","Attivist* di Ultima Generazione arresti a Roma.","post",1650997558,[62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/ecologia/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/ultima-generazione/",[66,67,15],"ecologia","ENI",{"post_content":69,"post_title":75,"tags":78},{"matched_tokens":70,"snippet":73,"value":74},[71,72],"Ultima","Generazione","ENI alcuni/e attivist* della realtà \u003Cmark>Ultima\u003C/mark> \u003Cmark>Generazione\u003C/mark> hanno sanzionato uno store, colpendone","Una settimana fa nel quadro di un'iniziativa di disobbedienza civile nei confronti di ENI alcuni/e attivist* della realtà \u003Cmark>Ultima\u003C/mark> \u003Cmark>Generazione\u003C/mark> hanno sanzionato uno store, colpendone la vetrina tramite scritte, vernice e picconate. 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Ciò che è stato fatto è stato imbrattare in maniera considerevole l’edificio, scrivere degli slogan per sottolineare il poco tempo a disposizione a causa del cambiamento climatico, fino a farsi portare via di peso dalla polizia. Gli e le attiviste hanno così denunciato il fatto che il ministero non stia intraprendendo alcuna azione per quantomeno rallentare un disastro annunciato. \r\n\r\nCon Michele abbiamo parlato delle ragioni che spingono gli attivisti a mobilitarsi su questi temi e cosa implica contemplare una scelta militante come questa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/XR-2022_02_03_.mp3\"][/audio]","8 Febbraio 2022","2022-02-08 19:11:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/Blitz-Ultima-generazione-MITE-2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/Blitz-Ultima-generazione-MITE-2-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/Blitz-Ultima-generazione-MITE-2-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/Blitz-Ultima-generazione-MITE-2-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/Blitz-Ultima-generazione-MITE-2-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/Blitz-Ultima-generazione-MITE-2.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il tempo sta scandendo! Ultima Generazione al Ministero della Transizione Ecologica",1644347423,[120,121,64],"http://radioblackout.org/tag/cambiamento-climatico/","http://radioblackout.org/tag/transizione-ecologica/",[24,22,15],{"post_content":124,"post_title":128,"tags":131},{"matched_tokens":125,"snippet":126,"value":127},[71,72],"fa i giovani attivisti di \u003Cmark>Ultima\u003C/mark> \u003Cmark>Generazione\u003C/mark> hanno compiuto un'azione di protesta","Qualche giorno fa i giovani attivisti di \u003Cmark>Ultima\u003C/mark> \u003Cmark>Generazione\u003C/mark> hanno compiuto un'azione di protesta al Ministero della Transizione Ecologica. Ciò che è stato fatto è stato imbrattare in maniera considerevole l’edificio, scrivere degli slogan per sottolineare il poco tempo a disposizione a causa del cambiamento climatico, fino a farsi portare via di peso dalla polizia. 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Già provati dai rincari del costo della vita, dalla crisi energetica e dalle conseguenze della pandemia, lx agricoltricx stanno contestando alcune misure contenute nella Politica Agricola Comune (PAC) adottata dall’Unione Europea e in vari provvedimenti dei singoli Stati, che andrebbero a mettere in ulteriore difficoltà un settore che non vive un periodo particolarmente florido.\r\n\r\nLa protesta dellx agricoltricx e l'attivismo contro il cambiamento climatico vengono raccontati come contrapposti dalla propaganda governativa e dalla retorica autoritaria, sia perché gli uni chiedono di alleggerire il Green Deal, mentre gli altri lo considerano gravemente insufficiente; sia per il diverso trattamento riservatogli finora. I blocchi stradali di realtà ecologiste come Ultima Generazione sono finiti in tribunale e diventati oggetto di decreti ad hoc, mentre quelli dei trattori sono stati pubblicamente sostenuti dal ministro Salvini.\r\n\r\nNel frattempo, i rendimenti di alcune colture sono già stati colpiti dalla povertà dei suoli, dalla mancanza di acqua e da eventi meteorologici estremi che stanno diventando sempre più violenti, insomma dalle conseguenze del cambiamento climatico.\r\n\r\nPossono il fronte dellx agricoltricx e quello dell'eco-attivismo unirsi? L'abbiamo chiesto a un'attivista di Ultima Generazione, con cui abbiamo parlato della PAC, delle misure del governo sull'agricoltura, di transizione agricola e di repressione.\r\n\r\nAscolta e scarica l'approfondimento:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/protesteagricoltori.mp3\"][/audio]","6 Febbraio 2024","2024-02-06 15:41:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/protests-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"161\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/protests-300x161.