti che il contributo anarchico avrebbe favorito lo sviluppo del processo rivoluzionario.\r\n\r\nOra si apre una nuova fase dopo che il 23 marzo il comandante delle SDF (Forze Democratiche Siriane) Mazlum Ebdi ha annunciato la fine del dominio dello Stato Islamico in Siria. Gli USA che hanno opportunisticamente sostenuto le SDF in alcune fasi del conflitto hanno annunciato che abbandoneranno la Siria, mentre la Turchia minaccia di invadere dopo Afrin anche Kobanê e Qamişlo. Il rischio è che si riapra un conflitto ancora più duro, ma anche che accada come da noi dopo il 1945, che il sacrificio di Lorenzo Orsetti sia come quello di Lanciotto Ballerini. Ossia che nonostante l’alto prezzo pagato da compagne e compagni la prospettiva rivoluzionaria sia bloccata dalle forze imperialiste, dalle lotte per il potere e il controllo della regione, e che si riaffaccino sotto altre forme le medesime strutture oppressive.\r\n\r\nCredo che la storia di Lorenzo ci ponga queste domande, ci chiede di prendere in mano la fiaccola e di continuare la sua lotta, che è anche la nostra, per la libertà, la giustizia, l’eguaglianza ovunque nel mondo.”",[80,82,84,86,88,90,92,94],{"matched_tokens":81,"snippet":25},[],{"matched_tokens":83,"snippet":71},[],{"matched_tokens":85,"snippet":21},[],{"matched_tokens":87,"snippet":72},[],{"matched_tokens":89,"snippet":28},[],{"matched_tokens":91,"snippet":15},[],{"matched_tokens":93,"snippet":18},[],{"matched_tokens":95,"snippet":96},[30],"\u003Cmark>tekoser\u003C/mark>",[98,104],{"field":37,"indices":99,"matched_tokens":101,"snippets":103},[100],7,[102],[30],[96],{"field":105,"matched_tokens":106,"snippet":77,"value":78},"post_content",[76],578730123365712000,{"best_field_score":109,"best_field_weight":110,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":48,"score":111,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":113,"highlight":131,"highlights":153,"text_match":164,"text_match_info":165},{"cat_link":114,"category":115,"comment_count":48,"id":116,"is_sticky":48,"permalink":117,"post_author":51,"post_content":118,"post_date":119,"post_excerpt":54,"post_id":116,"post_modified":120,"post_thumbnail":121,"post_thumbnail_html":122,"post_title":123,"post_type":59,"sort_by_date":124,"tag_links":125,"tags":128},[45],[47],"53190","http://radioblackout.org/2019/03/lorenzo-orso-tekoser-anarchico-morto-per-la-liberta/","Lorenzo Orsetti, nome di battaglia Tekoser, è stato ucciso in un’imboscata durante la battaglia di Teghuz. Sarebbe presto tornato in Italia, ma ha voluto esserci per affrontare quest’ultima roccaforte dell’ISIS.\r\nTeghuz è circondata, molti si sono arresi ma un nucleo di circa 1500 soldati dello Stato Islamico ha deciso di combattere sino alla fine.\r\nLorenzo era uno dei tanti volontari accorsi in Siria per difendere il confederalismo democratico in Rojava e per combattere l’Isis.\r\n\"Ciao, se state leggendo questo messaggio è segno che non sono più a questo mondo. Beh non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, uguaglianza e libertà\", si legge nella lettera firmata Orso, Tekoser, Lorenzo.\r\nLorenzo era anarchico e combatteva in un battaglione di anarchici. Oggi viene onorato da tutti, persino dal Ministro dell’Interno, lo stesso ministro che, se Lorenzo fosse tornato vivo dalla Siria lo avrebbe trattato da delinquente.\r\nLa prossima settimana il tribunale di Torino deciderà sulla richiesta di sorveglianza speciale per cinque volontari torinesi, considerati socialmente pericolosi, per aver appreso l’uso delle armi.\r\nGli anarchici qualche volta diventano eroi ma solo da morti, quando l’ultimo sfregio che si può fare loro è annebbiarne la memoria falsificandola. In questo, i macellai dello Stato Islamico, che gli hanno imposto l’etichetta di “crociato” e i politici italiani, che mettono la sordina sulla sua storia e lo usano per le loro crociate, sono fatti della stessa pasta.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con con Paolo “Pachino” Andolina, già membro delle formazioni di autodifesa in Siria, uno dei cinque torinesi che rischiano di diventare sorvegliati speciali. Paolo ha conosciuto Lorenzo in Siria e sa che la promessa reciproca di rivedersi in Italia non potrà essere mantenuta.