","Morire di lavoro: dalla strage alla Thyssen al Job Act","post",1417701710,[62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/job-act/","http://radioblackout.org/tag/morti-sul-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/morti-sul-lavoro-a-prato/","http://radioblackout.org/tag/thyssenkrupp-2/",[67,15,68,69],"job act","morti sul lavoro a prato","thyssenkrupp",{"post_content":71,"tags":76},{"matched_tokens":72,"snippet":74,"value":75},[73],"ThyssenKrupp","dicembre 2007 sette operai della \u003Cmark>ThyssenKrupp\u003C/mark> di Torino bruciano vivi. Lo","La notte fra il 5 e il 6 dicembre 2007 sette operai della \u003Cmark>ThyssenKrupp\u003C/mark> di Torino bruciano vivi. Lo stabilimento Thyssen doveva essere chiuso: i padroni decisero che gli operai potevano rischiare le loro vite pur di risparmiare le proprie spese per la sicurezza.\r\nLo scorso anno sette operai cinesi sono bruciati nella fabbrica/dormitorio dove vivevano e lavoravano a Prato. Schiavi sottopagati e invisibili emergono dal buio solo con la fiammata che gli ha portato via la vita.\r\n\r\nLa strage alla Thyssen colpì l'opinione pubblica per il numero e per l’orrore di quelle morti, prolungate da strazianti agonie. Ne furono investite la coscienze troppo spesso intorpidite dalla propaganda padronale e governativa che sostiene che non vi è contraddizione fra l'interesse delle aziende e quelli dei lavoratori. Tutti sulla stessa barca. Qualcuno rema e qualcuno guadagna seduto nella cabina di comando. A volte il mare grosso ruba la vita di qualcuno.\r\nLe morti sul lavoro sono pane quotidiano, pane amaro che si mangia in silenzio. Le tragedie di Prato e della Thyssen sono diverse solo perché tanti sono stati uccisi tutti insieme, ma enorme è numero di morti, mutilati, feriti sul lavoro, perché continua è la strage di lavoratori in tutti i settori della produzione, dai cantieri alla fabbriche, dall'agricoltura ai trasporti.\r\n\r\nOggi, con il job act, il governo, con il pieno sostegno del padronato, rafforza ancora di più il dispotismo aziendale.\r\nNon è difficile capire cosa comporterà questa legge per la sicurezza sui posti di lavoro. Chi pretenderà di far valere il diritto alla sicurezza, alla vita, alla salute rischierà il licenziamento e dovrà accontentarsi di un pugno di soldi.\r\n\r\nIl peggio potrebbe ancora venire. L'immagine dell'ingresso del campo di concentramento di Auschwitz è tanto famasa da logorarsi. La dicitura \"il lavoro rende liberi\" non era solo una feroce irrisione verso uomini, donne e bambini destinati a morire, ma era la rappresentazione più che efficace di una parte - certo non secondaria - della macchina concentrazionaria.\r\nIl lavoro forzato venne impiegato massicciamente dal governo tedesco durante la seconda guerra mondiale. I prigionieri più giovani, sani e forti venivano avviati alla produzione in fabbrica in condizioni spaventose. Inutile dire che chi non moriva di stenti e malattie finiva nelle camere a gas.\r\nLe testimonianze pubblicate negli anni ci mostrano come questi lavoratori e lavoratrici fossero la dimostrazione inequivoca dell'intima natura del capitalismo, il suo sogno oggi inesprimibile ma mai sopito di avere a disposizione un'infinità di schiavi asserviti che lavorano gratis, costano quasi nulla e possono essere costantemente sostituiti. Gli attuali padroni della \u003Cmark>ThyssenKrupp\u003C/mark> sono i degni eredi di quei Krupp in prima fila nell'appoggiare il nazismo. I Krupp come i Siemens e tanti altri meno noti e godettero ampiamente del vantaggio di avere a disposizione manodopera a nessun prezzo motivata a lavorare a morte dalla speranza di poter continuare a vivere.\r\nRealizzarono il sogno di tanta parte dei padroni. Di ieri e di oggi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Cosimo Scarinzi, convinto che la lotta sia solo all'inizio. Il job act per il momento è solo un foglio in bianco, sul quale il governo dovrà scrivere i decreti attuativi. Renzi ha promesso i decreti delegati per la fine dell'anno, quindi la partita potrebbe essere ancora aperta.