","L'Egitto in cui è stato assassinato Giulio Regeni","post",1454955161,[64,65,66,67,68,69,70,71,72,73,74,75],"http://radioblackout.org/tag/assassini-politici/","http://radioblackout.org/tag/controllo/","http://radioblackout.org/tag/egitto/","http://radioblackout.org/tag/giulio-regeni/","http://radioblackout.org/tag/prigionieri-politici/","http://radioblackout.org/tag/regime-militare-al-sisi/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/sequestri/","http://radioblackout.org/tag/servizi/","http://radioblackout.org/tag/sparizioni/","http://radioblackout.org/tag/terrore-di-stato/","http://radioblackout.org/tag/torture/",[77,78,79,80,81,82,15,83,84,85,86,87],"assassini politici","controllo","Egitto","Giulio Regeni","prigionieri politici","regime militare Al-Sisi","sequestri","servizi","sparizioni","terrore di stato","torture",{"post_content":89,"post_title":96,"tags":99},{"matched_tokens":90,"snippet":94,"value":95},[91,92,93],"terrore","di","stato","da un gruppo \"funzionale\" al \u003Cmark>terrore\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>stato\u003C/mark>, sia questo più o meno","A 5 anni dalla rivoluzione \u003Cmark>di\u003C/mark> Piazza Tahrir, da una mobilitazione sociale enorme in tutto il paese e, a poco più \u003Cmark>di\u003C/mark> due anni dal colpo \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>stato\u003C/mark> del generale Al-Sisi, la popolazione egiziana si trova a vivere un periodo \u003Cmark>di\u003C/mark> fortissima repressione politica e violenza poliziesca. La terribile vicenda \u003Cmark>di\u003C/mark> Giulio Regeni, ricercatore ucciso pochi giorni fa dopo essere \u003Cmark>stato\u003C/mark> sequestrato e torturato fino alla morte da un gruppo \"funzionale\" al \u003Cmark>terrore\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>stato\u003C/mark>, sia questo più o meno identificabile e riconducibile all'apparato ufficiale o completamente clandestino, ricorda all'Italia e in generale agli stati amici dell' \"alleato\" Al-Sisi, che in Egitto c'è una dittatura violentissima che mette in carcere migliaia \u003Cmark>di\u003C/mark> oppositori, attivisti, attiviste, li sequestra, li fa scomparire. Molto si è parlato in questi giorni dell'attività \u003Cmark>di\u003C/mark> ricerca \u003Cmark>di\u003C/mark> Giulio, dell'interesse per le condizioni \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro nel paese, delle organizzazioni sindacali indipendenti, \u003Cmark>di\u003C/mark> uomini e donne che da anni continuano a lottare contro un apparato \u003Cmark>di\u003C/mark> fatto immutato e molto simile a quello che era \u003Cmark>stato\u003C/mark> fatto cadere con Mubarak nel 2011. Con \"stupore\" si è capito, ora dopo ora, che la sua vicenda è invece molto simile, del tutto simile, a quella \u003Cmark>di\u003C/mark> centinaia e forse migliaia \u003Cmark>di\u003C/mark> ragazzi e ragazze, oppositori e attivisti, i cui corpi non verranno mai ritrovati.\r\n\r\nAbbiamo parlato questa mattina dell'Egitto attuale, delle sue dinamiche politiche, sociali ed economiche, delle lotte che non vengono comunque fermate, della ricerca \u003Cmark>di\u003C/mark> condizioni più giuste \u003Cmark>di\u003C/mark> vita e \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro da parte \u003Cmark>di\u003C/mark> una popolazione che sta pagando un prezzo altissimo in termini \u003Cmark>di\u003C/mark> repressione e violenza. Ascolta il contributo molto interessante e articolato \u003Cmark>di\u003C/mark> Iside Gjergji, ricercatrice presso l'Università Ca' Foscari:\r\n\r\nUnknown",{"matched_tokens":97,"snippet":98,"value":98},[93],"L'Egitto in cui è \u003Cmark>stato\u003C/mark> assassinato Giulio Regeni",[100,102,104,106,108,110,112,114,116,118,120,123],{"matched_tokens":101,"snippet":77},[],{"matched_tokens":103,"snippet":78},[],{"matched_tokens":105,"snippet":79},[],{"matched_tokens":107,"snippet":80},[],{"matched_tokens":109,"snippet":81},[],{"matched_tokens":111,"snippet":82},[],{"matched_tokens":113,"snippet":15},[],{"matched_tokens":115,"snippet":83},[],{"matched_tokens":117,"snippet":84},[],{"matched_tokens":119,"snippet":85},[],{"matched_tokens":121,"snippet":122},[91,92,93],"\u003Cmark>terrore\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>stato\u003C/mark>",{"matched_tokens":124,"snippet":87},[],[126,132,135],{"field":38,"indices":127,"matched_tokens":129,"snippets":131},[128],10,[130],[91,92,93],[122],{"field":133,"matched_tokens":134,"snippet":94,"value":95},"post_content",[91,92,93],{"field":136,"matched_tokens":137,"snippet":98,"value":98},"post_title",[93],1736172819517538300,{"best_field_score":140,"best_field_weight":141,"fields_matched":31,"num_tokens_dropped":50,"score":142,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":50},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":144,"highlight":163,"highlights":182,"text_match":192,"text_match_info":193},{"cat_link":145,"category":146,"comment_count":50,"id":147,"is_sticky":50,"permalink":148,"post_author":53,"post_content":149,"post_date":150,"post_excerpt":56,"post_id":147,"post_modified":151,"post_thumbnail":152,"post_thumbnail_html":153,"post_title":154,"post_type":61,"sort_by_date":155,"tag_links":156,"tags":160},[47],[49],"62437","http://radioblackout.org/2020/07/turchia-in-piazza-a-5-anni-dalla-strage-di-suruc/","Da fine giugno a Kadıköy, Istanbul, si susseguono iniziative nel quinto anniversario della strage di Suruç. Le organizzazioni giovanili rivoluzionarie, tra cui la Anarşist Gençlik (Gioventù Anarchica), in queste settimane sono scese nelle strade più e più volte, nonostante gli attacchi della polizia.\r\nHanno attraversato le strade del quartiere con cortei e hanno presidiato i luoghi più significativi, in una campagna di lotta e di memoria.\r\n\r\nIl 20 luglio saranno 5 anni da quando una bomba esplose nel corso di una conferenza stampa della Federazione delle Associazioni di Giovani Socialisti (SGDF) nel Centro Amara di Suruç. L’attacco fu rivendicato dallo Stato Islamico ma era parte di una più ampia strategia di terrore dello Stato Turco, e colpì dei giovani rivoluzionari, socialisti e anarchici, che stavano per attraversare il confine per partecipare alla ricostruzione di Kobanê.\r\nIeri duri scontri tra manifestanti e polizia ad Istanbul.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/2020-07-21-suruc-dario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","21 Luglio 2020","2020-07-21 14:25:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/daf-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/daf-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/daf-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/daf-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/daf-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/daf.jpg 1500w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Turchia. 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In una discoteca, una giovane donna di 20 anni era stata stuprata e ridotta in fin di vita. Lasciata svenuta, sanguinante e seminuda in mezzo alla neve fuori dal locale, era stata salvata da un buttafuori della discoteca che stava facendo un giro prima della chiusura. Ha dovuto subire numerose operazioni di ricostruzione per le violenze sessuali subite e fu ad un pelo da morire. Ha dovuto allontanarsi da casa e dalla sua comunità per vivere in un luogo protetto per poi emigrare al nord. Accusato di questo stupro e tentato omicidio è Francesco Tuccia, un militare in servizio all'Aquila per l'operazione \"Aquila sicura\" partita dopo il terremoto.\r\nMele marce o prassi consolidata? E' evidente la consuetudine di queste violenze in particolare nei territori militarizzati, ma in generale nelle zone dove il pacchetto sicurezza ha imposto più pattugliamenti, controlli antiprostituzione e massiccia presenza di forza dell'ordine.\r\n\r\nNella maggior parte dei casi, lo stato si è autoassolto, ribadendo l'immunità e l'impunità delle istituzioni in divisa quando fanno violenza. Immunità ed impunità che fanno parte dell'insieme dei privilegi che i \"tutori dell'ordine\" hanno come contropartita dei loro servigi.\r\nL'esercizio della violenza di genere in situazioni di conflitto costituisce di fatto un continuum dei comportamenti discriminatori e violenti che avvengono in tempo di pace.\r\n\r\nLo stupro di donne è da sempre strumento specifico di terrore e lo è stato in particolare nei conflitti degli anni '90 in Europa. Spesso gli stupri di massa sono accompagnati da gravidanze forzate. 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Ha avuto nuovo impulso con la decisione di aprire una cava a cielo aperto, dall’impatto ambientale molto forte.\r\nÉ cominciata dal bosco di Skouriés l’attuazione del progetto della Ellenikos Xrisos Spa, impresa di estrazione mineraria appartenente per il 95% alla multinazionale canadese Eldorado Gold e per il 5% all’industriale greco Bobola.\r\nAl movimento di resistenza ha partecipato buona parte della popolazione locale. Uomini, donne, giovani ed anziani hanno preso parte alle manifestazioni in montagna di avvicinamento al cantiere, ignorate dai media e brutalmente represse dalla polizia. Caccia all’uomo per i boschi e i lacrimogeni ci ricordano gli scenari della lotta al Tav.\r\nIl 17 febbraio dello scorso anno una cinquantina persone a volto coperto ha attaccato, dandogli fuoco, il cantiere di Skouriés e tutti i mezzi e le attrezzature della ditta.\r\nDopo la demolizione del cantiere si è aperta una spietata caccia all’uomo con l’unico scopo di abbattere il morale di tutti gli abitanti che si oppongono al progetto. Il giorno successivo decine di persone vennero portate in questura, prelevate da casa, nei locali, per strada. Altri vennero trattenuti con l’accusa di essere i mandanti morali dell’azione.\r\nLe indagini non approdarono a nulla. Il 7 marzo del 2013 le forze dell’”ordine” sono passate alla rappresaglia. A Ierissòs – una cittadina di 3.000 abitanti dove tutti sono contro le miniere con il pretesto di interrogare cinque persone e di perquisirne le abitazioni diversi plotoni di celere e squadre antiterrorismo armate di tutto punto fecero irruzione nel paese nel tentativo di occuparlo militarmente. La gente fece una barricata all'ingresso del paese. A suon di lacrimogeni il paese venne messo in stato di assedio e di terrore: la polizia entrò nelle case sfondando le porte, sotto gli occhi dei bambini, nel passaggio gasarono un liceo durante le ore di lezione, mandando diverse persone all’ospedale.\r\nLa repressione è stata durissima.\r\nNei mesi seguenti i lavori per allestire la miniera sono andati avanti. Quasi ultimata è la strada di collegamento tra Skouries e Megali Panaghia.\r\nI comitati popolari hanno deciso di fare un campeggio resistente tra il 22 e il 31 agosto.\r\nIl campeggio si terrà in montagna, non lontano dal cantiere. Sarà un'iniziativa di confronto sui temi della \"crescita\" e della repressione. Sono stati invitati esponenti delle lotte contro le miniere in Europa e attivisti di altri movimenti contro le grandi opere e la devastazione ambientale.\r\nSarà anche un campeggio di lotta. L'intento esplicito è quello di riuscire a bloccare il cantiere\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Jannis, un compagno di Megali Panaghia.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 07 30 iannis campeggio skuries","30 Luglio 2014","2014-08-04 12:33:01","Calcidica. 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A ciò si aggiungono le minacce da parte degli operai della ditta che ha l'appalto per i lavori e dei loro mandanti, culminate in aggressioni fisiche mirate e nell'incendio dello scorso anno del presidio contro le nocività.\r\nIl 17 febbraio scorso, una cinquantina persone a volto coperto ha attaccato, dandogli fuoco, il cantiere di Skouriés e tutti i mezzi e le attrezzature della ditta.\r\nDopo la demolizione del cantiere si è aperta una spietata caccia all'uomo con l'unico scopo di abbattere il morale di tutti gli abitanti che si oppongono al progetto. Il giorno successivo decine di persone sono state portate in questura, prelevate da casa, nei locali, per strada. Di qualcuno non si sono avute notizie per interminabili ore. Altri sono stati trattenuti con l'accusa di essere i mandanti morali dell'azione. La prova incontestabile è che fossero stati sempre presenti a tutte le manifestazioni.