","Urbanizzazione estrattiva: un centro commerciale mastodontico ad Abbiategrasso","post",1591961525,[61,62,63,64,65,66,67,68,69,70],"http://radioblackout.org/tag/abbiategrasso/","http://radioblackout.org/tag/blackout/","http://radioblackout.org/tag/centro-commerciale/","http://radioblackout.org/tag/citta/","http://radioblackout.org/tag/estrattivismo/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/milano/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/urbanizzazione/","http://radioblackout.org/tag/urbano/",[72,73,74,75,76,50,77,78,15,79],"abbiategrasso","blackout","centro commerciale","città","estrattivismo","milano","news","urbano",{"post_content":81,"post_title":85,"tags":89},{"matched_tokens":82,"snippet":83,"value":84},[15],"del Ticino. Il modello di \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark> neoliberista votato alla liberalizzazione edilizia","Ad Abbiategrasso va avanti da 20 anni il progetto di un centro commerciale dell'estensione di 64 campi da calcio, a cui i comitati ambientali continuano ad opporsi. Ora la decisione è stata presa dall'amministrazione comunale, senza nessun consulto con chi abita. il centro commerciale cambierà il volto paesaggistico e ambientale della zona, immersa nel parco del Ticino. Il modello di \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark> neoliberista votato alla liberalizzazione edilizia e degli investimenti esteri rappresenta un modello che viene chiamato di sviluppo ma che va a distruggere il tessuto urbano, oltre all'economia contadina e piccolo commercio. Progetti di questo tipo venduti come positivi: porteranno lavoro e soldi nelle casse. Basta approfondire la cosa per vedere che sono falsità. Si è ormai saturi di grandi e medie superfici di distribuzione. Si è creato un comitato che si è mobilitato per bloccare il progetto, ma ora sembra proprio che stia per prendere il via, nonostante non se ne capisca la necessità (altra dalla speculazione) e siano tanti in città gli edifici inutilizzati, vuoti e in decadenza.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/abbiategrasso.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":86,"snippet":88,"value":88},[87],"Urbanizzazione","\u003Cmark>Urbanizzazione\u003C/mark> estrattiva: un centro commerciale mastodontico ad Abbiategrasso",[90,92,94,96,98,100,102,104,106,109],{"matched_tokens":91,"snippet":72},[],{"matched_tokens":93,"snippet":73},[],{"matched_tokens":95,"snippet":74},[],{"matched_tokens":97,"snippet":75},[],{"matched_tokens":99,"snippet":76},[],{"matched_tokens":101,"snippet":50},[],{"matched_tokens":103,"snippet":77},[],{"matched_tokens":105,"snippet":78},[],{"matched_tokens":107,"snippet":108},[15],"\u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark>",{"matched_tokens":110,"snippet":79},[],[112,117,120],{"field":35,"indices":113,"matched_tokens":114,"snippets":116},[39],[115],[15],[108],{"field":118,"matched_tokens":119,"snippet":88,"value":88},"post_title",[87],{"field":121,"matched_tokens":122,"snippet":83,"value":84},"post_content",[15],578730123365712000,{"best_field_score":125,"best_field_weight":126,"fields_matched":127,"num_tokens_dropped":47,"score":128,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},"1108091339008",13,3,"578730123365711979",{"document":130,"highlight":146,"highlights":158,"text_match":123,"text_match_info":166},{"cat_link":131,"category":132,"comment_count":47,"id":133,"is_sticky":47,"permalink":134,"post_author":50,"post_content":135,"post_date":136,"post_excerpt":53,"post_id":133,"post_modified":137,"post_thumbnail":138,"post_thumbnail_html":139,"post_title":140,"post_type":58,"sort_by_date":141,"tag_links":142,"tags":145},[44],[46],"28900","http://radioblackout.org/2015/03/la-finanza-globale-la-macchina-a-vapore-della-nostra-epoca/","La traduzione che segue, a cura della redazione informativa di Radio Blackout, è estrapolata da un intervento della sociologa Saskia Sassen a una conferenza organizzata dal Sib di Utrecht sul tema di un suo libro recente: \"Expulsions: brutality and complexity in the global political economy\".\r\n\r\nVoglio porvi ora una domanda semplice ma grande al tempo stesso, e ho intenzione di darvi qualche minuto prima di rispondere… La domanda è: qual è la macchina a vapore della nostra epoca?\r\n\r\nNon posso certo farvi rispondere tutti ma spero che alcuni di voi stiano pensando che questa domanda ha certamente un senso. Quando pongo la questione di solito le persone rispondono \" le tecnologie informatiche. Quelle sono la macchina a vapore della nostra epoca\". \r\n\r\nIo dico di no, in parte a mo' di provocazione, in parte no. Certo che le tecnologie informatiche sono così potenti e pervasive ma non sono la nostra macchina a vapore. Esse sono fondamentalmente cose intermedie che possono essere utilizzate in modi diversi. \r\n\r\nMa quando parlo di macchina a vapore intendo anche un elemento che è sicuramente la macchina a vapore stessa, il treno, ma che è anche indirettamente presente in molti altri settori. Quindi sicuramente quella delle tecnologie informatiche è una buona risposta. Ma io dico comunque di no. io dico che la risposta oggi è la finanza globale. Ora facciamo un piccolo inciso: la finanza non è il sistema bancario, la finanza non è un faccenda di soldi e basta, la finanza è una capacità/potenzialità ed è proprio per questo che è tanto invasiva e pericolosa. Essa modella e rimodella le nostre vite, le nostre economie, i nostri stati, ogni cosa insomma. Quindi penso che la distinzione che possiamo fare tra il sistema bancario tradizionale e il sistema finanziario è che la banca vende qualcosa, in genere denaro, che possiede, mentre la finanza vende qualcosa che non ha e dentro questa transazione la sua creatività e la sua pericolosità risiedono proprio in ciò che non ha. Perché ponte dopo ponte dopo ponte arriva dappertutto. Ha bisogno di invadere altri settori, invasione che avviene in determinate maniere attraverso determinati strumenti che sono elaborati nei forum finanziari e via dicendo. Per la finanza insomma \"tutto fa brodo\". Ora fatevi mostrare un'immagine che esemplifica il concetto di finanza come potenzialità: guardate questo grafico, in soli sei anni, che è un brevissimo lasso di tempo, questo particolare strumento creato dalla finanza che sono i CDS (credit default swaps) sono passati da un trilione a 62 trilioni. Ora 62.000 miliardi di dollari è una cifra più alta del PIL globale. Cioè tutte le economie del mondo in quello stesso anno hanno prodotto un PIL di 54 trilioni di dollari. Questi 62 trilioni nel 2007 non sono in fondo che il 10 per cento del valore complessivo della finanza che in quell'anno è stato di 630 mila miliardi, superando il PIL globale di 15 volte. Ora quei 630 mila miliardi non esistono sotto forma di moneta. Abbiamo grandi difficoltà a sapere quale sia la quantità complessiva di moneta corrente in circolazione ma pur non sapendolo sappiamo che è certamente di molto inferiore al valore al valore complessivo della finanza. \r\n\r\nQuindi torniamo al concetto di potenzialità, perché è ciò che in potenza può crescere molto rapidamente monetizzando un valore che in realtà non esiste. \r\n\r\nQuando è arrivata la crisi, nel 2008, 45 miliardi sono svaniti nel giro di un mese. Puf! come non fossero mai esistiti. \r\n\r\nLasciate che vi faccia un esempio, perché questi sono strumenti utilizzati non solo dalle aziende ma anche da molte amministrazioni comunali: un anno fa alcuni di voi potrebbero aver letto che in Italia quattro comuni avevano contratto un prestito con una banca europea di cui qui non dirò il nome. Bene, queste amministrazioni pensavano che quel prestito fosse di un certo tipo, e stavano pagando un interesse mensile su questo prestito. Ma un giorno, circa un anno fa, hanno scoperto che si trattava in realtà di un derivato che era a un certo punto imploso. Insomma quei soldi erano scomparsi. Il prestito su cui pagavano gli interessi materialmente non c'era. E così quei comuni che pensavano di aver stipulato una specie di mutuo in realtà non avevano un bel niente. \r\n\r\nQuesta è un'indicazione della potenza di cui stiamo parlando. \r\n\r\nCi sono un sacco di queste storie, ora vi mostrerò il potere della finanza e della sua necessità di invadere tutti i tipi di settore. \r\n\r\nLa slide che state guardando mostre a come succede che quartieri popolari diventino parte della finanza globale. La chiave è che i profitti per i gruppi finanziari che vendono sub-prime e altri tipi di mutuo ai modesti proprietari non derivano dal pagamento dei mutui stessi; la fonte dei profitti è l'apertura di una grandissima quantità di mutui in modo da venderli agli investitori, incluse banche ed investitori stranieri. La cosa funziona perché questi derivati sono venduti accorpati a prodotti finanziari di più alta qualità.