","CPR DA MILANO A PONTE GALERIA I LAGER PER MIGRANTI SCOPPIANO.","post",1708461926,[58,59,60,61,62],"http://radioblackout.org/tag/cie/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/cpr-via-corelli/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/rivolte/",[64,65,66,67,68],"cie","cpr","cpr via corelli","migranti","rivolte",{"post_content":70},{"matched_tokens":71,"snippet":74,"value":75},[72,73],"tutela","legale","accesso a qualsivoglia servizio e \u003Cmark>tutela\u003C/mark> \u003Cmark>legale\u003C/mark> continuerà inevitabilmente a generare proteste,","La Corte Europea dei Diritti Umani ha ordinato al Governo italiano l’immediato trasferimento dal CPR di Trapani di una persona trattenuta in condizioni materiali degradanti. Una sentenza che riguarda quanto accaduto al CPR di Milo A Trapani nell’ultima settimana di gennaio .\r\n\r\nSi tratta di una ulteriore conferma della violenza e dell’inadeguatezza del sistema detentivo italiano destinato alle persone migranti, e delle condizioni particolarmente gravi in cui ancora sono trattenute le persone all’interno del CPR di Trapani. La situazione dei CPR italiani dove sussiste la detenzione amministrativa per gli stranieri che costituisce una violenza di per sé orribile e non giustificabile in alcuna forma, quanto accaduto nei giorni scorsi mette in luce ancora una volta l’inadeguatezza strutturale del sistema di detenzione amministrativa italiano. La privazione sistematica della libertà personale di persone provenienti da paesi di origine politicamente ridefiniti come “sicuri”, per di più in condizioni indegne, nella mancanza di informazioni sulle motivazioni del trattenimento, e in assenza di accesso a qualsivoglia servizio e \u003Cmark>tutela\u003C/mark> \u003Cmark>legale\u003C/mark> continuerà inevitabilmente a generare proteste, atti di autolesionismo, incendi.\r\n\r\n \r\n\r\nNe parliamo con un compagbno dell'assemblea CPR\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/INFO-190224-CPR.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nRiportiamo anche un articolo uscito nella rivista Jeune Afrique che racconta dal punto di vista africano l'inferno dei centri di detenzione italiani per stranieri.\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://www.jeuneafrique.com/1537595/politique/les-migrants-africains-dans-lenfer-des-centres-de-detention-italiens/\r\n\r\n \r\n\r\nMigranti africani nell'inferno dei centri di detenzione italiani Il suicidio di Ousmane Sylla, un guineano di 22 anni morto suicida in un centro di detenzione per migranti in Italia, getta luce sulle deplorevoli condizioni di vita in questi centri dove vengono rinchiusi gli emigranti, soprattutto africani, considerati illegali. Maÿlis DUDOUET\r\n\r\n \r\nOusmane Sylla aveva 22 anni. Il nome di questo giovane guineano si è aggiunto, lo scorso 4 febbraio, alla lunghissima lista di migliaia di migranti, soprattutto dall'Africa sub-sahariana, che stanno morendo a causa delle politiche migratorie europee. Questa volta, però, non è stato nelle sabbie del Sahara, nelle carceri di un gruppo armato libico o nelle acque turbolente di un Mediterraneo trasformato in cimitero che la morte ha colpito. Ma in territorio europeo, in quest’Italia che costituisce la porta principale per tanti africani in cerca di emigrazione verso il Vecchio Continente.\r\nIl 4 febbraio il giovane si è ucciso mentre era detenuto nel Centro di Rimpatrio di Ponte Galeria (CPR), nome ufficiale dei centri di detenzione per migranti considerati illegali in Italia. Aveva appena saputo che la sua richiesta di asilo era stata respinta ma, non avendo la Guinea un accordo di estradizione con l’Italia, sapeva che sarebbe rimasto bloccato in quel luogo per molti mesi. E non sopportava l'idea di trascorrere un altro giorno rinchiuso in condizioni deplorevoli. I suoi compagni di prigionia lo trovarono, impiccato, la mattina presto. Su un muro, questo messaggio: “Se muoio, vorrei che il mio corpo fosse mandato in Africa. I militarti italiani non conoscono altro che il denaro. »\r\n\r\nIl suo suicidio in questo carcere per migranti ha provocato un'ondata di rabbia da Roma a Conakry. In effetti getta luce sulle condizioni dei migranti el il modo in cui, in particolare quelli sub-sahariani, vengono trattati nell’Italia del primo ministro di estrema destra Giorgia Meloni. Ousmane Sylla viveva in Italia da sei anni. Minore al suo arrivo nel Paese, è stato prima ospitato in un centro specializzato. Il giorno in cui è diventato maggiorenne, è diventato uno straniero illegale. Dopo un lungo viaggio, dal centro di Ventimiglia a quello di Teodice, nel centro Italia, è stato trasferito il 14 ottobre 2023 al CPR di Milo, nel Trapani, in Sicilia. Il luogo di detenzione, teatro di ripetuti disordini, è più che sovraffollato. Durante la sua permanenza a Milo, Ousmane Sylla trascorrerà parte delle sue notti all'aperto, per mancanza di spazio. Quasi tre mesi dopo, il 27 gennaio 2024, Ousmane Sylla viene nuovamente trasferito, questa volta al CPR di Ponte Galeria, che sarà la sua ultima destinazione.\r\n\r\nNel 2023, delle circa 500.000 persone in situazione irregolare registrate sul territorio italiano – di cui quasi 160.000 arrivate irregolarmente nel corso dell’anno – solo una piccola parte sarà sottoposta ai rigori dei centri di detenzione: poco più di 6.000 persone sono state internate in uno dei i nove CPR attivi. Le condizioni di vita lì sono disastrose. Oltre alla sovrappopolazione endemica, le indagini condotte da ONG specializzate denunciano maltrattamenti sistematici in alcuni centri, distribuzione di cibo avariato o addirittura somministrazione forzata di medicinali. All'inizio di gennaio, la diffusione di un video in cui si vede un'infermiera, aiutata da agenti di polizia, costringe un detenuto a prendere un sedativo ha causato uno scandalo in Italia. Molti dei CPR sono anche oggetto di indagini giudiziarie o amministrative. Quello di Milano è stato così posto sotto il controllo di un amministratore giudiziario dopo le accuse di truffa e maltrattamenti. Quella di Palazzo San Gervasio è al centro dell'inchiesta in corso sulla somministrazione di forti dosi di calmanti epsicofarmaci. Un’inchiesta realizzata dai media tunisini Inkyfada e italiana Altreconomia ha documentato in particolare questo diffuso uso di psicofarmaci, che rappresentano “almeno il 10% della spesa di ciascun centro e costituiscono addirittura il 44% della spesa del centro di Roma”.\r\n\r\nLe condizioni di vita sono tanto più insopportabili quanto più i periodi di detenzione si allungano. Appena insediatosi al potere, il governo del primo ministro di estrema destra Giorgia Meloni ha aumentato il limite massimo \u003Cmark>legale\u003C/mark> da 180 a 540 giorni, attraverso il decreto Cutro 2, particolarmente criticato dalle associazioni per i diritti umani. Le conseguenze sono gravi. Il numero di decessi registrati nei centri di detenzione aumenta ogni anno, mentre l’età media delle vittime della CPR – 33 anni – costituisce un argomento in più per le organizzazioni che ne chiedono la chiusura . Giorgia Meloni, che ha appena ottenuto un accordo con Tirana che prevede la realizzazione del Cpr sul territorio albanese, non sembra proprio disposta a intraprendere questa strada. Il Primo Ministro italiano ha infatti previsto di costruirne di più centri di questo tipo, uno per regione italiana.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[77],{"field":78,"matched_tokens":79,"snippet":74,"value":75},"post_content",[72,73],1157451471441100800,{"best_field_score":82,"best_field_weight":83,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":84,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":44},"2211897868288",14,"1157451471441100913",{"document":86,"highlight":106,"highlights":111,"text_match":114,"text_match_info":115},{"cat_link":87,"category":88,"comment_count":44,"id":89,"is_sticky":44,"permalink":90,"post_author":47,"post_content":91,"post_date":92,"post_excerpt":50,"post_id":89,"post_modified":93,"post_thumbnail":94,"post_thumbnail_html":95,"post_title":96,"post_type":55,"sort_by_date":97,"tag_links":98,"tags":102},[41],[43],"93143","http://radioblackout.org/2024/10/gestazione-per-altr-reato-universale/","La gestazione per altr o maternità surrogata è diventata reato universale in Italia: questo è un unicum nel mondo, infatti in altri paesi è legale e normata, in altri illegale. Ma in nessuno è omologata a un genocidio o alla tortura. Dal punto di vista legale crea, anche più di prima, una categoria di persone (bambinu) di serie b: ovvero in quelle situazioni in cui la gestazione per altr è stata fatta in un paese estero e sono nate delle persone che vivono oggi nella nostra società, queste divengono di fatto figliu di criminali efferati. La ministra Roccella ha dichiarato che che dovremmo segnalare in procura i sospetti di figliu natu da gestazione per altr. Al di là del fatto che deontologicamente non sia possibile, e su questo si sono espressi anche l'ordine dei medici e l'associazione dei pediatri italiana, questo denota qual è l'intento chiaro e ovvio di questa mossa di legge, cioè la limitazione per le coppie omogenitoriali (in particolare quelle formate da due uomini) di poter mettere su famiglia, perché ovviamente sia all'impegat dell'anagrafe, sia allu medicu, il dubbio sorge quando la persona che stanno registrando o visitando sia nata all'estero, e soprattutto abbia due genitori maschi. Questo il reale intento politico e mediatico della nuova legge, e inoltre crea un aumento dello stigma nei confronti dei frutti della gpa.\r\n\r\nParallelamente ai diritti delle persone piccole, ci sono i diritti delle donne gestanti. Vediamo contrapporsi due tesi: da un lato la genitorialità sarebbe un diritto in tutela dell'autodeterminazione, dall'altro un'ulteriore mercificazione della donna o persona con utero, che nella maggior parte dei casi avviene su corpi di donne già povere e marginalizzate. Su questo, è necessario dire che il capitalismo non dovrebbe esistere, e che lo sfruttamento dei corpi, di tutti i corpi non dovrebbe esistere. Esistono, a questo proposito degli esempi interessanti, in cui la gpa avviene solo su base solidale, per esempio in Canada o a Cuba alle donne gestanti non vengono pagate che le spese mediche.\r\n\r\nCi occupiamo di sbrogliare questa matassa e forniamo numerosi spunti di riflessione a proposito di questo tema sull'informazione di radio blackout, al telefono con Alessandra, medica di 'Chi si cura di te?'\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/GPA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","31 Ottobre 2024","2024-10-31 17:31:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/gpa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"267\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/gpa-300x267.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/gpa-300x267.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/gpa.jpg 506w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Gestazione per altr/ Reato universale?",1730395860,[99,100,101],"http://radioblackout.org/tag/reato-universale/","http://radioblackout.org/tag/gpa/","http://radioblackout.org/tag/lgbtqia/",[103,104,105],"#reato universale","gpa","lgbtqia+",{"post_content":107},{"matched_tokens":108,"snippet":109,"value":110},[73],"infatti in altri paesi è \u003Cmark>legale\u003C/mark> e normata, in altri illegale.","La gestazione per altr o maternità surrogata è diventata reato universale in Italia: questo è un unicum nel mondo, infatti in altri paesi è \u003Cmark>legale\u003C/mark> e normata, in altri illegale. 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L’idea era stata annunciata dal sottosegretario dell’Interno Carlo Sibilia del movimento 5 stelle che si domanda ancora se sia “così drammatico” dato che a suo dire è ancora possibile esprimere la propria opinione..! Il provvedimento divide la maggioranza, da un lato PD, Forza Italia e Italia Viva a favore mentre dall’altro Lega e Fratelli d’Italia che si oppongono in maniera strumentale sperando di allargare il loro bacino di consenso nelle piazze no green pass. È inaccettabile l’argomentazione utilizzata da Vittoria Lamorgese che a giustificazione del provvedimento parla di tutela della salute pubblica. Allo stesso tempo si allinea con la costruzione mediatica che da mesi impone una narrazione delle manifestazioni No green pass come il nemico pubblico a causa del quale i contagi continuano ad aumentare. È inaccettabile che i portuali di Trieste siano considerati la causa dell’aumento dei ricoveri in terapia intensiva quando in più di un anno e mezzo di pandemia non sono stati finanziati gli ospedali pubblici, non si è fatto nulla per migliorare la sanità territoriale né per migliorare il funzionamento del sistema sanitario nazionale. Così come il green pass in quanto dispositivo è uno strumento del tutto politico e non ha nulla a che vedere con la tutela della salute, il provvedimento che vieta le manifestazioni si iscrive in questo quadro in un contesto in cui le manovre di Draghi, dalla legge di bilancio al ddl concorrenza che prevede la privatizzazione dei servizi pubblici erogati dai Comuni, passano in sordina andando ad approfondire le fratture della crisi sociale ed economica già in atto.