","Grecia. I profughi, la trojka, il governo Tsipras","post",1460484118,[63,64,65,66,67,68,69,70,71,72],"http://radioblackout.org/tag/chios/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/idomeni/","http://radioblackout.org/tag/lesbo/","http://radioblackout.org/tag/macedonia/","http://radioblackout.org/tag/profughi/","http://radioblackout.org/tag/samo/","http://radioblackout.org/tag/trojka/","http://radioblackout.org/tag/tsipras/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[74,15,75,76,36,77,78,25,18,79],"chios","idomeni","Lesbo","profughi","samo","Turchia",{"post_title":81,"tags":84},{"matched_tokens":82,"snippet":83,"value":83},[25],"Grecia. 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La Grecia corre il rischio immediato di perdere un miliardo di euro in sovvenzioni da parte dell’Unione Europea nel quadro degli stanziamenti del programma precedente, in scadenza il prossimo 31 dicembre, in quanto la sospensione dei pagamenti da parte dello Stato ellenico ha bloccato per ora l'emissione di una nuova tranche di prestiti.\r\nIn un susseguirsi di dichiarazioni e smentite - inframmezzate dalle minacce dei tecnocrati della Trojka - il governo greco prova a tirare la corda a dei creditori che prnedono sempre più le sembianze di esecutori a sangue freddo d'un omicidio premeditato. La minaccia del Grexit, l'uscita da un'insostenibile moneta unica, da minaccia del piccolo Davide greco contro il Golia dell'Unione Europea, passa di mano e si prospetta come opzione minacciata per imporre un'indebolimento dell'esecutivo Tsipras-Varoufakis da ridurre a più miti consigli, lezione di disciplina per eventuali futuri governi attratti da simili velleità.\r\nMentre dalla Grecia alla Spagna si fa avanti la speranza di pezzi consistenti dei movimenti, del proletariato e della classe media in ecrisi in un nuovo (impossibile) riformismo, le mosse della Trojka rende chiaro quali sia oggi il significato di parole spesso abusate come \"democrazia\" e \"sovranità\" nell'epoca in cui chi controlla il rubinetto dell'erogatore finanziario può decidere a tavolino la sorte di territori e popolazioni. Dove sempre più spesso le finalità esplicitamente politiche dell'esercizio di questo potere possono tranquillamente subordinare a sé le stesse esigenze dell'economico, dal momento che nessuno stato nazionale può oggi onorare il proprio debito pubblico.\r\nA partire da questi spunti, abbiamo fatto una chiacchierata con Raffaele Sciortino\r\nintervistaraffaele","27 Maggio 2015","2015-06-01 11:55:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/o.292511-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/o.292511-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/o.292511-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/o.292511.jpg 650w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La Grecia in bancarotta al tornante dell'Eurocrisi",1432744338,[136,137,64,138,70],"http://radioblackout.org/tag/ausyerity/","http://radioblackout.org/tag/eurocrisi/","http://radioblackout.org/tag/syriza/",[140,141,15,29,25],"ausyerity","eurocrisi",{"post_content":143,"tags":148},{"matched_tokens":144,"snippet":146,"value":147},[145],"Trojka","dalle minacce dei tecnocrati della \u003Cmark>Trojka\u003C/mark> - il governo greco prova a","A quattro mesi dalle elezioni che hanno portato al governo Syriza, lo Stato greco si trova sull'orlo di una (non voluta) insolvenza quanto di un effettiva mancanza di liquidi per pagare gli stessi stipendi dei dipendenti statali. 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Il 40enne Alexis Tsipras sarà il nuovo Primo Ministro della penisola ellenica con oltre il 36 % dei voti, staccando di quasi 9 punti percentuali i conservatori di nuova Democrazia. Al terzo posto i neonazisti di Alba Dorata e a seguire altri partiti oscillanti tra il 4 e il 6% che dovrannod ecidere nei prossimi giorni, se invitati, se collaborare coi vincitori alla formazione di un nuovo governo.\r\nL'affermazione del partito-coalizione è netta e ampia ma non è riuscita ad ottenere la maggioranza assoluta, per soli 2 seggi. L'ampio consenso dimostrato dalle fasce popolari e dalla classe media greca non toglierà comunque le castagne dal fuoco al neo-eletto Tsipras, stretto tra i ricatti della troika e le promesse e le aspettative di milioni di greci, che si sono visti decurtare il livello di vita negli ultimi 5 anni. Tsipras ha annunciato a più riprese di non ritenere validi gli accordi (il Memorandum) sottoscritti dai precedenti governi e intende ri-contrattare il debito, salvando le pensioni e annullando i nuovi tagli alla pubblica amministrazione previsti dalla cura di cavallo che l'Unione Europea vuole continuare ad imporre.\r\nL'Euro, questo Euro, resta il nodo più problematico e difficile di un programma di governo che si annuncia come radicale innovazione social-riformista che però ha davanti la strettoia dei parametri economico-finanziari europei, ribaditi dalle prime dichiarazione dei portavoce dell'establishment che ribadiscono la non disponibilità a ritrattare le misure di austerità imposte.\r\nAd Atene, abbiamo raggiunto Nicoletta Dosio, militante del movimento noTav che ha partecipato alla selegazione italiana in terra greca\r\n Nicoletta_atene_eelezioni\r\n\r\n ","26 Gennaio 2015","2015-01-29 11:06:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/Syriza-supporters-in-Athe-008-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/Syriza-supporters-in-Athe-008-300x180.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/Syriza-supporters-in-Athe-008-300x180.