\r\n\r\nQuello che cerco di dire è come avviene che la finanza, un'algoritmo tanto complesso, creato da fisici e micro economisti, getti concretamente un ponte verso un quartiere popolare? Il punto chiave è che nel 2000 gli investitori di alto livello dicevano al mondo finanziario di sviluppare strumenti che si appoggiassero a cose concrete. Ora negli USA a quel punto era già stato tutto finanziarizzato, ciò che rimaneva erano i ceti medio bassi che ancora non possedevano una casa e che inevitabilmente avrebbero acquistato case modeste. \r\n\r\nQuindi qual'è stata la sfida della finanza? \r\n\r\nScollegare il valore di quelle casette dallo strumento che andava a mettersi in moto e produrre un sacco di profitti nel circuito dell'alta finanza. Ci sono voluti 16 passaggi ai fisici per creare uno strumento tanto micidiale. So che questo è un po' astratto per quelli che non hanno familiarità con queste cose, ma non perderò più di un minuto su questa materia tanto oscura. Il fine quindi era quello di creare una modalità in grado di produrre enormi quantità di profitti. \r\n\r\nVi mostro i risultati: in una breve ma brutale storia che inizia nel 2005 e continua ancora oggi nel 2014 e 2015, oltre trenta milioni di case sono state sequestrate per morosità. Secondo la nostra banca centrale circa10 milioni di famiglie sono state cacciate dalle loro case. Perché quello strumento finanziario non era certo stato pensato per proteggerli e dare loro una casa. Ora questa brillante modalità si è diffusa anche in Europa. E anche se i numeri sono più piccoli potete vedere che il più alto numero di pignoramenti sono in Germania. Ora tutto quello che leggete sulla Germania, sul Financial Time, un giornale molto serio, è che la Germania sta facendo molto bene. E sta facendo bene, incredibilmente bene , in realtà. Ma c'è un livello sottostante che è abbastanza invisibile: dove c'è impoverimento vi è perdita di diritti, di protezione; come potete vedere ogni anno 90.000, 80.000, 86.000 persone vengono buttate fuori dalle loro case. \r\n\r\nOra il paese con i più bassi pignoramenti vi sono la Bulgaria, la Finlandia, la Danimarca, i Paesi Bassi, ma nessun paese sfugge a queste dinamiche. Sono processi che continuano ma quello che mi interessa è anche come possono diventare invisibili. C'è un livello di invisibilità che prescinde dalla realtà. \r\n\r\nQuindi torniamo ai 10milioni di proprietari USA, queste sono in realtà famiglie, una famiglia può essere una, due o tre persone, si tratta di 30milioni di persone. Io sono olandese e il mio paese ha 16milioni di persone. RE' come se una voce dall'alto avesse detto \"ok tutti voi abitanti dell'Olanda fuori dalle vostre case, fuori dal vostro territorio. Dove andrete non so, ma fuori!\"\r\n\r\nQuesta è la realtà e tutto ciò è ben visibile, ci sono interi quartieri disabitati, case vuote, chi ci va a vivere? nessuno ci va! Questi quartieri dormitorio istituiti alla periferia delle città funzionano come immensi e ordinati campi profughi, irrimediabilmente deserti. \r\n\r\nQuindi c'è questo problema: ciò che produce vaste distruzioni materiali non è necessariamente visibile.\r\n\r\nOra voglio continuare con qualcosa che ci riguarda tutti, che cos'è questo ponte che la finanza può costruire verso le nostre case, incluse quelle più modeste? Ecco un'altra breve storia brutale: guardate ancora una volta le cifre, non tutte per carità, voglio solo sottolineare alcuni aspetti. \r\n\r\nInnanzitutto il titolo \"il rapporto tra il credito delle famiglie\", beh suona bene, peccato però che il credito non sia denaro effettivamente da spendere ma in realtà rappresenta il debito delle famiglie. Quindi è meglio dire \"il rapporto tra il debito delle famiglie e il credito personale disponibile\", si tratta di dati del FMI che sono disponibili per l'intero pianeta. Prendiamo l'Ungheria nel 2000, il rapporto è dell'11% ed è molto ragionevole. Allora negli USA eravamo già oltre il 100%, quindi avevamo l'intera popolazione in debito. E guardate di nuovo l'Ungheria lo stesso rapporto cinque anni dopo è del 40%, in soli cinque anni è aumentato di quattro volte. Se guardate agli USA nello stesso periodo quel rapporto era già del 132%. Ora la Germania, sempre 70% anno dopo anno, un tipo di stabilità sorprendente, quasi divertente. Quando vedo questi dati mi chiedo chi possiede quel debito? Se a possederlo è una piccola banca locale, diciamo tradizionale, sappiamo che una buona parte di quell'interesse almeno circolerà nelle nostre città. Se invece a possederlo è una grande banca straniera saranno semplicemente soldi che se ne sono andati. Le possibilità che quel denaro torni in circolo sono minime. \r\n\r\nCosì sono andata a guardare tra i dati nel database del FMI, operazione molto noiosa ma è possibile trovare dati che anch'io trovo interessanti. Così torniamo all'Ungheria: vediamo che nel 2006 il 40% di quel debito è di proprietà di banche straniere, non solo americane ma anche svizzere, tedesche, austriache. Il risultato è che non c'è ricircolo di quegli interessi che la gente paga nelle proprie città. \r\n\r\nQuesto è esattamente quello che succede nel franchising. Sapete tutti cos'è l diritto di franchising ? come certe catene di hotel o gli starbucks…tutte le grandi catene insomma. Una parte del profitto viene staccato e rimane fuori dal territorio invece di circolare all'interno. Mentre invece è provato che un bar, un'impresa locale, tendono a rimettere il denaro in circolo nel territorio. Il franchise non solo estrae a monte una certa quantità di ricchezza e ne farà probabilmente un complicato strumento finanziario. \r\n\r\nQuindi è positivo che ogni realtà locale provi a costruire i propri luoghi di produzione e di consumo. Esiste però un'altra faccia di questa stessa storia: un mercato immaginario che è proprio all'opposto, questi sono i super ricchi. Andremo molto velocemente su questo, i dati che vedete sono i prezzi minimi per una casa o un appartamento. E' un mercato speciale che opera in circa 20 città, ed è parte di una questione seria, sono sempre investitori stranieri a prendervi parte, ed è un mercato che è iniziato crac sei o sette anni fa. Quello che voglio dire veramente, se ci fermiamo un attimo e ci chiediamo \"cosa vedo in questo mercato dei super prime\"? E parliamo solo di abitare, e non stiamo parlando di palazzi, di uffici, ma fondamentalmente di abitazioni. Quello che davvero sta succedendo è che questi super ricchi si stanno comprando il territorio urbano. \r\n\r\nIn che modo si può comprare il territorio urbano?\r\n\r\nTu non compri proprio la terra ma la compri in forma di edifici. Quindi se prendiamo l'esempio del centro di Londra, il centro finanziario, il 70% dei palazzi è posseduto da capitale straniero. E questa è una storia che si ripete. \r\n\r\nBerlino in questo senso è abbastanza speciale, ma anche Berlino sta andando in quella direzione. All'inizio il Mitte si era infatti caratterizzato per una modalità di sviluppo urbano improntato alla piccola proprietà, ma nel mondo possiamo dire che c'è una vera e propria spinata a comprare il territorio urbano. Così spesso assistiamo a operazioni commerciali volte ad acquistare una serie di isolati, con stradine e tutto, che diventano di un solo proprietario. Ciò significa che stanno letteralmente privatizzando tutto quello che era lo spazio pubblico. \r\n\r\nCosì quando si visita oggi una città, che è una città globale, succedono molte cose che stanno distruggendo totalmente la nozione stessa di città, lo spazio pubblico della città che è la strada. Uno spazio caratterizzato da indeterminatezza; si sovradetermina lo spazio urbano se si crea un centro commerciale dove una volta c'era il tessuto sociale urbano…piccole strade, piccole case, piccoli negozi, si semplifica quello spazio. E in questo senso a mio modo di vedere una delle sfide di oggi in termini di spazio urbano è il tema dell'indeterminatezza. Stiamo perdendo indeterminatezza a causa della sovradeterminazione del nostro spazio. \r\n\r\nlo stesso avviene con l'edilizia per i super ricchi, si compreranno cinque case per costruire quelle che chiamiamo MacMansion, dimore di lusso sovradimensionate.\r\n\r\nQuindi se vogliamo guardare a ciò che rimane in ombra in questa dinamica di comprare case e costruire edifici, io vedo la compera del territorio urbano. Questa è la nuova frontiera. Esiste poi una storia più vecchia e un diverso tipo di acquisto di terreni che non sono urbani ma che vogliamo comunque inquadrare nel discorso dell'urbanizzazione. \r\n\r\nSe c'è una cosa che mi irrita è sentire politici che non si sono mai interessati ai problemi della città ripetere continuamente che ormai la maggior parte della popolazione mondiale vive in città. La città, la città, la città…questo è tutto quello che dicono. Ma vi è tutta una storia che fa parte di questa urbanizzazione, ma rimane nell'ombra intorno a ciò che è visibile della condizione urbana. Ecco di cosa sto parlando, Land-Grab : per dirla in termini empirici ci sono circa 15 governi, incluse Cina, paesi del golfo, regno unito, usa, svezia, corea del sud, più un centinaio di grosse imprese che dal 2006 al 2010 si sono accaparrati 220milioni di ettari tra Africa, Latino America, Cambogia e Ucraina.\r\n\r\nora quando la Cina, solo per citarne uno, compra 2,8 milioni di ettari di terreno in Zambia e un numero simile in Congo, cose successe solo qualche anno fa, per creare una piantagione di palme per biocarburanti, che cos'è che effettivamente accade? Ebbene, quello che succede è la massiccia distruzione della flora, della fauna, ma anche delle economie rurali, villaggi con lunga genealogia di significati, con forme di conoscenza stratificate attraverso le generazioni… totalmente cancellate!