","Renzi e l'elemosina elettorale ai pensionati","post",1432051606,[60,61,62,63,64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/bonus/","http://radioblackout.org/tag/corte-costituzionale/","http://radioblackout.org/tag/eta-pensionabile/","http://radioblackout.org/tag/monti/","http://radioblackout.org/tag/padoan/","http://radioblackout.org/tag/pensioni/","http://radioblackout.org/tag/renzi/","http://radioblackout.org/tag/riforma-fornero/","http://radioblackout.org/tag/tesoretto/","http://radioblackout.org/tag/una-tantum/",[17,33,29,19,21,71,15,27,23,25],"pensioni",{"post_content":73,"tags":79},{"matched_tokens":74,"snippet":77,"value":78},[75,76],"una","tantum","emorragia elettorale: 500 euro medie \u003Cmark>una\u003C/mark> \u003Cmark>tantum\u003C/mark> solo per le pensioni comprese","Matteo Renzi è in calo di consensi e certo l'imposizione di \u003Cmark>una\u003C/mark> stretta autoritaria a scuola potrebbe fargliene perdere parecchi. In dirittura d'arrivo ha lanciato uno spot elettorale sulle pensioni.\r\n\r\nIeri il Consiglio dei ministri ha approvato il bonus che dovrebbe garantirgli di fermare \u003Cmark>una\u003C/mark> possibile emorragia elettorale: 500 euro medie \u003Cmark>una\u003C/mark> \u003Cmark>tantum\u003C/mark> solo per le pensioni comprese tra i 1.500 e i 3.200 euro lordi. Un provvedimento che riguarda da 3,7 milioni di italiani.\r\n\r\nRenzi prende due piccioni con \u003Cmark>una\u003C/mark> fava. Distribuisce \u003Cmark>una\u003C/mark> manciata di quattrini alla vigilia della consultazione locale e mette \u003Cmark>una\u003C/mark> pezza alla sentenza della Corte costituzionale depositata lo scorso 30 aprile che dichiara illegittimo il blocco delle rivalutazioni delle pensioni per il biennio 2012–2013.\r\nIl governo se la cava sborsando 2 dei 18 miliardi che Elsa Fornero e Mario Monti avrebbero fatto risparmiare allo Stato.\r\n\r\nIl bonus sarà elargito il primo agosto solo per le pensioni fino a 3.200 euro lordi — 6 volte il minimo Inps. Per addolcire l’amara pillola ai 2,3 milioni di pensionati esclusi, il premier ha usato le sue solite armi: le promesse e gli annunci. I primi sono già stati smentiti. Molti avevano pensato che il decreto modificasse i criteri di indicizzazione.\r\nInvece no. Sul sistema di calcolo delle rivalutazioni non c’è alcuna modifica. Si tratta semplicemente di aggiungere il bonus \u003Cmark>una\u003C/mark> \u003Cmark>tantum\u003C/mark> al montante su cui si calcola la indicizzazione (500 milioni di costo l’anno).\r\n\r\nLa promessa invece riguarda la prossima legge di stabilità. Lì, sostiene Renzi, verrà affrontato il tema della «flessibilità in uscita». Ma le premesse non sono di certo positive per chi vorrebbe andare in pensione un po' prima rispetto all'innalzamento di sei anni fissato dalla riforma Fornero. Pare chiaro che il prezzo del pensionamento anticipato sarà molto alto: chi smette di lavorare prima percepirà \u003Cmark>una\u003C/mark> pensione sensibilmente più bassa.\r\n\r\nIl mancato rispetto delle indicazioni della Corte Costituzionale è stato motivato dal ministro Padoan in base al principio che i vincoli europei sarebbero prevalenti rispetto al dettato Costituzionale, che così diviene, nei fatti, carta straccia.\r\nNulla di nuovo in un paese in cui le garanzie di libertà e tutela sono, e non da oggi, servono solo a dare lustro alla retorica istituzionale.\r\nLa democrazia reale si mostra sempre più spoglia di orpelli formali.\r\nI soldi per l'una \u003Cmark>tantum\u003C/mark>, secondo Renzi, usciranno dal «tesoretto». Ma Padoan ha corretto il premier perché il tesoretto è di soli 1,6 miliardi e il costo è invece 2 miliardi e 180 milioni.\r\n\r\nAscolta la diretta con Renato Strumia:\r\n\r\npensioni strumia",[80,82,84,86,88,90,92,94,96,98],{"matched_tokens":81,"snippet":17},[],{"matched_tokens":83,"snippet":33},[],{"matched_tokens":85,"snippet":29},[],{"matched_tokens":87,"snippet":19},[],{"matched_tokens":89,"snippet":21},[],{"matched_tokens":91,"snippet":71},[],{"matched_tokens":93,"snippet":15},[],{"matched_tokens":95,"snippet":27},[],{"matched_tokens":97,"snippet":23},[],{"matched_tokens":99,"snippet":100},[75,76],"\u003Cmark>una\u003C/mark> \u003Cmark>tantum\u003C/mark>",[102,108],{"field":34,"indices":103,"matched_tokens":105,"snippets":107},[104],9,[106],[75,76],[100],{"field":109,"matched_tokens":110,"snippet":77,"value":78},"post_content",[75,76],1157451471441625000,{"best_field_score":113,"best_field_weight":37,"fields_matched":114,"num_tokens_dropped":46,"score":115,"tokens_matched":114,"typo_prefix_score":46},"2211897868544",2,"1157451471441625194",{"document":117,"highlight":134,"highlights":139,"text_match":142,"text_match_info":143},{"cat_link":118,"category":119,"comment_count":46,"id":120,"is_sticky":46,"permalink":121,"post_author":49,"post_content":122,"post_date":123,"post_excerpt":52,"post_id":120,"post_modified":124,"post_thumbnail":125,"post_thumbnail_html":126,"post_title":127,"post_type":57,"sort_by_date":128,"tag_links":129,"tags":132},[43],[45],"77847","http://radioblackout.org/2022/10/francia-lo-sciopero-delle-raffinerie/","Si avvia verso la fine lo sciopero dei lavoratori delle raffinerie in Francia Dopo tre settimane, soltanto due siti di TotalEnergies restano ancora bloccati per la protesta, quelli di Feyzin, vicino Lione, e quello di Gonfreville, in Normandia.\r\nLo sciopero, che ha creato penuria e disagi nella distribuzione di carburante in tutto il paese, era rivolto a ottenere aumenti salariali, in un contesto di alta inflazione e di superprofitti realizzati da TotalEnergies. Ad infiammare lo scontro anche le polemiche per i 6 milioni di retribuzione annuale del presidente della compagnia petrolifera, Patrick Pouyanné. Un operaio precario in questi impianti prende circa 1200 euro, un lavoratore specializzato a tempo indeterminato arriva a malapena a 2000.\r\nDurante lo sciopero la decisione del governo di precettare alcuni lavoratori ha letteralmente gettato benzina sul fuoco. Le piazze più signoficative sono state quelle lanciate dalla France Insumise il 16 ottobre e da alcuni sindacati combattivi ma minoritari il 18. Alla manifestazione di domenica 16 hanno partecipato almeno 70.000 persone, a quella del martedì successivo tra le 50 e le 40 mila.\r\nL'accordo che chiude la vertenza, non firmato dalla CGT, prevede un aumento salariale del 5 per cento (i lavoratori chiedevano il 10), e un bonus una tantum tra i 3000 e i 6000 euro.\r\nLo sciopero delle raffinerie e nei depositi di carburante di Total ed Esso ha rappresentato un primo segnale di sommovimento sociale in questo tiepido autunno d’oltralpe, in cui tuttavia emergono segnali di un possibile crescita della temperatura sociale.\r\nNe abbiamo parlato con Gianni Carrozza che conduce “Vive la sociale!” su radio Paris plurielle\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2022-10-25-carrozza-sciop-raff.mp3\"][/audio]","25 Ottobre 2022","2022-10-25 18:46:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/00hero_sciopero_francia_ansa_getty-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/00hero_sciopero_francia_ansa_getty-300x188.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/00hero_sciopero_francia_ansa_getty-300x188.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/00hero_sciopero_francia_ansa_getty-1024x641.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/00hero_sciopero_francia_ansa_getty-768x481.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/00hero_sciopero_francia_ansa_getty-1536x961.png 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/00hero_sciopero_francia_ansa_getty-2048x1282.png 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Francia. Lo sciopero delle raffinerie",1666723572,[130,131],"http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-raffinerie/",[133,31],"francia",{"post_content":135},{"matched_tokens":136,"snippet":137,"value":138},[75,76],"il 10), e un bonus \u003Cmark>una\u003C/mark> \u003Cmark>tantum\u003C/mark> tra i 3000 e i","Si avvia verso la fine lo sciopero dei lavoratori delle raffinerie in Francia Dopo tre settimane, soltanto due siti di TotalEnergies restano ancora bloccati per la protesta, quelli di Feyzin, vicino Lione, e quello di Gonfreville, in Normandia.\r\nLo sciopero, che ha creato penuria e disagi nella distribuzione di carburante in tutto il paese, era rivolto a ottenere aumenti salariali, in un contesto di alta inflazione e di superprofitti realizzati da TotalEnergies. Ad infiammare lo scontro anche le polemiche per i 6 milioni di retribuzione annuale del presidente della compagnia petrolifera, Patrick Pouyanné. 