","Da Livorno a Torino: in piazza contro la guerra e il militarismo","post",1740503712,[60,61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/antimilitaristi/","http://radioblackout.org/tag/guerra-in-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/livorno/","http://radioblackout.org/tag/terzo-anniversario/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[66,67,68,69,70],"antimilitaristi","guerra in ucraina","livorno","terzo anniversario","torino",{"post_content":72,"tags":78},{"matched_tokens":73,"snippet":76,"value":77},[74,75],"terzo","anniversario","Per il \u003Cmark>terzo\u003C/mark> \u003Cmark>anniversario\u003C/mark> della guerra in Ucraina ci","Per il \u003Cmark>terzo\u003C/mark> \u003Cmark>anniversario\u003C/mark> della guerra in Ucraina ci sono state iniziative di piazza il 22 a Torino, il 24 a Livorno.\r\nVi proponiamo la cronaca delle due giornate con Patrizia del Coordinamento antimilitarista livornese e con la lettura in studio delle cronache dell’iniziativa promossa a Torino dal Coordinamento contro la guerra e chi la arma.\r\nIeri a Livorno, nonostante la pioggia battente, c’è stata una manifestazione che si è trasformata in assemblea di piazza con tante voci e contributi, anche al di là di quelli degli organizzatori.\r\nNel testo di lancio scrivevano: “Scendiamo in piazza a Livorno contro tutte le guerre il 24 febbraio, a tre anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, che ha trasformato in una guerra totale il conflitto in corso nella regione sin dal 2014. Una guerra che ha già provocato centinaia di migliaia di morti da entrambi i lati del fronte. L’Italia è direttamente coinvolta nella guerra, nel quadro dell’intervento della NATO e dell’UE, ha speso già quasi 20 miliardi tra finanziamenti diretti e contributi al fondo europeo di sostegno al governo di Kiev, inoltre con le missioni all’estero migliaia di militari italiani e centinaia di mezzi sono schierati in Europa orientale.”\r\n\r\nA Torino, il 22 febbraio è stata una lunga giornata di informazione e lotta.\r\nDi seguito alcuni stralci della cronaca:\r\n“In mattinata c’è stato un partecipato presidio informativo al Balon, con interventi, musica volantini, banchetti informativi.\r\nNel pomeriggio, in solidarietà con i disertori e obiettori ucraini e russi gli antimilitaristi si sono ritrovati di fronte al consolato ucraino di corso Massimo D’Azeglio 12 con uno striscione con la scritta “Con i disertori russi e ucraini, contro tutti gli Stati!”\r\nLa tappa successiva è stata all’ingresso dell’ex stabilimento Alenia Aermacchi di corso Marche, ormai abbandonato da decenni. Qui Leonardo, la maggiore industria di guerra italiana, e il Politecnico di Torino intendono costruire un nuovo polo ricerca e sperimentazione bellica.\r\nL’ingresso dell’area della ex palazzina 27, destinata al Politecnico, è stato chiuso con un grosso lucchetto.\r\nAccanto, due striscioni, uno con la scritta: “No alla ricerca e alla produzione bellica” e l’altro con “fancula la guerra, solidarietà con i popoli massacrati. Tanti fumogeni per rendere più visibile la protesta.\r\nIn contemporanea sul limitrofo ponte sulla ciclabile è stato appeso lo striscione “Leonardo Thales-Alenia, eccellenze italiane di morte e distruzione”.\r\nPer la quarta ed ultima tappa della giornata gli antimilitaristi si sono spostati a Caselle Torinese di fronte allo stabilimento dell’Alenia in strada Malanghero.\r\nUno striscione con la scritta “Spezziamo le ali al militarismo!” è stato aperto lungo la strada. \r\nQui, in quest’area militare dell’Aeroporto, si sperimentano i nuovi aerei. Da qui è partita la freccia tricolore che ha colpito un’auto in transito, uccidendo una bambina di nove anni.\r\nAll’Alenia del gruppo Leonardo si producono droni da guerra e i cacciabombardieri eurofighter.\r\nQueste armi hanno ucciso milioni di persone, distrutto città e villaggi, avvelenato irrimediabilmente interi territori.\r\nPresto questo stabilimento verrà riammodernato per produrre i nuovi cacciabombardieri del Global Combat Air Programme, progettati e realizzati da Leonardo, Mitsubishi e BAE Systems, un nuovo più mortale strumento di guerra.\r\nChiudere e riconvertire l’industria bellica è un atto concreto per inceppare le guerre! Gettiamo sabbia nel motore del militarismo!”\r\n\r\nAscolta qui le cronache delle iniziative di Livorno e Torino:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/2025-02-25-terzo-anniv-guerra-cr-cronache-liv-to.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[79,81,83,85,88],{"matched_tokens":80,"snippet":66},[],{"matched_tokens":82,"snippet":67},[],{"matched_tokens":84,"snippet":68},[],{"matched_tokens":86,"snippet":87},[74,75],"\u003Cmark>terzo\u003C/mark> \u003Cmark>anniversario\u003C/mark>",{"matched_tokens":89,"snippet":70},[],[91,97],{"field":34,"indices":92,"matched_tokens":94,"snippets":96},[93],3,[95],[74,75],[87],{"field":98,"matched_tokens":99,"snippet":76,"value":77},"post_content",[74,75],1157451471441625000,{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":104,"num_tokens_dropped":46,"score":105,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",{"document":107,"highlight":129,"highlights":134,"text_match":137,"text_match_info":138},{"cat_link":108,"category":109,"comment_count":46,"id":110,"is_sticky":46,"permalink":111,"post_author":49,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":52,"post_id":110,"post_modified":114,"post_thumbnail":115,"post_thumbnail_html":116,"post_title":117,"post_type":57,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":124},[43],[45],"80764","http://radioblackout.org/2023/03/modena-due-giorni-contro-il-carcere/","Sono passati 3 anni da quel terribile 8 marzo, in cui, a seguito delle rivolte scoppiate nelle carceri di tutto il paese, persero la vita 14 persone.\r\nModena è diventata il tragico simbolo di quella strage, poiché di quelle 14 vittime, 9 erano detenute nel carcere Sant’Anna.