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\ncosimo_jobsact",[77,79,81,83],{"matched_tokens":78,"snippet":67},[],{"matched_tokens":80,"snippet":15},[],{"matched_tokens":82,"snippet":68},[],{"matched_tokens":84,"snippet":85},[69],"\u003Cmark>thyssenkrupp\u003C/mark>",[87,92],{"field":36,"indices":88,"matched_tokens":89,"snippets":91},[14],[90],[69],[85],{"field":93,"matched_tokens":94,"snippet":74,"value":75},"post_content",[73],578730123365712000,{"best_field_score":97,"best_field_weight":98,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":99,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":101,"highlight":115,"highlights":124,"text_match":130,"text_match_info":131},{"cat_link":102,"category":103,"comment_count":48,"id":104,"is_sticky":48,"permalink":105,"post_author":51,"post_content":106,"post_date":107,"post_excerpt":54,"post_id":104,"post_modified":108,"post_thumbnail":109,"post_thumbnail_html":110,"post_title":111,"post_type":59,"sort_by_date":112,"tag_links":113,"tags":114},[45],[47],"35885","http://radioblackout.org/2016/05/thyssenkrupp-condanne-definitive-per-i-dirigenti-stragisti/","Dopo un lungo e doloroso calvario giudiziario, i familiari delle vittime, i loro amici, quanti non hanno mai smesso di chiedere verità e giustizia hanno visto riconoscere che il rogo del 6 dicembre 2007 alle acciaierie Thyssenkrupp di Torino non fu una tragica fatalità o il castigo di un dio malvagio, ma l’ultimo anello di una catena di errori frutto di responsabilità umane e, in primo luogo, dei gruppi dirigenti.\r\n\r\nDietro quelle morti ci sono l’avidità, il taglio degli investimenti nella prevenzione e nella sicurezza, il mancato ascolto degli allarmi lanciati dai sindacati interni e dagli stessi lavoratori impegnati in quei reparti.\r\n\r\nLa sentenza della Cassazione può essere valutata nel senso di aver impedito che anche questa atrocità finisse nell’archivio dei rinvii, degli eterni processi che sfociano nella prescrizione che assolve il colpevole e oltraggia la vittima. E' uno sprone per le lotte contro lo sfruttamento e per la sicurezza nei luoghi di lavoro, dall'Ilva di Taranto all'Eternit, mentre ogni anno sono sempre più di mille gli operai che perdono la vita.\r\n\r\nRicordiamo ancora una volta i nomi delle vittime di quel rogo: Antonio Schiavone, Angelo Laurino, Roberto Scola, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinó, Giuseppe Demasi.\r\n\r\nQuesta mattina abbiamo sentito in diretta Giovanna, parente di una delle vittime:\r\n\r\nUnknown","16 Maggio 2016","2016-05-17 16:33:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/FT4QUCPO3288-k4sG-U10603163235692zfF-700x394@LaStampa.it_-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"171\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/FT4QUCPO3288-k4sG-U10603163235692zfF-700x394@LaStampa.it_-300x171.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/FT4QUCPO3288-k4sG-U10603163235692zfF-700x394@LaStampa.it_-300x171.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/FT4QUCPO3288-k4sG-U10603163235692zfF-700x394@LaStampa.it_-690x394.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/FT4QUCPO3288-k4sG-U10603163235692zfF-700x394@LaStampa.it_.jpg 692w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Thyssenkrupp, condanne definitive per i dirigenti stragisti",1463409304,[],[],{"post_content":116,"post_title":121},{"matched_tokens":117,"snippet":119,"value":120},[118],"Thyssenkrupp","6 dicembre 2007 alle acciaierie \u003Cmark>Thyssenkrupp\u003C/mark> di Torino non fu una","Dopo un lungo e doloroso calvario giudiziario, i familiari delle vittime, i loro amici, quanti non hanno mai smesso di chiedere verità e giustizia hanno visto riconoscere che il rogo del 6 dicembre 2007 alle acciaierie \u003Cmark>Thyssenkrupp\u003C/mark> di Torino non fu una tragica fatalità o il castigo di un dio malvagio, ma l’ultimo anello di una catena di errori frutto di responsabilità umane e, in primo luogo, dei gruppi dirigenti.\r\n\r\nDietro quelle morti ci sono l’avidità, il taglio degli investimenti nella prevenzione e nella sicurezza, il mancato ascolto degli allarmi lanciati dai sindacati interni e dagli stessi lavoratori impegnati in quei reparti.\r\n\r\nLa sentenza della Cassazione può essere valutata nel senso di aver impedito che anche questa atrocità finisse nell’archivio dei rinvii, degli eterni processi che sfociano nella prescrizione che assolve il colpevole e oltraggia la vittima. 