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/protests-300x161.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/protests.png 751w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Una prospettiva ecologista sulle proteste del settore agricolo",1707234095,[163,164,165,121,64],"http://radioblackout.org/tag/ambientalismo/","http://radioblackout.org/tag/blocchi-stradali/","http://radioblackout.org/tag/ecologismo/",[167,168,169,22,15],"ambientalismo","blocchi stradali","ecologismo",{"post_content":171,"tags":175},{"matched_tokens":172,"snippet":173,"value":174},[71,72],"stradali di realtà ecologiste come \u003Cmark>Ultima\u003C/mark> \u003Cmark>Generazione\u003C/mark> sono finiti in tribunale e","In tanti Paesi europei, tra cui anche l’Italia, migliaia di agricoltricx hanno protestato contro misure pensate per rendere maggiormente sostenibile il settore agroalimentare e bloccato le strade con i loro trattori. 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Si tratta dell'ennesimo tentativo di repressione delle forme di dissenso e, come il cosiddetto decreto rave, potrà essere utilizzato dalla procura in casi molto diversi fra loro.\r\n\r\nLa proposta prevede la modifica dell’articolo 635 del codice penale, relativo al danneggiamento, per sanzionare anche chi deturpa o imbratta il patrimonio pubblico, non più solo chi lo distrugge o lo rende inservibili. Inoltre si chiede l’applicazione del Daspo Urbano, legge 48/2017, anche a protezione dei monumenti. Si parla di multe da 600 a 1000 euro e la reclusione da sei mesi a tre anni. Per quanto riguarda il Daspo il senatore di FdI Marco Lisei spiega: “Vogliamo che il prefetto possa disporre anche in questi casi il divieto di avvicinamento entro dieci metri dai monumenti. Sarebbe uno strumento aggiuntivo, al di là delle pene, per provare a essere più efficaci contro questo tipo di condotte che destano allarme sociale, sono incivili e vengono disprezzate dalla maggior parte dei cittadini”\r\n\r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Maria Letizia di Ultima Generazione, movimento attivo nella sensibilizzazione alla questione del cambiamento climatico, anche attraverso azioni di disobbedienza civile nonviolenta\r\n\r\n\"Siamo l’Ultima Generazione che può agire concretamente per bloccare tutto questo e garantire un futuro\" scrivono sul loro sito.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/Ultimagen.14042023.mp3\"][/audio]","14 Aprile 2023","2023-04-14 11:59:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/imbrattamento-cdp-roma-ultima-generazione-1-e1672661538802-3613210260-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"101\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/imbrattamento-cdp-roma-ultima-generazione-1-e1672661538802-3613210260-300x101.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/imbrattamento-cdp-roma-ultima-generazione-1-e1672661538802-3613210260-300x101.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/imbrattamento-cdp-roma-ultima-generazione-1-e1672661538802-3613210260-1024x343.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/imbrattamento-cdp-roma-ultima-generazione-1-e1672661538802-3613210260-768x257.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/imbrattamento-cdp-roma-ultima-generazione-1-e1672661538802-3613210260-1536x515.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/imbrattamento-cdp-roma-ultima-generazione-1-e1672661538802-3613210260.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La criminalizzazione dei movimenti per il clima",1681473579,[64],[15],{"post_content":212,"tags":216},{"matched_tokens":213,"snippet":214,"value":215},[71,72],"parlato con Maria Letizia di \u003Cmark>Ultima\u003C/mark> \u003Cmark>Generazione\u003C/mark>, movimento attivo nella sensibilizzazione alla","L'11 aprile è stato presentato da Fratelli d'Italia un disegno di legge che criminalizza in particolar modo i movimenti ecologisti legati alla lotta per il crima. 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Il governo italiano ha sostenuto quello francese nello spingere perché Unione Europea inserisse il nucleare tra le fonti rinnovabili e “green”: un segnale inequivocabile della volontà di rilanciare l’energia nucleare. Se il ministro Gilberto Pichetto Frantin è stato prudente, la viceministra Vannia Gava e il vice presidente del consiglio Matteo Salvini si sono sbilanciati esplicitamente. Salvini ha dichiarato che “investire sul nucleare pulito e sicuro di ultima generazione è un dovere sociale, economico e ambientale”\r\nSi profila all’orizzonte la possibilità che venga rimessa in discussione la scelta di chiudere le centrali atomiche sancita dai referendum del 1987 e del 2011. La partita si gioca con la propaganda sulle centrali di nuova generazione, “nuove”, “pulite” e “sicure”.