\r\n\r\nMa c'è dell'altro: dove andranno mai queste persone? Indoviante un pò. Vanno nelle città.\r\n\r\nLe città, le grandi città anarchiche, sono l'ultimo posto dove ancora i poveri possono posare il loro corpo, e così abbiamo gli slums, le favelas, le baraccopoli… Quindi tornando a ciò che resta in ombra dei processi di urbanizzazione, quello che resta in ombra poi nello stesso linguaggio dell'urbanizzazione, è un intero mondo che non è assolutamente urbano, lo stesso land-grabbing (ovvero i furti di terra).\r\n\r\nSegue il contributo audio della traduzione in studio sopra l'originale inglese in overdub.\r\n\r\nSaskiaSassen_BrutalityandComplexity\r\n\r\n ","31 Marzo 2015","2015-04-02 14:44:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/00221917e13e0e57ec1e03-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"206\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/00221917e13e0e57ec1e03-300x206.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/00221917e13e0e57ec1e03-300x206.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/00221917e13e0e57ec1e03.jpg 450w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La finanza globale: \"La macchina a vapore della nostra epoca\"",1427819826,[143,144,69],"http://radioblackout.org/tag/finanza-globale/","http://radioblackout.org/tag/saskia-sassen/",[32,30,15],{"post_content":147,"tags":151},{"matched_tokens":148,"snippet":149,"value":150},[15],"che fa parte di questa \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark>, ma rimane nell'ombra intorno a","La traduzione che segue, a cura della redazione informativa di Radio Blackout, è estrapolata da un intervento della sociologa Saskia Sassen a una conferenza organizzata dal Sib di Utrecht sul tema di un suo libro recente: \"Expulsions: brutality and complexity in the global political economy\".\r\n\r\nVoglio porvi ora una domanda semplice ma grande al tempo stesso, e ho intenzione di darvi qualche minuto prima di rispondere… La domanda è: qual è la macchina a vapore della nostra epoca?\r\n\r\nNon posso certo farvi rispondere tutti ma spero che alcuni di voi stiano pensando che questa domanda ha certamente un senso. Quando pongo la questione di solito le persone rispondono \" le tecnologie informatiche. Quelle sono la macchina a vapore della nostra epoca\". \r\n\r\nIo dico di no, in parte a mo' di provocazione, in parte no. Certo che le tecnologie informatiche sono così potenti e pervasive ma non sono la nostra macchina a vapore. Esse sono fondamentalmente cose intermedie che possono essere utilizzate in modi diversi. \r\n\r\nMa quando parlo di macchina a vapore intendo anche un elemento che è sicuramente la macchina a vapore stessa, il treno, ma che è anche indirettamente presente in molti altri settori. Quindi sicuramente quella delle tecnologie informatiche è una buona risposta. Ma io dico comunque di no. io dico che la risposta oggi è la finanza globale. Ora facciamo un piccolo inciso: la finanza non è il sistema bancario, la finanza non è un faccenda di soldi e basta, la finanza è una capacità/potenzialità ed è proprio per questo che è tanto invasiva e pericolosa. Essa modella e rimodella le nostre vite, le nostre economie, i nostri stati, ogni cosa insomma. Quindi penso che la distinzione che possiamo fare tra il sistema bancario tradizionale e il sistema finanziario è che la banca vende qualcosa, in genere denaro, che possiede, mentre la finanza vende qualcosa che non ha e dentro questa transazione la sua creatività e la sua pericolosità risiedono proprio in ciò che non ha. Perché ponte dopo ponte dopo ponte arriva dappertutto. Ha bisogno di invadere altri settori, invasione che avviene in determinate maniere attraverso determinati strumenti che sono elaborati nei forum finanziari e via dicendo. Per la finanza insomma \"tutto fa brodo\". Ora fatevi mostrare un'immagine che esemplifica il concetto di finanza come potenzialità: guardate questo grafico, in soli sei anni, che è un brevissimo lasso di tempo, questo particolare strumento creato dalla finanza che sono i CDS (credit default swaps) sono passati da un trilione a 62 trilioni. Ora 62.000 miliardi di dollari è una cifra più alta del PIL globale. Cioè tutte le economie del mondo in quello stesso anno hanno prodotto un PIL di 54 trilioni di dollari. Questi 62 trilioni nel 2007 non sono in fondo che il 10 per cento del valore complessivo della finanza che in quell'anno è stato di 630 mila miliardi, superando il PIL globale di 15 volte. Ora quei 630 mila miliardi non esistono sotto forma di moneta. Abbiamo grandi difficoltà a sapere quale sia la quantità complessiva di moneta corrente in circolazione ma pur non sapendolo sappiamo che è certamente di molto inferiore al valore al valore complessivo della finanza. \r\n\r\nQuindi torniamo al concetto di potenzialità, perché è ciò che in potenza può crescere molto rapidamente monetizzando un valore che in realtà non esiste. \r\n\r\nQuando è arrivata la crisi, nel 2008, 45 miliardi sono svaniti nel giro di un mese. Puf! come non fossero mai esistiti. \r\n\r\nLasciate che vi faccia un esempio, perché questi sono strumenti utilizzati non solo dalle aziende ma anche da molte amministrazioni comunali: un anno fa alcuni di voi potrebbero aver letto che in Italia quattro comuni avevano contratto un prestito con una banca europea di cui qui non dirò il nome. Bene, queste amministrazioni pensavano che quel prestito fosse di un certo tipo, e stavano pagando un interesse mensile su questo prestito. Ma un giorno, circa un anno fa, hanno scoperto che si trattava in realtà di un derivato che era a un certo punto imploso. Insomma quei soldi erano scomparsi. Il prestito su cui pagavano gli interessi materialmente non c'era. E così quei comuni che pensavano di aver stipulato una specie di mutuo in realtà non avevano un bel niente. \r\n\r\nQuesta è un'indicazione della potenza di cui stiamo parlando. \r\n\r\nCi sono un sacco di queste storie, ora vi mostrerò il potere della finanza e della sua necessità di invadere tutti i tipi di settore. \r\n\r\nLa slide che state guardando mostre a come succede che quartieri popolari diventino parte della finanza globale. La chiave è che i profitti per i gruppi finanziari che vendono sub-prime e altri tipi di mutuo ai modesti proprietari non derivano dal pagamento dei mutui stessi; la fonte dei profitti è l'apertura di una grandissima quantità di mutui in modo da venderli agli investitori, incluse banche ed investitori stranieri. La cosa funziona perché questi derivati sono venduti accorpati a prodotti finanziari di più alta qualità.\r\n\r\nQuello che cerco di dire è come avviene che la finanza, un'algoritmo tanto complesso, creato da fisici e micro economisti, getti concretamente un ponte verso un quartiere popolare? Il punto chiave è che nel 2000 gli investitori di alto livello dicevano al mondo finanziario di sviluppare strumenti che si appoggiassero a cose concrete. Ora negli USA a quel punto era già stato tutto finanziarizzato, ciò che rimaneva erano i ceti medio bassi che ancora non possedevano una casa e che inevitabilmente avrebbero acquistato case modeste. \r\n\r\nQuindi qual'è stata la sfida della finanza? \r\n\r\nScollegare il valore di quelle casette dallo strumento che andava a mettersi in moto e produrre un sacco di profitti nel circuito dell'alta finanza. Ci sono voluti 16 passaggi ai fisici per creare uno strumento tanto micidiale. So che questo è un po' astratto per quelli che non hanno familiarità con queste cose, ma non perderò più di un minuto su questa materia tanto oscura. Il fine quindi era quello di creare una modalità in grado di produrre enormi quantità di profitti. \r\n\r\nVi mostro i risultati: in una breve ma brutale storia che inizia nel 2005 e continua ancora oggi nel 2014 e 2015, oltre trenta milioni di case sono state sequestrate per morosità. Secondo la nostra banca centrale circa10 milioni di famiglie sono state cacciate dalle loro case. Perché quello strumento finanziario non era certo stato pensato per proteggerli e dare loro una casa. Ora questa brillante modalità si è diffusa anche in Europa. E anche se i numeri sono più piccoli potete vedere che il più alto numero di pignoramenti sono in Germania. Ora tutto quello che leggete sulla Germania, sul Financial Time, un giornale molto serio, è che la Germania sta facendo molto bene. E sta facendo bene, incredibilmente bene , in realtà. Ma c'è un livello sottostante che è abbastanza invisibile: dove c'è impoverimento vi è perdita di diritti, di protezione; come potete vedere ogni anno 90.000, 80.000, 86.000 persone vengono buttate fuori dalle loro case. \r\n\r\nOra il paese con i più bassi pignoramenti vi sono la Bulgaria, la Finlandia, la Danimarca, i Paesi Bassi, ma nessun paese sfugge a queste dinamiche. Sono processi che continuano ma quello che mi interessa è anche come possono diventare invisibili. C'è un livello di invisibilità che prescinde dalla realtà. \r\n\r\nQuindi torniamo ai 10milioni di proprietari USA, queste sono in realtà famiglie, una famiglia può essere una, due o tre persone, si tratta di 30milioni di persone. Io sono olandese e il mio paese ha 16milioni di persone. RE' come se una voce dall'alto avesse detto \"ok tutti voi abitanti dell'Olanda fuori dalle vostre case, fuori dal vostro territorio. Dove andrete non so, ma fuori!