\r\n\r\nUna delle prime piazze che si scontrerà con questa novità è quella organizzata dal movimento disoccupati 7 Novembre di Napoli che questo sabato hanno previsto un corteo che porta l’attenzione sui temi della precarietà, della necessità di reddito e di servizi, contro il carovita, contro una gestione della pandemia criminale e a sostegno di tutt* coloro che lottano per una vita dignitosa e che vengono criminalizzati violentemente. Infatti, il movimento disoccupati 7 Novembre è stato accusato di associazione a delinquere e alcun* compagn* sono sottopost* al provvedimento di sorveglianza speciale. In collegamento con noi Angelo annuncia con forza e determinazione che il corteo di sabato 13 novembre scenderà in piazza a testa alta nonostante i divieti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/Angelo-7-nov-Napoli-11.11.2021.mp3\"][/audio]","11 Novembre 2021","2021-11-11 14:29:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/0024231880_1201629593303145_957607846858749801_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/0024231880_1201629593303145_957607846858749801_n-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/0024231880_1201629593303145_957607846858749801_n-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/0024231880_1201629593303145_957607846858749801_n-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/0024231880_1201629593303145_957607846858749801_n.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","NAPOLI: SABATO IN PIAZZA CONTRO DRAGHI E CONFINDUSTRIA NONOSTANTE IL DIVIETO DI MANIFESTARE",1636640998,[132,133,134],"http://radioblackout.org/tag/corteo/","http://radioblackout.org/tag/napoli/","http://radioblackout.org/tag/precari-e-disoccupati/",[136,137,138],"corteo","napoli","precari e disoccupati",{"post_content":140},{"matched_tokens":141,"snippet":142,"value":143},[73],"forma di protesta lecita e \u003Cmark>legale\u003C/mark>. 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Ciò significa che la compilazione ricadrà quasi completamente sulla OSS Barbara Natale, Rappresentante sindacale CUB, che è l’unica che svolgendo turni diurni ha una conoscenza maggiore dei pazienti, infatti tutte le altre OSS della Comunità prendono servizio alle 24.00 e smontano alle 8 di mattina, cioè sono in servizio solo quando i pazienti dormono.\r\n\r\n \r\n\r\nIl 18 settembre la lavoratrice Natale effettua alcune fotocopie di documenti necessari alla compilazione dei suddetti Piani Assistenziali, durante il proprio turno di lavoro e in modo visibile, alla presenza dei colleghi, e inizia a redigere i P.A.I. richiesti.\r\n\r\nIl giorno 22 settembre, la stessa sig.ra Natale effettua delle altre copie. Poco dopo arriva in Comunità la proprietaria di una delle società “titolari” delle Comunità privatizzate, con la Polizia. Alla sig.ra Natale viene chiesta conferma del fatto che stesse facendo delle fotocopie. La signora conferma e spiega che le servivano per lavoro.\r\n\r\nLa Polizia chiede alla proprietaria, sig.ra Mafalda Basile, se conferma di voler denunciare la Rappresentante Sindacale e ne riceve conferma. Si procede così alla redazione di un verbale.\r\n\r\nIl giorno 25 settembre (lunedì) la lavoratrice viene sospesa dal lavoro, per “condotta penalmente perseguibile in quanto lesiva della privacy”.\r\n\r\nL’accusa è manifestamente falsa perché a) la sig.ra Natale lavora da molti anni presso il servizio ed è da sempre autorizzata al trattamento dei dati, né ha mai ricevuto la disposizione di non fotocopiare i materiali se necessario per lavoro; b) i dati dei pazienti sono stati trattati nei limiti della legge, per lavoro, senza alcun altro fine e senza divulgarli o anche lontanamente recare danni.\r\n\r\nSia sul piano materiale che sul piano giuridico, quindi, non esiste alcun fondamento, ma non è sufficiente: 4 giorno dopo viene sospesa dal lavoro anche la collega Silvia Copperi (anch’essa iscritta alla CUB Sanità) con l’accusa analoga, di avere mostrato alla presidente della cooperativa di cui è dipendente, in sede di incontro sindacale, la fotocopia di un verbale di riunione della Comunità.\r\n\r\nFar venire la polizia in comunità era inutile, inusitato e quindi aveva il solo scopo di intimidazione antisindacale.\r\n\r\nSospendere dal lavoro una operatrice per aver mostrato al proprio datore di lavoro un documento di lavoro, in sede di trattativa sindacale è una intimidazione antisindacale.\r\n\r\n \r\n\r\nLo scopo è chiarissimo: espellere il sindacato per non dovere discutere neanche lontanamente né arretrare di un centesimo rispetto ai guadagni smodati che stanno ricavando dalle Comunità psichiatriche privatizzate, come illustrato di seguito.\r\n\r\n \r\n\r\nUna semplice applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per la gestione che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro mensili per ciascuna delle 5 comunità. Una percentuale abnorme sul fatturato di poco più di 80.000 euro al mese, quando in un regime di normalità, gli Enti Pubblici committenti riconoscono alle imprese del settore un margine non superiore al 7-10%. In compenso l’organizzazione del lavoro è drasticamente peggiorata.\r\n\r\n \r\n\r\nLA PRIVATIZZAZIONE DELLE COMUNITA’\r\n\r\nPROTETTE EX ASL TO2\r\n\r\n \r\n\r\nLO SVOLGIMENTO DELLA PRIVATIZZAZIONE\r\n\r\nLe Comunità Protette per pazienti psichiatrici “Althea”, “De Salvia”, “Risso”, “Sarli” e “il Ponte” in poco più di un anno hanno subito una trasformazione radicale sotto il profilo gestionale e organizzativo.\r\n\r\nStoricamente tali Comunità funzionavano grazie ad una collaborazione tripartita tra la ASL TO2 che implementava le attività sanitarie, una cooperativa sociale (3 comunità con la coop. Zenith e 2 con la coop. Altramente) che svolgeva le attività educativo-assistenziali e una società privata (le due società Ester srl e Gruppo Igea srl) che apportava i muri e le attività di carattere alberghiero quali pulizie, mensa ecc.\r\n\r\n \r\n\r\nDalla primavera 2016 alle due società private veniva attribuita la titolarità completa delle attività, incluse quelle medico-psichiatriche, mentre la ASL ritirava il proprio personale. Le due cooperative sociali – divenute fornitrici delle società private – hanno continuato a svolgere le attività di carattere educativo, assistenziale e in parte infermieristico, ma a condizioni fortemente mutate.\r\n\r\n \r\n\r\nIn particolare la presenza di personale infermieristico, educativo e assistenziale è stata fortemente ridotta e tale si mantiene anche nel nuovo sviluppo di questa trasformazione, con il trasferimento dell’appalto dei servizi educativi, infermieristici e assistenziali (personale OSS) alla cooperativa XI Luglio con sede legale a Roma, aderente al consorzio La Meridiana.\r\n\r\n \r\n\r\nOve prima vi fosse la presenza infrasettimanale di 4 o 5 operatori, oggi ve ne sono 2, per qualche ora 3. Ove ve ne fossero stati 2-3, la presenza viene ridotta a 1-2. Si tenga conto che anche dove sussiste la presenza formale nel turno di più unità di personale, durante la settimana almeno una unità è spesso impegnata in attività esterne (pratiche burocratiche, accompagnamenti, visite mediche ecc.), lasciando così che in Comunità vi sia comunque una presenza singola, in un rapporto operatori-pazienti che tende ad essere molto spesso 1-a-19/1-a-20.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ infatti testimoniato dagli operatori e operatrici che nell’arco di oltre un anno da quando si vive in questo regime, l’intensità delle situazioni di crisi di agitazione, aggressività, conflitti e quant’altro è fortemente intensificata, creando anche situazioni di rischio per gli operatori e per i pazienti stessi.\r\n\r\nEsiste anche da parte del personale il dubbio, fondato su episodi, di non essere più in grado di governare le situazioni di criticità sia psichica che sanitaria più in generale.\r\n\r\n \r\n\r\nA tutto ciò si aggiungano le gravi carenze di risorse gestionali come la mancanza di denaro liquido per la vita quotidiana, la mancanza di un qualsiasi veicolo per il trasporto dei pazienti (quando nella gestione mista precedente ve ne erano ben due) e così via.\r\n\r\n \r\n\r\nL’ATTEGGIAMENTO DELLA PROPRIETA’\r\n\r\nFin dallo scorso autunno la CUB Sanità avanzava la richiesta di aprire una trattativa sull’organizzazione del lavoro a cui è stato sempre opposto un rifiuto teso a procrastinare.\r\n\r\n \r\n\r\nLa proprietà ribadiva inamovibile di attenersi alla vecchia legge regionale (DCR 357/97) e di voler attendere che la DGR sulla residenzialità psichiatrica (prima n.30/2015, poi corretta dalla 29/2016 e poi sospesa dal TAR fino al settembre 2017) entrasse in vigore a riordinare il settore, rendendo obbligatoria una maggiore intensità di personale.\r\n\r\n \r\n\r\nMa la vigenza dell’una o l’altra norma non muta la sostanza, dal momento che nel contratto stipulato tra la ASL Torino 2 e le società Ester e Gruppo Igea nel marzo 2016, vigevano due condizioni:\r\n\r\n \tsi applicava la normativa pre-esistente alla nuova DGR, la medesima che trovava applicazione anche nel precedente regime gestionale e che avrebbe logicamente dovuto avere sostanziale continuità nelle nuove condizioni, seppure con le possibili modifiche all’organizzazione del lavoro come facoltà dell’imprenditore;\r\n \tsi applicavano però tariffe tali da consentire all’imprenditore di dotare già le Comunità Protette di un organico sovrapponibile a quello previsto dalle nuove norme.\r\n\r\nRisulta al nostro Sindacato che le rette previste per le due tipologie di comunità (tipo A e tipo B secondo la DCR 357/97) siano quasi sovrapponibili con quelle delle analoghe comunità contemplate dalla nuova normativa (SRP 1 e SRP 2 secondo la DGR 29).\r\n\r\nRette riconosciute alle società Ester e Gruppo Igea: euro 168 (Tipo A) e 134 (Tipo B)\r\n\r\nRette previste dalla nuova normativa: euro 160 (SRP 1) e 135 (SRP 2)\r\n\r\nAppare evidente che la pretesa di attendere l’entrata in vigore di nuove norme per garantire una prestazione sufficiente per il percorso terapeutico dei pazienti e un lavoro sicuro e professionale agli operatori non ha fondamento economico.\r\n\r\n \r\n\r\nCome già detto, l’applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per le società titolari delle Comunità Protette un margine di utile per la gestione caratteristica che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro sul fatturato di poco più di 80.000 mensili per ciascuna delle 5 comunità.\r\n\r\nLe società Ester srl e Gruppo Igea srl non hanno mai voluto sedersi a un tavolo e confrontarsi su tale valutazione, nemmeno per smentirla concretamente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa DGR 29-2016 è oggi rimessa in vigore dal TAR, ma la proprietà non solo non dà alcun segno di volersi adeguare, anzi, sfrutta qualsiasi scappatoia per rinviare ulteriormente e ribadisce che “non spetta al sindacato” proporre incontri per “il riordino del funzionamento delle Comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’AGGRESSIONE ALLA CUB SANITA’\r\n\r\nRitenendo irrimandabile un riaggiustamento dell’organizzazione del lavoro e delle risorse disponibili al fine di riportare le Comunità ad un migliore funzionamento, la nostra O.S. ha, nel corso dei mesi continuato a sollecitare sia le Aziende che i soggetti pubblici per ottenere quei miglioramenti necessari.\r\n\r\n \r\n\r\nIn occasione del “cambio di appalto” avvenuto il 1° giugno (uscenti coop. Zenith e coop. Altramente, entrante coop. XI Luglio) si è ottenuta la completa continuità occupazionale e delle tutele a favore di lavoratrici e lavoratori, inclusa l’applicazione dell’ “art.18”.\r\n\r\nSubito dopo la cooperativa XI luglio ha tentato una prima volta di cancellare la presenza della CUB Sanità, venendo però immediatamente condannata (Ordinanza del Tribunale di Torino del 10 luglio 2017) per “condotta antisindacale” ai sensi dello Statuto dei Lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\nIl successivo tentativo della CUB Sanità di riprendere il dialogo sindacale non decolla. I due incontri successivi alla sentenza del Tribunale non producono risultati di rilievo, invece arriva il nuovo accanito tentativo di eliminare il sindacato, con la sospensione della Rappresentante Sindacale e della collega.\r\n\r\n \r\n\r\nAlla richiesta di aprire una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale all’entrata in vigore della DGR 29-2016, la proprietà risponde arrogantemente, con lettera del 27 settembre, che “non compete a codesta sigla sindacale… proporre…incontri per il riordino del funzionamento delle comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nLE CONSEGUENZE PER I PAZIENTI E IL PERSONALE\r\n\r\n \r\n\r\nVige per legge il diritto del singolo imprenditore di avvalersi dei fornitori di propria scelta o di cambiarli, o di scegliere l’organizzazione del lavoro. Ma è compito del sindacato contrattare l’organizzazione stessa del lavoro ed è diritto dei lavoratori e lavoratrici vedere tutelata la propria dignità e professionalità (aggredite dalla dequalificazione degli interventi al limite della violazione della deontologia professionale), nonché la propria salute e sicurezza che appaiono fortemente messe in pericolo sia dallo stress-lavoro correlato che dal rischio di eventi critici.