","Occupate le università: anche a Torino tende piantate contro la guerra","post",1715612416,[63,64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/genocidio/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/politecnico-di-torino/","http://radioblackout.org/tag/tende/","http://radioblackout.org/tag/universita-di-torino/",[71,72,23,73,74,75,76],"Gaza","genocidio","Israele","Politecnico di Torino","tende","Università di Torino",{"post_content":78,"post_title":82,"tags":85},{"matched_tokens":79,"snippet":80,"value":81},[75],"il mondo si riempiono di \u003Cmark>tende\u003C/mark> contro la guerra e il","Le università in tutto il mondo si riempiono di \u003Cmark>tende\u003C/mark> contro la guerra e il genocidio perpetrato dallo Stato d'Israele contro i palestinesi e anche a Torino è iniziata oggi l'acampada a Palazzo Nuovo (Università di Torino), al Dipartimento di Fisica e al Politecnico. L'intenzione è di bloccare le lezioni ad oltranza.\r\n\r\nLa protesta studentesca in Italia fin'ora si è collocata in larga parte su un piano dialettico rispetto all'istituzione universitaria, un piano di riconoscimento. Giovedì si è tenuto a Torino un incontro sul nesso università-guerra con studenti da Venezia, Trento e Torino nato proprio dal desiderio di incrinare l'immagine di una università \"riformabile\", e della dicotomia tra una università e ricerca civile cd. \"buona\" contrapposta a una sua supposta degenerazione in ambito bellico, ciò che il concetto di \"uso duale\", anche in ambito critico, contribuisce a fomentare.\r\n\r\nDa un lato la scienza non costituisce un valore assoluto e sotto la patina della scientificità si nasconde spesso un terrorismo culturale diretto ad imporre scelte di dominio e progetti di sfruttamento. Il pensiero corre all'epoca pandemica, in cui il campo di contesa della scienza e della verità è emerso in tutta la sua forza con l'affermarsi del paradigma epistemico del \"complottismo\" utilizzato per screditare ogni opposizione all’esistente, ogni dubbio, ogni comportamento deviante come frutto di una teoria delirante che infetta gli esseri umani più ignoranti. In secondo luogo, a proposito di ricerca buona/cattiva, civile/militare, chiunque voglia opporsi all'esistente non può ignorare che i dispositivi militari dipendono in misura sempre maggiore da sperimentazioni civili. Infine, la dicotomia alla base del dual use è smentita dalle relazioni inestricabili che distinguono la classe sociale accademica-industriale-governativa, tanto che è di fatto impossibile distinguere il confine tra Università e mondo della difesa e dell'industria. Costruendo insieme progetti, occupando gli stessi laboratori, avendo accesso agli stessi archivi di dati, Leonardo, l'Università e il Politecnico possono incrementare la rispettiva capacità di azione. E' una classe sociale che condivide le medesime infrastrutture e cresce in una \"sinergia” continua, attraverso relazioni culturali-sociali-economiche.\r\n\r\nVa ricollocata come ordinaria e non eccezionale la repressione che sta colpendo i movimenti di dissenso studenteschi, una repressione che arriva a perseguire a geometrie variabili ormai chiunque. Proprio oggi 13 maggio si riunisce il Comitato per l’ordine e la sicurezza con i rettori e le rettrici, come richiesto dalla ministra per l’Università Anna Maria Bernini al ministro dell’interno Matteo Piantedosi con l'obiettivo di sedare le proteste, del cui dilagare lorsignori hanno evidente paura. Come in altre occasioni la \"tolleranza zero\" avveniva contro chi si sottraeva alla mobilitazione per la \"guerra alla malattia\" del Covid-19, oggi i nemici interni sono ovunque si palesi la minaccia di inceppare la mobilitazione totale, a cui tutti dobbiamo garantire costantemente la nostra disponibilità, pena diventare eccedenti o terroristi.\r\n\r\nA Torino le \u003Cmark>tende\u003C/mark> sono appena state piantate, ci sono state le prime assemblee e un corteo che si è mosso da Palazzo Nuovo fino al Campus Einaudi. Seguiranno aggiornamenti continui. L'invito per tutti e tutte è di passare alle acampadas, perchè la protesta si allarghi ben oltre le mura dell'Università.\r\n\r\nUn primo commento questa mattina con una compagna di Progetto Palestina:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/acampada-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":83,"snippet":84,"value":84},[75],"Occupate le università: anche a Torino \u003Cmark>tende\u003C/mark> piantate contro la guerra",[86,88,90,92,94,96,99],{"matched_tokens":87,"snippet":71},[],{"matched_tokens":89,"snippet":72},[],{"matched_tokens":91,"snippet":23},[],{"matched_tokens":93,"snippet":73},[],{"matched_tokens":95,"snippet":74},[],{"matched_tokens":97,"snippet":98},[75],"\u003Cmark>tende\u003C/mark>",{"matched_tokens":100,"snippet":76},[],[102,107,110],{"field":38,"indices":103,"matched_tokens":104,"snippets":106},[32],[105],[75],[98],{"field":108,"matched_tokens":109,"snippet":84,"value":84},"post_title",[75],{"field":111,"matched_tokens":112,"snippet":80,"value":81},"post_content",[75],578730123365712000,{"best_field_score":115,"best_field_weight":116,"fields_matched":117,"num_tokens_dropped":50,"score":118,"tokens_matched":119,"typo_prefix_score":50},"1108091339008",13,3,"578730123365711979",1,{"document":121,"highlight":137,"highlights":141,"text_match":144,"text_match_info":145},{"cat_link":122,"category":124,"comment_count":50,"id":126,"is_sticky":50,"permalink":127,"post_author":21,"post_content":128,"post_date":129,"post_excerpt":55,"post_id":126,"post_modified":130,"post_thumbnail":131,"post_thumbnail_html":132,"post_title":133,"post_type":60,"sort_by_date":134,"tag_links":135,"tags":136},[123],"http://radioblackout.org/category/notizie/",[125],"Blackout Inside","51537","http://radioblackout.org/2018/12/rom-a-roma-migliaia-di-persone-vivono-in-tende-e-baracche/","Stamattina abbiamo intervistato Carlo Stasolla dell'Associazione 21 luglio (www.21luglio.org), onlus che si occupa di vari progetti umanitari in particolare sulle comunità Rom della città di Roma.\r\n\r\nNonostante l'attivismo sociale di centinaia di cittadine e cittadini della capitale, che hanno anche presentato una delibera di iniziativa popolare per il superamento dei campi attraverso progetti di inclusione, il Comune a 5 stelle rimane sordo e continua ad avallare un'inutile e barbara politica di sgomberi.\r\n\r\nE' lo stesso fenomeno di \"salvinizzazione\" dei 5 stelle che si riscontra presso l'amministrazione torinese.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\nstasolla","24 Dicembre 2018","2018-12-24 13:34:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/radicali-accogliamoci-delibera-iniz-campi-rom-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"118\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/radicali-accogliamoci-delibera-iniz-campi-rom-300x118.