\r\nLe indagini non hanno dato esiti: all'alba del 7 marzo le forze dell'\"ordine\" hanno messo in atto la rappresaglia: la mattina si sono presentate a casa di 5 persone a Ierissòs - una cittadina di 3.000 abitanti dove tutti sono contro le miniere -, le hanno prelevate e condotte al commissariato per interrogarle sui \"fatti del 17 febbraio\". Verso le 11, con la scusa di perquisire le case dei cinque attivisti, diversi plotoni di celere e squadre antiterrorismo armate di tutto punto hanno fatto irruzione nel paese nel tentativo di occuparlo militarmente. La gente si è subito radunata all'ingresso del paesino dove è stata incendiata una barricata di copertoni per impedire ai poliziotti di entrare. A suon di lacrimogeni è stato instaurato uno stato di assedio e di terrore: sono entrati nelle case sfondando alcune porte, hanno fatto le perquisizioni sotto gli occhi dei bambini, nel passaggio hanno gasato un liceo durante le ore di lezione, mandando diverse persone all'ospedale.\r\nIl 9 marzo, con uno dei cortei più partecipati che si siano mai svolti a Salonicco, la Grecia del Nord ha mandato un messaggio chiaro: \"non permetteremo a nessuno di decidere delle nostre vite e del nostro futuro: no alla devastazione della nostra terra, no alle miniere d'oro, no alla repressione\".\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Janis, un compagno che partecipa alla lotta\r\n\r\nCalcidica","20 Marzo 2013","2013-03-22 14:01:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/03/miniera-doro-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"259\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/03/miniera-doro.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Oro e veleni. 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Se queste sono le conclusioni, resta ancor più scandalosa la detenzione, tutt'ora in corso, di Francesco Lucio e Graziano, arresati con le stesse accuse e per gli stessi fatti qualchge mese dopo i 4.\r\nAbbiamo commentato la vicenda con l'avvocato del Foro di Milano Eugenio Losco\r\nlosco_sentenza_motivazioni","24 Febbraio 2015","2015-03-02 12:16:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/Terrorismo__oggi_la_sentenza_1418809843476-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"209\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/Terrorismo__oggi_la_sentenza_1418809843476-300x209.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/Terrorismo__oggi_la_sentenza_1418809843476-300x209.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/Terrorismo__oggi_la_sentenza_1418809843476.jpeg 395w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","No Tav: depositata la sentenza, ora liberate Franceco, Lucio e Graziano!",1424783729,[343,344],"http://radioblackout.org/tag/liberi-tutti/","http://radioblackout.org/tag/notav/",[346,347],"liberi tutti","notav",{"post_content":349},{"matched_tokens":350,"snippet":351,"value":352},[93,92,91],"è fuori misura non essendoci \u003Cmark>stato\u003C/mark>, in nessun momento, alcuna percezione \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>terrore\u003C/mark> per la popolazione civile della","Sono state depositate ieri dalla Corte \u003Cmark>di\u003C/mark> Cassazione le motivazioni della sentenza che ha già assolto Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò dall'accusa \u003Cmark>di\u003C/mark> \"terrorismo\" condannandoli comunque ad una pena molto alta per gli altri reati. 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Se queste sono le conclusioni, resta ancor più scandalosa la detenzione, tutt'ora in corso, \u003Cmark>di\u003C/mark> Francesco Lucio e Graziano, arresati con le stesse accuse e per gli stessi fatti qualchge mese dopo i 4.\r\nAbbiamo commentato la vicenda con l'avvocato del Foro \u003Cmark>di\u003C/mark> Milano Eugenio Losco\r\nlosco_sentenza_motivazioni",[354],{"field":133,"matched_tokens":355,"snippet":351,"value":352},[93,92,91],1736172818845925400,{"best_field_score":358,"best_field_weight":195,"fields_matched":295,"num_tokens_dropped":50,"score":359,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":50},"3315704070144","1736172818845925489",6646,{"collection_name":61,"first_q":86,"per_page":14,"q":86},9,{"facet_counts":364,"found":410,"hits":411,"out_of":627,"page":295,"request_params":628,"search_cutoff":39,"search_time_ms":629},[365,387],{"counts":366,"field_name":385,"sampled":39,"stats":386},[367,369,371,373,375,377,379,381,383],{"count":17,"highlighted":368,"value":368},"anarres",{"count":36,"highlighted":370,"value":370},"arsider",{"count":36,"highlighted":372,"value":372},"liberation front",{"count":36,"highlighted":374,"value":374},"la perla di labuan",{"count":36,"highlighted":376,"value":376},"Bello come una prigione che brucia",{"count":295,"highlighted":378,"value":378},"ACAB",{"count":295,"highlighted":380,"value":380},"OverJoy",{"count":295,"highlighted":382,"value":382},"frittura mista",{"count":295,"highlighted":384,"value":384},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":362},{"counts":388,"field_name":38,"sampled":39,"stats":408},[389,391,392,394,396,398,400,402,404,406],{"count":20,"highlighted":390,"value":390},"carcere",{"count":36,"highlighted":25,"value":25},{"count":295,"highlighted":393,"value":393},"chp",{"count":295,"highlighted":395,"value":395},"Sco",{"count":295,"highlighted":397,"value":397},"quito",{"count":295,"highlighted":399,"value":399},"noboa",{"count":295,"highlighted":401,"value":401},"curdi",{"count":295,"highlighted":403,"value":403},"cuenca",{"count":295,"highlighted":405,"value":405},"Conaie",{"count":295,"highlighted":407,"value":407},"netanyahu",{"total_values":409},95,19,[412,477,504,539,568,601],{"document":413,"highlight":458,"highlights":468,"text_match":473,"text_match_info":474},{"comment_count":50,"id":414,"is_sticky":50,"permalink":415,"podcastfilter":416,"post_author":417,"post_content":418,"post_date":419,"post_excerpt":420,"post_id":414,"post_modified":421,"post_thumbnail":422,"post_title":423,"post_type":424,"sort_by_date":425,"tag_links":426,"tags":447},"100654","https://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-25-09-2025-ecuador-in-piazza-contro-noboa-e-il-trumpismo-in-salsa-latina-sudovest-asiatico-in-subbuglio-ripercussioni-delle-guerre-sioniste-cina-dopo-shangai-cooperatio/",[384],"info2","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma allo stesso modo a Quito gli studenti si sono mobilitati, come gli autotrasportatori per la sospensione dell’articolo 126: cioè la cancellazione del sussidio sul diesel in vigore da decenni, ma sotto le ceneri ribolliva il fuoco della ribellione… Ci siamo poi mossi verso il Sudovest asiatico, rimescolato dall’aggressione sionista intenta a sfruttare l’occasione di creare Eretz Israel, ridimensionando con la forza impunita le potenze regionali; ma Erdoğan pare sia apprezzato e investito da Trump come Vicerè del Middle East. Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. 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E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi \u003Cmark>di\u003C/mark> Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità \u003Cmark>di\u003C/mark> Netanyahu che si fonda sul costante \u003Cmark>stato\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo \u003Cmark>di\u003C/mark> Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava \u003Cmark>di\u003C/mark> forzare il blocco navale \u003Cmark>di\u003C/mark> Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile \u003Cmark>di\u003C/mark> Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche \u003Cmark>di\u003C/mark> ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il \u003Cmark>terrore\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema \u003Cmark>di\u003C/mark> Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello \u003Cmark>di\u003C/mark> Astana come confluenza \u003Cmark>di\u003C/mark> interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno \u003Cmark>di\u003C/mark> loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine \u003Cmark>di\u003C/mark> tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello \u003Cmark>Stato\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste \u003Cmark>di\u003C/mark> Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% \u003Cmark>di\u003C/mark> inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe \u003Cmark>di\u003C/mark> ogni centro \u003Cmark>di\u003C/mark> potere: uditore della centralità multilaterale \u003Cmark>di\u003C/mark> Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano \u003Cmark>di\u003C/mark> pace per Gaza alla corte \u003Cmark>di\u003C/mark> Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi \u003Cmark>di\u003C/mark> Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte \u003Cmark>di\u003C/mark> Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso \u003Cmark>di\u003C/mark> Astana sulla Siria e lo stallo attuale \u003Cmark>di\u003C/mark> tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello \u003Cmark>stato\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore \u003Cmark>di\u003C/mark> Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso \u003Cmark>di\u003C/mark> armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste",{"matched_tokens":464,"snippet":466,"value":467},[465],"DI","BASTIONI \u003Cmark>DI\u003C/mark> ORIONE 25/09/2025 – ECUADOR IN PIAZZA","BASTIONI \u003Cmark>DI\u003C/mark> ORIONE 25/09/2025 – ECUADOR IN PIAZZA CONTRO NOBOA E IL TRUMPISMO IN SALSA LATINA; SUDOVEST ASIATICO IN SUBBUGLIO, RIPERCUSSIONI DELLE GUERRE SIONISTE; CINA DOPO SHANGAI COOPERATION ORGANIZATION E XI ALL’ONU CON LA CASACCA AMBIENTALISTA",[469,471],{"field":133,"matched_tokens":470,"snippet":461,"value":462},[93,92],{"field":136,"matched_tokens":472,"snippet":466,"value":467},[465],1733921019837546500,{"best_field_score":475,"best_field_weight":195,"fields_matched":36,"num_tokens_dropped":50,"score":476,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":50},"2216192835584","1733921019837546610",{"document":478,"highlight":490,"highlights":498,"text_match":473,"text_match_info":503},{"comment_count":50,"id":479,"is_sticky":50,"permalink":480,"podcastfilter":481,"post_author":368,"post_content":482,"post_date":483,"post_excerpt":56,"post_id":479,"post_modified":484,"post_thumbnail":485,"post_title":486,"post_type":424,"sort_by_date":487,"tag_links":488,"tags":489},"72452","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-10-dicembre-no-tav-polonia-appello-alla-solidarieta-kropotkin-geografo-e-anarchico-la-strage-di-stato-lassassinio-di-pinelli-la-santificazione-del-suo-assassino/",[368],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/2021-12-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n8 dicembre 2021. Un giorno di festa e di lotta\r\nL’8 dicembre di quest’anno la neve cadeva fitta fitta, ma non ha fermato un movimento che ha saputo stringere i denti e andare avanti per decenni. Eravamo in tanti al corteo che, dopo aver attraversato il centro del paese, si è diretto al presidio di Borgone, che il sindaco vuole distruggere, costruendo una strada inutile con i soldi delle compensazioni ricevute per il Tav.\r\nIl corteo è poi passato dal centro di San Didero e si è concluso al presidio del Baraccone.\r\nQui tutto è cominciato con palle natalizie e festoni sulle recinzioni, per poi proseguire con rampini e corde per tirare giù metri e metri di filo spinato a lamelle, intanto oltre la recinzione volavano palle di neve ghiacciata. Un vero assedio al cantiere/fortino militarizzato di San Didero.\r\nLa polizia ha sparato con i cannoni ad acqua contro gruppi di No Tav, che da ogni lato, protetti da instabili barriere di plastica avanzavano a ondate quasi continue.\r\nPoi è partita la consueta salva di lacrimogeni, sparati anche sul piazzale, dove c’era la distribuzione del vin brulé e delle caldarroste. Molti lacrimogeni sono stati rispediti al mittente, altri annegati nella neve. Un 8 dicembre di festa e di lotta.\r\n\r\nPolonia. Appello ad azioni di solidarietà con chi lotta alla frontiera con la Bielorussia\r\nDa agosto, quando i primi migranti hanno cominciato a passare il confine con la Polonia nel tentativo di entrare in Europa e di proseguire il viaggio verso la Germania, i compagni e le compagne polacche hanno cominciato ad andare al confine. Lì danno aiuto materiale e informazioni utili a quelli che riescono a filtrare attraverso le maglie, man mano più fitte, che il governo polacco ha teso lungo tutto il confine con la Bielorussia.\r\nNel resto d’Europa le vicende di questo confine sono diventate di pubblico dominio solo da poche settimane, quando il dittatore bielorusso ha deciso di rendere più forte la pressione sull’Europa, inviando migliaia di persone alla frontiera. La rotta bielorussa si è aperta solo grazie al ponte aereo offerto da Lukashenko, che prometteva un ingresso sicuro in Europa, offrendo un pacchetto vacanze completo. Per mille euro,\r\ni migranti, spesso intere famiglie, prendono l’aereo in Iraq, entrando in Bielorussia con un visto turistico, che comprende un soggiorno di tre giorni, la visita al castello di Minsk e l’accompagnamento per un giro senza ritorno al confine polacco.