","Macchinista unico. Indagine della Procura","post",1381943716,[45,46,47],"http://radioblackout.org/tag/macchinista-unico/","http://radioblackout.org/tag/sicurezza-nelle-ferrovie/","http://radioblackout.org/tag/vacma/",[17,19,15],{"post_content":50,"tags":55},{"matched_tokens":51,"snippet":53,"value":54},[52],"Vacma","la sicurezza era il dispositivo \u003Cmark>Vacma\u003C/mark>, che i ferrovieri hanno soprannominato","I lavoratori delle Ferrovie hanno lottato per anni contro l'introduzione del macchinista unico a guida dei treni, perché ne denunciavano i rischi per la sicurezza. I sindacati di base si sono opposti con forza ad uno dei punti cardine della lunga ristrutturazione che ha reso il trasporto ferroviario più costoso e meno sicuro. Nonostante le lotte durissime il macchinista unico è stato introdotto prima sui treni locali, poi sugli interregionali sino ad arrivare a quelli ad alta velocità. L'ultimo accordo venne siglato due anni fa tra Ferrovie e Cgil, Cils, Uil, Ugl, Fast in cambio di 900 assunzioni.\r\nIl sindacato dei macchinisti Orsa e gli altri sindacati di base non si piegarono al ricatto, rifiutando di firmare. Non solo. L’Orsa raccolse numerosi dossier sulle controindicazioni in materia di sicurezza nel lasciare un solo macchinista alla guida del treno.\r\nSecondo Trenitalia a garantire la sicurezza era il dispositivo \u003Cmark>Vacma\u003C/mark>, che i ferrovieri hanno soprannominato \"pedale dell'uomo morto\", perchè se il macchinista alla guida del treno smette di tenerlo premuto, scatta l'allarme ed il treno si blocca automaticamente.\r\nLa pericolosità di un simile dispositivo, la cui unica ragione è il risparmio degli stipendi del secondo macchinista, è palese.\r\nIn tanti anni di lotta contro l'introduzione dell'agente unico, alcuni ferrovieri che si erano opposti sono stati licenziati. Il più noto, ma non il solo, fu Dante De Angelis.\r\nIn settembre la Procura di Roma ha delegato alcune verifiche agli esperti dell’azienda Asl A proprio per capire le ripercussioni in termini stress sugli operatori scaturiti dall’adozione del macchinista unico, il cosiddetto ”agente solo”, e dunque le eventuali ripercussioni sulle normative di sicurezza.\r\nIn questi mesi si sono moltiplicate le denunce dei ferrovieri, in seguito a guasti e incidenti, peraltro sempre più frequenti, dopo i tagli che hanno inciso sulla manutenzione delle linee e delle motrici.\r\nDi ieri la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati dell'AD di Trenitalia Vincenzo Soprano.\r\nAl manager è stato notificato un invito a comparire ed entro questa settimana sarebbe stato fissato l’interrogatorio negli uffici di piazzale Clodio. L’iscrizione di Soprano ed altri funzionari di Trenitalia, secondo gli inquirenti, è “di pericolo” e non legata ad un evento specifico.\r\nL'accelerazione che ha portato a questi avvisi di garanzia \"eccellenti\" è dovuta alla revisione delle norme europee di sicurezza dopo il gravissimo incidente avvenuto in estate in Spagna. Il mancato rispetto di un segnale su un treno a macchinista unico ha provocato settanta morti.\r\nNe abbiamo parlato con Pippo, un compagno che ha lavorato per 35 in ferrovie.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nmacchinista unico",[56,58,60],{"matched_tokens":57,"snippet":17},[],{"matched_tokens":59,"snippet":19},[],{"matched_tokens":61,"snippet":62},[15],"\u003Cmark>vacma\u003C/mark>",[64,70],{"field":20,"indices":65,"matched_tokens":67,"snippets":69},[66],2,[68],[15],[62],{"field":71,"matched_tokens":72,"snippet":53,"value":54},"post_content",[52],578730123365712000,{"best_field_score":75,"best_field_weight":76,"fields_matched":66,"num_tokens_dropped":31,"score":77,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":31},"1108091339008",13,"578730123365711978",6646,{"collection_name":42,"first_q":15,"per_page":80,"q":15},6,{"facet_counts":82,"found":119,"hits":120,"out_of":385,"page":14,"request_params":386,"search_cutoff":21,"search_time_ms":159},[83,94],{"counts":84,"field_name":92,"sampled":21,"stats":93},[85,88,90],{"count":86,"highlighted":87,"value":87},53,"anarres",{"count":14,"highlighted":89,"value":89},"la