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A cosa servono i data center è un primo aspetto che va indagato: per l'archiviazione, l'elaborazione e l'accesso di dati. Un secondo fattore da tenere in considerazione riguarda le proprietà degli investimenti che stanno dietro questi progetti, quindi Leonardo, Avio, Bbbell, Enel e, soprattutto, Hines, che prepara un maxi progetto con la costruzione di sei edifici alti 30 metri a due passi dall’aeroporto. \r\n\r\nParticolare attenzione va poi posta alle sedi individuate per questi progetti, nello specifico quella che riguarda l'ex Bonafous, quartiere Lucento, alle spalle della ThyssenKrupp, dove è previsto un data center al posto di una residenza per studenti come voleva una precedente pianificazione per quella zona. Area già interessata dalla necessità di bonifica e quindi dalla necessità di importanti investimenti, che hanno fatto sì che non venisse presa in considerazione come proposta per costruirvi il nuovo ospedale Maria Vittoria, invece di cementificare un'area verde, come nel caso del parco della Pellerina. Un chiaro esempio di messa in contrapposizione di esigenze diverse, dalla salute all'ambiente all'accesso allo studio, privilegiando lo sviluppo delle infrastrutture utili alla transizione tecnologica e digitale e dell'AI. \r\n\r\nInoltre, è importante sottolineare la materialità e gli impatti ecologici di queste infrastrutture che si può evidenziare nell'enorme consumo di acqua, oltre che di suolo (basti pensare che l'estensione del progetto di data center a Caselle equivale a 20 campi da calcio), e di energia. Per dare qualche dato, una sessione tra 10 e 40 domande a chat gpt consuma fino a mezzo litro di acqua, mentre un solo data center può arrivare a consumare l'equivalente di una città di medie dimensioni. \r\n\r\nNe parliamo con Diego, compagno e software developer\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Data-center-to-2025_02_13_2025.02.13-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","13 Febbraio 2025","2025-02-13 15:06:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/1733128353-data_center-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/1733128353-data_center-300x150.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/1733128353-data_center-300x150.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/1733128353-data_center-1024x512.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/1733128353-data_center-768x384.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/1733128353-data_center.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cinque nuovi data center in programma a Torino",1739459183,[149,150,151,152,153],"http://radioblackout.org/tag/consumo-di-suolo/","http://radioblackout.org/tag/consumo-idrico/","http://radioblackout.org/tag/data-center/","http://radioblackout.org/tag/intelligenza-artificiale/","http://radioblackout.org/tag/leonardo/",[155,156,157,158,159],"consumo di suolo","consumo idrico","data center","intelligenza artificiale","leonardo",{"post_content":161},{"matched_tokens":162,"snippet":163,"value":164},[73],"quartiere Lucento, alle spalle della \u003Cmark>ThyssenKrupp\u003C/mark>, dove è previsto un data","In questi giorni è uscita la notizia di ben cinque progetti di \"data center\" nella città di Torino e nella cintura. 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La lunga scia di sangue della guerra di classe non accenna a rallentare.\r\nSecondo l’Inail nei primi tre mesi di quest’anno ci sono stati 191 morti.\r\nLo scorso anno ci sono stati 600.000 infortuni sul lavoro.\r\nQui a Torino come non ricordare la strage della ThyssenKrupp del dicembre 2006, quando morirono bruciati 7 operai o i 5 operai investiti da un treno regionale nella notte tra il 30 e il 31 agosto dello scorso anno a Brandizzo?\r\nI media continuano a parlare di incidenti ed arrivano a puntare il dito sui lavoratori, “colpevoli” di essersi calati nella fogna senza “mascherine”. Questa l’espressione usata dal responsabile dell’AMAP, la municipalizzata che aveva dato in appalto i lavori, che a sua volta li aveva riappaltati. Questo termine dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, che il responsabile della sicurezza sul lavoro dell’AMAP parla a vanvera. Nelle fogne non ci si va con la mascherina che si usa per proteggersi dalle infezioni. Servono tute integrali e il gas alert, un apparecchio che misura la concentrazione dell’idrogeno solforato: quando suona gli operai dovrebbero allontanarsi al più presto.