\"\r\n\r\nQuesta è la realtà e tutto ciò è ben visibile, ci sono interi quartieri disabitati, case vuote, chi ci va a vivere? nessuno ci va! Questi quartieri dormitorio istituiti alla periferia delle città funzionano come immensi e ordinati campi profughi, irrimediabilmente deserti. \r\n\r\nQuindi c'è questo problema: ciò che produce vaste distruzioni materiali non è necessariamente visibile.\r\n\r\nOra voglio continuare con qualcosa che ci riguarda tutti, che cos'è questo ponte che la finanza può costruire verso le nostre case, incluse quelle più modeste? Ecco un'altra breve storia brutale: guardate ancora una volta le cifre, non tutte per carità, voglio solo sottolineare alcuni aspetti. \r\n\r\nInnanzitutto il titolo \"il rapporto tra il credito delle famiglie\", beh suona bene, peccato però che il credito non sia denaro effettivamente da spendere ma in realtà rappresenta il debito delle famiglie. Quindi è meglio dire \"il rapporto tra il debito delle famiglie e il credito personale disponibile\", si tratta di dati del FMI che sono disponibili per l'intero pianeta. Prendiamo l'Ungheria nel 2000, il rapporto è dell'11% ed è molto ragionevole. Allora negli USA eravamo già oltre il 100%, quindi avevamo l'intera popolazione in debito. E guardate di nuovo l'Ungheria lo stesso rapporto cinque anni dopo è del 40%, in soli cinque anni è aumentato di quattro volte. Se guardate agli USA nello stesso periodo quel rapporto era già del 132%. Ora la Germania, sempre 70% anno dopo anno, un tipo di stabilità sorprendente, quasi divertente. Quando vedo questi dati mi chiedo chi possiede quel debito? Se a possederlo è una piccola banca locale, diciamo tradizionale, sappiamo che una buona parte di quell'interesse almeno circolerà nelle nostre città. Se invece a possederlo è una grande banca straniera saranno semplicemente soldi che se ne sono andati. Le possibilità che quel denaro torni in circolo sono minime. \r\n\r\nCosì sono andata a guardare tra i dati nel database del FMI, operazione molto noiosa ma è possibile trovare dati che anch'io trovo interessanti. Così torniamo all'Ungheria: vediamo che nel 2006 il 40% di quel debito è di proprietà di banche straniere, non solo americane ma anche svizzere, tedesche, austriache. Il risultato è che non c'è ricircolo di quegli interessi che la gente paga nelle proprie città. \r\n\r\nQuesto è esattamente quello che succede nel franchising. Sapete tutti cos'è l diritto di franchising ? come certe catene di hotel o gli starbucks…tutte le grandi catene insomma. Una parte del profitto viene staccato e rimane fuori dal territorio invece di circolare all'interno. Mentre invece è provato che un bar, un'impresa locale, tendono a rimettere il denaro in circolo nel territorio. Il franchise non solo estrae a monte una certa quantità di ricchezza e ne farà probabilmente un complicato strumento finanziario. \r\n\r\nQuindi è positivo che ogni realtà locale provi a costruire i propri luoghi di produzione e di consumo. Esiste però un'altra faccia di questa stessa storia: un mercato immaginario che è proprio all'opposto, questi sono i super ricchi. Andremo molto velocemente su questo, i dati che vedete sono i prezzi minimi per una casa o un appartamento. E' un mercato speciale che opera in circa 20 città, ed è parte di una questione seria, sono sempre investitori stranieri a prendervi parte, ed è un mercato che è iniziato crac sei o sette anni fa. Quello che voglio dire veramente, se ci fermiamo un attimo e ci chiediamo \"cosa vedo in questo mercato dei super prime\"? E parliamo solo di abitare, e non stiamo parlando di palazzi, di uffici, ma fondamentalmente di abitazioni. Quello che davvero sta succedendo è che questi super ricchi si stanno comprando il territorio urbano. \r\n\r\nIn che modo si può comprare il territorio urbano?\r\n\r\nTu non compri proprio la terra ma la compri in forma di edifici. Quindi se prendiamo l'esempio del centro di Londra, il centro finanziario, il 70% dei palazzi è posseduto da capitale straniero. E questa è una storia che si ripete. \r\n\r\nBerlino in questo senso è abbastanza speciale, ma anche Berlino sta andando in quella direzione. All'inizio il Mitte si era infatti caratterizzato per una modalità di sviluppo urbano improntato alla piccola proprietà, ma nel mondo possiamo dire che c'è una vera e propria spinata a comprare il territorio urbano. Così spesso assistiamo a operazioni commerciali volte ad acquistare una serie di isolati, con stradine e tutto, che diventano di un solo proprietario. Ciò significa che stanno letteralmente privatizzando tutto quello che era lo spazio pubblico. \r\n\r\nCosì quando si visita oggi una città, che è una città globale, succedono molte cose che stanno distruggendo totalmente la nozione stessa di città, lo spazio pubblico della città che è la strada. Uno spazio caratterizzato da indeterminatezza; si sovradetermina lo spazio urbano se si crea un centro commerciale dove una volta c'era il tessuto sociale urbano…piccole strade, piccole case, piccoli negozi, si semplifica quello spazio. E in questo senso a mio modo di vedere una delle sfide di oggi in termini di spazio urbano è il tema dell'indeterminatezza. Stiamo perdendo indeterminatezza a causa della sovradeterminazione del nostro spazio. \r\n\r\nlo stesso avviene con l'edilizia per i super ricchi, si compreranno cinque case per costruire quelle che chiamiamo MacMansion, dimore di lusso sovradimensionate.\r\n\r\nQuindi se vogliamo guardare a ciò che rimane in ombra in questa dinamica di comprare case e costruire edifici, io vedo la compera del territorio urbano. Questa è la nuova frontiera. Esiste poi una storia più vecchia e un diverso tipo di acquisto di terreni che non sono urbani ma che vogliamo comunque inquadrare nel discorso dell'urbanizzazione. \r\n\r\nSe c'è una cosa che mi irrita è sentire politici che non si sono mai interessati ai problemi della città ripetere continuamente che ormai la maggior parte della popolazione mondiale vive in città. La città, la città, la città…questo è tutto quello che dicono. Ma vi è tutta una storia che fa parte di questa \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark>, ma rimane nell'ombra intorno a ciò che è visibile della condizione urbana. Ecco di cosa sto parlando, Land-Grab : per dirla in termini empirici ci sono circa 15 governi, incluse Cina, paesi del golfo, regno unito, usa, svezia, corea del sud, più un centinaio di grosse imprese che dal 2006 al 2010 si sono accaparrati 220milioni di ettari tra Africa, Latino America, Cambogia e Ucraina.\r\n\r\nora quando la Cina, solo per citarne uno, compra 2,8 milioni di ettari di terreno in Zambia e un numero simile in Congo, cose successe solo qualche anno fa, per creare una piantagione di palme per biocarburanti, che cos'è che effettivamente accade? Ebbene, quello che succede è la massiccia distruzione della flora, della fauna, ma anche delle economie rurali, villaggi con lunga genealogia di significati, con forme di conoscenza stratificate attraverso le generazioni… totalmente cancellate!\r\n\r\nMa c'è dell'altro: dove andranno mai queste persone? Indoviante un pò. Vanno nelle città.\r\n\r\nLe città, le grandi città anarchiche, sono l'ultimo posto dove ancora i poveri possono posare il loro corpo, e così abbiamo gli slums, le favelas, le baraccopoli… Quindi tornando a ciò che resta in ombra dei processi di \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark>, quello che resta in ombra poi nello stesso linguaggio dell'urbanizzazione, è un intero mondo che non è assolutamente urbano, lo stesso land-grabbing (ovvero i furti di terra).\r\n\r\nSegue il contributo audio della traduzione in studio sopra l'originale inglese in overdub.\r\n\r\nSaskiaSassen_BrutalityandComplexity\r\n\r\n ",[152,154,156],{"matched_tokens":153,"snippet":32},[],{"matched_tokens":155,"snippet":30},[],{"matched_tokens":157,"snippet":108},[15],[159,164],{"field":35,"indices":160,"matched_tokens":161,"snippets":163},[14],[162],[15],[108],{"field":121,"matched_tokens":165,"snippet":149,"value":150},[15],{"best_field_score":125,"best_field_weight":126,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":167,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},"578730123365711978",{"document":169,"highlight":189,"highlights":193,"text_match":196,"text_match_info":197},{"cat_link":170,"category":171,"comment_count":47,"id":172,"is_sticky":47,"permalink":173,"post_author":50,"post_content":174,"post_date":175,"post_excerpt":53,"post_id":172,"post_modified":176,"post_thumbnail":177,"post_thumbnail_html":178,"post_title":179,"post_type":58,"sort_by_date":180,"tag_links":181,"tags":185},[44],[46],"64833","http://radioblackout.org/2020/11/considerazioni-sulla-montagna-e-la-sua-urbanizzazione/","Il dibattito degli ultimi giorni sul dpcm \"di Natale\" e la chiusura degli impianti sciistici ci ha suscitato una serie di riflessioni: qual è stato l'impatto delle misure restrittive anti-Covid sulle comunità montane? In che modo questi territori sono guardati e narrati nel dibattito sul turismo e sull'economia che da esso deriva? Quale è e sarà l'impatto delle olimpiadi invernali 2026 (Milano-Cortina) sulle alpi centro-orientali? Di questo e molto altro abbiamo parlato con un compagno dell'Associazione Proletari Escursionisti-Milano.