","CATANIA: I DISASTRI AMBIENTALI NON SONO UN FLAGELLO DI DIO","post",1635437520,[42,43,44],"http://radioblackout.org/tag/catania/","http://radioblackout.org/tag/devastazione-ambientale/","http://radioblackout.org/tag/emergenza-clima/",[12,16,14],{"post_content":47},{"matched_tokens":48,"snippet":50,"value":51},[49],"tropicale","di medicane, ossia un ciclone \u003Cmark>tropicale\u003C/mark> del Mediterraneo che sta creando","In questi giorni la Sicilia e in particolare il catanese sta venendo investita da fortissime piogge che si trasformano in alluvioni devastanti per un territorio già di per sé vulnerabile e lasciato nell’incuria.\r\n\r\nSi parla di medicane, ossia un ciclone \u003Cmark>tropicale\u003C/mark> del Mediterraneo che sta creando un gigantesco vortice capace di portare venti di oltre 120 km orari e anche più di 500 millimetri di pioggia sulle coste dell’isola. Questo vortice si sta creando in mare aperto tra Sicilia e Malta e ricorda lo stesso fenomeno che vide qualche tempo fa la Grecia investita da un disastro inedito. Pochissimo viene detto dai giornali, la notizia viene riportata allo stesso livello dei trafiletti di cronaca emergenziale mentre un’intera isola e la vicina Calabria potranno a partire da domani vedere un peggioramento importante delle proprie condizioni. Anzi, l’unica tendenza apparente è che la soluzione del disastro annunciato verrà delegata alla prossima Conferenza sul Clima che si terrà a Glasgow il 26 novembre, come se intanto si potesse attendere.\r\n\r\nDalle parole di chi sta vivendo in queste ore ciò che sta accadendo emergono alcuni punti chiari: da un lato, la responsabilità delle amministrazioni che per anni, nonostante gli incendi boschivi della più recente estate, nonostante le eruzioni del vulcano, nonostante le alluvioni passate, continuano a non occuparsi della messa in sicurezza dei territori e dall’altro, la violenza con cui chi abita quei territori deve fare i conti, dopo due anni di pandemia, di chiusure, di impossibilità di accedere a una sanità efficiente e garantita a tutti e tutte, rischiando di annegare in fiumi di fango e spazzatura.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/2021_10_28_catania.mp3\"][/audio]",[53],{"field":54,"matched_tokens":55,"snippet":50,"value":51},"post_content",[49],578729985926234200,{"best_field_score":58,"best_field_weight":59,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":28,"score":60,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":61},"1108024229888",14,"578729985926234225",4,{"document":63,"highlight":77,"highlights":82,"text_match":56,"text_match_info":85},{"cat_link":64,"category":65,"comment_count":28,"id":66,"is_sticky":28,"permalink":67,"post_author":31,"post_content":68,"post_date":69,"post_excerpt":34,"post_id":66,"post_modified":70,"post_thumbnail":71,"post_thumbnail_html":72,"post_title":73,"post_type":39,"sort_by_date":74,"tag_links":75,"tags":76},[25],[27],"47186","http://radioblackout.org/2018/04/cosa-sta-accadendo-in-nicaragua/","Andrea, documentarista indipendente torinese, è stato arrestato e poi espulso dal Nicaragua mentre documentava l’enorme incendio ha distrutto almeno 5 mila ettari di foresta tropicale all’interno della riserva biologica Indio Maíz, nel sud-est del Paese, non lontano dalla frontiera con la Costa Rica. Proprio attraverso la riserva dovrebbe passare il futuro canale progettato per congiungere i due oceani. La mega-realizzazione, progettata dai cinesi e appoggiata dal Governo, incontra l’opposizione delle popolazioni locali. Il vescovo ausiliare di Managua, Silvio José Báez, ha invitato a “salvare la parte di foresta che è rimasta” dalla “rapina capitalista” e ha giudicato “scandaloso” il ritardo delle autorità nel dichiarare lo stato di emergenza.\r\n\r\nQuesto disastro ecologico ha suscitato proteste popolari in varie città, intrecciandosi con l'opposizione alla riforma pensionistica annunciata dal presidente Ortega. Gli scontri di piazza hanno causato decine di morti negli ultimi giorni, e una parte consistente del popolo non si riconosce più nella politica del governo ex sandinista.\r\n\r\nIeri sera Ortega ha annunciato in TV la sospensione della riforma, aggiungendo che i dimostranti - gran parte dei quali sono studenti universitari - vengono manipolati da interessi politici dell'opposizione e infiltrati da gruppi criminali.\r\n\r\nAscolta l'intervista realizzata stamattina con Andrea:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n \r\n\r\n ","23 Aprile 2018","2018-05-04 16:19:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/cq5dam.thumbnail.cropped.750.422-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/cq5dam.thumbnail.cropped.750.422-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/cq5dam.thumbnail.cropped.750.422-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/cq5dam.thumbnail.cropped.750.422.jpeg 750w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cosa sta accadendo in Nicaragua?",1524486712,[],[],{"post_content":78},{"matched_tokens":79,"snippet":80,"value":81},[49],"5 mila ettari di foresta \u003Cmark>tropicale\u003C/mark> all’interno della riserva biologica Indio","Andrea, documentarista indipendente torinese, è stato arrestato e poi espulso dal Nicaragua mentre documentava l’enorme incendio ha distrutto almeno 5 mila ettari di foresta \u003Cmark>tropicale\u003C/mark> all’interno della riserva biologica Indio Maíz, nel sud-est del Paese, non lontano dalla frontiera con la Costa Rica. Proprio attraverso la riserva dovrebbe passare il futuro canale progettato per congiungere i due oceani. La mega-realizzazione, progettata dai cinesi e appoggiata dal Governo, incontra l’opposizione delle popolazioni locali. Il vescovo ausiliare di Managua, Silvio José Báez, ha invitato a “salvare la parte di foresta che è rimasta” dalla “rapina capitalista” e ha giudicato “scandaloso” il ritardo delle autorità nel dichiarare lo stato di emergenza.\r\n\r\nQuesto disastro ecologico ha suscitato proteste popolari in varie città, intrecciandosi con l'opposizione alla riforma pensionistica annunciata dal presidente Ortega. 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Questa pratica criminale è comune anche ad altri paesi europei, basti ricordare l'assassinio della giornalista Ilaria Alpi nel 1994 in Somalia, che aveva scoperto un traffico analogo da parte dell'Italia.\r\n\r\nL'approfondimento si conclude con un brano di musica popolare ciadiana, con strumenti prodotti dagli abitanti del posto:\r\n\r\nciad\r\n\r\n \r\n\r\n ","19 Gennaio 2014","2016-11-28 20:38:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/map00050-200x110.png","\u003Cimg width=\"230\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/map00050-230x300.