perla di labuan",{"count":14,"highlighted":91,"value":91},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":23},{"counts":95,"field_name":20,"sampled":21,"stats":117},[96,99,101,103,105,107,109,111,113,115],{"count":97,"highlighted":98,"value":98},5,"no tav",{"count":100,"highlighted":87,"value":87},4,{"count":23,"highlighted":102,"value":102},"esodo",{"count":23,"highlighted":104,"value":104},"guerra",{"count":23,"highlighted":106,"value":106},"Turchia",{"count":23,"highlighted":108,"value":108},"governance",{"count":23,"highlighted":110,"value":110},"autogestione",{"count":23,"highlighted":112,"value":112},"salvo vaccaro",{"count":23,"highlighted":114,"value":114},"guerra ai poveri",{"count":66,"highlighted":116,"value":116},"libia",{"total_values":118},142,61,[121,161,185,209,252,327],{"document":122,"highlight":147,"highlights":153,"text_match":156,"text_match_info":157},{"comment_count":31,"id":123,"is_sticky":31,"permalink":124,"podcastfilter":125,"post_author":34,"post_content":126,"post_date":127,"post_excerpt":37,"post_id":123,"post_modified":128,"post_thumbnail":129,"post_title":130,"post_type":131,"sort_by_date":132,"tag_links":133,"tags":140},"65650","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione03-iraq-e-india-diversamente-in-lotta-bangui-e-mosca-e-soprattutto-bobi-wine-in-uganda/",[91],"«L’anno scorso migliaia di iracheni scesero in strada per protestare contro la corruzione delle istituzioni. Le proteste erano guidate soprattutto dai giovani, una generazione cresciuta con TikTok e PUBG e altri social media che intendeva ricordare ai partiti politici al potere e ai loro leader che il potere era nelle loro mani, non nella fortezza costituita dalla Green Zone. Le rivendicazioni riguardavano disoccupazione, incompetenza del governo, mancanza di servizi, corruzione endemica, la presenza di milizie e la diffusione crescente della povertà nel paese». Così scrive Kamal Chomani, giornalista nato nel Kurdistan iracheno.\r\nIn Occidente non se li è cagati nessuno, sono morti in 700, la rivolta si è estesa e non li hanno fermati nemmeno con i lanciafiamme.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Bastioni-in-Iraq.mp3\"][/audio]\r\nParecchi fattori hanno contribuito all’esaurimento delle manifestazioni: innanzitutto il ruolo del governo e della milizia armata nell’azione brutale di repressione dei manifestanti, dove si stima che 700 siano stati uccisi, 15.000 feritie a centinaia si contano le persone arrestate, rapite o costrette a far perdere le proprie tracce; alcuni protagonisti del Movimento hanno trovato rifugio nel Kurdistan iracheno. A ciò si è aggiunto il fatto che Muqtada al-Sadr ha ritirato il suo appoggio alle proteste una volta raggiunto il suo obiettivo di costringere il governo alle dimissioni, e conseguito da parte dei manifestanti il risultato: lo scioglimento del governo. Ma se c’è una cosa da imparare dalla storia è che le aspirazioni giovanili e le manifestazioni non finiscono quando le forze di sicurezza sparano proiettili veri. Fermentano, la rabbia infuria e sale finché raggiunge il punto di ebollizione... e ora è esplosa a Sulaymaniyah\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nSiamo poi andati in India: tra proteste dei contadini per l’ambigua e iniqua riforma di Modi che rimuove i mediatori e mette i contadini nelle mani delle multinazionali delle distribuzioni; mentre il mediatore in franchising di Apple non paga i dipendenti a nemmeno un anno dall’operazione trumpiana di spostamento degli stabilimenti dalla Cina a Narsapura (Bangalore)... le risposte sono state centinaia di milioni di addetti ai campi in piazza e i lavoratori della concessionaria Apple che distruggono come moderni luddisti le strutture dell’azienda. Gran parte della forza lavoro (2.000 dipendenti) si è scagliata contro le linee di produzione, attaccando edifici, veicoli e uffici di dirigenti. Alle origini delle violenze, promesse di remunerazione non mantenute: Wistron, il prestanome di Apple, non ha rispettato specifici impegni. Un laureato in ingegneria neoassunto avrebbe dovuto guadagnare Rs 21.000 al mese, ma il suo stipendio è stato ridotto a Rs 12.000 negli ultimi mesi (134 euro contro i € 235 promessi). I non laureati in ingegneria devono accontentarsi di 8.000 rupie (89 euro).