\r\n\r\nAscolta assolutamente la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/MONTAAAGNA.mp3\"][/audio]","25 Novembre 2020","2020-11-25 15:14:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/neve-cannoni-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"178\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/neve-cannoni-300x178.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/neve-cannoni-300x178.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/neve-cannoni-1024x607.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/neve-cannoni-768x455.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/neve-cannoni.jpg 1214w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Considerazioni sulla montagna e la sua urbanizzazione",1606317272,[182,183,184],"http://radioblackout.org/tag/montagna/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/","http://radioblackout.org/tag/turismo/",[186,187,188],"montagna","sfruttamento","turismo",{"post_title":190},{"matched_tokens":191,"snippet":192,"value":192},[15],"Considerazioni sulla montagna e la sua \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark>",[194],{"field":118,"matched_tokens":195,"snippet":192,"value":192},[15],578730123365187700,{"best_field_score":198,"best_field_weight":199,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":200,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},"1108091338752",15,"578730123365187705",{"document":202,"highlight":222,"highlights":227,"text_match":196,"text_match_info":230},{"cat_link":203,"category":204,"comment_count":47,"id":205,"is_sticky":47,"permalink":206,"post_author":50,"post_content":207,"post_date":208,"post_excerpt":53,"post_id":205,"post_modified":209,"post_thumbnail":210,"post_thumbnail_html":211,"post_title":212,"post_type":58,"sort_by_date":213,"tag_links":214,"tags":218},[44],[46],"78655","http://radioblackout.org/2022/11/todream-allassalto-dellex-dazio-speculiazioni-e-minacce-di-sgombero-a-torino-nord/","Un grande progetto di riqualificazione urbana (così la chiamano) dal nome ToDream, si profila all'orizzonte per l'area e il palazzo stesso del Ex Dazio tra i palazzoni di Corso Giulio Cesare e Corso Vercelli, estrema periferia di Torino Nord. Peccato che, sembrano di far finta di nulla, ma quel palazzo è occupato dal 2013 dagli abitanti e famigli dell’Ex-Dazio di Pietra Alta che hanno preso parola, dato che cercano di renderli invisibili. Il progetto, prevederebbe di usare gli oneri di urbanizzazione della futura galleria commericiale di To Dream per riqualificare l'edificio e intervenire anche nell'area di Corso Romania, opzione ben vista dall' assessore all'urbanistica.\r\n\r\nIntanto, cos'è ToDream? Una azienda che si occuperà della costruzione di un mega centro commerciale lungo corso Romania, nella Ex fabbrica Michelin, con la prospettiva di creare un modernissimo Urban District, frullatore dove \"shopping, divertimento, food, socialità, green life, accoglienza e business si incontrano in un progetto di valenza regionale e con un concept di livello internazionale.\"\r\n\r\nInsomma, il turbocapitale assalta Torino Nord in ottica gentrificatrice e di profitto.\r\n\r\nUn approfondimento dai microfoni di Radio BlackOut:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/todreams.mp3\"][/audio]\r\nQui una lettera dove gli abitanti dell'Ex Dazio occupato di Pietra Alta prendono parola:\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/story.php?story_fbid=816692903119120&id=100043352540134","30 Novembre 2022","2022-11-30 15:44:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/316417451_816692843119126_7381897234137353938_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/316417451_816692843119126_7381897234137353938_n-300x168.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/316417451_816692843119126_7381897234137353938_n-300x168.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/316417451_816692843119126_7381897234137353938_n.jpg 720w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","ToDream all'assalto dell'Ex Dazio: messa a profitto di Torino Nord",1669822892,[215,216,217],"http://radioblackout.org/tag/ex-dazio/","http://radioblackout.org/tag/pietra-alta/","http://radioblackout.org/tag/todream/",[219,220,221],"ex dazio","pietra alta","todream",{"post_content":223},{"matched_tokens":224,"snippet":225,"value":226},[15],"di usare gli oneri di \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark> della futura galleria commericiale di","Un grande progetto di riqualificazione urbana (così la chiamano) dal nome ToDream, si profila all'orizzonte per l'area e il palazzo stesso del Ex Dazio tra i palazzoni di Corso Giulio Cesare e Corso Vercelli, estrema periferia di Torino Nord. Peccato che, sembrano di far finta di nulla, ma quel palazzo è occupato dal 2013 dagli abitanti e famigli dell’Ex-Dazio di Pietra Alta che hanno preso parola, dato che cercano di renderli invisibili. Il progetto, prevederebbe di usare gli oneri di \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark> della futura galleria commericiale di To Dream per riqualificare l'edificio e intervenire anche nell'area di Corso Romania, opzione ben vista dall' assessore all'urbanistica.\r\n\r\nIntanto, cos'è ToDream? Una azienda che si occuperà della costruzione di un mega centro commerciale lungo corso Romania, nella Ex fabbrica Michelin, con la prospettiva di creare un modernissimo Urban District, frullatore dove \"shopping, divertimento, food, socialità, green life, accoglienza e business si incontrano in un progetto di valenza regionale e con un concept di livello internazionale.\"\r\n\r\nInsomma, il turbocapitale assalta Torino Nord in ottica gentrificatrice e di profitto.\r\n\r\nUn approfondimento dai microfoni di Radio BlackOut:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/todreams.mp3\"][/audio]\r\nQui una lettera dove gli abitanti dell'Ex Dazio occupato di Pietra Alta prendono parola:\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/story.php?story_fbid=816692903119120&id=100043352540134",[228],{"field":121,"matched_tokens":229,"snippet":225,"value":226},[15],{"best_field_score":198,"best_field_weight":231,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":232,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},14,"578730123365187697",{"document":234,"highlight":255,"highlights":260,"text_match":196,"text_match_info":263},{"cat_link":235,"category":236,"comment_count":47,"id":237,"is_sticky":47,"permalink":238,"post_author":50,"post_content":239,"post_date":240,"post_excerpt":53,"post_id":237,"post_modified":241,"post_thumbnail":242,"post_thumbnail_html":243,"post_title":244,"post_type":58,"sort_by_date":245,"tag_links":246,"tags":251},[44],[46],"56006","http://radioblackout.org/2019/11/luci-olimpiche-a-san-siro-all-you-can-buy-minuto-per-minuto/","Si è risolto il lungo braccio di ferro sul prato di San Siro e non ha vinto la vocazione popolare del football: non le mignonettes di Stock84 o Roberto Bortoluzzi dallo studio centrale che subentra sulla voce arrochita dalle gauloises di Sandro Ciotti; e neanche il prato stesso, perché si trasforma la fruizione e non solo lo spazio dell'evento sportivo, quindi più che il prato importa il cemento riversato sopra.\r\n\r\nSi costruirà un nuovo stadio a 150 metri dal monumento conosciuto in tutto il mondo, che verrà in qualche modo recuperato senza poi poterne immaginare un uso alternativo a quello postmoderno al fianco, dove il divertimento è dato dallo shopping, dal food street a caro prezzo, dalla privatizzazione dello spazio e finanziarizzazione dell'attrazione degli eventi sportivi.\r\n\r\nIl tutto per consentire un primo business dato dalla costruzione e dal consumo di suolo di una grossa fetta di territorio di alto valore nella zona ovest di Milano, ora oggetto di speculazione, per poi regalare ai due club l'altro grosso affare rappresentato dalla possibilità di fare cassa attraverso i propri negozi, catalizzatori di turisti e frequentatori di un nuovo polo attrattivo della ricca movida cittadina. Al centro della disputa c'era anche il sindaco dell'Expo Sala, che, dopo il tentativo di restaurare il vecchio senza imporre un nuovo stadio alla metropoli meneghina, ha \"compreso\" le esigenze di privatizzazione di strutture nuove del capitale privato e quindi ha concesso questa snaturamento del Meazza con la costruzione della nuova struttura postmoderna, anche se le concessioni fatte permettono di dubitare che ci possano essere introiti di urbanizzazione a fronte di questo nuovo regalo al profitto privato. Ce ne ha parlato Abo:\r\n\r\nAnnullamento delal vocazione popolare. Food hub business, rigorosamente privato\r\n\r\nVedremo, intanto come diceva Abo la cittadinanza si sta mobilitando nel tentativo di evitare un nuovo scempio del territorio e l'11 novembre ci sarà una prima assemblea cittadina alla cooperativa Labriola nel Gallaratese per evitare questo nuovo scempio. E infatti il collettivo Off Topic si sta mobilitando, come durante la precedente finanziarizzazione del divertimento: l'Expo.