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Ma nonostante ciò, la riduzione drastica delle 46 (!) modalità contrattuali “atipiche” esistenti, assicurata inizialmente dal Ministro Fornero, è stata poi incredibilmente è accantonata, per intervenire solo su alcune specifiche tipologie contrattuali sia applicando nuove pratiche amministrative disincentivanti -anche se per certi aspetti carenti-, sia stabilendo nuovi oneri contributivi, che però rischiano di andare a detrimento anziché a vantaggio dei precari, come vedremo.\r\nCONTRATTI A TERMINE (O A TEMPO DETERMINATO)\r\na) Si tenta lo scoraggiamento di questo tipo di contratti attraverso una penalizzazione, un contributo aggiuntivo dell'1,4%, ma c’è il rischio, per non dire la certezza, che molti (im)prenditori ne scarichino il costo sulle spalle dei lavoratori. Per evitare questo pericolo il governo avrebbe dovuto accompagnare il contributo con un tetto minimo salariale, in modo che i lavoratori non potessero percepire meno di una certa cifra. Nel documento finale della Ministra Fornero, invece, il tetto minimo non c'è.\r\nb) il contributo aggiuntivo dell'1,4% potrebbe avere come conseguenza quella di far ingrossare le fila delle 4 milioni di partite Iva, che diventerebbero per gli imprenditori più convenienti.\r\nc) il contributo aggiuntivo dell'1,4% non si applicherà né ai contratti stipulati per ragioni di carattere sostitutivo (ad es. a chi è assente per maternità) né ai contratti a termine stagionali, né agli apprendisti: in pratica non si applicherà alla stragrande maggioranza dei contratti a termine!\r\nd) Suona come un paradosso beffardo il fatto che il contributo aggiuntivo dell'1,4% vada a finanziare proprio ASpI e mini-ASpI (una sorta di indennità di disoccupazione introdotte con questa riforma), da cui molte tipologie di lavoro precario sono invece tagliate fuori (ne sono esclusi co.co.pro., co.co.co, collaborazioni occasionali, a chiamata, finte partite IVA, associati in partecipazione, ecc..)\r\ne) è grave che al primo contratto a termine di durata non superiore a sei mesi sia stata tolta la causale, che era stata finora il deterrente per l'abuso di questo tipo di contratto. Il lavoratore potrà così essere sciolto anche senza bisogno di indicare il motivo preciso del licenziamento (di carattere tecnico, produttivo, organizzativo). In questo modo la precarietà complessiva viene notevolmente aumentata e resa lecita, permettendo l’abuso del contratto a termine, reiterabile senza limiti per lo stesso lavoratore, in un’altra mansione o con un'altra impresa. La conseguenza potrà anche essere che un datore di lavoro potrà avere forza lavoro di basso livello anche tutta composta di contratti precari, purché ogni sei mesi li sostituisca previa una breve formazione che gli uscenti dovranno fornire agli entranti, usufruendo pure dei “50 giorni” di sforamento concessi per il passaggio delle consegne. L'assenza di causale per il primo contratto a termine è quindi antitetica alle finalità dell’attuale disegno di legge (art.1) che ribadisce essere il lavoro subordinato a tempo indeterminato la forma comune di rapporto di lavoro.\r\nf) La Ministra Fornero illude che allungando l’intervallo tra la stesura di un contratto a termine e l’altro con lo stesso soggetto si possa evitare che centinaia di migliaia di lavoratori continuino a essere precari. Evidentemente alla Fornero sfugge che la vigente normativa consente ai datori di lavoro di reiterare il ricorso al tempo determinato - non necessariamente con gli stessi soggetti - grazie a “causali” di tipo generico. Inoltre allungando il periodo minimo che deve intercorrere fra la scadenza di un contratto ed il suo rinnovo, si costringe di fatto il lavoratore a rimanere disoccupato per un periodo temporale più lungo.\r\ng) Per sanzionare l’utilizzo improprio di contratti a termine, si continua a privilegiare il canale dell’indennizzo giudiziario con un minimo di 2,5 mensilità, davvero modesto, anziché la forma più logica della conversione del contratto a tempo indeterminato\r\nh) È ridotto il periodo entro il quale si deve depositare il ricorso in Tribunale\r\ni) i contratti a termine vengono ulteriormente penalizzati a causa dell’introduzione del trattamento speciale riservato ai lavoratori «svantaggiati» affittati dalle agenzie interinali alle aziende con uno sconto del 20% sulle tabelle contrattuali.\r\nl) Dopo 36 mesi di contratti a tempo determinato il governo consente di far scattare l'assunzione definitiva, ma questo avveniva anche ora (d. lgs. n. 368 del 2001).\r\nm) per i contratti a termine manca una copertura contributiva nei periodi di non lavoro, cosicchè i precari si ritroveranno in pensione con quasi nulla.\r\n\r\nI CONTRATTI A PROGETTO (GIÀ CO.CO.CO)\r\nQuesta forma contrattuale non viene abolita, come promesso inizialmente dal Ministro Fornero\r\na) Occorre prevedere che i compensi non possano mai essere inferiori a quanto previsto, per professionalità analoghe dai CCNL applicati dal committente; questo per scongiurare una concorrenza sleale fra forme di lavoro\r\nb) Per questo tipo di contratto c’è una limitazione a mansioni non solo esecutive o ripetitive. Il progetto non potrà limitarsi a riproporre, come spesso avviene, l'oggetto sociale dell'azienda. Se il progetto manca, il contratto diventa a tempo indeterminato. Se l'attività del lavoratore a progetto finisce per essere sostanzialmente simile, per orario o per compiti svolti, a quella del dipendente, scatta la presunzione del carattere subordinato della prestazione. Viene eliminata la facoltà di introdurre clausole individuali che consentano il recesso del datore di lavoro prima della scadenza del termine o comunque del completamento del progetto, anche in mancanza di una giusta causa, fermo l'obbligo di dare comunque il preavviso al collaboratore\r\nc) Per i collaboratori l'aliquota contributiva previdenziale aumenta di un punto l'anno fino a raggiungere nel 2018 il 33%: dunque anche per i contratti a progetto, come per quelli a termine, l’aumento del carico contributivo rischia di rappresentare una beffa, poiché non e' prevista nessuna salvaguardia sui salari minimi di compenso. Così sarà facile per certi (im)prenditori caricare sui lavoratori l’aumento di costo riducendo il compenso netto in busta paga, come già purtroppo avviene con le clausole inserite in alcuni nuovi contratti dei collaboratori.\r\nd) gli aumenti di contributi sociali a favore della gestione separata dell'Inps da parte dei collaboratori a progetto avvengono a fronte di nessuna estensione degli ammortizzatori sociali, poiché i collaboratori sono esclusi dall’ASPI.\r\n\r\ne) i sindacati confederali avanzavano la necessità di individuare da parte della contrattazione collettiva una soglia di reddito al di sotto della quale non sia possibile accendere a rapporti di lavoro autonomo.\r\nf) per distinguere il vero dal falso lavoro autonomo, non è stata nemmeno oggetto di discussione la possibilità di indicare come criterio identificativo del lavoro dipendente la cosiddetta “doppia alienità”: dei mezzi di produzione e del risultato utile della prestazione. Dunque queste tipologie di lavoro continueranno ad essere utilizzate per coprire la realtà di rapporti di lavoro subordinato\r\ng) manca una copertura contributiva per i periodi di non lavoro di questa tipologia di lavoro, così si andrà in pensione con quasi nulla.\r\nh) grazie ai sindacati c’è un impegno a rendere strutturale l'una tantum riservata ai co. co. pro, un paracadute per il disoccupato che ha bisogno di un sostegno al reddito. Oggi l'una tantum è pari al 30% del reddito dell'anno precedente, con un tetto di 4 mila euro. Ma i requisiti sono più restrittivi di prima, quando di fatto già l'83% dei fondi stanziati per il triennio 2009-2011 non è stato utilizzato (35 milioni su 200), con il 69% di domande respinte (28.674 su 42.550). Senza una revisione, questa salvaguardia continuerà ad essere inutile, oltre che limitato.\r\n\r\nCOLLABORAZIONI O CONSULENZE CON PARTITA IVA\r\nSolo nel 2011 ne sono state aperte ben 535 mila, di cui quasi la metà da parte di giovani, e spesso nascondono veri e propri abusi. Chi è costretto ad aprire una partita Iva, si deve accollare totalmente il costo dei contributi, che altrimenti sarebbe ripartito con la committenza. È dunque un sistema per le imprese per risparmiare sul costo del lavoro, dal momento che si guadagna in media la miseria di 8mila euro l'anno.