\r\nLì comincia l’inferno. La gente in trappola dentro la riserva naturale integrale che si trova ai due lati della frontiera, senza appoggi, senza mappe, senza sentieri, uomini armati alle proprie spalle, uomini armati di fronte. Chi viene intercettato dalle guardie polacche, viene privato di tutto e respinto senza possibilità di chiedere asilo.\r\nCon l’inverno la lista dei morti al confine si allunga di giorno in giorno. L’ultima una donna incinta di 39 anni in viaggio con il marito e cinque figli, morta di setticemia, perché nessuno l’ha soccorsa quando è stata male.\r\nSul confine ci sono sia esponenti di ONG moderati che i compagni e le compagne della rete No Border, di cui fanno parte gli anarchici della Federazione Anarchica Polacca di Katowice.\r\nI No Border raccolgono materiale e cercano di farlo avere alle persone che riescono ad incontrare, per rendere più facile proseguire il viaggio. Da settembre a Bialystok, la città più vicina al confine, i No Border hanno aperto una posto autogestito, dove si incontrano, si organizzano e autogestiscono la lotta.\r\nLa situazione è diventata più difficile da quando il governo polacco ha dichiarato interdetta una fascia di tre chilometri lungo il confine. Chi viene pescato in quest’area rischia multe e denunce penali.\r\nNonostante la repressione ogni settimana ci sono compagni che si avvicendano al confine per continuare la lotta.\r\nI compagni e le compagne fanno appello per azioni di solidarietà internazionale in tutta Europa\r\n\r\nKropotkin. Anarchico e geografo\r\nNel centenario della morte dell’anarchico russo si sono moltiplicate le iniziative editoriali e di studio. Abbiamo già parlato del convegno che si è tenuto a Massenzatico nell’ultimo fine settimana di ottobre, con resoconti e presentazioni di libri.\r\nQuesta settimana parleremo del Kropotkin geografo, con un occhio le geopolitiche critiche, che esaminano il rapporto tra spazio e potere. Il termine geografia critica viene usato per criticare il potere le guerre, contestando lo stato e il territorio coe elementi necessari per analizzare lo spazio. Anche i territorio, il luogo del terrore, che lo stat esercita. Malthus usato per naturalizzare la \r\nLo abbiamo fatto con Federico Ferretti, che insegna geografia all’università di Bologna ed è stato tra gli organizzatori del convegno “Solidarietà e rivoluzione. I cento anni di Kropotkin”.\r\n\r\nLa strage di Stato e l’assassino di Pinelli\r\nA Milano sono in preparazione numerose iniziative nell’anniversario della strage di piazza Fontana, della caccia agli anarchici, dell’arresto di Valpreda e dell’assassinio di Giuseppe Pinelli nei locali della questura di Milano e, più precisamente, nell’ufficio del commissario Luigi Calabresi. La bomba esplosa nella Banca dell’agricoltura nel pomeriggio del 12 dicembre fece 16 morti e numerosi feriti.\r\nL’ampia indignazione per la strage: agli anarchici fu immediatamente chiaro che si trattava di una strage di Stato, ordita con lo scopo di spezzare le gambe, dividendolo, al potente movimento sociale che aveva appena infiammato l’autunno di quell’anno. Non è certo un caso che Umberto D’Amato, capo dell’ufficio affari riservati del Viminale, si trovasse nella questura di Milano sin dal 12 dicembre.\r\nLa macchinazione fallì, perché i movimenti scesero in piazza rigettando al mittente le accuse rivolte agli anarchici, finché il teorema si sgretolò.\r\nLa memoria è tuttavia un meccanismo cui si scaricano le pile se non vengono alimentate continuamente.\r\nPer questa ragione, anno dopo anno, gli anarchici, specie a Milano, promuovono numerose iniziative.\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo della FAI milanese, con cui parleremo anche di “Fango” un libro uscito da poco in vista del cinquantesimo anniversario dell’uccisione di Calabresi, il commissario-finestra. In questo libro dal titolo evocativo, l’autore, tale Grimaldi, fa una sistematica operazione di falsificazione degli eventi, che investe soprattutto gli anarchici, sui quali di “fango” ne viene gettato parecchio.\r\nPer sfortuna dell’autore anno dopo anno c’è chi alimenta le pile che mantengono vivi gli ingranaggi della memoria.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 15 dicembre\r\nore 10,30\r\npresidio No Tav in piazza Castello per contestare la Cig, la conferenza intergovernativa sulla Torino Lyon\r\n\r\nSabato 18 dicembre\r\nore 11 al Balon\r\npunto info anarcofemminista\r\nContro la (sacra) famiglia e i cattofascisti\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. 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In questo libro dal titolo evocativo, l’autore, tale Grimaldi, fa una sistematica operazione \u003Cmark>di\u003C/mark> falsificazione degli eventi, che investe soprattutto gli anarchici, sui quali \u003Cmark>di\u003C/mark> “fango” ne viene gettato parecchio.\r\nPer sfortuna dell’autore anno dopo anno c’è chi alimenta le pile che mantengono vivi gli ingranaggi della memoria.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 15 dicembre\r\nore 10,30\r\npresidio No Tav in piazza Castello per contestare la Cig, la conferenza intergovernativa sulla Torino Lyon\r\n\r\nSabato 18 dicembre\r\nore 11 al Balon\r\npunto info anarcofemminista\r\nContro la (sacra) famiglia e i cattofascisti\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":496,"snippet":497,"value":497},[92,93,92],"Anarres del 10 dicembre. No Tav. Polonia: appello alla solidarietà. Kropotkin, geografo e anarchico. La strage \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>stato\u003C/mark>, l’assassinio \u003Cmark>di\u003C/mark> Pinelli, la santificazione del suo assassino...",[499,501],{"field":133,"matched_tokens":500,"snippet":493,"value":494},[92,92,166,92],{"field":136,"matched_tokens":502,"snippet":497,"value":497},[92,93,92],{"best_field_score":475,"best_field_weight":195,"fields_matched":36,"num_tokens_dropped":50,"score":476,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":50},{"document":505,"highlight":525,"highlights":533,"text_match":473,"text_match_info":538},{"comment_count":50,"id":506,"is_sticky":50,"permalink":507,"podcastfilter":508,"post_author":53,"post_content":509,"post_date":510,"post_excerpt":56,"post_id":506,"post_modified":511,"post_thumbnail":512,"post_title":513,"post_type":424,"sort_by_date":514,"tag_links":515,"tags":520},"70002","http://radioblackout.org/podcast/a-c-a-b-riflessioni-con-manu-sullimperitura-indagine-sullazione-contro-la-scuola-di-polizia-del-2015/",[378],"In collegamento telefonico, Manu ci aggiorna rispetto al lento procedere delle indagini della procura di Brescia sull’azione contro la scuola di polizia del 2015, il cui ultimo atto è la richiesta di un ulteriore prelievo di DNA per lui e per Juan.\r\n\r\nEntriamo nei particolari di questa vicenda, per molti versi emblematica e perfettamente inserita nella cornice repressiva degli ultimi anni: dal susseguirsi di incidenti probatori sempre più tecnologici e costosi all'accanimento della Procura e i suoi giochi sporchi, dalla \"colpa d'autore\" al ruolo del Dipartimento Antimafia, dal 2015 trasformato in Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/manu.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nDi seguito, un suo scritto (https://ilrovescio.info/2021/05/15/va-mia-be-nigot-non-va-bene-nulla/):\r\nVa mia be nigot\r\n(Non va bene nulla)\r\nRiflessioni sull’imperitura indagine della procura di Brescia sull’azione contro la scuola di polizia del 2015, cui ultimo atto è la richiesta di un ulteriore prelievo di DNA per me e per Juan\r\nCi risiamo. A distanza di oltre cinque anni e dopo un numero infinito di analisi, indagini, pedinamenti, intercettazioni, perizie ecc. che hanno portato a nulla, la procura di Brescia non molla e decide di spendere ancora energie alla ricerca di un capro espiatorio. Davanti a tale zelo, che ormai è semplicemente accanimento, viene da sorridere con tanta tristezza e rabbia: per qualsiasi persona dotata di un briciolo buon senso questo sperperare risorse ingenti a fronte della crisi economica, dell’epidemia globale, fra nuove e vecchie povertà e miserie generalizzate, è un evidente oltraggio, verso la popolazione bresciana e non solo. È infatti assurdo, per chiunque sia minimamente onesto, che tali cose vengano reputate più importanti da parte della “giustizia” rispetto all’inquinamento delle acque, alle morti negli ospedali e nelle rsa, alla distruzione della medicina di base, ai posti di lavoro persi, agli sfratti e alle persone senza casa che aumentano, ai mancati investimenti alle scuole del territorio, alle casse integrazioni e ai fantomatici bonus che non arrivano.\r\nSta peggiorando il tenore di vita. Nell’ultimo anno, cinque milioni di persone nel “bel paese” hanno avuto difficoltà a mettere in tavola un pasto decente, e il 60% teme di poter perdere il lavoro o il reddito nel prossimo periodo. I poveri diventano sempre più poveri, i ricchi sempre più ricchi. Per garantire i profitti di pochi, anzi pochissimi, sulle spalle della miseria dei tanti, lo Stato deve usare sempre di più il bastone. Il nemico siamo noi! Avere a che fare con sanzioni, denunce, processi, ovvero con il braccio armato dello Stato e dei ricchi, è purtroppo sempre più la normalità. Faccio alcuni esempi: dal 2017, per chi ha la sventura di non avere quel poco di garanzie che rimangono con un contratto di lavoro e deve campare accettando lavoretti in nero (chi non si è mai trovato in questa situazione?!), a rischiare non è il padrone, che è passibile di multa (per chi ha un’azienda la cosa è gestibile, non certo un dramma) è soprattutto la lavoratrice o il lavoratore poiché “accetta” di lavorare a tali condizioni – come se avesse una scelta! Al di là delle multe è anche prevista la reclusione fino a due anni, e ad essere titolari di una misera indennità di disoccupazione, la reclusione rischia di aumentare fino a tre anni. La pandemia è stata un apripista per ulteriori giri di vite, con misure la cui unica utilità è addestrare il singolo all’obbedienza, non certo a proteggersi dal contagio di un virus – basti pensare al coprifuoco, vera e propria misura di guerra. Inoltre, a lottare per migliorare le proprie condizioni lavorative, o perché la gente non muoia più nel tentativo di attraversare una frontiera, addirittura a ribadire verità tragicamente reali come il fatto che in carcere si muore o che chi vende le armi alimenta la guerra, si rischia sempre più spesso di essere accusati di associazione a delinquere, favoreggiamento, istigazione, diffamazione… basti nominare l’azione repressiva contro i portuali di Genova per via delle loro lotte antimilitariste, ma non è purtroppo l’unica. D’altra parte, giusto per fare un esempio, se sei il proprietario della Caffaro o dell’Ilva ed hai ammazzato persone avvelenando le città per i tuoi profitti, non rischi nemmeno lontanamente di farti 12 anni di galera. Ma nemmeno un giorno. La tortura del carcere non si augura a nessuno ma è comunque singolare fare questa “constatazione”.\r\nL’epidemia di covid ha reso palese un progetto che mira a privarci di tutto ciò che ci rende umani, è la costruzione della società dell’isolamento. Mentre Stato e imprenditori impongono la necessità di produrre (noi) per farli guadagnare a rischio della (nostra) vita, il cosiddetto distanziamento sociale differenzia i rapporti familiari da quelli “evitabili”. Viene definito e decretato cosa loro intendano per vita: produrre e consumare, mentre le cose veramente importanti e belle come la libertà, l’imprevisto e la socialità vengono gettate nella clandestinità e bollate come malsane, sospettose, patogene.\r\nIl distanziamento sociale non viene pensato come temporaneo, ma viene dato per inevitabile un mondo di persone isolate, collegate fra loro unicamente dall’informatica. Quanto sarà malata una vita così? Alla base di questo futuro prossimo c’è l’inquinamento elettromagnetico, la distruzione degli habitat micro-biologici del pianeta (con la probabilità di future epidemie), lo sfruttamento aberrante del lavoro e la guerra fra stati per la spartizione del mondo così da accaparrarsi quei metalli rari necessari alle nuove tecnologie smart e green. Così vanno le cose in questo mondo. La farsa del recovery fund ne è un tragico esempio: una pioggia di investimenti su quei processi e opere (digitalizzazione, grandi infrastrutture) che rafforzano le condizioni di vita malsane che hanno aperto la strada all’epidemia globale e all’impossibilità di affrontarla. Sono queste le cose necessarie per chi ci governa.