\r\n\r\nhttps://www.offtopiclab.org/san-siro-le-ragioni-di-un-conflitto/\r\n\r\n ","1 Novembre 2019","2019-11-01 18:33:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/stadio-residenziale-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/stadio-residenziale-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/stadio-residenziale-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/stadio-residenziale.jpg 654w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Luci olimpiche a San Siro: all you can buy minuto per minuto",1572633200,[247,248,249,250],"http://radioblackout.org/tag/consumo-di-suolo/","http://radioblackout.org/tag/olimpiadi-invernali/","http://radioblackout.org/tag/sala/","http://radioblackout.org/tag/san-siro/",[17,252,253,254],"olimpiadi invernali","Sala","San Siro",{"post_content":256},{"matched_tokens":257,"snippet":258,"value":259},[15],"ci possano essere introiti di \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark> a fronte di questo nuovo","Si è risolto il lungo braccio di ferro sul prato di San Siro e non ha vinto la vocazione popolare del football: non le mignonettes di Stock84 o Roberto Bortoluzzi dallo studio centrale che subentra sulla voce arrochita dalle gauloises di Sandro Ciotti; e neanche il prato stesso, perché si trasforma la fruizione e non solo lo spazio dell'evento sportivo, quindi più che il prato importa il cemento riversato sopra.\r\n\r\nSi costruirà un nuovo stadio a 150 metri dal monumento conosciuto in tutto il mondo, che verrà in qualche modo recuperato senza poi poterne immaginare un uso alternativo a quello postmoderno al fianco, dove il divertimento è dato dallo shopping, dal food street a caro prezzo, dalla privatizzazione dello spazio e finanziarizzazione dell'attrazione degli eventi sportivi.\r\n\r\nIl tutto per consentire un primo business dato dalla costruzione e dal consumo di suolo di una grossa fetta di territorio di alto valore nella zona ovest di Milano, ora oggetto di speculazione, per poi regalare ai due club l'altro grosso affare rappresentato dalla possibilità di fare cassa attraverso i propri negozi, catalizzatori di turisti e frequentatori di un nuovo polo attrattivo della ricca movida cittadina. Al centro della disputa c'era anche il sindaco dell'Expo Sala, che, dopo il tentativo di restaurare il vecchio senza imporre un nuovo stadio alla metropoli meneghina, ha \"compreso\" le esigenze di privatizzazione di strutture nuove del capitale privato e quindi ha concesso questa snaturamento del Meazza con la costruzione della nuova struttura postmoderna, anche se le concessioni fatte permettono di dubitare che ci possano essere introiti di \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark> a fronte di questo nuovo regalo al profitto privato. Ce ne ha parlato Abo:\r\n\r\nAnnullamento delal vocazione popolare. Food hub business, rigorosamente privato\r\n\r\nVedremo, intanto come diceva Abo la cittadinanza si sta mobilitando nel tentativo di evitare un nuovo scempio del territorio e l'11 novembre ci sarà una prima assemblea cittadina alla cooperativa Labriola nel Gallaratese per evitare questo nuovo scempio. E infatti il collettivo Off Topic si sta mobilitando, come durante la precedente finanziarizzazione del divertimento: l'Expo.\r\n\r\nhttps://www.offtopiclab.org/san-siro-le-ragioni-di-un-conflitto/\r\n\r\n ",[261],{"field":121,"matched_tokens":262,"snippet":258,"value":259},[15],{"best_field_score":198,"best_field_weight":231,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":232,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},{"document":265,"highlight":279,"highlights":284,"text_match":196,"text_match_info":287},{"cat_link":266,"category":267,"comment_count":47,"id":268,"is_sticky":47,"permalink":269,"post_author":50,"post_content":270,"post_date":271,"post_excerpt":53,"post_id":268,"post_modified":272,"post_thumbnail":273,"post_thumbnail_html":274,"post_title":275,"post_type":58,"sort_by_date":276,"tag_links":277,"tags":278},[44],[46],"53277","http://radioblackout.org/2019/03/al-warraq-ritorno-allisola-che-resiste/","Da giugno 2017 alla notizia di un mega-progetto di sviluppo turistico che comprenderebbe diverse isole sul Nilo gli abitanti dell'isola di al-Warraq si sono organizzati in un \"consiglio delle famiglie\" per opporvisi con forza.\r\n\r\nSono circa 200mila le persone che, soprattutto a partire dagli anni 80, hanno raggiunto l'isola per stanziarvisi, da allora al-Warraq ha vissuto una graduale urbanizzazione informale al pari dei quartieri popolari della capitale egiziana. Fino a quando nel 2017 le autorità ministeriali si erano presentate sull'isola accompagnate da un'ingente schieramento di polizia per effettuare una vasta serie di sgomberi e demolizioni. La tempestiva e determinata risposta della popolazione dell'isola, compatta contro l'operazione in corso, aveva permesso il respingimento delle forze di sicurezza e lo stop agli sgomberi programmati.\r\n\r\n\r\n\r\nA quasi due anni di distanza, il 13 marzo tre attivisti sono stati arrestati, dopo essere stati attirati fuori dall'isola con un subdolo inganno da parte della polizia egiziana, e alle famiglie che chiedevano notizie dei propri famigliari imprigionati, la risposta è stato proposto uno scambio: \"Accettate un accordo sulle terre dell'isola e libereremo i prigionieri\".\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nLa mossa delle autorità egiziane si inserisce in quadro di massima allerta, dopo che a febbraio 2019 era stato annunciato un nuovo piano di sgomberi, e gli isolani si stanno organizzando per contrapporvisi, una grande assemblea pubblica è prevista in questi giorni per prepare una risposta sia al nuovo piano di sgomberi sia per sostenere i 22 isolani che affronteranno a breve il processo per gli scontri del 2017.\r\n\r\n \r\n\r\nIl racconto della resistenza dell'isola di al-Warraq da parte di Chiara Cruciati, fondatrice del blog NenaNews e collaboratrice de Il Manifesto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/al-warraq.mp3\"][/audio]","25 Marzo 2019","2019-03-25 10:10:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/alwarraq-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/alwarraq-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/alwarraq-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/alwarraq-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/alwarraq-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/alwarraq.jpg 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","al-Warraq - Ritorno all'Isola che Resiste",1553508405,[],[],{"post_content":280},{"matched_tokens":281,"snippet":282,"value":283},[15],"al-Warraq ha vissuto una graduale \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark> informale al pari dei quartieri","Da giugno 2017 alla notizia di un mega-progetto di sviluppo turistico che comprenderebbe diverse isole sul Nilo gli abitanti dell'isola di al-Warraq si sono organizzati in un \"consiglio delle famiglie\" per opporvisi con forza.\r\n\r\nSono circa 200mila le persone che, soprattutto a partire dagli anni 80, hanno raggiunto l'isola per stanziarvisi, da allora al-Warraq ha vissuto una graduale \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark> informale al pari dei quartieri popolari della capitale egiziana. Fino a quando nel 2017 le autorità ministeriali si erano presentate sull'isola accompagnate da un'ingente schieramento di polizia per effettuare una vasta serie di sgomberi e demolizioni. La tempestiva e determinata risposta della popolazione dell'isola, compatta contro l'operazione in corso, aveva permesso il respingimento delle forze di sicurezza e lo stop agli sgomberi programmati.\r\n\r\n\r\n\r\nA quasi due anni di distanza, il 13 marzo tre attivisti sono stati arrestati, dopo essere stati attirati fuori dall'isola con un subdolo inganno da parte della polizia egiziana, e alle famiglie che chiedevano notizie dei propri famigliari imprigionati, la risposta è stato proposto uno scambio: \"Accettate un accordo sulle terre dell'isola e libereremo i prigionieri\".\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nLa mossa delle autorità egiziane si inserisce in quadro di massima allerta, dopo che a febbraio 2019 era stato annunciato un nuovo piano di sgomberi, e gli isolani si stanno organizzando per contrapporvisi, una grande assemblea pubblica è prevista in questi giorni per prepare una risposta sia al nuovo piano di sgomberi sia per sostenere i 22 isolani che affronteranno a breve il processo per gli scontri del 2017.