\r\nA lungo i fatti di quel giorno sono rimasti opachi per la città. Le tre compagne che diedero vita al Comitato verità e giustizia per le vittime del Sant’Anna scrissero un libro “Strage in una città silente” che venne presentato ovunque ma non a Modena. Un anno orsono il clima ha cominciato a cambiare, il libro è stato presentato allo spazio sociale Libera, dove si è costituito uno sportello anticarcerario che, sia pure tra mille difficoltà, prova ad intervenire sul carcere. Si sono create le condizioni per un’iniziativa più ampia in occasione del terzo anniversario della strage di Stato al Sant’anna.\r\nSabato 11 marzo c’è stato momento di piazza dove è stata montata una cella che imita quelle del 41bis con vari interventi. Nel pomeriggio c’è stato un convegno svoltosi a Libera.\r\nDomenica 12 Modena è stata militarizzata in modo mai visto in città, con un imponente dispositivo poliziesco e con la scelta di rimuovere auto e cassonetti. Nonostante il clima intimidatorio imposto dalla questura un corteo di circa 600 persone si è mosso attraverso la città ed è arrivato sino al carcere.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Colbi, un compagno di Modena\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/2023-03-14-colbi-modena.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","14 Marzo 2023","2023-03-14 15:19:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/333033648_3375140712729146_1451463295419173010_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/333033648_3375140712729146_1451463295419173010_n-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/333033648_3375140712729146_1451463295419173010_n-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/333033648_3375140712729146_1451463295419173010_n-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/333033648_3375140712729146_1451463295419173010_n.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Modena. 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In questi tre anni altre migliaia di migranti sono stati inghiottiti dal mare e dalle leggi che impediscono il libero ingresso in Europa.\r\n\r\nTre anni dopo le lacrime ipocrite dell’allora primo ministro Monti, la politica del governo italiano non è cambiata. Anzi. Il Mediterraneo è ancora più militarizzato, i profughi di guerra sono intrappolati in Turchia, chi si mette in viaggio, trova nuovi muri, più controlli, più repressione.\r\n\r\nIn questi giorni il primo ministro Renzi ha annunciato l’intenzione di stringere nuovi accordi con alcuni paesi africani, per facilitare le deportazioni.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con il professor Alessandro Dal Lago, con cui abbiamo commentato anche il referendum in Ungheria ed analizzato le dinamiche identitarie, che catalizzano le ondate xenofobe in Europa, con uno sguardo analitico volto ai paesi dell’Est.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2016-10-04-lampe-dal-lago","4 Ottobre 2016","2016-10-05 12:24:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/lampe-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"240\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/lampe-300x240.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/lampe-300x240.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/lampe.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Lampedusa. 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La scelta della data non è casuale, perché coincide con l’ottantesimo anniversario della morte in combattimento dell’anarchico Buenaventura Durruti.\r\nI miliziani internazionali, anche prima della nascita dell’AIT, hanno pagato un forte tributo di sangue. La morte, durante un bombardamento dell’aviazione turca, di Robin e Zana, un anarchico e un comunista, ci viene raccontata con emozione da P. P., un compagno anarchico torinese, dell’Antifa Tabur. “Il loro ricordo ci è stato di sprone nelle tre settimane di gennaio, passate sul fronte di Al Bab.”\r\nP. P. combatte in Siraq – il territorio tra Siria e Iraq – conquistato dall’Isis, conteso dalle maggiori potenze mondiali, tra le quali le milizie del Rojava, ora Confederazione Democratica della Siria del Nord. I miliziani dell’AIT sostengono in armi la lotta della rivoluzione democratica, femminista, internazionalista e non capitalista che, pur tra mille difficoltà, non ultima quella di non farsi schiacciare da nemici ed “amici”, cerca di sopravvivere.\r\n\r\nAlcuni dei membri di quella che diverrà l’AIT avevano partecipato alla durissima battaglia di Manbij. Oggi l’Antifa Tabur partecipa alla campagna per la presa di Raqqa. Il compagno ci racconta dei tanti arabi che si stanno unendo alle milizie del Rojava, dei villaggi abitati da popolazioni arabe, che li accolgono come liberatori. Ci parla dell’ingresso in un paese, dove una donna che si è tolta il velo, liberando i propri capelli, gli rivolge la parola per avere informazioni. Proprio a lui, uomo e straniero. Alle nostre latitudini può parere banale ma nella Siria sotto il dominio dell’Isis e del retaggio patriarcale mai sopito, non lo è affatto. È il segno di quanto i processi rivoluzionari possano accelerare percorsi di libertà in zone dove la sottomissione è ancora la norma cui sono sottoposte le vite delle donne. L’esempio delle milizie femminili, delle donne in armi, spezza l’immaginario e da forza a tutti e tutte.\r\n\r\nAscoltate la lunga chiacchierata con P.:\r\n2017 02 21 pachi siria\r\n\r\nDi seguito un documento dell’AIT sulla situazione in Siraq, fattoci pervenire da P.:\r\n“Rojava: una Rivoluzione in cammino tra ISIS e Turchia\r\nLa liberazione della città Taly Abihad/Gire Spi ha permesso la storica unione dei due cantoni di Kobane e Cizire, ha troncato la famigerata (ma non unica) autostrada della jihad tra gli allora alleati Turchia e ISIS ed ha contemporaneamente impresso una forte accelerazione alla rivoluzione del Rojava. Anche nel 2016, l'anno appena trascorso, molta e' stata la strada percorsa dai popoli che abitano le terre del Nord della Siria. Il doppio binario sul quale si muove la Rivoluzione e' costituito da un lato dall'unione con Efrin, il terzo cantone più occidentale del Rojava e dall'altro dall'attacco a Raqqa la capitale del sedicente Stato Islamico. Per quanto concerne il primo obbiettivo, la liberazione territoriale ha ormai superato le acque del fiume Eufrate con la sanguinosa battaglia di Mambij. Tutte le battaglie sono sanguinose per definizione ma il prezzo pagato dalle compagne e dai compagni è stato particolarmente alto.