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/Syriza-supporters-in-Athe-008.jpg 460w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Grecia: Syriza vince ma non ha la maggioranza assoluta",1422277855,[184,185,64,138,70,71],"http://radioblackout.org/tag/austerity/","http://radioblackout.org/tag/elezioni/",[187,188,15,29,25,18],"austerity","elezioni",{"tags":190},[191,193,195,197,199,201],{"matched_tokens":192,"snippet":187},[],{"matched_tokens":194,"snippet":188},[],{"matched_tokens":196,"snippet":15},[],{"matched_tokens":198,"snippet":29},[],{"matched_tokens":200,"snippet":101},[25],{"matched_tokens":202,"snippet":18},[],[204],{"field":37,"indices":205,"matched_tokens":206,"snippets":208},[162],[207],[25],[101],{"best_field_score":118,"best_field_weight":119,"fields_matched":121,"num_tokens_dropped":49,"score":210,"tokens_matched":121,"typo_prefix_score":49},"578730123365711977",{"document":212,"highlight":237,"highlights":242,"text_match":245,"text_match_info":246},{"cat_link":213,"category":214,"comment_count":49,"id":215,"is_sticky":49,"permalink":216,"post_author":52,"post_content":217,"post_date":218,"post_excerpt":55,"post_id":215,"post_modified":219,"post_thumbnail":220,"post_thumbnail_html":221,"post_title":222,"post_type":60,"sort_by_date":223,"tag_links":224,"tags":231},[46],[48],"52143","http://radioblackout.org/2019/01/il-nome-della-macedonia/","Non è una questione di lana caprina, c'è un fondamento storico nelle dispute su chi sia più macedone e chi possa accreditarsi l'eredità di Alessandro, ma soprattutto nelle culture delle genti coinvolte in infiniti e ripetuti pogrom, deportazioni, coabitazioni, società multietniche sovvertite da successivi sovranismi si indovina un'inquietudine che affonda nella dissoluzione dell'impero ottomano: in Siria e Iraq vediamo quali strascichi riservi ancora adesso l'Accordo Sykes-Picot, nell'estremo Ovest dell'impero si esplica con le ottuse incursioni in centri sociali greci da parte di Alba Dorata, o in manifestazioni a Skopje e dall'altro lato a Thessaloniki per attribuirsi la vera macedonicità... senza contare il rischio per Tsipras, sopravvissuto al tradimento della volontà popolare, alla trojka e ora passato per il rotto della cuffia da un parlamento riottoso al pensiero che potesse esistere una Macedonia non greca (nell'impasse che ha preceduto il sì di Atene ha rischiato di avere la peggio il governo, che ha superato a fatica la prova della fiducia dopo l'uscita dalla coalizione del partito Anel dei Greci indipendenti dell'ex ministro della Difesa Panos Kammenos), con il 70% dei greci che vedono come il fumo negli occhi l'esistenza di una Macedonia che non sia quella ellenica; peraltro anche i nazionalisti dall'altro lato non hanno approvato l'accordo ratificato nell'estate 2018 – e proprio oggi passato anche al parlamento greco, sancendolo definitivamente.\r\n\r\n\r\n\r\nIl nazionalismo si manifesta in luoghi dove nessuno può dichiararsi unico esponente autoctono di una terra per sua natura crogiolo di etnie e crocevia di incontri, rimescolamenti e poi allontanamenti e scontri e guerre... Il centro dei Balcani da dove sono transitati tutti, ma soprattutto hanno avuto la loro casa molti popoli diversi e mescolatisi per certi periodi di pacifica convivenza. Eppure non è pensabile immaginare (per fortuna!) come altrove che i due nazionalismi arrivino a pretendere un irredentismo unitario delle due Macedonie e questo ha una sua ragione inequivocabile proprio in quella composizione multietnica, che ci ha illustrato con precisione documentata e dettagliata passione Francesco Mangiapane:\r\n\r\nMacedonia","25 Gennaio 2019","2019-01-25 23:40:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/01/Macedonia_region-200x110.png","\u003Cimg width=\"257\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/01/Macedonia_region-257x300.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/01/Macedonia_region-257x300.png 257w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/01/Macedonia_region.png 578w\" sizes=\"auto, (max-width: 257px) 100vw, 257px\" />","Il nome della Macedonia",1548458608,[225,226,64,67,227,228,229,230],"http://radioblackout.org/tag/alba-dorata/","http://radioblackout.org/tag/bulgaria/","http://radioblackout.org/tag/nazionalismi/","http://radioblackout.org/tag/salonicco/","http://radioblackout.org/tag/serbia/","http://radioblackout.org/tag/skopje/",[31,232,15,36,233,234,235,236],"Bulgaria","nazionalismi","salonicco","serbia","Skopje",{"post_content":238},{"matched_tokens":239,"snippet":240,"value":241},[25],"tradimento della volontà popolare, alla \u003Cmark>trojka\u003C/mark> e ora passato per il","Non è una questione di lana caprina, c'è un fondamento storico nelle dispute su chi sia più macedone e chi possa accreditarsi l'eredità di Alessandro, ma soprattutto nelle culture delle genti coinvolte in infiniti e ripetuti pogrom, deportazioni, coabitazioni, società multietniche sovvertite da successivi sovranismi si indovina un'inquietudine che affonda nella dissoluzione dell'impero ottomano: in Siria e Iraq vediamo quali strascichi riservi ancora adesso l'Accordo Sykes-Picot, nell'estremo Ovest dell'impero si esplica con le ottuse incursioni in centri sociali greci da parte di Alba Dorata, o in manifestazioni a Skopje e dall'altro lato a Thessaloniki per attribuirsi la vera macedonicità... senza contare il rischio per Tsipras, sopravvissuto al tradimento della volontà popolare, alla \u003Cmark>trojka\u003C/mark> e ora passato per il rotto della cuffia da un parlamento riottoso al pensiero che potesse esistere una Macedonia non greca (nell'impasse che ha preceduto il sì di Atene ha rischiato di avere la peggio il governo, che ha superato a fatica la prova della fiducia dopo l'uscita dalla coalizione del partito Anel dei Greci indipendenti dell'ex ministro della Difesa Panos Kammenos), con il 70% dei greci che vedono come il fumo negli occhi l'esistenza di una Macedonia che non sia quella ellenica; peraltro anche i nazionalisti dall'altro lato non hanno approvato l'accordo ratificato nell'estate 2018 – e proprio oggi passato anche al parlamento greco, sancendolo definitivamente.\r\n\r\n\r\n\r\nIl nazionalismo si manifesta in luoghi dove nessuno può dichiararsi unico esponente autoctono di una terra per sua natura crogiolo di etnie e crocevia di incontri, rimescolamenti e poi allontanamenti e scontri e guerre... 