\r\n\r\n \r\n\r\nIl racconto della resistenza dell'isola di al-Warraq da parte di Chiara Cruciati, fondatrice del blog NenaNews e collaboratrice de Il Manifesto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/al-warraq.mp3\"][/audio]",[285],{"field":121,"matched_tokens":286,"snippet":282,"value":283},[15],{"best_field_score":198,"best_field_weight":231,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":232,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":58,"first_q":15,"per_page":290,"q":15},6,5,{"facet_counts":293,"found":127,"hits":307,"out_of":378,"page":19,"request_params":379,"search_cutoff":36,"search_time_ms":14},[294,304],{"counts":295,"field_name":302,"sampled":36,"stats":303},[296,298,300],{"count":19,"highlighted":297,"value":297},"liberation front",{"count":19,"highlighted":299,"value":299},"cattivi pensieri",{"count":19,"highlighted":301,"value":301},"Macerie su macerie","podcastfilter",{"total_values":127},{"counts":305,"field_name":35,"sampled":36,"stats":306},[],{"total_values":47},[308,332,355],{"document":309,"highlight":323,"highlights":328,"text_match":196,"text_match_info":331},{"comment_count":47,"id":310,"is_sticky":47,"permalink":311,"podcastfilter":312,"post_author":313,"post_content":314,"post_date":315,"post_excerpt":53,"post_id":310,"post_modified":316,"post_thumbnail":317,"post_title":318,"post_type":319,"sort_by_date":320,"tag_links":321,"tags":322},"76044","http://radioblackout.org/podcast/smart-city-dumb-people/",[297],"liberationfront","Un approfondimento sulla smart city e il tipo di abitanti che produce: che ruolo hanno ordine e disordine nello sviluppo di una città? In che direzione sta andando l'urbanistica, investita del ruolo di risolvere i problemi portati dalla sempre crescente urbanizzazione? In che modo la smart city è presentata come la risposta alle crisi ambientali e sociali?\r\n\r\nCon l'aiuto di testi e idee provenienti da contesti eterogenei, sviluppiamo un discorso che ruota intorno a queste e altre domande, per poi scambiarci opinioni spontanee sul presente e sul futuro di Torino.\r\n\r\nEcco l'approfondimento completo:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/smartcitydumbpeople.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","9 Giugno 2022","2022-06-09 14:42:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/città-verdi-e1479144536950-200x110.jpg","Smart city, dumb people","podcast",1654785722,[],[],{"post_content":324},{"matched_tokens":325,"snippet":326,"value":327},[15],"problemi portati dalla sempre crescente \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark>? In che modo la smart","Un approfondimento sulla smart city e il tipo di abitanti che produce: che ruolo hanno ordine e disordine nello sviluppo di una città? In che direzione sta andando l'urbanistica, investita del ruolo di risolvere i problemi portati dalla sempre crescente \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark>? In che modo la smart city è presentata come la risposta alle crisi ambientali e sociali?\r\n\r\nCon l'aiuto di testi e idee provenienti da contesti eterogenei, sviluppiamo un discorso che ruota intorno a queste e altre domande, per poi scambiarci opinioni spontanee sul presente e sul futuro di Torino.\r\n\r\nEcco l'approfondimento completo:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/smartcitydumbpeople.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ",[329],{"field":121,"matched_tokens":330,"snippet":326,"value":327},[15],{"best_field_score":198,"best_field_weight":231,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":232,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},{"document":333,"highlight":346,"highlights":351,"text_match":196,"text_match_info":354},{"comment_count":47,"id":334,"is_sticky":47,"permalink":335,"podcastfilter":336,"post_author":337,"post_content":338,"post_date":339,"post_excerpt":53,"post_id":334,"post_modified":340,"post_thumbnail":341,"post_title":342,"post_type":319,"sort_by_date":343,"tag_links":344,"tags":345},"65596","http://radioblackout.org/podcast/macerie-su-macerie-28-12-2020-dalla-citta-allinfrastruttura-urbana/",[301],"macerie su macerie","Prima dell'anno del Covid uno dei luoghi comuni dei cosiddetti Urban Studies era che la popolazione del pianeta avrebbe vissuto sempre più massicciamente dentro grandi aree urbane o entro vasti territori intensamente urbanizzati, anche se tra loro assai differenti.\r\n\r\n\r\nNon è certo un'affermazione opinabile, ma presenta altissimi tassi di vaghezza, specialmente per quanto riguarda cosa si intenda per \"territorio intensamente urbanizzato\". Per gli europei, e in special modo per gli italiani con l'eredità iconografica dei borghi e della storia comunale, è piuttosto complicato uscire dall'immagine della città forgiata nel medievo: un centro architettonicamente coeso perché vernacolare, da un lato intramezzato dai monumenti simbolo della vita religiosa e dalla piazza civile, dall'altro attraversato dalle venature dei vicoli e delle strade, costruiti, ancor prima che come attraversamento, come luogo reale quanto crudo del comun vivere. Se non sembra da tempo una descrizione calzante è perché non se ne vede il trasferimento nella città industriale e novecentesca in un diverso tipo di scala, quella del quartiere, nelle sue varie accezioni negative e positive, inserito nel fallito progetto moderno del funzionalismo urbano.\r\n\r\nAppare piuttosto evidente che ciò che si intende ora con spazio urbanizzato ha poco, talvolta nulla, a che vedere con quanto sopra e s'impone così la necessità di porre \"una nuova questione urbana\", non soltanto in termini analitici e di comprensione di cosa comunemente chiamiamo città, ma soprattutto per riuscire a elaborare un discorso critico in grado di carpire la portata di violenza delle nuove interazione economiche e sociali che si formano in questo quanto mai sfuggente terreno. \r\n\r\nL'uso di \"sfuggente\" non è casuale. Da anni non si fa che parlare di città, del suo ruolo rinnovato di attore primario all'interno del cambiamento di paradigma dell'economia e della società, a cui si associa di continuo come un mantra il prefisso post (postfordista, postindustriale, postkeynesiana, postmoderna e ora postpandemica). Eppure più i discorsi sulla città si moltiplicano esponenzialmente riempiendo di questo oggetto conturbante cartelloni pubblicitari, progetti sociali welfaristici, start-up su come meglio far fluire i network metropolitani, e meno si riesce a delimitare che cosa sia l'urbano, come si stia modificando, come sia governato localmente e con quali finalità di valorizzazione del capitale si poggia su di esso il sistema di governance globale. Insomma, se sia possibile o no tracciarne una forma o se per capire meglio l'oggetto in questione non si debba uscire dalla dicotomia dentro/fuori per addentrarsi nell'idea che ci sia una riconfigurazione spaziale del capitalismo, una sua urbanizzazione - certo - ma che questa non sia semplicemente una sostituzione o un superamento della città così come si è data fino agli anni settanta del '900.\r\n\r\nLa pandemia di Covid-19 che ha investito in pieno l'ultimo anno ha messo in luce alcuni aspetti che sono fondamentali per capire come la riconfigurazione spaziale del capitalismo non si basa sulla città ma sulle infrastrutture urbanizzate più o meno sofisticatamente. Come spiegare altrimenti l'ascesa o il declino di un determinato sistema urbano, il successo di una certa Milano e il tracollo provincialista del capoluogo sabaudo? Come chiamare la possibilità di attraversamento che le classi agiate hanno nello scappare dalla città - termine usato ora nella sua accezione amministrativa di comune - per rifugiarsi nella seconda casa a Bardonecchia? Qualche spiegazione poco originale venuta fuori negli ultimi mesi riguardo alla fuga delle élite verso borghi alpini o case al mare offre una spiegazione poco strutturale e troppo volontaristica, sul solco del \"ci hanno fregato, ora chi ha la possibilità scappa dalle città contagiate e nel futuro prossimo troppo calde per essere abitate con continuità\". Non si può dire sia falso, ma non coglie la reale portata, attuale e a venire, di quegli spostamenti privilegiati: la \"città\" vissuta dalle classi agiate attraverso la mobilità fisica accelerata, i canali telematico-virtuali e l'omogeneo sistema dei pagamenti globale è esso stesso lo spazio infrastrutturale urbanizzato, quel vago oggetto che si diceva all'inizio e che ancora qui, nei bassi o medi fondi della società, confondiamo in base alla nostra parziale esperienza con la città.\r\n\r\nPer riprendere due fortunate metafore che vengono dall'analisi della gestione dell'occupazione israeliana, quelle di arcipelaghi e enclave di Petti, dobbiamo aspettarci per i prossimi anni che le città che non saranno riuscite politicamente ad agguantarsi sufficienti investimenti verranno escluse da questo network infrastrutturale urbanizzato, mentre luoghi da prima considerati naturali e remoti ne saranno presto raggiunti in una divisione tra urbano e non urbano che lì avrà terminato il suo senso ultimo.\r\n\r\nA Macerie su Macerie, qualche lettura e frammentaria analisi sul tema:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/macerie28dic.