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/radicali-accogliamoci-delibera-iniz-campi-rom-300x118.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/radicali-accogliamoci-delibera-iniz-campi-rom-768x303.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/radicali-accogliamoci-delibera-iniz-campi-rom-1024x404.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/radicali-accogliamoci-delibera-iniz-campi-rom.png 1594w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Rom a Roma: migliaia di persone vivono in tende e baracche",1545658463,[],[],{"post_title":138},{"matched_tokens":139,"snippet":140,"value":140},[75],"Rom a Roma: migliaia di persone vivono in \u003Cmark>tende\u003C/mark> e baracche",[142],{"field":108,"matched_tokens":143,"snippet":140,"value":140},[75],578730123365187700,{"best_field_score":146,"best_field_weight":147,"fields_matched":119,"num_tokens_dropped":50,"score":148,"tokens_matched":119,"typo_prefix_score":50},"1108091338752",15,"578730123365187705",{"document":150,"highlight":174,"highlights":179,"text_match":144,"text_match_info":182},{"cat_link":151,"category":152,"comment_count":50,"id":153,"is_sticky":50,"permalink":154,"post_author":21,"post_content":155,"post_date":156,"post_excerpt":55,"post_id":153,"post_modified":157,"post_thumbnail":158,"post_thumbnail_html":159,"post_title":160,"post_type":60,"sort_by_date":161,"tag_links":162,"tags":168},[47],[49],"93579","http://radioblackout.org/2024/11/a-che-punto-e-la-lotta-contro-leolico-in-sardegna/","La Sardegna si mobilita per proteggere il proprio territorio dall’invasione indiscriminata di pale eoliche e pannelli fotovoltaici in molti modi, da molto tempo. La scorsa estate questa lotta ha avuto un'accelerazione per l'arrivo delle prime pale eoliche al porto industriale di Oristano-Santa Giusta. Lì, dopo il tam tam per l'arrivo delle pale, alte circa 120 metri, lx manifestanti hanno allestito un presidio con le tende e i gazebo, opponendosi al passaggio degli automezzi che dovevano trasportare le gigantesche apparecchiature nel Medio Campidano. Sono sorti moltissimi comitati per la sensibilizzazione al tema della speculazione energetica e degli espropri, e anche dei presìdi permanenti, come quello nelle campagne di Selargius, in provincia di Cagliari, chiamato “la rivolta degli ulivi”, in cui sono stati piantati ulivi contro l’esproprio indiscriminato e coattivo delle terre.\r\n\r\nLa politica istituzionale, nella figura della governatrice della Regione Sardegna, Alessandra Todde, si è mossa per opporsi alla realizzazione degli 800 progetti di campi eolici che varie società, italiane e non, vogliono realizzare sull'Isola. Lo scorso aprile, è arrivata la moratoria di 18 mesi ai nuovi impianti a fonti rinnovabili, approvata con un disegno di legge dalla Giunta regionale sarda.\r\n\r\nC'è anche stata una legge di iniziativa popolare, la Pratobello 24, per la quale sono state raccolte oltre 210mila firme. La proposta di legge prende il nome dall’omonima protesta che nel 1968 vide gli abitanti di Orgosolo uniti contro la militarizzazione del loro territorio. La proposta, che mira a regolamentare l’installazione di impianti da energia rinnovabile nell’Isola, sfrutta l’articolo 3 dello Statuto sardo sull’Urbanistica e sul Paesaggio. E' stata promossa sia dai Comitati, sia dall’Unione Sarda, il principale quotidiano locale. Il caporedattore del giornale è Mauro Pili, già presidente di Regione a cavallo del 2000, poi deputato nelle fila di Forza Italia. I suoi appassionati editoriali contro «l’invasione dei signori del sole e del vento» e a favore dell’arrivo del metano, per Pili la vera opzione energetica da perseguire, hanno un enorme impatto sul dibattito pubblico.\r\n\r\nAbbiamo chiesto a un compagno sardo di fare con noi il punto della lotta contro la speculazione eolica e fotovoltaica in territorio sardo, ne è uscita un'interessante chiacchierata, che abbiamo preferito dividere in due file audio:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/speculazioneenergetica.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/speculazioneenergetica2.mp3\"][/audio]","19 Novembre 2024","2024-11-19 14:53:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/2024-11-19-14.38.22-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/2024-11-19-14.38.22-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/2024-11-19-14.38.22-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/2024-11-19-14.38.22-1024x640.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/2024-11-19-14.38.22-768x480.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/2024-11-19-14.38.22.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","«A foras le pale»",1732027264,[163,164,165,166,167],"http://radioblackout.org/tag/speculazione-energetica/","http://radioblackout.org/tag/blocchi/","http://radioblackout.org/tag/eolico/","http://radioblackout.org/tag/presidio/","http://radioblackout.org/tag/sardegna/",[169,170,171,172,173],"#speculazione energetica","blocchi","eolico","presidio","sardegna",{"post_content":175},{"matched_tokens":176,"snippet":177,"value":178},[75],"allestito un presidio con le \u003Cmark>tende\u003C/mark> e i gazebo, opponendosi al","La Sardegna si mobilita per proteggere il proprio territorio dall’invasione indiscriminata di pale eoliche e pannelli fotovoltaici in molti modi, da molto tempo. 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Ad oggi sono 104 i femminicidi, trans*cidi e lesbicidi registrati nel 2024 dall’Osservatorio (https://osservatorionazionale.nonunadimeno.net/).\r\n\r\n\r\nÈ passato un anno dalla marea che lo scorso anno ha paralizzato Roma e Messina con la potenza di centinaia di migliaia di corpi: non ci siamo mai fermate, la nostra rabbia resta enorme!\r\n\r\n\r\nScendiamo in piazza mentre giunge a conclusione il processo a Filippo Turetta, intanto una ragazza di 13 anni viene uccisa dal “fidanzatino” di 15 anni. Sappiamo bene che non sono le sentenze esemplari che cambieranno le cose. Guardiamo con sospetto ai riti collettivi che assolvono la società dalla responsabilità di queste morti.\r\n\r\n\r\nScendiamo in piazza il 23N non per ritualità ma perché è sempre più urgente in questo paese rifiutare l’oppressione, la vergogna, la guerra che ci viene imposta. Scendiamo in piazza per manifestare la nostra rivolta alla violenza patriarcale e alla deriva identitaria e autoritaria che la sostiene e giustifica.\r\n\r\n\r\nE infatti, se la violenza è strutturale, la reazione del governo Meloni è chiara: la retorica della prima donna premier è facilmente contraddetta dagli atti.\r\nL’attacco è ai percorsi di fuoriuscita dalla violenza e ai centri antiviolenza femministi, neutralizzati dal mercato dei bandi pubblici e trasformati in servizi socio-assistenziali che non puntano sull’autodeterminazione e sull’autonomia economica di chi si sottrae dal ricatto dell’abuso.