","Consumo di luogo. La nuova legge urbanistica dell'Emilia Romagna","post",1501010166,[63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/consumo-di-suolo/","http://radioblackout.org/tag/emilia-romagna/","http://radioblackout.org/tag/piano-regolatore/","http://radioblackout.org/tag/privatizzazione/","http://radioblackout.org/tag/semplificazione/","http://radioblackout.org/tag/urbanistica/",[25,21,23,18,70,15],"semplificazione",{"post_content":72,"post_title":76,"tags":79},{"matched_tokens":73,"snippet":74,"value":75},[15],"stessa di una cogente disciplina \u003Cmark>urbanistica\u003C/mark> preventiva e sottraendo meticolosamente ai","Il progetto di legge regionale che intende abolire l’urbanistica in Emilia-Romagna è propagandato con quattro slogan. Nessuno è vero: non c’è risparmio di suolo, non c’è qualificazione urbana, non c’è semplificazione, non si riduce il rischio di infiltrazioni dell'ndragheta.\r\n\r\n \r\n\r\nC’è invece libertà assoluta data alle iniziative immobiliari per nuovi insediamenti nel territorio rurale o di rigenerazione urbana, vietando la possibilità stessa di una cogente disciplina \u003Cmark>urbanistica\u003C/mark> preventiva e sottraendo meticolosamente ai comuni ogni potere e strumento per governarli. Per i normali cittadini e attività produttive ci sono le solite vecchie fruste regole.\r\nL’interesse pubblico alla qualità e funzionalità del territorio è ignorato, e ogni attenzione è dedicata a disporre le condizioni di maggior vantaggio per la rendita fondiaria nelle realtà urbane maggiori.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con l'architetto Ruini, in prima fila nella denuncia e nella lotta contro il nuovo piano.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 07 25 emilia piano reg ruini\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito una breve scheda che riassume le questioni in ballo\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nNon c’è risparmio di suolo\r\nSecondo la giunta regionale, limitando al tre per cento il possibile ampliamento urbano, i 250 chilometri quadrati di espansioni urbanistiche oggi già possibili si ridurrebbero a 70.\r\nNon è così. Ai proprietari di quei 250 chilometri quadrati sarebbero concessi cinque anni per metterne perpetuamente al sicuro la classificazione \u003Cmark>urbanistica\u003C/mark>, stipulando accordi operativi a cui i comuni non avrebbero reale possibilità di sottrarsi né interesse a farlo.\r\n\r\nIl vantato limite del tre per cento all’incremento del territorio urbano sarebbe quindi aggiuntivo alle espansioni urbanistiche già vigenti e confermabili, e comunque elevato in sé: con un incremento del tre per cento le città di Ferrara, Modena, Parma, Ravenna, Reggio crescerebbero ciascuna di due chilometri quadrati, sufficienti ad accogliervi altri ventimila abitanti.\r\n\r\n \r\n\r\nNon c’è qualificazione urbana\r\n\r\nGli interventi di riuso e rigenerazione nel territorio urbanizzato sarebbero interamente ed esclusivamente rimessi all’ iniziativa delle proprietà, che sola avrebbe titolo per sviluppare progetti del tutto arbitrari in quanto esenti da qualsiasi limitazione o regola preventiva su volume, superficie utile, morfologia, uso, dotazioni e geometria; in deroga agli standard nazionali e locali in materia di verde, servizi pubblici e parcheggi; in deroga alle norme nazionali e locali in materia di densità edilizia, altezze e distanze dagli altri fabbricati, e senza alcun obbligo di valutare la sostenibilità ambientale e territoriale di quanto progettato.\r\n\r\nLa regolazione di questi interventi avverrebbe esclusivamente mediante accordi operativi su progetti urbani che i comuni non avrebbero modo di respingere né modificare, perché accuratamente esautorati da qualsiasi effettivo potere.\r\n\r\nNulla impedisce che interventi concepiti in queste condizioni producano selvaggi aumenti di volumi, indifferenti all’impatto prodotto sulla circolazione e sui servizi, privi di dotazioni essenziali e anzi congestivi e parassitari sul contesto urbano. Le parti più sofferenti delle città esigono politiche di diradamento, non di quell’addensamento che appare l’unico intento e la sola prospettiva della proposta di legge.Per questa via non si arriva alla qualificazione della città esistente, ma al suo contrario.\r\n\r\n \r\n\r\nNon c’è semplificazione\r\n\r\nQualsiasi modificazione anche minima del proposto nuovo piano urbanistico generale (PUG), e addirittura la formazione e modificazione di piani urbanistici attuativi si troverebbero assoggettate al medesimo procedimento previsto per la formazione del PUG stesso, del piano regionale e dei piani territoriali di area vasta e regionale. Gli effetti per la normale attività dei comuni sarebbero paralizzanti.\r\n\r\nPer la formazione di accordi operativi di iniziativa privata il progetto di legge prevede invece un iter sostanzialmente snellito e accelerato rispetto agli strumenti urbanistici pubblici.