\r\n\r\nCi siamo occupati di India anche per le elezioni nel contrastato territorio del Jammu-Kashmir con le prime elezioni dopo le riforme antifederaliste di Modi che ha imposto il punto di vista hindu ai musulmani della regione, consultazione vinta dall’opposizione, che si è subito vista incarcerata non appena uscita vincitrice dalle urne...\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-28_India.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nMa con un ardito aggancio tra continenti siamo passati dallo sfruttamento delle maestranze di Bangalore a quello delle miniere di coltan-tantalite del Congo, attraverso la commodity dell’acqua come bene rifugio, simile all’oro... e proprio questo metallo prezioso (insieme ai diamanti – ricordate Bokassa!? – e soprattutto all’uranio, fondamentale per le centrali nucleari francesi) ci ha portati alla tensione del Centrafrica a ridosso delle elezioni – in corso mentre trasmettevamo – e del tentativo di occupare Bangui da parte dei ribelli e la reazione delle truppe lealiste alleate di Mosca, perché la Russia ha trovato un facile grimaldello per penetrare il territorio centrafricano dopo i molti errori dei francesi. E un brivido ci percorre solo a pensare al ruolo che possono aver interpretato quelli della Wagner.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-28_centrafrica.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL’epilogo per ora è stata la distruzione il 29 dicembre del 14% delle urne non scrutinate dopo il voto da parte dei ribelli al potere di Touadera nell’Ovest del paese.\r\n\r\n\r\n\r\nIl pezzo forte di questo episodio di “Bastioni di Orione#3” era rappresentato dall’intervista schietta e fresca che un reporter in Uganda per seguire le elezioni (e che preferisce restare anonimo) ha realizzato con un sanguigno sostenitore di Bobi Wine e in questa traspare tutta la rabbia e la determinazione del ghetto di Kampala, dei lavoratori emigrati dei grandi laghi, delle maestranze impegnate nelle infrastrutture finanziate dai cinesi (di cui però Alex, il nostro testimone, non ha contezza)... le rimostranze sui bisogni misconosciuti da Museveni, il padre-padrone degli ultimi 30 anni dell’Uganda, che il 14 gennaio 2021 rischia di perdere il potere sotto la spinta alla ribellione nelle urne di un Movimento popolare che riempie le piazze e si scontra con la polizia. Gli arresti si susseguono, come la censura...\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-28_Uganda.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta è un tentativo di riassunto degli argomenti della intervista ad Alex Kamukama, che trovate integrale in fondo in inglese, tratta dallo Spreaker di OGzero.org.\r\n\r\nPossibile alleanza tra opposizioni anti-Museveni tra Besigyee Bobi Wine?\r\n\r\nCi sono state un paio di riunioni, si dovrebbe organizzare un’opposizione multipartitica per avere più peso contro Museveni, e nonostante gli interessi siano diversi l’obiettivo è rimuovere la dittatura.\r\n\r\nBesigye visto come oppositore a lungo. Ci sono state speculazioni all’inizio dell’anno che ci fossero legami tra Besigye e BW; un paio di incontri per vedere se potevano essere alleati. Museveni ha accumulato molte risorse e potere, ci sono state molte modifiche democratiche. BW ha costruito un movimento popolare per il cambiamento e rimuovere la dittatura\r\n\r\nPossibilità di farcela di BW?