\r\nIn realtà le centrali di nuova generazione non sono né nuove né migliori. La sperimentazione sulle centrali a fusione anziché a fissione dimostra che sono altrettanto pericolose e, per ora, incapaci di produrre più energia di quanta ne assorbano.\r\nIn ogni caso resta il problema delle scorie.\r\nNonostante i 36 anni trascorsi dal primo referendum il nostro paese non è ancora riuscito a liberarsi dell’eredità dell’avventura nucleare italiana. Le scorie continuano ad essere una questione irrisolta ed in buona parte irrisolvibile in maniera sicura. Basterebbe questo a mettere il freno a qualsiasi tentazione di ritorno all’atomo.\r\nLa crisi climatica potrebbe precipitare nel giro di pochi anni se non si cambia la rotta. La questione non è tuttavia scientifica o tecnica, ma squisitamente politica. I governi vorrebbero che tutto cambi, purché tutto resti come prima. Nessun limite alla crescita infinita, nessun limite all’idea che le nostre vite migliorerebbero se si continuerà a produrre e far circolare un sempre maggiore quantitativo di merci.\r\nIl ritorno al nucleare, energia non rinnovabile, basata su un combustibile a barre prodotto in pochi paesi, con un minerale che si esaurirà presto, e che contribuisce al riscaldamento globale tanto quanto le fonti fossili, è solo un altro, pericolosissimo business.\r\nPer capirne di più ne abbiamo parlato con Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino ed autore, tra gli altri, di un agile libretto “Spaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare”.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/2023-03-21-nucleare-tartaglia.mp3\"][/audio]","21 Marzo 2023","2023-03-21 13:48:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/nucleare-scorie-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/nucleare-scorie-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/nucleare-scorie-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/nucleare-scorie-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/nucleare-scorie-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/nucleare-scorie.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La favola del nucleare pulito e delle centrali di ultima generazione",1679406521,[242,120,243,244,245,246,247,248,249,250,251],"http://radioblackout.org/tag/angelo-tartaglia/","http://radioblackout.org/tag/centrali-atomiche/","http://radioblackout.org/tag/clima/","http://radioblackout.org/tag/fissione-nucleare/","http://radioblackout.org/tag/fusione-nucleare/","http://radioblackout.org/tag/nucleare/","http://radioblackout.org/tag/plutonio-339/","http://radioblackout.org/tag/rinnovabili/","http://radioblackout.org/tag/scorie-nucleari/","http://radioblackout.org/tag/uranio-335/",[253,24,254,255,256,257,258,259,260,261,262],"angelo tartaglia","centrali atomiche","clima","fissione nucleare","fusione nucleare","nucleare","plutonio 339","rinnovabili","scorie nucleari","uranio 335",{"post_content":264,"post_title":268},{"matched_tokens":265,"snippet":266,"value":267},[85,86],"nucleare pulito e sicuro di \u003Cmark>ultima\u003C/mark> \u003Cmark>generazione\u003C/mark> è un dovere sociale, economico","Ansaldo Energia sta rilanciando l’opzione nucleare, partecipando attivamente alla costruzione di nuovi reattori all’estero. Il governo italiano ha sostenuto quello francese nello spingere perché Unione Europea inserisse il nucleare tra le fonti rinnovabili e “green”: un segnale inequivocabile della volontà di rilanciare l’energia nucleare. Se il ministro Gilberto Pichetto Frantin è stato prudente, la viceministra Vannia Gava e il vice presidente del consiglio Matteo Salvini si sono sbilanciati esplicitamente. Salvini ha dichiarato che “investire sul nucleare pulito e sicuro di \u003Cmark>ultima\u003C/mark> \u003Cmark>generazione\u003C/mark> è un dovere sociale, economico e ambientale”\r\nSi profila all’orizzonte la possibilità che venga rimessa in discussione la scelta di chiudere le centrali atomiche sancita dai referendum del 1987 e del 2011. La partita si gioca con la propaganda sulle centrali di nuova \u003Cmark>generazione\u003C/mark>, “nuove”, “pulite” e “sicure”.\r\nIn realtà le centrali di nuova \u003Cmark>generazione\u003C/mark> non sono né nuove né migliori. La sperimentazione sulle centrali a fusione anziché a fissione dimostra che sono altrettanto pericolose e, per ora, incapaci di produrre più energia di quanta ne assorbano.\r\nIn ogni caso resta il problema delle scorie.\r\nNonostante i 36 anni trascorsi dal primo referendum il nostro paese non è ancora riuscito a liberarsi dell’eredità dell’avventura nucleare italiana. Le scorie continuano ad essere una questione irrisolta ed in buona parte irrisolvibile in maniera sicura. Basterebbe questo a mettere il freno a qualsiasi tentazione di ritorno all’atomo.