\r\n\r\n \r\n\r\nIl divieto di regolare preventivamente mediante i piani urbanistici i più importanti interventi di rigenerazione urbana e di nuova urbanizzazione, demandando alla negoziazione il compito di definirne contenuti di grande entità economica, introduce la massima discrezionalità nella politica e nell’amministrazione dell’urbanistica, già in sé delicate, con effetti potenzialmente criminogeni. Il rischio di devianze ne è acuito, il pericolo di inserimenti della malavita organizzata altrettanto.\r\n\r\n \r\n\r\nIl progetto di legge risponde pienamente alla casistica completa delle posizioni di interesse immobiliare e dei modi in cui può essere perseguito il loro maggior vantaggio:\r\n\r\n \tle espansioni urbane già previste verrebbero poste irreversibilmente al sicuro, attraverso accordi che i comuni non avrebbero reale possibilità di negare, né di revocare;\r\n \t\r\n \tgli interventi di riuso e rigenerazione nel territorio urbanizzato verrebbero sottratti a qualsiasi limitazione cogente di origine nazionale o locale, e interamente rimessi all’arbitrio delle iniziative immobiliari;\r\n \tun qualsiasi pezzo di campagna non attiguo all’autostrada, né esondabile né in frana sarebbe liberamente utilizzabile per trasferirvi dagli interventi di rigenerazione urbana l’edificabilità non convenientemente utilizzabile sul posto (premialità varie comprese); oppure per attuarvi imprecisati programmi di edilizia residenziale sociale, comunque apportatori di rendita e utili per negoziare altri vantaggi.Ne consegue che i nobili obiettivi del risparmio di suolo e della qualificazione del territorio urbano siano mistificati e asserviti a interessi puramente speculativi. Per fermare lo spreco di suolo e qualificare il territorio, in particolare quello urbano, servono rinnovate politiche, di cui i comuni siano attori principali, nel quadro di solidi riferimenti del piano territoriale regionale e dei piani di area vasta. \r\n\r\nPreoccupa gravemente che questa proposta sia l’avanguardia di un tentativo di sovvertire la legislazione \u003Cmark>urbanistica\u003C/mark> nazionale dal basso, attraverso la proliferazione di leggi regionali che la contraddicono.",{"matched_tokens":77,"snippet":78,"value":78},[15],"Consumo di luogo. 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La maggioranza PD vorrebbe un'approvazione rapida, senza approfondimenti, di una norma che potrebbe fare scuola nel resto del paese, spalancando le porte alla speculazione, al consumo di suolo, agli interessi dei privati che potrebbero operare senza dover sottostare alla maggior parte dei vincoli previsti ora.\r\n\r\nLa proposta di legge si fonda sulla scelta politica di ridurre quanto più possibile i poteri dell'amministrazione pubblica nel governo delle trasformazioni intensive del territorio, promuovendo gli interessi privati come esclusivi motori del cambiamento. Interessi che corrispondono a quelli delle imprese di costruzioni e di altre società che già possiedono aree periferiche non edificate o immobili da riqualificare e vi hanno programmato iniziative immobiliari.\r\nIl presupposto teorico è la deregolamentazione, spacciata per semplificazione, nell'effettuare trasformazioni intensive risponda alle esigenze di sviluppo economico. Che le esigenze della lobby del cemento del tondino e del mattone coincidano con quelle delle persone che vivono nella città e nei paesi dell'Emilia e della Romagna, è permesso dubitare.\r\nNei fatti semplificare significa abolire la disciplina urbanistica, intesa come determinazione preventiva delle trasformazioni ammissibili sul territorio secondo principi di pubblico interesse, fondata sull’accertamento sistematico della loro sostenibilità e sul preordinamento delle condizioni di fattibilità e dei requisiti quantitativi e qualitativi, sia per nuovi insediamenti che per interventi di rigenerazione e qualificazione urbana.\r\nVa da se che ogni programmazione può comunque corrispondere ad un modello di città e di sviluppo che può a sua volta entrare in rotta di collisione con la qualità della vita e dell'abitare delle persone. Comporta tuttavia l'adeguamento a criteri di tutela sociale e ambientale, che verrebbero spazzati via dalla proposta di legge in discussione alla Regione.\r\nUna proposta che prevede che le indicazioni di carattere progettuale e localizzativo che la “strategia per la qualità urbana ed ecologico ambientale ha facoltà di disporre possono essere modificate in sede di accordo operativo senza che ciò costituisca variante al Piano urbanistico generale”. Nelle parti di territorio urbanizzato soggette alla formazione di accordi operativi è addirittura vietato al PUG “stabilire la capacità edificatoria, anche potenziale”.