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Stando ai reportage dei media di regime (davvero non si può utilizzare altra espressione dopo le performance delle ultime settimane) la maggioranza della popolazione sarebbe pronta a sopportare i nuovi sacrifici che la nuova versione del memorandum impone, mentre la protesta sarà appannaggio delle solite \"frange estremiste\". Difficile dirlo da qui...\r\nQuel che è non è in discussione, è la natura umiliante e spietata di un memorandum assassino che intende punire e mettere all'angolo la grande prova di dignità che la popolazione ellenica ha messo in campo la scorsa settimana. Oggi, per la prima volta da quando Tsipras è al governo, il sindacato dei dipendenti statali - influenzato non poco dai quadri di Syriza - ha indetto uno sciopero generale, cui fa eco la chiusura delle farmacie. L'attenzione è però ora tutta concentrata su questa sera, quando tornerà a scendere in piazza una rinata opposizione sociale, obbligata a tornare in piazza Syntaggma per opporsi contro un governo, che aveva suscitato tante speranze e che si è ora messo nella condizione di eseguire nuovi e più brutali dikatat della Trojka contro la classe media e il proletariato greco.\r\nAscolta la corrsipondenza da Atene con George, compagno della sinistra greca\r\n\r\ngeorge_grecia_15_7_15","15 Luglio 2015","2015-07-21 17:02:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/TsiprasHope-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"206\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/TsiprasHope-300x206.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/TsiprasHope-300x206.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/TsiprasHope.png 487w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Grecia: dopo l'accordo, la palla torna alla piazza",1436983527,[263,264,64,265],"http://radioblackout.org/tag/debito/","http://radioblackout.org/tag/europa/","http://radioblackout.org/tag/grexit/",[267,268,15,27],"debito","europa",{"post_content":270},{"matched_tokens":271,"snippet":272,"value":273},[145],"e più brutali dikatat della \u003Cmark>Trojka\u003C/mark> contro la classe media e","Gli umori di tant* militanti di base della sinistra greca sono in questi giorni a terra, calpestati da un accordo che fa carta straccia dell'Oxi espressosi nelle urne solo diceci giorni fa. 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Ha poi messo intorno ad uno stesso tavolo tutte le forze politiche parlamentari, comprese quelle del fronte del si, tenendo fuori solo i nazisti di Xrisi Arghi – Alba Dorata, per avere un mandato ancora più largo al tavolo delle trattative.\r\nIl tentativo dell'Europa a guida tedesca di disarcionare Syriza è fallito.\r\nMentre stiliamo queste note è ai blocchi di partenza la riunione dell'Eurogruppo.\r\nQualunque sia l'esito, sempre che non vi sia l'ennesimo rinvio di una decisione definitiva, occorre rilevare come la logica ragioniera che ha sinora caratterizzato le scelte politiche del cancelliere tedesco Angela Merkel, cominci a mostrare la corda.\r\n\r\nSul piatto non c'è solo l'uscita della Grecia dall'euro, il default del paese o altre lacrime e sangue per chi ci vive. La collocazione internazionale della Grecia, le esplicite avance di Vladimir Putin, le pressioni di Obama per un accordo che impedisca la GrExit sono due dei tasselli che mostrano che il mosaico bizantino è ancora incompleto, ben lungi dal mostrare tutta la complessità di una vicenda, che in prospettiva potrebbe far saltare il banco dell'Unione.\r\nL'unificazione monetaria dell'Europa sta assumendo sempre più le caratteristiche di un'operazione coloniale, che ricorda da vicino il processo di integrazione forzata del meridione d'Italia dopo le guerre risorgimentali. In quel caso casa Savoia dovette imporsi con la forza dopo tre anni di guerra civile ferocissima. La guerra attuale è stata combattuta con altri mezzi, ma è stata comunque cruenta. Solo l'emergere di forme di mutuo appoggio, solidarietà e autogestione nel quartieri ha posto un freno al precipitare drammatico della situazione sociale in Grecia. Ma ha anche indicato una possibilità potenzialmente sovversiva, perché estranea alle regole del capitalismo.\r\n\r\nAbbiamo altresì assistito al pericoloso riemergere del nazionalismo, che, come un fiume che emerge prepotentemente dalle cavità carsiche, scorre sempre più impetuoso in tanta parte dell'Europa.\r\nLo alimentano soprattutto formazioni neofasciste e populiste ma non manca di sostenitori anche a “sinistra” e prelude ad un riemergere prepotente di logiche di esclusione, le cui prime vittime sono immigrati e profughi.\r\n\r\nAbbiamo cominciato a parlarne con Massimo Varengo, un compagno che conosce bene la Grecia e le dinamiche politiche e sociali che la attraversano.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\ngrecia varengo","7 Luglio 2015","2015-07-08 14:23:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/tsakalotos-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/tsakalotos-300x225.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/tsakalotos-300x225.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/tsakalotos-768x576.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/tsakalotos.jpeg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Grecia. 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Il primo ministro Antonis Samaras si sta giocando il tutto per tutto. In dicembre la decisione di anticipare l'elezione del nuovo presidente della Repubblica ha di fatto decretato la fine della legislatura e del patto di governo che ha messo in sella l'esponente del partito di destra Nea Democratia.\r\nIn Grecia, se non il parlamento non raggiunge la maggioranza necessaria all'elezione del presidente della Repubblica, scatta lo scioglimento automatico e si apre la via alle elezioni.\r\nLa mossa di Samaras è stata quindi calcolata con cura.\r\nInevitabile chiedersi le ragioni della sua mossa.\r\nSecondo Gheorgos, un compagno del gruppo dei comunisti libertari di Atene, la mossa di Samaras è una sorta di eutanasia di un governo che non avrebbe retto le pressioni della trojka in primavera.