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","29 Dicembre 2020","2020-12-29 23:01:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/naturecity-200x110.jpg","Macerie su Macerie - 28.12.2020, dalla città all'infrastruttura urbana",1609249877,[],[],{"post_content":347},{"matched_tokens":348,"snippet":349,"value":350},[15],"spaziale del capitalismo, una sua \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark> - certo - ma che questa non","Prima dell'anno del Covid uno dei luoghi comuni dei cosiddetti Urban Studies era che la popolazione del pianeta avrebbe vissuto sempre più massicciamente dentro grandi aree urbane o entro vasti territori intensamente urbanizzati, anche se tra loro assai differenti.\r\n\r\n\r\nNon è certo un'affermazione opinabile, ma presenta altissimi tassi di vaghezza, specialmente per quanto riguarda cosa si intenda per \"territorio intensamente urbanizzato\". Per gli europei, e in special modo per gli italiani con l'eredità iconografica dei borghi e della storia comunale, è piuttosto complicato uscire dall'immagine della città forgiata nel medievo: un centro architettonicamente coeso perché vernacolare, da un lato intramezzato dai monumenti simbolo della vita religiosa e dalla piazza civile, dall'altro attraversato dalle venature dei vicoli e delle strade, costruiti, ancor prima che come attraversamento, come luogo reale quanto crudo del comun vivere. Se non sembra da tempo una descrizione calzante è perché non se ne vede il trasferimento nella città industriale e novecentesca in un diverso tipo di scala, quella del quartiere, nelle sue varie accezioni negative e positive, inserito nel fallito progetto moderno del funzionalismo urbano.\r\n\r\nAppare piuttosto evidente che ciò che si intende ora con spazio urbanizzato ha poco, talvolta nulla, a che vedere con quanto sopra e s'impone così la necessità di porre \"una nuova questione urbana\", non soltanto in termini analitici e di comprensione di cosa comunemente chiamiamo città, ma soprattutto per riuscire a elaborare un discorso critico in grado di carpire la portata di violenza delle nuove interazione economiche e sociali che si formano in questo quanto mai sfuggente terreno. \r\n\r\nL'uso di \"sfuggente\" non è casuale. Da anni non si fa che parlare di città, del suo ruolo rinnovato di attore primario all'interno del cambiamento di paradigma dell'economia e della società, a cui si associa di continuo come un mantra il prefisso post (postfordista, postindustriale, postkeynesiana, postmoderna e ora postpandemica). Eppure più i discorsi sulla città si moltiplicano esponenzialmente riempiendo di questo oggetto conturbante cartelloni pubblicitari, progetti sociali welfaristici, start-up su come meglio far fluire i network metropolitani, e meno si riesce a delimitare che cosa sia l'urbano, come si stia modificando, come sia governato localmente e con quali finalità di valorizzazione del capitale si poggia su di esso il sistema di governance globale. Insomma, se sia possibile o no tracciarne una forma o se per capire meglio l'oggetto in questione non si debba uscire dalla dicotomia dentro/fuori per addentrarsi nell'idea che ci sia una riconfigurazione spaziale del capitalismo, una sua \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark> - certo - ma che questa non sia semplicemente una sostituzione o un superamento della città così come si è data fino agli anni settanta del '900.\r\n\r\nLa pandemia di Covid-19 che ha investito in pieno l'ultimo anno ha messo in luce alcuni aspetti che sono fondamentali per capire come la riconfigurazione spaziale del capitalismo non si basa sulla città ma sulle infrastrutture urbanizzate più o meno sofisticatamente. Come spiegare altrimenti l'ascesa o il declino di un determinato sistema urbano, il successo di una certa Milano e il tracollo provincialista del capoluogo sabaudo? Come chiamare la possibilità di attraversamento che le classi agiate hanno nello scappare dalla città - termine usato ora nella sua accezione amministrativa di comune - per rifugiarsi nella seconda casa a Bardonecchia? Qualche spiegazione poco originale venuta fuori negli ultimi mesi riguardo alla fuga delle élite verso borghi alpini o case al mare offre una spiegazione poco strutturale e troppo volontaristica, sul solco del \"ci hanno fregato, ora chi ha la possibilità scappa dalle città contagiate e nel futuro prossimo troppo calde per essere abitate con continuità\". Non si può dire sia falso, ma non coglie la reale portata, attuale e a venire, di quegli spostamenti privilegiati: la \"città\" vissuta dalle classi agiate attraverso la mobilità fisica accelerata, i canali telematico-virtuali e l'omogeneo sistema dei pagamenti globale è esso stesso lo spazio infrastrutturale urbanizzato, quel vago oggetto che si diceva all'inizio e che ancora qui, nei bassi o medi fondi della società, confondiamo in base alla nostra parziale esperienza con la città.\r\n\r\nPer riprendere due fortunate metafore che vengono dall'analisi della gestione dell'occupazione israeliana, quelle di arcipelaghi e enclave di Petti, dobbiamo aspettarci per i prossimi anni che le città che non saranno riuscite politicamente ad agguantarsi sufficienti investimenti verranno escluse da questo network infrastrutturale urbanizzato, mentre luoghi da prima considerati naturali e remoti ne saranno presto raggiunti in una divisione tra urbano e non urbano che lì avrà terminato il suo senso ultimo.\r\n\r\nA Macerie su Macerie, qualche lettura e frammentaria analisi sul tema:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/macerie28dic.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[352],{"field":121,"matched_tokens":353,"snippet":349,"value":350},[15],{"best_field_score":198,"best_field_weight":231,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":232,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},{"document":356,"highlight":369,"highlights":374,"text_match":196,"text_match_info":377},{"comment_count":47,"id":357,"is_sticky":47,"permalink":358,"podcastfilter":359,"post_author":360,"post_content":361,"post_date":362,"post_excerpt":53,"post_id":357,"post_modified":363,"post_thumbnail":364,"post_title":365,"post_type":319,"sort_by_date":366,"tag_links":367,"tags":368},"56066","http://radioblackout.org/podcast/strategic-landscape-2050-scenari-della-guerra-che-viene/",[299],"cattivipensieri","Catastrofi ambientali, esplosione demografica, crescente urbanizzazione delle periferie globali, crisi della globalizzazione e nuovi assetti geopolitici, impatto delle nuove tecnologie: nel rapporto Strategic Landscape, 2050: Preparing the U.S. Military for New Era Dynamics redatto dallo U.S. Army War College, si delineano gli scenari di crisi cui l'Esercito americano si troverà a far fronte nei decenni a venire.\r\n\r\nCon l'aiuto di un compagno in collegamento approfondiamo alcuni dei temi toccati dal rapporto, cercando di evidenziare gli elementi già riscontrabili negli scenari di scontro bellico ed esplosione sociale contemporanei, nei quali crisi ambientale, crisi sociale e tensione geopolitica appaiano come elementi sempre più inestricabili.\r\n\r\nAscolta la puntata di Cattivi Pensieri del 05/11/2019: \r\n\r\nPrima parte\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/strlan01.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSeconda parte\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/strlan02.mp3\"][/audio]","6 Novembre 2019","2019-11-06 18:04:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/strat2-200x110.jpg","Strategic Landscape 2050: scenari della guerra che viene",1573063449,[],[],{"post_content":370},{"matched_tokens":371,"snippet":372,"value":373},[15],"Catastrofi ambientali, esplosione demografica, crescente \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark> delle periferie globali, crisi della","Catastrofi ambientali, esplosione demografica, crescente \u003Cmark>urbanizzazione\u003C/mark> delle periferie globali, crisi della globalizzazione e nuovi assetti geopolitici, impatto delle nuove tecnologie: nel rapporto Strategic Landscape, 2050: Preparing the U.S. Military for New Era Dynamics redatto dallo U.S. Army War College, si delineano gli scenari di crisi cui l'Esercito americano si troverà a far fronte nei decenni a venire.\r\n\r\nCon l'aiuto di un compagno in collegamento approfondiamo alcuni dei temi toccati dal rapporto, cercando di evidenziare gli elementi già riscontrabili negli scenari di scontro bellico ed esplosione sociale contemporanei, nei quali crisi ambientale, crisi sociale e tensione geopolitica appaiano come elementi sempre più inestricabili.\r\n\r\nAscolta la puntata di Cattivi Pensieri del 05/11/2019: \r\n\r\nPrima parte\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/strlan01.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSeconda parte\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/strlan02.mp3\"][/audio]",[375],{"field":121,"matched_tokens":376,"snippet":372,"value":373},[15],{"best_field_score":198,"best_field_weight":231,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":232,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":319,"first_q":15,"per_page":290,"q":15},["Reactive",381],{},["Set"],["ShallowReactive",384],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fj-VcfZkmzj72BKbRzq_3RvKnIouKW_87iZ0_ZUWW_pE":-1},true,"/search?query=urbanizzazione"]