\r\n\r\nSinteticamente le trasformazioni intensive della città sono predisposte e attuate attraverso accordi operativi nei quali la parte privata beneficia:\r\n\r\n- totale derogabilità degli standard regionali e nazionali per le trasformazioni intensive ricadenti in territorio urbanizzato (che possono includere grandi complessi dismessi, e aree inedificate anche ampie);\r\n\r\n- incentivi volumetrici e rilevantissimi sgravi economico-fiscali per l'attuazione delle trasformazioni intensive;\r\n\r\n- capacità di iniziativa attribuita esclusivamente ai privati, i soli titolati a proporre arbitrariamente progetti di ambiti di espansione e di riqualificazione; progetti di cui i comuni possono solo valutare la conformità a una disciplina urbanistica che ai comuni è vietato disporre, o che è comunque liberamente modificabile, nel termine perentorio di sessanta giorni, che li priva di effettiva capacità negoziale;\r\n\r\n- azzeramento di ogni obbligo a carico dei privati in materia di edilizia residenziale sociale, la cui fattibilità ed entità sono rimesse alla negoziazione degli accordi operativi.\r\n\r\nQuesto implica per le trasformazioni intensive del territorio (sia nuovi insediamenti che ristrutturazioni urbanistiche) l’esautoramento dei comuni nelle politiche del territorio e abitative, rendendo impossibili o estremamente limitati e condizionati. Se persino le istituzioni locali non avranno più voce in capitolo sulle scelte urbanistiche fatte dai costruttori, gli abitanti dei territori investiti, se non metteranno in campo forme di resistenza e azione diretta alle scelte non condivise, non ne avranno nessuna.\r\nL'annunciata semplificazione della disciplina urbanistica del territorio urbanizzato, che coinvolge il 90% delle attuali trasformazioni edilizie, quelle minute, dei privati cittadini, non è invece contemplata dalla nuova legge.\r\n\r\nIl cittadino che vuole fare una ristrutturazione del proprio alloggio, sarà ancora obbligato a infinite trafile burocratiche, i palazzinari avranno invece mano libera nel costruire come e dove vorranno.\r\nIn materia ambientale secondo i promotori della legge si dovrebbe ridurre il consumo di suolo, ma in realtà è improbabile che ciò avvenga.\r\nSecondo i dati presentati dall’assessore, gli insediamenti urbani occupano nel territorio regionale 2.280 chilometri quadrati, e i piani urbanistici consentono un’ulteriore espansione di 250. Limitando a un massimo del 3% la crescita del territorio urbanizzato l’espansione ulteriore sarebbe, secondo l’assessore, contenuta in 70 Kmq.\r\nGià un incremento del 3% in sé non è poco: in un medio capoluogo delle province emiliane può corrispondere a un chilometro quadrato e mezzo o due, sufficiente ad accogliere ventimila abitanti.\r\n\r\nNella cornice dello Sbocca Italia renziano, questa legge, se passerà, ha tutte le caratteristiche, del via libera a speculazioni indiscriminate.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un urbanista emiliano, l'architetto Simone Ruini.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-11-22-simone-urbanistica","22 Novembre 2016","2016-11-24 12:08:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/casepopolari-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"193\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/casepopolari-300x193.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/casepopolari-300x193.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/casepopolari.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Emilia Romagna. 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Torino sta cambiando e, per governare questo cambiamento e attrarre investimenti, la giunta comunale deciso di dotarsi di un nuovo piano regolatore generale.\r\n\r\nAbbiamo chiesto a Emanuela, del Coordinamento contro il nuovo piano regolatore, di spiegarci quali sono stati i passaggi avvenuti fino a oggi e quali sono le direttrici che stanno orientando i lavori della giunta. Ascolta e scarica la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/prg.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl Coordinamento contro il nuovo piano regolatore si ritrova in assemblea ogni lunedì alle 18.15 al CSOA Gabrio, in Via Millio 42.","20 Novembre 2023","2023-11-20 19:06:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Grattacielo_Intesa_San_Paolo_-_panoramio_3-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Grattacielo_Intesa_San_Paolo_-_panoramio_3-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Grattacielo_Intesa_San_Paolo_-_panoramio_3-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Grattacielo_Intesa_San_Paolo_-_panoramio_3-1024x680.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Grattacielo_Intesa_San_Paolo_-_panoramio_3-768x510.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Grattacielo_Intesa_San_Paolo_-_panoramio_3-1536x1020.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Grattacielo_Intesa_San_Paolo_-_panoramio_3-2048x1360.