\r\n\r\nAscolta la diretta con Gheorgos:\r\n\r\n2015 01 16 gheorgo\r\n\r\nOltre a mollare al proprio predecessore la patata bollente, Samaras tenta una ardua risalita nei favori degli elettori, che, secondo i sondaggi, darebbero una netta vittoria a Syriza, la formazione di sinistra guidata da Alexis Tsipras.\r\nIl principale alleato di Samaras è la paura. La paura delle borse, che si sono affrettate a crollare dopo l'annuncio di nuove elezioni, la paura dell'abbandono della madre/matrigna Europa, nutrice dal latte avvelenato.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Pietro Stara, autore di un articolo, uscito sul settimanale Umanità Nova.\r\nNe è scaturita una lunga riflessione sugli spazi e le prospettive di una proposta di sapore neo-socialdemocratico.\r\n\r\nAscolta la diretta con Pietro:\r\n\r\n2015 01 22 pietro tsipras\r\n\r\nDi seguito l'articolo uscito su UN.\r\n\r\nNegli ultimi decenni ha preso corpo, sostanza, fisicità un luogo che forniva numeri al grande capitale: la Borsa. Si è antropoformizzata: corre, avanza, cade, arretra, si rialza, crolla. E come ogni buon essere umano ha paura, ma soprattutto, fa paura: reagisce non solo ad ogni attacco, ma anche ad ogni presunto attacco. Previene e intuisce ciò che potrà capitare e pertanto avverte, redarguisce, invita, sibila, intima di… E come ogni ricattatore e ricattatrice che si voglia rispettare, quando non ottiene ciò che vuole, schianta, inesorabilmente, portando con sé morte e distruzione, ma soltanto a coloro che stanno in basso. E più in basso stanno e più li trascina inesorabilmente verso il baratro. La Borsa è il nuovo Hermes, l’araldo e il messaggero degli dei del Capitalismo, che cerca, mediante i suoi “inganni”, di ristabilire, fra umano e divino, quel contatto che è andato perduto. Platone fa sostenere a Socrate: «Hermes è Dio interprete, messaggero, ladro, ingannatore nei discorsi e pratico degli affari, in quanto esperto nell’uso della parola; suo figlio è il logos.» La Borsa è, dunque, la nuova divinità dell’eloquenza:abile, sottile, persuasiva. L’altro giorno ha nuovamente parlato: “meno 12%” – ha detto – “mi sono fatta male: sono caduta rovinosamente, di nuovo!”. Ha parlato dalla Grecia, dalla grotta scavata nel monte Cillene, la più alta cima del Peloponneso, sul confine tra l’Arcadia e l’Acaia, dove nacque Hermes. La Borsa aveva sentito dire, da un araldo degli dei, che “se ci fossero le lezioni anticipate e se le dovesse vincere un tal semidio di nome Tsipras, figlio di molti padri e madri, Synaspismos, Akoa, Dea, Keda, Energoi Polites, oggi riuniti sotto la dea Syriza, allora sarebbe la rovina non solo per tutta la madrepatria Grecia, ma anche per ogni luogo abitato sino alle colonne d’Ercole.” Questo triste vaticinio è stato subito diffuso dai messaggeri del Capitale, che hanno, ancora una volta, intimato, redarguito, subdolamente avvertito. Tsipras, per chi lo conosce, non ha alcuna intenzione di scardinare Zeus: non aspira a prendergli il posto, a democratizzare la pletora di divinità e a ridistribuire il maltolto. Antico progetto oramai passato in soffitta. Molti emissari del dio Capitale sanno che Tsipras non vuole spaventare la Borsa, ma anzi, cerca di circuirla e di farsi benvolere: “Non dovete aver paura di noi”- tuona Tsipras – “Syriza non sarà la fine dell’Euro. Sarà piuttosto la sua salvezza: se vinceremo le elezioni greche, faremo davvero decollare il progetto di Unione fiscale dell’Europa.” Uno sconto, vuole solo uno sconto, un segno anche minimo: un piccolo soffio vitale, come dopo una guerra disastrosa. Un atto di pietà del vincitore.\r\n\r\n“Non è vero” – risponde per le rime Antonis Samaras, figlio della dea Primavera Politica e protetto dal dio Pasok: “Syriza terrorizza i listini!” Mai frase fu più nefasta: che si colpisca la madre, la Borsa, è già cosa grave. Ma punire i “listini”, i suoi nobili figli, è cosa inaudita! Il padre Capitale non potrà mai permettere cosa simile. Già Egli fu magnanimo: diede soldi in gran quantità. Li portò l’FMI. Ma ad una sola condizione: tagliare, tagliare, stroncare!\r\n\r\nIntanto la casa brucia. Velocemente.","23 Gennaio 2015","2018-10-17 22:09:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/La-crisi-finanziaria-greca_h_partb-200x110.jpg","Alexis Tsipras e gli dei dell'Olimpo","podcast",1422026925,[355,64,356,357,358,71],"http://radioblackout.org/tag/elezioni-in-grecia/","http://radioblackout.org/tag/samaras/","http://radioblackout.org/tag/socialdemocrazia/","http://radioblackout.org/tag/tene/",[360,15,332,361,327,18],"elezioni in grecia","socialdemocrazia",{"post_content":363},{"matched_tokens":364,"snippet":365,"value":366},[25],"avrebbe retto le pressioni della \u003Cmark>trojka\u003C/mark> in primavera.\r\n\r\nAscolta la diretta","Mancano pochi giorni alle elezioni in Grecia. Il primo ministro Antonis Samaras si sta giocando il tutto per tutto. 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Parteciperanno molti dei soggetti che nell'ultimo anno hanno costruito il percorso di mobilitazione che dal 19 ottobre al 12 aprile si sono battuti sulla questione della casa, muovendo i primi passi di una denuncia pubblica del famigerato Jobs Act.\r\nMa ci saranno anche sindacati confilittuali, movimenti territoriali, collettivi e istanze di base protagoniste di immunerevoli quanto disperse lotte sui luoghi di lavoro. 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Questi dati rappresentano una brutta vetrina per un'Unione Europea che continua a chiedere sacrifici e austerità in nome di una ripresa che non arriva.\r\nLa scelta della città di Torino come sede dell'evento è da questo punto di vista sintomatica, presentata come fulgido esempio di sorpassamento del modello della città-fabbrica in un oltre di cui quel che si intravvede oggi è soprattutto l'indebitamento, la riduzione progressiva di servizi e welfare e l'impoverimento di ampie fasce di popolazione. Qui, dove non ha mai attecchito il modello berlusconiano, vige e domina da 20 anni il cosiddetto “Sistema-Torino”: un'intricatissima rete di rapporti economici, politici e personali tra grandi banche, fondazioni, ex-dirigenti di Pci-Ds-Pd e Fiat. Un modello che a quanto pare ha fatto scuola: la versione “di sinistra” del capitalismo neoliberista.