\r\nGli operai della Quadrifoglio group ne erano privi perché il loro contratto prevedeva che l'aspirazione dei liquami avvenisse dalla superficie attraverso un autospurgo e che il personale non scendesse sotto terra. Invece, privi delle conoscenze necessarie, sono scesi giù per lavorare e per aiutare i colleghi in difficoltà. 5 sono morti, un sesto è in condizioni gravissime. Se la ditta per cui lavoravano e l’ente appaltatore avesse provveduto a far fare i corsi sulla sicurezza, forse non sarebbero morti, forse non si sarebbero calati in quella fogna senza alcun dispositivo salvavita. Forse.\r\nChi conosce la realtà del lavoro sa che le protezioni spesso non ci sono, molto più spesso non vengono usate perché rallentano il lavoro, perché non consentono di seguire i ritmi imposti dai padroni. Una delle vittime di Casteldaccia aveva 71 anni. Se a quell’età ancora lavori calandoti nei tombini, vuol dire che non hai altre possibilità di reddito.\r\nNon è un incidente. Un incidente è qualcosa di imponderabile, impossibile da prevenire, mentre la continua crescita di morti sul lavoro va di pari passo con i tagli ed i mancati investimenti sulla sicurezza.\r\nI morti di Casteldaccia sono le ultime vittime della guerra di classe tra chi si arricchisce con il lavoro altrui e chi, per vivere, deve rischiare la vita.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/2024-05-08-strage-casteldaccia-fricche.mp3\"][/audio]","8 Maggio 2024","2024-05-08 16:34:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/morti-lavoro-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"226\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/morti-lavoro-300x226.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/morti-lavoro-300x226.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/morti-lavoro-1024x772.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/morti-lavoro-768x579.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/morti-lavoro-1536x1157.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/morti-lavoro.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Guerra di classe. 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Basta la memoria degli orrori a impedirne la ripetizione?\r\nDifficile da credere di fronte alla lunga teoria di massacri del secolo breve. Massacri etnici, politici, sociali. Massacri programmati e realizzati con metodo e macellerie brutali ma senza un luogo, uno spazio.\r\nI lager nazisti stupiscono per la loro fisicità. I muri, le baracche, i trasporti, i mucchi di denti, capelli, scarpe, abiti, le divise di stracci. Umano, sin troppo umano, il sistematico ridurre a cosa uomini, donne, bambini.\r\nLa giornata della memoria, che cristallizza in un momento la storia dei lager nazisti, è davvero un viatico per il ricordo o è già, essa stessa, tradimento?\r\nIl 27 gennaio è il giorno in cui l’armata rossa entrò ad Auschwitz e mostrò al mondo l’orrore dei campi? Fu davvero una “scoperta”? Oggi sappiamo che tanti sapevano ma non dissero né fecero nulla.\r\nA Churchill venne chiesto di bombardare Auschwitz ma non lo fece.\r\nTante testimonianze dai campi prima di quel 27 gennaio restarono inascoltate. Il 27 gennaio non segna l’inizio della memoria ma il primo giorno del suo tradimento. Le immagini di Auschwitz diventano la prova vivente della cattiveria del “nemico”. Il nazista cristallizzato da tanta filmografia dei vincitori, che quasi subito lo distinguono dal popolo tedesco, che non sapeva, dagli alleati che non potevano immaginare quanto feroce, disumano fosse il mostro che combattevano.\r\nUn mondo dipinto in bianco e nero diventa il fondale perfetto per il quadro del male assoluto, il male che come un cancro si annida in un corpo sano, che lo amputa e se ne libera per sempre.\r\nOttima propaganda, pessimo esercizio di memoria.