","Bravi Ragazzi per un pogrom. Alle radici del razzismo contro i rom","post",1341308675,[51,52,53,54,55,56],"http://radioblackout.org/tag/bravi-ragazzi/","http://radioblackout.org/tag/continassa/","http://radioblackout.org/tag/pogrom/","http://radioblackout.org/tag/rom/","http://radioblackout.org/tag/torino/","http://radioblackout.org/tag/ultras-juve/",[25,21,19,15,17,23],{"post_content":59,"tags":65},{"matched_tokens":60,"snippet":63,"value":64},[61,62],"ultras","juve","la polizia ha arrestato due \u003Cmark>ultras\u003C/mark> \u003Cmark>juve\u003C/mark>ntini accusandoli per il pogrom che","Nei giorni scorsi la polizia ha arrestato due \u003Cmark>ultras\u003C/mark> \u003Cmark>juve\u003C/mark>ntini accusandoli per il pogrom che lo scorso dicembre mandò in fumo le miserabili baracche dove vivevano i rom nel quartiere Le Vallette di Torino.\r\nI due arrestati sono del gruppo \"Bravi Ragazzi\", una delle poche formazioni ultas \u003Cmark>juve\u003C/mark>ntine di sinistra.\r\n\r\nRicordiamo i fatti.\r\nL’attacco incendiario che il 17 dicembre ha mandato in fumo il campo rom della Continassa a Torino è l’emblema del disprezzo diffuso verso stranieri e immigrati poveri che si allarga ogni giorno di più. Spesso a farne le spese sono i rom.\r\nSiamo alle Vallette. Un quartiere popolare, di quelli dove campare la vita non è mai stato facile. Da un lato il carcere, la discarica sociale dove tanti nati qui finiscono con trascorrere pezzi di vita; dall’altra parte c’è il nuovo stadio della \u003Cmark>Juve\u003C/mark>, dove le tensioni sociali si stemperano tra tifo e ginnastica ultrà.\r\nIn questo quartiere si è consumato un pogrom.\r\nUna ragazzina racconta un bugia, uno stupro mai avvenuto, punta il dito su due rom, i rom che vivono in baracche fatiscenti tra le rovine della cascina della Continassa.\r\nIn questa bugia è il nocciolo di un male profondo. Una famiglia ossessionata dalla verginità della figlia sedicenne, al punto di sottoporla a continue visite ginecologiche, incarna un retaggio patriarcale che stritola la vita di una ragazza. Lei, per timore dei suoi, indica nel rom, brutto, sporco, puzzolente, con una cicatrice sul viso l’inevitabile colpevole.\r\nIn pochi giorni nel quartiere cominciano a girare i soliti volantini anonimi dei “cittadini indignati”. Da anni in città i comitati più o meno spontanei animati da fascisti, postfascisti e leghisti, soffiano sul fuoco, promovendo marce per la legalità, contro lo spaccio, contro gli zingari. Tutte manifestazioni dalla cui trama sottile emerge la xenofobia, la voglia di forca .\r\nLa segretaria dei Democratici torinesi, Brangantini, ha preso le distanze dal corteo indetto per “ripulire” la Continassa, ma quella sera sfilava in prima fila. Con lei c’era tanta “brava gente” accecata dall’odio razzista.\r\nAll’arrivo dei vigili del fuoco la folla inferocita li ha fermati a lungo. Ci hanno impiegato tutta la notte a spegnere le fiamme che hanno distrutto il campo.\r\n\r\nQuando si punta il dito su un intero popolo, quando tutti sono colpevoli perché due sono sospettati di aver stuprato una ragazza, il passo successivo sono le deportazioni, i lager, le camere a gas. La pulizia etnica. Se sei diverso e povero la tua vita diventa sempre più difficile.\r\nL’estendersi del razzismo e della xenofobia allarga una frattura sociale sulla quale si incardina il consenso verso leggi che annullano anche nella forma l’assunto liberale dell’eguaglianza.\r\nI media fanno la loro parte nel creare un clima di emergenza permanente, accendendo i riflettori sugli immigrati, cui cuciono addosso lo stereotipo del criminale.\r\nI fascisti sguazzano in questo pantano, consolidando la propria presenza attiva, specie in certe zone del paese, ma sarebbe miope non vedere che il male, nella sua terrificante banalità, è ben più profondo. Investe a fondo il sentire comune di interi quartieri, anche tra la gente di \"sinistra\", come i Bravi Ragazzi della Continassa.\r\nDa anni i pogrom incendiano l’Italia. Bruciano le baracche e corrodono la coscienza civile. Qualcuno agisce, troppi plaudono silenti e rancorosi, certi che saranno più sicuri. 