\r\nL’attacco subdolo all’aborto sancisce l’alleanza con le organizzazioni antiabortiste e passa per lo smantellamento dei consultori, dei reparti IVG e per il disinvestimento sulla RU486. La GPA come reato universale si rivela misura identitaria e transomofobica che nulla ha a che fare con il contrasto allo sfruttamento.\r\nLa “crociata antigender” - che altro non è che il tentativo maschilista e misogino di segregazione di genere - diventa politica istituzionale con l’attacco ai percorsi di affermazione di genere, in netta contraddizione con la necessità di prevenzione attraverso l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole.\r\nLe propagandate politiche a sostegno della famiglia e del lavoro femminile si rivelano per quello che sono: misure spicciole e frammentate che tagliano fuori famiglie non conformi, lavorator3 precari3 e disoccupat3 e che moltiplicano il lavoro povero e di cura, tuttora appannaggio delle donne e dell3 migranti con salari da fame.\r\n\r\n\r\nLe persone disabili continuano ad essere invisibilizzate, infantilizzate e disumanizzate, gli aiuti previsti sono insufficienti e non considerano la diversità delle esigenze.\r\n\r\n\r\nLa violenza razzista di stato è perpetuata attraverso i CPR, il mancato soccorso all3 migrant3 che attraversano il Mediterraneo e la negazione della cittadinanza a chi nasce e cresce In Italia. Il progetto del centro in Albania non è altro che la prosecuzione di queste politiche, della violenza che noi ripudiamo e contro cui lottiamo.\r\n\r\n\r\nIn questo quadro Il D.D.L. Sicurezza è solo la punta dell’iceberg della deriva autoritaria e machista che attacca diritti e libertà, incrementa la circolazione delle armi, prevede il carcere anche per le donne in gravidanza o con figli piccoli. Moltiplica i provvedimenti disciplinari e attacca il diritto al dissenso, come è già stato anticipato dai blocchi ai caselli e alle stazioni ai fogli di via emessi in occasione della manifestazione per la Palestina del 5 ottobre. Accentra i poteri e militarizza i territori, lo spazio pubblico e personale: dall’autonomia differenziata che ha l’intento di definire e alimentare ulteriormente il divario già esistente tra Nord e Sud, all’inganno del progresso dietro le grandi opere (di guerra) come il Muos, la base di Coltano, la Tav e il Ponte sullo stretto.\r\nCriminalizzare il dissenso, le condotte, i “margini” è violenza patriarcale.\r\n\r\n\r\nLa guerra, che viviamo in diretta, diventa paradigma delle relazioni sociali: normalizza la violenza, disumanizza i corpi, cancella i percorsi di liberazione in nome della logica del nemico che tutto schiaccia. Diventa economia di guerra, taglia i servizi fondamentali come la scuola e la sanità per finanziare il grande business del riarmo, cancella i diritti in nome della difesa della Nazione.\r\n\r\n\r\nCi ribelliamo alla guerra come espressione più brutale della violenza patriarcale. Non vogliamo più assistere alla catastrofe quotidiana del genocidio in Palestina e della Guerra che si estende a macchia d’olio.\r\n\r\n\r\nCi connettiamo con le donne e le persone lgbtiaq+ che continuano a resistere al genocidio in Palestina messo in atto dalle politiche coloniali e sioniste dello Stato di Israele, che con la complicità dell’occidente, continua a devastare terre e vite.\r\nCon la stessa forza e determinazione, siamo solidali con le compagne come Ahou Daryaie che lottano in Iran per la loro libertà con incredibile coraggio; con le combattenti che in Rojava, in Siria e Iraq costruiscono alternativa rivoluzionaria e femminista; con le sorelle che subiscono la guerra, il colonialismo e la violenza patriarcale sui loro corpi in Ucraina, Libano, Yemen, Sudan e ovunque nel mondo.\r\n\r\n\r\nScendiamo in piazza al grido “Disarmiamo il patriarcato” perché abbiamo altre priorità che la logica geopolitica cancella: lottiamo contro la violenza e la cultura dello strupro che ci opprimono, contro i confini interni e esterni, contro la militarizzazione dei territori e la devastazione ambientale ormai dispiegate e presenti nel nostro quotidiano.\r\n\r\n\r\nDisarmiamo il patriarcato, per fermare la guerra, nelle case, sui corpi, sui territori e sulle nostre vite.\r\n\r\n\r\nCi vogliamo viv3, liber3, arrabbiat3 perchè insieme siamo più forti.\r\n\r\n\r\nCi volete vittime, saremo marea!\r\n\r\n\r\n NON UNA DI MENO","14 Novembre 2024","2024-11-14 14:47:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/466735954_968419535313706_6388243845053600525_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/466735954_968419535313706_6388243845053600525_n-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/466735954_968419535313706_6388243845053600525_n-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/466735954_968419535313706_6388243845053600525_n-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/466735954_968419535313706_6388243845053600525_n-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/466735954_968419535313706_6388243845053600525_n.jpg 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Verso il 25 novembre contro i femminicidi e la violenza di genere",1731595657,[199,200,201,202],"http://radioblackout.org/tag/25-novembre/","http://radioblackout.org/tag/femminicidi/","http://radioblackout.org/tag/non-una-di-meno/","http://radioblackout.org/tag/violenza-di-genere/",[204,205,206,207],"25 novembre","femminicidi","non una di meno","violenza di genere",{"post_content":209},{"matched_tokens":210,"snippet":211,"value":212},[75],"contrapporsi a una narrazione che \u003Cmark>tende\u003C/mark> alla gerarchizzazione delle morti, smascherare","L’osservatorio nazionale femminicidi, lesbicidi e trans*cidi di Non Una Di Meno porta avanti dal 2019 un progetto che vuole combattere la violenza di genere puntando a diversi obiettivi: contrapporsi a una narrazione che \u003Cmark>tende\u003C/mark> alla gerarchizzazione delle morti, smascherare l’uso del controllo politico sociale rispetto alla politica di genere, inserire dati che non vengono considerati a livello istituzionale, basti pensare all'uccisione di persone trans o di sex workers che non vengono considerati come femminicidi.\r\n\r\nPer la giornata mondiale contro la violenza di genere del 25 novembre Non Una Di Meno sta organizzando una mobilitazione nazionale che vedrà due appuntamenti: un corteo a Roma e uno a Palermo, inoltre è importante sottolineare la trasversalità delle lotte che a partire dal tema della violenza di genere deve allargare lo sguardo all'intersezionalità data da tutte le variabili del sistema di dominio.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/nudm-25-novembre-2024_11_14_2024.11.14-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nA Torino venerdì 15 novembre ci sarà una serata di autofinanziamento a Manituana per permettere a tutt di partecipare alla manifestazione nazionale e per prenotarsi un posto in pullman.