\r\n\r\nSì, c’è. Ci sono molte sfide di fronte a lui\r\n\r\nCi sono stati arresti ancora prima della campagna elettorale vera e propria, ma può farcela perché mobilita le folle. Ha dato un’unità di visione a chi aveva molti diversi problemi. La sua è prospettiva unica: parla di questione sociale, di violenza contro gli antagonisti del regime, di repressione durante le manifestazioni e tutto attraverso la musica, quindi la gente lo ama, lo ascolta. I giovani del ghetto si appassionano alla vita sociale. La mescolanza di questo crea il potere e lo renderebbe vincitore. Il punto forte è la costruzione del personaggio che passa attraverso la “transitional life” di uno che inizia dal basso e diventa una persona ammirata e ascoltata. Si crea l’identificazione nel pubblico. Se non ci sono brogli può vincere.\r\n\r\nDifferenze tra Besigye e BW\r\n\r\nBesigye era il medico personale di Museveni, attingono alla stessa tipologia di elettorato, fa parte della gente comune; era nella struttura, BW esce dalle lotte per sopravvivere, ha creato la propria immagine su quello: è il presidente del ghetto. C’è un gap tra chi studia e ce la fa a uscire dal ghetto e l’uomo comune. BW è una superstar, si è creato il suo seguito, ha costruito la sua immagine. BW visualizza i sogni della gente, il network costituito da chi lo segue e lo ascolta è coordinato, è il mondo dell’intrattenimento, le folle sono coordinate.\r\n\r\nInterferenze cinesi?\r\n\r\nNon so, no ne conosco. Ma siamo in un mondo globalizzato e quindi qualsiasi reazione UK Usa, cinese, fa da supporto magari alla cosiddetta rivoluzione. Ma non so, non direi che c’è un rapporto diretto di influenza, è un intervento esterno dovuto alla globalizzazione, non un’interferenza.\r\n\r\nLa causa di un tale consenso?\r\n\r\nBW parla di molti aspetti che riguardano la quotidianità di cui si sente il bisogno: l’acqua (è carissima: c’è un sacco di acqua in Uganda, perché dovrebbe essere così cara?), l’energia elettrica (le bollette sono carissime, si vende energia idroelettrica all’estero e non c’è per l’uganda, o costa carissima), le strade sono in costruzione, sono impossibili, se piove sono un disastro; la vita negli slums, le infrastrutture che mancano, i diritti umani di base violati, la fame, la sanità, il cibo (in tempo di Covid per esempio se il governo non sostiene in questo caso, lo ha promesso in tv quando la gente non poteva andare a lavorare per il virus, quando lo fa allora?). Il governo non risponde di tutto ciò. La gente non viene consultata, non c’è partecipazione, e bisogna stare zitti con la fame e le malattie? Vogliamo partecipazione. La gente va nelle strade e fa la rivoluzione se non c’è possibilità di partecipazione. Perché non dovremmo...? la gente vuole fatti, che vengano prese delle soluzioni. Innanzitutto quindi il governo va accantonato e poi abbiamo bisogno di partecipazione: cosa possiamo fare, in che modo possiamo contribuire per uscirne insieme, dobbiamo essere tutti alleati, solidali.\r\n\r\nMigrazione\r\n\r\nL’Uganda ha una tradizione forte di migrazione, è costruita su questa: ci sono molti rifugiati qui, i coloni hanno costruito la nazione e l’Uganda li accoglie, da Etiopia, Sudan, Burundi, Ruanda… sono benvenuti. È ospitale, dà della terra ai rifugiati, costruisce ospedali e scuole per loro, quindi con progetti a lungo termine, non sono qui di passaggio. Poi c’è anche migrazione interna, dalle campagne alla città, in cerca di lavoro, in particolare Kampala attrae e viene congestionata; dove poi c’è sovraffollamento, aumenta anche il crimine (perché il lavoro non si trova). Gli oppositori e i dissidenti migrano invece, o sono in esilio, per esempio gli omosessuali, non c’è tolleranza per lgbtq.\r\n\r\nSei sempre stato qui o hai viaggiato?\r\n\r\nHo viaggiato molto, 25 distretti, facendo lavori da tecnico delle comunicazioni, ma ora vivo qui a Kampala. È dura trovare lavoro, bisogna studiare, ti dicono che così trovi un buon lavoro, ma poi anche se studi non trovi. Bisogna essere raccomandati e basta, c’è uno scherzo diffuso che sintetizza tutto: non conta come conosci ma chi conosci…. dentro un’azienda o un ufficio.\r\n\r\nInternet?\r\n\r\nPatetico! Va male, c’è una tassa sul web, è cara. Per BW – considerato un eroe in rete – questo è un argomento clou perché l’informazione whatsapp, i social, sono importanti, un mucchio di informazioni vengono attinte dalla gente su internet e il parlamento si mette di traverso, ma il parlamento ha varato quella legge [della tassa su web?] e BW si è opposto…\r\n\r\nChe musica e che radio ascolti?