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In questa corrispondenza ad Harraga, in onda su Radio Blackout, con una compagna da Sofia, abbiamo parlato di fascismo e antifascismo in Bulgaria; dove la situazione è per molti versi simili a quella ungherese, ma anche strettamente legata dinamiche europee. La Bulgaria è la frontiera sudorientale dell'Europa con la Turchia: un confine su cui politica bulgara ed europea costruiscono da anni la loro propaganda anti-immigrati per legittimare la militarizzazione e i tagli al welfare, e su cui marciano sia nuovi partiti di estrema destra, populisti e filo-russi, sia le organizzazioni neonaziste extra-partitiche. Nell'ultimo anno a Sofia, abbiamo assistito a marce anti-immigrati organizzate da rappresentanti della politica istituzionale e capeggiati da gruppi di ultras neonazi, così come a frequenti aggressioni per le strade e campagne di propaganda razzista e omotransfobica. I neonazi si prendono gli spazi lasciati vuoti dalla politica e dai servizi assenti: le organizzazioni giovanili \"patriottiche\" sono nelle scuole, nelle palestre e negli stadi. Spesso gli aggressori sono (appositamente) minorenni, mentre più in alto nella scala gerarchica sta chi da anni collabora con polizia, politica e mafia nel traffico della droga e nelle provocazioni nei movimenti di piazza più grandi. In mezzo al fascismo che avanza su tutti i fronti, lx compagnx antifascistx organizzano ogni anno un corteo chiamato \"No ai nazisti nelle nostre strade\" (in foto), in risposta alla marcia neonazista in onore del generale Hristo Lukov. Quest'anno le mobilitazioni antifasciste e antirazziste non sono mancate e sono state occasioni di intreccio tra le lotte in solidarietà ai reclusi nei cpr e nei centri di accoglienza bulgari, la lotta per la libertà di movimento al confine con la Turchia, le lotte transfemministe e il movimento di solidarietà con la resistenza palestinese e quella curda.\r\n\r\nNella prima parte, un'analisi sul contesto bulgaro di ascesa delle estreme destre sia parlamentari che extra parlamentari:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BulgariaANTIFApt1.mp3\"][/audio]\r\n Nella seconda parte dell'approfondimenti, un racconto su come si dispiega la resistenza all'estremismo di destra fronte a come quest'ultimo si mostra quotidianamente nelle strade:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BULGARIAantifapt2.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer più info e seguire le mobilitazioni: @antifabg @migrantsolidaritybg","14 Aprile 2025","","2025-04-15 16:11:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/beznazisti-200x110.jpg","Neonazi e mobilitazioni antifasciste in Bulgaria","podcast",1744665223,[153,154,155,156],"http://radioblackout.org/tag/antifascismo/","http://radioblackout.org/tag/antirazzismo/","http://radioblackout.org/tag/lotta/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[158,159,160,161],"antifascismo","antirazzismo","lotta","war on migrants",{"post_content":163},{"matched_tokens":164,"snippet":165,"value":166},[61],"e capeggiati da gruppi di \u003Cmark>ultras\u003C/mark> neonazi, così come a frequenti","I fatti di Budapest di due anni fa e la conseguente pesante repressione che sta colpendo le e gli antifascisti in Ungheria e fuori, hanno aperto una finestra sull’antifascismo un po’ più a est dei nostri abituali orizzonti. 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Attraverso interviste e approfondimenti, abbiamo cercato di comprendere come ideali e ideologie possano influenzare dinamiche interne ed esterne alle curve.\r\n\r\nAi microfoni :\r\n\r\nL’ Aurora Vanchiglia Maschile torna a Spot, il programma radiofonico della rete Torino Sport Pop , con i tre dj più marci della squadra: Dj_Stinky, Dj_over2emezzo e dj Carlitos .\r\n\r\nInterviste Esclusive:Valerio Moggia, scrittore e appassionato di calcio, redattore di Pallonate in faccia, autore e studioso delle connessioni tra calcio e tematiche sociali, ci ha offerto una panoramica sulle radici storiche di queste dinamiche.\r\n\r\nFabrizio dei Bergamo Celts: Uno sguardo all'interno dei Bergamo Celts, ci ha raccontato la sua esperienza diretta con le dinamiche che coinvolgono i gruppi dei Celts.\r\n\r\nE dulcis in fundo intervista esclusiva al Falconiere spagnolo che si barrica in un centro sportivo a Formello! Il motivo? 