\r\n\r\n\r\n\r\nPer sostenere il viaggio del 23 novembre a Roma Dona qui: https://ko-fi.com/nonunadimenotorino/goal?g=0\r\n\r\nDi seguito il comunicato verso la manifestazione nazionale del 25 novembre\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nDISARMIAMO IL PATRIARCATO\r\n\r\n\r\nSabato 23 novembre, la marea sale!\r\n\r\n\r\nManifestazione nazionale a Roma e a Palermo contro la violenza patriarcale.\r\nNon Una di Meno!\r\n\r\n\r\nÈ passato un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin e altri nomi si sono aggiunti, e rimasti anonimi, di ragazze, adulte, anziane, persone trans uccise. Ad oggi sono 104 i femminicidi, trans*cidi e lesbicidi registrati nel 2024 dall’Osservatorio (https://osservatorionazionale.nonunadimeno.net/).\r\n\r\n\r\nÈ passato un anno dalla marea che lo scorso anno ha paralizzato Roma e Messina con la potenza di centinaia di migliaia di corpi: non ci siamo mai fermate, la nostra rabbia resta enorme!\r\n\r\n\r\nScendiamo in piazza mentre giunge a conclusione il processo a Filippo Turetta, intanto una ragazza di 13 anni viene uccisa dal “fidanzatino” di 15 anni. Sappiamo bene che non sono le sentenze esemplari che cambieranno le cose. Guardiamo con sospetto ai riti collettivi che assolvono la società dalla responsabilità di queste morti.\r\n\r\n\r\nScendiamo in piazza il 23N non per ritualità ma perché è sempre più urgente in questo paese rifiutare l’oppressione, la vergogna, la guerra che ci viene imposta. Scendiamo in piazza per manifestare la nostra rivolta alla violenza patriarcale e alla deriva identitaria e autoritaria che la sostiene e giustifica.\r\n\r\n\r\nE infatti, se la violenza è strutturale, la reazione del governo Meloni è chiara: la retorica della prima donna premier è facilmente contraddetta dagli atti.\r\nL’attacco è ai percorsi di fuoriuscita dalla violenza e ai centri antiviolenza femministi, neutralizzati dal mercato dei bandi pubblici e trasformati in servizi socio-assistenziali che non puntano sull’autodeterminazione e sull’autonomia economica di chi si sottrae dal ricatto dell’abuso.\r\nL’attacco subdolo all’aborto sancisce l’alleanza con le organizzazioni antiabortiste e passa per lo smantellamento dei consultori, dei reparti IVG e per il disinvestimento sulla RU486. La GPA come reato universale si rivela misura identitaria e transomofobica che nulla ha a che fare con il contrasto allo sfruttamento.\r\nLa “crociata antigender” - che altro non è che il tentativo maschilista e misogino di segregazione di genere - diventa politica istituzionale con l’attacco ai percorsi di affermazione di genere, in netta contraddizione con la necessità di prevenzione attraverso l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole.\r\nLe propagandate politiche a sostegno della famiglia e del lavoro femminile si rivelano per quello che sono: misure spicciole e frammentate che tagliano fuori famiglie non conformi, lavorator3 precari3 e disoccupat3 e che moltiplicano il lavoro povero e di cura, tuttora appannaggio delle donne e dell3 migranti con salari da fame.\r\n\r\n\r\nLe persone disabili continuano ad essere invisibilizzate, infantilizzate e disumanizzate, gli aiuti previsti sono insufficienti e non considerano la diversità delle esigenze.\r\n\r\n\r\nLa violenza razzista di stato è perpetuata attraverso i CPR, il mancato soccorso all3 migrant3 che attraversano il Mediterraneo e la negazione della cittadinanza a chi nasce e cresce In Italia. Il progetto del centro in Albania non è altro che la prosecuzione di queste politiche, della violenza che noi ripudiamo e contro cui lottiamo.\r\n\r\n\r\nIn questo quadro Il D.D.L. Sicurezza è solo la punta dell’iceberg della deriva autoritaria e machista che attacca diritti e libertà, incrementa la circolazione delle armi, prevede il carcere anche per le donne in gravidanza o con figli piccoli. Moltiplica i provvedimenti disciplinari e attacca il diritto al dissenso, come è già stato anticipato dai blocchi ai caselli e alle stazioni ai fogli di via emessi in occasione della manifestazione per la Palestina del 5 ottobre. Accentra i poteri e militarizza i territori, lo spazio pubblico e personale: dall’autonomia differenziata che ha l’intento di definire e alimentare ulteriormente il divario già esistente tra Nord e Sud, all’inganno del progresso dietro le grandi opere (di guerra) come il Muos, la base di Coltano, la Tav e il Ponte sullo stretto.\r\nCriminalizzare il dissenso, le condotte, i “margini” è violenza patriarcale.\r\n\r\n\r\nLa guerra, che viviamo in diretta, diventa paradigma delle relazioni sociali: normalizza la violenza, disumanizza i corpi, cancella i percorsi di liberazione in nome della logica del nemico che tutto schiaccia. Diventa economia di guerra, taglia i servizi fondamentali come la scuola e la sanità per finanziare il grande business del riarmo, cancella i diritti in nome della difesa della Nazione.\r\n\r\n\r\nCi ribelliamo alla guerra come espressione più brutale della violenza patriarcale. Non vogliamo più assistere alla catastrofe quotidiana del genocidio in Palestina e della Guerra che si estende a macchia d’olio.\r\n\r\n\r\nCi connettiamo con le donne e le persone lgbtiaq+ che continuano a resistere al genocidio in Palestina messo in atto dalle politiche coloniali e sioniste dello Stato di Israele, che con la complicità dell’occidente, continua a devastare terre e vite.\r\nCon la stessa forza e determinazione, siamo solidali con le compagne come Ahou Daryaie che lottano in Iran per la loro libertà con incredibile coraggio; con le combattenti che in Rojava, in Siria e Iraq costruiscono alternativa rivoluzionaria e femminista; con le sorelle che subiscono la guerra, il colonialismo e la violenza patriarcale sui loro corpi in Ucraina, Libano, Yemen, Sudan e ovunque nel mondo.\r\n\r\n\r\nScendiamo in piazza al grido “Disarmiamo il patriarcato” perché abbiamo altre priorità che la logica geopolitica cancella: lottiamo contro la violenza e la cultura dello strupro che ci opprimono, contro i confini interni e esterni, contro la militarizzazione dei territori e la devastazione ambientale ormai dispiegate e presenti nel nostro quotidiano.\r\n\r\n\r\nDisarmiamo il patriarcato, per fermare la guerra, nelle case, sui corpi, sui territori e sulle nostre vite.\r\n\r\n\r\nCi vogliamo viv3, liber3, arrabbiat3 perchè insieme siamo più forti.\r\n\r\n\r\nCi volete vittime, saremo marea!