\r\na) Le partite IVA smascherate non vengono riconosciute come lavoro subordinato ma c’è la loro trasformazione a rapporto di collaborazione coordinato e continuativo e solo poi, eventualmente, in subordinato se ricorrono 2 di questi 3 requisiti: una collaborazione che dura più di sei mesi nell'arco dell'anno, che determina più del 75% dei ricavi del lavoratore, e che ha la postazione del lavoro presso una delle sedi del committente. Ma nessun datore di lavoro è così stupido, se utilizza una falsa partita Iva, da fargli un incarico continuativo di più di 6 mesi o da dargli addirittura una scrivania ed un computer, quindi il 90% delle casistiche di false partite Iva non saranno per niente coinvolte. Inoltre questa norma si applicherà non subito, ma dopo un anno dall'entrata in vigore della legge\r\nb) la stretta dei requisiti sopra descritta non vale per i professionisti che hanno un albo e un ordine professionale, quindi per giornalisti, ingegneri, architetti, avvocati, che sono quelli per i quali abitualmente ci si avvale delle false partire Iva.\r\nc) i pesanti aumenti dei contributi sociali nei confronti delle partite IVA avvengono a fronte di nessuna estensione degli ammortizzatori sociali (ASpI e mini-AspI, una sorta di indennità di disoccupazione), da cui essi sono tagliati fuori.\r\nd) manca una copertura contributiva per i periodi di non lavoro, quindi andranno in pensione con quasi nulla.\r\n\r\nCONTRATO DI APPRENDISTATO\r\nNelle intenzioni del governo l'apprendistato deve diventare il canale privilegiato di accesso dei giovani -ma fino ai 29 anni- al mondo del lavoro, e può durare al massimo fino ai 34 anni, mentre ben più elevata e sopra i 40 anni è l’età che possono raggiungere i lavoratori precari. In realtà questa forma di contratto è senza alcuna garanzia dell'assunzione a tempo indeterminato alla fine del triennio di apprendistato e assomiglia ai tanti altri lavori precari già esistenti.\r\na) l’apprendistato in realtà ha come unico obiettivo quello di abbassare il costo del lavoro, di diminuire le tutele, di poter licenziare senza copertura dell'art. 18 solo con un modesto rimborso economico. Sono dunque 3 anni di apprendistato nel corso del quale il giovane lavoratore senza ammalarsi, fare figli, scioperare o avanzare rivendicazioni di sorta, è perennemente sotto ricatto occupazionale. I vantaggi per gli imprenditori saranno un’aliquota contributiva ridotta al 10%, o addirittura pari a zero per i primi 3 anni di contratto di apprendistato, come previsto in base alle nuove norme per le imprese fino a 9 dipendenti; rispetto al contratto a tempo determinato le aziende risparmieranno fino al 25% del costo del lavoro, e, rispetto al lavoro somministrato, anche il 10-15% di ricarico per le agenzie intermediarie; e poi c’è la possibilità di “sotto-nquadramento”, con 2 livelli in meno rispetto ai lavoratori ordinari che svolgono le stesse mansioni, come afferma il Sole 24 ore; infine c’è la riduzione dei contributi previdenziali che porterà alla riduzione dell’ammontare futuro delle pensioni.\r\n\r\nb) la percentuale di apprendisti stabilizzati per poter procedere a nuove assunzioni, e' stata ridotta per il primo triennio al 30 per cento ed e' una percentuale troppo bassa che, combinata con la possibilità per le imprese di assumere 3 apprendisti ogni 2 lavoratori regolari (mentre prima era 1 ogni 1), può portare ad un utilizzo prevalente di queste forme di lavoro, che è a costi più bassi. Aspetto dunque totalmente contraddittorio con gli obiettivi della presente riforma, che all’art. 1 ribadisce essere il lavoro subordinato a tempo indeterminato la forma comune di rapporto di lavoro.\r\nc) Nel testo presentato alle Camere è stata inserita arbitrariamente dal governo la possibilità di utilizzo della somministrazione a tempo determinato per gli apprendisti, che va soppressa.\r\nd) va evitato il rischio di svuotamento del ruolo di contratto formativo dell'apprendistato attraverso la successione di più contratti, con la totale deresponsabilizzazione dell'utilizzatore in ordine al percorso di apprendistato.\r\ne) c’è un allungamento spropositato e del tutto ingiustificato da un punto di vista professionale dei tempi di prova: 3 anni sono un periodo insensatamente lungo, dato che l’80% dei lavori ha un contenuto professionale molto limitato, che nella maggior parte dei casi si impara in qualche settimana.\r\nf) se il lavoratore fosse licenziato e trovasse occupazione presso un’altra azienda, il suo apprendistato precedente verrebbe azzerato, e questo meccanismo potrebbe protrarsi per sempre.\r\ng) è una tipologia di lavoro che ha il difetto di poter servire a diminuire progressivamente il numero dei lavoratori a tempo indeterminato provvisti di tutele.\r\nh) la durata minima è di 6 mesi ma resta purtroppo la scappatoia di poter essere licenziati poco prima dei 3 anni\r\nIL LAVORO INTERMITTENTE O A CHIAMATA\r\nNegli ultimi tempi ha fatto registrare una forte crescita, ma anche molti abusi, diventando un surrogato del contratto subordinato. CGIL-CISL-UIL avevano segnalato la necessità di sopprimere questo istituto, ma è stato inutile.\r\na) non c’è la volontà di contrastare realmente gli abusi, perché, per evitare che il contratto a chiamata possa coprire forme di utilizzo in nero, nel disegno di legge viene previsto l'obbligo di effettuare una comunicazione amministrativa, che è una prassi troppo snella e inefficace dal momento che basterebbe una semplice telefonata in occasione di ogni chiamata del lavoro. E poi chi volesse utilizzare il lavoro a chiamata per coprire forme illegali di utilizzo di manodopera, se ne guarderà bene dall’obbligo di fare la comunicazione amministrativa.\r\nb) manca una copertura contributiva per i periodi di non lavoro di questa tipologia di lavoro precario, così i lavoratori andranno in pensione con quasi nulla.\r\nCONTRATTI A TEMPO PARZIALE\r\na) Per evitare che il contratto a tempo parziale possa coprire forme elusive di utilizzo in nero della manodopera, si prevede un inefficace obbligo di comunicazione amministrativa da parte del datore di lavoro, da dare in caso di modifica dell’orario di lavoro. Ovviamente chi volesse utilizzare tali strumenti per coprire forme illegali di utilizzo di manodopera, se ne guarderà dall’adempiere all’obbligo di fare la comunicazione amministrativa, e questo testimonia come non vi sia, da parte del governo, la volontà di contrastare realmente gli abusi commessi dai datori di lavoro.\r\nb) è necessario che, come vorrebbero i sindacati, alla luce della riforma previdenziale, venga rafforzata la possibilità di utilizzare il part-time in uscita negli ultimi 5 anni di attività lavorativa, prevedendo il riconoscimento della contribuzione figurativa per le ore settimanali non lavorate.\r\nc) Nel part time, a certe condizioni, il lavoratore potrà chiedere l'eliminazione delle clausole elastiche sull'orario d'impiego\r\n\r\nLAVORO IN SOMMINISTRAZIONE (EX INTERINALE)\r\n\r\na) sono accendibili in assenza di qualsivoglia “esigenza di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo” purché di durata non superiore a “sei mesi” (che però, in assenza di proroga, possono proseguire per altri 50 giorni senza dar luogo a conversione). Ciò significa che un datore di lavoro potrà avere anche tutta la propria forza lavoro con contratti precari, purché ogni sei mesi li sostituisca, utilizzando anche i 50 giorni di sforamento concessi per il passaggio delle consegne e una breve formazione che gli uscenti dovranno fornire agli entranti. Tutto questo in contrasto con le finalità del disegno di legge (art.1) che ribadisce essere il lavoro subordinato a tempo indeterminato la forma comune di rapporto di lavoro\r\nb) in tutti i casi in cui vengano assunti con contratto di somministrazione una platea amplissima di soggetti (lavoratori cosiddetti svantaggi, ultracinquantenni, i privi di diploma superiore, adulti soli con una o più persone a carico ecc), vengono eliminati sia l’obbligo di fornire i motivi del ricorso al lavoro interinale (causali) sia i tetti quantitativi previsti dai contratti, facendolo diventare così l'alternativa o lo sbocco dei contratti a termine e lo sbocco per gli espulsi dai processi produttivi.