\r\nLorenzo per sua volontà sarà seppellito lì dove ha vissuto e combattuto nell’ultimo anno e mezzo.\r\n\r\nNumerose iniziative per ricordare Lorenzo e la sua lotta sono in cantiere.\r\nA Firenze il prossimo 31 marzo è stata lanciata una manifestazione nazionale.\r\nA Torino, il 25 marzo alle 8,30 presidio davanti al tribunale di Torino per l’udienza per la sorveglianza speciale, alle 17 presidio in piazza Castello per Orso, Tekoser, Lorenzo\r\n\r\nAscolta la diretta con Paolo:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2019-03-19-pachi-tekoser.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","20 Marzo 2019","2019-03-20 18:19:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/tekoser-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/tekoser-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/tekoser-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/tekoser-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/tekoser-690x690.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/tekoser-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/tekoser.jpg 720w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Lorenzo, Orso, Tekoser. 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Non possiamo che essere d’accordo con lui, perché sebbene le assonanze con normative di epoca fascista siano evidenti, la sorveglianza speciale è una misura squisitamente “democratica”. La democrazia tratta da nemici, privando della libertà per via amministrativa, chi non riesce e condannare e rinchiudere con i pur innumeri strumenti offerti dalla legislazione penale.\r\nBorgna ha voluto mettere il suo peso un procedimento di natura squisitamente politica, affiancando le esili argomentazioni della PM Pedrotta.\r\nPer la PM i cinque torinesi accorsi in Siria per sostenere la rivoluzione democratica contro lo Stato Islamico sarebbero “socialmente pericolosi”.\r\nLa nozione di pericolosità sociale è del tutto scivolosa, quasi impalpabile, perché retta sulla presunzione che si possano valutare le intenzioni sulla base di un pedigree tracciato dalla polizia.\r\nAver appreso l’uso delle armi la volontà di usarle anche in Italia. Una forzatura indimostrabile, che tuttavia si incardina sui profili criminali tracciati dalla polizia politica.\r\nFuori dall’aula c’erano le foto di Orso e Giovanni, altri due volontari italiani, entrambi caduti in combattimento in Siria. Da morti sono considerati “eroi”, da vivi rischiano di perdere la libertà di abitare nella loro città, di frequentare assemblee e riunioni politiche, di partecipare a cortei e altre iniziative di lotta, rischiano il coprifuoco notturno.\r\nLe arringhe della difesa sono andate aventi sino alle 13,30. Il tribunale si è riservato di decidere: ha 90 giorni per comunicare la sentenza.\r\nNel pomeriggio, nella centralissima piazza Carlo Alberto, presidio per ricordare Lorenzo Orsetti, Tekoser, volontario anarchico in Siria, morto nella battaglia di Teghuz il 18 marzo.\r\nUna data che è nella memoria e nel cuore di tanti. Nell’anniversario della Comune. Quella di Parigi del 1871, quella di Kronstradt del 1921. I fili si intrecciano, la memoria siamo noi che la teniamo viva.\r\nTante le testimonianze di chi lo aveva conosciuto in Siria. Orso da quando ha scelto di andare a combattere non si è mai risparmiato. Da Afrin, dove la sua serenità dava coraggio a tanti, sino all’ultima battaglia, quando è caduto insieme ad altri volontari arabi negli ultimi giorni dell’ISIS in Siria.\r\nDomenica 31 marzo ci sarà un corteo nazionale in memoria di Orso a Firenze. Ore 15 piazza Leopoldo.\r\nNe abbiamo parlato con Paolo – Pachino – Andolina, uno dei cinque volontari per i quali è stata chiesta la sorveglianza speciale, amico e compagno di Orso.\r\n\r\nAscolta la diretta con Paolo:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2019-03-26-pachino.mp3\"][/audio]","26 Marzo 2019","2019-03-26 16:14:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/P_20190325_192052-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/P_20190325_192052-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/P_20190325_192052-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/P_20190325_192052-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/P_20190325_192052-1024x576.