\r\nVedo anche che le procure non proseguono mai nelle inchieste per i fondi illeciti ai partiti, per i morti ammazzati in mare, per le tangenti o il genocidio di una generazione anziana a causa della malasanità. Chissà perché, mi domando. Va bene, è indubbio che per la “giustizia” prendersela seriamente con politici e potenti non è cosa facile, c’è rischio di stipendio e carriera a pestare i piedi ai propri capi. Meglio prendersela con i poveracci, è più sicuro! Ma c’è dell’altro. Forse lo Stato quello che una persona come me può ritenere giusto non lo capisce, come può non capire di cos’hanno bisogno gli sfruttati per vivere bene. O forse, banalmente, non gli interessa. “A pensare male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca”, diceva Andreotti. Insomma, se non sono stupidi, significa che stanno prendendoci per il naso.\r\nE allora, cari signori, potete obbligarci a fare una vita difficile e pesante perché voi possiate arricchirvi sulle nostre spalle, godendovi il privilegio di poter fare ogni schifezza, ogni capriccio che vi passi per la testa. Potete prenderci in giro, lasciarci senza casa, senza un soldo, senza medico, potete accusare chi prova a ribellarsi, potete trovare o inventare “prove” per distruggere la vita di qualcuno e delle sue persone care. Potete, con accuse infamanti quali quella di terrorismo, vendicarvi come e quando volete, potete lasciare milioni di persone nella povertà, nella guerra, nell’ignoranza, raccontando bugie sempre più assurde e stravaganti. Come i re di un tempo, pensate che nessuno vi dirà mai nulla e che “il popolo è bue”, e così ci trattate. E agli sfruttati, immiseriti, spaventati e schiacciati, state cercando ancora una volta di far credere che i malvagi non sono i tiranni, gli affamatori e gli sgherri in divisa che li proteggono, ma le persone che vogliono rivoltarsi dinanzi a questo schifo. E che i nemici della povera gente siamo noi anarchici. Il problema reale per voi sono le idee e le azioni generose e risolute di persone che vogliono vivere libere e che vogliono farla finita con questo mondo di terrore e povertà, prima che per tutte le classi sociali non abbienti ci sia solo la galera.\r\nIo sono anche un anarchico, e sono orgoglioso di esserlo, ma sono soprattutto uno sfruttato nato in un ceto basso e figlio di operai, e sono stufo di essere preso in giro e di dover far finta di credere a tutte le vostre menzogne, tra l’altro raccontate molto male. E poi andiamo, non c’entro nulla, ma proprio nulla con voi. Non ho una carriera da costruire sulle spalle della povera gente, non ho una villa da comprare facendo il burocrate, tradimenti da attuare per far carriera, persone da incarcerare, piedi da calpestare, magagne da nascondere, balle da raccontare… insomma non ho, non ho mai avuto né vorrei avere una vita “avventurosa” come la vostra. E per fortuna, penso, guardando a cosa avviene nel mondo o nella nostra piccola città, che dite di essere il bene. Non oso nemmeno immaginare cosa accadrebbe se vi diceste malvagi ed egoisti!\r\nAnche io non sono un santo è vero, e a mio modo risulto ridicolo agli occhi delle persone – niente di grave. Insomma, se faccio qualcosa di male è un male relativo, cioè… non uccido persone per i miei tornaconti personali o per il mio portafogli, non inquino i fiumi e l’acqua corrente nei paesi, non chiudo ambulatori medici e non mi arricchisco sulle spalle degli altri. Né tanto meno butto fuori la gente da casa, non licenzio nessuno né prometto a famiglie intere che avranno dei bonus o la cassa integrazione per poi lasciarli senza nulla, non strangolo la gente con le tasse per fare la guerra, le indagini fuffa, ecc. Insomma, non ho il vostro generoso “altruismo”, chissà come fate a vivere senza rimorsi o sensi di colpa. Mah. Per quel che mi riguarda non parteciperò al vostro teatrino mediatico e tanto meno potrò mai ammettere che siete il bene, o che va tutto bene. Sarebbe come ammettere davanti all’inquisizione che la terra è piatta, o come affermare che Luigi XVI fosse bello, bravo e buono. Davanti ai poveri come me gli unici argomenti che avete sono la forza e la paura. E per questo motivo vi sentite insicuri nelle nefandezze e nei loschi affari, soprattutto in un periodo storico come questo in cui accade che le persone si sveglino e siano stufe di tirare la cinghia, di avere paura, di essere prese in giro. Insomma, rivoltarsi e dire basta contro questo mondo di tenebre è semplicemente giusto, per chi ha un cuore ogni atto di rivolta è giusto, davanti al male che perseguite.\r\nUn mondo nuovo è necessario. Un’azione può essere condivisibile o meno da parte della povera gente, ma è sempre etica di fronte alle ingiustizie, per chi ha un cuore che batte per un’umanità ed un mondo migliore. Con la speranza che la rivoluzione, come sempre e in ogni epoca, sia contagiosa. Dite che gli anarchici sono un pericolo: non penso proprio. Forse ci imprigionate e perseguitate perché temete che persone come noi possano essere di esempio per gli sfruttati, non comprendendo che da sempre è quando i poveri dicono basta e si ribellano che sono un esempio per noi, e che noi siamo da sempre parte e figli loro.\r\nHo quasi finito, volevo dire queste parole. Non sono capace di cose più profonde, né voglio dire altro: per chi come me, non ha soldi per domestici, vacanze ai tropici, sogni di carriere e stipendi elevati, la vita ruota attorno al lavoro, a tirare a fine giornata e ai propri cari. La vita, insomma, è dura e non ho il “buon tempo” come voi di costruire castelli in aria e far terrore alla povera gente. Fra le svariate imputazioni a mio carico manca naturalmente quella relativa all’unico crimine di cui come accusato mi sono effettivamente macchiato e di cui continuerò a macchiarmi, e che rivendico con orgoglio: quello di considerare la dignità un sentimento che non accetta intimidazioni di stampo mafioso. Un crimine semplice che non mi stancherò mai di commettere.\r\nManu","24 Giugno 2021","2021-06-24 11:53:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/moon-200x110.jpg","A.C.A.B. - Riflessioni con Manu sull’imperitura indagine sull’azione contro la scuola di polizia del 2015",1624535614,[516,517,518,519],"http://radioblackout.org/tag/a-c-a-b/","http://radioblackout.org/tag/dna/","http://radioblackout.org/tag/juan/","http://radioblackout.org/tag/manu/",[521,522,523,524],"a.c.a.b","dna","Juan","MANU",{"post_content":526,"post_title":530},{"matched_tokens":527,"snippet":528,"value":529},[92,91],"farla finita con questo mondo \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>terrore\u003C/mark> e povertà, prima che per","In collegamento telefonico, Manu ci aggiorna rispetto al lento procedere delle indagini della procura \u003Cmark>di\u003C/mark> Brescia sull’azione contro la scuola \u003Cmark>di\u003C/mark> polizia del 2015, il cui ultimo atto è la richiesta \u003Cmark>di\u003C/mark> un ulteriore prelievo \u003Cmark>di\u003C/mark> DNA per lui e per Juan.\r\n\r\nEntriamo nei particolari \u003Cmark>di\u003C/mark> questa vicenda, per molti versi emblematica e perfettamente inserita nella cornice repressiva degli ultimi anni: dal susseguirsi \u003Cmark>di\u003C/mark> incidenti probatori sempre più tecnologici e costosi all'accanimento della Procura e i suoi giochi sporchi, dalla \"colpa d'autore\" al ruolo del Dipartimento Antimafia, dal 2015 trasformato in Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/manu.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> seguito, un suo scritto (https://ilrovescio.info/2021/05/15/va-mia-be-nigot-non-va-bene-nulla/):\r\nVa mia be nigot\r\n(Non va bene nulla)\r\nRiflessioni sull’imperitura indagine della procura \u003Cmark>di\u003C/mark> Brescia sull’azione contro la scuola \u003Cmark>di\u003C/mark> polizia del 2015, cui ultimo atto è la richiesta \u003Cmark>di\u003C/mark> un ulteriore prelievo \u003Cmark>di\u003C/mark> DNA per me e per Juan\r\nCi risiamo. 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È infatti assurdo, per chiunque sia minimamente onesto, che tali cose vengano reputate più importanti da parte della “giustizia” rispetto all’inquinamento delle acque, alle morti negli ospedali e nelle rsa, alla distruzione della medicina \u003Cmark>di\u003C/mark> base, ai posti \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro persi, agli sfratti e alle persone senza casa che aumentano, ai mancati investimenti alle scuole del territorio, alle casse integrazioni e ai fantomatici bonus che non arrivano.\r\nSta peggiorando il tenore \u003Cmark>di\u003C/mark> vita. Nell’ultimo anno, cinque milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> persone nel “bel paese” hanno avuto difficoltà a mettere in tavola un pasto decente, e il 60% teme \u003Cmark>di\u003C/mark> poter perdere il lavoro o il reddito nel prossimo periodo. I poveri diventano sempre più poveri, i ricchi sempre più ricchi. 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Il problema reale per voi sono le idee e le azioni generose e risolute \u003Cmark>di\u003C/mark> persone che vogliono vivere libere e che vogliono farla finita con questo mondo \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>terrore\u003C/mark> e povertà, prima che per tutte le classi sociali non abbienti ci sia solo la galera.\r\nIo sono anche un anarchico, e sono orgoglioso \u003Cmark>di\u003C/mark> esserlo, ma sono soprattutto uno sfruttato nato in un ceto basso e figlio \u003Cmark>di\u003C/mark> operai, e sono stufo \u003Cmark>di\u003C/mark> essere preso in giro e \u003Cmark>di\u003C/mark> dover far finta \u003Cmark>di\u003C/mark> credere a tutte le vostre menzogne, tra l’altro raccontate molto male. E poi andiamo, non c’entro nulla, ma proprio nulla con voi. Non ho una carriera da costruire sulle spalle della povera gente, non ho una villa da comprare facendo il burocrate, tradimenti da attuare per far carriera, persone da incarcerare, piedi da calpestare, magagne da nascondere, balle da raccontare… insomma non ho, non ho mai avuto né vorrei avere una vita “avventurosa” come la vostra. E per fortuna, penso, guardando a cosa avviene nel mondo o nella nostra piccola città, che dite \u003Cmark>di\u003C/mark> essere il bene. Non oso nemmeno immaginare cosa accadrebbe se vi diceste malvagi ed egoisti!\r\nAnche io non sono un santo è vero, e a mio modo risulto ridicolo agli occhi delle persone – niente \u003Cmark>di\u003C/mark> grave. Insomma, se faccio qualcosa \u003Cmark>di\u003C/mark> male è un male relativo, cioè… non uccido persone per i miei tornaconti personali o per il mio portafogli, non inquino i fiumi e l’acqua corrente nei paesi, non chiudo ambulatori medici e non mi arricchisco sulle spalle degli altri. Né tanto meno butto fuori la gente da casa, non licenzio nessuno né prometto a famiglie intere che avranno dei bonus o la cassa integrazione per poi lasciarli senza nulla, non strangolo la gente con le tasse per fare la guerra, le indagini fuffa, ecc. Insomma, non ho il vostro generoso “altruismo”, chissà come fate a vivere senza rimorsi o sensi \u003Cmark>di\u003C/mark> colpa. Mah. Per quel che mi riguarda non parteciperò al vostro teatrino mediatico e tanto meno potrò mai ammettere che siete il bene, o che va tutto bene. Sarebbe come ammettere davanti all’inquisizione che la terra è piatta, o come affermare che Luigi XVI fosse bello, bravo e buono. Davanti ai poveri come me gli unici argomenti che avete sono la forza e la paura. E per questo motivo vi sentite insicuri nelle nefandezze e nei loschi affari, soprattutto in un periodo storico come questo in cui accade che le persone si sveglino e siano stufe \u003Cmark>di\u003C/mark> tirare la cinghia, \u003Cmark>di\u003C/mark> avere paura, \u003Cmark>di\u003C/mark> essere prese in giro. Insomma, rivoltarsi e dire basta contro questo mondo \u003Cmark>di\u003C/mark> tenebre è semplicemente giusto, per chi ha un cuore ogni atto \u003Cmark>di\u003C/mark> rivolta è giusto, davanti al male che perseguite.\r\nUn mondo nuovo è necessario. Un’azione può essere condivisibile o meno da parte della povera gente, ma è sempre etica \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte alle ingiustizie, per chi ha un cuore che batte per un’umanità ed un mondo migliore. Con la speranza che la rivoluzione, come sempre e in ogni epoca, sia contagiosa. Dite che gli anarchici sono un pericolo: non penso proprio. Forse ci imprigionate e perseguitate perché temete che persone come noi possano essere \u003Cmark>di\u003C/mark> esempio per gli sfruttati, non comprendendo che da sempre è quando i poveri dicono basta e si ribellano che sono un esempio per noi, e che noi siamo da sempre parte e figli loro.