\r\nSu questa ordinaria gestione del paese si innesta oggi un'accelerazione dettata dalla crisi e dalle misure europee imposte dalla Trojka col Fiscal Compact, il pareggio di bilancio fatto entrare di forza nelle costituzioni nazionali, la riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL. La cancellazione della spesa pubblica per stare dentro questi parametri è la sola risposta comune messa in campo da governi nazionali complici e subalterni. Privatizzazione dei servizi, finanziarizzazione del welfare ed espropriazione dei beni comuni ne sono i corollari necessari. Le reti familiari/comunitarie, dove ci sono, restano le ultime ancore di salvezza prima dell'inferno dell'indebitamento individuale. Per un'Europa costruita sul primato della finanza, le richieste non hanno mai fine. Per quanto denaro pubblico e risparmi vi si getti dentro, la voragine non è mai colma.\r\nPer i giovani il futuro si mostra sotto una prospettiva ancora più radicale, senza collocazione o prospettive che non siano quelle di un'infinita disponibilità ad assecondare le esigenze del capitale. Non importa quanto hai studiato e quali siano le tue aspettative, devi essere pronto e flessibile a ogni richiesta. Il punto non è “tirare la cinghia per stare nei parametri” ma farci tirare la cinghia per abituarci a dare di più e chiedere di meno. Produttività, flessibilità, competitività, merito sono le parole d'ordine di questo programma nemico di cui Renzi è il nome italiano. Le prime misure varate dal suo governo – Piano Casa e Jobs Act – sono espliciti momenti di una più generale guerra ai pobveri. Sono anche risposte politiche a quanto posto sul piatto dai movimenti, dalle vertenze sui luoghi di lavoro e nelle lotte territoriali.\r\nDobbiamo rovesciare questo programma, invertire l'ordine delle priorità. Ordinare un'altra agenda politica, sostanziata dalle lotte, legittimata nei territori, capace di gettare sabbia nei loro ingranaggi e porre sul medio-termine la questione strategica del come, cosa, quanto e per chi produrre. Lo sviluppo tecnologico (automazione, informatizzazione) permetterebbe oggi una riduzione netta e generalizzata del lavoro socialmente necessario, eppure ci troviamo ancora presi dentro le maglie di un ricatto che ci chiede di lavorare di più e più intensamente per mantenere in vita un sistema diseguale e mortifero. Il problema è quindi di del chi e a nome di chi decide.\r\nVoremmo che la giornata dell'11 luglio metta all'ordine del giorno queste questioni e che lo faccia all'altezza dei tempi che stiamo vicendo, individuando pratiche efficaci e massificabili, in grado di indicare un percorso anche per i tempi futuri. Per questo invitiamo i movimenti, le lotte territoriali , i sindacati conflittuali e quanti e quante in questi anni si sono battuto contro i piani del neoliberismo e della trojka, a partecipare ad un'assemblea nazionale dei movimenti per discutere insieme e costruire collettivamente la giornata di lotta dell'11 luglio. La data che indichiamo è quella di sabato 31 maggio, h 14 a Palazzo Nuovo (Università di Torino). \r\n#renzistaisereno #civediamolundici\r\n\r\n#11L #nojobsact #notroika #nopianocasa\r\n\r\n \r\n\r\nMovimenti sociali contro l'austerity e la precarietà - Torino","29 Maggio 2014","2018-10-17 22:10:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/10297809_647786368639288_8117626845030265297_n-200x110.jpg","Torino - 31 maggio: un'assemblea nazionale contro l'Europa dell'austerity",1401366889,[383,184,264,384,385,386],"http://radioblackout.org/tag/11l/","http://radioblackout.org/tag/precarieta/","http://radioblackout.org/tag/renzi/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[325,187,268,334,329,388],"torino",{"post_content":390},{"matched_tokens":391,"snippet":392,"value":393},[145],"dalle misure europee imposte dalla \u003Cmark>Trojka\u003C/mark> col Fiscal Compact, il pareggio","Sabato 31 maggio si terrà a Palazzo Nuovo (Università di Torino) un'assemblea nazionale dei movimenti contro la precarietà e l'austerity. Parteciperanno molti dei soggetti che nell'ultimo anno hanno costruito il percorso di mobilitazione che dal 19 ottobre al 12 aprile si sono battuti sulla questione della casa, muovendo i primi passi di una denuncia pubblica del famigerato Jobs Act.\r\nMa ci saranno anche sindacati confilittuali, movimenti territoriali, collettivi e istanze di base protagoniste di immunerevoli quanto disperse lotte sui luoghi di lavoro. Sarà un primo momento di discussione per costruire una mobilitazione nazionale contro il vertice dei capi di stato che si terrà l'11 luglio a Torino sull' \"occupazione giovanile\".\r\nCon Germana, compagna delle realtà autonome torinesi abbiamo affrontato alcuni dei temi che saranno discussi durante quest'assemblea\r\ngermana_31M\r\nQui di seguito il comunicato di convocazione dell'assemblea\r\n\r\nTorino, #11 luglio: blocchiamo Renzi, combattiamo l'Europa dell'austerity\r\nIl prossimo undici luglio i primi ministri dell'Unione Europea si incontreranno a Torino in un vertice in cui si parlerà di “occupazione giovanile”. Ma forse è di disoccupazione giovanile che sarebbe più lecito parlare. Se guardiamo ai dati europei la media dei senza lavoro sotto i 25 anni si aggirà intorno al 24 % ma nel Sud del continente si sfonda ampiamente il 40% e in Spagna e Grecia si va ben oltre il 50%. Questi dati rappresentano una brutta vetrina per un'Unione Europea che continua a chiedere sacrifici e austerità in nome di una ripresa che non arriva.\r\nLa scelta della città di Torino come sede dell'evento è da questo punto di vista sintomatica, presentata come fulgido esempio di sorpassamento del modello della città-fabbrica in un oltre di cui quel che si intravvede oggi è soprattutto l'indebitamento, la riduzione progressiva di servizi e welfare e l'impoverimento di ampie fasce di popolazione. Qui, dove non ha mai attecchito il modello berlusconiano, vige e domina da 20 anni il cosiddetto “Sistema-Torino”: un'intricatissima rete di rapporti economici, politici e personali tra grandi banche, fondazioni, ex-dirigenti di Pci-Ds-Pd e Fiat. Un modello che a quanto pare ha fatto scuola: la versione “di sinistra” del capitalismo neoliberista.