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/map00050-230x300.png 230w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/map00050.png 435w\" sizes=\"auto, (max-width: 230px) 100vw, 230px\" />","Il Ciad di Idriss Deby nelle mani dell'imperialismo francese",1390138090,[],[],{"post_content":105},{"matched_tokens":106,"snippet":107,"value":108},[49],"parliamo del Ciad, paese dell'Africa \u003Cmark>tropicale\u003C/mark> ed ex colonia francese che","Quest'oggi nello spazio dedicato all'Africa parliamo del Ciad, paese dell'Africa \u003Cmark>tropicale\u003C/mark> ed ex colonia francese che purtroppo sin dall'indipendenza formale, nel 1960, ha mantenuto la servitù nei confronti di Parigi attraverso dittatori corrotti di cui l'ultimo è Idriss Deby, in carica dal 1996.\r\n\r\nIl sud del paese è quello più ricco e abitato, e recentemente ha fornito soldati (abili combattenti nel deserto) per aiutare le truppe francesi invadere il Mali (operazione Serval).\r\n\r\nIl nord, più desertico e disabitato, è stato spesso sede di ribellioni, ed è usato (come altre zone con le stesse caratteristiche, come l'Azawad), come discarica per scorie nucleari e altri rifiuti tossici francesi. 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Quella stagione è qui narrata da un militante che ha attraversato una straordinaria molteplicità di esperienze esistenziali e politiche: da quella rivoltosa e spontanea degli scontri di piazza nel dopoguerra a quella della sinistra partitica e sindacale negli anni Sessanta; da quella della costruzione del nuovo sindacalismo di base a quella dell’area dell’autonomia operaia, fino all’approdo nella lotta armata delle Brigate rosse, negli anni Settanta.\r\nUna testimonianza ricca di narrazioni sui principali conflitti sociali di quei due decenni. Una descrizione, non priva di particolari inediti, sull’esperienza delle Brigate rosse di cui l’autore è stato dirigente nella «colonna romana» negli anni precedenti e successivi all’«azione Moro». Ma anche un’analisi rigorosa e profonda sull’istituzione carceraria che l’autore ha ben conosciuto dopo la condanna all’ergastolo. Questo libro di lucida memoria, scritto con linguaggio chiaro e soprattutto sincero, è un contributo prezioso per la futura storicizzazione di un periodo cruciale del nostro Paese.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Maelstorm.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 23 ore 11,30 - Contro la scuola in guerra 72 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nContributi dal ciclo di incontri Morsi: contro la scuola in guerra.\r\n\r\nIn questi tempi di guerra, tutt’ora segnati da un processo di doppia conversione – quella militare delle forze di polizia per la gestione dell’ordine pubblico e quella poliziesca delle forze militari nelle missioni di “polizia internazionale” – e da un continuum tra guerre permanenti su scala mondiale e guerra securitaria all’interno dello Stato, ad essere militarizzata è la società tutta, interamente mobilitata alla guerra. La scuola, istituzione totale per eccellenza, è uno degli strumenti cardine di cui lo Stato dispone per questo scopo.\r\n\r\nSe la relazione circolare tra ricerca civile e apparato militare ultimamente ha assunto un certo risalto, la penetrazione della guerra nei gradi inferiori di istruzione sembra passare sotto traccia. Per il ciclo MORSI*, il 14 dicembre la Blackout House ha ospitato una prima discussione aperta sul rapporto tra il contesto generale di guerra, crescente esclusione ed impoverimento sociale e ciò che accade dentro alle scuole-aziende, tra sfruttamento bellico, cultura militarista e repressione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Contro-la-scuola-in-guerra_76.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 24 ore 8,30 - Giorgio Panizzari. Libero per interposto ergastolo. 30 minuti [Porfido]:\r\n\r\nCarcere minorile, riformatorio, manicomio criminale, carcere speciale: dentro le gabbie della Repubblica.\r\n\r\n“…Del contesto narrato, così come del contesto che si evince senza dire nulla, sono rimaste solo sbiadite ombre…” ….Le vicende narrate da Giorgio Panizzari possono però servirci a capire che, in carcere come fuori, la solidarietà è uno strumento imprescindibile. E che, come lui stesso ci indica, gli apparentemente intricatissimi nodi di Gordio di una società che si dice complessa possono essere molto vulnerabili di fronte al filo della spada.\r\n\r\nNOTA EDITORIALE “Libero per interposto ergastolo” esce all’inizio del 1990, in un periodo in cui argomenti come rivolte carcerarie, carceri speciali, lotta armata hanno poco appeal. Sono appena finiti gli anni ’80 è l’opinione pubblica italiana vive un immenso rimosso collettivo. Gli eventi dei vent’anni precedenti sembrano asfaltati sotto uno spesso strato di oblio, considerati inutili, folli, sorpassati… un vero olocausto della memoria di uno dei momenti più alti nella storia della riscossa degli sfruttati (eventi tra l’altro ancora in corso lungo tutti quei famigerati anni ’80). Nello stesso periodo però quel libro lo abbiamo divorato in tanti. Per almeno 15 anni è stato letto e riletto, ci ha aiutati a conoscere, imparare, meditare. Nel frattempo questo piccolo volume è sparito dalla circolazione, relegato ad un mercato di nicchia di collezionisti ed “intenditori”. Anche per questo lo riproponiamo dopo 30 anni, ma non solo… attraverso la sua storia Giorgio Panizzari ci racconta di una società e di un carcere sicuramente diversi da quelli attuali. Come lui stesso dice nella postfazione “del contesto narrato, così come del contesto che si evince senza dire nulla, sono rimaste solo sbiadite ombre”. Negli anni ’70 la borghesia italiana era sotto l’attacco di una guerriglia rivoluzionaria che mirava sempre più in alto. Allo stesso tempo nelle città ribolliva un’attività extralegale spavalda e sempre più efficace. La popolazione carceraria di allora era in grossa parte frutto di questo duplice attacco. In prigione l’insorgenza proletaria non arretrava, il “dentro”e il “fuori” si legavano e spesso rilanciavano. Nessuno di noi oggi si illude di fare di quegli eventi un modello replicabile. Le differenze strutturali sono abnormi. Fuori e dentro ai penitenziari è pressoché esaurita ogni tensione di lotta organizzata e non. Inoltre “il modello di controllo adottato nel sistema penitenziario, con tutte le sue rozze ma anche raffinate articolazioni, s’é espanso – direi s’é conquistato – il corpo sociale nel suo complesso”(sempre dalla postfazione). Le vicende raccontate da Giorgio Panizzari possono però servirci a capire che in carcere come fuori, la solidarietà è uno strumento imprescindibile. È che, come lui stesso ci indica, gli apparentemente intricatissimi nodi di Gordio di una società che si dice complessa possono essere molto vulnerabili di fronte al filo della Spada\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Giorgio-Panizzari_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 25 ore 8,30 - La scongiura del discorso. Il caso Persichetti. 