\r\nConsiderando tutti gli stati che si stanno combattendo direttamente o per procura nel Siraq (il territorio della Siria e dell'Iraq dal confine ormai polverizzato dalla guerra) quella che sta avvenendo in queste terre é de facto una micro Guerra mondiale con alleanze variabili. I nemici della Rivoluzione del Rojava non mancano ma sicuramente il più accanito si chiama Recep Tayp Erdogan, l’attuale presidente della Turchia.\r\nLa politica neo-ottomana della Turchia prevedeva l'espansione sia nel Nord dell'Iraq che nel Nord della Siria contestualmente all'eliminazione di Bashar Al Assad. Per questo progetto imperialista la Rivoluzione del Rojava a forte trazione curda è un incubo strategico: sia perché l'unione territoriale dei tre cantoni Efrin, Kobane e Cizire sigillerebbe il confine turco ponendo fine a qualunque obbiettivo siriano, sia perché il radicamento del confederalismo democratico rappresenta un temibile esempio ed una stabile sponda per i 15 milioni di curdi del Bakur, il Kurdistan turco. La campagna imperialista dello stato turco non sta dando buoni frutti: in Iraq la coalizione per l'assedio a Mosul ha fortemente osteggiato la forza militare turca e l'ha esautorata dall'operazione. Ora Erdogan grazie al suo utile alleato Masud Barzani, presidente del KRG (Kurdistan Regional Governament), il governo regionale del Kurdistan nell'Iraq del Nord, preme su Shengal ed i territori Yazidi cercando di piazzarsi sul confine orientale del Rojava tagliandone le uniche linee di approvvigionamento.\r\nNell'estate del 2016 con un grande tripudio di fanfare e tromboni e' partita l'operazione \"scudo dell'Eufrate\" \"per combattere i terroristi dell'ISIS ed i terroristi curdi dello YPJ/YPG”, secondo la propaganda del governo turco.\r\n\r\nMettendo piede in Siria l'esercito turco ha dato il via all' avventura espansionistica di Erdogan, sancendo un cambio di posizionamento nello scacchiere delle nazioni che si stanno scontrando qui. La Turchia da alleata e sponsor sunnita dell'altrettanto sunnita ISIS e dalla guerra per procura è passata alla guerra in prima linea contro i Daesh (l'acronimo arabo per ISIS), gli amici di ieri.\r\n\r\nI militari turchi, per contrastare l'unione territoriale della Confederazione Democratica della Siria del Nord, denominazione ufficiale della Rivoluzione del Rojava che rappresenta l'alleanza multietnica tra curdi, arabi, assiri, circassi, turkmeni, ecc., hanno prima ottenuto la città di Jarablus, tramite un accordo con l'ISIS e hanno bombardato e colpito duramente la popolazione del cantone di Efrin ed i villaggi intorno Manbiji, spingendosi poi velocemente a sud verso Aleppo, città cardine della Siria.\r\nNon riuscendo ad ottenere risultati con l'FSA, (Free Siryan Army) l'esercito siriano libero, in realtà ormai milizie sotto il comando turco, è stato siglato un patto tra Russia e Turchia, leggi Vladimir Putin e Recep Erdogan. L'FSA e la Turchia hanno lasciato Aleppo ai governativi di Assad, presidente della Siria-filoiraniano ed ormai pedina della Russia, in cambio della completa libertà di azione su Al Bab, attualmente in mano all'ISIS. Al Bab è la città principale che separa ancora Efrin dagli altri due cantoni, per questo motivo l'avanzata delle forze democratiche della Siria si è per ora fermata a meno di 40 chilometri dall'unione. Le notizie che ci arrivano dal fronte di Al Bab raccontano di una battaglia senza sosta tra esercito turco ed Isis e di continui bombardamenti aerei e di artiglieria da terra ma, dopo più di un mese di scontri, le forze turche non sono ancora neanche riuscite a mettere piede nella città di Al Bab.\r\n\r\nUn'altro elemento non trascurabile nello scacchiere del Siraq è stato l'accordo siglato il dicembre scorso tra Russia Iran e Turchia per la spartizione della Siria. Tale accordo prevede una tregua tra le parti che sta sostanzialmente tenendo per la prima volta dai precedenti tentativi dell'ONU; rappresenta inoltre un anticipo per un futuro smembramento del territorio siriano. Da questo triplice accordo sono state escluse le forze rivoluzionarie del Rojava, equiparate all' ISIS, e gli Stati Uniti d'America dopo il tramonto della gestione Obama ed a pochi giorni dall' insediamento del neo presidente eletto Donald Trump (avvenuto il 20 gennaio). Cosa comporterà e quali ricadute avrà la nuova gestione a marchio repubblicano resta ancora un’incognita.\r\n\r\nPer quanto riguarda il secondo obbiettivo della Rivoluzione confederale l'operazione Raqqa, denominata \"Operazione Ira dell'Eufrate\", è partita nel novembre scorso. L'assedio della capitale Daesh con una manovra a tenaglia sta procedendo lentamente ma senza pause villaggio dopo villaggio. L'ultima postazione rilevante liberata è stata quella della cittadina e del castello di Jabar sul cosiddetto lago di Assad. Per quanto riguarda la Turchia non possiamo non ricordare la brutale repressione del popolo curdo nel Bakur e non solo e la sistematica soppressione di qualunque voce discordante nei confronti del capo di stato Erdogan. Sarebbe troppo riduttivo parlarne qui e per questo motivo rimandiamo ad un successivo apposito comunicato sull’argomento.