\r\nHo quasi finito, volevo dire queste parole. Non sono capace \u003Cmark>di\u003C/mark> cose più profonde, né voglio dire altro: per chi come me, non ha soldi per domestici, vacanze ai tropici, sogni \u003Cmark>di\u003C/mark> carriere e stipendi elevati, la vita ruota attorno al lavoro, a tirare a fine giornata e ai propri cari. La vita, insomma, è dura e non ho il “buon tempo” come voi \u003Cmark>di\u003C/mark> costruire castelli in aria e far \u003Cmark>terrore\u003C/mark> alla povera gente. Fra le svariate imputazioni a mio carico manca naturalmente quella relativa all’unico crimine \u003Cmark>di\u003C/mark> cui come accusato mi sono effettivamente macchiato e \u003Cmark>di\u003C/mark> cui continuerò a macchiarmi, e che rivendico con orgoglio: quello \u003Cmark>di\u003C/mark> considerare la dignità un sentimento che non accetta intimidazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> stampo mafioso. 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(...) Era iniziato tutto una sera, quando alcune esplosioni furono segnalate sulla superficie di Marte, il pianeta rosso che tutti ritenevano disabitato.\" Nel 1897 Herbert George Wells scrive il romanzo \"La guerra dei mondi\" ambientato in Gran Bretagna, in cui immagina un'invasione dei marziani. Passano gli anni, arriva la radio e il giovane Orson Welles conduce il programma letterario \"The Mercury Teather on the air\" alla WABC/CBS di New York. Vuole presentare il romanzo di Wells, ma gli sembra troppo lungo e noioso, e decide di spostare l'azione negli Stati Uniti e trasformarla in uno pseudo-notiziario con collegamento sul posto. Sono le ore 20.01 di domenica 30 ottobre 1938. “Signore e signori, è la cosa più terribile alla quale abbiamo mai assistito... Aspettate un momento! Qualcuno sta cercando di affacciarsi alla sommità.... qualcuno... o qualcosa. Potrebbe essere... mio Dio! (urla di terrore in sottofondo)\" Qui finisce la storia del romanzo e comincia quella del più famoso e controverso evento della storia delle comunicazioni di massa. Migliaia di ascoltatori che si sintonizzano a programma iniziato credono di ascoltare un vero notiziario, ed é il panico. A New York la folla terrorizzata prende d'assalto il Dixie Bus Terminal di Manhattan. A Birmingham le chiese si riempiono di gente implorante e piangente. A San Francisco i volontari accorrono alle caserme, pronti a prendere le armi contro gli invasori dallo spazio. Solo il giorno dopo la situazione si normalizza. All'epoca un'invasione di marziani non era considerata un'assurdità. Nel 1893 Giovanni Virginio Schiapparelli, direttore dell'Osservatorio di Brera, aveva scoperto sulla superficie marziana una rete di canali che presupponevano una civiltà evoluta. Dopo di che il pianeta rosso era entrato nell'immaginario collettivo, dalla trilogia \"John Carter su Marte\" di Edgar Rice Bourroughs (il creatore di Tarzan) del 1912 al film \"Aelita, la regina di Marte\" del 1924 (il primo film russo di fantascienza) a \"Straniero in terra straniera\" del 1961 di Robert Heinlein che divenne un romanzo cult della controcultura. Il 25 luglio 1976 la sonda Viking 1 fotografa sulla superficie marziana un grande volto umano, secondo molti l'ultimo messaggio di una civiltà estinta. Sulla Notte dell'Invasione del 1938 continuano tuttora le discussioni e le ipotesi. Secondo alcuni il panico é stato artificiosamente amplificato negli anni successivi per giustificare un più rigido controllo dell'informazione. Secondo altri dietro Orson Welles c'era un esperimento segreto della Rockfeller Foundation per testare le reazioni dell'opinione pubblica davanti a notizie clamorose. Purtroppo sia i canali che il volto su Marte si sono rivelati solo delle illusioni ottiche. Buon ascolto.\r\n\r\nSergio De Santis \"Hoax! - Storie di imbroglioni, burloni, truffatori e semplici bugiardi\" 2011.\r\n\r\nHouseman J. \"Panico! Arrivano i marziani!\" in Klein A. \"Eroi dell'inganno\" 1962.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/2019.11.08-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","10 Novembre 2019","2019-11-11 08:29:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/WOW2-200x110.jpg","IL TERRORE ARRIVA DA MARTE - LA PERLA DI LABUAN 8/11/2019",1573372195,[],[],{"post_content":554,"post_title":558},{"matched_tokens":555,"snippet":556,"value":557},[92,91],"Potrebbe essere... mio Dio! (urla \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>terrore\u003C/mark> in sottofondo)\" Qui finisce la","\"Alla fine del XIX secolo nessuno avrebbe creduto che le cose della terra fossero acutamente e attentamente osservate da intelligenze superiori a quelle degli uomini. 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In guerra è normale che la popolazione venga oppressa e chi resiste venga trattato da terrorista.\r\nPer capirne di più anarres ha intervistato Eugenio Losco, uno degli avvocati che difendono i No Tav accusati di terrorismo.\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n2014 01 10 avv losco terrorismo\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nDi seguito un testo discusso e condiviso tra i compagni e le compagne della Federazione Anarchica di Torino.\r\n\r\nLunedì 13 gennaio il Riesame ha confermato gli arresti per i quattro anarchici arrestati il 9 dicembre con l'accusa di aver partecipato all'azione di sabotaggio del cantiere della Maddalena della notte tra il 12 e il 13 maggio dello scorso anno. 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Come si trasforma un'azione di sabotaggio in un atto terrorista?\r\nL'ordinamento mette a disposizione delle procure l'articolo 270 sexies, l'ultima incarnazione del famigerato 270, l'articolo che descrive i reati associativi di natura politica. Il 270 sexies fu frutto dell'onda emotiva seguita ai sanguinosi attentati di Londra e Madrid, delle bombe su treni e metropolitane che fecero centinaia di morti nelle due capitali europee, l'ennesimo episodio nella guerra di Al Quaeda agli infedeli. La Jihad del secondo millennio.\r\nDal 270 sexies i PM torinesi hanno desunto la definizione di terrorismo sulla quale hanno incardinato l'imputazione contro i quattro No Tav arrestati il 9 dicembre. Per questa norma \"sono considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un'organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un'organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto (…)\".\r\nNelle motivazioni della decisione del riesame di mantenere in carcere i quattro attivisti No Tav si legge: “È ravvisabile la finalità di terrorismo tenuto conto che l’azione è idonea, per contesto e natura, a cagionare grave danno al Paese, ed è stata posta in essere allo scopo di costringere i pubblici poteri ad astenersi dalla realizzazione di un’opera pubblica di rilevanza internazionale”.\r\nChiunque si opponga concretamente ad una decisione dello Stato italiano o dell'Unione Europea rischia di incappare nell'accusa di terrorismo.\r\nIl meccanismo che ha portato in galera i quattro No Tav potrebbe essere in ogni momento esteso a chiunque lotti contro le scelte del governo non condivise. In questo caso la lotta tocca una vasta parte della popolazione valsusina e di quanti negli anni ne hanno condiviso motivazioni e percorsi.\r\nUn fatto gravissimo.\r\nNon è “soltanto” in gioco la libertà di quattro attivisti ma quella di tutti. Se il teorema che equipara le lotte al terrorismo dovesse passare, la possibilità di opporsi sarebbe negata in modo drastico.\r\nIn questi anni, di fronte alle manifestazioni più nette della criminalità del potere tanti hanno parlato di \"democrazia tradita\". Una illusione. Una illusione pericolosa, perché ha in se l'idea che questo sistema sia correggibile, che la violenza delle forze dell'ordine, la ferocia della macchina delle espulsioni, l'inumanità delle galere, la tortura nelle caserme, i pestaggi nei CIE e per le strade, le facce spaccate dai manganelli, le gole bruciate dai lacrimogeni, i lavoratori che muoiono di lavoro, i veleni che ammorbano la terra siano eccezioni, gravi, estese, durevoli ma eccezioni. La democrazia avrebbe in se gli anticorpi per eliminare i mali che la affliggono, per correggere la rotta, costruire partecipazione nella libertà.\r\nL'introduzione nell'ordinamento di norme come il 270 sexies e il suo utilizzo contro attivisti No Tav è lo specchio di una democrazia che lungi dall'essere tradita, tradisce la propria intima natura, (di)mostra che l'unica possibilità offerta al dissenso è la testimonianza ineffettuale.\r\nPezzo dopo pezzo sono state demolite le pur esigue garanzie offerte a chi disapprova le scelte del governo, delle istituzioni locali, delle organizzazioni padronali e dei sindacati di Stato. L'accordo stipulato il 31 maggio 2013 tra CGIL, CISL, UIL e Confindustria, che esclude dalla rappresentanza chi non ne accetta le regole e punisce chi sciopera contro, ne è il segno.\r\nIn questi anni le Procure hanno giocato un ruolo sempre più netto nel disciplinamento dell'opposizione politica e sociale.\r\nSpesso non è stato neppure necessario modificare le norme: è bastato un uso molto disinvolto di quelle che c'erano. Una vera torsione del diritto per ottenere anni di carcere e lunghe detenzioni.\r\nReati da tempi di guerra come \"devastazione e saccheggio\", l'utilizzo di fattispecie come \"associazione sovversiva\", \"violenza privata\", “associazione a delinquere”, \"resistenza a pubblico ufficiale\", \"vilipendio\" della sacralità delle istituzioni sono le leve potenti utilizzate per colpire chi agisce per costruire relazioni all'insegna della partecipazione, dell'eguaglianza, della libertà.\r\nIn questi anni Torino è stata ed è uno dei laboratori dove si sperimentano le strategie repressive delle Procure. Si va dall’accusa – poi caduta – di “devastazione e saccheggio” per una manifestazione antifascista come tante, sino al tentativo di trasformare le lotte antirazziste in un’associazione a delinquere, che sebbene sia fallito, non ha tuttavia distolto la Procura torinese dall’imbastire due maxi processi contro gli antirazzisti, che rischiano lunghi anni di detenzione per banali episodi di contestazione e lotta.\r\nL'adozione di misure che per via amministrativa consentono la limitazione della libertà come fogli di via, divieti e obblighi di dimora sono distribuite a piene mani per mettere i bastoni tra le ruote dei movimenti.\r\nPersino le \"normali\" garanzie vengono fatte a pezzi in processi che per l'impianto e per le modalità di svolgimento negano l'esercizio dei cosiddetti diritti di difesa.\r\nNel processo in cui sono alla sbarra 52 No Tav per le giornate di lotta del 27 giugno e del 3 luglio 2011, persino gli avvocati hanno dovuto prendere posizione pubblica contro la Procura perché ai difensori è consentita a malapena la presenza. Un processo farsa: la sentenza pare già scritta. La corte ha imposto due udienze a settimana di dieci ore, senza certezza sul calendario dei testimoni e senza spazio per le difese. Oggi la soluzione disciplinare è l'unico approdo dei governi che hanno delegato all'apparato giudiziario la gestione dei nodi che non riescono ad affrontare. Dalla legge elettorale, a quella sulle droghe, dalla terra dei fuochi alla demolizione dei movimenti di opposizione la parola è passata ai gestori della guerra, dell’ordine pubblico e dei tribunali.\r\nNel solo movimento No Tav sono ormai diverse centinaia gli attivisti finiti nel mirino della magistratura.\r\nL'arresto di quattro attivisti No Tav con l'accusa di terrorismo non è certo giunto inaspettato. Sin da maggio i media e i politici hanno parlato di terrorismo. Prima della Procura torinese, l'accusa che ha privato della libertà Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò è stata formulata nelle redazioni dei giornali e nelle segreterie dei partiti.\r\nLa determinazione ad affondare sempre più nella carne viva del movimento contro la Torino Lyon aumenta quando il movimento lancia un segnale forte. Inequivocabile. Le decine di migliaia di persone che hanno partecipato alla manifestazione dello scorso 16 novembre a Susa sono la dimostrazione che il movimento, nelle sue varie componenti, non è disponibile a trasformarsi in mero testimone dello scempio. In quella manifestazione era esplicito l'appoggio alle azioni di resistenza attiva e alle centinaia di No Tav colpiti dalla repressione per aver partecipato alla lotta, mettendosi in mezzo, partecipando a blocchi, azioni, occupazioni, sabotaggi.\r\nDue settimane dopo sono scattati gli arresti.\r\nIl governo usa sempre di più la mano dura contro chi non si piega e continua a lottare. Lo scopo è chiaro: seminare il terrore tra i No Tav, spaventare la popolazione della Val Susa, far paura ai tanti che in questi anni, chi più e chi meno, chi in prima fila, chi in ultima si sono messi di mezzo, hanno costruito presidi, eretto barricate, bloccato strade e ferrovie, hanno boicottato e sabotato il cantiere e le ditte collaborazioniste, si sono difesi dall’occupazione militare e dalla distruzione del territorio.