32 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nChe la storia e la memoria costituiscano un campo di battaglia non è certo una novità dell’oggi. Tuttavia, è innegabile che una spiccata vocazione psico-poliziesca sia uno dei tratti fondamentali del presente. Per questa ragione, il caso di Paolo Persichetti risulta doppiamente significativo. Il sequestro del suo archivio storico sull’esperienza delle Brigate Rosse e specificatamente sul sequestro Moro non solo mostra il ruolo chiave che quest’ultimo riveste nella riscrittura del passato da parte del Ministero della Verità, quale specchio deformato che si riflette a ritroso sull’intero decennio degli anni Settanta, ma mette in luce anche l’intento fondamentale della “Polizia della storia”: scongiurare la mera pensabilità (foss’anche in chiave storica) della messa in discussione radicale dell’ordine costituito. In questo contributo audio, Persichetti ci narra della vicenda che lo ha coinvolto, dei suoi tratti surreali e dei suoi molteplici risvolti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Storia-Persichetti_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 26 ore 8,30 - Spinoza Pi Trentotto 11 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Spinoza-Pi-Trentotto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 26 ore 13,30 - Suoni e ritmi da New Orleans 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nApprofondimento sulla musica e la città di New Orleans.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Suoni-e-ritmi-da-New-Orleans_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nSabato 27 ore 9,30 - Per un pugno di terra. Land grabbing e Africa. 42 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nDopo averci guidato tra le ambizioni militari che convergono sul Sahel e averci raccontato di come i cavi sottomarini di internet tracciano nuove vie strategiche nel mediterraneo, Daniele Ratti conclude, con questa terza e ultima puntata, un breve ciclo di approfondimento dedicato alla competizione globale attorno al continente africano. Qui si affronta il fenomeno del “land grabbing” – o accaparramento di terra – che nell’ultimo decennio almeno ha assunto proporzioni gigantesche e forme inedite, anche grazie ad un nuovo tipo di agricoltura speculativa che trasforma il modo di estrarre profitto dalla terra e “distrugge nell’intimo” i rapporti locali tra popolazioni e ambiente.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Land-grabbing-Daniele-Ratti_42.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 27 ore 20 - Droga e guerra 50 minuti [Radio blackout, Bello come una prigione che brucia]:\r\n\r\nQuesto lungo approfondimento vuole proporre un riflessione sul ruolo che le sostanze psicotrope – che come elemento di interferenza con lo stato di coscienza hanno sempre accompagnato l’umanità – hanno assunto una volta inserite nel contesto tecnico-bellico.\r\n\r\nProviamo a suddividere la relazione tra sostanze psicoattive e guerra in due grandi categorie: sostanze somministrate durante l’esperienza delle atrocità, sostanze somministrate successivamente all’esperienza delle atrocità.\r\n\r\nTralasciando le “autoterapie” e i fenomeni di tossicodipendenza endemici tra i veterani di guerra, cercheremo di concentrarci esclusivamente sulla dimensione istituzionalizzata delle somministrazioni: dal Pervitin del Terzo Reich, al Captagon dell’ISIS, al Modafinil attualmente fornito all’esercito statunitense.\r\n\r\nMa la normalizzazione della guerra, che si declina anche attraverso l’arruolamento della popolazione nel suo insieme, deve tenere conto degli strascichi psichici di chi è entrato in contatto con gli eventi atroci e traumatizzanti che la caratterizzano; qui entrano in gioco le sperimentazioni di MDMA in Israele e di Ibogaina in Ucraina.\r\n\r\nSi osserva quindi una parabola della relazione tra umanità e sostanze psico-alteranti: dall’espansione della coscienza al sostegno neurochimico di ciò che è insostenibile.\r\n\r\n[audio 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- Maelstrom, lotta di classe tra il 1960 e 1980 16 minuti [Porfido]:\r\n\r\nPresentazione del libro “Maelstrom Scene di rivolta e autorganizzazione di classe in Italia dal 1960 al 1980” di Salvatore Ricciardi\r\n\r\nIl ventennio 1960-1980 racchiude il ciclo più lungo, per continuità e asprezza, della lotta di classe nell’Italia del secolo scorso. Quella stagione è qui narrata da un militante che ha attraversato una straordinaria molteplicità di esperienze esistenziali e politiche: da quella rivoltosa e spontanea degli scontri di piazza nel dopoguerra a quella della sinistra partitica e sindacale negli anni Sessanta; da quella della costruzione del nuovo sindacalismo di base a quella dell’area dell’autonomia operaia, fino all’approdo nella lotta armata delle Brigate rosse, negli anni Settanta.\r\nUna testimonianza ricca di narrazioni sui principali conflitti sociali di quei due decenni. Una descrizione, non priva di particolari inediti, sull’esperienza delle Brigate rosse di cui l’autore è stato dirigente nella «colonna romana» negli anni precedenti e successivi all’«azione Moro». Ma anche un’analisi rigorosa e profonda sull’istituzione carceraria che l’autore ha ben conosciuto dopo la condanna all’ergastolo. Questo libro di lucida memoria, scritto con linguaggio chiaro e soprattutto sincero, è un contributo prezioso per la futura storicizzazione di un periodo cruciale del nostro Paese.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Maelstorm.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 23 ore 11,30 - Contro la scuola in guerra 72 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nContributi dal ciclo di incontri Morsi: contro la scuola in guerra.\r\n\r\nIn questi tempi di guerra, tutt’ora segnati da un processo di doppia conversione – quella militare delle forze di polizia per la gestione dell’ordine pubblico e quella poliziesca delle forze militari nelle missioni di “polizia internazionale” – e da un continuum tra guerre permanenti su scala mondiale e guerra securitaria all’interno dello Stato, ad essere militarizzata è la società tutta, interamente mobilitata alla guerra. La scuola, istituzione totale per eccellenza, è uno degli strumenti cardine di cui lo Stato dispone per questo scopo.\r\n\r\nSe la relazione circolare tra ricerca civile e apparato militare ultimamente ha assunto un certo risalto, la penetrazione della guerra nei gradi inferiori di istruzione sembra passare sotto traccia. Per il ciclo MORSI*, il 14 dicembre la Blackout House ha ospitato una prima discussione aperta sul rapporto tra il contesto generale di guerra, crescente esclusione ed impoverimento sociale e ciò che accade dentro alle scuole-aziende, tra sfruttamento bellico, cultura militarista e repressione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Contro-la-scuola-in-guerra_76.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 24 ore 8,30 - Giorgio Panizzari. Libero per interposto ergastolo. 30 minuti [Porfido]:\r\n\r\nCarcere minorile, riformatorio, manicomio criminale, carcere speciale: dentro le gabbie della Repubblica.