\r\n\r\nMentre il coraggio ed il sacrificio delle Unità di Protezione del Popolo e delle Donne consolidano ed ampliano gli orizzonti della confederazione democratica della Siria del Nord, la società civile sta cambiando, rivoluzionando se stessa anche in tempo di guerra, grazie all'impegno portato avanti negli anni dalle compagne e dai compagni. Molta strada resta da percorrere ma il modello politico confederale, interetnico ed interreligioso, l'utilizzo non capitalistico delle risorse naturali e la Rivoluzione della donna, vera punta di diamante per recidere i lacci di una società patriarcale conservatrice di stampo tribale, rappresentano un patrimonio dell'umanità da difendere, se necessario, anche con le armi.\r\n\r\nCi siamo uniti a questa Rivoluzione in cammino per difendere e diffondere questi valori che crediamo universali.\r\nSilav û rezen soresgeri.\r\n\r\nA.I.T. -Antifascist Internationalist Tabur\r\nBattaglione Antifascista Internazionalista”","22 Febbraio 2017","2017-02-25 00:17:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Un anarchico torinese combatte l’ISIS in Siria",1487751589,[190,191,192,193,194,195,196,197,198,199,200,201],"http://radioblackout.org/tag/ait/","http://radioblackout.org/tag/anarchico-torinese/","http://radioblackout.org/tag/antifascist-tabur/","http://radioblackout.org/tag/battaglione-antifascista-internazionale/","http://radioblackout.org/tag/durruti/","http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/isis/","http://radioblackout.org/tag/membij/","http://radioblackout.org/tag/raqqa/","http://radioblackout.org/tag/siraq/","http://radioblackout.org/tag/siria/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[203,204,29,33,23,205,206,21,207,15,208,209],"ait","anarchico torinese","Erdogan","isis","raqqa","Siria","Turchia",{"post_content":211},{"matched_tokens":212,"snippet":213,"value":214},[75],"casuale, perché coincide con l’ottantesimo \u003Cmark>anniversario\u003C/mark> della morte in combattimento dell’anarchico","L’Antifascist Internationalist Tabur, il Battaglione Antifascista Internazionalista, si costituisce ufficialmente il 20 novembre dello scorso anno. La scelta della data non è casuale, perché coincide con l’ottantesimo \u003Cmark>anniversario\u003C/mark> della morte in combattimento dell’anarchico Buenaventura Durruti.\r\nI miliziani internazionali, anche prima della nascita dell’AIT, hanno pagato un forte tributo di sangue. La morte, durante un bombardamento dell’aviazione turca, di Robin e Zana, un anarchico e un comunista, ci viene raccontata con emozione da P. P., un compagno anarchico torinese, dell’Antifa Tabur. “Il loro ricordo ci è stato di sprone nelle tre settimane di gennaio, passate sul fronte di Al Bab.”\r\nP. P. combatte in Siraq – il territorio tra Siria e Iraq – conquistato dall’Isis, conteso dalle maggiori potenze mondiali, tra le quali le milizie del Rojava, ora Confederazione Democratica della Siria del Nord. I miliziani dell’AIT sostengono in armi la lotta della rivoluzione democratica, femminista, internazionalista e non capitalista che, pur tra mille difficoltà, non ultima quella di non farsi schiacciare da nemici ed “amici”, cerca di sopravvivere.\r\n\r\nAlcuni dei membri di quella che diverrà l’AIT avevano partecipato alla durissima battaglia di Manbij. Oggi l’Antifa Tabur partecipa alla campagna per la presa di Raqqa. Il compagno ci racconta dei tanti arabi che si stanno unendo alle milizie del Rojava, dei villaggi abitati da popolazioni arabe, che li accolgono come liberatori. Ci parla dell’ingresso in un paese, dove una donna che si è tolta il velo, liberando i propri capelli, gli rivolge la parola per avere informazioni. Proprio a lui, uomo e straniero. Alle nostre latitudini può parere banale ma nella Siria sotto il dominio dell’Isis e del retaggio patriarcale mai sopito, non lo è affatto. È il segno di quanto i processi rivoluzionari possano accelerare percorsi di libertà in zone dove la sottomissione è ancora la norma cui sono sottoposte le vite delle donne. L’esempio delle milizie femminili, delle donne in armi, spezza l’immaginario e da forza a tutti e tutte.\r\n\r\nAscoltate la lunga chiacchierata con P.:\r\n2017 02 21 pachi siria\r\n\r\nDi seguito un documento dell’AIT sulla situazione in Siraq, fattoci pervenire da P.:\r\n“Rojava: una Rivoluzione in cammino tra ISIS e Turchia\r\nLa liberazione della città Taly Abihad/Gire Spi ha permesso la storica unione dei due cantoni di Kobane e Cizire, ha troncato la famigerata (ma non unica) autostrada della jihad tra gli allora alleati Turchia e ISIS ed ha contemporaneamente impresso una forte accelerazione alla rivoluzione del Rojava. Anche nel 2016, l'anno appena trascorso, molta e' stata la strada percorsa dai popoli che abitano le terre del Nord della Siria. Il doppio binario sul quale si muove la Rivoluzione e' costituito da un lato dall'unione con Efrin, il \u003Cmark>terzo\u003C/mark> cantone più occidentale del Rojava e dall'altro dall'attacco a Raqqa la capitale del sedicente Stato Islamico. Per quanto concerne il primo obbiettivo, la liberazione territoriale ha ormai superato le acque del fiume Eufrate con la sanguinosa battaglia di Mambij. Tutte le battaglie sono sanguinose per definizione ma il prezzo pagato dalle compagne e dai compagni è stato particolarmente alto.\r\nConsiderando tutti gli stati che si stanno combattendo direttamente o per procura nel Siraq (il territorio della Siria e dell'Iraq dal confine ormai polverizzato dalla guerra) quella che sta avvenendo in queste terre é de facto una micro Guerra mondiale con alleanze variabili. I nemici della Rivoluzione del Rojava non mancano ma sicuramente il più accanito si chiama Recep Tayp Erdogan, l’attuale presidente della Turchia.