\r\n\r\n \r\n\r\nQuello che la proprietà vuole ottenere, attaccando il sindacato e le operatrici sindacalizzate, è di stendere un velo di silenzio sulle conseguenze prodotte da una smodata volontà di lucro.\r\n\r\nGli operatori sindacalizzati sono infatti i migliori difensori, giorno per giorno, dei diritti dei pazienti, della qualità e professionalità del servizio.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ ovvio che il numero di operatori e operatrici (infermieri, educatori, OSS) presenti durante la settimana allo standard precedentemente utilizzato solo nel weekend produce degli effetti.\r\n\r\n \r\n\r\nLe Comunità Protette, dovrebbero essere terapeutiche, cioè riabilitative e risocializzanti, integrando la dimensione strettamente medica con quella di carattere relazionale e sociale, infermieristica, farmacologica, psicoterapica, educativa nell’attuazione un Progetto Terapeutico Riabilitativo Personalizzato, nell’ambito di un Piano Terapeutico Individuale, così come stabilito dal Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale AGENAS-GISM recepito dall’Accordo Stato-Regioni del 17 ottobre 2013.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di riunioni di équipe multiprofessionali in cui siano stabilmente coinvolte le figure relazionali quotidiane (educatori-OSS-infermieri). La mancanza delle occasioni di passaggio di consegne tra gli operatori montanti e smontanti. La sostanziale assenza delle risorse necessarie allo svolgimento di progetti riabilitativi e risocializzanti. Tutti questi sono elementi che connotano l’attuale gestione del paziente in Comunità Protetta nel senso di una pura azione di badanza e contenimento, mentre il Piano Nazionale per la Salute Mentale parla, in riferimento alla tutela della salute mentale in età adulta di “prestazioni diagnostiche terapeutiche, riabilitative e socio riabilitative in regime residenziale nella fase intensiva ed estensiva, secondo il progetto terapeutico individuale” e di “prestazioni assistenziali e socio riabilitative, compresi programmi di reinserimento sociale e lavorativo, sia in regime residenziale nella fase di lungoassistenza che nella comunità secondo il progetto terapeutico individuale”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’insufficienza della strutturazione professionale risulta anche dalla testimonianza di numerosi operatori che sostengono di non avere il tempo per svolgere una adeguata attività relazionale con gli ospiti della struttura. Gli ospiti di ciascuna comunità sono 20 e che quindi il rapporto operatori/pazienti, per molte ore della giornata è di 1:20. A ciò si assommi il fatto che le compresenze di 2 operatori, quando ci sono, sono sovente dedicate ad accompagnamenti o disbrigo di pratiche all’esterno, oppure ad attività assistenziali (igieniche e simili) per quelle persone non in grado di provvedere in maniera del tutto autonoma.\r\n\r\n \r\n\r\nCiò rende estremamente difficoltoso ottemperare a tutti gli impegni, le attività, le iniziative di cura, riabilitazione e risocializzazione che non attengano alla pura assistenza diretta alla persona (igiene, somministrazione dei farmaci, dei pasti e altre funzioni elementari), con quella che giudichiamo una netta riduzione della qualità e quantità delle prestazioni al paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nL’impossibilità per il singolo operatore presente di occuparsi contemporaneamente delle esigenze materiali, emotive e relazionali di 20 pazienti ha come immediata conseguenza il minore “contenimento relazionale” di persone con difficoltà psicoaffettive e psichiatriche, e quindi il più facile insorgere di stati di disagio fino alle vere e proprie crisi di agitazione.\r\n\r\nTali crisi, ovviamente, sono normali nel contesto delle residenzialità psichiatriche, tanto più delle Comunità Protette, ma possono essere ridotte o aumentate per numero, intensità e frequenza dalla presenza di attività preventive di contenimento relazionale, di ascolto, di “presa in carico” dei bisogni sia pratici che relazionali del paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di personale, inoltre, comporta un aggravio per l’operatore/trice turnante in termini di fatica, e di stress-lavoro correlato. Per conseguenza l’operatore sarà meno lucido, meno capace di interpretare i segnali di tensione che possono risultare premonitori dell’avvicinarsi di un momento difficile. Avrà perciò maggiori difficoltà a prevenire le crisi, ma anche a gestirle e a circoscriverle nel momento in cui esse dovessero scoppiare .\r\n\r\n \r\n\r\nIn caso di crisi di agitazione, poi, l’operatore/trice presente in struttura potrebbe trovarsi nell’impossibilità di gestire la situazione da solo e persino di poter chiamare aiuto in una situazione di rischio che, tenuto conto del contesto particolare, può implicare esiti anche seri.\r\n\r\n \r\n\r\nNumerosi episodi si sono verificati nell’arco dell’ultimo anno e mezzo a riprova di questa difficoltà. L’aggressione alla CUB Sanità è proprio tesa a impedire la trasparenza che renderebbe inevitabile un deciso cambiamento dei metodi gestionali.”","20 Dicembre 2017","2017-12-21 11:54:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"168\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n-168x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n-168x300.jpg 168w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n.jpg 539w\" sizes=\"auto, (max-width: 168px) 100vw, 168px\" />","Presidio per Barbara e Silvia, licenziate per aver lottato",1513731720,[],[],{"post_content":164},{"matched_tokens":165,"snippet":166,"value":167},[73],"cooperativa XI Luglio con sede \u003Cmark>legale\u003C/mark> a Roma, aderente al consorzio","Barbara e Silvia, lavoratrici della cooperativa “Il Ponte”, che gestisce alcune comunità psichiatriche, di recente privatizzate, sono state licenziate per aver lottato per un servizio migliore e condizioni di lavoro che permettano di realizzarlo.\r\nLo scorso autunno, dopo un iniziale provvedimento di sospensione, c’era stato un corteo di lavoratori e solidali.\r\nBarbara e Silvia sono della Cub sanità e assistenza, facevano, come le loro colleghe turni infernali in condizioni durissime.\r\n\r\nGiovedì 21 dicembre ci sarà la prima udienza del processo sul loro licenziamento.\r\n\r\nIn quell’occasione è stato indetto un presidio solidale e di lotta davanti al tribunale.\r\nL’appuntamento è alle 11.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandro Zanetti della Cub.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 12 19 zanetti licenziate\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSotto un sunto della Cub sul processo di privatizzazione, che ha portato alla situazione attuale.\r\n\r\n“IL PRETESTO PER LE DUE SOSPENSIONI\r\n\r\nL’8 settembre il TAR del Piemonte ha rigettato i ricorsi presentati da aziende e associazioni contro la DGR di riordino della residenzialità psichiatrica.\r\n\r\nIl 12 settembre la CUB Sanità ha scritto alle aziende Ester srl e Gruppo Igea srl chiedendo l’apertura di una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale delle Comunità Protette “Sarli”, “De Salvia”, “Risso”, “Il Ponte” e “Althea”.\r\n\r\nIl 14 settembre la coordinatrice educativa delle Comunità dispone che le OSS della Comunità il Ponte debbano redigere 18 Piani Assistenziali Individuali (P.A.I.) entro pochi giorni, in quanto essi dovranno essere discussi con la ASL entro la fine di settembre. Ciò significa che la compilazione ricadrà quasi completamente sulla OSS Barbara Natale, Rappresentante sindacale CUB, che è l’unica che svolgendo turni diurni ha una conoscenza maggiore dei pazienti, infatti tutte le altre OSS della Comunità prendono servizio alle 24.00 e smontano alle 8 di mattina, cioè sono in servizio solo quando i pazienti dormono.\r\n\r\n \r\n\r\nIl 18 settembre la lavoratrice Natale effettua alcune fotocopie di documenti necessari alla compilazione dei suddetti Piani Assistenziali, durante il proprio turno di lavoro e in modo visibile, alla presenza dei colleghi, e inizia a redigere i P.A.I. richiesti.\r\n\r\nIl giorno 22 settembre, la stessa sig.ra Natale effettua delle altre copie. Poco dopo arriva in Comunità la proprietaria di una delle società “titolari” delle Comunità privatizzate, con la Polizia. Alla sig.ra Natale viene chiesta conferma del fatto che stesse facendo delle fotocopie. La signora conferma e spiega che le servivano per lavoro.\r\n\r\nLa Polizia chiede alla proprietaria, sig.ra Mafalda Basile, se conferma di voler denunciare la Rappresentante Sindacale e ne riceve conferma. Si procede così alla redazione di un verbale.\r\n\r\nIl giorno 25 settembre (lunedì) la lavoratrice viene sospesa dal lavoro, per “condotta penalmente perseguibile in quanto lesiva della privacy”.\r\n\r\nL’accusa è manifestamente falsa perché a) la sig.ra Natale lavora da molti anni presso il servizio ed è da sempre autorizzata al trattamento dei dati, né ha mai ricevuto la disposizione di non fotocopiare i materiali se necessario per lavoro; b) i dati dei pazienti sono stati trattati nei limiti della legge, per lavoro, senza alcun altro fine e senza divulgarli o anche lontanamente recare danni.\r\n\r\nSia sul piano materiale che sul piano giuridico, quindi, non esiste alcun fondamento, ma non è sufficiente: 4 giorno dopo viene sospesa dal lavoro anche la collega Silvia Copperi (anch’essa iscritta alla CUB Sanità) con l’accusa analoga, di avere mostrato alla presidente della cooperativa di cui è dipendente, in sede di incontro sindacale, la fotocopia di un verbale di riunione della Comunità.\r\n\r\nFar venire la polizia in comunità era inutile, inusitato e quindi aveva il solo scopo di intimidazione antisindacale.\r\n\r\nSospendere dal lavoro una operatrice per aver mostrato al proprio datore di lavoro un documento di lavoro, in sede di trattativa sindacale è una intimidazione antisindacale.\r\n\r\n \r\n\r\nLo scopo è chiarissimo: espellere il sindacato per non dovere discutere neanche lontanamente né arretrare di un centesimo rispetto ai guadagni smodati che stanno ricavando dalle Comunità psichiatriche privatizzate, come illustrato di seguito.\r\n\r\n \r\n\r\nUna semplice applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per la gestione che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro mensili per ciascuna delle 5 comunità. Una percentuale abnorme sul fatturato di poco più di 80.000 euro al mese, quando in un regime di normalità, gli Enti Pubblici committenti riconoscono alle imprese del settore un margine non superiore al 7-10%. In compenso l’organizzazione del lavoro è drasticamente peggiorata.\r\n\r\n \r\n\r\nLA PRIVATIZZAZIONE DELLE COMUNITA’\r\n\r\nPROTETTE EX ASL TO2\r\n\r\n \r\n\r\nLO SVOLGIMENTO DELLA PRIVATIZZAZIONE\r\n\r\nLe Comunità Protette per pazienti psichiatrici “Althea”, “De Salvia”, “Risso”, “Sarli” e “il Ponte” in poco più di un anno hanno subito una trasformazione radicale sotto il profilo gestionale e organizzativo.\r\n\r\nStoricamente tali Comunità funzionavano grazie ad una collaborazione tripartita tra la ASL TO2 che implementava le attività sanitarie, una cooperativa sociale (3 comunità con la coop. Zenith e 2 con la coop. Altramente) che svolgeva le attività educativo-assistenziali e una società privata (le due società Ester srl e Gruppo Igea srl) che apportava i muri e le attività di carattere alberghiero quali pulizie, mensa ecc.\r\n\r\n \r\n\r\nDalla primavera 2016 alle due società private veniva attribuita la titolarità completa delle attività, incluse quelle medico-psichiatriche, mentre la ASL ritirava il proprio personale. Le due cooperative sociali – divenute fornitrici delle società private – hanno continuato a svolgere le attività di carattere educativo, assistenziale e in parte infermieristico, ma a condizioni fortemente mutate.\r\n\r\n \r\n\r\nIn particolare la presenza di personale infermieristico, educativo e assistenziale è stata fortemente ridotta e tale si mantiene anche nel nuovo sviluppo di questa trasformazione, con il trasferimento dell’appalto dei servizi educativi, infermieristici e assistenziali (personale OSS) alla cooperativa XI Luglio con sede \u003Cmark>legale\u003C/mark> a Roma, aderente al consorzio La Meridiana.\r\n\r\n \r\n\r\nOve prima vi fosse la presenza infrasettimanale di 4 o 5 operatori, oggi ve ne sono 2, per qualche ora 3. Ove ve ne fossero stati 2-3, la presenza viene ridotta a 1-2. Si tenga conto che anche dove sussiste la presenza formale nel turno di più unità di personale, durante la settimana almeno una unità è spesso impegnata in attività esterne (pratiche burocratiche, accompagnamenti, visite mediche ecc.), lasciando così che in Comunità vi sia comunque una presenza singola, in un rapporto operatori-pazienti che tende ad essere molto spesso 1-a-19/1-a-20.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ infatti testimoniato dagli operatori e operatrici che nell’arco di oltre un anno da quando si vive in questo regime, l’intensità delle situazioni di crisi di agitazione, aggressività, conflitti e quant’altro è fortemente intensificata, creando anche situazioni di rischio per gli operatori e per i pazienti stessi.