\r\n\r\n“…Del contesto narrato, così come del contesto che si evince senza dire nulla, sono rimaste solo sbiadite ombre…” ….Le vicende narrate da Giorgio Panizzari possono però servirci a capire che, in carcere come fuori, la solidarietà è uno strumento imprescindibile. E che, come lui stesso ci indica, gli apparentemente intricatissimi nodi di Gordio di una società che si dice complessa possono essere molto vulnerabili di fronte al filo della spada.\r\n\r\nNOTA EDITORIALE “Libero per interposto ergastolo” esce all’inizio del 1990, in un periodo in cui argomenti come rivolte carcerarie, carceri speciali, lotta armata hanno poco appeal. Sono appena finiti gli anni ’80 è l’opinione pubblica italiana vive un immenso rimosso collettivo. Gli eventi dei vent’anni precedenti sembrano asfaltati sotto uno spesso strato di oblio, considerati inutili, folli, sorpassati… un vero olocausto della memoria di uno dei momenti più alti nella storia della riscossa degli sfruttati (eventi tra l’altro ancora in corso lungo tutti quei famigerati anni ’80). Nello stesso periodo però quel libro lo abbiamo divorato in tanti. Per almeno 15 anni è stato letto e riletto, ci ha aiutati a conoscere, imparare, meditare. Nel frattempo questo piccolo volume è sparito dalla circolazione, relegato ad un mercato di nicchia di collezionisti ed “intenditori”. Anche per questo lo riproponiamo dopo 30 anni, ma non solo… attraverso la sua storia Giorgio Panizzari ci racconta di una società e di un carcere sicuramente diversi da quelli attuali. Come lui stesso dice nella postfazione “del contesto narrato, così come del contesto che si evince senza dire nulla, sono rimaste solo sbiadite ombre”. Negli anni ’70 la borghesia italiana era sotto l’attacco di una guerriglia rivoluzionaria che mirava sempre più in alto. Allo stesso tempo nelle città ribolliva un’attività extralegale spavalda e sempre più efficace. La popolazione carceraria di allora era in grossa parte frutto di questo duplice attacco. In prigione l’insorgenza proletaria non arretrava, il “dentro”e il “fuori” si legavano e spesso rilanciavano. Nessuno di noi oggi si illude di fare di quegli eventi un modello replicabile. Le differenze strutturali sono abnormi. Fuori e dentro ai penitenziari è pressoché esaurita ogni tensione di lotta organizzata e non. Inoltre “il modello di controllo adottato nel sistema penitenziario, con tutte le sue rozze ma anche raffinate articolazioni, s’é espanso – direi s’é conquistato – il corpo sociale nel suo complesso”(sempre dalla postfazione). Le vicende raccontate da Giorgio Panizzari possono però servirci a capire che in carcere come fuori, la solidarietà è uno strumento imprescindibile. È che, come lui stesso ci indica, gli apparentemente intricatissimi nodi di Gordio di una società che si dice complessa possono essere molto vulnerabili di fronte al filo della Spada\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Giorgio-Panizzari_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 25 ore 8,30 - La scongiura del discorso. Il caso Persichetti. 32 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nChe la storia e la memoria costituiscano un campo di battaglia non è certo una novità dell’oggi. Tuttavia, è innegabile che una spiccata vocazione psico-poliziesca sia uno dei tratti fondamentali del presente. Per questa ragione, il caso di Paolo Persichetti risulta doppiamente significativo. Il sequestro del suo archivio storico sull’esperienza delle Brigate Rosse e specificatamente sul sequestro Moro non solo mostra il ruolo chiave che quest’ultimo riveste nella riscrittura del passato da parte del Ministero della Verità, quale specchio deformato che si riflette a ritroso sull’intero decennio degli anni Settanta, ma mette in luce anche l’intento fondamentale della “Polizia della storia”: scongiurare la mera pensabilità (foss’anche in chiave storica) della messa in discussione radicale dell’ordine costituito. In questo contributo audio, Persichetti ci narra della vicenda che lo ha coinvolto, dei suoi tratti surreali e dei suoi molteplici risvolti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Storia-Persichetti_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 26 ore 8,30 - Spinoza Pi Trentotto 11 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Spinoza-Pi-Trentotto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 26 ore 13,30 - Suoni e ritmi da New Orleans 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nApprofondimento sulla musica e la città di New Orleans.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Suoni-e-ritmi-da-New-Orleans_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nSabato 27 ore 9,30 - Per un pugno di terra. Land grabbing e Africa. 42 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nDopo averci guidato tra le ambizioni militari che convergono sul Sahel e averci raccontato di come i cavi sottomarini di internet tracciano nuove vie strategiche nel mediterraneo, Daniele Ratti conclude, con questa terza e ultima puntata, un breve ciclo di approfondimento dedicato alla competizione globale attorno al continente africano. Qui si affronta il fenomeno del “land grabbing” – o accaparramento di terra – che nell’ultimo decennio almeno ha assunto proporzioni gigantesche e forme inedite, anche grazie ad un nuovo tipo di agricoltura speculativa che trasforma il modo di estrarre profitto dalla terra e “distrugge nell’intimo” i rapporti locali tra popolazioni e ambiente.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Land-grabbing-Daniele-Ratti_42.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 27 ore 20 - Droga e guerra 50 minuti [Radio blackout, Bello come una prigione che brucia]:\r\n\r\nQuesto lungo approfondimento vuole proporre un riflessione sul ruolo che le sostanze psicotrope – che come elemento di interferenza con lo stato di coscienza hanno sempre accompagnato l’umanità – hanno assunto una volta inserite nel contesto tecnico-bellico.\r\n\r\nProviamo a suddividere la relazione tra sostanze psicoattive e guerra in due grandi categorie: sostanze somministrate durante l’esperienza delle atrocità, sostanze somministrate successivamente all’esperienza delle atrocità.\r\n\r\nTralasciando le “autoterapie” e i fenomeni di tossicodipendenza endemici tra i veterani di guerra, cercheremo di concentrarci esclusivamente sulla dimensione istituzionalizzata delle somministrazioni: dal Pervitin del Terzo Reich, al Captagon dell’ISIS, al Modafinil attualmente fornito all’esercito statunitense.\r\n\r\nMa la normalizzazione della guerra, che si declina anche attraverso l’arruolamento della popolazione nel suo insieme, deve tenere conto degli strascichi psichici di chi è entrato in contatto con gli eventi atroci e traumatizzanti che la caratterizzano; qui entrano in gioco le sperimentazioni di MDMA in Israele e di Ibogaina in Ucraina.\r\n\r\nSi osserva quindi una parabola della relazione tra umanità e sostanze psico-alteranti: dall’espansione della coscienza al sostegno neurochimico di ciò che è insostenibile.