\r\nLa politica neo-ottomana della Turchia prevedeva l'espansione sia nel Nord dell'Iraq che nel Nord della Siria contestualmente all'eliminazione di Bashar Al Assad. Per questo progetto imperialista la Rivoluzione del Rojava a forte trazione curda è un incubo strategico: sia perché l'unione territoriale dei tre cantoni Efrin, Kobane e Cizire sigillerebbe il confine turco ponendo fine a qualunque obbiettivo siriano, sia perché il radicamento del confederalismo democratico rappresenta un temibile esempio ed una stabile sponda per i 15 milioni di curdi del Bakur, il Kurdistan turco. La campagna imperialista dello stato turco non sta dando buoni frutti: in Iraq la coalizione per l'assedio a Mosul ha fortemente osteggiato la forza militare turca e l'ha esautorata dall'operazione. Ora Erdogan grazie al suo utile alleato Masud Barzani, presidente del KRG (Kurdistan Regional Governament), il governo regionale del Kurdistan nell'Iraq del Nord, preme su Shengal ed i territori Yazidi cercando di piazzarsi sul confine orientale del Rojava tagliandone le uniche linee di approvvigionamento.\r\nNell'estate del 2016 con un grande tripudio di fanfare e tromboni e' partita l'operazione \"scudo dell'Eufrate\" \"per combattere i terroristi dell'ISIS ed i terroristi curdi dello YPJ/YPG”, secondo la propaganda del governo turco.\r\n\r\nMettendo piede in Siria l'esercito turco ha dato il via all' avventura espansionistica di Erdogan, sancendo un cambio di posizionamento nello scacchiere delle nazioni che si stanno scontrando qui. La Turchia da alleata e sponsor sunnita dell'altrettanto sunnita ISIS e dalla guerra per procura è passata alla guerra in prima linea contro i Daesh (l'acronimo arabo per ISIS), gli amici di ieri.\r\n\r\nI militari turchi, per contrastare l'unione territoriale della Confederazione Democratica della Siria del Nord, denominazione ufficiale della Rivoluzione del Rojava che rappresenta l'alleanza multietnica tra curdi, arabi, assiri, circassi, turkmeni, ecc., hanno prima ottenuto la città di Jarablus, tramite un accordo con l'ISIS e hanno bombardato e colpito duramente la popolazione del cantone di Efrin ed i villaggi intorno Manbiji, spingendosi poi velocemente a sud verso Aleppo, città cardine della Siria.\r\nNon riuscendo ad ottenere risultati con l'FSA, (Free Siryan Army) l'esercito siriano libero, in realtà ormai milizie sotto il comando turco, è stato siglato un patto tra Russia e Turchia, leggi Vladimir Putin e Recep Erdogan. L'FSA e la Turchia hanno lasciato Aleppo ai governativi di Assad, presidente della Siria-filoiraniano ed ormai pedina della Russia, in cambio della completa libertà di azione su Al Bab, attualmente in mano all'ISIS. Al Bab è la città principale che separa ancora Efrin dagli altri due cantoni, per questo motivo l'avanzata delle forze democratiche della Siria si è per ora fermata a meno di 40 chilometri dall'unione. Le notizie che ci arrivano dal fronte di Al Bab raccontano di una battaglia senza sosta tra esercito turco ed Isis e di continui bombardamenti aerei e di artiglieria da terra ma, dopo più di un mese di scontri, le forze turche non sono ancora neanche riuscite a mettere piede nella città di Al Bab.\r\n\r\nUn'altro elemento non trascurabile nello scacchiere del Siraq è stato l'accordo siglato il dicembre scorso tra Russia Iran e Turchia per la spartizione della Siria. Tale accordo prevede una tregua tra le parti che sta sostanzialmente tenendo per la prima volta dai precedenti tentativi dell'ONU; rappresenta inoltre un anticipo per un futuro smembramento del territorio siriano. Da questo triplice accordo sono state escluse le forze rivoluzionarie del Rojava, equiparate all' ISIS, e gli Stati Uniti d'America dopo il tramonto della gestione Obama ed a pochi giorni dall' insediamento del neo presidente eletto Donald Trump (avvenuto il 20 gennaio). Cosa comporterà e quali ricadute avrà la nuova gestione a marchio repubblicano resta ancora un’incognita.\r\n\r\nPer quanto riguarda il secondo obbiettivo della Rivoluzione confederale l'operazione Raqqa, denominata \"Operazione Ira dell'Eufrate\", è partita nel novembre scorso. L'assedio della capitale Daesh con una manovra a tenaglia sta procedendo lentamente ma senza pause villaggio dopo villaggio. L'ultima postazione rilevante liberata è stata quella della cittadina e del castello di Jabar sul cosiddetto lago di Assad. Per quanto riguarda la Turchia non possiamo non ricordare la brutale repressione del popolo curdo nel Bakur e non solo e la sistematica soppressione di qualunque voce discordante nei confronti del capo di stato Erdogan. Sarebbe troppo riduttivo parlarne qui e per questo motivo rimandiamo ad un successivo apposito comunicato sull’argomento.\r\n\r\nMentre il coraggio ed il sacrificio delle Unità di Protezione del Popolo e delle Donne consolidano ed ampliano gli orizzonti della confederazione democratica della Siria del Nord, la società civile sta cambiando, rivoluzionando se stessa anche in tempo di guerra, grazie all'impegno portato avanti negli anni dalle compagne e dai compagni. 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La vita di Nikos era ormai appesa ad un filo molto esile.\r\n\r\nNikos, in galera per una rapina, era stato torturato al momento dell'arresto ma aveva fieramente rifiutato di denunciare i poliziotti responsabili del pestaggio. Le foto dei volti tumefatti di Nikos e degli altri compagni incatenati avevano fatto il giro del mondo.\r\n\r\nMa la sua storia comincia prima.\r\nEra il 6 dicembre del 2008. Nikos è nella piazzetta di Exarchia con il suo migliore amico, Alexis. Sono entrambi anarchici ed hanno appena 15 anni. Un poliziotto scambia qualche insulto con il gruppo dei ragazzini, poi estrae la pistola e ammazza Alexis.\r\nLa morte di Alexis scatena la rivolta per le strade di Atene e in tutta la Grecia.\r\n\r\nSei anni dopo, nel sesto anniversario dell'omicidio, un corteo di trentamila persone attraversa la città. Scontri con la poliza si accendono in più punti, circa duecento persone vengono arrestate. Per venti è stato convalidato l'arresto, per gli altri la decisione è attesa per domani.\r\nNon si è trattato solo di una commemorazione, ma dell'appoggio concreto alla lotta di Nikos Romanos, in sciopero della fame per ottenere di frequentare l'università.\r\nDa giorni diversi municipi, sedi sindacali, e università erano occupate in appoggio alla sua lotta.\r\nUna situazione esplosiva che rischiava di deflagrare ulteriormente. Di qui il passo indietro dello Stato.