\r\nc) Non c’è nessuna norma simile a quella prevista per l’apprendistato, che all’art. 5 impone che l’assunzione di nuovi precari dallo stesso datore di lavoro sia possibile solo se almeno il 50 per cento di essi prosegue il rapporto di lavoro al termine del periodo. Mancando dunque una norma di salvaguardia di questo tipo, i lavoratori assunti con questa tipologia di contratto saranno continuamente “usa e getta”.\r\nd) manca una copertura contributiva per i periodi di non lavoro dei precari, così chi usufruisce di questo tipo di lavoro andrà in pensione con quasi nulla.\r\n\r\nASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONE:\r\na) Il testo presentato alle Camere contraddice il contenuto del confronto svolto con le organizzazioni sindacali, che limitava l'attivazione dei rapporti di associazione in partecipazione ai soli familiari entro il 1° grado o coniugi. Ora l’associazione in partecipazione viene nuovamente estesa a tre associati, più coloro che sono legati da rapporto coniugale, di parentela entro il terzo grado e affinità entro il secondo. Questo consente di utilizzare questa tipologia al posto del lavoro dipendente ad esempio in esercizi commerciali anche di una certa dimensione, come già avviene: i 52mila associati guadagnano in media la miseria di 9mila euro l'anno e alle commesse viene chiesto di sottoscrivere questa modalità contrattuale per condividere i frutti dell'impresa, con la conseguenza che in alcuni casi hanno dovuto pagare pure le perdite.\r\nb) gli associati in partecipazione non usufruiscono di ASpI e mini-ASpI (una sorta di indennità di disoccupazione introdotte con questa riforma).\r\nSTAGE E TIROCINI\r\nSono rinviati a una delega. Nella delega deve essere confermata la possibilità di svolgimento unicamente nel percorso formativo.\r\n\r\nLAVORO ACCESSORIO\r\na) Nel testo presentato alle Camere va ripristinato il riferimento al valore orario del voucher, previsto nel confronto svolto con le parti sociali (Documento varato dal CdM del 23 marzo).\r\nb) si assiste ad un'estensione della possibilità di utilizzo del voucher all'intera attività agricola stagionale: questo significa portare tutti i lavoratori agricoli nella soglia dei senza diritti, destrutturare il lavoro agricolo, renderlo più illegale, accessorio, eliminando i vincoli contrattuali per le imprese nel nome della semplificazione. Ricordiamo che in questo campo siamo in presenza di forme diffuse di lavoro nero, anche fra i lavoratori iscritti negli elenchi regolari, in prevalenza immigrati, molti dei quali sono senza diritti, quindi senza pensioni, malattia e disoccupazione.\r\nCONCLUSIONE LAVORO PRECARIO ED ATIPICO\r\nCome si può notare, dunque, il disegno di legge presenta numerose carenze anche per quanto riguarda la parte del lavoro atipico e precario. Sarebbe opportuno quindi che in sede parlamentare se ne prendesse atto, decidendo di intervenire per porvi rimedio. Ci si sarebbe aspettato molto di più da un governo che si proclama “di tecnici” ma che, del resto, ci ha già sorpreso in negativo per le semplicistiche quanto crudeli -verso i meno abbienti- decisioni adottate nella prima manovra economica di dicembre 2011 su Irpef, ICI, benzina e IVA, usando le pensioni come Bancomat pur essendo il sistema in equilibrio fino al 2050, provocando centinaia di migliaia di esodati rimasti senza lavoro e senza pensione e producendo come risultato la perdita di 800mila nuovi posti di lavoro per i giovani a causa dell’allungamento dell’età pensionabile. E oggi che 3 nuovi “consulenti” tecnici vengono chiamati di fatto a sostituire nelle competenze il governo, vediamo con chiarezza la conferma della manifesta incapacità di questa compagine governativa, che si mostra in grado più di raccontarla che di fare.\r\nRiguardo alla “riforma” del lavoro precario, si può constatare come non solo non aumenti i posti di lavoro, ma lasci anche del tutto inevasa la necessaria riduzione delle numerose, infernali tipologie contrattuali precarie ed atipiche esistenti: uno strano modo davvero di rispondere alla crisi! Monti e Fonero non hanno voluto puntare sulla valorizzazione del lavoro proseguendo e peggiorando una tendenza sbagliata che fa leva sulla riduzione dei costi fondata sul lavoro “usa e getta”, anziché adoperarsi per incentivare la ricerca, l'innovazione tecnologica e di prodotto. Ma, come ha detto giustamente Monsignor Bregantini, “il lavoratore non è una merce, non lo si può trattare come un prodotto da dimettere”, e dunque la bussola dovrebbe tornare ad essere un neo-umanesimo laburista, che restituisca serenità e dignità alla persona che lavora.\r\n\r\napprofondimento a cura di\r\n\r\nFranco Pinerolo\r\n\r\n1 Maggio 2012","7 Maggio 2012","2012-05-18 18:53:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/lavoro-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"259\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/lavoro.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","LAVORATORI PRECARI NELLA RIFORMA MONTI – FORNERO",1336403758,[],[],{"post_content":189},{"matched_tokens":190,"snippet":191,"value":192},[75],"di persone (dati Isfol), rappresenta \u003Cmark>una\u003C/mark> vera e propria emergenza nazionale,","Qui di seguito pubblichiamo un contributo arrivato alla mail informazione@radioblackout.org\r\n\r\nLAVORATORI PRECARI NELLA RIFORMA MONTI – FORNERO\r\n\r\nIl lavoro precario, che ormai riguarda l'80% delle nuove assunzioni, e circa 7 milioni di persone (dati Isfol), rappresenta \u003Cmark>una\u003C/mark> vera e propria emergenza nazionale, \u003Cmark>una\u003C/mark> realtà contrattuale senza tutele e diritti. Ma nonostante ciò, la riduzione drastica delle 46 (!) modalità contrattuali “atipiche” esistenti, assicurata inizialmente dal Ministro Fornero, è stata poi incredibilmente è accantonata, per intervenire solo su alcune specifiche tipologie contrattuali sia applicando nuove pratiche amministrative disincentivanti -anche se per certi aspetti carenti-, sia stabilendo nuovi oneri contributivi, che però rischiano di andare a detrimento anziché a vantaggio dei precari, come vedremo.\r\nCONTRATTI A TERMINE (O A TEMPO DETERMINATO)\r\na) Si tenta lo scoraggiamento di questo tipo di contratti attraverso \u003Cmark>una\u003C/mark> penalizzazione, un contributo aggiuntivo dell'1,4%, ma c’è il rischio, per non dire la certezza, che molti (im)prenditori ne scarichino il costo sulle spalle dei lavoratori. Per evitare questo pericolo il governo avrebbe dovuto accompagnare il contributo con un tetto minimo salariale, in modo che i lavoratori non potessero percepire meno di \u003Cmark>una\u003C/mark> certa cifra. Nel documento finale della Ministra Fornero, invece, il tetto minimo non c'è.\r\nb) il contributo aggiuntivo dell'1,4% potrebbe avere come conseguenza quella di far ingrossare le fila delle 4 milioni di partite Iva, che diventerebbero per gli imprenditori più convenienti.\r\nc) il contributo aggiuntivo dell'1,4% non si applicherà né ai contratti stipulati per ragioni di carattere sostitutivo (ad es. a chi è assente per maternità) né ai contratti a termine stagionali, né agli apprendisti: in pratica non si applicherà alla stragrande maggioranza dei contratti a termine!\r\nd) Suona come un paradosso beffardo il fatto che il contributo aggiuntivo dell'1,4% vada a finanziare proprio ASpI e mini-ASpI (\u003Cmark>una\u003C/mark> sorta di indennità di disoccupazione introdotte con questa riforma), da cui molte tipologie di lavoro precario sono invece tagliate fuori (ne sono esclusi co.co.pro., co.co.co, collaborazioni occasionali, a chiamata, finte partite IVA, associati in partecipazione, ecc..)\r\ne) è grave che al primo contratto a termine di durata non superiore a sei mesi sia stata tolta la causale, che era stata finora il deterrente per l'abuso di questo tipo di contratto. Il lavoratore potrà così essere sciolto anche senza bisogno di indicare il motivo preciso del licenziamento (di carattere tecnico, produttivo, organizzativo). In questo modo la precarietà complessiva viene notevolmente aumentata e resa lecita, permettendo l’abuso del contratto a termine, reiterabile senza limiti per lo stesso lavoratore, in un’altra mansione o con un'altra impresa. La conseguenza potrà anche essere che un datore di lavoro potrà avere forza lavoro di basso livello anche tutta composta di contratti precari, purché ogni sei mesi li sostituisca previa \u003Cmark>una\u003C/mark> breve formazione che gli uscenti dovranno fornire agli entranti, usufruendo pure dei “50 giorni” di sforamento concessi per il passaggio delle consegne. L'assenza di causale per il primo contratto a termine è quindi antitetica alle finalità dell’attuale disegno di legge (art.1) che ribadisce essere il lavoro subordinato a tempo indeterminato la forma comune di rapporto di lavoro.