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Tre settimane fa abbiamo ripercorso le tappe della rete “Anarchici contro il G8” con Federico, un compagno della ciurma, che costruì il vascello salpato per Genova. \r\nIl venerdì successivo abbiamo continuato a ragionare su quelle giornate, cercando di cogliere il senso dell’onda lunga che segna il tempo che siamo forzati a vivere, parlandone con Massimo Varengo.\r\nVenerdì scorso vi abbiamo proposto un’intervista con Salvo Vaccaro, anarchico e docente di filosofia politica all’Università di Palermo. \r\nSiamo tornati a parlare di quelle giornate e della narrazione che ne ha segnato il destino di memoria non condivisa sempre con Federico. \r\n\r\nSud America. Da mesi il Sud America è attraversato da tensioni sociali e politiche molto forti.\r\nCon Simone, un compagno che segue i mutamenti e i movimenti in corso, proveremo ad enucleare alcuni passaggi cruciali dal Brasile al Messico, passando per il Cile e Cuba. Cruciale il ruolo dei movimenti femministi, la crisi pandemica, l’estendersi delle insorgenze sociali e della repressione.\r\n\r\nVoghera. Lo sceriffo, la sindaca e la guerra ai poveri in una quieta e ricca provincia lombarda.\r\nL’assassinio di Youns si inserisce in un pesante clima sociale e in un contesto istituzionale dove un assessore leghista estrae una pistola e spara ad un ubriaco. Marocchino.\r\nNe parliamo con Alberto, un compagno che vive a Milano ma è originario di Voghera, dove torna spesso per lavoro ed ha partecipato alla manifestazione del sabato successivo all’omicidio.\r\n\r\nGreen pass. Il privilegio di chi vive nel nord ricco alla prova dei dispositivi biopolitici che il governo sta sperimentando.\r\nLa sindemia di Covid 19 ci ha posti di fronte alla crudezza del sistema nel quale siamo forzati a vivere. Le nostre vite non contano fuori dall’ingranaggio “produci, consuma, crepa”. Siamo vuoti a perdere.\r\nNon solo. Il governo ci ha portato via l’unico vero privilegio di cui godono tutti i cittadini italiani, anche i più poveri: la libertà di muoverci liberamente all’interno delle città e delle regioni e, in certa misura, anche all’estero.\r\nBastano 10 euro ed un pizzico di pazienza con tempi e date e si vola a Barcellona o ad Atene.\r\nGli altri, quelli nati nel sud del mondo, non godono di questo privilegio. Muoversi verso nord è costosissimo e pericoloso. Chi arriva è costretto ad una vita clandestina, senza accesso a residenza, sanità, istruzione, iscrizione alle liste di collocamento, possibilità di affittare una casa... \r\nDiventare clandestini a casa propria ha fatto saltare il tappo che ha portato alle piazze turbolente dell’autunno e alle recenti lotte contro il Green Pass. Il mescolarsi di fascisti e primitivisti, bottegai e ragazzi delle periferie militarizzate in un magma che a taluni appare indecifrabile è la conseguenza della ri-nascita di un confine interno. Un confine che nel nostro paese venne cancellato solo nel 1961, con l’abrogazione della legge contro l’inurbamento voluta dal fascismo nel trentanove e sopravvissuta alla caduta di Mussolini per quasi due decenni.\r\nLa libertà che davamo per scontata, quella che segnava il confine materiale e simbolico tra i poveri dei paesi ricchi e tutti gli altri, è stata messa tra parentesi da coprifuoco e zone a circolazione limitata ed, ora, dal green pass. \r\nLe piazze di ottobre sono diverse da quelle di luglio. In ottobre giovani immigrati delle periferie si sono trovati accanto a giovani italiani dei loro stessi quartieri, bottegai, ultras di destra e di sinistra, fascisti di ogni sfumatura, sovranisti senza patria politica, nemici della medicina e no vax, in un minestrone inedito e deflagrante.\r\nOggi, quelli di periferia sono rimasti nei giardinetti e nei bar dai dehor improbabili nati ovunque. La piazza no green pass, a parte i no vax che le attraversano tutte, è stata la piazza di chi ha visto spostare un confine che considerava invalicabile. Ha visto sgretolarsi il più importante dei privilegi concessi ai cittadini di questo paese. \r\nConcentrare l’attenzione sulla mera questione dei vaccini impedisce di cogliere gli snodi cruciali di questo momento. Lo stato non riesce a governare la crisi, teme le insorgenze sociali derivanti da disoccupazione, licenziamenti, sfratti, povertà crescente. \r\nLo Stato ha giocato in questi due anni la sola carta forte a propria disposizione: farci credere di essere indispensabile per garantirci la salute.