\r\n\r\nRaggae, un po’ di rock, afropop, ascolto Galaxy FM, è nelle vicinanze e propone e promuove talenti locali, e dialoga col pubblico su questioni sociali, promuove cultura. Anche Radio Airplay, per la musica, perché trasmette la musica che suono io senza chiedermi soldi, dà opportunità di promuoversi\r\n\r\nRepressione contro BW?\r\n\r\nSì, è triste… stava parlando e diceva cose vere e sono intervenuti brutalmente durante le manifestazioni e anche quando stava semplicemente parlando durante i comizi. Non era né buono, né cattivo quello che diceva, semplicemente la verità. E la verità è verità, c’è poco da fare: la verità va detta. Ci dovrebbe essere la libertà di parola ma in realtà non c’è: i media hanno censurato, ma in un modo o nell’altro la verità viene sempre fuori. C’è molta violenza fisica, è il risultato di un regime che non vuole che esca la verità: è umano reagire quando la violenza della repressione colpisce la gente, è naturale che se sei sotto il fuoco, reagisci finché non si arriva a trovare una soluzione. Il silenzio mette al sicuro dalla repressione.\r\n\r\nAltre forme di resistenza?\r\n\r\nSì, ci sono molte forme di potere: quello fisico… il potere invisibile della cultura, il People Power Movement ha dipinto chiaramente la situazione reale: quello per cui abbiamo combattuto, la libertà d’espressione, le eguali opportunità, la giustizia sociale; la corruzione, la distribuzione iniqua delle ricchezze, la mancanza di lavoro, cerca soluzioni. Non si può essere arrabbiati per una settimana o per un mese, avere un lavoro per un anno; ci va una soluzione, e il governo non sembra avere alcuna soluzione. Per esempio è stato lanciato l’EMIOGA Program per il lavoro, non ha funzionato perché non c’è stata consultazione con il popolo prima di lanciarlo. Non c’è stata discussione, la gente avrebbe avuto la soluzione ma non li hanno ascoltati. Forse altri al Governo ci ascolterebbero, chi negli ultimi 10 anni ci ha aperto le porte, trovato il cibo che manca. Fabbricare un ponte con la gente. Il Movimento fa questo, prende il potere per muoversi, sollevarsi, una libertà non perché vuoi combattere il governo, ma per liberare se stessi dalla vita che si vive… questo potere viene dal cuore, perché si relazione con il popolo. Si lancia in un momento animato di retorica, anche ispirata e un po’ vacua\r\n\r\nReazione alla violenza\r\n\r\nI casi sono due: o mi proteggo e basta o cerco di parlare e ridurre la rabbia di quelli che reprimono. Posso parlare, creare una relazione. Innanzitutto bisogna parlare. In quanto appartenenti alla stessa nazione, è responsabilità di ogni ugandese di farsi carico di ciò che capita nella tua nazione: se sei patriota devi seguire tutto ciò che capita in Uganda, questo il motivo per cui la gente prende parola. La gente violenta è stata resa violenta dal potere. Se c’è benessere non si passa alla violenza, bisogna comunicare con i parenti, i genitori, le mogli di questi che usano la violenza, far capire che la violenza è un circolo vizioso. Bisogna scrivere sì ma non solo al governo, anche alla gente. Bisogna anche calmare la rabbia della gente. Sono un membro dell’opposizione e penso che chi viene dopo non deve parlare di potere ma di cose che si devono fare… E quindi serve un leader che sia raggiungibile, che ascolti la gente, che renda possibile la partecipazione: interessante per lui è come da un leader si crea una leadership.\r\n\r\nPrendere questa risoluzione: il governo deve cambiare, oppure noi lo cambieremo. People power, our power\r\n\r\nAscolta \"Kampala visualizza i suoi sogni\" su Spreaker.