\r\n\r\nEsiste anche da parte del personale il dubbio, fondato su episodi, di non essere più in grado di governare le situazioni di criticità sia psichica che sanitaria più in generale.\r\n\r\n \r\n\r\nA tutto ciò si aggiungano le gravi carenze di risorse gestionali come la mancanza di denaro liquido per la vita quotidiana, la mancanza di un qualsiasi veicolo per il trasporto dei pazienti (quando nella gestione mista precedente ve ne erano ben due) e così via.\r\n\r\n \r\n\r\nL’ATTEGGIAMENTO DELLA PROPRIETA’\r\n\r\nFin dallo scorso autunno la CUB Sanità avanzava la richiesta di aprire una trattativa sull’organizzazione del lavoro a cui è stato sempre opposto un rifiuto teso a procrastinare.\r\n\r\n \r\n\r\nLa proprietà ribadiva inamovibile di attenersi alla vecchia legge regionale (DCR 357/97) e di voler attendere che la DGR sulla residenzialità psichiatrica (prima n.30/2015, poi corretta dalla 29/2016 e poi sospesa dal TAR fino al settembre 2017) entrasse in vigore a riordinare il settore, rendendo obbligatoria una maggiore intensità di personale.\r\n\r\n \r\n\r\nMa la vigenza dell’una o l’altra norma non muta la sostanza, dal momento che nel contratto stipulato tra la ASL Torino 2 e le società Ester e Gruppo Igea nel marzo 2016, vigevano due condizioni:\r\n\r\n \tsi applicava la normativa pre-esistente alla nuova DGR, la medesima che trovava applicazione anche nel precedente regime gestionale e che avrebbe logicamente dovuto avere sostanziale continuità nelle nuove condizioni, seppure con le possibili modifiche all’organizzazione del lavoro come facoltà dell’imprenditore;\r\n \tsi applicavano però tariffe tali da consentire all’imprenditore di dotare già le Comunità Protette di un organico sovrapponibile a quello previsto dalle nuove norme.\r\n\r\nRisulta al nostro Sindacato che le rette previste per le due tipologie di comunità (tipo A e tipo B secondo la DCR 357/97) siano quasi sovrapponibili con quelle delle analoghe comunità contemplate dalla nuova normativa (SRP 1 e SRP 2 secondo la DGR 29).\r\n\r\nRette riconosciute alle società Ester e Gruppo Igea: euro 168 (Tipo A) e 134 (Tipo B)\r\n\r\nRette previste dalla nuova normativa: euro 160 (SRP 1) e 135 (SRP 2)\r\n\r\nAppare evidente che la pretesa di attendere l’entrata in vigore di nuove norme per garantire una prestazione sufficiente per il percorso terapeutico dei pazienti e un lavoro sicuro e professionale agli operatori non ha fondamento economico.\r\n\r\n \r\n\r\nCome già detto, l’applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per le società titolari delle Comunità Protette un margine di utile per la gestione caratteristica che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro sul fatturato di poco più di 80.000 mensili per ciascuna delle 5 comunità.\r\n\r\nLe società Ester srl e Gruppo Igea srl non hanno mai voluto sedersi a un tavolo e confrontarsi su tale valutazione, nemmeno per smentirla concretamente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa DGR 29-2016 è oggi rimessa in vigore dal TAR, ma la proprietà non solo non dà alcun segno di volersi adeguare, anzi, sfrutta qualsiasi scappatoia per rinviare ulteriormente e ribadisce che “non spetta al sindacato” proporre incontri per “il riordino del funzionamento delle Comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’AGGRESSIONE ALLA CUB SANITA’\r\n\r\nRitenendo irrimandabile un riaggiustamento dell’organizzazione del lavoro e delle risorse disponibili al fine di riportare le Comunità ad un migliore funzionamento, la nostra O.S. ha, nel corso dei mesi continuato a sollecitare sia le Aziende che i soggetti pubblici per ottenere quei miglioramenti necessari.\r\n\r\n \r\n\r\nIn occasione del “cambio di appalto” avvenuto il 1° giugno (uscenti coop. Zenith e coop. Altramente, entrante coop. XI Luglio) si è ottenuta la completa continuità occupazionale e delle tutele a favore di lavoratrici e lavoratori, inclusa l’applicazione dell’ “art.18”.\r\n\r\nSubito dopo la cooperativa XI luglio ha tentato una prima volta di cancellare la presenza della CUB Sanità, venendo però immediatamente condannata (Ordinanza del Tribunale di Torino del 10 luglio 2017) per “condotta antisindacale” ai sensi dello Statuto dei Lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\nIl successivo tentativo della CUB Sanità di riprendere il dialogo sindacale non decolla. I due incontri successivi alla sentenza del Tribunale non producono risultati di rilievo, invece arriva il nuovo accanito tentativo di eliminare il sindacato, con la sospensione della Rappresentante Sindacale e della collega.\r\n\r\n \r\n\r\nAlla richiesta di aprire una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale all’entrata in vigore della DGR 29-2016, la proprietà risponde arrogantemente, con lettera del 27 settembre, che “non compete a codesta sigla sindacale… proporre…incontri per il riordino del funzionamento delle comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nLE CONSEGUENZE PER I PAZIENTI E IL PERSONALE\r\n\r\n \r\n\r\nVige per legge il diritto del singolo imprenditore di avvalersi dei fornitori di propria scelta o di cambiarli, o di scegliere l’organizzazione del lavoro. Ma è compito del sindacato contrattare l’organizzazione stessa del lavoro ed è diritto dei lavoratori e lavoratrici vedere tutelata la propria dignità e professionalità (aggredite dalla dequalificazione degli interventi al limite della violazione della deontologia professionale), nonché la propria salute e sicurezza che appaiono fortemente messe in pericolo sia dallo stress-lavoro correlato che dal rischio di eventi critici.\r\n\r\n \r\n\r\nQuello che la proprietà vuole ottenere, attaccando il sindacato e le operatrici sindacalizzate, è di stendere un velo di silenzio sulle conseguenze prodotte da una smodata volontà di lucro.\r\n\r\nGli operatori sindacalizzati sono infatti i migliori difensori, giorno per giorno, dei diritti dei pazienti, della qualità e professionalità del servizio.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ ovvio che il numero di operatori e operatrici (infermieri, educatori, OSS) presenti durante la settimana allo standard precedentemente utilizzato solo nel weekend produce degli effetti.\r\n\r\n \r\n\r\nLe Comunità Protette, dovrebbero essere terapeutiche, cioè riabilitative e risocializzanti, integrando la dimensione strettamente medica con quella di carattere relazionale e sociale, infermieristica, farmacologica, psicoterapica, educativa nell’attuazione un Progetto Terapeutico Riabilitativo Personalizzato, nell’ambito di un Piano Terapeutico Individuale, così come stabilito dal Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale AGENAS-GISM recepito dall’Accordo Stato-Regioni del 17 ottobre 2013.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di riunioni di équipe multiprofessionali in cui siano stabilmente coinvolte le figure relazionali quotidiane (educatori-OSS-infermieri). La mancanza delle occasioni di passaggio di consegne tra gli operatori montanti e smontanti. La sostanziale assenza delle risorse necessarie allo svolgimento di progetti riabilitativi e risocializzanti. Tutti questi sono elementi che connotano l’attuale gestione del paziente in Comunità Protetta nel senso di una pura azione di badanza e contenimento, mentre il Piano Nazionale per la Salute Mentale parla, in riferimento alla \u003Cmark>tutela\u003C/mark> della salute mentale in età adulta di “prestazioni diagnostiche terapeutiche, riabilitative e socio riabilitative in regime residenziale nella fase intensiva ed estensiva, secondo il progetto terapeutico individuale” e di “prestazioni assistenziali e socio riabilitative, compresi programmi di reinserimento sociale e lavorativo, sia in regime residenziale nella fase di lungoassistenza che nella comunità secondo il progetto terapeutico individuale”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’insufficienza della strutturazione professionale risulta anche dalla testimonianza di numerosi operatori che sostengono di non avere il tempo per svolgere una adeguata attività relazionale con gli ospiti della struttura. Gli ospiti di ciascuna comunità sono 20 e che quindi il rapporto operatori/pazienti, per molte ore della giornata è di 1:20. A ciò si assommi il fatto che le compresenze di 2 operatori, quando ci sono, sono sovente dedicate ad accompagnamenti o disbrigo di pratiche all’esterno, oppure ad attività assistenziali (igieniche e simili) per quelle persone non in grado di provvedere in maniera del tutto autonoma.\r\n\r\n \r\n\r\nCiò rende estremamente difficoltoso ottemperare a tutti gli impegni, le attività, le iniziative di cura, riabilitazione e risocializzazione che non attengano alla pura assistenza diretta alla persona (igiene, somministrazione dei farmaci, dei pasti e altre funzioni elementari), con quella che giudichiamo una netta riduzione della qualità e quantità delle prestazioni al paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nL’impossibilità per il singolo operatore presente di occuparsi contemporaneamente delle esigenze materiali, emotive e relazionali di 20 pazienti ha come immediata conseguenza il minore “contenimento relazionale” di persone con difficoltà psicoaffettive e psichiatriche, e quindi il più facile insorgere di stati di disagio fino alle vere e proprie crisi di agitazione.\r\n\r\nTali crisi, ovviamente, sono normali nel contesto delle residenzialità psichiatriche, tanto più delle Comunità Protette, ma possono essere ridotte o aumentate per numero, intensità e frequenza dalla presenza di attività preventive di contenimento relazionale, di ascolto, di “presa in carico” dei bisogni sia pratici che relazionali del paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di personale, inoltre, comporta un aggravio per l’operatore/trice turnante in termini di fatica, e di stress-lavoro correlato. Per conseguenza l’operatore sarà meno lucido, meno capace di interpretare i segnali di tensione che possono risultare premonitori dell’avvicinarsi di un momento difficile. Avrà perciò maggiori difficoltà a prevenire le crisi, ma anche a gestirle e a circoscriverle nel momento in cui esse dovessero scoppiare .\r\n\r\n \r\n\r\nIn caso di crisi di agitazione, poi, l’operatore/trice presente in struttura potrebbe trovarsi nell’impossibilità di gestire la situazione da solo e persino di poter chiamare aiuto in una situazione di rischio che, tenuto conto del contesto particolare, può implicare esiti anche seri.\r\n\r\n \r\n\r\nNumerosi episodi si sono verificati nell’arco dell’ultimo anno e mezzo a riprova di questa difficoltà. L’aggressione alla CUB Sanità è proprio tesa a impedire la trasparenza che renderebbe inevitabile un deciso cambiamento dei metodi gestionali.”",[169],{"field":78,"matched_tokens":170,"snippet":166,"value":167},[73],{"best_field_score":116,"best_field_weight":83,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":117,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":44},{"document":173,"highlight":196,"highlights":201,"text_match":114,"text_match_info":204},{"cat_link":174,"category":175,"comment_count":44,"id":176,"is_sticky":44,"permalink":177,"post_author":47,"post_content":178,"post_date":179,"post_excerpt":50,"post_id":176,"post_modified":180,"post_thumbnail":181,"post_thumbnail_html":182,"post_title":183,"post_type":55,"sort_by_date":184,"tag_links":185,"tags":193},[41],[43],"44969","http://radioblackout.org/2017/12/fine-della-net-neutrality/","ll 14 dicembre 2017 la neutralità della rete è morta, almeno negli Stati Uniti. La commissione direttiva della FCC (Federal Communications Commission) ha abolito le norme che garantivano parità di accesso a tutti. Norme sostenute sia dall'amministrazione Obama sia dai grandi gruppi tecnologici della Silicon valley.\r\nPochi minuti dopo la decisione della commissione, presa con tre voti contro 2, diversi politici hanno annunciato un’azione legale appoggiata da più Stati per annullare questa decisione. Gli attivisti in difesa della Net neutrality hanno attuato proteste immediate e ne hanno annunciate di nuove.\r\nOggi la partita l’ha vinta l'industria delle telecomunicazioni che potrebbe trarne vantaggi enormi.\r\n\r\nMa… facciamo un passo indietro. Che cos’è la Net Neutrality?\r\nPer comprendere il concetto di net neutrality occorre tornare alla seconda metà dell’Ottocento. All’epoca naturalmente Internet non esisteva, ma garantire il passaggio delle informazioni senza limitazioni e discriminazioni era un’esigenza condivisa. Erano gli anni in cui si emergevano nuovi e potenti mezzi di comunicazione come il telegrafo. Negli Stati Uniti il discorso sulla neutralità delle reti si affermò e si diffuse in quel periodo, fissando una regola base: tutto il traffico su un determinato mezzo di trasmissione (o di trasporto) deve essere trattato allo stesso modo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl concetto attuale di net neutrality applicato a Internet è invece molto più recente, e risale a una quindicina di anni fa. Fu introdotto per la prima volta nel 2002 da Tim Wu, ora docente di legge presso la Columbia Law School di New York, autore di una ricerca in cui si ipotizzava di introdurre una regola chiara per evitare discriminazioni nella trasmissione dei contenuti su Internet.