\r\nLa crisi climatica potrebbe precipitare nel giro di pochi anni se non si cambia la rotta. La questione non è tuttavia scientifica o tecnica, ma squisitamente politica. I governi vorrebbero che tutto cambi, purché tutto resti come prima. Nessun limite alla crescita infinita, nessun limite all’idea che le nostre vite migliorerebbero se si continuerà a produrre e far circolare un sempre maggiore quantitativo di merci.\r\nIl ritorno al nucleare, energia non rinnovabile, basata su un combustibile a barre prodotto in pochi paesi, con un minerale che si esaurirà presto, e che contribuisce al riscaldamento globale tanto quanto le fonti fossili, è solo un altro, pericolosissimo business.\r\nPer capirne di più ne abbiamo parlato con Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino ed autore, tra gli altri, di un agile libretto “Spaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare”.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/2023-03-21-nucleare-tartaglia.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":269,"snippet":270,"value":270},[85,86],"La favola del nucleare pulito e delle centrali di \u003Cmark>ultima\u003C/mark> \u003Cmark>generazione\u003C/mark>",[272,274],{"field":95,"matched_tokens":273,"snippet":270,"value":270},[85,86],{"field":98,"matched_tokens":275,"snippet":266,"value":267},[85,86],1157451471441100800,{"best_field_score":278,"best_field_weight":279,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":280,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},"2211897868288",15,"1157451471441100922",{"document":282,"highlight":302,"highlights":307,"text_match":276,"text_match_info":310},{"cat_link":283,"category":284,"comment_count":48,"id":285,"is_sticky":48,"permalink":286,"post_author":51,"post_content":287,"post_date":288,"post_excerpt":54,"post_id":285,"post_modified":289,"post_thumbnail":290,"post_thumbnail_html":291,"post_title":292,"post_type":59,"sort_by_date":293,"tag_links":294,"tags":298},[45],[47],"95276","http://radioblackout.org/2025/01/repubblica-democratica-del-congo-lesportazione-di-coltan-alla-base-del-conflitto-in-kivu/","Nei giorni scorsi il movimento armato M23 ha conquistato la provincia del Kivu e la sua capitale Goma dalle forze governative congolesi, che si sono ritirate disordinatamente davanti all'avanzata di un gruppo ribelle che, sebbene combatta da 30 anni, si è presentato questa volta con armamenti moderni e massicciamente equipaggiato di tecnologia di ultima generazione. Ad armare e dirigere l'M23 è risaputamente il Rwanda, il cui governo (o forse sarebbe meglio dire regime, dato che riassume tutti i tratti tipici di un'autocrazia) guidato sin dalla fine del genocidio del 1994 dal presidente Paul Kagame è da sempre intenzionato ad accaparrarsi i territori vicini del Congo. La stampa italiana ne parla, in larga maggioranza, con le lenti tipicamente essenzialiste riservati ai conflitti in Africa centrale: guerre interminabili tra tribù ed etnie che poggiano su un antico, incomprensibile e primitivo odio irriducibile e che hanno a che fare con la predazione di risorse naturali.\r\n\r\nAd un'analisi più attenta, il conflitto tra Congo, M23 e Rwanda si presenta invece con i caratteri molto ben leggibili di un'operazione di rapina e di estrazione di una risorsa minerale in particolare, il coltan, essenziale nella produzione di batterie per telefoni, radio e apparecchi elettronici. Il Rwanda è un paese a capitalismo ed industrializzazione avanzati, anche grazie ai massicci investimenti per la ricostruzione che hanno permesso al paese di risorgere dopo il genocidio del 1994 - genocidio nella cui costruzione diversi paesi europei, Belgio e Francia in testa, hanno una larga fetta di responsabilità mai indagata e analizzata a sufficienza. Un paese in grado di raffinare ed esportare il coltan sui circuiti commerciali globali (principalmente europei e cinesi), ma privo di giacimenti naturali sufficienti: proprio in questo senso va letta la scelta di Kagame di armare ed equipaggiare il movimento M23 per potersi garantire l'accesso all'estrazione del coltan dalle miniere del Kivu congolese. Se finalmente si rinuncia alle narrazioni stereotipate sulla violenza tribale, la realtà è che a premere i grilletti in Africa centrale sono - come ovunque - le catene del valore globali.