\r\nf) La Ministra Fornero illude che allungando l’intervallo tra la stesura di un contratto a termine e l’altro con lo stesso soggetto si possa evitare che centinaia di migliaia di lavoratori continuino a essere precari. Evidentemente alla Fornero sfugge che la vigente normativa consente ai datori di lavoro di reiterare il ricorso al tempo determinato - non necessariamente con gli stessi soggetti - grazie a “causali” di tipo generico. Inoltre allungando il periodo minimo che deve intercorrere fra la scadenza di un contratto ed il suo rinnovo, si costringe di fatto il lavoratore a rimanere disoccupato per un periodo temporale più lungo.\r\ng) Per sanzionare l’utilizzo improprio di contratti a termine, si continua a privilegiare il canale dell’indennizzo giudiziario con un minimo di 2,5 mensilità, davvero modesto, anziché la forma più logica della conversione del contratto a tempo indeterminato\r\nh) È ridotto il periodo entro il quale si deve depositare il ricorso in Tribunale\r\ni) i contratti a termine vengono ulteriormente penalizzati a causa dell’introduzione del trattamento speciale riservato ai lavoratori «svantaggiati» affittati dalle agenzie interinali alle aziende con uno sconto del 20% sulle tabelle contrattuali.\r\nl) Dopo 36 mesi di contratti a tempo determinato il governo consente di far scattare l'assunzione definitiva, ma questo avveniva anche ora (d. lgs. n. 368 del 2001).\r\nm) per i contratti a termine manca \u003Cmark>una\u003C/mark> copertura contributiva nei periodi di non lavoro, cosicchè i precari si ritroveranno in pensione con quasi nulla.\r\n\r\nI CONTRATTI A PROGETTO (GIÀ CO.CO.CO)\r\nQuesta forma contrattuale non viene abolita, come promesso inizialmente dal Ministro Fornero\r\na) Occorre prevedere che i compensi non possano mai essere inferiori a quanto previsto, per professionalità analoghe dai CCNL applicati dal committente; questo per scongiurare \u003Cmark>una\u003C/mark> concorrenza sleale fra forme di lavoro\r\nb) Per questo tipo di contratto c’è \u003Cmark>una\u003C/mark> limitazione a mansioni non solo esecutive o ripetitive. Il progetto non potrà limitarsi a riproporre, come spesso avviene, l'oggetto sociale dell'azienda. Se il progetto manca, il contratto diventa a tempo indeterminato. Se l'attività del lavoratore a progetto finisce per essere sostanzialmente simile, per orario o per compiti svolti, a quella del dipendente, scatta la presunzione del carattere subordinato della prestazione. Viene eliminata la facoltà di introdurre clausole individuali che consentano il recesso del datore di lavoro prima della scadenza del termine o comunque del completamento del progetto, anche in mancanza di \u003Cmark>una\u003C/mark> giusta causa, fermo l'obbligo di dare comunque il preavviso al collaboratore\r\nc) Per i collaboratori l'aliquota contributiva previdenziale aumenta di un punto l'anno fino a raggiungere nel 2018 il 33%: dunque anche per i contratti a progetto, come per quelli a termine, l’aumento del carico contributivo rischia di rappresentare \u003Cmark>una\u003C/mark> beffa, poiché non e' prevista nessuna salvaguardia sui salari minimi di compenso. Così sarà facile per certi (im)prenditori caricare sui lavoratori l’aumento di costo riducendo il compenso netto in busta paga, come già purtroppo avviene con le clausole inserite in alcuni nuovi contratti dei collaboratori.\r\nd) gli aumenti di contributi sociali a favore della gestione separata dell'Inps da parte dei collaboratori a progetto avvengono a fronte di nessuna estensione degli ammortizzatori sociali, poiché i collaboratori sono esclusi dall’ASPI.\r\n\r\ne) i sindacati confederali avanzavano la necessità di individuare da parte della contrattazione collettiva \u003Cmark>una\u003C/mark> soglia di reddito al di sotto della quale non sia possibile accendere a rapporti di lavoro autonomo.\r\nf) per distinguere il vero dal falso lavoro autonomo, non è stata nemmeno oggetto di discussione la possibilità di indicare come criterio identificativo del lavoro dipendente la cosiddetta “doppia alienità”: dei mezzi di produzione e del risultato utile della prestazione. Dunque queste tipologie di lavoro continueranno ad essere utilizzate per coprire la realtà di rapporti di lavoro subordinato\r\ng) manca \u003Cmark>una\u003C/mark> copertura contributiva per i periodi di non lavoro di questa tipologia di lavoro, così si andrà in pensione con quasi nulla.\r\nh) grazie ai sindacati c’è un impegno a rendere strutturale l'una \u003Cmark>tantum\u003C/mark> riservata ai co. co. pro, un paracadute per il disoccupato che ha bisogno di un sostegno al reddito. Oggi l'una \u003Cmark>tantum\u003C/mark> è pari al 30% del reddito dell'anno precedente, con un tetto di 4 mila euro. Ma i requisiti sono più restrittivi di prima, quando di fatto già l'83% dei fondi stanziati per il triennio 2009-2011 non è stato utilizzato (35 milioni su 200), con il 69% di domande respinte (28.674 su 42.550). Senza \u003Cmark>una\u003C/mark> revisione, questa salvaguardia continuerà ad essere inutile, oltre che limitato.\r\n\r\nCOLLABORAZIONI O CONSULENZE CON PARTITA IVA\r\nSolo nel 2011 ne sono state aperte ben 535 mila, di cui quasi la metà da parte di giovani, e spesso nascondono veri e propri abusi. Chi è costretto ad aprire \u003Cmark>una\u003C/mark> partita Iva, si deve accollare totalmente il costo dei contributi, che altrimenti sarebbe ripartito con la committenza. È dunque un sistema per le imprese per risparmiare sul costo del lavoro, dal momento che si guadagna in media la miseria di 8mila euro l'anno.\r\na) Le partite IVA smascherate non vengono riconosciute come lavoro subordinato ma c’è la loro trasformazione a rapporto di collaborazione coordinato e continuativo e solo poi, eventualmente, in subordinato se ricorrono 2 di questi 3 requisiti: \u003Cmark>una\u003C/mark> collaborazione che dura più di sei mesi nell'arco dell'anno, che determina più del 75% dei ricavi del lavoratore, e che ha la postazione del lavoro presso \u003Cmark>una\u003C/mark> delle sedi del committente. Ma nessun datore di lavoro è così stupido, se utilizza \u003Cmark>una\u003C/mark> falsa partita Iva, da fargli un incarico continuativo di più di 6 mesi o da dargli addirittura \u003Cmark>una\u003C/mark> scrivania ed un computer, quindi il 90% delle casistiche di false partite Iva non saranno per niente coinvolte. Inoltre questa norma si applicherà non subito, ma dopo un anno dall'entrata in vigore della legge\r\nb) la stretta dei requisiti sopra descritta non vale per i professionisti che hanno un albo e un ordine professionale, quindi per giornalisti, ingegneri, architetti, avvocati, che sono quelli per i quali abitualmente ci si avvale delle false partire Iva.\r\nc) i pesanti aumenti dei contributi sociali nei confronti delle partite IVA avvengono a fronte di nessuna estensione degli ammortizzatori sociali (ASpI e mini-AspI, \u003Cmark>una\u003C/mark> sorta di indennità di disoccupazione), da cui essi sono tagliati fuori.\r\nd) manca \u003Cmark>una\u003C/mark> copertura contributiva per i periodi di non lavoro, quindi andranno in pensione con quasi nulla.\r\n\r\nCONTRATO DI APPRENDISTATO\r\nNelle intenzioni del governo l'apprendistato deve diventare il canale privilegiato di accesso dei giovani -ma fino ai 29 anni- al mondo del lavoro, e può durare al massimo fino ai 34 anni, mentre ben più elevata e sopra i 40 anni è l’età che possono raggiungere i lavoratori precari. In realtà questa forma di contratto è senza alcuna garanzia dell'assunzione a tempo indeterminato alla fine del triennio di apprendistato e assomiglia ai tanti altri lavori precari già esistenti.\r\na) l’apprendistato in realtà ha come unico obiettivo quello di abbassare il costo del lavoro, di diminuire le tutele, di poter licenziare senza copertura dell'art. 18 solo con un modesto rimborso economico. Sono dunque 3 anni di apprendistato nel corso del quale il giovane lavoratore senza ammalarsi, fare figli, scioperare o avanzare rivendicazioni di sorta, è perennemente sotto ricatto occupazionale. I vantaggi per gli imprenditori saranno un’aliquota contributiva ridotta al 10%, o addirittura pari a zero per i primi 3 anni di contratto di apprendistato, come previsto in base alle nuove norme per le imprese fino a 9 dipendenti; rispetto al contratto a tempo determinato le aziende risparmieranno fino al 25% del costo del lavoro, e, rispetto al lavoro somministrato, anche il 10-15% di ricarico per le agenzie intermediarie; e poi c’è la possibilità di “sotto-nquadramento”, con 2 livelli in meno rispetto ai lavoratori ordinari che svolgono le stesse mansioni, come afferma il Sole 24 ore; infine c’è la riduzione dei contributi previdenziali che porterà alla riduzione dell’ammontare futuro delle pensioni.