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il nuovo piano regolatore a Torino",1700501900,[65,68,181],"http://radioblackout.org/tag/welfare/",[23,15,183],"welfare",{"tags":185},[186,188,190],{"matched_tokens":187,"snippet":23},[],{"matched_tokens":189,"snippet":92},[15],{"matched_tokens":191,"snippet":183},[],[193],{"field":37,"indices":194,"matched_tokens":195,"snippets":197},[27],[196],[15],[92],{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":27,"num_tokens_dropped":49,"score":199,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":49},"578730123365711977",{"document":201,"highlight":225,"highlights":245,"text_match":106,"text_match_info":252},{"cat_link":202,"category":203,"comment_count":49,"id":204,"is_sticky":49,"permalink":205,"post_author":52,"post_content":206,"post_date":207,"post_excerpt":55,"post_id":204,"post_modified":208,"post_thumbnail":55,"post_thumbnail_html":55,"post_title":209,"post_type":60,"sort_by_date":210,"tag_links":211,"tags":220},[46],[48],"21284","http://radioblackout.org/2014/02/gentrificazione-nella-torino-di-lo-russo-assessore-renziano/","Ieri si è riunita per la prima volta una sorta di consiglio di cittadini contrari alle scelte della gentrificazione della città e dello sfruttamento del suolo in modo sconsiderato e mirato a fare esclusivamente cassa, unico obiettivo da cui si direbbe siano dettate le mosse (e le interviste) dell'assessore al'urbanistica Lo Russo; si tratta di persone che rappresentano molte realtà legate alla custodia dello spirito cittadino e alla sostenibilità. Il fulcro di questo neonato movimento è un gruppo che si richiama alla decrescita e in particolare hanno chiamato a raccolta attorno al progetto di collocare in un quartiere già snaturato da grattacieli di banche onnipresenti, di mostri Iren, di palagiustizia, ex macello che – unico nell'area – mantiene la sua destinazione d'uso... il resto è destinato a diventare non solo grande, ma enorme magazzino e così colmare i buchi di bilancio che una politica incapace e corrotta ha creato prima e dopo il business delel Olimpiadi 2006.\r\n\r\nDa un lato abbiamo sentito Karl, apaprtenente a questo movimento che cerca dati, materiali, energie e conoscenze per contraporsi criticamente alle scelte che stanno velocemente trasformando il nostro territorio, a partire da Borgo San Paolo a torino, ma discutendo con Alessandro, ricercatore, progettista e consulente dello Urban Center, le aree che sarebbero degne di attenzione e protezione dalla rapacità degli affari dei politici sono tantissime e anche più lucrose.\r\n\r\nAscoltate il loro dialogo, è molto interessante:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/02/2014.02.13-westinghouse.mp3\"][/audio]","13 Febbraio 2014","2014-02-17 13:38:02","Gentrificazione nella Torino di Lo Russo, assessore renziano",1392326775,[212,213,214,215,216,217,218,68,219],"http://radioblackout.org/tag/decrescita/","http://radioblackout.org/tag/diatto/","http://radioblackout.org/tag/gentrificazione/","http://radioblackout.org/tag/giunta-chiamparino/","http://radioblackout.org/tag/giunta-fassino/","http://radioblackout.org/tag/lo-russo/","http://radioblackout.org/tag/rapacita-politica/","http://radioblackout.org/tag/westinghouse/",[221,28,222,223,32,224,34,15,30],"decrescita","gentrificazione","giunta chiamparino","Lo Russo",{"tags":226},[227,229,231,233,235,237,239,241,243],{"matched_tokens":228,"snippet":221},[],{"matched_tokens":230,"snippet":28},[],{"matched_tokens":232,"snippet":222},[],{"matched_tokens":234,"snippet":223},[],{"matched_tokens":236,"snippet":32},[],{"matched_tokens":238,"snippet":224},[],{"matched_tokens":240,"snippet":34},[],{"matched_tokens":242,"snippet":92},[15],{"matched_tokens":244,"snippet":30},[],[246],{"field":37,"indices":247,"matched_tokens":249,"snippets":251},[248],7,[250],[15],[92],{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":27,"num_tokens_dropped":49,"score":199,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":49},{"document":254,"highlight":274,"highlights":279,"text_match":282,"text_match_info":283},{"cat_link":255,"category":256,"comment_count":49,"id":257,"is_sticky":49,"permalink":258,"post_author":52,"post_content":259,"post_date":260,"post_excerpt":55,"post_id":257,"post_modified":261,"post_thumbnail":55,"post_thumbnail_html":55,"post_title":262,"post_type":60,"sort_by_date":263,"tag_links":264,"tags":269},[46],[48],"78676","http://radioblackout.org/2022/12/frana-di-ischia-le-responsabilita-politiche-di-una-gestione-dei-territori-miope-e-distruttiva/","La frana del 26 novembre a Ischia è stata ancora una volta trattata dalla cronaca come un disastro, così come dalle autorità politiche che dovrebbero essere competenti in materia di dissesto idrogeologico, infrastrutture e piani di gestione del rischio, è stata affrontata come un evento emergenziale da relegare all'urgenza del momento.\r\n\r\nE' chiaro che quanto successo abbia invece delle origini, delle cause e soprattutto delle responsabilità politiche che dimostrano una visione miope e criminale nella gestione dei territori e nella tutela di chi li abita. Morti, dispersi, case e paesi completamente distrutti sono il bilancio di questa frana che non è la prima in un territorio come quello di Ischia, piccola isola nel Golfo di Napoli, soggetta per la sua conformazione a eventi di questo tipo.