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Processo ai volontari in Siria. 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I fili si intrecciano, la memoria siamo noi che la teniamo viva.\r\nTante le testimonianze di chi lo aveva conosciuto in Siria. Orso da quando ha scelto di andare a combattere non si è mai risparmiato. Da Afrin, dove la sua serenità dava coraggio a tanti, sino all’ultima battaglia, quando è caduto insieme ad altri volontari arabi negli ultimi giorni dell’ISIS in Siria.\r\nDomenica 31 marzo ci sarà un corteo nazionale in memoria di Orso a Firenze. Ore 15 piazza Leopoldo.\r\nNe abbiamo parlato con Paolo – Pachino – Andolina, uno dei cinque volontari per i quali è stata chiesta la sorveglianza speciale, amico e compagno di Orso.\r\n\r\nAscolta la diretta con Paolo:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2019-03-26-pachino.mp3\"][/audio]",[201,203,206,208,210,212,214,216],{"matched_tokens":202,"snippet":190},[],{"matched_tokens":204,"snippet":205},[30],"lorenzo orso \u003Cmark>tekoser\u003C/mark>",{"matched_tokens":207,"snippet":192},[],{"matched_tokens":209,"snippet":15},[],{"matched_tokens":211,"snippet":18},[],{"matched_tokens":213,"snippet":23},[],{"matched_tokens":215,"snippet":193},[],{"matched_tokens":217,"snippet":194},[],[219,221],{"field":105,"matched_tokens":220,"snippet":198,"value":199},[76],{"field":37,"indices":222,"matched_tokens":223,"snippets":225},[27],[224],[30],[205],{"best_field_score":166,"best_field_weight":227,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":48,"score":228,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":48},14,"578730123365187698",{"document":230,"highlight":250,"highlights":254,"text_match":164,"text_match_info":257},{"cat_link":231,"category":232,"comment_count":48,"id":233,"is_sticky":48,"permalink":234,"post_author":235,"post_content":236,"post_date":237,"post_excerpt":54,"post_id":233,"post_modified":238,"post_thumbnail":239,"post_thumbnail_html":240,"post_title":241,"post_type":59,"sort_by_date":242,"tag_links":243,"tags":248},[45],[47],"58245","http://radioblackout.org/2020/03/lorenzo-orso-orsetti-un-anno-dopo/","info","È passato un anno dalla morte di Orso, caduto combattendo, pochi giorni prima della caduta dello Stato islamico.\r\nLorenzo Orsetti, nome di battaglia Tekoser, è stato ucciso in un’imboscata durante la battaglia di Teghuz. Sarebbe presto tornato in Italia, ma ha voluto esserci per affrontare quest’ultima roccaforte dell’ISIS. Teghuz è circondata, molti si erano arresi ma un nucleo di circa 1500 soldati dello Stato Islamico aveva deciso di combattere sino alla fine. Lorenzo era uno dei tanti volontari accorsi in Siria per difendere il confederalismo democratico in Rojava e per combattere l’Isis. “Ciao, se state leggendo questo messaggio è segno che non sono più a questo mondo. Beh non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, uguaglianza e libertà”, si legge nella lettera che ha lasciato.\r\nLorenzo era anarchico e combatteva in un battaglione di anarchici. Dopo la sua morte venne onorato da tutti, persino da quelli che, se Lorenzo fosse tornato vivo dalla Siria, lo avrebbero trattato da delinquente.\r\nCome è accaduto a diversi volontari italiani al loro ritorno dal Rojava.\r\nUn anno fa la Procura di Torino richiese la sorveglianza speciale per cinque volontari torinesi, considerati socialmente pericolosi, per aver appreso l’uso delle armi. Gli anarchici qualche volta diventano eroi ma solo da morti, quando l’ultimo sfregio che si può fare loro è annebbiarne la memoria falsificandola. In questo, i macellai dello Stato Islamico, che gli hanno imposto l’etichetta di “crociato” e i politici italiani, che mettono la sordina sulla sua storia e lo usano per le loro crociate, sono fatti della stessa pasta.\r\nDue dei cinque volontari partiti da Torino per la Siria del nord sono stati prosciolti mesi fa, la sentenza per gli altri tre era attesa ieri, ma pareva fosse rimandata a data da destinarsi per le chiusure dei tribunali decretate dal presidente del consiglio per l’epidemia di Covid 19.