\r\nIn questi ultimi due anni e mezzo si è allungata la lista degli attivisti feriti, gasati, pestati, torturati. Quest’estate la polizia ha anche molestato sessualmente una No Tav. Qualcuno ha anche rischiato di morire per le botte, che hanno rotto teste, spezzato gambe e braccia, accecato.\r\nQuesto è terrorismo di Stato. Non uno slogan ma la realtà che stiamo vivendo. In Val Susa, ma non solo.\r\nLa repressione si sta inasprendo perché il governo si prepara ad attaccare in bassa valle, dove si stanno preparando ai lavori preliminari per aprire il cantiere del mega tunnel a Susa.\r\nNei prossimi mesi proveranno a fare i lavori per spostare l’autoporto da Susa a Bruzolo e il servizio”Guida Sicura” da Susa ad Avigliana.\r\nSeminare il terrore tra la popolazione è l’ultima carta da giocare perché il governo sa bene che in bassa valle la partita potrebbe essere molto più difficile che a Chiomonte, in una zona isolata, senza abitazioni, raggiungibile solo a piedi.\r\nIn questa strategia del terrore ci sono sia gli arresti per terrorismo sia la condanna al pagamento di oltre 200.000 euro per Alberto, Giorgio e Loredana tre attivisti, accusati di aver danneggiato gli affari di LTF, il general contractor dell’opera, per aver impedito un sondaggio proprio all’autoporto di Susa. Pagare cifre simili non è alla portata di tutti: si rischia di perdere la casa, l’auto, un quinto dello stipendio o della pensione. Il governo spera che di fronte a decenni di galera, alla perdita di quello chi si ha per campare, qualcuno anche se non ha cambiato idea, si tiri indietro.\r\nLa scommessa è far si che si sbaglino.\r\nIl governo sa che l’apertura dei cantieri a Susa non sarà una passeggiata. Sa che in molti si metteranno di mezzo, sa che i più li sosterranno. Ma per vincere la partita non basterà.\r\nOggi tutti plaudono e molti agiscono. Per mettersi in mezzo basta poco, anche una sedia in mezzo alla strada. Se saranno tante quando tireranno giù la prima barricata ne troveranno un’altra poco lontano.\r\nSe ancora una volta il movimento saprà rendere ingovernabile un intero territorio per i nostri avversari sarà di nuovo dura.\r\nIl 22 febbraio il movimento No Tav ha lanciato una giornata di lotta nazionale – ognuno sul proprio territorio – contro la repressione e contro il Tav e le altre grandi opere inutili e dannose.\r\nSarà una buona occasione per inceppare il terrorismo di Stato.\r\n°°°°\r\nChi ci vuole contattare per commentare il testo ci può scrivere ad anarres@inventati.org","22 Gennaio 2014","2019-01-31 12:41:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/compressore-200x110.jpg","Terrorismo di Stato",1390417059,[580,581,582],"http://radioblackout.org/tag/arresti-no-tav/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/terrorismo/",[584,585,586],"arresti no tav","no tav","terrorismo",{"post_content":588,"post_title":592},{"matched_tokens":589,"snippet":590,"value":591},[92,166],"organizzazioni padronali e dei sindacati \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Stato\u003C/mark>. L'accordo stipulato il 31 maggio 2013 tra CGIL, CISL, UIL e Confindustria, che","La Procura torinese ha attuato un ulteriore salto \u003Cmark>di\u003C/mark> qualità nella repressione degli attivisti No Tav.\r\nL'accusa \u003Cmark>di\u003C/mark> terrorismo per atti \u003Cmark>di\u003C/mark> mero sabotaggio non violento, la detenzione in regime \u003Cmark>di\u003C/mark> isolamento, il trattenimento e la censura della posta, e, da ultimo, il blocco dei colloqui con amici e parenti sono il segno \u003Cmark>di\u003C/mark> un irrigidimento disciplinare da tempi \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra.\r\nD'altra parte, quando c'é il filo spinato, l'occupazione militare, i blindati, i lacrimogeni, i reduci dell'Afganistan, la guerra c'é già. In guerra è normale che la popolazione venga oppressa e chi resiste venga trattato da terrorista.\r\nPer capirne \u003Cmark>di\u003C/mark> più anarres ha intervistato Eugenio Losco, uno degli avvocati che difendono i No Tav accusati \u003Cmark>di\u003C/mark> terrorismo.\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n2014 01 10 avv losco terrorismo\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> seguito un testo discusso e condiviso tra i compagni e le compagne della Federazione Anarchica \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino.\r\n\r\nLunedì 13 gennaio il Riesame ha confermato gli arresti per i quattro anarchici arrestati il 9 dicembre con l'accusa \u003Cmark>di\u003C/mark> aver partecipato all'azione \u003Cmark>di\u003C/mark> sabotaggio del cantiere della Maddalena della notte tra il 12 e il 13 maggio dello scorso anno. Accolto interamente l'impianto accusatorio del Gip Giampieri e dei PM Rinaudo e Padalino, che, oltre all'imputazione \u003Cmark>di\u003C/mark> uso \u003Cmark>di\u003C/mark> armi da guerra, avevano formulato l'accusa \u003Cmark>di\u003C/mark> attentato per fini \u003Cmark>di\u003C/mark> terrorismo.\r\nGli articoli del codice sono il 280 e il 280 bis.\r\nL'articolo 280 contempla il reato \u003Cmark>di\u003C/mark> \"attentato per finalità terroristiche o \u003Cmark>di\u003C/mark> eversione\". Ed è così formulato: \"Chiunque per finalità \u003Cmark>di\u003C/mark> terrorismo o \u003Cmark>di\u003C/mark> eversione dell'ordine democratico attenta alla vita od alla incolumità \u003Cmark>di\u003C/mark> una persona, è punito, nel primo caso, con la reclusione non inferiore ad anni venti e, nel secondo caso, con la reclusione non inferiore ad anni sei.\"\r\nL'articolo 280 bis, \"Atto \u003Cmark>di\u003C/mark> terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi\" prevede che \"salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque per finalità \u003Cmark>di\u003C/mark> terrorismo compie qualsiasi atto diretto a danneggiare cose mobili o immobili altrui, mediante l'uso \u003Cmark>di\u003C/mark> dispositivi esplosivi o comunque micidiali, è punito con la reclusione da due a cinque anni\".\r\nQuella notte venne danneggiato un compressore. Nonostante non sia \u003Cmark>stato\u003C/mark> ferito nessuno, gli attivisti sono stati accusati \u003Cmark>di\u003C/mark> aver tentato \u003Cmark>di\u003C/mark> colpire gli operai del cantiere e i militari \u003Cmark>di\u003C/mark> guardia. Una follia. una lucida follia.\r\nCome si configura il terrorismo? Qual è la differenza tra un danneggiamento e l'attentato terrorista? Come si trasforma un'azione \u003Cmark>di\u003C/mark> sabotaggio in un atto terrorista?\r\nL'ordinamento mette a disposizione delle procure l'articolo 270 sexies, l'ultima incarnazione del famigerato 270, l'articolo che descrive i reati associativi \u003Cmark>di\u003C/mark> natura politica. Il 270 sexies fu frutto dell'onda emotiva seguita ai sanguinosi attentati \u003Cmark>di\u003C/mark> Londra e Madrid, delle bombe su treni e metropolitane che fecero centinaia \u003Cmark>di\u003C/mark> morti nelle due capitali europee, l'ennesimo episodio nella guerra \u003Cmark>di\u003C/mark> Al Quaeda agli infedeli. La Jihad del secondo millennio.\r\nDal 270 sexies i PM torinesi hanno desunto la definizione \u003Cmark>di\u003C/mark> terrorismo sulla quale hanno incardinato l'imputazione contro i quattro No Tav arrestati il 9 dicembre. Per questa norma \"sono considerate con finalità \u003Cmark>di\u003C/mark> terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un'organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo \u003Cmark>di\u003C/mark> intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un'organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto (…)\".\r\nNelle motivazioni della decisione del riesame \u003Cmark>di\u003C/mark> mantenere in carcere i quattro attivisti No Tav si legge: “È ravvisabile la finalità \u003Cmark>di\u003C/mark> terrorismo tenuto conto che l’azione è idonea, per contesto e natura, a cagionare grave danno al Paese, ed è stata posta in essere allo scopo \u003Cmark>di\u003C/mark> costringere i pubblici poteri ad astenersi dalla realizzazione \u003Cmark>di\u003C/mark> un’opera pubblica \u003Cmark>di\u003C/mark> rilevanza internazionale”.\r\nChiunque si opponga concretamente ad una decisione dello \u003Cmark>Stato\u003C/mark> italiano o dell'Unione Europea rischia \u003Cmark>di\u003C/mark> incappare nell'accusa \u003Cmark>di\u003C/mark> terrorismo.\r\nIl meccanismo che ha portato in galera i quattro No Tav potrebbe essere in ogni momento esteso a chiunque lotti contro le scelte del governo non condivise. In questo caso la lotta tocca una vasta parte della popolazione valsusina e \u003Cmark>di\u003C/mark> quanti negli anni ne hanno condiviso motivazioni e percorsi.\r\nUn fatto gravissimo.\r\nNon è “soltanto” in gioco la libertà \u003Cmark>di\u003C/mark> quattro attivisti ma quella \u003Cmark>di\u003C/mark> tutti. Se il teorema che equipara le lotte al terrorismo dovesse passare, la possibilità \u003Cmark>di\u003C/mark> opporsi sarebbe negata in modo drastico.\r\nIn questi anni, di fronte alle manifestazioni più nette della criminalità del potere tanti hanno parlato \u003Cmark>di\u003C/mark> \"democrazia tradita\". Una illusione. Una illusione pericolosa, perché ha in se l'idea che questo sistema sia correggibile, che la violenza delle forze dell'ordine, la ferocia della macchina delle espulsioni, l'inumanità delle galere, la tortura nelle caserme, i pestaggi nei CIE e per le strade, le facce spaccate dai manganelli, le gole bruciate dai lacrimogeni, i lavoratori che muoiono \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro, i veleni che ammorbano la terra siano eccezioni, gravi, estese, durevoli ma eccezioni. La democrazia avrebbe in se gli anticorpi per eliminare i mali che la affliggono, per correggere la rotta, costruire partecipazione nella libertà.\r\nL'introduzione nell'ordinamento \u003Cmark>di\u003C/mark> norme come il 270 sexies e il suo utilizzo contro attivisti No Tav è lo specchio \u003Cmark>di\u003C/mark> una democrazia che lungi dall'essere tradita, tradisce la propria intima natura, (di)mostra che l'unica possibilità offerta al dissenso è la testimonianza ineffettuale.\r\nPezzo dopo pezzo sono state demolite le pur esigue garanzie offerte a chi disapprova le scelte del governo, delle istituzioni locali, delle organizzazioni padronali e dei sindacati \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Stato\u003C/mark>. L'accordo stipulato il 31 maggio 2013 tra CGIL, CISL, UIL e Confindustria, che esclude dalla rappresentanza chi non ne accetta le regole e punisce chi sciopera contro, ne è il segno.\r\nIn questi anni le Procure hanno giocato un ruolo sempre più netto nel disciplinamento dell'opposizione politica e sociale.\r\nSpesso non è \u003Cmark>stato\u003C/mark> neppure necessario modificare le norme: è bastato un uso molto disinvolto \u003Cmark>di\u003C/mark> quelle che c'erano. Una vera torsione del diritto per ottenere anni \u003Cmark>di\u003C/mark> carcere e lunghe detenzioni.\r\nReati da tempi \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra come \"devastazione e saccheggio\", l'utilizzo \u003Cmark>di\u003C/mark> fattispecie come \"associazione sovversiva\", \"violenza privata\", “associazione a delinquere”, \"resistenza a pubblico ufficiale\", \"vilipendio\" della sacralità delle istituzioni sono le leve potenti utilizzate per colpire chi agisce per costruire relazioni all'insegna della partecipazione, dell'eguaglianza, della libertà.\r\nIn questi anni Torino è stata ed è uno dei laboratori dove si sperimentano le strategie repressive delle Procure. Si va dall’accusa – poi caduta – \u003Cmark>di\u003C/mark> “devastazione e saccheggio” per una manifestazione antifascista come tante, sino al tentativo \u003Cmark>di\u003C/mark> trasformare le lotte antirazziste in un’associazione a delinquere, che sebbene sia fallito, non ha tuttavia distolto la Procura torinese dall’imbastire due maxi processi contro gli antirazzisti, che rischiano lunghi anni \u003Cmark>di\u003C/mark> detenzione per banali episodi \u003Cmark>di\u003C/mark> contestazione e lotta.\r\nL'adozione \u003Cmark>di\u003C/mark> misure che per via amministrativa consentono la limitazione della libertà come fogli \u003Cmark>di\u003C/mark> via, divieti e obblighi \u003Cmark>di\u003C/mark> dimora sono distribuite a piene mani per mettere i bastoni tra le ruote dei movimenti.\r\nPersino le \"normali\" garanzie vengono fatte a pezzi in processi che per l'impianto e per le modalità \u003Cmark>di\u003C/mark> svolgimento negano l'esercizio dei cosiddetti diritti \u003Cmark>di\u003C/mark> difesa.