\r\nSu questa ordinaria gestione del paese si innesta oggi un'accelerazione dettata dalla crisi e dalle misure europee imposte dalla \u003Cmark>Trojka\u003C/mark> col Fiscal Compact, il pareggio di bilancio fatto entrare di forza nelle costituzioni nazionali, la riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL. La cancellazione della spesa pubblica per stare dentro questi parametri è la sola risposta comune messa in campo da governi nazionali complici e subalterni. Privatizzazione dei servizi, finanziarizzazione del welfare ed espropriazione dei beni comuni ne sono i corollari necessari. Le reti familiari/comunitarie, dove ci sono, restano le ultime ancore di salvezza prima dell'inferno dell'indebitamento individuale. Per un'Europa costruita sul primato della finanza, le richieste non hanno mai fine. Per quanto denaro pubblico e risparmi vi si getti dentro, la voragine non è mai colma.\r\nPer i giovani il futuro si mostra sotto una prospettiva ancora più radicale, senza collocazione o prospettive che non siano quelle di un'infinita disponibilità ad assecondare le esigenze del capitale. Non importa quanto hai studiato e quali siano le tue aspettative, devi essere pronto e flessibile a ogni richiesta. Il punto non è “tirare la cinghia per stare nei parametri” ma farci tirare la cinghia per abituarci a dare di più e chiedere di meno. Produttività, flessibilità, competitività, merito sono le parole d'ordine di questo programma nemico di cui Renzi è il nome italiano. Le prime misure varate dal suo governo – Piano Casa e Jobs Act – sono espliciti momenti di una più generale guerra ai pobveri. Sono anche risposte politiche a quanto posto sul piatto dai movimenti, dalle vertenze sui luoghi di lavoro e nelle lotte territoriali.\r\nDobbiamo rovesciare questo programma, invertire l'ordine delle priorità. Ordinare un'altra agenda politica, sostanziata dalle lotte, legittimata nei territori, capace di gettare sabbia nei loro ingranaggi e porre sul medio-termine la questione strategica del come, cosa, quanto e per chi produrre. Lo sviluppo tecnologico (automazione, informatizzazione) permetterebbe oggi una riduzione netta e generalizzata del lavoro socialmente necessario, eppure ci troviamo ancora presi dentro le maglie di un ricatto che ci chiede di lavorare di più e più intensamente per mantenere in vita un sistema diseguale e mortifero. Il problema è quindi di del chi e a nome di chi decide.\r\nVoremmo che la giornata dell'11 luglio metta all'ordine del giorno queste questioni e che lo faccia all'altezza dei tempi che stiamo vicendo, individuando pratiche efficaci e massificabili, in grado di indicare un percorso anche per i tempi futuri. Per questo invitiamo i movimenti, le lotte territoriali , i sindacati conflittuali e quanti e quante in questi anni si sono battuto contro i piani del neoliberismo e della \u003Cmark>trojka\u003C/mark>, a partecipare ad un'assemblea nazionale dei movimenti per discutere insieme e costruire collettivamente la giornata di lotta dell'11 luglio. La data che indichiamo è quella di sabato 31 maggio, h 14 a Palazzo Nuovo (Università di Torino). \r\n#renzistaisereno #civediamolundici\r\n\r\n#11L #nojobsact #notroika #nopianocasa\r\n\r\n \r\n\r\nMovimenti sociali contro l'austerity e la precarietà - Torino",[395],{"field":167,"matched_tokens":396,"snippet":392,"value":393},[145],{"best_field_score":247,"best_field_weight":41,"fields_matched":121,"num_tokens_dropped":49,"score":248,"tokens_matched":121,"typo_prefix_score":49},{"document":399,"highlight":417,"highlights":422,"text_match":245,"text_match_info":425},{"comment_count":49,"id":400,"is_sticky":49,"permalink":401,"podcastfilter":402,"post_author":316,"post_content":403,"post_date":404,"post_excerpt":55,"post_id":400,"post_modified":405,"post_thumbnail":406,"post_title":407,"post_type":352,"sort_by_date":408,"tag_links":409,"tags":413},"19328","http://radioblackout.org/podcast/grecia-la-casa-nel-mirino-delle-banche/",[316],"L'ultima notizia dalla Grecia è lo sgombero della TV statale, chiusa di imperio dal governo in una notte e subito occupata dai lavoratori, che hanno continuato a farla vivere per 150 giorni, raccontando i movimenti e le lotte. Un'esperienza che il governo Samaras non poteva più tollerare: ieri mattina la polizia in assetto antisommossa ha sgomberato gli uffici occupati.\r\nUn ulteriore tassello della lotta dello Stato greco contro l'informazione dal basso e le esperienze di autogestione, capaci di eludere la propaganda di regime e insieme essere strumenti per la solidarietà e il mutuo appoggio.\r\nSul fronte delle lotte sociali l'ultimo sciopero generale del pubblico impiego, complici le violente piogge che hanno frustato le principali città greche, non ha avuto una partecipazione adeguata allo scontro in atto. Probabilmente, dopo 35 scioperi generali, la gente stremata dal duro prezzo imposto dal governo e dalla trojka.\r\nIn questi giorni si sta profilando un nuovo orizzonte di lotta, quello della casa.\r\nIn Grecia moltissimi sono prorietari della casa dove abitano. La crisi ha reso difficile pagare i mutui o le ipoteche accese per far fronte alla difficoltà quotidiane. Ipoteche concentrate nelle mani di poche banche che ne hanno fatto incetta a scopo speculativo.\r\nSinora la bomba sociale innescata da questa situazione non è scoppiata perché i governi avevano imposto una moratoria di sgomberi e sfratti, tuttavia oggi la trojka pretende di attaccare l'ultimo baluardo tra povertà e miseria, chiedendo che i debiti vengano pagati.\r\nSe ciò avvenisse le case immediatamente espropriabili sarebbero oltre 100.000. Calcolando in maniera ipotetica che solo la metà siano realmente abitate, le conseguenze sarebbero devastanti.\r\nNon meno di centocinquantamila persone si troverrebbero in strada. Non solo. Gran parte di queste case verrebbero acquistate ad un prezzo inferiore al loro valore. Gli sfrattati sarebbero ancora in debito con le banche. 