\r\n\r\nNella diretta fatta in mattinata prima della notizia della resa dello Stato greco, Gheorgos, un compagno del gruppo dei comunisti libertari di Atene, aveva tracciato un quadro a tinte fosche. Ieri il tribunale aveva respinto il ricorso presentato dall'avvocato di Nikos Romanos, riducendo a lumicino le speranze per la vita dell'anarchico.\r\n\r\nNelle stesse ore Antonis Samaras decideva di anticipare l'elezione del presidente della Repubblica, pur sapendo di non avere la maggioranza necessaria a far eleggere un nuovo capo dello Stato. In Grecia questo comporta lo scioglimento anticipato del parlamento e l'indizione di elezioni anticipate. La prima conseguenza è stato il clamoroso tonfo della Borsa di Atene che ha perso 12,78 punti percentuali. Il segno tutto politico dello scarso gradimento degli ambienti finanziari.\r\nIl cartello delle sinistre guidato da Alexis Tsipras è in pole position nei sondaggi e mette in agitazione il sistema finanziario. Nel programma di Siryza la dismissione di tutti gli accordi con la Trojka (UE, BCE, FMI). Sarebbe un'inversione di rotta rispetto alle poltiche di lacrime e sangue imposte dal governo Samaras. 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D'altra parte la mossa delle elezioni anticipate giocata da Samaras, potrebbe essere l'estremo tentativo di recuperare consensi, facendo leva sul timore del default.\r\n\r\nAscolta la diretta con Gheorgos:\r\n\r\n2014 12 10 georgos atene","10 Dicembre 2014","2014-12-12 13:11:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/atene-brucia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"207\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/atene-brucia-300x207.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/atene-brucia-300x207.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/atene-brucia-768x529.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/atene-brucia.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Nikos Romanos ha vinto! 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Dopo aver parlato del ruolo di questa e di un'altra storica rivista che dagli anni '30 aveva iniziato questa opera di promozione degli autori curdi, ci siamo spostati sulla situazione degli scrittori contemporanei, per poi fare un brevissimo cenno sull'ultimo romanzo scritto da Firat \"Il matto, la prostituta e lo scrittore\" (edito da calamaro edizioni) che potrete trovare a disposizione nella distro di Radio Blackout. Ringraziamo Murat Cinar, anche lui ospite in studio in questa puntata, per aver fatto da interprete per la realizzazione di questa intervista.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/F_m_02_07_Intervista-in-studio-allo-scrittore-curdo-Firat-Ceweri-tradotto-da-Murat-Cinar.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Matteo ex operaio GKN di Firenze sulla lotta del collettivo che di fatto sta proponendo la progettazione del futuro di quel sito industriale e dei posti di lavoro. Sospesa il 27 giugno la tendata dell'ex Gkn in piazza Indipendenza, dopo una resistenza di 35 giorni, di cui 13 in sciopero della fame. La prossima tappa sarà il 12 luglio in piazza Poggi, sempre a Firenze, con un talk e concerto organizzato per il terzo anniversario dell'assemblea permanente. Intanto si allarga la solidarietà di lavoratori e lavoratrici attorno alla proposta di legge sui consorzi di sviluppo industriale. La Funzione Pubblica della Cgil in regione ha scritto al consiglio regionale per chiedere che la legge venga discussa al più presto, in quanto \"scelta di politica industriale finalizzata a realizzare un virtuoso impiego delle risorse pubbliche e scoraggiare sul territorio regionale altri casi di speculazioni spregiudicate, come quello di cui si è reso protagonista il Fondo Melrose ai danni dell’economia e delle popolazioni fiorentine e toscane\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/F_m_02_07_Matteo-Ex-GKN-su-tendopoli-in-regionesciopero-della-fame-ed-evento-12_07.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di una lavoratrice del cinema, sulla situazione dei lavoratori e lavoratrici nel settore. Migliaia di lavoratori e lavoratrici del settore sono attualmente senza occupazione, ma soprattutto senza nessuna prospettiva futura a causa della gestione dei decreti ministeriali riguardanti il settore Cine-Audiovisivo. Da una parte si chiede al governo un \"sostegno economico da parte dello Stato, a fronte del ritardo nell'emissione dei decreti e conseguente rallentamento delle attività produttive che comportano una grave perdita sia in termini economici che in termini di anno contributivo a fini pensionistici\". E dall'altra mancano tutele per questo \"voluminoso\" comparto composto da migliaia di lavoratori \"una categoria intesa come saltuaria e discontinua senza protezione dei diritti del lavoro e senza un contratto nazionale regolare\". Il lavoratori del cine-audiovisivo in occasione della manifestazione del 4 giugno hanno chiesto al governo di essere ricevuti e in una lettera indirizzata al ministro Sangiuliano hanno chiesto interventi \"rapidi e progettuali\". Tra questi anche l'\"urgente revisione e attivazione dei decreti attuativi per permettere all'intero settore di rientrare rapidamente in una fase produttiva, e una risoluzione delle problematiche contributive ai fini pensionistici che da anni affliggono la categoria\".\r\n\r\nEcco dei materiali sugli argomenti trattati nell'intervista:\r\n\r\nApprofondimento sulla TAX CREDIT\r\n\r\nComunicato per la manifestazione Nastri d'argento di #siamoaititolidicoda\r\n\r\nClip con la canzone inno di #siamoaititolidicoda\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/F_m_02_07_Lavoratrice-cineadudiovisivo-su-rivendicazioni-dopo-proteste-4-giugno-e-siamoaititolidicoda.