\r\n\r\n[audio 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\r\n\r\nMartedì 16 h 8.30 - La scongiura del discorso. Il caso Persichetti (21 minuti) [Radio Cane]: Che la storia e la memoria costituiscano un campo di battaglia non è certo una novità dell’oggi. Tuttavia, è innegabile che una spiccata vocazione psico-poliziesca sia uno dei tratti fondamentali del presente. Per questa ragione, il caso di Paolo Persichetti risulta doppiamente significativo. Il sequestro del suo archivio storico sull’esperienza delle Brigate Rosse e specificatamente sul sequestro Moro non solo mostra il ruolo chiave che quest’ultimo riveste nella riscrittura del passato da parte del Ministero della Verità, quale specchio deformato che si riflette a ritroso sull’intero decennio degli anni Settanta, ma mette in luce anche l’intento fondamentale della “Polizia della storia”: scongiurare la mera pensabilità (foss’anche in chiave storica) della messa in discussione radicale dell’ordine costituito. In questo contributo audio, Persichetti ci narra della vicenda che lo ha coinvolto, dei suoi tratti surreali e dei suoi molteplici risvolti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Storia-Persichetti_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 16 h 12.30 - Rivolta di p.za Statuto 1962 (135 minuti) [Frittura Mista | Radiofabbrica]: Correva l’anno 1962 nei giorni 7, 8 e 9 luglio, sessant’anni fa, e a Torino c’era uno sciopero operaio di popolo che ha tenuto in scacco la città per 3 giorni. I “fatti di piazza Statuto” li abbiamo raccontati con l’aiuto di:\r\n\r\n* Mario Cavallo, ex operaio FIAT e “testimone dell’epoca”, che ci ha aiutato a ricostruire il contesto operaio di quegli anni;\r\n* Un estratto dall’Archivio RadioTeatro di Radio Onda Rossa il “ReadReading” di e con Tamara Bartolini (voce, drammaturgia) e Michele Baronio (voce, canzoni, sonorizzazioni) che si ispira al libro di Lanzardo di seguito descritto;\r\n* Marco Scavino, storico, che ci ha aiutato a delineare il contesto storico/politico di quegli anni.\r\n\r\nIl filo conduttore della puntata è stato il libro di Dario Lanzardo “La rivolta di Piazza Statuto” (Torino, Luglio 1962, Feltrinelli economica, Milano 1979) dove vengono ricostruiti gli eventi del 1962 a Torino relativi alla protesta operaia per l’accordo separato Fiat col sindacato Uil, nel bel mezzo di uno sciopero generale dei metalmeccanici come non se ne vedevano da anni . Infatti, il corteo che esce dalla fabbrica e si dirige alla sede del sindacato in piazza Statuto sfocia nello scontro molto violento con le unità speciali di polizia chiamate per l’occasione: le unità del battaglione di Padova. In risposta a questa violenta repressione della piazza ne conseguono 3 giorni di scontri, in cui il tema di fabbrica sembra passare in secondo piano rispetto ad una sempre più emergente rabbia popolare che straborda dai rioni e dalle periferie della città, ma che poi donerà negli anni a venire la sua decisiva impronta sul movimento operaio tutto. Dal libro di Lanzardo emerge un quadro contraddittorio dato dalle interviste dei protagonisti, operai e semplici cittadini accorsi nei tre giorni di scontri a sostegno della protesta, e dato dai quotidiani, dalle dichiarazioni dei sindacalisti e politici e osservatori esterni: un quadro che fa emergere le diverse posizioni e anche le manipolazioni delle informazioni.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Rivolta-di-P.za-Statuto-1962FritturaMista19072022_135.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 17 h 8.30 - Due libri su New York (28 minuti) [Radio Blackout]:\r\n\r\nPresentazione dei libri \"New York regina underground. Racconti dalla Grande Mela\" di Davide Grasso e \"Uomini Talpa\" di Jennifer Toth.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/New-York_27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 18 h 8.30 - Maelstrom, lotta di classe tra il 1960 e 1980 (14 minuti) [Porfido]: \r\nPresentazione del libro \"Maelstrom Scene di rivolta e autorganizzazione di classe in Italia dal 1960 al 1980\" di Salvatore Ricciardi\r\n\r\nIl ventennio 1960-1980 racchiude il ciclo più lungo, per continuità e asprezza, della lotta di classe nell’Italia del secolo scorso. Quella stagione è qui narrata da un militante che ha attraversato una straordinaria molteplicità di esperienze esistenziali e politiche: da quella rivoltosa e spontanea degli scontri di piazza nel dopoguerra a quella della sinistra partitica e sindacale negli anni Sessanta; da quella della costruzione del nuovo sindacalismo di base a quella dell’area dell’autonomia operaia, fino all’approdo nella lotta armata delle Brigate rosse, negli anni Settanta.\r\nUna testimonianza ricca di narrazioni sui principali conflitti sociali di quei due decenni. Una descrizione, non priva di particolari inediti, sull’esperienza delle Brigate rosse di cui l’autore è stato dirigente nella «colonna romana» negli anni precedenti e successivi all’«azione Moro». Ma anche un’analisi rigorosa e profonda sull’istituzione carceraria che l’autore ha ben conosciuto dopo la condanna all’ergastolo. Questo libro di lucida memoria, scritto con linguaggio chiaro e soprattutto sincero, è un contributo prezioso per la futura storicizzazione di un periodo cruciale del nostro Paese.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Maelstorm.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 19 h 8.30 - Suoni e ritmi da New Orleans (19 minuti) [Radio Blackout]: \r\nApprofondimento sulla musica e la città di New Orleans.\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Suoni-e-ritmi-da-New-Orleans_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 19 h 13 - Contro la scuola in guerra (76 minuti) [Radio Blackout]: Contributi dal ciclo di incontri Morsi: contro la scuola in guerra.\r\n\r\nIn questi tempi di guerra, tutt’ora segnati da un processo di doppia conversione – quella militare delle forze di polizia per la gestione dell’ordine pubblico e quella poliziesca delle forze militari nelle missioni di “polizia internazionale” – e da un continuum tra guerre permanenti su scala mondiale e guerra securitaria all’interno dello Stato, ad essere militarizzata è la società tutta, interamente mobilitata alla guerra. La scuola, istituzione totale per eccellenza, è uno degli strumenti cardine di cui lo Stato dispone per questo scopo.\r\n\r\nSe la relazione circolare tra ricerca civile e apparato militare ultimamente ha assunto un certo risalto, la penetrazione della guerra nei gradi inferiori di istruzione sembra passare sotto traccia. Per il ciclo MORSI*, il 14 dicembre la Blackout House ha ospitato una prima discussione aperta sul rapporto tra il contesto generale di guerra, crescente esclusione ed impoverimento sociale e ciò che accade dentro alle scuole-aziende, tra sfruttamento bellico, cultura militarista e repressione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Contro-la-scuola-in-guerra_76.