\r\n\r\nE' importante sottolineare cosa significhi vivere in un territorio come questo e, Lilly Cacace, giornalista che scrive per sapereambiente e vive a Ischia, delinea un quadro interessante entrando in profondità rispetto agli aspetti che coinvolgono la comunità e le relazioni sociali in un luogo in cui non vi sono garanzie rispetto alla tutela del proprio abitare.\r\n\r\nIl contributo di Paolo Pileri, professore di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano, inizia con una panoramica sulla questione del consumo del suolo, tematica trattata in un suo articolo pubblicato da Altreconomia su quanto avvenuto a Casamicciola. Pileri riporta l'attenzione sulla destinazione dei fondi del Pnrr, sottolineando la cecità delle agende politiche in merito alla difesa del suolo e ad una pianificazione urbanistica che è quanto ci sia di più lontano dalla tanto sbandierata sostenibilità ambientale. \r\n\r\nSe da un lato dunque il governo attuale, inserendosi in una dinamica che lo precede in cui le priorità rimangono difendere gli interessi di alcuni ambiti e aziende, indica nelle grandi opere come il ponte sullo stretto o il tav un orizzonte di propaganda ormai quasi superato anche a livello di opinione pubblica, dall'altro lato le amministrazioni locali e la volontà politica specifica in merito a questi temi non ha alcuna capacità di superare la logica delle infrastrutture, della gestione dei territori come spazi da riempire e da cui estrarre valore e profitto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/Ischia-2022_12_01_2022.12.01-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","1 Dicembre 2022","2023-04-19 15:00:53","Frana di Ischia : le responsabilità politiche di una gestione dei territori miope e distruttiva. .",1669914425,[265,266,267,268],"http://radioblackout.org/tag/disastro-ambientale/","http://radioblackout.org/tag/gestione-dei-territori/","http://radioblackout.org/tag/ischia/","http://radioblackout.org/tag/pnrr/",[270,271,272,273],"disastro ambientale","gestione dei territori","ischia","pnrr",{"post_content":275},{"matched_tokens":276,"snippet":277,"value":278},[15],"suolo e ad una pianificazione \u003Cmark>urbanistica\u003C/mark> che è quanto ci sia","La frana del 26 novembre a Ischia è stata ancora una volta trattata dalla cronaca come un disastro, così come dalle autorità politiche che dovrebbero essere competenti in materia di dissesto idrogeologico, infrastrutture e piani di gestione del rischio, è stata affrontata come un evento emergenziale da relegare all'urgenza del momento.\r\n\r\nE' chiaro che quanto successo abbia invece delle origini, delle cause e soprattutto delle responsabilità politiche che dimostrano una visione miope e criminale nella gestione dei territori e nella tutela di chi li abita. 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Le ragioni dell'intervento dell'esercito non sono ancora così evidenti, ma entrano nella tradizione che li ha visti protagonisti (1962, 1978, 1990). La dimensione della protesta sta allargandosi con il passare dei giorni e questo è l'aspetto anodino, dovuto probabilmente dalla democratizzazione avviata da una decina di anni, che può aver instillato il bisogno di liberarsi del totalitarismo e le relazioni con il resto del mondo son diventate così diffuse che è più difficile congelarle completamente, almeno a Yangon e Mandalay, mentre Naypidaw è stata immaginata appositamente per creare consenso: un'ingegneria sociale che si avvale anche della pianificazione urbanistica volta a impedire scontri e manifestazioni di piazza.\r\n\r\nL’ambigua figura di Aung San Suu Kyi non è assimilabile ai militari, ma non è più un’icona occidentale a causa della questione rohingya (cinismo, apartheid, colonialismo britannico e persecuzioni etnico-religiose per fornire un pretesto al land-grabbing), quindi è opportuno svincolare la sua immagine dai luoghi comuni e inserirla nel suo coté culturale, che racconta un’aristocrazia birmana all'interno di una maggioranza etnica all'interno della quale si consuma la sua contrapposizione “dinastica” al potere militare. Una contrapposizione che non prelude al cambio di regime, ma solo del suo gestore: infatti i 5 anni di potere non hanno apportato cambiamenti sostanziali.\r\n\r\nE anche i militari si appellano a istituzioni democratiche, quelle che loro hanno sancito come tali. Da un autoritarismo senza scampo si è avuta un'evoluzione, persino nel momento del golpe: il potere è stato avocato a sé dai militari, ma a norma di legge. Un regime ibrido tipico dell’area; forse anche facendo il gioco della Cina, che di lì fa passare la sua Via della Seta e delocalizza produzioni... e qui si innesta il discorso relativo alle border-lands, dove gli interessi si intrecciano, e comunque ci sono periferie e periferie, ciascuna con pesi politici ed economici diversi, con risorse e lotte armate ancora in corso in svariate regioni, dove le milizie – governative o meno – sono attivamente impegnate a curare il business delle frontiere e a sostenere governi indipendenti locali, controllati da minoranze etniche come shan, kachine, karen... con lotte tra le generazioni diverse di guerriglieri, ciascuna impegnata a perseguire i propri differenti interessi.