\r\nLandauer in merito aveva le idee chiare: lo Stato si rende indispensabile, finché assolve o ci fa credere di farlo, a funzioni considerate essenziali per la sopravvivenza della società.\r\nSolo scalzando nella pratica questa leva di dominio potremo cercare di costruire un percorso di libertà e salute. Ma dipende da noi. Il dilagante complottismo è il miglior sostegno alla teoria dell’insostituibile onnipotenza dello Stato. \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 17,30 (in agosto non ci siamo)\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo","4 Agosto 2021","2021-08-04 11:48:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/08/cacacazzo-baj-viola-giallo-200x110.jpg","Anarres del 30 luglio. Green pass, biopolitica, le frontiere del privilegio. G8. Una memoria non condivisa. Sud America: lotte sociali tra sindemia e repressione. Lo sceriffo di Voghera…",1628077370,[],[],{"post_content":213},{"matched_tokens":214,"snippet":215,"value":216},[61],"dei loro stessi quartieri, bottegai, \u003Cmark>ultras\u003C/mark> di destra e di sinistra,","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/08/2021-07-30-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nG8. Cosa ci resta di quella stagione a vent’anni di distanza?\r\nConcludiamo le nostre chiacchierate di luglio sulle giornate del 2001 contro il vertice dei G8 a Genova. 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Cruciale il ruolo dei movimenti femministi, la crisi pandemica, l’estendersi delle insorgenze sociali e della repressione.\r\n\r\nVoghera. Lo sceriffo, la sindaca e la guerra ai poveri in una quieta e ricca provincia lombarda.\r\nL’assassinio di Youns si inserisce in un pesante clima sociale e in un contesto istituzionale dove un assessore leghista estrae una pistola e spara ad un ubriaco. Marocchino.\r\nNe parliamo con Alberto, un compagno che vive a Milano ma è originario di Voghera, dove torna spesso per lavoro ed ha partecipato alla manifestazione del sabato successivo all’omicidio.\r\n\r\nGreen pass. Il privilegio di chi vive nel nord ricco alla prova dei dispositivi biopolitici che il governo sta sperimentando.\r\nLa sindemia di Covid 19 ci ha posti di fronte alla crudezza del sistema nel quale siamo forzati a vivere. Le nostre vite non contano fuori dall’ingranaggio “produci, consuma, crepa”. Siamo vuoti a perdere.\r\nNon solo. Il governo ci ha portato via l’unico vero privilegio di cui godono tutti i cittadini italiani, anche i più poveri: la libertà di muoverci liberamente all’interno delle città e delle regioni e, in certa misura, anche all’estero.\r\nBastano 10 euro ed un pizzico di pazienza con tempi e date e si vola a Barcellona o ad Atene.\r\nGli altri, quelli nati nel sud del mondo, non godono di questo privilegio. Muoversi verso nord è costosissimo e pericoloso. Chi arriva è costretto ad una vita clandestina, senza accesso a residenza, sanità, istruzione, iscrizione alle liste di collocamento, possibilità di affittare una casa... \r\nDiventare clandestini a casa propria ha fatto saltare il tappo che ha portato alle piazze turbolente dell’autunno e alle recenti lotte contro il Green Pass. Il mescolarsi di fascisti e primitivisti, bottegai e ragazzi delle periferie militarizzate in un magma che a taluni appare indecifrabile è la conseguenza della ri-nascita di un confine interno. Un confine che nel nostro paese venne cancellato solo nel 1961, con l’abrogazione della legge contro l’inurbamento voluta dal fascismo nel trentanove e sopravvissuta alla caduta di Mussolini per quasi due decenni.\r\nLa libertà che davamo per scontata, quella che segnava il confine materiale e simbolico tra i poveri dei paesi ricchi e tutti gli altri, è stata messa tra parentesi da coprifuoco e zone a circolazione limitata ed, ora, dal green pass. \r\nLe piazze di ottobre sono diverse da quelle di luglio. In ottobre giovani immigrati delle periferie si sono trovati accanto a giovani italiani dei loro stessi quartieri, bottegai, \u003Cmark>ultras\u003C/mark> di destra e di sinistra, fascisti di ogni sfumatura, sovranisti senza patria politica, nemici della medicina e no vax, in un minestrone inedito e deflagrante.