\r\n\r\nb) la percentuale di apprendisti stabilizzati per poter procedere a nuove assunzioni, e' stata ridotta per il primo triennio al 30 per cento ed e' \u003Cmark>una\u003C/mark> percentuale troppo bassa che, combinata con la possibilità per le imprese di assumere 3 apprendisti ogni 2 lavoratori regolari (mentre prima era 1 ogni 1), può portare ad un utilizzo prevalente di queste forme di lavoro, che è a costi più bassi. Aspetto dunque totalmente contraddittorio con gli obiettivi della presente riforma, che all’art. 1 ribadisce essere il lavoro subordinato a tempo indeterminato la forma comune di rapporto di lavoro.\r\nc) Nel testo presentato alle Camere è stata inserita arbitrariamente dal governo la possibilità di utilizzo della somministrazione a tempo determinato per gli apprendisti, che va soppressa.\r\nd) va evitato il rischio di svuotamento del ruolo di contratto formativo dell'apprendistato attraverso la successione di più contratti, con la totale deresponsabilizzazione dell'utilizzatore in ordine al percorso di apprendistato.\r\ne) c’è un allungamento spropositato e del tutto ingiustificato da un punto di vista professionale dei tempi di prova: 3 anni sono un periodo insensatamente lungo, dato che l’80% dei lavori ha un contenuto professionale molto limitato, che nella maggior parte dei casi si impara in qualche settimana.\r\nf) se il lavoratore fosse licenziato e trovasse occupazione presso un’altra azienda, il suo apprendistato precedente verrebbe azzerato, e questo meccanismo potrebbe protrarsi per sempre.\r\ng) è \u003Cmark>una\u003C/mark> tipologia di lavoro che ha il difetto di poter servire a diminuire progressivamente il numero dei lavoratori a tempo indeterminato provvisti di tutele.\r\nh) la durata minima è di 6 mesi ma resta purtroppo la scappatoia di poter essere licenziati poco prima dei 3 anni\r\nIL LAVORO INTERMITTENTE O A CHIAMATA\r\nNegli ultimi tempi ha fatto registrare \u003Cmark>una\u003C/mark> forte crescita, ma anche molti abusi, diventando un surrogato del contratto subordinato. CGIL-CISL-UIL avevano segnalato la necessità di sopprimere questo istituto, ma è stato inutile.\r\na) non c’è la volontà di contrastare realmente gli abusi, perché, per evitare che il contratto a chiamata possa coprire forme di utilizzo in nero, nel disegno di legge viene previsto l'obbligo di effettuare \u003Cmark>una\u003C/mark> comunicazione amministrativa, che è \u003Cmark>una\u003C/mark> prassi troppo snella e inefficace dal momento che basterebbe \u003Cmark>una\u003C/mark> semplice telefonata in occasione di ogni chiamata del lavoro. E poi chi volesse utilizzare il lavoro a chiamata per coprire forme illegali di utilizzo di manodopera, se ne guarderà bene dall’obbligo di fare la comunicazione amministrativa.\r\nb) manca \u003Cmark>una\u003C/mark> copertura contributiva per i periodi di non lavoro di questa tipologia di lavoro precario, così i lavoratori andranno in pensione con quasi nulla.\r\nCONTRATTI A TEMPO PARZIALE\r\na) Per evitare che il contratto a tempo parziale possa coprire forme elusive di utilizzo in nero della manodopera, si prevede un inefficace obbligo di comunicazione amministrativa da parte del datore di lavoro, da dare in caso di modifica dell’orario di lavoro. Ovviamente chi volesse utilizzare tali strumenti per coprire forme illegali di utilizzo di manodopera, se ne guarderà dall’adempiere all’obbligo di fare la comunicazione amministrativa, e questo testimonia come non vi sia, da parte del governo, la volontà di contrastare realmente gli abusi commessi dai datori di lavoro.\r\nb) è necessario che, come vorrebbero i sindacati, alla luce della riforma previdenziale, venga rafforzata la possibilità di utilizzare il part-time in uscita negli ultimi 5 anni di attività lavorativa, prevedendo il riconoscimento della contribuzione figurativa per le ore settimanali non lavorate.\r\nc) Nel part time, a certe condizioni, il lavoratore potrà chiedere l'eliminazione delle clausole elastiche sull'orario d'impiego\r\n\r\nLAVORO IN SOMMINISTRAZIONE (EX INTERINALE)\r\n\r\na) sono accendibili in assenza di qualsivoglia “esigenza di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo” purché di durata non superiore a “sei mesi” (che però, in assenza di proroga, possono proseguire per altri 50 giorni senza dar luogo a conversione). Ciò significa che un datore di lavoro potrà avere anche tutta la propria forza lavoro con contratti precari, purché ogni sei mesi li sostituisca, utilizzando anche i 50 giorni di sforamento concessi per il passaggio delle consegne e \u003Cmark>una\u003C/mark> breve formazione che gli uscenti dovranno fornire agli entranti. Tutto questo in contrasto con le finalità del disegno di legge (art.1) che ribadisce essere il lavoro subordinato a tempo indeterminato la forma comune di rapporto di lavoro\r\nb) in tutti i casi in cui vengano assunti con contratto di somministrazione \u003Cmark>una\u003C/mark> platea amplissima di soggetti (lavoratori cosiddetti svantaggi, ultracinquantenni, i privi di diploma superiore, adulti soli con \u003Cmark>una\u003C/mark> o più persone a carico ecc), vengono eliminati sia l’obbligo di fornire i motivi del ricorso al lavoro interinale (causali) sia i tetti quantitativi previsti dai contratti, facendolo diventare così l'alternativa o lo sbocco dei contratti a termine e lo sbocco per gli espulsi dai processi produttivi.\r\nc) Non c’è nessuna norma simile a quella prevista per l’apprendistato, che all’art. 5 impone che l’assunzione di nuovi precari dallo stesso datore di lavoro sia possibile solo se almeno il 50 per cento di essi prosegue il rapporto di lavoro al termine del periodo. Mancando dunque \u003Cmark>una\u003C/mark> norma di salvaguardia di questo tipo, i lavoratori assunti con questa tipologia di contratto saranno continuamente “usa e getta”.\r\nd) manca \u003Cmark>una\u003C/mark> copertura contributiva per i periodi di non lavoro dei precari, così chi usufruisce di questo tipo di lavoro andrà in pensione con quasi nulla.\r\n\r\nASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONE:\r\na) Il testo presentato alle Camere contraddice il contenuto del confronto svolto con le organizzazioni sindacali, che limitava l'attivazione dei rapporti di associazione in partecipazione ai soli familiari entro il 1° grado o coniugi. Ora l’associazione in partecipazione viene nuovamente estesa a tre associati, più coloro che sono legati da rapporto coniugale, di parentela entro il terzo grado e affinità entro il secondo. Questo consente di utilizzare questa tipologia al posto del lavoro dipendente ad esempio in esercizi commerciali anche di \u003Cmark>una\u003C/mark> certa dimensione, come già avviene: i 52mila associati guadagnano in media la miseria di 9mila euro l'anno e alle commesse viene chiesto di sottoscrivere questa modalità contrattuale per condividere i frutti dell'impresa, con la conseguenza che in alcuni casi hanno dovuto pagare pure le perdite.\r\nb) gli associati in partecipazione non usufruiscono di ASpI e mini-ASpI (\u003Cmark>una\u003C/mark> sorta di indennità di disoccupazione introdotte con questa riforma).\r\nSTAGE E TIROCINI\r\nSono rinviati a \u003Cmark>una\u003C/mark> delega. Nella delega deve essere confermata la possibilità di svolgimento unicamente nel percorso formativo.\r\n\r\nLAVORO ACCESSORIO\r\na) Nel testo presentato alle Camere va ripristinato il riferimento al valore orario del voucher, previsto nel confronto svolto con le parti sociali (Documento varato dal CdM del 23 marzo).\r\nb) si assiste ad un'estensione della possibilità di utilizzo del voucher all'intera attività agricola stagionale: questo significa portare tutti i lavoratori agricoli nella soglia dei senza diritti, destrutturare il lavoro agricolo, renderlo più illegale, accessorio, eliminando i vincoli contrattuali per le imprese nel nome della semplificazione. Ricordiamo che in questo campo siamo in presenza di forme diffuse di lavoro nero, anche fra i lavoratori iscritti negli elenchi regolari, in prevalenza immigrati, molti dei quali sono senza diritti, quindi senza pensioni, malattia e disoccupazione.