\r\n\r\n\r\n\r\nDopo aver congedato Stefano Ruzza abbiamo proseguito con il Vietnam, dove si è concluso il XIII congresso del partito comunista che è stato sviscerato da Sabrina in un articolo recente: confermato l'immarcescibile Nguyen Phu Trong 77enne ben al di là dei limiti costituzionali per l'alta carica e paese del Sudest asiatico che spicca tra gli altri per il probabile lancio dovuto alla raccolta di tutta la produzione a basso costo dell'area e non solo, e poi per la sua posizione al centro di ogni accordo economico: sia in funzione anticinese, che in quella filocinese, nonostante si contrapponga militarmente e abbia un contenzioso sulle Spratly con la Cina.\r\n\r\nCina che per una volta si trova nei panni non dell'accusato, ma del buggerato, perché nei oprogetti avviati in Papua non ha potuto avviare la attività, in quanto il governo della Nuova Guinea per ottenere sconti ha affidato una tranche delle reti del 4G a Huawei e un'altra parte all'Australia che non ha completato la sua parte, avendo dovuto stornare parte dei fondi a sussidio dei debiti della Exim Bank (ce ha contratto debiti con la Cina stessa) e quindi non scatta la \"trappola del debito\" e diventa difficile rientrare della spesa per un servizio che non ha potuto andare a regime e quindi non può venire sequestrato a fronte delle inadempienze del cliente.\r\n\r\n\"07 La complessità del Myanmar e la continuità vietnamita\".\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://youtu.be/BD0Xz6UL3ak","7 Febbraio 2021","2021-02-07 02:00:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-1024x681.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-768x511.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417.jpg 1029w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Onde indopacifiche 07",1612663211,[301,302,303,304,305,306,307,308],"http://radioblackout.org/tag/aung-san-su-kiy/","http://radioblackout.org/tag/mandalay/","http://radioblackout.org/tag/myanmar/","http://radioblackout.org/tag/naypidaw/","http://radioblackout.org/tag/nguyen-phu-trong/","http://radioblackout.org/tag/papua/","http://radioblackout.org/tag/vietnam/","http://radioblackout.org/tag/ysngon/",[310,311,312,313,314,315,316,317],"Aung San Su Kiy","Mandalay","myanmar","Naypidaw","Nguyen Phu Trong","Papua","Vietnam","Ysngon",{"post_content":319},{"matched_tokens":320,"snippet":321,"value":322},[15],"si avvale anche della pianificazione \u003Cmark>urbanistica\u003C/mark> volta a impedire scontri e","https://youtu.be/BwxUgFbouUI\r\n\r\n \r\n\r\nIniziamo la settima puntata con un ospite d'eccezione: Stefano Ruzza, dal quale otteniamo una lucidissima analisi dei vari protagonisti e della condizione dei birmani dopo il golpe del 2 febbraio 2021\r\n\r\nLa risposta del paese si sta manifestando in una sorta di rigetto dell'iniziativa golpista: cacerolazo, resistenza passiva, rifiuto del potere dei generali, che comunque hanno un potere forse inattaccabile, per ora. 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Un regime ibrido tipico dell’area; forse anche facendo il gioco della Cina, che di lì fa passare la sua Via della Seta e delocalizza produzioni... e qui si innesta il discorso relativo alle border-lands, dove gli interessi si intrecciano, e comunque ci sono periferie e periferie, ciascuna con pesi politici ed economici diversi, con risorse e lotte armate ancora in corso in svariate regioni, dove le milizie – governative o meno – sono attivamente impegnate a curare il business delle frontiere e a sostenere governi indipendenti locali, controllati da minoranze etniche come shan, kachine, karen... con lotte tra le generazioni diverse di guerriglieri, ciascuna impegnata a perseguire i propri differenti interessi.\r\n\r\n\r\n\r\nDopo aver congedato Stefano Ruzza abbiamo proseguito con il Vietnam, dove si è concluso il XIII congresso del partito comunista che è stato sviscerato da Sabrina in un articolo recente: confermato l'immarcescibile Nguyen Phu Trong 77enne ben al di là dei limiti costituzionali per l'alta carica e paese del Sudest asiatico che spicca tra gli altri per il probabile lancio dovuto alla raccolta di tutta la produzione a basso costo dell'area e non solo, e poi per la sua posizione al centro di ogni accordo economico: sia in funzione anticinese, che in quella filocinese, nonostante si contrapponga militarmente e abbia un contenzioso sulle Spratly con la Cina.