\r\n\r\n \r\n\r\nSemplificando: per collegarsi a Internet ognuno di noi deve passare attraverso un provider, una società che fisicamente gestisce il collegamento dalla propria casa ai suoi centri dati, che a loro volta permettono di accedere a qualsiasi sito in ogni parte del mondo. I provider fino a ora si sono comportati come fanno le poste con le lettere ordinarie: consegnano cose da X a Y senza tenere in considerazione il loro contenuto, trattando quindi ogni busta allo stesso modo e senza fare favoritismi. Chi sostiene la neutralità della rete vuole che le cose continuino a essere così, senza discriminazioni.\r\n\r\nPiù nello specifico, secondo i principi della net neutrality un provider non può bloccare o rallentare l’accesso a particolari siti o servizi online. Allo stesso modo, le società che danno le connessioni non possono nemmeno creare corsie preferenziali per fare in modo che un contenuto sia caricato più velocemente di un altro.\r\n\r\nCosì come una telefonata di Tizio deve essere inoltrata al ricevente nello stesso modo in cui avviene per una chiamata di Caio, i provider devono fare arrivare a un computer un video di YouTube o il post di un blog semisconosciuto senza limitazioni che penalizzino uno dei due. Per dirla più chiaramente: per la net neutrality il provider non può limitare la quantità di banda destinata a raggiungere un certo sito Internet rispetto a un altro, o destinata all’utilizzo di un certo software rispetto a un altro. Nè quindi proporre offerte commerciali basate su questo genere di differenziazioni (un abbonamento Internet per le news, un abbonamento Internet per i video, oppure uno che penalizza il traffico dei software di file-sharing, eccetera).\r\n\r\nIn sintesi: una rete informativa pubblica deve garantire un trattamento uguale a ogni tipo di contenuto che viene veicolato attraverso internet, senza discriminare alcuni flussi di dati rispetto ad altri.\r\n\r\n \r\n\r\nLe conseguenze della fine della net neutrality anche in Europa potrebbero essere enormi.\r\n\r\n \r\n\r\nCompagnie come Fastweb, Telecom, o Tim potrebbero offrire un contratto base che include navigazione di base ed e-mail, diciamo a 15 euro al mese, per poi inserire dei pacchetti a pagamento con servizi aggiuntivi. Cinque euro per lo streaming video (Youtube, Netflix), altri cinque per la musica in streaming e così via.\r\n\r\nDa oggi dunque gli Internet Service Provider (ISP) avranno piena libertà di gestire le proprie offerte proponendo pacchetti diversi che discriminano il tipo di dati trasferiti.\r\n\r\nI guai aumentano, specie in Italia, dove un ISP è anche un fornitore di contenuti. Ad esempio nel nostro paese TIM ha TIM Vision, Fastweb sponsorizza l'uso di Sky, Vodafone ha il suo servizio di film e serie TV.\r\n\r\nImmaginiamo un ipotetico futuro in cui Telecom si accorda con Google per far sì che l’accesso a Youtube sia superveloce, mentre l’accesso a Vimeo, concorrente di Youtube, sia rallentato. Oppure immaginiamo che Fastweb decida di rallentare la trasmissione dei contenuti di una compagnia \"rivale\", ad esempio Netflix, ai suoi clienti, e che Netflix per continuare a fornire un servizio adeguato e non perdere i clienti che accedono ad internet attraverso Fastweb sia costretto a pagare una tariffa aggiuntiva per una maggior velocità di streaming. Secondo voi il prezzo dell'abbonamento a Netflix rimarrà lo stesso?\r\n\r\n \r\n\r\nA farne le spese sarebbero, va da se, i siti senza pubblicità e intenzionalmente fuori dal mercato.\r\n\r\nNegli Stati Uniti le compagnie di telecomunicazione hanno assicurato ai consumatori che internet non cambierà da oggi a domani. Il veleno sarà iniettato goccia a goccia. Finché l’intossicazione sarà collettiva e le forme di resistenza inutili.\r\n\r\n \r\n\r\nIn Europa per il momento non cambia nulla, anche se è improbabile che la decisione statunitense non abbia effetti pesanti anche da questo lato dell’Atlantico.\r\n\r\nNel 2016 l’Unione Europea ha pubblicato alcune linee guida per il rispetto e la tutela della Net Neutrality. I vari paesi membri vi hanno aderito più o meno esplicitamente, anche se negli ultimi anni diversi operatori hanno immesso sul mercato alcune offerte in chiaro contrasto con queste norme. Ad esempio l'opportunità di utilizzare alcune app senza consumare i vari GB di traffico inclusi nel proprio piano tariffario. È evidente come abbonamenti di questo tipo favoriscano la fruizione delle app incluse nell'offerta a discapito di quelle concorrenti.\r\n\r\nLa tolleranza verso queste situazioni da parte delle istituzioni e degli enti incaricati di sorvegliare il rispetto dei principi di neutralità ci danno la misura del rischio di un futuro adattamento a questa politica anche da parte dell’Unione Europea.\r\n\r\nInternet come l'abbiamo conosciuta fin ora presto potrebbe cambiare in una versione ancora più succube e influenzata dai meccanismi del capitalismo di quanto non sia già oggi.\r\n\r\nLa neutralità della rete, come il diritto ad accedervi, sarà un terreno di lotta importante nei prossimi anni.\r\n\r\n \r\n\r\nAltrettanto importante lavorare per una rete decentralizzata, libera dalla schiavitù del reticolo materiale che sostiene la rete virtuale, una rete che i governi e le grandi aziende del web non possano facilmente controllare e mettere a profitto.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Federico Pinca de “Il Bit c’è e non c’é” di radio Blackout\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 12 19 pinca net neutrality","19 Dicembre 2017","2017-12-20 17:41:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/net-neutrality-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/net-neutrality-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/net-neutrality-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/net-neutrality-768x511.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/net-neutrality.jpg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Fine della Net Neutrality?",1513727756,[186,187,188,189,190,191,192],"http://radioblackout.org/tag/industria-delle-telecomunicazioni/","http://radioblackout.org/tag/internet/","http://radioblackout.org/tag/liberta-in-rete/","http://radioblackout.org/tag/net-neutrality/","http://radioblackout.org/tag/silicon-valley/","http://radioblackout.org/tag/trump/","http://radioblackout.org/tag/web/",[31,12,25,194,23,195,15],"net neutrality","Trump",{"post_content":197},{"matched_tokens":198,"snippet":199,"value":200},[73],"diversi politici hanno annunciato un’azione \u003Cmark>legale\u003C/mark> appoggiata da più Stati per","ll 14 dicembre 2017 la neutralità della rete è morta, almeno negli Stati Uniti. 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Erano gli anni in cui si emergevano nuovi e potenti mezzi di comunicazione come il telegrafo. Negli Stati Uniti il discorso sulla neutralità delle reti si affermò e si diffuse in quel periodo, fissando una regola base: tutto il traffico su un determinato mezzo di trasmissione (o di trasporto) deve essere trattato allo stesso modo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl concetto attuale di net neutrality applicato a Internet è invece molto più recente, e risale a una quindicina di anni fa. Fu introdotto per la prima volta nel 2002 da Tim Wu, ora docente di legge presso la Columbia Law School di New York, autore di una ricerca in cui si ipotizzava di introdurre una regola chiara per evitare discriminazioni nella trasmissione dei contenuti su Internet.\r\n\r\n \r\n\r\nSemplificando: per collegarsi a Internet ognuno di noi deve passare attraverso un provider, una società che fisicamente gestisce il collegamento dalla propria casa ai suoi centri dati, che a loro volta permettono di accedere a qualsiasi sito in ogni parte del mondo. I provider fino a ora si sono comportati come fanno le poste con le lettere ordinarie: consegnano cose da X a Y senza tenere in considerazione il loro contenuto, trattando quindi ogni busta allo stesso modo e senza fare favoritismi. Chi sostiene la neutralità della rete vuole che le cose continuino a essere così, senza discriminazioni.\r\n\r\nPiù nello specifico, secondo i principi della net neutrality un provider non può bloccare o rallentare l’accesso a particolari siti o servizi online. Allo stesso modo, le società che danno le connessioni non possono nemmeno creare corsie preferenziali per fare in modo che un contenuto sia caricato più velocemente di un altro.\r\n\r\nCosì come una telefonata di Tizio deve essere inoltrata al ricevente nello stesso modo in cui avviene per una chiamata di Caio, i provider devono fare arrivare a un computer un video di YouTube o il post di un blog semisconosciuto senza limitazioni che penalizzino uno dei due. Per dirla più chiaramente: per la net neutrality il provider non può limitare la quantità di banda destinata a raggiungere un certo sito Internet rispetto a un altro, o destinata all’utilizzo di un certo software rispetto a un altro. Nè quindi proporre offerte commerciali basate su questo genere di differenziazioni (un abbonamento Internet per le news, un abbonamento Internet per i video, oppure uno che penalizza il traffico dei software di file-sharing, eccetera).\r\n\r\nIn sintesi: una rete informativa pubblica deve garantire un trattamento uguale a ogni tipo di contenuto che viene veicolato attraverso internet, senza discriminare alcuni flussi di dati rispetto ad altri.\r\n\r\n \r\n\r\nLe conseguenze della fine della net neutrality anche in Europa potrebbero essere enormi.\r\n\r\n \r\n\r\nCompagnie come Fastweb, Telecom, o Tim potrebbero offrire un contratto base che include navigazione di base ed e-mail, diciamo a 15 euro al mese, per poi inserire dei pacchetti a pagamento con servizi aggiuntivi. 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Oppure immaginiamo che Fastweb decida di rallentare la trasmissione dei contenuti di una compagnia \"rivale\", ad esempio Netflix, ai suoi clienti, e che Netflix per continuare a fornire un servizio adeguato e non perdere i clienti che accedono ad internet attraverso Fastweb sia costretto a pagare una tariffa aggiuntiva per una maggior velocità di streaming. Secondo voi il prezzo dell'abbonamento a Netflix rimarrà lo stesso?\r\n\r\n \r\n\r\nA farne le spese sarebbero, va da se, i siti senza pubblicità e intenzionalmente fuori dal mercato.\r\n\r\nNegli Stati Uniti le compagnie di telecomunicazione hanno assicurato ai consumatori che internet non cambierà da oggi a domani. Il veleno sarà iniettato goccia a goccia. 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È evidente come abbonamenti di questo tipo favoriscano la fruizione delle app incluse nell'offerta a discapito di quelle concorrenti.\r\n\r\nLa tolleranza verso queste situazioni da parte delle istituzioni e degli enti incaricati di sorvegliare il rispetto dei principi di neutralità ci danno la misura del rischio di un futuro adattamento a questa politica anche da parte dell’Unione Europea.\r\n\r\nInternet come l'abbiamo conosciuta fin ora presto potrebbe cambiare in una versione ancora più succube e influenzata dai meccanismi del capitalismo di quanto non sia già oggi.\r\n\r\nLa neutralità della rete, come il diritto ad accedervi, sarà un terreno di lotta importante nei prossimi anni.\r\n\r\n \r\n\r\nAltrettanto importante lavorare per una rete decentralizzata, libera dalla schiavitù del reticolo materiale che sostiene la rete virtuale, una rete che i governi e le grandi aziende del web non possano facilmente controllare e mettere a profitto.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Federico Pinca de “Il Bit c’è e non c’é” di radio Blackout\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 12 19 pinca net neutrality",[202],{"field":78,"matched_tokens":203,"snippet":199,"value":200},[73],{"best_field_score":116,"best_field_weight":83,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":117,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":44},{"document":206,"highlight":228,"highlights":232,"text_match":114,"text_match_info":235},{"cat_link":207,"category":208,"comment_count":44,"id":209,"is_sticky":44,"permalink":210,"post_author":47,"post_content":211,"post_date":212,"post_excerpt":50,"post_id":209,"post_modified":213,"post_thumbnail":214,"post_thumbnail_html":215,"post_title":216,"post_type":55,"sort_by_date":217,"tag_links":218,"tags":224},[41],[43],"43604","http://radioblackout.org/2017/10/sanita-corteo-di-lavoratori-a-fianco-di-chi-lotta/","Lo scorso sabato un centinaio di lavorator* e solidali ha dato vita ad un corteo in solidarietà a due lavoratrici, Barbara e Silvia, sospese per aver lottato per un servizio migliore e condizioni di lavoro che permettano di realizzarlo.\r\n\r\nIl corteo, è partito da via Cuneo, dove ha sede una delle due comunità in cui lavora una delle attiviste sindacali colpite dalla repressione sino a corso Vigevano, dove lavora la seconda.