\r\nOggi, quelli di periferia sono rimasti nei giardinetti e nei bar dai dehor improbabili nati ovunque. La piazza no green pass, a parte i no vax che le attraversano tutte, è stata la piazza di chi ha visto spostare un confine che considerava invalicabile. Ha visto sgretolarsi il più importante dei privilegi concessi ai cittadini di questo paese. \r\nConcentrare l’attenzione sulla mera questione dei vaccini impedisce di cogliere gli snodi cruciali di questo momento. Lo stato non riesce a governare la crisi, teme le insorgenze sociali derivanti da disoccupazione, licenziamenti, sfratti, povertà crescente. \r\nLo Stato ha giocato in questi due anni la sola carta forte a propria disposizione: farci credere di essere indispensabile per garantirci la salute.\r\nLandauer in merito aveva le idee chiare: lo Stato si rende indispensabile, finché assolve o ci fa credere di farlo, a funzioni considerate essenziali per la sopravvivenza della società.\r\nSolo scalzando nella pratica questa leva di dominio potremo cercare di costruire un percorso di libertà e salute. Ma dipende da noi. Il dilagante complottismo è il miglior sostegno alla teoria dell’insostituibile onnipotenza dello Stato. \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 17,30 (in agosto non ci siamo)\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo",[218],{"field":81,"matched_tokens":219,"snippet":215,"value":216},[61],{"best_field_score":172,"best_field_weight":173,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":174,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":37},{"document":222,"highlight":234,"highlights":239,"text_match":170,"text_match_info":242},{"comment_count":37,"id":223,"is_sticky":37,"permalink":224,"podcastfilter":225,"post_author":40,"post_content":226,"post_date":227,"post_excerpt":146,"post_id":223,"post_modified":228,"post_thumbnail":229,"post_title":230,"post_type":150,"sort_by_date":231,"tag_links":232,"tags":233},"64634","http://radioblackout.org/podcast/spot-podcast-n-5-11-11-20/",[103],"Nuovo podcast di Spot! la trasmissione a cura della rete di sport popolare della città di Torino (Aurora Vanchiglia - Dynamo Dora Rugby - Nativi San Salvario - Paco Rigore - AntifaBoxe). Sui 105.250 ripartono le trasmissioni sul rapporto tra sport e il mondo in cui viviamo, con approfondimenti storici, interviste, voci da chi prova a costruire realtà sportive autogestite nella nostra città.\r\n\r\nNella puntata di mercoledì 11, a cura della Paco Rigore e in collaborazione con la Dynamo Dora, vi proponiamo un approfondimento sul ruolo delle tifoserie organizzate in alcuni importanti momenti di conflitto politico, grazie all'aiuto di un redattore del blog \"Sport Popolare\" e co-autore di un libro, ancora in stesura, dedicato a questo tema. Il tentativo è quello di dare una lettura di questo fenomeno complesso lontana dalla narrazione mainstream, che vede gli ultras continuamente stigmatizzati, infantilizzati, de-politicizzati. Buon ascolto!\r\n\r\nPrima parte - Ascolta la diretta\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/intervista1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSeconda parte - Ascolta la diretta\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/intervista2.mp3\"][/audio]\r\n\r\nE per finire, un grande classico della Paco Rigore... L'angolo dell'ignoranza!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/angoloignoranza.mp3\"][/audio]","18 Novembre 2020","2020-11-18 00:54:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/SPOT-e1612790218368-200x110.jpg","Spot! Podcast n.5 (11/11/20)",1605660862,[],[],{"post_content":235},{"matched_tokens":236,"snippet":237,"value":238},[61],"narrazione mainstream, che vede gli \u003Cmark>ultras\u003C/mark> continuamente stigmatizzati, infantilizzati, de-politicizzati. 