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Andrea Spinelli, fondatore di Slow News\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/ANDREASPINELLIinfo.mp3\"][/audio]","31 Gennaio 2025","2025-01-31 15:14:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/w980-p16x9-2025-01-28T141632Z_1102107792_RC21JCADGW61_RTRMADP_3_CONGO-SECURITY-MINERALS-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/w980-p16x9-2025-01-28T141632Z_1102107792_RC21JCADGW61_RTRMADP_3_CONGO-SECURITY-MINERALS-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/w980-p16x9-2025-01-28T141632Z_1102107792_RC21JCADGW61_RTRMADP_3_CONGO-SECURITY-MINERALS-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/w980-p16x9-2025-01-28T141632Z_1102107792_RC21JCADGW61_RTRMADP_3_CONGO-SECURITY-MINERALS-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/w980-p16x9-2025-01-28T141632Z_1102107792_RC21JCADGW61_RTRMADP_3_CONGO-SECURITY-MINERALS.jpg 980w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Repubblica Democratica del Congo: l'esportazione di Coltan alla base del conflitto in Kivu",1738336491,[295,296,297],"http://radioblackout.org/tag/coltan/","http://radioblackout.org/tag/congo/","http://radioblackout.org/tag/rwanda/",[299,300,301],"coltan","congo","Rwanda",{"post_content":303},{"matched_tokens":304,"snippet":305,"value":306},[85,86],"massicciamente equipaggiato di tecnologia di \u003Cmark>ultima\u003C/mark> \u003Cmark>generazione\u003C/mark>. 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C'è da evidenziare come, in aggiunta, i chat bot come ChatGPT, basati su sistemi di supposto apprendimento automatico, sono entrati in maniera forse ancor più massiccia nella quotidianità di milioni di utenti che delegano la ricerca di informazioni, il confezionamento di immagini e persino la stesura di tesi di laurea a un'interfaccia digitale in apparenza non troppo dissimile da un motore di ricerca.\r\n\r\nPresentata come la tecnologia del decennio, quella definitiva nell'automazione, il diffondersi dell'Intelligenza Artificiale impone riflessioni profonde, e non solo sul suo funzionamento materiale e sugli interessi capitalistici a cui risponde.\r\n\r\nA Macerie su Macerie proponiamo una chiacchierata con un ricercatore del campo, partiamo con lui dal funzionamento ingegneristico, passiamo dalla storia industriale dell'Occidente e della Cibernetica, per arrivare a un'interrogazione filosofica urgente: l'umano ridotto nell'ultimo secolo a non avere più capacità deliberative, di fantasia, di lavoro autonomi, in un processo di esternalizzazione delle sue capacità delegate ai dispositivi tecnologici, è diventato nient'altro che materiale da macchina?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/maceriesumacerie20gen25-musik.mp3\"][/audio]\r\nAscolta qui la puntata precedente: Storia, funzionamento e addestramento dell'Intelligenza Artificiale","22 Gennaio 2025","2025-01-22 13:48:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/1000021302-200x110.jpg","Macerie su Macerie - PODCAST 20/01/25 - IA e Cibernetica: questioni definitorie e problematiche","podcast",1737553698,[],[],{"post_content":356},{"matched_tokens":357,"snippet":358,"value":359},[85,86],"e nella produzione industriale di \u003Cmark>ultima\u003C/mark> \u003Cmark>generazione\u003C/mark>. 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Il budget messo sul tavolo dal governo è stato di 935 milioni, inferiore di mezzo miliardo rispetto a quello del 2012. Il testo pubblicato in Gazzetta, però, indica che la copertura finanziaria alle operazioni militari è relativa soltanto ai primi nove mesi dell'anno, cioè fino al 30 settembre 2013. Un taglio col trucco. \r\nUna farsa simile a quella relativa a supposti tagli alla spesa strutturata del comparto difesa.\r\nQuelli di Tremonti prima e la spending review poi sono stati “congelati” temporaneamente in vista della riforma dell’intero comparto voluta dal generale Di Paola e votata dalla camera il 12 dicembre. Gli eventuali risparmi che si otterranno da questa operazione non verranno utilizzati per scuole o ospedali ma resteranno a disposizione della Difesa e saranno impiegati per finanziare l’acquisto di nuovi sistemi d’arma, compresi i caccia/bidone F35 che costeranno 15 miliardi di euro. La loro riduzione si è fermata a 41 esemplari. Di novanta, a quanto pare, non si poteva proprio fare a meno.\r\nLa riduzione di 43mila unità, il 25% del personale civile e militare della Difesa e la vendita del 30% delle caserme servirà a comperare nuovi strumenti di morte. Si profila un’escalation di investimenti nell’industria bellica nei prossimi 10-15 anni. Un altro colpo di coda, stavolta assestato dalla casta con le stellette è l’aumento del 21%, dell’ausiliaria per generali e ammiragli in congedo, una sorta di indennità di chiamata, con un costo aggiuntivo per i contribuenti di 74 milioni di euro nel 2013.\r\nDulcis in fundo ci sono i due sommergibili di “ultima generazione” della classe U 212, detta anche classe Todaro. I due battelli costano quasi 1 miliardo di euro, che sommato all’altro miliardo già speso per altre 2 unità già entrate in esercizio e con base a Taranto, fanno 2 miliardi. Una somma pari a circa la metà dell’Imu sulla prima casa di proprietà. \r\nDecodificare in modo chiaro la spesa di guerra italiana non è facile, perché, come rileva il SIPRI, l’Istituto Internazione di Ricerca sulla Pace di Stoccolma, spese riconducibili alla Difesa sono collocate in altri capitoli di bilancio dello Stato, come le spese per i sistemi d’arma finanziate dal ministero dello Sviluppo economico e le missioni internazionali a carico del ministero dell’Economia.