\r\n\r\n\r\n NON UNA DI MENO",[214],{"field":111,"matched_tokens":215,"snippet":211,"value":212},[75],{"best_field_score":146,"best_field_weight":183,"fields_matched":119,"num_tokens_dropped":50,"score":184,"tokens_matched":119,"typo_prefix_score":50},{"document":218,"highlight":241,"highlights":246,"text_match":144,"text_match_info":249},{"cat_link":219,"category":220,"comment_count":50,"id":221,"is_sticky":50,"permalink":222,"post_author":21,"post_content":223,"post_date":224,"post_excerpt":55,"post_id":221,"post_modified":225,"post_thumbnail":226,"post_thumbnail_html":227,"post_title":228,"post_type":60,"sort_by_date":229,"tag_links":230,"tags":236},[47],[49],"89850","http://radioblackout.org/2024/05/prigionieri-per-reati-dopinione/","Esprimere una opinione dissonante in Europa, ormai, è terrorismo o istigazione a delinquere. Quando si dice ciò che allo Stato non piace, si rischia il carcere o la deportazione.\r\n\r\nIn Francia, punta di diamante della rinnovata offensiva liberticida statale, dilagante contro chi protesta in solidarietà a Gaza è l’utilizzo del reato di “apologia del terrorismo”, che trae le sue origini nel reato di stampa che permise di reprimere il movimento anarchico alla fine del XIX secolo. Venendo all'oggi, in Italia i redattori di alcune pubblicazioni anarchiche - “Croce Nera Anarchica”, “Vetriolo” e “Bezmotivny” - sono sottoposti a procedimenti giudiziari in quanto accusati di responsabilità nella realizzazione di alcune azioni contro strutture e figure dello Stato e del capitale, perché queste azioni si sarebbero sviluppate sulla base dei “principi orientativi” esposti in alcuni articoli, quindi traendo slancio dalla “capacità istigatoria” delle pubblicazioni stesse.\r\n\r\nIn particolare dopo il 7 ottobre il reato di opinione si è esteso in Europa ben al di là della stampa anarchica, nei confronti di chiunque minacci di inceppare la mobilitazione bellica generale, anche a basse soglie di conflittualità reale.\r\nEmblematico in Italia il caso di Seif, finito nel Cpr di Ponte Galeria. Rifugiato politico dal 2013, per oltre nove anni ha lavorato in un liceo privato di Roma, l’esclusivo Chateaubriand, come educatore. Scosso dal genocidio perpetrato dallo Stato di Israele, ha commentato con rabbia le immagini delle devastazioni a Gaza su una chat privata. La notizia è arrivata agli organi amministrativi del liceo francese, tramite loro all'ambasciata francese e dunque allo Stato italiano che vuole espellerlo dall'Italia revocandogli lo status di rifugiato sulla base dell'art. 604-bis del c.p., che regola il delitto di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Oggi non è stata convalidata l'ordinanza di trattenimento a suo carico, ma l'inferno per Seif non è finito e questa vicenda è un precedente che presenta aspetti paradigmatici delle tendenze repressive in atto contro i nemici interni, tanto rispetto al reato comminato e al tentativo di revoca dello status di rifugiato, quanto per lo strumento della detenzione amministrativa utilizzato in maniera sempre più espansiva.\r\nNe parliamo con una compagna della Cassa di solidarietà la Lima:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/lalima.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRispetto alla convenienza degli strumenti amministrativi per reprimere, non è difficile cogliere analogie - a cambiare sono i documenti che si hanno in tasca - con ciò che si è verificato ad Atene, dove martedì scorso oltre 200 poliziotti hanno attaccato e sgomberato la facoltà di giurisprudenza dove gli universitari avevano piazzato le tende in solidarietà con Gaza. Dopo aver picchiato diversi studenti i poliziotti di Mitsotakis hanno portato 28 giovani nella questura centrale, dove è stata rispolverata una legge dei colonnelli che punisce chiunque si rifiuti di dare le impronte digitali. Gli studenti con i documenti greci sono stati rilasciati mentre nove cittadini europei, tra cui due con documenti italiani, sono stati rinchiusi nel centro di detenzione amministrativa di Amygdaleza per essere deportati.\r\n\r\nNe parliamo con una prigioniera:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/grecia.mp3\"][/audio]","20 Maggio 2024","2024-05-21 11:00:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/appello-al-sostegno-economico-per-gli-anarchici-colpiti-dalloperazione-scripta-manent-11-21-2020-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/appello-al-sostegno-economico-per-gli-anarchici-colpiti-dalloperazione-scripta-manent-11-21-2020-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/appello-al-sostegno-economico-per-gli-anarchici-colpiti-dalloperazione-scripta-manent-11-21-2020-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/appello-al-sostegno-economico-per-gli-anarchici-colpiti-dalloperazione-scripta-manent-11-21-2020-1024x682.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/appello-al-sostegno-economico-per-gli-anarchici-colpiti-dalloperazione-scripta-manent-11-21-2020-768x512.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/appello-al-sostegno-economico-per-gli-anarchici-colpiti-dalloperazione-scripta-manent-11-21-2020.jpeg 1177w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Prigionieri per reati d'opinione in Europa: il caso di Seif",1716220703,[231,232,65,233,234,235],"http://radioblackout.org/tag/detenzione-amministrativa/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/reati-dopinione/","http://radioblackout.org/tag/roma/","http://radioblackout.org/tag/seif/",[237,26,23,238,239,240],"detenzione amministrativa","reati d'opinione","Roma","seif",{"post_content":242},{"matched_tokens":243,"snippet":244,"value":245},[75],"che presenta aspetti paradigmatici delle \u003Cmark>tende\u003C/mark>nze repressive in atto contro i","Esprimere una opinione dissonante in Europa, ormai, è terrorismo o istigazione a delinquere. 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In entrambe le città le occupazioni sono nate stimolate dall’ondata di solidarietà internazionale.\r\n\r\nA Bologna sono state piantate le tende in piazza Scaravilli ormai diversi giorni ma la forte partecipazione da parte delle persone e di alcuni docenti, non accenna a diminuire. Ci viene raccontato da parte di un attivista dei Giovani Palestinesi di Bologna il fitto programma che ha offerto la possibilità di costruire momenti di socialità e formazione alternativi al regolare svolgimento delle attività accademiche.\r\n\r\nIn Olanda l'occupazione all'università di Amsterdam è stata violentemente caricata con fermi e arresti da parte delle forze dell’ordine. 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In entrambe le città le occupazioni sono nate stimolate dall’ondata di solidarietà internazionale.\r\n\r\nA Bologna sono state piantate le \u003Cmark>tende\u003C/mark> in piazza Scaravilli ormai diversi giorni ma la forte partecipazione da parte delle persone e di alcuni docenti, non accenna a diminuire. Ci viene raccontato da parte di un attivista dei Giovani Palestinesi di Bologna il fitto programma che ha offerto la possibilità di costruire momenti di socialità e formazione alternativi al regolare svolgimento delle attività accademiche.