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 20 h 10 - Tropicalia (30 minuti) [Radio Blackout]: Storia del movimento tropicalista\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Tropicalia_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 20 h 20 - Mondo Rave parte 1 (Titolo originale: Rave ON/OFF – Una storia dagli anni Novanta) (34 minuti) [Radio Cane]: \r\nDove, come e quando ha cominciato a prendere forma quella che comunemente è stata definita “scena rave” in Europa e successivamente in Italia? Quali le sue peculiarità iniziali e quali le sue successive trasformazioni? Ne abbiamo parlato con Pablito El Drito, oggi dj e producer, e a lungo esploratore della scena italiana ai suoi albori.\r\n\r\nIn questa prima parte:\r\n\r\n \tLa prima festa non si scorda mai ovvero inizia l’avventura;\r\n \tMilano a cavallo tra anni Ottanta e Novanta: underground, antagonismo sociale e tecnoutopie ovvero la scena prima del rave;\r\n \tUn passo indietro: dalla prima ondata inglese alle carovane verso l’Est Europa;\r\n \tLe tribe arrivano in Italia: primi techno party e nuove occupazioni\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Mondo-rave_1_34-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 20 h 20 - Mondo Rave parte 2 (Titolo originale: Rave ON/OFF – Una storia dagli anni Novanta) (30 minuti) [Radio Cane]:\r\n\r\nIn questa seconda parte:\r\n\r\n \tI ravers e il “realismo centrosocialista”;\r\n \tI ravers e la cattiva strada;\r\n \tIl suono rave e le sue droghe: una “geneaologia”;\r\n \t“L’affare si ingrossa”: bellezza,limiti e contraddizioni della scena;\r\n \tIl rave del sabato sera ovvero la fine dello stupore\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Mondo-rave_2_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 21 h 10.30 - Maggot Brain (23 minuti) [Radio blackout]:\r\nApprofondimento dedicato all'album dei Funkadelic uscito nel 1971.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Maggot-Brain_23.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 21 h 18 - Racconti ovali parte 3 (Titolo originale: Tarvisium Ruggers ed il cammino di Ivan Francescato) (35 minuti) [Luca Wallace Costello]: \r\nPartendo dalla periferia veneta raccontiamo la storia della nascita ed affermazione della Ruggers Tarvisium, squadra dallo spiccato spirito egualitario in cui si fondono socialità, concretezza e talento. Dal vivaio della quale emerge Ivan Francescato, uno dei più grandi giocatori italiani di sempre.\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Racconti-ovali3_35.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","21 Gennaio 2024","2024-03-01 18:32:24","BlackHoles dal 15 al 21 gennaio 2024",1705866054,[451,452,174,175,177,453,454,179,180,181,183,188,455,456,189,457,458,459,460,461,462,196,463,201,464,465,466,205,206,467,207,468,209,469,470,471,210,472,211,473,212,474,213,475,214,476,217,477,219,478,479,220,480,481,482,223,483,484,485,224,486,226,487,488,489,490,491,229,492,231,493,233,494],"http://radioblackout.org/tag/70/","http://radioblackout.org/tag/funk/","http://radioblackout.org/tag/benetton-treviso/","http://radioblackout.org/tag/black-music/","http://radioblackout.org/tag/cultura/","http://radioblackout.org/tag/cultura-underground/","http://radioblackout.org/tag/dario-lanzardo/","http://radioblackout.org/tag/davide-grasso/","http://radioblackout.org/tag/fiat/","http://radioblackout.org/tag/francescato-legacy/","http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/","http://radioblackout.org/tag/funkadelic/","http://radioblackout.org/tag/guerriglia-urbana/","http://radioblackout.org/tag/ivan-francescato/","http://radioblackout.org/tag/jennipher-toth/","http://radioblackout.org/tag/letteratura/","http://radioblackout.org/tag/luca-wallace-costello/","http://radioblackout.org/tag/maggot-brain/","http://radioblackout.org/tag/marco-scavino/","http://radioblackout.org/tag/mario-cavallo/","http://radioblackout.org/tag/milano/","http://radioblackout.org/tag/mondo-rave/","http://radioblackout.org/tag/movimento-operaio/","http://radioblackout.org/tag/musica-2/","http://radioblackout.org/tag/new-york/","http://radioblackout.org/tag/pablito-el-drito/","http://radioblackout.org/tag/piazza-statuto/","http://radioblackout.org/tag/psichedelia/","http://radioblackout.org/tag/racconti-ovali/","http://radioblackout.org/tag/rave/","http://radioblackout.org/tag/rock/","http://radioblackout.org/tag/rugby/","http://radioblackout.org/tag/scena-rave/","http://radioblackout.org/tag/scuola/","http://radioblackout.org/tag/sei-nazioni/","http://radioblackout.org/tag/sindacato/","http://radioblackout.org/tag/sport/","http://radioblackout.org/tag/storia/","http://radioblackout.org/tag/techno-party/","http://radioblackout.org/tag/tervisium-rugger/","http://radioblackout.org/tag/torino/","http://radioblackout.org/tag/tribes/","http://radioblackout.org/tag/uomini-talpa/","http://radioblackout.org/tag/violenza-poliziesca/",[496,497,149,239,151,498,499,137,145,241,147,247,500,501,248,502,503,504,505,506,507,141,508,259,509,510,511,263,264,512,265,513,267,514,515,516,268,517,269,518,153,519,270,520,271,521,139,522,275,523,524,276,525,526,527,279,528,529,530,280,531,282,532,533,534,535,536,143,537,115,538,287,539],"'70","#funk","benetton treviso","black music","cultura","cultura underground","Dario Lanzardo","davide grasso","fiat","francescato legacy","frittura mista radio fabbrica","Funkadelic","guerriglia urbana","ivan francescato","Jennipher Toth","letteratura","Luca Wallace Costello","Maggot brain","Marco Scavino","Mario Cavallo","milano","mondo rave","movimento operaio","musica","new york","Pablito el Drito","piazza statuto","psichedelia","racconti ovali","rave","rock","rugby","scena rave","scuola","sei nazioni","sindacato","sport","storia","techno party","tervisium rugger","torino","tribes","Uomini talpa","violenza poliziesca",{"post_content":541,"tags":545},{"matched_tokens":542,"snippet":543,"value":544},[292],"nbsp;\r\n\r\nSabato 20 h 10 - \u003Cmark>Tropicalia\u003C/mark> (30 minuti) [Radio Blackout]: Storia"," \r\n\r\nMartedì 16 h 8.30 - La scongiura del discorso. Il caso Persichetti (21 minuti) [Radio Cane]: Che la storia e la memoria costituiscano un campo di battaglia non è certo una novità dell’oggi. Tuttavia, è innegabile che una spiccata vocazione psico-poliziesca sia uno dei tratti fondamentali del presente. Per questa ragione, il caso di Paolo Persichetti risulta doppiamente significativo. Il sequestro del suo archivio storico sull’esperienza delle Brigate Rosse e specificatamente sul sequestro Moro non solo mostra il ruolo chiave che quest’ultimo riveste nella riscrittura del passato da parte del Ministero della Verità, quale specchio deformato che si riflette a ritroso sull’intero decennio degli anni Settanta, ma mette in luce anche l’intento fondamentale della “Polizia della storia”: scongiurare la mera pensabilità (foss’anche in chiave storica) della messa in discussione radicale dell’ordine costituito. In questo contributo audio, Persichetti ci narra della vicenda che lo ha coinvolto, dei suoi tratti surreali e dei suoi molteplici risvolti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Storia-Persichetti_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 16 h 12.30 - Rivolta di p.za Statuto 1962 (135 minuti) [Frittura Mista | Radiofabbrica]: Correva l’anno 1962 nei giorni 7, 8 e 9 luglio, sessant’anni fa, e a Torino c’era uno sciopero operaio di popolo che ha tenuto in scacco la città per 3 giorni. I “fatti di piazza Statuto” li abbiamo raccontati con l’aiuto di:\r\n\r\n* Mario Cavallo, ex operaio FIAT e “testimone dell’epoca”, che ci ha aiutato a ricostruire il contesto operaio di quegli anni;\r\n* Un estratto dall’Archivio RadioTeatro di Radio Onda Rossa il “ReadReading” di e con Tamara Bartolini (voce, drammaturgia) e Michele Baronio (voce, canzoni, sonorizzazioni) che si ispira al libro di Lanzardo di seguito descritto;\r\n* Marco Scavino, storico, che ci ha aiutato a delineare il contesto storico/politico di quegli anni.