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","7 Luglio 2024","2024-07-07 18:05:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/366382405_6195072230618889_3160933410504651357_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 02/07/2024","podcast",1720375515,[300],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[282],{"post_content":303},{"matched_tokens":304,"snippet":305,"value":306},[74,75],"e concerto organizzato per il \u003Cmark>terzo\u003C/mark> \u003Cmark>anniversario\u003C/mark> dell'assemblea permanente. Intanto si allarga"," \r\n\r\nIl primo argomento della trasmissione è stato l'intervista allo scrittore curdo Firat Ceweri, con cui abbiamo parlato del mestiere dello scrittore, dal particolare punto di vista di chi si è ritrovato a farlo da esule. Infatti il nostro interlocutore, che abbiamo avuto il piacere di ospitare nei nostri studi perchè in transito dal Piemonte per ritirare il premio Ostana, è nato nel 1959 a Derik e nel 1980 ha abbandonato la Turchia per la Svezia per il solo desiderio di continuare a poter scrivere in lingua curda, cosa che a causa del regime discriminatorio turco, era vietatissimo fare nel suo paese natìo.\r\n\r\nNei 44 anni passati in Svezia, oltre a produrre le sue opere, prima poesie e più tardi in prosa in lingua curda, Firat ha continuato la sua opera di recupero e di promozione dell'utilizzo della lingua del suo popolo, traducendo svariate opere internazionali in curdo (e viceversa) e fondando una rivista che fungesse da faro per chi avesse voluto interessarsi agli scrittori e alle opere prodotte in curdo, Nudem. Dopo aver parlato del ruolo di questa e di un'altra storica rivista che dagli anni '30 aveva iniziato questa opera di promozione degli autori curdi, ci siamo spostati sulla situazione degli scrittori contemporanei, per poi fare un brevissimo cenno sull'ultimo romanzo scritto da Firat \"Il matto, la prostituta e lo scrittore\" (edito da calamaro edizioni) che potrete trovare a disposizione nella distro di Radio Blackout. Ringraziamo Murat Cinar, anche lui ospite in studio in questa puntata, per aver fatto da interprete per la realizzazione di questa intervista.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/F_m_02_07_Intervista-in-studio-allo-scrittore-curdo-Firat-Ceweri-tradotto-da-Murat-Cinar.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Matteo ex operaio GKN di Firenze sulla lotta del collettivo che di fatto sta proponendo la progettazione del futuro di quel sito industriale e dei posti di lavoro. Sospesa il 27 giugno la tendata dell'ex Gkn in piazza Indipendenza, dopo una resistenza di 35 giorni, di cui 13 in sciopero della fame. La prossima tappa sarà il 12 luglio in piazza Poggi, sempre a Firenze, con un talk e concerto organizzato per il \u003Cmark>terzo\u003C/mark> \u003Cmark>anniversario\u003C/mark> dell'assemblea permanente. Intanto si allarga la solidarietà di lavoratori e lavoratrici attorno alla proposta di legge sui consorzi di sviluppo industriale. La Funzione Pubblica della Cgil in regione ha scritto al consiglio regionale per chiedere che la legge venga discussa al più presto, in quanto \"scelta di politica industriale finalizzata a realizzare un virtuoso impiego delle risorse pubbliche e scoraggiare sul territorio regionale altri casi di speculazioni spregiudicate, come quello di cui si è reso protagonista il Fondo Melrose ai danni dell’economia e delle popolazioni fiorentine e toscane\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/F_m_02_07_Matteo-Ex-GKN-su-tendopoli-in-regionesciopero-della-fame-ed-evento-12_07.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl \u003Cmark>terzo\u003C/mark> approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di una lavoratrice del cinema, sulla situazione dei lavoratori e lavoratrici nel settore. Migliaia di lavoratori e lavoratrici del settore sono attualmente senza occupazione, ma soprattutto senza nessuna prospettiva futura a causa della gestione dei decreti ministeriali riguardanti il settore Cine-Audiovisivo. Da una parte si chiede al governo un \"sostegno economico da parte dello Stato, a fronte del ritardo nell'emissione dei decreti e conseguente rallentamento delle attività produttive che comportano una grave perdita sia in termini economici che in termini di anno contributivo a fini pensionistici\". E dall'altra mancano tutele per questo \"voluminoso\" comparto composto da migliaia di lavoratori \"una categoria intesa come saltuaria e discontinua senza protezione dei diritti del lavoro e senza un contratto nazionale regolare\". Il lavoratori del cine-audiovisivo in occasione della manifestazione del 4 giugno hanno chiesto al governo di essere ricevuti e in una lettera indirizzata al ministro Sangiuliano hanno chiesto interventi \"rapidi e progettuali\". Tra questi anche l'\"urgente revisione e attivazione dei decreti attuativi per permettere all'intero settore di rientrare rapidamente in una fase produttiva, e una risoluzione delle problematiche contributive ai fini pensionistici che da anni affliggono la categoria\".\r\n\r\nEcco dei materiali sugli argomenti trattati nell'intervista:\r\n\r\nApprofondimento sulla TAX CREDIT\r\n\r\nComunicato per la manifestazione Nastri d'argento di #siamoaititolidicoda\r\n\r\nClip con la canzone inno di #siamoaititolidicoda\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/F_m_02_07_Lavoratrice-cineadudiovisivo-su-rivendicazioni-dopo-proteste-4-giugno-e-siamoaititolidicoda.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ",[308],{"field":98,"matched_tokens":309,"snippet":305,"value":306},[74,75],{"best_field_score":139,"best_field_weight":140,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":141,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},{"document":312,"highlight":327,"highlights":332,"text_match":218,"text_match_info":335},{"comment_count":46,"id":313,"is_sticky":46,"permalink":314,"podcastfilter":315,"post_author":268,"post_content":316,"post_date":317,"post_excerpt":52,"post_id":313,"post_modified":318,"post_thumbnail":319,"post_title":320,"post_type":297,"sort_by_date":321,"tag_links":322,"tags":326},"58463","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-20-marzo-la-mobile-frontiera-del-controllo-lurgenza-dellautogestione-alle-frontiere-chiuse-delleuropa-orso-in-memoria-di-un-partigiano/",[268],"Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nVenerdì 20 marzo era il centesimo anniversario della nascita della radio. In Italia tutte le emittenti radiofoniche in contemporanea alle 11 hanno trasmesso l’inno di Mameli. \r\nAlla stessa ora abbiamo trasmesso canti internazionalisti, di lotta, contro il carcere, partigiani. \r\nStornelli d’esilio – Il Galeone – Figli dell’officina – L’internazionale in francese.