\r\n\r\nIn Olanda l'occupazione all'università di Amsterdam è stata violentemente caricata con fermi e arresti da parte delle forze dell’ordine. 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Ne esce fuori una carrellata disordinata di brani estratti da alcuni film lynchiani con l'obiettivo di rimanere, ancora una volta, nella terra di mezzo tra il sonno e la veglia.\r\n\r\ntracklist\r\n\r\nangelo badalamenti - twin peaks theme\r\njulee cruise - floating\r\nroy orbison - blu velvet\r\ndavid bowie - I'm deranged\r\nrebekah del rio - llorando\r\nnine inch nails - the perfect drug\r\nlou reed - the magic moment\r\nnina simone - sinnerman\r\njacopo vespoli - il bianco, il rosso\r\nsonny boy williamson - bring it on home\r\nglen gray & the casa loma orchestra - smoke ring\r\netta james - at least\r\nbill dogget - honky tonk parte I\r\njohn morris - the elephant man theme\r\njulee cruise - falling\r\nisabella rossellini - blu velvet","20 Gennaio 2025","2025-03-10 10:57:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/465472359_8650003918393246_8029603832368163812_n-200x110.jpg","Matinée XXL #63 - 20.01.2025","podcast",1737374521,[351],"http://radioblackout.org/tag/lynch/",[353],"lynch",{"post_content":355},{"matched_tokens":356,"snippet":357,"value":358},[75],"in un sonno profondo tra \u003Cmark>tende\u003C/mark> rosse, gufi e giganti, dj","[audio ogg=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/MatinéeXXL-20-01-2025.ogg\"][/audio]\r\n\r\nIn assenza di Ing Sollazzi, sprofondato in un sonno profondo tra \u003Cmark>tende\u003C/mark> rosse, gufi e giganti, dj Post Pony propone una mattinata-omaggio a David Lynch. 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Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-09-29-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nArmi e energia. La liason tra Italia e Azderbaijan \r\nIn questi giorni si è molto parlato dell’attacco azero al Nagorno Karabak ed alla rapida capitolazione della piccola repubblica post-sovietica. Oltre metà degli abitanti dell’enclave sono fuggiti nella vicina Armenia. Probabile una totale pulizia etnica del territorio.\r\nSi è invece parlato molto meno del silenzio del governo italiano di fronte all’azione militare azera. Le ragioni? Semplici ma non di pubblico dominio: armi e risorse energetiche.\r\nProviamo a capirne di più, prendendo le mosse da un articolo di Antonio Mazzeo\r\n\r\nI fatti di Caivano, tra sceriffi e addomesticatori: il gran ballo securitario di destra e sinistra\r\n“I recenti fatti di Caivano hanno riportato alla ribalta una tradizionale differenza fra destra e sinistra.\r\nLa destra propone di bonificare i territori degradati grazie all’invio di robusti contingenti di soldati e poliziotti, la sinistra vorrebbe invece un esercito di insegnanti ed assistenti sociali.\r\nÈ interessante il fatto che, nella visione della sinistra, in particolare gli insegnanti avrebbero il ruolo di pacificatori ed addomesticatori della canaglia, ruolo abbastanza scontato nell’immaginario collettivo per quel che riguarda gli assistenti sociali.\r\nApparterrebbero, insomma, a quelle che Alain Bihr definisce \"classi dell'inquadramento\".\r\nLa destra, lo si deve riconoscere, tende a proporre da secoli e con qualche variante secondaria la stessa ricetta. D’altro canto la linearità non è necessariamente un pregio.\r\nQuesta deriva della sinistra, invece, pone in evidenza la comune rovina o quantomeno il ridursi della rilevanza dei riformisti e dei rivoluzionari nel movimento operaio.\r\nI rivoluzionari, infatti, avrebbero sostenuto se non tutte le pratiche quantomeno le buone ragioni della santa canaglia e avrebbero visto nel suo manifestarsi un segno della crisi dell’ordine dominante, i riformisti avrebbero colto l’occasione per proporre un robusto programma, appunto, di riforme sociali tali da rendere più civile la lotta fra le classi senza però negarne il ruolo centrale.\r\nNe abbiamo parlato con Cosimo Scarinzi, autore di questa veloce nota\r\n\r\n(Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo\r\n“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”\r\nQuesto è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo. Gargiulo, che insegna sociologia all’Alma Mater di Bologna, dimostra perché meccanismi banali come l’iscrizione anagrafica abbiano un portato di violenza istituzionale profonda.\r\nLa vita delle persone cambia se non si ha la possibilità di avere un medico di base, di iscrivere i figli a scuola, di affittare una casa.\r\nNe parleremo il prossimo mercoledì alla FAT.\r\nEnrico Gargiulo ha anticipato alcuni dei temi di cui discuteremo mercoledì\r\n\r\nIntelligenza artificiale\r\nPer le strade e sui luoghi di lavoro si moltiplicano i dispositivi di controllo basati sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale.\r\nÉ importante capire come funzionano e in che modo difendersene, altrettanto importante è comprendere che si tratta solo di nuovi strumenti al servizio di chi sfrutta e di chi comanda, non un moloch impossibile da sconfiggere.\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo Coniglione\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 4 ottobre\r\nore 21\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Enrico Gargiulo, autore di (Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo\r\n\r\n“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”\r\nQuesto è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo, appena uscito per i tipi di Eris. Questo libro illustra in maniera efficace cosa comporti il non avere la residenza e, soprattutto, quali siano i percorsi che portano a non averla. Non solo. Si va alla radice: come e perché esiste l’anagrafe? L’anagrafe nasce con l’unità d’Italia: lo Stato la introduce per controllare il territorio, sia in senso statistico-amministrativo sia per scopi squisitamente securitari.\r\nVi è un legame rigido tra residenza anagrafica ed esercizio dei diritti: chi non è registrato semplicemente non esiste e, quindi, non può accedere ai servizi basilari garantiti ai residenti.\r\nDa fine Ottocento ad oggi i comuni non hanno cancellato dagli elenchi dei residenti persone emigrate altrove, perché conviene mantenere stabile il numero degli aventi diritto al voto. Hanno invece evitato di iscrivere i nuovi arrivati se poveri, immigrati, rom. \r\nGargiulo, che insegna sociologia all’Alma Mater di Bologna, prova a raccontarci come meccanismi banali come l’iscrizione anagrafica abbiano un portato di violenza istituzionale profonda.\r\nLa vita delle persone cambia se non si ha la possibilità di avere un medico di base, di iscrivere i figli a scuola, di affittare una casa.\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","4 Ottobre 2023","2023-10-05 01:18:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-09-21-manif-gargiulo-col-200x110.jpg","Anarres del 29 settembre. Armi ed energia: la liason tra Italia e Azerbaijan. 