\r\nCon la legge di Stabilità del 2012 il bilancio della Difesa è passato dai 20,5 miliardi del 2011 ai 19,9 miliardi. La cifra totale delle spese militari tuttavia raggiunge i 23 miliardi se si considerano anche gli 1,7 miliardi destinati ai sistemi d’arma e gli 1,4 miliardi per le missioni all’estero. Le spese militari sono spese scomode, per questo si tende a nasconderle, in tutti i Paesi. Secondo il ministero i fondi al “Funzione difesa” sono pari allo 0,84 per cento del Pil (contro una percentuale che, nel 2004, era dello 1,01 e che attualmente negli altri Paesi europei è, in media, dell’1,61 per cento). Dato da cui sono però escluse le spese i carabinieri che sono la quarta forza armata e per i militari che impiegati nel pattugliamento delle strade, impiegati nei CIE o nella repressione dell’immigrazione. In altre parole, le spese per la guerra interna.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Pietro Stara. 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Il budget messo sul tavolo dal governo è stato di 935 milioni, inferiore di mezzo miliardo rispetto a quello del 2012. Il testo pubblicato in Gazzetta, però, indica che la copertura finanziaria alle operazioni militari è relativa soltanto ai primi nove mesi dell'anno, cioè fino al 30 settembre 2013. Un taglio col trucco. \r\nUna farsa simile a quella relativa a supposti tagli alla spesa strutturata del comparto difesa.\r\nQuelli di Tremonti prima e la spending review poi sono stati “congelati” temporaneamente in vista della riforma dell’intero comparto voluta dal generale Di Paola e votata dalla camera il 12 dicembre. Gli eventuali risparmi che si otterranno da questa operazione non verranno utilizzati per scuole o ospedali ma resteranno a disposizione della Difesa e saranno impiegati per finanziare l’acquisto di nuovi sistemi d’arma, compresi i caccia/bidone F35 che costeranno 15 miliardi di euro. La loro riduzione si è fermata a 41 esemplari. Di novanta, a quanto pare, non si poteva proprio fare a meno.\r\nLa riduzione di 43mila unità, il 25% del personale civile e militare della Difesa e la vendita del 30% delle caserme servirà a comperare nuovi strumenti di morte. Si profila un’escalation di investimenti nell’industria bellica nei prossimi 10-15 anni. Un altro colpo di coda, stavolta assestato dalla casta con le stellette è l’aumento del 21%, dell’ausiliaria per generali e ammiragli in congedo, una sorta di indennità di chiamata, con un costo aggiuntivo per i contribuenti di 74 milioni di euro nel 2013.\r\nDulcis in fundo ci sono i due sommergibili di “\u003Cmark>ultima\u003C/mark> \u003Cmark>generazione”\u003C/mark> della classe U 212, detta anche classe Todaro. I due battelli costano quasi 1 miliardo di euro, che sommato all’altro miliardo già speso per altre 2 unità già entrate in esercizio e con base a Taranto, fanno 2 miliardi. Una somma pari a circa la metà dell’Imu sulla prima casa di proprietà. \r\nDecodificare in modo chiaro la spesa di guerra italiana non è facile, perché, come rileva il SIPRI, l’Istituto Internazione di Ricerca sulla Pace di Stoccolma, spese riconducibili alla Difesa sono collocate in altri capitoli di bilancio dello Stato, come le spese per i sistemi d’arma finanziate dal ministero dello Sviluppo economico e le missioni internazionali a carico del ministero dell’Economia.\r\nCon la legge di Stabilità del 2012 il bilancio della Difesa è passato dai 20,5 miliardi del 2011 ai 19,9 miliardi. La cifra totale delle spese militari tuttavia raggiunge i 23 miliardi se si considerano anche gli 1,7 miliardi destinati ai sistemi d’arma e gli 1,4 miliardi per le missioni all’estero. Le spese militari sono spese scomode, per questo si tende a nasconderle, in tutti i Paesi. Secondo il ministero i fondi al “Funzione difesa” sono pari allo 0,84 per cento del Pil (contro una percentuale che, nel 2004, era dello 1,01 e che attualmente negli altri Paesi europei è, in media, dell’1,61 per cento). Dato da cui sono però escluse le spese i carabinieri che sono la quarta forza armata e per i militari che impiegati nel pattugliamento delle strade, impiegati nei CIE o nella repressione dell’immigrazione. In altre parole, le spese per la guerra interna.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Pietro Stara. Ne è scaturita una chiacchierata che è tracimata oltre il tema della spesa per investire una riflessione sugli spazi, le possibilità e l’urgenza di una resistenza al militarismo e alla guerra che non sia solo testimoniale.