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La maggioranza di governo continua a perdere pezzi sotto la pressione di una piazza che non è più disponibile a pagare: i tagli sono passati per un pelo, mentre fuori dal parlamento impazzava la battaglia tra polizia e lavoratori in sciopero.\r\nQuesto sciopero, durato 48 ore, è il quarto in un mese e mezzo ed è l’indice di una resistenza che non molla ma non riesce neppure a vincere.\r\nTra le decisioni prese l’elevamento dell’età pensionabile a 67 anni, l’abolizione di tredicesima e quattordicesima, circa seimila licenziamenti tra i dipendenti pubblici, e, sempre nella pubblica amministrazione, prolungamento del blocco del turn over.\r\nIn una situazione in cui l’assistenza sanitaria è già un lusso per pochi, l’ultima mazzata è l’introduzione di un ticket di 25 euro per l’accesso al pronto soccorso. 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Nell’attesa migliaia di lavoratori resteranno ancora senza stipendio, che la pubblica amministrazione non paga da mesi.\r\nIn questa situazione l’unica possibilità reale è la creazione di reti di mutuo appoggio tra città e campagna, la pratica di itinerari di fuoriuscita dal capitalismo e dalle sue regole.\r\n\r\nGiorgios P., un compagno del Collettivo dei comunisti libertari di Atene, ne ha parlato ad Anarres\r\n\r\nAscolta l’intervista: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/2012-11-09-grecia-giorgos-mp3.mp3|titles=2012 11 09 grecia giorgos mp3]\r\n\r\nScarica l’audio","12 Novembre 2012","Il governo greco ha votato le misure di austerità imposte al paese dalla Trojka, mentre fuori decine di migliaia di lavoratori si scontravano con la polizia.\r\nTuttavia tagli e tasse potrebbero non bastare per ottenere il prestito dall'UE. 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La disoccupazione giovanile arriva al 60%, i salari e le pensioni non coprono le spese essenziali, negli ospedali c’é carenza di medicine.Diversamente dallo sciopero del 26 settembre non ci sono stati arresti preventivi tra le assemblee di quartiere: la forte reazione a questa forma di repressione anticipata ha evidentemente dissuaso la polizia dal proseguire su questa strada.\r\nTanta parte delle reti di solidarietà che in qualche modo arginavano il dilagare della povertà stanno saltando, mentre la disaffezione alla partecipazione diretta è in aumento. Gli scioperi delle ultime tre settimane non sono stati totali come in passato, i disoccupati non hanno partecipato alla manifestazione del 18 ottobre, che al termine dei consueti scontri finali ha un bilancio di un morto per infarto, tre feriti gravi per le botte.\r\nIn questo contesto si allarga il consenso sociale della destra neonazista che, secondo alcuni sondaggi, in caso di voto vedrebbe raddoppiato il pur considerevole bottino racimolato all’ultima consultazione, collocandosi al terzo posto dopo Syriza e Nea Democratia.La politica dei nazisti è molto semplice e molto efficace: coniugare la violenza contro stranieri ed immigrati con la costruzione di reti di solidarietà finanziate dalla chiesa ortodossa e da alcuni imprenditori amici.\r\nAnarres ne ha parlato con Simone Ruini, della commissione relazioni internazionali della FAI, che mantiene un contatto costante con i compagni greci del gruppo dei Comunisti Libertari di Atene, che stanno sviluppando una interessante riflessione sulla necessità di coniugare un forte conflitto sociale e una pratica di contrasto diretto delle presenza neonazista con la nascita di reti solidali tra città e campagna.\r\n\r\nAscolta l’intervista a Simone: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/2012-10-19-ruini-grecia.mp3|titles=2012 10 19 ruini grecia]\r\n\r\nScarica l’audio","21 Ottobre 2012","Tre scioperi generali in meno di un mese sono il sintomo di un disagio sociale profondo, che gli ulteriori tagli di 11,5 miliardi pretesi dalla Trojka (FMI, BCE, UE) in cambio di un ulteriore prestito di 32 miliardi, non potranno che approfondire.\r\nQuesti scioperi, ultimo è stato il 18 ottobre, nonostante la paralisi pressoché assoluta di buona parte delle attività produttive e dei servizi, non sono riusciti a fermare il governo guidato dal conservatore Antonis Samaras, che continua in una linea di rigore che ha messo in ginocchio buona parte della popolazione greca. La disoccupazione giovanile arriva al 60%, i salari e le pensioni non coprono le spese essenziali, negli ospedali c'é carenza di medicine. \r\nDiversamente dallo sciopero del 26 settembre non ci sono stati arresti preventivi tra le assemblee di quartiere: la forte reazione a questa forma di repressione anticipata ha evidentemente dissuaso la polizia dal proseguire su questa strada.\r\nTanta parte delle reti di solidarietà che in qualche modo arginavano il dilagare della povertà stanno saltando, mentre la disaffezione alla partecipazione diretta è in aumento. 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Tra rivolta sociale e fascismo",1350863899,[467,64,468,469],"http://radioblackout.org/tag/conflitto-sociale/","http://radioblackout.org/tag/nazisti/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-generale/",[471,15,472,473],"conflitto sociale","nazisti","Sciopero Generale",{"post_content":475},{"matched_tokens":476,"snippet":477,"value":478},[145],"di 11,5 miliardi pretesi dalla \u003Cmark>Trojka\u003C/mark> (FMI, BCE, UE) in cambio","Tre scioperi generali in meno di un mese sono il sintomo di un disagio sociale profondo, che gli ulteriori tagli di 11,5 miliardi pretesi dalla \u003Cmark>Trojka\u003C/mark> (FMI, BCE, UE) in cambio di un ulteriore prestito di 32 miliardi, non potranno che approfondire.\r\nQuesti scioperi, ultimo è stato il 18 ottobre, nonostante la paralisi pressoché assoluta di buona parte delle attività produttive e dei servizi, non sono riusciti a fermare il governo guidato dal conservatore Antonis Samaras, che continua in una linea di rigore che ha messo in ginocchio buona parte della popolazione greca. La disoccupazione giovanile arriva al 60%, i salari e le pensioni non coprono le spese essenziali, negli ospedali c’é carenza di medicine.Diversamente dallo sciopero del 26 settembre non ci sono stati arresti preventivi tra le assemblee di quartiere: la forte reazione a questa forma di repressione anticipata ha evidentemente dissuaso la polizia dal proseguire su questa strada.