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L'automazione tende a invisibilizzare tutto il marcio del sistema produttivo, dal classismo all'inquinamento fino allo sfruttamento lavorativo. Invece il passaggio ad un economia digitale, con tutti i suoi orpelli tecnologici di raccolta dati, mappatura, sensori, satelliti sono altamente inquinanti, senza andare a sostituire niente, solo aggiungendo prodotti automatizzati ai prodotti classici. Anche il mantra che la tecnologia ci avrebbe liberato dal lavoro è una menzogna, semplicemente si il lavoro si è trasformato, cancellando la classe media a fare di un lavoro sempre più precario e invadente, legato ancor di più ai ritmi della macchina, ritmi che vanno a colpi di click.\r\n\r\nL'effetto hype che usano per lanciare i nuovi prodotti si rivelano sempre erronei, servono solo a creare immaginari e nuovi bisogni per i consumatori, mentre nel complesso i miglioramenti legati alle nuove tecnologie rimangono quasi nulli, sia a livello individuale che sociale. Anche la stessa ragione sociale dei vari ingegneri e programmatori è occulta, il loro lavoro è teso ad aprire il mercato, senza apportare alcun vantaggio collettivo. Occorre un nuovo protagonismo conflittuale per per riscrivere il concetto di sviluppo e trovare processi di liberazione che siano tali e non prodotti di mercato.\r\n\r\nNe parliamo con Roberto Ciccarelli filosofo e autore di diversi saggi che ha curato anche la prefazione del libro \"Cambiate lavoro, per favore\" di Celia Izoard da cui abbiamo preso alcuni spunti per la trasmissione\r\n\r\nAscolta la puntata o scarica l'audio\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/automazione.mp3\"][/audio]","10 Maggio 2023","2023-05-11 11:57:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/malamente-189x110.png","contro il mito dell'automazione",1683747897,[398],"http://radioblackout.org/tag/automazione/",[400],"automazione",{"post_content":402},{"matched_tokens":403,"snippet":404,"value":405},[75],"macchine nel mondo lavoro. L'automazione \u003Cmark>tende\u003C/mark> a invisibilizzare tutto il marcio","L'automazione è la narrazione che usa il capitalismo per poter vendere i suoi prodotti, la loro \"rivoluzione\" è perfettamente in continuità con lo sfruttamento legato all'uso delle macchine nel mondo lavoro. L'automazione \u003Cmark>tende\u003C/mark> a invisibilizzare tutto il marcio del sistema produttivo, dal classismo all'inquinamento fino allo sfruttamento lavorativo. Invece il passaggio ad un economia digitale, con tutti i suoi orpelli tecnologici di raccolta dati, mappatura, sensori, satelliti sono altamente inquinanti, senza andare a sostituire niente, solo aggiungendo prodotti automatizzati ai prodotti classici. Anche il mantra che la tecnologia ci avrebbe liberato dal lavoro è una menzogna, semplicemente si il lavoro si è trasformato, cancellando la classe media a fare di un lavoro sempre più precario e invadente, legato ancor di più ai ritmi della macchina, ritmi che vanno a colpi di click.\r\n\r\nL'effetto hype che usano per lanciare i nuovi prodotti si rivelano sempre erronei, servono solo a creare immaginari e nuovi bisogni per i consumatori, mentre nel complesso i miglioramenti legati alle nuove tecnologie rimangono quasi nulli, sia a livello individuale che sociale. Anche la stessa ragione sociale dei vari ingegneri e programmatori è occulta, il loro lavoro è teso ad aprire il mercato, senza apportare alcun vantaggio collettivo. Occorre un nuovo protagonismo conflittuale per per riscrivere il concetto di sviluppo e trovare processi di liberazione che siano tali e non prodotti di mercato.\r\n\r\nNe parliamo con Roberto Ciccarelli filosofo e autore di diversi saggi che ha curato anche la prefazione del libro \"Cambiate lavoro, per favore\" di Celia Izoard da cui abbiamo preso alcuni spunti per la trasmissione\r\n\r\nAscolta la puntata o scarica l'audio\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/automazione.mp3\"][/audio]",[407],{"field":111,"matched_tokens":408,"snippet":404,"value":405},[75],{"best_field_score":146,"best_field_weight":183,"fields_matched":119,"num_tokens_dropped":50,"score":184,"tokens_matched":119,"typo_prefix_score":50},{"document":411,"highlight":424,"highlights":429,"text_match":144,"text_match_info":432},{"comment_count":50,"id":412,"is_sticky":50,"permalink":413,"podcastfilter":414,"post_author":415,"post_content":416,"post_date":417,"post_excerpt":55,"post_id":412,"post_modified":418,"post_thumbnail":419,"post_title":420,"post_type":348,"sort_by_date":421,"tag_links":422,"tags":423},"81421","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-11-04-2023/",[295],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Pasquale Fiom CGIL sulle novità industriali del gruppo Stellantis dato che lavora come operaio alla Stellantis a Mirafiori.\r\n\r\nDa Arile 2023 sono attesi operai Slovacchi chiamati a lavorare per alcuni mesi sulla linea della 500 elettrica: ad essere contrari la coralità dei sindacati confederali, la Regione Piemonte ed il comune di Torino che con la commissione lavoro ha espresso preoccupazione. Abbiamo chiesto a Pasquale anche di fare un resoconto della situazione Stellantis dal punto di vista della classe de* lavorator*.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/F_m_11_04_Pasquale-Mirafiori-su-arrivo-operai-slovacchi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Leo, lavoratore del terzo settore aderente alla rete Lavoro Sociale e Dario Fontana, ricercatore in sociologia del Lavoro presso il servizio di Epidemiologia Piemonte ASL TO3 sull’ incontro formativo che si terrà il 15/04/2023 dalle ore 10 in via Trivero 16 a Torino:\r\n\r\nTerzo settore: Organizzazione del lavoro e salute.\r\n\r\nBurn out – stress – disturbi muscolo/scheletrici – violenze …\r\n\r\nAnalisi (e possibili soluzioni) delle ripercussioni psico-fisiche su operatrici e operatori.\r\n\r\n[…] “Senso di fallimento, scarsa autostima, poca soddisfazione del lavoro, carichi elevati di lavoro, mal di testa, dolori articolari, lividi e magari qualche segno di aggressione… questi sono solo alcuni degli effetti del lavoro che ci trasciniamo quotidianamente. Le professioni del terzo settore – come ad esempio educatori e OSS – vivono giornalmente una condizione di lavoro malsana, frutto di lavoro malsano, frutto di un’organizzazione che tende ad intensificare il lavoro” […]\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/F_m_11_04_Leo-Rete-Lavoro-Sociale-e-Dario-Fontana-su-giornata-formazione-rete-lavoro-sociale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento della puntata lo abbiamo trattato con Daniele Mallamaci del SiCobas Torino, ovvero lo sciopero nazionale del 7 Aprile su tutta la filiera di Fedit, colosso che racchiude BRT GLS e SDA. Un'importante mobilitazione, materializzatasi con scioperi in stabilimenti di tutta Italia e blocchi di tir merci, per ribadire che non si possono gettare alle ortiche 10 anni circa di lotte e di conquiste da parte del sindacalismo di base nel settore logistica, solo perchè questa specie di consorzio ha deciso di voler trattare esclusivamente con i sindacati firmatari del CCNL. Per capire al meglio il quadro abbiamo approfittato della presenza di Daniele per fare il punto della situazione e per ripercorrere le tappe che hanno portato a questa presa di posizione, che di fatto delegittima le libere scelete di rappresentanza sindacale dei lavoratori e lavoratrici.