\r\nNon per caso restano sullo sfondo le vicende dei tantissimi che non passarono subito per il camino, quelli che vennero sterminati con il lavoro forzato in fabbriche i cui nomi conosciamo bene: Siemens, Krupp, Bayer. Il sogno capitalista del lavoro che non costa nulla, nemmeno il mantenimento dello schiavo, usato sino alla distruzione, poi gettato via e sostituito con uno nuovo.\r\nI sette operai che a Torino sono bruciati vivi alla Thyssenkrupp, l’acciaieria destinata a chiudere senza sicurezza, perché la vita di sette lavoratori vale meno di un estintore, ci racconta come la memoria di Auschwitz, Dachau, Ravensbruck sia stata tradita sin dal primo giorno, sin da quel 27 gennaio del 1944.\r\nI campi rom che bruciano nelle periferie del nostro paese ci narrano di una memoria che non c’è. Ci raccontano della lunga notte di oblio che ha avvolto il porrajmos, lo sterminio di 500.000 rom e sinti europei. Ci raccontano una banalità.\r\nLa memoria viva, la memoria che fa argine all’orrore, è quella di chi si batte per estirpare le radici del razzismo, della discriminazione, del fascismo, della logica feroce del profitto.\r\nNella consapevolezza che quello che è successo torna e torna ancora in altre forme e altre latitudini.\r\nOccorre vedere il nostro presente per non tradire la memoria del passato.\r\nNe abbiamo parlato con Paolo Finzi, che da anni si occupa del Porrajmos, lo sterminio “dimenticato di rom e sinti:\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nfinzi_memoria","28 Gennaio 2015","2015-01-29 12:31:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/auschwitz_0-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"210\" height=\"280\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/auschwitz_0.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","La memoria tradita",1422470369,[213,214,215,216,217,218,219],"http://radioblackout.org/tag/27-gennaio/","http://radioblackout.org/tag/auschwitz/","http://radioblackout.org/tag/dachau/","http://radioblackout.org/tag/giornata-della-memoria/","http://radioblackout.org/tag/memoria-tradita/","http://radioblackout.org/tag/ravensbruck/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[27,25,23,33,31,29,18],{"post_content":222},{"matched_tokens":223,"snippet":224,"value":225},[118],"Torino sono bruciati vivi alla \u003Cmark>Thyssenkrupp\u003C/mark>, l’acciaieria destinata a chiudere senza","Ricordare è un modo per non tradire un passato che non vorremmo che torni? 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Con loro, abbiamo ripercorso le tappe del processo e commentato \"a sangue caldo\" la sentenza di ieri, Nelle loro parole, non solo la rabbia e il dolore, ma anche la consapevolezza che il percorso che ha portato sino alla sentenza di ieri, ha comunque rimesso al centro l'esigenza di una lotta concreta contro un sistema che continua ad ingrassare padroni e affaristi e spremere, sacrificare, e troppe volte uccidere, chi lavora.\r\n\r\nParte 1\r\n\r\nSpecialeThyssen1a\r\n\r\nParte 2\r\n\r\nSpecialThyssen2a","1 Marzo 2013","2013-03-07 13:19:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/03/thyssen-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"214\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/03/thyssen-300x214.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/03/thyssen-300x214.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/03/thyssen.jpeg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Strage Thyssen, parenti e solidali ai microfoni di Radio BlackOut",1362146689,[244,245,63,246],"http://radioblackout.org/tag/conflitto-capiale-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/lotte-operaie/","http://radioblackout.org/tag/thyssen/",[35,248,15,20],"lotte operaie",{"post_content":250},{"matched_tokens":251,"snippet":252,"value":253},[118],"le condanne ai vertici della \u003Cmark>Thyssenkrupp\u003C/mark> in quanto \"non vi è","All'indomani del verdetto della corte d'assise d'appello del tribunale di Torino che riduce drasticamente le condanne ai vertici della \u003Cmark>Thyssenkrupp\u003C/mark> in quanto \"non vi è stato il dolo\", abbiamo avuto ospiti in studio alcuni parenti dei 7 giovani lavoratori rimasti uccisi in quello che fu definito \"l'inferno della classe operaia\".A fianco a loro, anche i solidali della rete di compagni e compagne che han sostenuto la loro lotta sin da quel 6 dicembre 2007. 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