\r\n\r\nIl filo conduttore della puntata è stato il libro di Dario Lanzardo “La rivolta di Piazza Statuto” (Torino, Luglio 1962, Feltrinelli economica, Milano 1979) dove vengono ricostruiti gli eventi del 1962 a Torino relativi alla protesta operaia per l’accordo separato Fiat col sindacato Uil, nel bel mezzo di uno sciopero generale dei metalmeccanici come non se ne vedevano da anni . Infatti, il corteo che esce dalla fabbrica e si dirige alla sede del sindacato in piazza Statuto sfocia nello scontro molto violento con le unità speciali di polizia chiamate per l’occasione: le unità del battaglione di Padova. In risposta a questa violenta repressione della piazza ne conseguono 3 giorni di scontri, in cui il tema di fabbrica sembra passare in secondo piano rispetto ad una sempre più emergente rabbia popolare che straborda dai rioni e dalle periferie della città, ma che poi donerà negli anni a venire la sua decisiva impronta sul movimento operaio tutto. Dal libro di Lanzardo emerge un quadro contraddittorio dato dalle interviste dei protagonisti, operai e semplici cittadini accorsi nei tre giorni di scontri a sostegno della protesta, e dato dai quotidiani, dalle dichiarazioni dei sindacalisti e politici e osservatori esterni: un quadro che fa emergere le diverse posizioni e anche le manipolazioni delle informazioni.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Rivolta-di-P.za-Statuto-1962FritturaMista19072022_135.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 17 h 8.30 - Due libri su New York (28 minuti) [Radio Blackout]:\r\n\r\nPresentazione dei libri \"New York regina underground. 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Quella stagione è qui narrata da un militante che ha attraversato una straordinaria molteplicità di esperienze esistenziali e politiche: da quella rivoltosa e spontanea degli scontri di piazza nel dopoguerra a quella della sinistra partitica e sindacale negli anni Sessanta; da quella della costruzione del nuovo sindacalismo di base a quella dell’area dell’autonomia operaia, fino all’approdo nella lotta armata delle Brigate rosse, negli anni Settanta.\r\nUna testimonianza ricca di narrazioni sui principali conflitti sociali di quei due decenni. Una descrizione, non priva di particolari inediti, sull’esperienza delle Brigate rosse di cui l’autore è stato dirigente nella «colonna romana» negli anni precedenti e successivi all’«azione Moro». Ma anche un’analisi rigorosa e profonda sull’istituzione carceraria che l’autore ha ben conosciuto dopo la condanna all’ergastolo. Questo libro di lucida memoria, scritto con linguaggio chiaro e soprattutto sincero, è un contributo prezioso per la futura storicizzazione di un periodo cruciale del nostro Paese.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Maelstorm.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 19 h 8.30 - Suoni e ritmi da New Orleans (19 minuti) [Radio Blackout]: \r\nApprofondimento sulla musica e la città di New Orleans.\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Suoni-e-ritmi-da-New-Orleans_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 19 h 13 - Contro la scuola in guerra (76 minuti) [Radio Blackout]: Contributi dal ciclo di incontri Morsi: contro la scuola in guerra.\r\n\r\nIn questi tempi di guerra, tutt’ora segnati da un processo di doppia conversione – quella militare delle forze di polizia per la gestione dell’ordine pubblico e quella poliziesca delle forze militari nelle missioni di “polizia internazionale” – e da un continuum tra guerre permanenti su scala mondiale e guerra securitaria all’interno dello Stato, ad essere militarizzata è la società tutta, interamente mobilitata alla guerra. La scuola, istituzione totale per eccellenza, è uno degli strumenti cardine di cui lo Stato dispone per questo scopo.\r\n\r\nSe la relazione circolare tra ricerca civile e apparato militare ultimamente ha assunto un certo risalto, la penetrazione della guerra nei gradi inferiori di istruzione sembra passare sotto traccia. Per il ciclo MORSI*, il 14 dicembre la Blackout House ha ospitato una prima discussione aperta sul rapporto tra il contesto generale di guerra, crescente esclusione ed impoverimento sociale e ciò che accade dentro alle scuole-aziende, tra sfruttamento bellico, cultura militarista e repressione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Contro-la-scuola-in-guerra_76.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 20 h 10 - \u003Cmark>Tropicalia\u003C/mark> (30 minuti) [Radio Blackout]: Storia del movimento tropicalista\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Tropicalia_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 20 h 20 - Mondo Rave parte 1 (Titolo originale: Rave ON/OFF – Una storia dagli anni Novanta) (34 minuti) [Radio Cane]: \r\nDove, come e quando ha cominciato a prendere forma quella che comunemente è stata definita “scena rave” in Europa e successivamente in Italia? 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Ne abbiamo parlato con Pablito El Drito, oggi dj e producer, e a lungo esploratore della scena italiana ai suoi albori.\r\n\r\nIn questa prima parte:\r\n\r\n \tLa prima festa non si scorda mai ovvero inizia l’avventura;\r\n \tMilano a cavallo tra anni Ottanta e Novanta: underground, antagonismo sociale e tecnoutopie ovvero la scena prima del rave;\r\n \tUn passo indietro: dalla prima ondata inglese alle carovane verso l’Est Europa;\r\n \tLe tribe arrivano in Italia: primi techno party e nuove occupazioni\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Mondo-rave_1_34-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 20 h 20 - Mondo Rave parte 2 (Titolo originale: Rave ON/OFF – Una storia dagli anni Novanta) (30 minuti) [Radio Cane]:\r\n\r\nIn questa seconda parte:\r\n\r\n \tI ravers e il “realismo centrosocialista”;\r\n \tI ravers e la cattiva strada;\r\n \tIl suono rave e le sue droghe: una “geneaologia”;\r\n \t“L’affare si ingrossa”: bellezza,limiti e contraddizioni della scena;\r\n \tIl rave del sabato sera ovvero la fine dello stupore\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Mondo-rave_2_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 21 h 10.30 - Maggot Brain (23 minuti) [Radio blackout]:\r\nApprofondimento dedicato all'album dei Funkadelic uscito nel 1971.