\r\n\r\nCina che per una volta si trova nei panni non dell'accusato, ma del buggerato, perché nei oprogetti avviati in Papua non ha potuto avviare la attività, in quanto il governo della Nuova Guinea per ottenere sconti ha affidato una tranche delle reti del 4G a Huawei e un'altra parte all'Australia che non ha completato la sua parte, avendo dovuto stornare parte dei fondi a sussidio dei debiti della Exim Bank (ce ha contratto debiti con la Cina stessa) e quindi non scatta la \"trappola del debito\" e diventa difficile rientrare della spesa per un servizio che non ha potuto andare a regime e quindi non può venire sequestrato a fronte delle inadempienze del cliente.\r\n\r\n\"07 La complessità del Myanmar e la continuità vietnamita\".\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://youtu.be/BD0Xz6UL3ak",[324],{"field":104,"matched_tokens":325,"snippet":321,"value":322},[15],{"best_field_score":284,"best_field_weight":285,"fields_matched":27,"num_tokens_dropped":49,"score":286,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":49},6646,{"collection_name":60,"first_q":15,"per_page":158,"q":15},{"facet_counts":330,"found":158,"hits":366,"out_of":568,"page":27,"request_params":569,"search_cutoff":38,"search_time_ms":14},[331,343],{"counts":332,"field_name":341,"sampled":38,"stats":342},[333,335,337,339],{"count":20,"highlighted":334,"value":334},"anarres",{"count":20,"highlighted":336,"value":336},"Macerie su macerie",{"count":27,"highlighted":338,"value":338},"Harraga",{"count":27,"highlighted":340,"value":340},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":344,"field_name":37,"sampled":38,"stats":364},[345,347,349,351,353,355,357,358,360,362],{"count":27,"highlighted":346,"value":346},"rei",{"count":27,"highlighted":348,"value":348},"aurora",{"count":27,"highlighted":350,"value":350},"reddito",{"count":27,"highlighted":352,"value":352},"l'aquila",{"count":27,"highlighted":354,"value":354},"barriera",{"count":27,"highlighted":356,"value":356},"17 ottobre",{"count":27,"highlighted":15,"value":15},{"count":27,"highlighted":359,"value":359},"san salvario",{"count":27,"highlighted":361,"value":361},"progettazione",{"count":27,"highlighted":363,"value":363},"piano regolatore torino",{"total_values":365},27,[367,427,450,491,514,536],{"document":368,"highlight":396,"highlights":418,"text_match":106,"text_match_info":426},{"comment_count":49,"id":369,"is_sticky":49,"permalink":370,"podcastfilter":371,"post_author":334,"post_content":372,"post_date":373,"post_excerpt":55,"post_id":369,"post_modified":374,"post_thumbnail":375,"post_title":376,"post_type":377,"sort_by_date":378,"tag_links":379,"tags":389},"44822","http://radioblackout.org/podcast/anarres-dell8-dicembre-reddito-e-carita-gated-communities-a-12-anni-dalla-rivolta-di-venaus/",[334],"L'8 dicembre, a 12 anni dalla rivolta di Venaus, abbiamo fatto un nuovo viaggio su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. 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Il dubbio sulle forme di solidarietà da mettere in campo rimane nell'aria, ciò che é evidente é che il commissariamento del CPR di via Corelli nulla ha cambiato rispetto alla quotidiana violenza detentiva ed espulsiva.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Corelli8.3.24Harraga.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","7 Aprile 2024","2024-04-07 11:01:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/rivolta-gradisc1-200x110.png","APPROFONDIMENTO SUL CPR DI VIA CORELLI A MILANO",1712487691,[],[],{"post_content":506},{"matched_tokens":507,"snippet":508,"value":509},[15],"di una conoscenza storica e \u003Cmark>urbanistica\u003C/mark> di questi due CPR con","Estratto della puntata del 8 Marzo 2024 di Harraga\r\n\r\n \r\n\r\nDa quando, nel Marzo 2023, il CPR di Torino ha chiuso, le possibilità detentive amministrative del Nord Italia si riducono alla capienza (periodicamente ridotta grazie al fuoco dei ribelli) delle prigioni per persone senza documenti europei di Gradisca d'Isonzo e Milano via Corelli.\r\n\r\nÈ probabilmente il caso di andare nel profondo di una conoscenza storica e \u003Cmark>urbanistica\u003C/mark> di questi due CPR con il fine di poter immaginare prospettive di lotta reali indirizzate verso una solidarietà il più possibile contundente.\r\n\r\nCon questo proposito abbiamo fatto una diretta con una compagna che, oltre a ricostruire la storia del CPR di Milano e la sua posizione in città, si é soffermata con noi ad analizzare il rapporto tra questa prigione e gli equilibri politici cittadini. Non si può che sottolineare infatti quanto il CPR di via Corelli sia la controprova tangibile della tanto ripetuta, quanto vera, costatazione che: i CPR si chiudono da dentro, e con il fuoco.