\r\nNel processo in cui sono alla sbarra 52 No Tav per le giornate \u003Cmark>di\u003C/mark> lotta del 27 giugno e del 3 luglio 2011, persino gli avvocati hanno dovuto prendere posizione pubblica contro la Procura perché ai difensori è consentita a malapena la presenza. Un processo farsa: la sentenza pare già scritta. La corte ha imposto due udienze a settimana \u003Cmark>di\u003C/mark> dieci ore, senza certezza sul calendario dei testimoni e senza spazio per le difese. Oggi la soluzione disciplinare è l'unico approdo dei governi che hanno delegato all'apparato giudiziario la gestione dei nodi che non riescono ad affrontare. Dalla legge elettorale, a quella sulle droghe, dalla terra dei fuochi alla demolizione dei movimenti \u003Cmark>di\u003C/mark> opposizione la parola è passata ai gestori della guerra, dell’ordine pubblico e dei tribunali.\r\nNel solo movimento No Tav sono ormai diverse centinaia gli attivisti finiti nel mirino della magistratura.\r\nL'arresto \u003Cmark>di\u003C/mark> quattro attivisti No Tav con l'accusa \u003Cmark>di\u003C/mark> terrorismo non è certo giunto inaspettato. Sin da maggio i media e i politici hanno parlato \u003Cmark>di\u003C/mark> terrorismo. Prima della Procura torinese, l'accusa che ha privato della libertà Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò è stata formulata nelle redazioni dei giornali e nelle segreterie dei partiti.\r\nLa determinazione ad affondare sempre più nella carne viva del movimento contro la Torino Lyon aumenta quando il movimento lancia un segnale forte. Inequivocabile. Le decine \u003Cmark>di\u003C/mark> migliaia \u003Cmark>di\u003C/mark> persone che hanno partecipato alla manifestazione dello scorso 16 novembre a Susa sono la dimostrazione che il movimento, nelle sue varie componenti, non è disponibile a trasformarsi in mero testimone dello scempio. In quella manifestazione era esplicito l'appoggio alle azioni \u003Cmark>di\u003C/mark> resistenza attiva e alle centinaia \u003Cmark>di\u003C/mark> No Tav colpiti dalla repressione per aver partecipato alla lotta, mettendosi in mezzo, partecipando a blocchi, azioni, occupazioni, sabotaggi.\r\nDue settimane dopo sono scattati gli arresti.\r\nIl governo usa sempre \u003Cmark>di\u003C/mark> più la mano dura contro chi non si piega e continua a lottare. Lo scopo è chiaro: seminare il \u003Cmark>terrore\u003C/mark> tra i No Tav, spaventare la popolazione della Val Susa, far paura ai tanti che in questi anni, chi più e chi meno, chi in prima fila, chi in ultima si sono messi \u003Cmark>di\u003C/mark> mezzo, hanno costruito presidi, eretto barricate, bloccato strade e ferrovie, hanno boicottato e sabotato il cantiere e le ditte collaborazioniste, si sono difesi dall’occupazione militare e dalla distruzione del territorio.\r\nIn questi ultimi due anni e mezzo si è allungata la lista degli attivisti feriti, gasati, pestati, torturati. Quest’estate la polizia ha anche molestato sessualmente una No Tav. Qualcuno ha anche rischiato \u003Cmark>di\u003C/mark> morire per le botte, che hanno rotto teste, spezzato gambe e braccia, accecato.\r\nQuesto è terrorismo \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Stato\u003C/mark>. Non uno slogan ma la realtà che stiamo vivendo. In Val Susa, ma non solo.\r\nLa repressione si sta inasprendo perché il governo si prepara ad attaccare in bassa valle, dove si stanno preparando ai lavori preliminari per aprire il cantiere del mega tunnel a Susa.\r\nNei prossimi mesi proveranno a fare i lavori per spostare l’autoporto da Susa a Bruzolo e il servizio”Guida Sicura” da Susa ad Avigliana.\r\nSeminare il \u003Cmark>terrore\u003C/mark> tra la popolazione è l’ultima carta da giocare perché il governo sa bene che in bassa valle la partita potrebbe essere molto più difficile che a Chiomonte, in una zona isolata, senza abitazioni, raggiungibile solo a piedi.\r\nIn questa strategia del terrore ci sono sia gli arresti per terrorismo sia la condanna al pagamento \u003Cmark>di\u003C/mark> oltre 200.000 euro per Alberto, Giorgio e Loredana tre attivisti, accusati \u003Cmark>di\u003C/mark> aver danneggiato gli affari \u003Cmark>di\u003C/mark> LTF, il general contractor dell’opera, per aver impedito un sondaggio proprio all’autoporto \u003Cmark>di\u003C/mark> Susa. Pagare cifre simili non è alla portata \u003Cmark>di\u003C/mark> tutti: si rischia \u003Cmark>di\u003C/mark> perdere la casa, l’auto, un quinto dello stipendio o della pensione. Il governo spera che \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte a decenni \u003Cmark>di\u003C/mark> galera, alla perdita \u003Cmark>di\u003C/mark> quello chi si ha per campare, qualcuno anche se non ha cambiato idea, si tiri indietro.\r\nLa scommessa è far si che si sbaglino.\r\nIl governo sa che l’apertura dei cantieri a Susa non sarà una passeggiata. Sa che in molti si metteranno \u003Cmark>di\u003C/mark> mezzo, sa che i più li sosterranno. Ma per vincere la partita non basterà.\r\nOggi tutti plaudono e molti agiscono. Per mettersi in mezzo basta poco, anche una sedia in mezzo alla strada. Se saranno tante quando tireranno giù la prima barricata ne troveranno un’altra poco lontano.\r\nSe ancora una volta il movimento saprà rendere ingovernabile un intero territorio per i nostri avversari sarà \u003Cmark>di\u003C/mark> nuovo dura.\r\nIl 22 febbraio il movimento No Tav ha lanciato una giornata \u003Cmark>di\u003C/mark> lotta nazionale – ognuno sul proprio territorio – contro la repressione e contro il Tav e le altre grandi opere inutili e dannose.\r\nSarà una buona occasione per inceppare il terrorismo \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Stato\u003C/mark>.\r\n°°°°\r\nChi ci vuole contattare per commentare il testo ci può scrivere ad anarres@inventati.org",{"matched_tokens":593,"snippet":594,"value":594},[92,166],"Terrorismo \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Stato\u003C/mark>",[596,598],{"field":133,"matched_tokens":597,"snippet":590,"value":591},[92,166],{"field":136,"matched_tokens":599,"snippet":594,"value":594},[92,166],{"best_field_score":475,"best_field_weight":195,"fields_matched":36,"num_tokens_dropped":50,"score":476,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":50},{"document":602,"highlight":617,"highlights":622,"text_match":473,"text_match_info":625},{"comment_count":50,"id":603,"is_sticky":50,"permalink":604,"podcastfilter":605,"post_author":606,"post_content":607,"post_date":608,"post_excerpt":56,"post_id":603,"post_modified":609,"post_thumbnail":610,"post_title":611,"post_type":424,"sort_by_date":612,"tag_links":613,"tags":615},"97761","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-29-04-2025/",[382],"fritturamista","Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Meg studentessa universitaria a Torino sulla partecipazione al corteo del primo maggio 2025 dello spezzone sociale. Meg ci ha spiegato come attraverso le assemblee aperte a tutt* nelle università si è organizzata la costruzione politica dello spezzone di quest'anno\": \"lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario di guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra\"\r\nAPPUNTAMENTO PER TUTT* ALLE 9.00 IN PIAZZA VITTORIO\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Studentessa-presenta-spezzone-sociale-1-maggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Salvatore, compagno di Taranto storico e coordinatore provinciale COBAS che ci ha spiegato come quest'anno in Puglia si terranno in piedi sia il primo maggio a Bari unitario regionale che quello a Taranto. Questa decisione è stata concordata e condivisa durante le assemblee di preparazione ed ha convinto tutt*: \"non è un segnale di separazione/divisione delle realtà di base coinvolte ma un riconoscere da parte di tutt* che la specificità di Taranto, dove si riscontra il ricatto salute/lavoro/ambiente da sempre, và a tracciare/riprendere e confermare un percorso politico che diventa riappropriazione del protagonismo della classe operaia pronta a riprendersi la piazza, il concerto popolare (che fin dalla sua prima edizione, l’evento si proponeva essere come un’alternativa alle celebrazioni istituzionali del Primo Maggio), la salute, il territorio, etc.\"\r\nQui di seguito pubblichiamo comunicato stampa del primo maggio regionale di Bari:\r\n\r\n\"Chiudiamo il consolato onorario israeliano di Bari, luogo di guerra e politiche di orrore!!!\r\nIl Tavolo regionale per la Palestina ,contro le guerre ed il riarmo UE, contro il governo della Meloni, organizza a Bari il 1 Maggio con partenza alle ore 9,30 da Piazza Diaz un corteo internazionalista a sostegno della Palestina e di tutti i popoli oppressi.\r\nAlla fine del corteo,affianco al teatro Petruzzelli, ci saranno interventi di lavoratori, studenti , associazioni, per un 1 Maggio solidale e contro il governo meloni .\r\nIl tavolo regionale ha sempre sostenuto nelle manifestazioni per la Palestina che israele non è solo quella entità che vediamo ;\r\nisraele vive soprattutto , come quello che vediamo in Puglia, grazie a quelle fitte relazioni sui territori fatte di produzione militare e civile ,di esercitazioni militari in comune,di cosiddetti rapporti culturali,di accordi con Enti ed Istituzioni come Regione Puglia ed Università.\r\nBasta vedere cosa riporta il sito facebook del consolato onorario di Puglia ,che comprende anche la regione Basilicata e Molise; il consolato è retto da luigi de santis, unico console onorario in Italia riconosciuto dallo stato di israele proprio per la sua importanza.\r\nIl console onorario Luigi de santis ha ricevuto a Dicembre dalla prefettura di Bari il mantenimento della scorta.\r\nUn esempio di questa proficua attività è rappresentato dall’incontro realizzato il 18 marzo2025 tra il presidente della nuova fiera del levante(proprietà regione Puglia),Gaetano Frulli,e il decano del corpo consolare della Puglia, Basilicata e Molise, ioania Gherorghias.\r\nIn questa occasione è stato firmato un protocollo d’intesa per promuovere le imprese del territorio sui mercati internazionali.\r\nOppure l’incontro svolto il 14 Gennaio 2025con il ministro degli affari esteri di israele, gideon moshe sa’ar.\r\nUnitamente ai rapporti di collaborazione con la Regione Puglia ,con le Università,di scuole di droni per quello che significa, di costruzione di pezzi di aereo od elicottero per uso militare a volte in piccoli paesi,di esercitazioni militari come quella avvenuta presso l’aeroporto militare di Amendola ,vicino Foggia , l’11 Febbraio 2025.\r\nProprio lì davanti abbiamo manifestato lo scorso giugno per il G7 ascoltando negli incontri svolti in quella occasione il Vescovo di Manfredonia Moscone;oggi il Vescovo viene messo all’indice dall’Ambasciata israeliana di Roma che si è recata presso la Santa Sede dove lo ha accusato di antisemitismo.\r\nIl ruolo di informatore qualcuno lo avrà certamente svolto…. ed il dubbio ci viene.\r\nPer non dimenticare tutte le apparecchiature di sicurezza e di comunicazione comprate dai militari italiani,nell’ultimo periodo il governo italiano ha comprato centinaia di missili anti/carro proprio come quelli usati a Gaza in questi anni.\r\nRicordiamo anche il tentativo di costruire un villaggio turistico per riccastri in località Mogale (Ostuni) da una società Israeliana; caso strano il console onorario è il responsabile regionale dei giovani costruttori edili.\r\nBisogna chiudere questo consolato barese ormai diventato luogo di guerra e di terrore ; così come sul finire degli anni ’80 ,nelle lotte di sostegno alle Intifada Palestinesi, contrastammo in tanti duramente la istituita camera di commercio italo-israeliana fino alla sua chiusura.\r\nRealizzammo una doppia incursione all’interno della Fiera del Levante; la prima togliendo dal pennone la bandiera di israele ,buttandola nel cassonetto della spazzatura ed esponendo una enorme bandiera Palestina con la scritta “Palestina Libera”.\r\nLa seconda incursione avvenne all’interno di uno stand a loro dedicato , all’esterno della “galleria delle nazioni”.\r\nIn quella occasione furono trovati, ben occultati, degli opuscoli dedicata agli operatori commerciali.\r\nQuesti opuscoli parlavano della possibilità di non pagare tasse attraverso la triangolazione Italia-israele-Sudafrica dell’allora Apartheid.\r\nOggi più che mai è necessaria la lotta contro israele , a sostegno della Palestina.\r\nBisogna chiudere il consolato onorario di Bari che sostiene israele attraverso relazioni con “sinceri democratici” pugliesi.\r\nE’ ora di dire basta, la misura è più che colma.\r\nBari 27.04.2025\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Salvatore-COBAS-su-1-maggio-a-Bari-e-Taranto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia di Leo dell'Assemblea Pecaria Universitaria. Partendo dall'assemblea che ha visto ricercat* e lavorat* dell'università sempre più unit* nella lotta contro i forti tagli imposti dalla scorsa finanziaria e dalla riforma Bernini (per quanto momentaneamente \"stoppata), ci siamo fatti poi descrivere i prossimi appuntamenti che coinvolgeranno l'assemblea pecaria, il primo maggio in corteo all'interno dello spezzone sociale e il 12 maggio verso uno sciopero del precariato universitario, creato dall'unione delle diverse realtà italiane.