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Una squadra che si è sempre caratterizzata per l'impegno dei suoi soci e per l'importanza della comunità all'interno delle scelte decisionali della società. Una storia secolare giocata unicamente nei riquadri del calcio amatoriale e che ha raccolto diversi trofei e coppe. Nel 2012 nascono anche gli Ultras Clapton, una tifoseria chiaramente antifascista che porta nuovo slancio al club. Ma nel quadro dirigenziale qualcosa cambia, il nuovo presidente marginalizza sempre di più i soci, aumenta i prezzi e i regolamenti e non redistribuisce nulla alla squadra: è rottura. Nasce così il Clapton Community Football Club\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/fcclapton.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui il racconto della passaggio tra la vecchia e la nuova gestione comunitaria del club raccontata da un ultras\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/clapt-intervist.mp3\"][/audio]\r\n\r\ninfine la rubrica (indegna) a cura della Paco Rigore \"l'angolo dell'ignoranza\"\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/pacorigore.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","13 Ottobre 2020","2020-10-13 12:10:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/nopasaran-200x110.jpeg","storia e presente del CFC Clapton",1602591015,[256],"http://radioblackout.org/tag/clapton/",[258],"clapton",{"post_content":260},{"matched_tokens":261,"snippet":263,"value":264},[262],"Ultras","Nel 2012 nascono anche gli \u003Cmark>Ultras\u003C/mark> Clapton, una tifoseria chiaramente antifascista","Nel 1878, agli albori della storia del calcio, nasce il Clapton FC, squadra amatoriale del nebbioso est londinese. 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Nell'ultima parte di trasmissione parliamo di cinema, proseguendo la carrellata dei film in uscita nel '77, un particolare approfondimento di \"New York-New York\" e \"il casotto\".\r\n\r\n12 dicembre 2014 parte 1\r\n\r\n12 dicembre 2014 parte 2\r\n\r\n5 dicembre 2014 parte 3\r\n\r\npuntata del 19 dicembre 2014\r\n\r\nPer il ventennale del '77, uscivano nel 1997 quattro inserti speciali che raccontavano il periodo attraverso varie interviste a militanti singoli a quelli dei gruppi organizzati, ad appartenenti ad organizzazioni armate ed anche a politici e di tutto un po', da questa raccolta di voci abbiamo selezionato la voce narrante di Joe, uno dei capi storici degli Ultras Granata negli anni '70, il racconto del suo ingresso e della quotidianità in fabbrica alla Fiat di Rivalta. L'altra voce è quella di Bruno Seghetti militante di Potere Operaio prima e delle Brigate Rosse poi. Nell'ultima parte di trasmissione ci soffermiamo ancora sul cinema targato 1977 con alcuni episodi tratti da \"I nuovi mostri\" e altri film ancora.\r\n\r\n\r\n\r\n19 dicembre 2014 parte 1\r\n\r\n19 dicembre 2014 parte 2\r\n\r\n19 dicembre 2014 parte 3","13 Gennaio 2015","2018-10-17 23:09:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/1977-scontri-milano-130175-200x110.jpg","I podcast di 19e59: le trasmissioni di dicembre 2014",1421184103,[282,283,284,285,286],"http://radioblackout.org/tag/19-59/","http://radioblackout.org/tag/1977/","http://radioblackout.org/tag/19e59/","http://radioblackout.org/tag/podcast/","http://radioblackout.org/tag/radioblackout/",[121,116,107,150,288],"radioblackout",{"post_content":290},{"matched_tokens":291,"snippet":292,"value":293},[262],"uno dei capi storici degli \u003Cmark>Ultras\u003C/mark> Granata negli anni '70, il"," puntata del 5 dicembre 2014\r\n\r\npuntata dedicata ad Andrea Pazienza figlio degli anni '70 e contemporaneamente voce narrante di quegli anni di grandi cambiamenti politici ma soprattutto culturali, sociali e comportamentali, proprio del '77 è l'uscita di \"pentothal\" , con l'ausilio del testo di Franco Giubilei \"vita da paz\" ripercorriamo gli anni giovanili di Paz e i primi tempi a Bologna, da qui ne esce un quadro generale del '77 bolognese, permettendoci di respirare la stessa aria di quel periodo.\r\n\r\n\r\n\r\n5 dicembre 2014 parte 1\r\n\r\n5 dicembre 2014 parte 2\r\n\r\n5 dicembre 2014 parte 3\r\n\r\npuntata del 12 dicembre 2014\r\n\r\n\r\n\r\nPer il nostro racconto del 1977 utilizziamo \"piove all'insù\" di Luca Rastello, anche questo è un romanzo che permette di cogliere l'atmosfera di quel periodo, romanzando ipotetici personaggi ma narrando vicende che appartengono alla storia del movimento, il tutto ambientato quasi esclusivamente a Torino. 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