\r\nCONCLUSIONE LAVORO PRECARIO ED ATIPICO\r\nCome si può notare, dunque, il disegno di legge presenta numerose carenze anche per quanto riguarda la parte del lavoro atipico e precario. Sarebbe opportuno quindi che in sede parlamentare se ne prendesse atto, decidendo di intervenire per porvi rimedio. Ci si sarebbe aspettato molto di più da un governo che si proclama “di tecnici” ma che, del resto, ci ha già sorpreso in negativo per le semplicistiche quanto crudeli -verso i meno abbienti- decisioni adottate nella prima manovra economica di dicembre 2011 su Irpef, ICI, benzina e IVA, usando le pensioni come Bancomat pur essendo il sistema in equilibrio fino al 2050, provocando centinaia di migliaia di esodati rimasti senza lavoro e senza pensione e producendo come risultato la perdita di 800mila nuovi posti di lavoro per i giovani a causa dell’allungamento dell’età pensionabile. E oggi che 3 nuovi “consulenti” tecnici vengono chiamati di fatto a sostituire nelle competenze il governo, vediamo con chiarezza la conferma della manifesta incapacità di questa compagine governativa, che si mostra in grado più di raccontarla che di fare.\r\nRiguardo alla “riforma” del lavoro precario, si può constatare come non solo non aumenti i posti di lavoro, ma lasci anche del tutto inevasa la necessaria riduzione delle numerose, infernali tipologie contrattuali precarie ed atipiche esistenti: uno strano modo davvero di rispondere alla crisi! Monti e Fonero non hanno voluto puntare sulla valorizzazione del lavoro proseguendo e peggiorando \u003Cmark>una\u003C/mark> tendenza sbagliata che fa leva sulla riduzione dei costi fondata sul lavoro “usa e getta”, anziché adoperarsi per incentivare la ricerca, l'innovazione tecnologica e di prodotto. Ma, come ha detto giustamente Monsignor Bregantini, “il lavoratore non è \u003Cmark>una\u003C/mark> merce, non lo si può trattare come un prodotto da dimettere”, e dunque la bussola dovrebbe tornare ad essere un neo-umanesimo laburista, che restituisca serenità e dignità alla persona che lavora.\r\n\r\napprofondimento a cura di\r\n\r\nFranco Pinerolo\r\n\r\n1 Maggio 2012",[194],{"field":109,"matched_tokens":195,"snippet":191,"value":192},[75],1155199671761633300,{"best_field_score":198,"best_field_weight":145,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":199,"tokens_matched":114,"typo_prefix_score":46},"1112386306048","1155199671761633393",6646,{"collection_name":57,"first_q":25,"per_page":202,"q":25},6,7,{"facet_counts":205,"found":38,"hits":217,"out_of":308,"page":14,"request_params":309,"search_cutoff":35,"search_time_ms":310},[206,214],{"counts":207,"field_name":212,"sampled":35,"stats":213},[208,210],{"count":114,"highlighted":209,"value":209},"frittura mista",{"count":14,"highlighted":211,"value":211},"anarres","podcastfilter",{"total_values":114},{"counts":215,"field_name":34,"sampled":35,"stats":216},[],{"total_values":46},[218,242,264,286],{"document":219,"highlight":233,"highlights":238,"text_match":142,"text_match_info":241},{"comment_count":46,"id":220,"is_sticky":46,"permalink":221,"podcastfilter":222,"post_author":223,"post_content":224,"post_date":225,"post_excerpt":52,"post_id":220,"post_modified":226,"post_thumbnail":227,"post_title":228,"post_type":229,"sort_by_date":230,"tag_links":231,"tags":232},"79307","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-10-01-23/",[209],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Eddy del Movimento di Lotta – Disoccupati “7 novembre” alle prese con nuovi provvedimenti repressivi da parte della magistratura napoletana. Una nuova indagine che sta colpendo divers* esponent* del movimento dei disoccupati e compagn* delle realtà solidali per la giornata di lotta che ha attraversato la città lo scorso 19 Dicembre. Questo ennesimo atto repressivo rappresenta il tentativo di fermare un movimento che dalla richiesta di lavoro è riuscito a saldarsi alle altre lotte che agitano il territorio e, per molti aspetti, riesce a convergere con vertenze nazionali.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/F_m_10_01_Eddy-Disoccupati-7-Novembre-Napoli-su-repressione-movimento.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Lorenzo del sindacato di base SLAI COBAS (operaio ex ILVA in cassaintegrazione) sul decreto salva ex ILVA.\r\n\r\nL’esecutivo ha approvato una sorta di finanziamento ponte, per consentire all’azienda di alleggerire la pesante situazione debitoria creatasi soprattutto nell’ultimo anno, in particolar modo a causa dell’aumento del costo del gas e dell’energia. Un intervento economico che andrebbe quanto meno a sanare, almeno in parte, i debiti nei confronti di Eni (che secondo le stime ammonterebbero all’incirca a 600 milioni di euro) e di Snam che ha sostituito l’azienda del cane a sei zampe nella fornitura di gas, dopo l’interruzione del rapporto avvenuto nei mesi scorsi. Del resto parliamo di due aziende, Eni e Snam, in cui è presente lo Stato: nella prima attraverso il ministero dell’Economia e Finanza (MEF) e Cassa Depositi e Prestiti, quest’ultima presente anche in parte nel controllo di Snam attraverso la società veicolo d’investimento CDP Reti.\r\n\r\nInsomma elargisce altre centinaia di milioni di euro a questa direzione per saldare i debiti, principalmente coi fornitori di energia, rinnova l’immunità penale, senza dare niente agli operai, senza risolvere i problemi di reddito e sicurezza degli impianti che si aggravano di giorno in giorno.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/F_m_10_01_Lorenzo-Slai-cobas-su-finanziamenti-arcelor-mittal.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPer il terzo argomento siamo andati fuori Italia, nello specifico nel Regno Unito, per capire meglio cosa sta alle origini dell'ondata di scioperi che da mesi scuote l'isola britannica.\r\n\r\nGrazie all'intervista realizzata con una lavoratrice londinese che opera e ha lottato nel settore socio/assistenziale, siamo andati a scandagliare le rivendicazioni trasversali all'interno della piattaforma Enough is enough che inquadra i principali motivi per i quali tutti i servizi pubblici sono stati attraversati da questo generale malcontento.\r\n\r\nA risvegliare da anni di torpore la coscienza di classe di questi lavoratori e lavoratrici oltre alle pesantissime ripercussioni dell'inflazione sulle loro condizioni di vita, sono state anche le possibili modifiche al già molto limitato (rispetto ai nostri standard nazionali) diritto allo sciopero, proposte dal primo ministro tory Rishi Sunak, contro le quali ci si sta continuando a mobilitare.\r\n\r\nLa nostra ospite ci lancia inoltre un allarme molto concreto, quello legato a quanto nel Regno Unito è un sistema da anni consolidato e che nel nostro paese vede il suo inizio, ovvero la logica del bonus una tantum in sostituzione di una misura strutturale di sostegno al reddito. Si è parlato di questo e molto altro in riferimento ad una nazione dalla quale non siamo soliti sentire notizie riguardanti mobilitazioni dei lavoratori, aiutandoci ad allargare lo spettro su possibili futuri scenari con cui molto probabilmente ci troveremo a fare i conti.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/F_m_10_01_Lavoratrice-inglese-su-scioperi-nel-regno-unito.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","12 Gennaio 2023","2023-01-12 14:38:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/evidenza-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 10/01/23","podcast",1673534118,[],[],{"post_content":234},{"matched_tokens":235,"snippet":236,"value":237},[75,76,75],"ovvero la logica del bonus \u003Cmark>una\u003C/mark> \u003Cmark>tantum\u003C/mark> in sostituzione di \u003Cmark>una\u003C/mark> misura"," \r\n\r\nIl primo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Eddy del Movimento di Lotta – Disoccupati “7 novembre” alle prese con nuovi provvedimenti repressivi da parte della magistratura napoletana. \u003Cmark>Una\u003C/mark> nuova indagine che sta colpendo divers* esponent* del movimento dei disoccupati e compagn* delle realtà solidali per la giornata di lotta che ha attraversato la città lo scorso 19 Dicembre. 