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Leo-assemblea-universitaria-precaria-su-sciopero-nazionale-12-maggio-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl quarto argomento della puntata è stato quello dei reiterati comportamenti a dir poco anti-sindacali, messi in atto dalla cooperativa sociale Arcobaleno, ne abbiamo parlato con Giancarlo secondo lavoratore da poco licenziato dalla cooperativa stessa. Abbiamo parlato più volte di questa realtà, che tra gli altri ambiti si occupa di fornire servizi di raccolta rifiuti per il comune di Torino, che da quando ha visto l'interesse attivo da parte di Marco e Giancarlo, delegati USB all'interno della cooperativa, nel tutelare i lavoratori e la loro paga, ha inaugurato una vera e propria guerra contro chi osa dissentire.\r\n\r\nPrima i richiami a Marco per gli attacchinaggi in sede (tramite il cavillo che la bacheca sindacale era ad uso esclusivo dell'altro sindacato interno alla cooperativa, la CGIL), seguiti dal licenziamento per danno di immagine alla cooperativa. (ne abbiamo parlato in passato in questa intervista). Per poi arrivare al licenziamento di una persona con un'invalidità del 75%, seguita dai servizi sociali di più di 50 anni, da parte di quelle realtà che dovrebbero agire esattamente per non permettere che queste cose avvengano. Ci siamo fatti raccontare da Giancarlo i dettagli di questa vicenda, il quale ci ha anche invitati al presidio del 13 maggio, all'interno dello sciopero delle cooperative sociali davanti al comune, per richiedere il commissariamento della cooperativa.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Giancarlo-su-licenziamento-cooperativa-arcobaleno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","13 Maggio 2025","2025-05-13 23:17:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/spezzone-social-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 29/04/2025",1747178222,[614],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[616],"frittura mista radio fabbrica",{"post_content":618},{"matched_tokens":619,"snippet":620,"value":621},[93,92],"onorario in Italia riconosciuto dallo \u003Cmark>stato\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> israele proprio per la sua","Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia \u003Cmark>di\u003C/mark> Meg studentessa universitaria a Torino sulla partecipazione al corteo del primo maggio 2025 dello spezzone sociale. Meg ci ha spiegato come attraverso le assemblee aperte a tutt* nelle università si è organizzata la costruzione politica dello spezzone \u003Cmark>di\u003C/mark> quest'anno\": \"lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra\"\r\nAPPUNTAMENTO PER TUTT* ALLE 9.00 IN PIAZZA VITTORIO\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Studentessa-presenta-spezzone-sociale-1-maggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia \u003Cmark>di\u003C/mark> Salvatore, compagno \u003Cmark>di\u003C/mark> Taranto storico e coordinatore provinciale COBAS che ci ha spiegato come quest'anno in Puglia si terranno in piedi sia il primo maggio a Bari unitario regionale che quello a Taranto. Questa decisione è stata concordata e condivisa durante le assemblee \u003Cmark>di\u003C/mark> preparazione ed ha convinto tutt*: \"non è un segnale \u003Cmark>di\u003C/mark> separazione/divisione delle realtà \u003Cmark>di\u003C/mark> base coinvolte ma un riconoscere da parte \u003Cmark>di\u003C/mark> tutt* che la specificità \u003Cmark>di\u003C/mark> Taranto, dove si riscontra il ricatto salute/lavoro/ambiente da sempre, và a tracciare/riprendere e confermare un percorso politico che diventa riappropriazione del protagonismo della classe operaia pronta a riprendersi la piazza, il concerto popolare (che fin dalla sua prima edizione, l’evento si proponeva essere come un’alternativa alle celebrazioni istituzionali del Primo Maggio), la salute, il territorio, etc.\"\r\nQui \u003Cmark>di\u003C/mark> seguito pubblichiamo comunicato stampa del primo maggio regionale \u003Cmark>di\u003C/mark> Bari:\r\n\r\n\"Chiudiamo il consolato onorario israeliano \u003Cmark>di\u003C/mark> Bari, luogo \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra e politiche \u003Cmark>di\u003C/mark> orrore!!!\r\nIl Tavolo regionale per la Palestina ,contro le guerre ed il riarmo UE, contro il governo della Meloni, organizza a Bari il 1 Maggio con partenza alle ore 9,30 da Piazza Diaz un corteo internazionalista a sostegno della Palestina e \u003Cmark>di\u003C/mark> tutti i popoli oppressi.\r\nAlla fine del corteo,affianco al teatro Petruzzelli, ci saranno interventi \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoratori, studenti , associazioni, per un 1 Maggio solidale e contro il governo meloni .\r\nIl tavolo regionale ha sempre sostenuto nelle manifestazioni per la Palestina che israele non è solo quella entità che vediamo ;\r\nisraele vive soprattutto , come quello che vediamo in Puglia, grazie a quelle fitte relazioni sui territori fatte \u003Cmark>di\u003C/mark> produzione militare e civile ,\u003Cmark>di\u003C/mark> esercitazioni militari in comune,di cosiddetti rapporti culturali,di accordi con Enti ed Istituzioni come Regione Puglia ed Università.\r\nBasta vedere cosa riporta il sito facebook del consolato onorario \u003Cmark>di\u003C/mark> Puglia ,che comprende anche la regione Basilicata e Molise; il consolato è retto da luigi de santis, unico console onorario in Italia riconosciuto dallo \u003Cmark>stato\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> israele proprio per la sua importanza.\r\nIl console onorario Luigi de santis ha ricevuto a Dicembre dalla prefettura \u003Cmark>di\u003C/mark> Bari il mantenimento della scorta.\r\nUn esempio \u003Cmark>di\u003C/mark> questa proficua attività è rappresentato dall’incontro realizzato il 18 marzo2025 tra il presidente della nuova fiera del levante(proprietà regione Puglia),Gaetano Frulli,e il decano del corpo consolare della Puglia, Basilicata e Molise, ioania Gherorghias.\r\nIn questa occasione è \u003Cmark>stato\u003C/mark> firmato un protocollo d’intesa per promuovere le imprese del territorio sui mercati internazionali.\r\nOppure l’incontro svolto il 14 Gennaio 2025con il ministro degli affari esteri \u003Cmark>di\u003C/mark> israele, gideon moshe sa’ar.\r\nUnitamente ai rapporti \u003Cmark>di\u003C/mark> collaborazione con la Regione Puglia ,con le Università,di scuole \u003Cmark>di\u003C/mark> droni per quello che significa, \u003Cmark>di\u003C/mark> costruzione \u003Cmark>di\u003C/mark> pezzi \u003Cmark>di\u003C/mark> aereo od elicottero per uso militare a volte in piccoli paesi,di esercitazioni militari come quella avvenuta presso l’aeroporto militare \u003Cmark>di\u003C/mark> Amendola ,vicino Foggia , l’11 Febbraio 2025.\r\nProprio lì davanti abbiamo manifestato lo scorso giugno per il G7 ascoltando negli incontri svolti in quella occasione il Vescovo \u003Cmark>di\u003C/mark> Manfredonia Moscone;oggi il Vescovo viene messo all’indice dall’Ambasciata israeliana \u003Cmark>di\u003C/mark> Roma che si è recata presso la Santa Sede dove lo ha accusato \u003Cmark>di\u003C/mark> antisemitismo.\r\nIl ruolo \u003Cmark>di\u003C/mark> informatore qualcuno lo avrà certamente svolto…. ed il dubbio ci viene.\r\nPer non dimenticare tutte le apparecchiature \u003Cmark>di\u003C/mark> sicurezza e \u003Cmark>di\u003C/mark> comunicazione comprate dai militari italiani,nell’ultimo periodo il governo italiano ha comprato centinaia \u003Cmark>di\u003C/mark> missili anti/carro proprio come quelli usati a Gaza in questi anni.\r\nRicordiamo anche il tentativo \u003Cmark>di\u003C/mark> costruire un villaggio turistico per riccastri in località Mogale (Ostuni) da una società Israeliana; caso strano il console onorario è il responsabile regionale dei giovani costruttori edili.\r\nBisogna chiudere questo consolato barese ormai diventato luogo \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra e \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>terrore\u003C/mark> ; così come sul finire degli anni ’80 ,nelle lotte \u003Cmark>di\u003C/mark> sostegno alle Intifada Palestinesi, contrastammo in tanti duramente la istituita camera \u003Cmark>di\u003C/mark> commercio italo-israeliana fino alla sua chiusura.\r\nRealizzammo una doppia incursione all’interno della Fiera del Levante; la prima togliendo dal pennone la bandiera \u003Cmark>di\u003C/mark> israele ,buttandola nel cassonetto della spazzatura ed esponendo una enorme bandiera Palestina con la scritta “Palestina Libera”.\r\nLa seconda incursione avvenne all’interno \u003Cmark>di\u003C/mark> uno stand a loro dedicato , all’esterno della “galleria delle nazioni”.\r\nIn quella occasione furono trovati, ben occultati, degli opuscoli dedicata agli operatori commerciali.\r\nQuesti opuscoli parlavano della possibilità \u003Cmark>di\u003C/mark> non pagare tasse attraverso la triangolazione Italia-israele-Sudafrica dell’allora Apartheid.\r\nOggi più che mai è necessaria la lotta contro israele , a sostegno della Palestina.\r\nBisogna chiudere il consolato onorario \u003Cmark>di\u003C/mark> Bari che sostiene israele attraverso relazioni con “sinceri democratici” pugliesi.\r\nE’ ora \u003Cmark>di\u003C/mark> dire basta, la misura è più che colma.\r\nBari 27.04.2025\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Salvatore-COBAS-su-1-maggio-a-Bari-e-Taranto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia \u003Cmark>di\u003C/mark> Leo dell'Assemblea Pecaria Universitaria. Partendo dall'assemblea che ha visto ricercat* e lavorat* dell'università sempre più unit* nella lotta contro i forti tagli imposti dalla scorsa finanziaria e dalla riforma Bernini (per quanto momentaneamente \"stoppata), ci siamo fatti poi descrivere i prossimi appuntamenti che coinvolgeranno l'assemblea pecaria, il primo maggio in corteo all'interno dello spezzone sociale e il 12 maggio verso uno sciopero del precariato universitario, creato dall'unione delle diverse realtà italiane.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Leo-assemblea-universitaria-precaria-su-sciopero-nazionale-12-maggio-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl quarto argomento della puntata è \u003Cmark>stato\u003C/mark> quello dei reiterati comportamenti a dir poco anti-sindacali, messi in atto dalla cooperativa sociale Arcobaleno, ne abbiamo parlato con Giancarlo secondo lavoratore da poco licenziato dalla cooperativa stessa. Abbiamo parlato più volte \u003Cmark>di\u003C/mark> questa realtà, che tra gli altri ambiti si occupa \u003Cmark>di\u003C/mark> fornire servizi \u003Cmark>di\u003C/mark> raccolta rifiuti per il comune \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino, che da quando ha visto l'interesse attivo da parte \u003Cmark>di\u003C/mark> Marco e Giancarlo, delegati USB all'interno della cooperativa, nel tutelare i lavoratori e la loro paga, ha inaugurato una vera e propria guerra contro chi osa dissentire.\r\n\r\nPrima i richiami a Marco per gli attacchinaggi in sede (tramite il cavillo che la bacheca sindacale era ad uso esclusivo dell'altro sindacato interno alla cooperativa, la CGIL), seguiti dal licenziamento per danno \u003Cmark>di\u003C/mark> immagine alla cooperativa. (ne abbiamo parlato in passato in questa intervista). Per poi arrivare al licenziamento \u003Cmark>di\u003C/mark> una persona con un'invalidità del 75%, seguita dai servizi sociali \u003Cmark>di\u003C/mark> più \u003Cmark>di\u003C/mark> 50 anni, da parte \u003Cmark>di\u003C/mark> quelle realtà che dovrebbero agire esattamente per non permettere che queste cose avvengano. Ci siamo fatti raccontare da Giancarlo i dettagli \u003Cmark>di\u003C/mark> questa vicenda, il quale ci ha anche invitati al presidio del 13 maggio, all'interno dello sciopero delle cooperative sociali davanti al comune, per richiedere il commissariamento della cooperativa.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Giancarlo-su-licenziamento-cooperativa-arcobaleno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[623],{"field":133,"matched_tokens":624,"snippet":620,"value":621},[93,92],{"best_field_score":475,"best_field_weight":195,"fields_matched":295,"num_tokens_dropped":50,"score":626,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":50},"1733921019837546609",6637,{"collection_name":424,"first_q":86,"per_page":14,"q":86},11,["Reactive",631],{},["Set"],["ShallowReactive",634],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fv6pqK1odQzAz7my9V6zQPaePsOEo-22-KMucd9im3fU":-1},true,"/search?query=terrore+di+stato"]