\r\n\r\nBarbara e Silvia sono della Cub sanità e assistenza, fanno, come le loro colleghe turni infernali in condizioni durissime.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandro Zanetti della Cub.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 10 10 zanetti corteo cub\r\n\r\n \r\n\r\nSotto un sunto della Cub sul processo di privatizzazione, che ha portato alla situazione attuale.\r\n\r\n\"IL PRETESTO PER LE DUE SOSPENSIONI\r\n\r\nL’8 settembre il TAR del Piemonte ha rigettato i ricorsi presentati da aziende e associazioni contro la DGR di riordino della residenzialità psichiatrica.\r\n\r\nIl 12 settembre la CUB Sanità ha scritto alle aziende Ester srl e Gruppo Igea srl chiedendo l’apertura di una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale delle Comunità Protette “Sarli”, “De Salvia”, “Risso”, “Il Ponte” e “Althea”.\r\n\r\nIl 14 settembre la coordinatrice educativa delle Comunità dispone che le OSS della Comunità il Ponte debbano redigere 18 Piani Assistenziali Individuali (P.A.I.) entro pochi giorni, in quanto essi dovranno essere discussi con la ASL entro la fine di settembre. Ciò significa che la compilazione ricadrà quasi completamente sulla OSS Barbara Natale, Rappresentante sindacale CUB, che è l’unica che svolgendo turni diurni ha una conoscenza maggiore dei pazienti, infatti tutte le altre OSS della Comunità prendono servizio alle 24.00 e smontano alle 8 di mattina, cioè sono in servizio solo quando i pazienti dormono.\r\n\r\n \r\n\r\nIl 18 settembre la lavoratrice Natale effettua alcune fotocopie di documenti necessari alla compilazione dei suddetti Piani Assistenziali, durante il proprio turno di lavoro e in modo visibile, alla presenza dei colleghi, e inizia a redigere i P.A.I. richiesti.\r\n\r\nIl giorno 22 settembre, la stessa sig.ra Natale effettua delle altre copie. Poco dopo arriva in Comunità la proprietaria di una delle società “titolari” delle Comunità privatizzate, con la Polizia. Alla sig.ra Natale viene chiesta conferma del fatto che stesse facendo delle fotocopie. La signora conferma e spiega che le servivano per lavoro.\r\n\r\nLa Polizia chiede alla proprietaria, sig.ra Mafalda Basile, se conferma di voler denunciare la Rappresentante Sindacale e ne riceve conferma. Si procede così alla redazione di un verbale.\r\n\r\nIl giorno 25 settembre (lunedì) la lavoratrice viene sospesa dal lavoro, per “condotta penalmente perseguibile in quanto lesiva della privacy”.\r\n\r\nL’accusa è manifestamente falsa perché a) la sig.ra Natale lavora da molti anni presso il servizio ed è da sempre autorizzata al trattamento dei dati, né ha mai ricevuto la disposizione di non fotocopiare i materiali se necessario per lavoro; b) i dati dei pazienti sono stati trattati nei limiti della legge, per lavoro, senza alcun altro fine e senza divulgarli o anche lontanamente recare danni.\r\n\r\nSia sul piano materiale che sul piano giuridico, quindi, non esiste alcun fondamento, ma non è sufficiente: 4 giorno dopo viene sospesa dal lavoro anche la collega Silvia Copperi (anch’essa iscritta alla CUB Sanità) con l’accusa analoga, di avere mostrato alla presidente della cooperativa di cui è dipendente, in sede di incontro sindacale, la fotocopia di un verbale di riunione della Comunità.\r\n\r\nFar venire la polizia in comunità era inutile, inusitato e quindi aveva il solo scopo di intimidazione antisindacale.\r\n\r\nSospendere dal lavoro una operatrice per aver mostrato al proprio datore di lavoro un documento di lavoro, in sede di trattativa sindacale è una intimidazione antisindacale.\r\n\r\n \r\n\r\nLo scopo è chiarissimo: espellere il sindacato per non dovere discutere neanche lontanamente né arretrare di un centesimo rispetto ai guadagni smodati che stanno ricavando dalle Comunità psichiatriche privatizzate, come illustrato di seguito.\r\n\r\n \r\n\r\nUna semplice applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per la gestione che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro mensili per ciascuna delle 5 comunità. Una percentuale abnorme sul fatturato di poco più di 80.000 euro al mese, quando in un regime di normalità, gli Enti Pubblici committenti riconoscono alle imprese del settore un margine non superiore al 7-10%. In compenso l’organizzazione del lavoro è drasticamente peggiorata.\r\n\r\n \r\n\r\nLA PRIVATIZZAZIONE DELLE COMUNITA’\r\n\r\nPROTETTE EX ASL TO2\r\n\r\n \r\n\r\nLO SVOLGIMENTO DELLA PRIVATIZZAZIONE\r\n\r\nLe Comunità Protette per pazienti psichiatrici “Althea”, “De Salvia”, “Risso”, “Sarli” e “il Ponte” in poco più di un anno hanno subito una trasformazione radicale sotto il profilo gestionale e organizzativo.\r\n\r\nStoricamente tali Comunità funzionavano grazie ad una collaborazione tripartita tra la ASL TO2 che implementava le attività sanitarie, una cooperativa sociale (3 comunità con la coop. Zenith e 2 con la coop. Altramente) che svolgeva le attività educativo-assistenziali e una società privata (le due società Ester srl e Gruppo Igea srl) che apportava i muri e le attività di carattere alberghiero quali pulizie, mensa ecc.\r\n\r\n \r\n\r\nDalla primavera 2016 alle due società private veniva attribuita la titolarità completa delle attività, incluse quelle medico-psichiatriche, mentre la ASL ritirava il proprio personale. Le due cooperative sociali – divenute fornitrici delle società private – hanno continuato a svolgere le attività di carattere educativo, assistenziale e in parte infermieristico, ma a condizioni fortemente mutate.\r\n\r\n \r\n\r\nIn particolare la presenza di personale infermieristico, educativo e assistenziale è stata fortemente ridotta e tale si mantiene anche nel nuovo sviluppo di questa trasformazione, con il trasferimento dell’appalto dei servizi educativi, infermieristici e assistenziali (personale OSS) alla cooperativa XI Luglio con sede legale a Roma, aderente al consorzio La Meridiana.\r\n\r\n \r\n\r\nOve prima vi fosse la presenza infrasettimanale di 4 o 5 operatori, oggi ve ne sono 2, per qualche ora 3. Ove ve ne fossero stati 2-3, la presenza viene ridotta a 1-2. Si tenga conto che anche dove sussiste la presenza formale nel turno di più unità di personale, durante la settimana almeno una unità è spesso impegnata in attività esterne (pratiche burocratiche, accompagnamenti, visite mediche ecc.), lasciando così che in Comunità vi sia comunque una presenza singola, in un rapporto operatori-pazienti che tende ad essere molto spesso 1-a-19/1-a-20.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ infatti testimoniato dagli operatori e operatrici che nell’arco di oltre un anno da quando si vive in questo regime, l’intensità delle situazioni di crisi di agitazione, aggressività, conflitti e quant’altro è fortemente intensificata, creando anche situazioni di rischio per gli operatori e per i pazienti stessi.\r\n\r\nEsiste anche da parte del personale il dubbio, fondato su episodi, di non essere più in grado di governare le situazioni di criticità sia psichica che sanitaria più in generale.\r\n\r\n \r\n\r\nA tutto ciò si aggiungano le gravi carenze di risorse gestionali come la mancanza di denaro liquido per la vita quotidiana, la mancanza di un qualsiasi veicolo per il trasporto dei pazienti (quando nella gestione mista precedente ve ne erano ben due) e così via.\r\n\r\n \r\n\r\nL’ATTEGGIAMENTO DELLA PROPRIETA’\r\n\r\nFin dallo scorso autunno la CUB Sanità avanzava la richiesta di aprire una trattativa sull’organizzazione del lavoro a cui è stato sempre opposto un rifiuto teso a procrastinare.\r\n\r\n \r\n\r\nLa proprietà ribadiva inamovibile di attenersi alla vecchia legge regionale (DCR 357/97) e di voler attendere che la DGR sulla residenzialità psichiatrica (prima n.30/2015, poi corretta dalla 29/2016 e poi sospesa dal TAR fino al settembre 2017) entrasse in vigore a riordinare il settore, rendendo obbligatoria una maggiore intensità di personale.\r\n\r\n \r\n\r\nMa la vigenza dell’una o l’altra norma non muta la sostanza, dal momento che nel contratto stipulato tra la ASL Torino 2 e le società Ester e Gruppo Igea nel marzo 2016, vigevano due condizioni:\r\n\r\n \tsi applicava la normativa pre-esistente alla nuova DGR, la medesima che trovava applicazione anche nel precedente regime gestionale e che avrebbe logicamente dovuto avere sostanziale continuità nelle nuove condizioni, seppure con le possibili modifiche all’organizzazione del lavoro come facoltà dell’imprenditore;\r\n \tsi applicavano però tariffe tali da consentire all’imprenditore di dotare già le Comunità Protette di un organico sovrapponibile a quello previsto dalle nuove norme.\r\n\r\nRisulta al nostro Sindacato che le rette previste per le due tipologie di comunità (tipo A e tipo B secondo la DCR 357/97) siano quasi sovrapponibili con quelle delle analoghe comunità contemplate dalla nuova normativa (SRP 1 e SRP 2 secondo la DGR 29).\r\n\r\nRette riconosciute alle società Ester e Gruppo Igea: euro 168 (Tipo A) e 134 (Tipo B)\r\n\r\nRette previste dalla nuova normativa: euro 160 (SRP 1) e 135 (SRP 2)\r\n\r\nAppare evidente che la pretesa di attendere l’entrata in vigore di nuove norme per garantire una prestazione sufficiente per il percorso terapeutico dei pazienti e un lavoro sicuro e professionale agli operatori non ha fondamento economico.\r\n\r\n \r\n\r\nCome già detto, l’applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per le società titolari delle Comunità Protette un margine di utile per la gestione caratteristica che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro sul fatturato di poco più di 80.000 mensili per ciascuna delle 5 comunità.\r\n\r\nLe società Ester srl e Gruppo Igea srl non hanno mai voluto sedersi a un tavolo e confrontarsi su tale valutazione, nemmeno per smentirla concretamente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa DGR 29-2016 è oggi rimessa in vigore dal TAR, ma la proprietà non solo non dà alcun segno di volersi adeguare, anzi, sfrutta qualsiasi scappatoia per rinviare ulteriormente e ribadisce che “non spetta al sindacato” proporre incontri per “il riordino del funzionamento delle Comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’AGGRESSIONE ALLA CUB SANITA’\r\n\r\nRitenendo irrimandabile un riaggiustamento dell’organizzazione del lavoro e delle risorse disponibili al fine di riportare le Comunità ad un migliore funzionamento, la nostra O.S. ha, nel corso dei mesi continuato a sollecitare sia le Aziende che i soggetti pubblici per ottenere quei miglioramenti necessari.\r\n\r\n \r\n\r\nIn occasione del “cambio di appalto” avvenuto il 1° giugno (uscenti coop. Zenith e coop. Altramente, entrante coop. XI Luglio) si è ottenuta la completa continuità occupazionale e delle tutele a favore di lavoratrici e lavoratori, inclusa l’applicazione dell’ “art.18”.\r\n\r\nSubito dopo la cooperativa XI luglio ha tentato una prima volta di cancellare la presenza della CUB Sanità, venendo però immediatamente condannata (Ordinanza del Tribunale di Torino del 10 luglio 2017) per “condotta antisindacale” ai sensi dello Statuto dei Lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\nIl successivo tentativo della CUB Sanità di riprendere il dialogo sindacale non decolla. I due incontri successivi alla sentenza del Tribunale non producono risultati di rilievo, invece arriva il nuovo accanito tentativo di eliminare il sindacato, con la sospensione della Rappresentante Sindacale e della collega.\r\n\r\n \r\n\r\nAlla richiesta di aprire una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale all’entrata in vigore della DGR 29-2016, la proprietà risponde arrogantemente, con lettera del 27 settembre, che “non compete a codesta sigla sindacale… proporre…incontri per il riordino del funzionamento delle comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nLE CONSEGUENZE PER I PAZIENTI E IL PERSONALE\r\n\r\n \r\n\r\nVige per legge il diritto del singolo imprenditore di avvalersi dei fornitori di propria scelta o di cambiarli, o di scegliere l’organizzazione del lavoro. Ma è compito del sindacato contrattare l’organizzazione stessa del lavoro ed è diritto dei lavoratori e lavoratrici vedere tutelata la propria dignità e professionalità (aggredite dalla dequalificazione degli interventi al limite della violazione della deontologia professionale), nonché la propria salute e sicurezza che appaiono fortemente messe in pericolo sia dallo stress-lavoro correlato che dal rischio di eventi critici.\r\n\r\n \r\n\r\nQuello che la proprietà vuole ottenere, attaccando il sindacato e le operatrici sindacalizzate, è di stendere un velo di silenzio sulle conseguenze prodotte da una smodata volontà di lucro.\r\n\r\nGli operatori sindacalizzati sono infatti i migliori difensori, giorno per giorno, dei diritti dei pazienti, della qualità e professionalità del servizio.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ ovvio che il numero di operatori e operatrici (infermieri, educatori, OSS) presenti durante la settimana allo standard precedentemente utilizzato solo nel weekend produce degli effetti.