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Abbiamo più volte trattato questo aspetto, cercando di rimanere fuori dal dibattito sull'efficacia dei vaccini di per sè, ma concentrandoci sull'assurdità di una misura (la sospensione) che ha avuto solo un carattere punitivo e vessatorio nei confronti di lavoratrici e lavoratori che per vari motivi hanno deciso di mettere in discussione questo obbligo, ricordiamo che si è trattato di lasciare dei lavoratori totalmente senza stipendio. Quello che è venuto fuori dall'intervista, è che il reintegro non è da considerarsi automatico ed immediato, ma che ci sono tutta una serie di step da affrontare e di possibili ostacoli dietro l'angolo, determinati soprattutto da una sorta di braccio di ferro di responsabilità tra Stato e regioni. Per orientarsi in questo labirinto burocratico e per discuterne i risvolti politici e non solo, il 7 novembre la CUB ha organizzato un incontro on-line alle h 18, il link per partecipare si trova sulle pagine social della CUB Sanità Torino.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/F_m_01_11_Umberto-CUB-sanità-sul-reintegro-personale-sanitario-sospeso.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enrico, nostro inviato dalla Francia, sugli scioperi delle raffinerie e corovita in corso in Francia. Gli abbiamo chiesto:\r\n\r\n* la manifestazione del 16 e del 18 lanciate dalla France Insoumise, dove\r\nhanno partecipato migliaia di persone, come la CGT ha gestito le relazioni\r\npolitiche e la sua partecipazione?\r\n* L’accordo che chiude la vertenza, non firmato dalla CGT, prevede un\r\naumento salariale del 5 per cento (i lavoratori chiedevano il 10), e un\r\nbonus una tantum tra i 3000 e i 6000 euro: potresti entrare nel dettaglio?\r\n* Lo sciopero delle raffinerie e nei depositi di carburante di Total ed\r\nEsso ha rappresentato un primo segnale di sommovimento sociale in questo\r\nautunno: emergono segnali di un possibile crescita della temperatura\r\nsociale?\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/F_m_01_11_Enrico-Riboni-su-sciopero-raffinerie-e-proteste-contro-carovita.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl tezo argomento che abbiamo trattato è stato quello dell'accordo migliorativo ottenuto dal SiCobas presso gli stabilimenti IN'S a Tortona, lo abbiamo fatto in compagnia di Mahmood del SiCobas Torino. Abbiamo voluto dare la buona notizia, scendendo nel dettaglio di tutti quelli che sono i vantaggi ottenuti da questi lavoratori grazie al loro mettersi in gioco in prima persona nelle lotte in concerto col sindacato di base.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/F_m_01_11_SiCobas-su-accordo-migliorativo-INS-Tortona.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","6 Novembre 2022","2022-11-06 14:56:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/ddb3f28a-a64e-4981-9841-03eb37b820ef-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 01/11/2022",1667746600,[],[],{"post_content":256},{"matched_tokens":257,"snippet":258,"value":259},[75,76],"il 10), e un\r\nbonus \u003Cmark>una\u003C/mark> \u003Cmark>tantum\u003C/mark> tra i 3000 e i"," \r\n\r\nIl primo argomento della serata lo abbiamo affrontato con Umberto Ottone del sindacato CUB sulla spinosa questione del reintegro dei lavoratori della sanità che erano stati sospesi per non aver ottemperato all'obbligo vaccinale. 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molti dei quali, con le nuove disposizioni - che li obbligano ad aprire una partita iva per vendere quantitativi superiori a 80 kg l'anno - si sono trovati senza lavoro.\r\nE' iniziata così un'ondata di proteste che ha investito gli assessori all'ambiente di Regione e Provincia, oltre al sindaco Fassino, duramente contestato nel quartiere di Falchera, durante la presentazione del piano città .\r\nAbbiamo ripercorso la vicvenda con Carla Osella, presidente dell'Associazione Italiana Zingari Oggi, con Antonio Storto (ospite in studio), giornalista di Redattore Sociale e con Ciccio, rappresentante dei ferraioli torinesi.\r\n\r\nBUON ASCOLTO!\r\n\r\nferro ciccio 4 pulita equalizzata\r\n\r\n ","16 Aprile 2013","2018-10-17 22:11:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/04/rottame_ferro_pesante473-200x110.jpg","LA GUERRA DEL FERRO",1366148692,[],[],{"post_content":278},{"matched_tokens":279,"snippet":280,"value":281},[75,76],"rame superiori ai 40 chilogrammi \u003Cmark>una\u003C/mark> \u003Cmark>tantum\u003C/mark>.\r\nAmbulanti che, di fatto, sono","Durantela puntata del 12/03/2013 abbiamo parlato della cosiddetta \"guerra del ferro\", \u003Cmark>una\u003C/mark> querelle che ha visto numerose famiglie Rom contrapporsi a Provincia e Regione.\r\nUn caso iniziato con la recente ondata di furti che ha colpito le ex Ferrovie dello stato: tonnellate di rame tranciate via da cavi, binari e guarnizioni, per essere rivendute a commercianti senza troppi scrupoli.\r\nPer contrastare il fenomeno, lo scorso 14 dicembre, la provincia di Torino ha inoltrato \u003Cmark>una\u003C/mark> circolare che vieta alle aziende di acquistare dagli ambulanti partite di ferro e rame superiori ai 40 chilogrammi \u003Cmark>una\u003C/mark> \u003Cmark>tantum\u003C/mark>.\r\nAmbulanti che, di fatto, sono quasi tutti di etnia Rom e Sinti; 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In un paese scosso da una forte crisi, le politiche di Milei, sostenute necessariamente da un’estrema violenza poliziesca a militare, rischiano di far acuire la forbice sociale, condannando alla povertà milioni di persone.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\nQui un articolo di approfondimento\r\n\r\nPovertà e fame. La carta dedicata a te del governo Meloni\r\nLa povertà in Italia è in costante crescita. Sino al 2020 erano considerati poveri quelli che non raggiungevano il 60% del reddito medio, calcolato intorno ai 34.000 euro annuali. Sei povero se hai 20.000 euro l’anno procapite.\r\nSuccessivamente la povertà è stata calcolata in base a 11 indicatori molto complessi, ma il risultato non cambia.\r\nI dati Istat, fermi comunque al 2021, ci forniscono un quadro desolante: le persone che si trovano in condizione di povertà assoluta è quasi triplicato, passando da circa un milione e 900mila a cinque milioni e 600mila, compreso un milione e 400mila minori.\r\nIl governo ha dichiarato guerra ai poveri, come dimostrano le misure, tutte nell’ottica del risparmio rispetto alle precedenti, adottate quest’anno. 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Gli organizzatori si attendono vengano sottoscritti almeno 9.000 accordi commerciali. \r\nUn evento a porte chiuse, dove si sottoscriveranno accordi commerciali per le armi che distruggono intere città, massacrano civili, avvelenano terre e fiumi.\r\nLe maggiori aziende del pianeta venderanno cacciabombardieri, missili balistici, sistemi di controllo satellitare, elicotteri da combattimento, droni armati per azioni a distanza. Quest’anno in Piemonte il fatturato del settore è cresciuto di un miliardo, toccando la ragguardevole cifra di 8 miliardi, mentre gli addetti sono saliti a 35.000. Tutto pur di lavorare? Noi diciamo che lavorare per la guerra è un lavoro sporco, specie se si pensa alle migliaia di persone che potrebbero lavorare nella sanità, nel trasporto pubblico di prossimità, nella scuola e nell’assistenza, dove invece si fanno tagli e si privatizza. \r\nAll’Aerospace and defence meetings si giocano partite mortali per milioni di persone in ogni dove: le armi italiane, in prima fila il colosso pubblico Leonardo, sono presenti su tutti i teatri di guerra.\r\nIn occasione del mercato delle armi verrà posta la prima pietra della Città dell'aerospazio, nuovo polo bellico nel cuore di Torino.\r\nA dare il “benvenuto” ai mercanti d’armi ci saranno anche gli antimilitaristi.\r\nL’appuntamento è alle 12 all’Oval in via Matté Trucco 70.\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nMartedì 28 novembre, giorno di apertura del mercato delle armi\r\nore 12\r\nPresidio all'Oval in via Matté Trucco 70\r\nNo ai mercanti d’armi! No al Polo Bellico!\r\nNo all'aerospace and defence meetings!\r\nNo all’industria bellica\r\nNo alla Città dell’aerospazio!\r\n\r\nVenerdì 8 dicembre\r\nmarcia No Tav da Susa a Venaus\r\nore 12 dal piazzale dell’ex Assa\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 17,30 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","27 Novembre 2023","2023-11-27 12:04:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/2023-11-17-manif-antimili-28-nov-color-200x110.jpg","Anarres del 24 novembre. 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