\r\n\r\nAscolta l’intervista: 2013 02 01 stara spesa di guerra",[387],{"field":98,"matched_tokens":388,"snippet":384,"value":385},[85,383],{"best_field_score":278,"best_field_weight":311,"fields_matched":26,"num_tokens_dropped":48,"score":312,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":391,"highlight":405,"highlights":410,"text_match":413,"text_match_info":414},{"comment_count":48,"id":392,"is_sticky":48,"permalink":393,"podcastfilter":394,"post_author":395,"post_content":396,"post_date":397,"post_excerpt":54,"post_id":392,"post_modified":398,"post_thumbnail":399,"post_title":400,"post_type":351,"sort_by_date":401,"tag_links":402,"tags":404},"90759","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-27-06-2024-kenya-la-rivolta-contro-la-legge-finanziaria-imposta-dal-fmi-mobilita-i-giovani-scenari-della-guerra-russo-ucrainatramonto-dellunipolarismo-egemonico-il-liberali/",[326],"radiokalakuta","Ultima puntata della stagione per Bastioni di Orione , raccontiamo delle proteste in Kenya contro la legge finanziaria imposta dal FMI con Freddie Del Curatolo ,giornalista residente in Kenya . La rivolta delle giovani generazioni contro il tentativo del presidente Ruto d'imporre una legge di bilancio che prevede nuove e pesanti tasse sui beni di prima necessità ,ha scosso la società kenyana imponendo al governo il ritiro della legge nonostante la brutale repressione poliziesca che ha provocato decine di vittime .\r\n\r\nIl contenuto della Finance Bill ha da subito sollevato lo scontento della popolazione, dando luogo ad un partecipato movimento di protesta che ha colto alla sprovvista l’esecutivo di Ruto e condotto per la maggior parte dai giovani della cosiddetta “Generazione Z” (ovvero nati tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000). Nonostante le proteste siano state per lo più di natura pacifica, hanno immediatamente incontrato una reazione spropositata da parte delle forze dell’ordine, intervenute utilizzando anche proiettili veri, oltre a manganelli, idranti e granate lacrimogene.\r\n\r\nLe proposte di legge della Finance Bill 2024 prevedono, tra l’altro, nuovi prelievi sull’assicurazione medica, tasse sull’olio vegetale e un ulteriore accisa sui carburanti. Ciò che la gente sta contestando maggiormente è l’imposta sul valore aggiunto sul pane e un’altra di tipo ecologico che influenzerà i prezzi di assorbenti e pannolini.\r\n\r\nLe proteste, organizzate e condotte attraverso i social da giovani per la maggior parte sotto i 30 anni, sono identificate dall’hashtag #OccupyParliament (“occupare il parlamento”) e #RejectFinanceBill2024 e mirano ad esercitare una pressione sull’esecutivo affinchè il nuovo disegno di legge sia abbandonato.\r\n\r\nQuesto movimento declina in maniera moderna un nuovo panafricanismo che supera le divisioni etniche ,spesso utilizzate strumentalmente dalle élite al potere ,e si collega con la volontà di cambiamento espressa dai giovani africani anche in altri contesti (vedi le manifestazioni in Senegal e il sostegno ai cambiamenti di regime nell'Africa sub sahariana ) ,imponendo i temi del superamento della struttura di potere neocoloniale emersa dai processi d'indipendenza degli anni 60.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-27062024-KENYA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Salvatore Minolfi ,studioso di storia contemporanea e autore di un interessante libro sulla genesi della guerra russo ucraina, ricostruiamo la crisi dell'unipolarismo che fa da sfondo alle vicende della guerra europea . Il confronto fra le due grandi potenze al tempo della guerra fredda erano frequenti ,ma si svolgevano nelle aree periferiche dei rispettivi imperi ,mentre l'elemento di discontinuità è ora una \"major war\" ai confini dei due blocchi e sul terreno europeo. Il sistema unipolare è stato sperimentato in modo fallimentare in Medio Oriente con le guerre asimmetriche di Bush ,ma ad errori strategici si sono aggiunti rimedi peggiori con altre guerre disastrose e instabilità diffusa . Ora il declino della leadership e della capacità di proiezione della potenza militare americana hanno condotto all'evaporazione del sogno unipolare accarezzato dai circoli neocon ,contrastato dall'emergere della Cina come sfidante dell'egemone unico.\r\n\r\nTornando alla guerra europea il nocciolo del confronto è ancora una volta la questione tedesca e il tentativo della Germania con l'operazione del gasdotto con la Russia \"North stream \" di disintermediare la relazione con Mosca aggirando le pipelines che passano per la Polonia e l'Ucraina . Usando la metafora della matrioska (le bambole russe che contengono al loro interno altre bambole più piccole) Minolfi prova a spiegare le stratificazioni della guerra russo ucraina fino a riportale al confronto globale incombente .