\r\n\r\n \r\n\r\nLe Comunità Protette, dovrebbero essere terapeutiche, cioè riabilitative e risocializzanti, integrando la dimensione strettamente medica con quella di carattere relazionale e sociale, infermieristica, farmacologica, psicoterapica, educativa nell’attuazione un Progetto Terapeutico Riabilitativo Personalizzato, nell’ambito di un Piano Terapeutico Individuale, così come stabilito dal Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale AGENAS-GISM recepito dall’Accordo Stato-Regioni del 17 ottobre 2013.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di riunioni di équipe multiprofessionali in cui siano stabilmente coinvolte le figure relazionali quotidiane (educatori-OSS-infermieri). La mancanza delle occasioni di passaggio di consegne tra gli operatori montanti e smontanti. La sostanziale assenza delle risorse necessarie allo svolgimento di progetti riabilitativi e risocializzanti. Tutti questi sono elementi che connotano l’attuale gestione del paziente in Comunità Protetta nel senso di una pura azione di badanza e contenimento, mentre il Piano Nazionale per la Salute Mentale parla, in riferimento alla tutela della salute mentale in età adulta di “prestazioni diagnostiche terapeutiche, riabilitative e socio riabilitative in regime residenziale nella fase intensiva ed estensiva, secondo il progetto terapeutico individuale” e di “prestazioni assistenziali e socio riabilitative, compresi programmi di reinserimento sociale e lavorativo, sia in regime residenziale nella fase di lungoassistenza che nella comunità secondo il progetto terapeutico individuale”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’insufficienza della strutturazione professionale risulta anche dalla testimonianza di numerosi operatori che sostengono di non avere il tempo per svolgere una adeguata attività relazionale con gli ospiti della struttura. Gli ospiti di ciascuna comunità sono 20 e che quindi il rapporto operatori/pazienti, per molte ore della giornata è di 1:20. A ciò si assommi il fatto che le compresenze di 2 operatori, quando ci sono, sono sovente dedicate ad accompagnamenti o disbrigo di pratiche all’esterno, oppure ad attività assistenziali (igieniche e simili) per quelle persone non in grado di provvedere in maniera del tutto autonoma.\r\n\r\n \r\n\r\nCiò rende estremamente difficoltoso ottemperare a tutti gli impegni, le attività, le iniziative di cura, riabilitazione e risocializzazione che non attengano alla pura assistenza diretta alla persona (igiene, somministrazione dei farmaci, dei pasti e altre funzioni elementari), con quella che giudichiamo una netta riduzione della qualità e quantità delle prestazioni al paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nL’impossibilità per il singolo operatore presente di occuparsi contemporaneamente delle esigenze materiali, emotive e relazionali di 20 pazienti ha come immediata conseguenza il minore “contenimento relazionale” di persone con difficoltà psicoaffettive e psichiatriche, e quindi il più facile insorgere di stati di disagio fino alle vere e proprie crisi di agitazione.\r\n\r\nTali crisi, ovviamente, sono normali nel contesto delle residenzialità psichiatriche, tanto più delle Comunità Protette, ma possono essere ridotte o aumentate per numero, intensità e frequenza dalla presenza di attività preventive di contenimento relazionale, di ascolto, di “presa in carico” dei bisogni sia pratici che relazionali del paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di personale, inoltre, comporta un aggravio per l’operatore/trice turnante in termini di fatica, e di stress-lavoro correlato. Per conseguenza l’operatore sarà meno lucido, meno capace di interpretare i segnali di tensione che possono risultare premonitori dell’avvicinarsi di un momento difficile. Avrà perciò maggiori difficoltà a prevenire le crisi, ma anche a gestirle e a circoscriverle nel momento in cui esse dovessero scoppiare .\r\n\r\n \r\n\r\nIn caso di crisi di agitazione, poi, l’operatore/trice presente in struttura potrebbe trovarsi nell’impossibilità di gestire la situazione da solo e persino di poter chiamare aiuto in una situazione di rischio che, tenuto conto del contesto particolare, può implicare esiti anche seri.\r\n\r\n \r\n\r\nNumerosi episodi si sono verificati nell’arco dell’ultimo anno e mezzo a riprova di questa difficoltà. L’aggressione alla CUB Sanità è proprio tesa a impedire la trasparenza che renderebbe inevitabile un deciso cambiamento dei metodi gestionali.\"","10 Ottobre 2017","2017-10-11 14:01:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/22338807_713168258868035_5865912122480525506_o-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/22338807_713168258868035_5865912122480525506_o-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/22338807_713168258868035_5865912122480525506_o-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/22338807_713168258868035_5865912122480525506_o-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/22338807_713168258868035_5865912122480525506_o-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/22338807_713168258868035_5865912122480525506_o.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sanità. 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Ciò significa che la compilazione ricadrà quasi completamente sulla OSS Barbara Natale, Rappresentante sindacale CUB, che è l’unica che svolgendo turni diurni ha una conoscenza maggiore dei pazienti, infatti tutte le altre OSS della Comunità prendono servizio alle 24.00 e smontano alle 8 di mattina, cioè sono in servizio solo quando i pazienti dormono.\r\n\r\n \r\n\r\nIl 18 settembre la lavoratrice Natale effettua alcune fotocopie di documenti necessari alla compilazione dei suddetti Piani Assistenziali, durante il proprio turno di lavoro e in modo visibile, alla presenza dei colleghi, e inizia a redigere i P.A.I. richiesti.\r\n\r\nIl giorno 22 settembre, la stessa sig.ra Natale effettua delle altre copie. Poco dopo arriva in Comunità la proprietaria di una delle società “titolari” delle Comunità privatizzate, con la Polizia. Alla sig.ra Natale viene chiesta conferma del fatto che stesse facendo delle fotocopie. La signora conferma e spiega che le servivano per lavoro.\r\n\r\nLa Polizia chiede alla proprietaria, sig.ra Mafalda Basile, se conferma di voler denunciare la Rappresentante Sindacale e ne riceve conferma. Si procede così alla redazione di un verbale.\r\n\r\nIl giorno 25 settembre (lunedì) la lavoratrice viene sospesa dal lavoro, per “condotta penalmente perseguibile in quanto lesiva della privacy”.\r\n\r\nL’accusa è manifestamente falsa perché a) la sig.ra Natale lavora da molti anni presso il servizio ed è da sempre autorizzata al trattamento dei dati, né ha mai ricevuto la disposizione di non fotocopiare i materiali se necessario per lavoro; b) i dati dei pazienti sono stati trattati nei limiti della legge, per lavoro, senza alcun altro fine e senza divulgarli o anche lontanamente recare danni.\r\n\r\nSia sul piano materiale che sul piano giuridico, quindi, non esiste alcun fondamento, ma non è sufficiente: 4 giorno dopo viene sospesa dal lavoro anche la collega Silvia Copperi (anch’essa iscritta alla CUB Sanità) con l’accusa analoga, di avere mostrato alla presidente della cooperativa di cui è dipendente, in sede di incontro sindacale, la fotocopia di un verbale di riunione della Comunità.\r\n\r\nFar venire la polizia in comunità era inutile, inusitato e quindi aveva il solo scopo di intimidazione antisindacale.\r\n\r\nSospendere dal lavoro una operatrice per aver mostrato al proprio datore di lavoro un documento di lavoro, in sede di trattativa sindacale è una intimidazione antisindacale.\r\n\r\n \r\n\r\nLo scopo è chiarissimo: espellere il sindacato per non dovere discutere neanche lontanamente né arretrare di un centesimo rispetto ai guadagni smodati che stanno ricavando dalle Comunità psichiatriche privatizzate, come illustrato di seguito.\r\n\r\n \r\n\r\nUna semplice applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per la gestione che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro mensili per ciascuna delle 5 comunità. Una percentuale abnorme sul fatturato di poco più di 80.000 euro al mese, quando in un regime di normalità, gli Enti Pubblici committenti riconoscono alle imprese del settore un margine non superiore al 7-10%. In compenso l’organizzazione del lavoro è drasticamente peggiorata.\r\n\r\n \r\n\r\nLA PRIVATIZZAZIONE DELLE COMUNITA’\r\n\r\nPROTETTE EX ASL TO2\r\n\r\n \r\n\r\nLO SVOLGIMENTO DELLA PRIVATIZZAZIONE\r\n\r\nLe Comunità Protette per pazienti psichiatrici “Althea”, “De Salvia”, “Risso”, “Sarli” e “il Ponte” in poco più di un anno hanno subito una trasformazione radicale sotto il profilo gestionale e organizzativo.\r\n\r\nStoricamente tali Comunità funzionavano grazie ad una collaborazione tripartita tra la ASL TO2 che implementava le attività sanitarie, una cooperativa sociale (3 comunità con la coop. Zenith e 2 con la coop. Altramente) che svolgeva le attività educativo-assistenziali e una società privata (le due società Ester srl e Gruppo Igea srl) che apportava i muri e le attività di carattere alberghiero quali pulizie, mensa ecc.\r\n\r\n \r\n\r\nDalla primavera 2016 alle due società private veniva attribuita la titolarità completa delle attività, incluse quelle medico-psichiatriche, mentre la ASL ritirava il proprio personale. Le due cooperative sociali – divenute fornitrici delle società private – hanno continuato a svolgere le attività di carattere educativo, assistenziale e in parte infermieristico, ma a condizioni fortemente mutate.\r\n\r\n \r\n\r\nIn particolare la presenza di personale infermieristico, educativo e assistenziale è stata fortemente ridotta e tale si mantiene anche nel nuovo sviluppo di questa trasformazione, con il trasferimento dell’appalto dei servizi educativi, infermieristici e assistenziali (personale OSS) alla cooperativa XI Luglio con sede \u003Cmark>legale\u003C/mark> a Roma, aderente al consorzio La Meridiana.\r\n\r\n \r\n\r\nOve prima vi fosse la presenza infrasettimanale di 4 o 5 operatori, oggi ve ne sono 2, per qualche ora 3. Ove ve ne fossero stati 2-3, la presenza viene ridotta a 1-2. Si tenga conto che anche dove sussiste la presenza formale nel turno di più unità di personale, durante la settimana almeno una unità è spesso impegnata in attività esterne (pratiche burocratiche, accompagnamenti, visite mediche ecc.), lasciando così che in Comunità vi sia comunque una presenza singola, in un rapporto operatori-pazienti che tende ad essere molto spesso 1-a-19/1-a-20.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ infatti testimoniato dagli operatori e operatrici che nell’arco di oltre un anno da quando si vive in questo regime, l’intensità delle situazioni di crisi di agitazione, aggressività, conflitti e quant’altro è fortemente intensificata, creando anche situazioni di rischio per gli operatori e per i pazienti stessi.\r\n\r\nEsiste anche da parte del personale il dubbio, fondato su episodi, di non essere più in grado di governare le situazioni di criticità sia psichica che sanitaria più in generale.\r\n\r\n \r\n\r\nA tutto ciò si aggiungano le gravi carenze di risorse gestionali come la mancanza di denaro liquido per la vita quotidiana, la mancanza di un qualsiasi veicolo per il trasporto dei pazienti (quando nella gestione mista precedente ve ne erano ben due) e così via.\r\n\r\n \r\n\r\nL’ATTEGGIAMENTO DELLA PROPRIETA’\r\n\r\nFin dallo scorso autunno la CUB Sanità avanzava la richiesta di aprire una trattativa sull’organizzazione del lavoro a cui è stato sempre opposto un rifiuto teso a procrastinare.\r\n\r\n \r\n\r\nLa proprietà ribadiva inamovibile di attenersi alla vecchia legge regionale (DCR 357/97) e di voler attendere che la DGR sulla residenzialità psichiatrica (prima n.30/2015, poi corretta dalla 29/2016 e poi sospesa dal TAR fino al settembre 2017) entrasse in vigore a riordinare il settore, rendendo obbligatoria una maggiore intensità di personale.\r\n\r\n \r\n\r\nMa la vigenza dell’una o l’altra norma non muta la sostanza, dal momento che nel contratto stipulato tra la ASL Torino 2 e le società Ester e Gruppo Igea nel marzo 2016, vigevano due condizioni:\r\n\r\n \tsi applicava la normativa pre-esistente alla nuova DGR, la medesima che trovava applicazione anche nel precedente regime gestionale e che avrebbe logicamente dovuto avere sostanziale continuità nelle nuove condizioni, seppure con le possibili modifiche all’organizzazione del lavoro come facoltà dell’imprenditore;\r\n \tsi applicavano però tariffe tali da consentire all’imprenditore di dotare già le Comunità Protette di un organico sovrapponibile a quello previsto dalle nuove norme.\r\n\r\nRisulta al nostro Sindacato che le rette previste per le due tipologie di comunità (tipo A e tipo B secondo la DCR 357/97) siano quasi sovrapponibili con quelle delle analoghe comunità contemplate dalla nuova normativa (SRP 1 e SRP 2 secondo la DGR 29).\r\n\r\nRette riconosciute alle società Ester e Gruppo Igea: euro 168 (Tipo A) e 134 (Tipo B)\r\n\r\nRette previste dalla nuova normativa: euro 160 (SRP 1) e 135 (SRP 2)\r\n\r\nAppare evidente che la pretesa di attendere l’entrata in vigore di nuove norme per garantire una prestazione sufficiente per il percorso terapeutico dei pazienti e un lavoro sicuro e professionale agli operatori non ha fondamento economico.