\r\nTanta parte delle reti di solidarietà che in qualche modo arginavano il dilagare della povertà stanno saltando, mentre la disaffezione alla partecipazione diretta è in aumento. Gli scioperi delle ultime tre settimane non sono stati totali come in passato, i disoccupati non hanno partecipato alla manifestazione del 18 ottobre, che al termine dei consueti scontri finali ha un bilancio di un morto per infarto, tre feriti gravi per le botte.\r\nIn questo contesto si allarga il consenso sociale della destra neonazista che, secondo alcuni sondaggi, in caso di voto vedrebbe raddoppiato il pur considerevole bottino racimolato all’ultima consultazione, collocandosi al terzo posto dopo Syriza e Nea Democratia.La politica dei nazisti è molto semplice e molto efficace: coniugare la violenza contro stranieri ed immigrati con la costruzione di reti di solidarietà finanziate dalla chiesa ortodossa e da alcuni imprenditori amici.\r\nAnarres ne ha parlato con Simone Ruini, della commissione relazioni internazionali della FAI, che mantiene un contatto costante con i compagni greci del gruppo dei Comunisti Libertari di Atene, che stanno sviluppando una interessante riflessione sulla necessità di coniugare un forte conflitto sociale e una pratica di contrasto diretto delle presenza neonazista con la nascita di reti solidali tra città e campagna.\r\n\r\nAscolta l’intervista a Simone: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/2012-10-19-ruini-grecia.mp3|titles=2012 10 19 ruini grecia]\r\n\r\nScarica l’audio",[480],{"field":167,"matched_tokens":481,"snippet":477,"value":478},[145],{"best_field_score":247,"best_field_weight":41,"fields_matched":121,"num_tokens_dropped":49,"score":248,"tokens_matched":121,"typo_prefix_score":49},{"document":484,"highlight":501,"highlights":506,"text_match":245,"text_match_info":509},{"comment_count":49,"id":485,"is_sticky":49,"permalink":486,"podcastfilter":487,"post_author":52,"post_content":488,"post_date":489,"post_excerpt":490,"post_id":485,"post_modified":491,"post_thumbnail":492,"post_title":493,"post_type":352,"sort_by_date":494,"tag_links":495,"tags":499},"6517","http://radioblackout.org/podcast/grecia-tra-il-male-e-il-peggio-ce-chi-sceglie-la-liberta/",[],"Domenica 12 febbraio. In un clima di nervosa attesa, mentre ad Atene stavano per cominciare le manifestazioni intorno al Parlamento che questa notte potrebbe approvare un nuovo durissimo piano di tagli alla sanità, ai salari, alle pensioni, abbiamo discusso con Massimo Varengo, compagno di Milano che conosce bene la situazione greca e il movimento anarchico di quel paese, delle prospettive di un movimento di opposizione popolare ben deciso a non ingoiare il rospo imposto dalla trojka (FMI, BCE, UE).\r\nMentre scriviamo Atene brucia: gli scontri intorno al Parlamento sono durissimi, la polizia spazza la piazza con cariche e lacrimogeni, i dimostranti rispondono con pietre, bombe carta e molotov.\r\nLa ricetta proposta dal premier Papademos, il tecnocrate chiamato ad eseguire i diktat europei, è particolarmente dura. Papademos, sostenuto in maniera bipartisan dai due principali partiti greci, la conservatrice Nea Democratia e i socialisti del Pasok, vuole servire ai greci altri durissimi sacrifici. Il paese è ormai allo stremo: in alcuni ospedali la gente deve portare da casa aghi e carta igienica, i pronto soccorso straripano di gente che non può pagare il medico di base, la disoccupazione è alle stelle.\r\nIl piano che con ogni probabilità verrà approvato questa notte prevede una radicale riforma del mercato del lavoro, con una profonda deregulation, una diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito e un taglio delle pensioni. In vendita le quote pubbliche in petrolio, gas e acqua.\r\nÈ significativo che in questi stessi giorni anche in Spagna dopo la riforma laboral imposta dal governo di Mariano Rajoy, a Madrid ci siano state manifestazioni sfociate in scontri con la polizia.\r\nIn Italia Monti si sta accingendo a varare misure analoghe, tentando approcci – poi smentiti con la segretaria CGIL Camusso – per un passaggio morbido delle misure.\r\nPapademos sta sostenendo che la scelta è tra il male e il peggio. Ormai da tempo i lavoratori greci rifiutano la scelta e optano per la libertà.\r\nAssediando il parlamento ma non solo. In alcune località come la cittadina di Kirkis, a 80 chilometri da Salonicco, i lavoratori dell’ospedale locale hanno deciso di autogestire la struttura con criteri di condivisione e solidarietà.\r\n\r\nAscolta l’intervista a Massimo Varengo[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-02-12-grecia-massimo-varengo.mp3|titles=2012 02 12 grecia massimo varengo]\r\nScarica il file","12 Febbraio 2012","Domenica 12 febbraio. In un clima di nervosa attesa, mentre ad Atene stavano per cominciare le manifestazioni intorno al Parlamento che questa notte potrebbe approvare un nuovo durissimo piano di tagli alla sanità, ai salari, alle pensioni, abbiamo discusso con Massimo Varengo, compagno di Milano che conosce bene la situazione greca e il movimento anarchico di quel paese, delle prospettive di un movimento di opposizione popolare ben deciso a non ingoiare il rospo imposto dalla trojka (FMI, BCE, UE).\r\nMentre scriviamo Atene brucia: gli scontri intorno al Parlamento sono durissimi, la polizia spazza la piazza con cariche e lacrimogeni, i dimostranti rispondono con pietre, bombe carta e molotov.\r\nLa ricetta proposta dal premier Papademos, il tecnocrate chiamato ad eseguire i diktat europei, è particolarmente dura. Papademos, sostenuto in maniera bipartisan dai due principali partiti greci, la conservatrice Nea Democratia e i socialisti del Pasok, vuole servire ai greci altri durissimi sacrifici. 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