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/F_m_11_04_Daniele-Mallamaci-Sicbas-Torino-su-sciopero-Fedit.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","12 Aprile 2023","2023-04-12 12:56:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/338183242_190592823717355_2460320694827550617_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 11/04/2023",1681304187,[],[],{"post_content":425},{"matched_tokens":426,"snippet":427,"value":428},[75],"malsano, frutto di un’organizzazione che \u003Cmark>tende\u003C/mark> ad intensificare il lavoro” […]\r\n\r\nBuon"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Pasquale Fiom CGIL sulle novità industriali del gruppo Stellantis dato che lavora come operaio alla Stellantis a Mirafiori.\r\n\r\nDa Arile 2023 sono attesi operai Slovacchi chiamati a lavorare per alcuni mesi sulla linea della 500 elettrica: ad essere contrari la coralità dei sindacati confederali, la Regione Piemonte ed il comune di Torino che con la commissione lavoro ha espresso preoccupazione. 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Abbiamo anche la ratifica ufficiale del suo avvio, ovvero la firma da parte di Biden del Chip and Science Act, il 9 agosto 2022, che non è altro che un corpus di provvedimenti volti a finanziare e rifinanziare massicciamente se non l'autosufficienza americana in materia di microchip, che è una vera e propria chimera, almeno l'esclusione della Cina dai livelli più alti della catena di approvvigionamento dei microprocessori. Il pacchetto vale una cinquantina di miliardi di dollari e si compone di incentivi, sgravi, creazione di posti di lavoro, partenariato con gli storici nemici della Cina, in particolare Taiwan, Corea del Sud e Giappone. Quali possano essere le conseguenze della guerra inaugurata dagli Stati Uniti per sbarrare la strada alla Cina nella grande corsa tecnologica e industriale per accedere alla produzione dei chip di altissima gamma, non ci è dato di sapere. La strada del re-shoring verso i Paesi amici, il cosiddetto friend-shoring, è irta di pericoli; il rischio è quello di rallentare la globalizzazione fino a incepparla, forse a romperla. Ma la globalizzazione è anche il processo di cui gli Stati Uniti sono il cardine maestro e che è stata la levatrice della grande classe media globale, quasi tutta asiatica. In fondo che si prenda o meno sul serio la narrazione Usa che tende a schiacciare tutto sul piano della sicurezza nazionale bisogna che si veda bene cosa gli Usa intendono per sicurezza. Cioè che nessuno sia in grado di mettere in discussione la loro egemonia militare ed economica. Dunque il punto non è che la Cina punti a inaugurare una politica militarmente aggressiva verso gli Stati Uniti ma che la Cina accedendo ai livelli più alti dell'economia superi gli USA sotto il profilo economico e militare, che è poi la rappresentazione plastica dell'inestricabile intreccio militare-industriale dell'economico.\r\nNella puntata contributi di: Chris Miller, Wang Yifan, Raffaele Sciortino \r\nAscolta il podcast\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/La-fine-della-fine-12.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAggiornamento del 14/06/2023\r\n\r\n\r\nAncora sulla Chip War e sulla portata geopolitica della contesa tecnologica nello scontro Usa-Cina (ma anche su reshoring, terre rare e tecnologie digitali) una chiacchierata realizzata all'interno della trasmissione Stakka Stakka con alcuni nostri redattori.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/chipwar_2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nMarco D'Eramo \"Circuiti di Guerra\"\r\n\r\nIl Cielo sopra Pechino Il mio regno per un chip: la nuova fase della “guerra dei semiconduttori” tra Cina e Stati Uniti\r\n\r\nAlessandro Aresu \"Il dominio del XXI secolo. 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Con lui abbiamo ripercorso le tappe che gli addetti alla logistica e al disosso hanno dovuto intraprendere e che sono poi sfociate nelle due settimane di presidio, tutt'ora attivo (al giorno di questa diretta). Determinati continuano la loro lotta, verso equilibrio salariale tra chi compie le stesse mansioni sul luogo di lavoro ma ha un contratto differente e perchè gli venga riconosciuto un aumento per fare fronte al generale innalzamento del costo della vita. 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Nel frattempo da lunedì 27 febbraio i lavoratori degli appalti sono inassemblea permanente, nel piazzale della Portovesme, con presidio h24 nella portineria degli appalti, dove sono state anche piazzate alcune tende.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/F_m_28_02_Franco-Portovesme-su-operai-che-occupano-ciminiera.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","5 Marzo 2023","2023-03-05 16:54:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/portovesme-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 28/02/2023",1678035263,[],[],{"post_content":469},{"matched_tokens":470,"snippet":471,"value":472},[75],"sono state anche piazzate alcune \u003Cmark>tende\u003C/mark>.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/F_m_28_02_Franco-Portovesme-su-operai-che-occupano-ciminiera.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Federico Giusti della redazione del BLOG \"delegati e lavoratori indipendenti Pisa\" sull'articolo che approfondisce il lavoro agile nella pubblica amministrazione: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com/2023/02/sul-lavoro-agile-nella-pubblica.html una riflessione di classe su quello che da opportunità e diventata rinuncia salariale, contrattuale ed ha di fatto sostituito il telelavoro che era uno strumento a disposizione dei lavoratori e non del datore di lavoro.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/F_m_28_02_Federico-blogger-su-lavoro-agile-pubblica-amministrazione.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento della puntata lo abbiamo dedicato alle lotte dei lavoratori della Raspini, nel pinerolese, assieme a Mahmood del SiCobas Torino. 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