\r\n\r\n \r\n\r\nCome già detto, l’applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per le società titolari delle Comunità Protette un margine di utile per la gestione caratteristica che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro sul fatturato di poco più di 80.000 mensili per ciascuna delle 5 comunità.\r\n\r\nLe società Ester srl e Gruppo Igea srl non hanno mai voluto sedersi a un tavolo e confrontarsi su tale valutazione, nemmeno per smentirla concretamente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa DGR 29-2016 è oggi rimessa in vigore dal TAR, ma la proprietà non solo non dà alcun segno di volersi adeguare, anzi, sfrutta qualsiasi scappatoia per rinviare ulteriormente e ribadisce che “non spetta al sindacato” proporre incontri per “il riordino del funzionamento delle Comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’AGGRESSIONE ALLA CUB SANITA’\r\n\r\nRitenendo irrimandabile un riaggiustamento dell’organizzazione del lavoro e delle risorse disponibili al fine di riportare le Comunità ad un migliore funzionamento, la nostra O.S. ha, nel corso dei mesi continuato a sollecitare sia le Aziende che i soggetti pubblici per ottenere quei miglioramenti necessari.\r\n\r\n \r\n\r\nIn occasione del “cambio di appalto” avvenuto il 1° giugno (uscenti coop. Zenith e coop. Altramente, entrante coop. XI Luglio) si è ottenuta la completa continuità occupazionale e delle tutele a favore di lavoratrici e lavoratori, inclusa l’applicazione dell’ “art.18”.\r\n\r\nSubito dopo la cooperativa XI luglio ha tentato una prima volta di cancellare la presenza della CUB Sanità, venendo però immediatamente condannata (Ordinanza del Tribunale di Torino del 10 luglio 2017) per “condotta antisindacale” ai sensi dello Statuto dei Lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\nIl successivo tentativo della CUB Sanità di riprendere il dialogo sindacale non decolla. I due incontri successivi alla sentenza del Tribunale non producono risultati di rilievo, invece arriva il nuovo accanito tentativo di eliminare il sindacato, con la sospensione della Rappresentante Sindacale e della collega.\r\n\r\n \r\n\r\nAlla richiesta di aprire una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale all’entrata in vigore della DGR 29-2016, la proprietà risponde arrogantemente, con lettera del 27 settembre, che “non compete a codesta sigla sindacale… proporre…incontri per il riordino del funzionamento delle comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nLE CONSEGUENZE PER I PAZIENTI E IL PERSONALE\r\n\r\n \r\n\r\nVige per legge il diritto del singolo imprenditore di avvalersi dei fornitori di propria scelta o di cambiarli, o di scegliere l’organizzazione del lavoro. Ma è compito del sindacato contrattare l’organizzazione stessa del lavoro ed è diritto dei lavoratori e lavoratrici vedere tutelata la propria dignità e professionalità (aggredite dalla dequalificazione degli interventi al limite della violazione della deontologia professionale), nonché la propria salute e sicurezza che appaiono fortemente messe in pericolo sia dallo stress-lavoro correlato che dal rischio di eventi critici.\r\n\r\n \r\n\r\nQuello che la proprietà vuole ottenere, attaccando il sindacato e le operatrici sindacalizzate, è di stendere un velo di silenzio sulle conseguenze prodotte da una smodata volontà di lucro.\r\n\r\nGli operatori sindacalizzati sono infatti i migliori difensori, giorno per giorno, dei diritti dei pazienti, della qualità e professionalità del servizio.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ ovvio che il numero di operatori e operatrici (infermieri, educatori, OSS) presenti durante la settimana allo standard precedentemente utilizzato solo nel weekend produce degli effetti.\r\n\r\n \r\n\r\nLe Comunità Protette, dovrebbero essere terapeutiche, cioè riabilitative e risocializzanti, integrando la dimensione strettamente medica con quella di carattere relazionale e sociale, infermieristica, farmacologica, psicoterapica, educativa nell’attuazione un Progetto Terapeutico Riabilitativo Personalizzato, nell’ambito di un Piano Terapeutico Individuale, così come stabilito dal Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale AGENAS-GISM recepito dall’Accordo Stato-Regioni del 17 ottobre 2013.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di riunioni di équipe multiprofessionali in cui siano stabilmente coinvolte le figure relazionali quotidiane (educatori-OSS-infermieri). La mancanza delle occasioni di passaggio di consegne tra gli operatori montanti e smontanti. La sostanziale assenza delle risorse necessarie allo svolgimento di progetti riabilitativi e risocializzanti. Tutti questi sono elementi che connotano l’attuale gestione del paziente in Comunità Protetta nel senso di una pura azione di badanza e contenimento, mentre il Piano Nazionale per la Salute Mentale parla, in riferimento alla \u003Cmark>tutela\u003C/mark> della salute mentale in età adulta di “prestazioni diagnostiche terapeutiche, riabilitative e socio riabilitative in regime residenziale nella fase intensiva ed estensiva, secondo il progetto terapeutico individuale” e di “prestazioni assistenziali e socio riabilitative, compresi programmi di reinserimento sociale e lavorativo, sia in regime residenziale nella fase di lungoassistenza che nella comunità secondo il progetto terapeutico individuale”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’insufficienza della strutturazione professionale risulta anche dalla testimonianza di numerosi operatori che sostengono di non avere il tempo per svolgere una adeguata attività relazionale con gli ospiti della struttura. Gli ospiti di ciascuna comunità sono 20 e che quindi il rapporto operatori/pazienti, per molte ore della giornata è di 1:20. A ciò si assommi il fatto che le compresenze di 2 operatori, quando ci sono, sono sovente dedicate ad accompagnamenti o disbrigo di pratiche all’esterno, oppure ad attività assistenziali (igieniche e simili) per quelle persone non in grado di provvedere in maniera del tutto autonoma.\r\n\r\n \r\n\r\nCiò rende estremamente difficoltoso ottemperare a tutti gli impegni, le attività, le iniziative di cura, riabilitazione e risocializzazione che non attengano alla pura assistenza diretta alla persona (igiene, somministrazione dei farmaci, dei pasti e altre funzioni elementari), con quella che giudichiamo una netta riduzione della qualità e quantità delle prestazioni al paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nL’impossibilità per il singolo operatore presente di occuparsi contemporaneamente delle esigenze materiali, emotive e relazionali di 20 pazienti ha come immediata conseguenza il minore “contenimento relazionale” di persone con difficoltà psicoaffettive e psichiatriche, e quindi il più facile insorgere di stati di disagio fino alle vere e proprie crisi di agitazione.\r\n\r\nTali crisi, ovviamente, sono normali nel contesto delle residenzialità psichiatriche, tanto più delle Comunità Protette, ma possono essere ridotte o aumentate per numero, intensità e frequenza dalla presenza di attività preventive di contenimento relazionale, di ascolto, di “presa in carico” dei bisogni sia pratici che relazionali del paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di personale, inoltre, comporta un aggravio per l’operatore/trice turnante in termini di fatica, e di stress-lavoro correlato. Per conseguenza l’operatore sarà meno lucido, meno capace di interpretare i segnali di tensione che possono risultare premonitori dell’avvicinarsi di un momento difficile. Avrà perciò maggiori difficoltà a prevenire le crisi, ma anche a gestirle e a circoscriverle nel momento in cui esse dovessero scoppiare .\r\n\r\n \r\n\r\nIn caso di crisi di agitazione, poi, l’operatore/trice presente in struttura potrebbe trovarsi nell’impossibilità di gestire la situazione da solo e persino di poter chiamare aiuto in una situazione di rischio che, tenuto conto del contesto particolare, può implicare esiti anche seri.\r\n\r\n \r\n\r\nNumerosi episodi si sono verificati nell’arco dell’ultimo anno e mezzo a riprova di questa difficoltà. L’aggressione alla CUB Sanità è proprio tesa a impedire la trasparenza che renderebbe inevitabile un deciso cambiamento dei metodi gestionali.\"",[233],{"field":78,"matched_tokens":234,"snippet":166,"value":231},[73],{"best_field_score":116,"best_field_weight":83,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":117,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":44},6695,{"collection_name":55,"first_q":238,"per_page":239,"q":238},"tutela legale stupefacenti",6,20,{"facet_counts":242,"found":14,"hits":262,"out_of":317,"page":14,"request_params":318,"search_cutoff":33,"search_time_ms":44},[243,249],{"counts":244,"field_name":247,"sampled":33,"stats":248},[245],{"count":14,"highlighted":246,"value":246},"quelli della thc","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":250,"field_name":32,"sampled":33,"stats":260},[251,253,255,257,259],{"count":14,"highlighted":252,"value":252},"avv.simonetti",{"count":14,"highlighted":254,"value":254},"proibizionismo",{"count":14,"highlighted":256,"value":256},"Radio Blackout",{"count":14,"highlighted":258,"value":258},"antiproibizionismo",{"count":14,"highlighted":238,"value":238},{"total_values":261},5,[263],{"document":264,"highlight":283,"highlights":301,"text_match":311,"text_match_info":312},{"comment_count":44,"id":265,"is_sticky":44,"permalink":266,"podcastfilter":267,"post_author":268,"post_content":269,"post_date":270,"post_excerpt":50,"post_id":265,"post_modified":271,"post_thumbnail":272,"post_title":273,"post_type":274,"sort_by_date":275,"tag_links":276,"tags":282},"58513","http://radioblackout.org/podcast/quelli-della-thc-informazioni-legali/",[246],"THC","Cannabis e questioni legali: quante piante posso detenere se sono un paziente? e se non lo sono? la cannabis è equiparata alle droghe pesanti? cosa faccio se ad un controllo stradale risulto positivo alla cannabis?\r\n\r\nCon l'avvocato Lorenzo Simonetti, avvocato del Foro di Roma, da anni impegnato nella tutela di chi resta coinvolto in un procedimento per reati in tema di stupefacenti, cerchiamo qualche risposta\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\nQUELLI DELLA THC_puntata 4_Le leggi\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","24 Marzo 2020","2020-03-24 15:29:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/hqdefault-200x110.jpg","Quelli della THC: informazioni legali","podcast",1585063753,[277,278,279,280,281],"http://radioblackout.org/tag/antiproibizionismo/","http://radioblackout.org/tag/avv-simonetti/","http://radioblackout.org/tag/proibizionismo/","http://radioblackout.org/tag/radio-blackout/","http://radioblackout.org/tag/tutela-legale-stupefacenti/",[258,252,254,256,238],{"post_content":284,"tags":288},{"matched_tokens":285,"snippet":286,"value":287},[72],"Roma, da anni impegnato nella \u003Cmark>tutela\u003C/mark> di chi resta coinvolto in","Cannabis e questioni legali: quante piante posso detenere se sono un paziente? e se non lo sono? la cannabis è equiparata alle droghe pesanti? cosa faccio se ad un controllo stradale risulto positivo alla cannabis?\r\n\r\nCon l'avvocato Lorenzo Simonetti, avvocato del Foro di Roma, da anni impegnato nella \u003Cmark>tutela\u003C/mark> di chi resta coinvolto in un procedimento per reati in tema di \u003Cmark>stupefacenti\u003C/mark>, cerchiamo qualche risposta\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\nQUELLI DELLA THC_puntata 4_Le leggi\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[289,291,293,295,297],{"matched_tokens":290,"snippet":258,"value":258},[],{"matched_tokens":292,"snippet":252,"value":252},[],{"matched_tokens":294,"snippet":254,"value":254},[],{"matched_tokens":296,"snippet":256,"value":256},[],{"matched_tokens":298,"snippet":300,"value":300},[72,73,299],"stupefacenti","\u003Cmark>tutela\u003C/mark> \u003Cmark>legale\u003C/mark> \u003Cmark>stupefacenti\u003C/mark>",[302,309],{"field":32,"indices":303,"matched_tokens":305,"snippets":307,"values":308},[304],4,[306],[72,73,299],[300],[300],{"field":78,"matched_tokens":310,"snippet":286,"value":287},[72],1736172819517538300,{"best_field_score":313,"best_field_weight":314,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":44,"score":315,"tokens_matched":316,"typo_prefix_score":44},"3315704398080",13,"1736172819517538410",3,6699,{"collection_name":274,"first_q":238,"per_page":239,"q":238},{"title":320,"slug":321,"exerpt":322,"link":323,"featured_media":324,"slot":325},"OverJoy","overjoy","✖️???✖️ Un paio d’ore a settimana piene di positive vibrations, ogni martedì pomeriggio musiche roots reggae, fresh tunes, heavy dubs e qualche notizia scelta da Aziz Pablo (Già Miraflowers)","https://radioblackout.org/shows/overjoy/","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/overjoy-logo-1-banner-1.jpg",{"day":326,"start":327,"end":328},"martedi","16:30","18:30",["Reactive",330],{},["Set"],["ShallowReactive",333],{"$f_gHogzgsXwyL7KBO1jhzKvSrPuXuDt76udnDdqtTLrs":-1,"$fvEACltRVxPTh6qd3-mXJSCQTv5WnEc2joM0R0iqiYcQ":-1},true,"/search?query=tutela+legale+stupefacenti"]