\r\n\r\nMilano é forse la città in cui più l'approccio di una sinistra pacata ha spinto vistosamente per riformare e/o chiudere da fuori il CPR, smuovendo opinione pubblica, bravi cittadini finanche la magistratura. Niente di troppo problematico in sé, lo scuotere le coscienze addormentate di chi passeggia indifferente a due passi da un lager, se non fosse che la scivolata nella pozzanghera fangosa di una pacificazione della potenza rivoluzionaria degli oppressi in rivolta, appare, forse, dietro l' angolo. Il dubbio sulle forme di solidarietà da mettere in campo rimane nell'aria, ciò che é evidente é che il commissariamento del CPR di via Corelli nulla ha cambiato rispetto alla quotidiana violenza detentiva ed espulsiva.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Corelli8.3.24Harraga.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[511],{"field":104,"matched_tokens":512,"snippet":508,"value":509},[15],{"best_field_score":284,"best_field_weight":285,"fields_matched":27,"num_tokens_dropped":49,"score":286,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":49},{"document":515,"highlight":527,"highlights":532,"text_match":282,"text_match_info":535},{"comment_count":49,"id":516,"is_sticky":49,"permalink":517,"podcastfilter":518,"post_author":432,"post_content":519,"post_date":520,"post_excerpt":55,"post_id":516,"post_modified":521,"post_thumbnail":522,"post_title":523,"post_type":377,"sort_by_date":524,"tag_links":525,"tags":526},"62306","http://radioblackout.org/podcast/macerie-su-macerie-13-07-20-piccola-storia-della-citta-industriale-pt-1/",[336],"L'immagine sovrastante rappresenta uno scorcio londinese intorno al 1870 quando il completamento della privatizzazione delle terre demaniali ed ecclesiastiche fece sfollare in un nuovo esodo masse di contadini e braccianti. Quest'ondata di diseredati verso la città costituì la carne da macello della società industriale nascente: i nuovi arrivati venivano sfruttati fino allo sfinimento nelle nascenti fabbriche, intrappolati in case affollate e in rovina in mezzo alle ciminiere fumose, privati di qualunque bene; anche il pane, un tempo prodotto con l'attività della terra è da quel momento trasformato in merce e corrispondente a un prezzo variabile, procurabile solo in cambio di una parte di salario.\r\n\r\nNon è un fenomeno solo inglese e nel giro di alcuni decenni raggiunge tutte le città europee accompagnandosi però a una tensione rivoluzionaria generale. Le strategie degli stati-nazione per arginare il pericolo sovversivo e dare spazio alla società delle fabbriche e del consumo sono molteplici, tra le principali proprio quella che riguarda la forma della città e la sua ingombrante eredità urbanistica medievale, che rischiava di agevolare sommosse e sedizioni. Viali ampi, luce ed strutture d'igiene furono gli obiettivi di prefetti e urbanisti del periodo per imprimere il fondamento materiale al capitalismo moderno.\r\n\r\nDalle ciminiere di Manchester agli sventramenti di Haussmann, a Macerie su Macerie una piccola storia della nascita della città industriale con alcuni stralci tratti da \"La città nella storia d'Europa\" di Leonardo Benevolo, per carpire quanto il periodo in esame sia estremamente illuminante riguardo alle visioni che ancora oggi reggono il discorso pubblico, l'estetica urbana e le linee di esclusione degli \"inurbati\".\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/13lugliodef.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAlcuni resti di Parigi medievale e una mappa pre-Haussmann:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nAlcuni sventramenti del prefetto francese lungo l'asse del Boulevard Richard Lenoir nel 1863:\r\n\r\n\r\n\r\nParigi oggi:","14 Luglio 2020","2020-07-14 18:11:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/Parigi-veduta-della-città-lungo-lasse-del-Boulevard-Richard-Lenoir-nel-1863-200x110.jpg","Macerie su Macerie - 13/07/20. 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La Torino globale del PD\r\n\r\nvideo “Gentrification a Berlino”\r\nInterventi di:\r\nSimone Ruini – i processi di gentrificazione – urbanistica e questione sociale\r\nMatteo Barale - militarizzazione dei quartieri, la gentrificazione a San Salvario e Barriera, il ruolo delle fondazioni e dell’Urban Center -\r\nWalter Modonesi – il piano regolatore di Torino compie vent’anni – dalla città dell’auto al baraccone “always on the move” tra sport, arte, cibo –\r\nUrbanisti ed architetti che ci racconteranno della nostra città e delle macerie dietro alla vetrina della stimata coppia Chiamparino/Fassino. Una vetrina da spezzare.\r\nCostruiamo la città solidale, prendiamoci gli spazi per vivere, ballare, giocare, far crescere i bimbi, fare le cose che ci servono, senza padroni né governi.\r\n\r\nPer un assaggio delle tematiche che verranno affrontate ascolta le interviste realizzate da Anarres con due degli architetti e urbanisti che interverranno alla serata.\r\n\r\nSimone Ruini:\r\n2014 06 07 gentrification simone\r\n\r\nWalter Modonesi:\r\n2014 10 09 walter mod piano reg to\r\n\r\n...e l'approfondimento realizzato con Gian Maria Valent, ricercatore all'università di Padova ed autore di una ricerca sulla gentrificazione delle città colpite da catastrofi. 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