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-DI-ORIONE-27062024-MINOLFI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Stefano Capello , cerchiamo di capire il senso dell'emergere dell'opzione nazionalista e reazionaria in Europa che sta disarticolando le istituzioni liberali apparentemente disfunzionali alla fase di preparazione bellica che si sta dispiegando.\r\n\r\nIl capitale distrugge nella sua crescita caotica, la società nel suo insieme rendendola anomica ed esponendo i cittadini ,ormai sudditi, all'incertezza e negandogli ogni tutela. In questo quadro di riaffermazione di una società castale e gerarchica ,il nazionalismo ,il ricorso ai valori tradizionali di patria e famiglia costistuiscono un collante ,sia pur effimero,per le comunità allo sbando.\r\n\r\nLa naturalizzazione del darwinismo sociale inscritto nel paradigma ordoliberale e la centralità della guerra come strumento per la risoluzione della crisi strutturale di accumulazione del capitale , producono il proliferare di un \" caos feudale\" e di continui conflitti di dissolvenza . Non emerge un modello alternativo in grado di sostuire l'ordine declinante e la tendenza alla guerra non trova nè un opposizione di massa nè un contrasto all'interno delle élite economiche tale da interrompere questo processo.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-DI-ORIONE-27062024-CAPELLO.mp3\"][/audio]","29 Giugno 2024","2024-06-29 17:06:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 27/06/2024- KENYA : LA RIVOLTA CONTRO LA LEGGE FINANZIARIA IMPOSTA DAL FMI MOBILITA I GIOVANI - SCENARI DELLA GUERRA RUSSO UCRAINA,TRAMONTO DELL'UNIPOLARISMO EGEMONICO- IL LIBERALISMO EUROPEO LASCIA IL PASSO AL NAZIONALISMO REAZIONARIO PIU' FUNZIONALE ALLE STRATEGIE BELLICHE.",1719680761,[403],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[337],{"post_content":406},{"matched_tokens":407,"snippet":408,"value":409},[71],"\u003Cmark>Ultima\u003C/mark> puntata della stagione per Bastioni","\u003Cmark>Ultima\u003C/mark> puntata della stagione per Bastioni di Orione , raccontiamo delle proteste in Kenya contro la legge finanziaria imposta dal FMI con Freddie Del Curatolo ,giornalista residente in Kenya . 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Ciò che la gente sta contestando maggiormente è l’imposta sul valore aggiunto sul pane e un’altra di tipo ecologico che influenzerà i prezzi di assorbenti e pannolini.\r\n\r\nLe proteste, organizzate e condotte attraverso i social da giovani per la maggior parte sotto i 30 anni, sono identificate dall’hashtag #OccupyParliament (“occupare il parlamento”) e #RejectFinanceBill2024 e mirano ad esercitare una pressione sull’esecutivo affinchè il nuovo disegno di legge sia abbandonato.\r\n\r\nQuesto movimento declina in maniera moderna un nuovo panafricanismo che supera le divisioni etniche ,spesso utilizzate strumentalmente dalle élite al potere ,e si collega con la volontà di cambiamento espressa dai giovani africani anche in altri contesti (vedi le manifestazioni in Senegal e il sostegno ai cambiamenti di regime nell'Africa sub sahariana ) ,imponendo i temi del superamento della struttura di potere neocoloniale emersa dai processi d'indipendenza degli anni 60.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-27062024-KENYA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Salvatore Minolfi ,studioso di storia contemporanea e autore di un interessante libro sulla genesi della guerra russo ucraina, ricostruiamo la crisi dell'unipolarismo che fa da sfondo alle vicende della guerra europea . 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Ora il declino della leadership e della capacità di proiezione della potenza militare americana hanno condotto all'evaporazione del sogno unipolare accarezzato dai circoli neocon ,contrastato dall'emergere della Cina come sfidante dell'egemone unico.\r\n\r\nTornando alla guerra europea il nocciolo del confronto è ancora una volta la questione tedesca e il tentativo della Germania con l'operazione del gasdotto con la Russia \"North stream \" di disintermediare la relazione con Mosca aggirando le pipelines che passano per la Polonia e l'Ucraina . Usando la metafora della matrioska (le bambole russe che contengono al loro interno altre bambole più piccole) Minolfi prova a spiegare le stratificazioni della guerra russo ucraina fino a riportale al confronto globale incombente .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-DI-ORIONE-27062024-MINOLFI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Stefano Capello , cerchiamo di capire il senso dell'emergere dell'opzione nazionalista e reazionaria in Europa che sta disarticolando le istituzioni liberali apparentemente disfunzionali alla fase di preparazione bellica che si sta dispiegando.\r\n\r\nIl capitale distrugge nella sua crescita caotica, la società nel suo insieme rendendola anomica ed esponendo i cittadini ,ormai sudditi, all'incertezza e negandogli ogni tutela. 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