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Maggot-Brain_23.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 21 h 18 - Racconti ovali parte 3 (Titolo originale: Tarvisium Ruggers ed il cammino di Ivan Francescato) (35 minuti) [Luca Wallace Costello]: \r\nPartendo dalla periferia veneta raccontiamo la storia della nascita ed affermazione della Ruggers Tarvisium, squadra dallo spiccato spirito egualitario in cui si fondono socialità, concretezza e talento. Dal vivaio della quale emerge Ivan Francescato, uno dei più grandi giocatori italiani di sempre.\r\n\r\n\r\n[audio 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\r\n\r\nNel nord della Francia a breve crescerà una foresta tropicale. Sembra fantascienza, eppure sono stati investiti fior fiori di quattrini per progettare un’immensa cupola che farà da serra a questo “giardino turistico”. L’innovativa cupola è composta da un’unica volta, senza colonne o muri portanti, composta da acciaio ed ETFE e capace di riprodurre e mantenere una temperatura costante di 26°, auto-alimentandosi energeticamente. La bugia manifesta “dell’energia pulita” non può nascondere che 200 ettari di bosco sono sottratti per far posto ad un’attività turistica, con tutto il corollario di bar, hotel e negozietti. Una cupola che ha la funzione di detenzione come le gabbie di uno zoo, poiché tra i fiori colorati e le finte spiagge vivono tartarughe, pesci, farfalle, uccelli e piccoli mammiferi condannati a un’esistenza segregata per il divertimento umano. La retorica green non cela l’attività imperialista della Francia che trapianta le piante esotiche, ma respinge chi arriva da quelle terre, magari perché aziende e militari francesi le stanno saccheggiando.\r\n\r\nE da un ambiente artificiale all’altro, ci trasferiamo sulle vette bianche delle montagne, bianche sì, ma artificialmente. Infatti per permettere alle frotte di turisti amanti degli sport invernali di scivolare giù per i pendii per sei mesi l’anno si fa un uso spropositato della neve artificiale. Con conseguenze che ridisegnano totalmente l’ambiente montano: per ricaricare i cannoni sparaneve si sono scavati interi bacini artificiali; il maggior peso della neve schiaccia e asfissia il terreno sottostante che lentamente muore; infine il rumore dei cannoni, le turbine, le luci stravolgono l’habitat naturale degli animali.\r\n\r\nPer mantenere questo modello sfruttatore in cui ogni ambiente è usato per creare profitto, si usa la neve artificiale per nascondere i cambiamenti climatici che stanno stravolgendo anche l’ambiente montano che vede le nevi e i ghiacciai ritirarsi sempre più. Ma si continua a costruire dighe e a tagliare boschi per rendere le vacanze comode e divertenti a masse di turisti.\r\n\r\nÈ l’artificializzazione degli ambienti per nascondere la loro tragica trasformazione.\r\n\r\nAscolta la puntata qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/artificiale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","20 Aprile 2018","2019-01-31 12:48:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/vlcsnap-2018-03-23-15h23m34s488-3571819-200x110.png","Dalla neve finta alle serre tropicali: l'artificializzazione dell'ambiente non conosce limiti",1524247558,[173,716,717,718,231,719],"http://radioblackout.org/tag/artificializzazione/","http://radioblackout.org/tag/crisi-ecologica/","http://radioblackout.org/tag/neve-finta/","http://radioblackout.org/tag/turismo/",[238,721,722,723,115,724],"artificializzazione","crisi ecologica","neve finta","turismo",{"tags":726},[727,729,731,733,735,737],{"matched_tokens":728,"snippet":238,"value":238},[],{"matched_tokens":730,"snippet":721,"value":721},[],{"matched_tokens":732,"snippet":722,"value":722},[],{"matched_tokens":734,"snippet":723,"value":723},[],{"matched_tokens":736,"snippet":418,"value":418},[115],{"matched_tokens":738,"snippet":724,"value":724},[],[740],{"field":17,"indices":741,"matched_tokens":742,"snippets":744,"values":745},[61],[743],[115],[418],[418],{"best_field_score":437,"best_field_weight":438,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":28,"score":747,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":28},"578730123365711977",{"document":749,"highlight":764,"highlights":769,"text_match":772,"text_match_info":773},{"comment_count":28,"id":750,"is_sticky":28,"permalink":751,"podcastfilter":752,"post_author":753,"post_content":754,"post_date":755,"post_excerpt":34,"post_id":750,"post_modified":756,"post_thumbnail":757,"post_title":758,"post_type":168,"sort_by_date":759,"tag_links":760,"tags":762},"48419","http://radioblackout.org/podcast/lattesa-di-a-scuppuluni-e-essa-stessa-uno-scuppuluni/",[125],"outsidermusic","Questa e tutta un'altra serie di domande assolutamente inutili hanno attanagliato le nostre piccole menti durante tutto questo periodo di assenza di novità nella sezione podcast.\r\nMa adesso è giunto il momento di riprendere con le pubblicazioni e lo faremo con una puntata risalente alla fine di Marzo, durante la quale si è scelto di partire dall’Africa centrale, dal Congo, con una sua esponente d’eccezione, Tshegue, attiva in area franzosa. Per poi tornare di nuovo nella nostra amata Uganda, con l’ascolto di qualche traccia della già passata cassettina della Nyege Nyege Tapes dell'emcee Ridd Lore, Afro Mutation. Ascolteremo anche Otim Alpha, con Gulu City Anthem, anche questa una cassettina prodotta dalla Nyege Nyege.\r\nRimanendo agli emcee passereamo ad una sista di Brooklyn, Nitty Scott per poi ritornare in Africa a cose per palati fini: The Great Mixtape, un disco del 2015 di Sampa the Great, zambiana, australiana d’adozione. \r\nE siccome un palleggio tira l'altro, accenneremo ad un parallelismo assolutamente improvvisato tra due bei nomi della musica brasiliana: il grande Tom Zé e lo sconosciuto ma delizioso Irmao Victor.\r\nQuesto, tanto altro e chissà quanto ancora....a scuppuluni!\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/07/ascuppuluni-29maro2018.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nScaletta di ‘a Scuppuluni |29Marzo2018|\r\n|SIGLA| SPLACK PACK, 04 Shake That Ass Bitch, compilation “Booty Bass”, Pandisc, 1994\r\nTSHEGUE, 01 Tshegue, “Survivor”, Dakou Studios / Ekleroshock, 2017\r\nTSHEGUE, 04 Muanapoto, “Survivor”, Dakou Studios / Ekleroshock, 2017\r\nRIDD LORE, 09 Soul Clap SA, “Afro mutations”, Nyege Nyege Tapes, 2017\r\nRIDD LORE, 10 That Drum, “Afro mutations”, Nyege Nyege Tapes, 2017\r\nRIDD LORE, 11 The Crush, “Afro mutations”, Nyege Nyege Tapes, 2017\r\nOTIM ALPHA, 04 Lok lobocwero cwinya, “Gulu City Anthems”, Nyege Nyege Tapes, 2017\r\nLDXOXO, 01 Death Rattle, “Body Mods”, 2018\r\nNITTY SCOTT, 04 Pxssy Powah!, “CREATURE!”, 2017\r\nNITTY SCOTT, Negrita, “Negrita”, 2016\r\nNITTY SCOTT, 13 Mango nectar, “CREATURE!”, 2017\r\nSAMPA THE GREAT, 07 F E M A L E, “The Great Mixtape”, 2015\r\nSAMPA THE GREAT, 10 Born to be blue, “The Great Mixtape”, 2015\r\nSAMPA THE GREAT, 08 WEOO, “The Great Mixtape”, 2015\r\nTOM ZE’ feat. 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