\r\nNostra patria è il mondo intero. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’escopost:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020-03-20-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nscarica l'audio\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte:\r\n\r\nLa mobile frontiera del controllo: app che consentono di monitorare i movimenti delle persone in quarantena, oggi adottate con il pretesto dell’epidemia, domani potrebbero essere estese a migranti, sovversivi, rom, senzacasa…\r\nLa gestione dell’emergenza diviene un gigantesco laboratorio di sperimentazione di tecniche di controllo su vasta scala. Servono a chi governa a verificare l’accettazione di un’invasività senza precedenti. Se non riusciremo oggi a contrastarle efficacemente oggi, quando l’epidemia finirà, nulla sarà più come prima.\r\nUna buona ragione per cercare di capirne di più per poter meglio combattere un nemico subdolo e potente.\r\nNe abbiamo parlato con Pepsy\r\n\r\nLe crisi e la loro gestione autoritaria mettono in luce la crescente perdita di autonomia dalle dinamiche capitaliste e statali che ciascuno di noi esperisce quotidianamente. Stato e capitalismo hanno lavorato a fondo per renderci dipendenti da processi di produzione, distribuzione e riproduzione sociale, senza i quali non sarebbe garantita neppure la nostra sopravvivenza. La servitù volontaria, che ci caratterizza come esseri viventi del terzo millennio, è la normalità alla quale, spesso, anche tra i sovversivi, non c’è reale capacità di prefigurare e praticare alternative.\r\nUn secolo fa gli scioperi, nonostante la durissima repressione, la violenza di Stato e il rischio serio di arrivare alla fame, duravano mesi. Oggi persino una fermata di poche ore sembra una scalata all’Everest. Si è spezzato il legame solidale tra città e campagna, la capacità manuale di cucire, riparare piccoli guasti, coltivare un orto, tessere una stoffa, trasformare i cibi per la conservazione, etc.\r\nOggi, chiusi in casa per editto, abbiamo la consapevolezza di quanto sia grave la nostra dipendenza, di quanto poco margine di autonomia ci resti. Potrebbe essere una buona occasione per riflettere e cominciare ad attrezzarci per spezzare questa spirale che uccide ogni spirito critico, ogni libertà di parola, rendendo complessa persino la pratica della solidarietà e del mutuo appoggio.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Boni, antropologo, docente all’Università di Modena e Reggio Emilia\r\n\r\nIl 18 di marzo dello scorso anno cadeva in battaglia Lorenzo Orsetti, volontario fiorentino in Rojava. Vogliamo ricordarlo e, insieme fare il punto sul conflitto nel nord della Siria, sui profughi che premono alle frontiere dell’Europa, sulla polizia italiana che con le altre polizie europee, respinge gli esuli in fuga dalla guerra.\r\nNel silenzio dei più, attoniti di fronte alla morte di tanta gente, uccisa dal virus e dalle politiche di guerra che i governi hanno attuato contro di noi, favorendo la spesa per cacciare i migranti a quella per la salute di tutt*\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – https://www.facebook.com/senzafrontiere.to/\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","22 Marzo 2020","2020-03-22 14:30:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/ericdrooker1-4847-200x110.jpg","Anarres del 20 marzo. La mobile frontiera del controllo. L’urgenza dell’autogestione. 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La servitù volontaria, che ci caratterizza come esseri viventi del \u003Cmark>terzo\u003C/mark> millennio, è la normalità alla quale, spesso, anche tra i sovversivi, non c’è reale capacità di prefigurare e praticare alternative.\r\nUn secolo fa gli scioperi, nonostante la durissima repressione, la violenza di Stato e il rischio serio di arrivare alla fame, duravano mesi. Oggi persino una fermata di poche ore sembra una scalata all’Everest. Si è spezzato il legame solidale tra città e campagna, la capacità manuale di cucire, riparare piccoli guasti, coltivare un orto, tessere una stoffa, trasformare i cibi per la conservazione, etc.\r\nOggi, chiusi in casa per editto, abbiamo la consapevolezza di quanto sia grave la nostra dipendenza, di quanto poco margine di autonomia ci resti. Potrebbe essere una buona occasione per riflettere e cominciare ad attrezzarci per spezzare questa spirale che uccide ogni spirito critico, ogni libertà di parola, rendendo complessa persino la pratica della solidarietà e del mutuo appoggio.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Boni, antropologo, docente all’Università di Modena e Reggio Emilia\r\n\r\nIl 18 di marzo dello scorso anno cadeva in battaglia Lorenzo Orsetti, volontario fiorentino in Rojava. Vogliamo ricordarlo e, insieme fare il punto sul conflitto nel nord della Siria, sui profughi che premono alle frontiere dell’Europa, sulla polizia italiana che con le altre polizie europee, respinge gli esuli in fuga dalla guerra.\r\nNel silenzio dei più, attoniti di fronte alla morte di tanta gente, uccisa dal virus e dalle politiche di guerra che i governi hanno attuato contro di noi, favorendo la spesa per cacciare i migranti a quella per la salute di tutt*\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli\r\n\r\nWild C.A.T. 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