\r\nCosì non è stato. Oggi, dopo questa intervista in cui pareva che tutto fosse rimandato, la Procura Torinese ha giocato la sua carta, prosciogliendo Paolo e Jacopo e comminando due anni di sorveglianza alla terza volontaria, Eddi. \r\n\r\nOggi anche il Rojava è stato raggiunto dall’epidemia. In una regione che è ancora in guerra, perché dopo la vittoria sull’Isis, prima la Russia, poi gli Stati Uniti, hanno mollato alleati preziosi sul campo, ma sacrificabili nel grande gioco di potenze.\r\nL’unica città dove ci sia un laboratorio analisi per i tamponi è Serekanije, oggi occupata dai turchi. Il mixer tra guerra ed epidemia potrebbe essere micidiale.\r\n\r\nCe ne ha parlato Paolo Pachino, uno dei tre volontari per cui era stata richiesta la sorveglianza speciale\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020-03-17-pachino-orso-rojava.mp3\"][/audio]\r\n\r\nscarica l'audio\r\n\r\nNota. Subito dopo l’intervista con Blackout, Paolo è stato fermato dai carabinieri e, nonostante avesse documenti che attestavano le ragioni del suo spostamento, è stato portato in caserma, denudato, perquisito, mentre altri solerti tutori dell’ordine gli smontavano l’auto. È stato rilasciato senza alcun addebito. 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È conosciuto anche come con il nome di battaglia Tekoşer Piling.\r\n\r\nOrso Tekoşer fu ucciso in combattimento in un villaggio siriano nei pressi del confine con l'Iraq, la mattina del 18 marzo 2019. Si trovava in tale località per combattere contro lo Stato Islamico nell'offensiva curda contro l'ultimo bastione dell'organizzazione presente nella Siria ad est dell'Eufrate. Si era unito ad un'unità araba delle Forze Democratiche Siriane, la quale durante un'operazione volta al salvataggio di civili usati come scudi umani fu colpita da un'imboscata nemica e fu completamente annientata. Durante l'operazione per recuperare il suo corpo altri due soldati arabi delle SDF avrebbero perso la vita in combattimento.\r\n\r\n\r\n\r\nL’ultima sua lettera:\r\n\r\n«Ciao, se state leggendo questo messaggio è segno che non sono più a questo mondo. Beh, non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, eguaglianza e libertà. Quindi nonostante questa prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra. Non avrei potuto chiedere di meglio. Vi auguro tutto il bene possibile e spero che anche voi un giorno (se non l’avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo. Solo sconfiggendo l’individualismo e l’egoismo in ciascuno di noi si può fare la differenza. Sono tempi difficili lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza, mai! Neppure per un attimo. Anche quando tutto sembra perduto e i mali che affliggono l’uomo e la terra sembrano insormontabili, cercate di trovare la forza e di infonderla nei vostri compagni. È proprio nei momenti più bui che la vostra luce serve. E ricordate sempre che “ogni tempesta comincia con una singola goccia”. Cercate di essere voi quella goccia.\r\n\r\nVi amo tutti, spero farete tesoro di queste parole.\r\n\r\nSerkeftin!\r\n\r\nOrso, Tekoşer, Lorenzo\r\n\r\nIn ricordo di Orso, sabato 18 marzo 2023 ore: 15:30 al giardino Orsetti in c. so Allamano 40-45 – Torino\r\n\r\nMerenda Bellavita, pulizia targa, giardinaggio, distro Fenix, musica, microfono aperto, organizzato dal Barocchio Squat\r\n\r\nCONTRO OGNI CONFINE SOCIALE E POLITICO\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSelezione musicale ottenuta con l’intelligenza artificiale sulla base dei gusti dei nostri ascoltatori, riascoltabile qui\r\n\r\n \r\n\r\nTutto Squat, il giornale malandrino del 17/03/2023","17 Marzo 2023","2024-11-22 00:46:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/Lorenzo-Orso_podcast-200x110.png","In ricordo di Lorenzo Orso Tekoser - TuttoSquat 17.03.2023","podcast",1679081109,[293],"http://radioblackout.org/tag/tutto-squat-il-giornale-malandrino/",[276],{"post_content":296,"post_title":301},{"matched_tokens":297,"snippet":299,"value":300},[298,298],"Tekoşer","con il nome di battaglia \u003Cmark>Tekoşer\u003C/mark> Piling.\r\n\r\nOrso \u003Cmark>Tekoşer\u003C/mark> fu ucciso"," \r\n\r\nLorenzo Orsetti è stato un anarchico, antifascista e guerrigliero italiano che ha combattuto a fianco della milizia curda Unità di Protezione Popolare (YPG) in Siria nel corso della guerra civile siriana. 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