\r\n\r\n ","30 Dicembre 2020","2021-01-12 23:06:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Tishrin-revolution-200x110.png","I Bastioni di Kampala#03: Iraq e India diversamente in lotta; Bangui e Mosca; e soprattutto l'Uganda","podcast",1609288986,[134,135,136,137,138,139],"http://radioblackout.org/tag/bobi-wine/","http://radioblackout.org/tag/centrafrica/","http://radioblackout.org/tag/india/","http://radioblackout.org/tag/iraq/","http://radioblackout.org/tag/museveni/","http://radioblackout.org/tag/uganda/",[141,142,143,144,145,146],"Bobi Wine","Centrafrica","india","iraq","Museveni","uganda",{"post_content":148},{"matched_tokens":149,"snippet":151,"value":152},[150],"vacua","anche ispirata e un po’ \u003Cmark>vacua\u003C/mark>\r\n\r\nReazione alla violenza\r\n\r\nI casi","«L’anno scorso migliaia di iracheni scesero in strada per protestare contro la corruzione delle istituzioni. 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Gli arresti si susseguono, come la censura...\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-28_Uganda.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta è un tentativo di riassunto degli argomenti della intervista ad Alex Kamukama, che trovate integrale in fondo in inglese, tratta dallo Spreaker di OGzero.org.\r\n\r\nPossibile alleanza tra opposizioni anti-Museveni tra Besigyee Bobi Wine?\r\n\r\nCi sono state un paio di riunioni, si dovrebbe organizzare un’opposizione multipartitica per avere più peso contro Museveni, e nonostante gli interessi siano diversi l’obiettivo è rimuovere la dittatura.\r\n\r\nBesigye visto come oppositore a lungo. Ci sono state speculazioni all’inizio dell’anno che ci fossero legami tra Besigye e BW; un paio di incontri per vedere se potevano essere alleati. Museveni ha accumulato molte risorse e potere, ci sono state molte modifiche democratiche. BW ha costruito un movimento popolare per il cambiamento e rimuovere la dittatura\r\n\r\nPossibilità di farcela di BW?\r\n\r\nSì, c’è. Ci sono molte sfide di fronte a lui\r\n\r\nCi sono stati arresti ancora prima della campagna elettorale vera e propria, ma può farcela perché mobilita le folle. Ha dato un’unità di visione a chi aveva molti diversi problemi. La sua è prospettiva unica: parla di questione sociale, di violenza contro gli antagonisti del regime, di repressione durante le manifestazioni e tutto attraverso la musica, quindi la gente lo ama, lo ascolta. I giovani del ghetto si appassionano alla vita sociale. La mescolanza di questo crea il potere e lo renderebbe vincitore. Il punto forte è la costruzione del personaggio che passa attraverso la “transitional life” di uno che inizia dal basso e diventa una persona ammirata e ascoltata. Si crea l’identificazione nel pubblico. Se non ci sono brogli può vincere.\r\n\r\nDifferenze tra Besigye e BW\r\n\r\nBesigye era il medico personale di Museveni, attingono alla stessa tipologia di elettorato, fa parte della gente comune; era nella struttura, BW esce dalle lotte per sopravvivere, ha creato la propria immagine su quello: è il presidente del ghetto. C’è un gap tra chi studia e ce la fa a uscire dal ghetto e l’uomo comune. BW è una superstar, si è creato il suo seguito, ha costruito la sua immagine. BW visualizza i sogni della gente, il network costituito da chi lo segue e lo ascolta è coordinato, è il mondo dell’intrattenimento, le folle sono coordinate.\r\n\r\nInterferenze cinesi?\r\n\r\nNon so, no ne conosco. Ma siamo in un mondo globalizzato e quindi qualsiasi reazione UK Usa, cinese, fa da supporto magari alla cosiddetta rivoluzione. Ma non so, non direi che c’è un rapporto diretto di influenza, è un intervento esterno dovuto alla globalizzazione, non un’interferenza.\r\n\r\nLa causa di un tale consenso?\r\n\r\nBW parla di molti aspetti che riguardano la quotidianità di cui si sente il bisogno: l’acqua (è carissima: c’è un sacco di acqua in Uganda, perché dovrebbe essere così cara?), l’energia elettrica (le bollette sono carissime, si vende energia idroelettrica all’estero e non c’è per l’uganda, o costa carissima), le strade sono in costruzione, sono impossibili, se piove sono un disastro; la vita negli slums, le infrastrutture che mancano, i diritti umani di base violati, la fame, la sanità, il cibo (in tempo di Covid per esempio se il governo non sostiene in questo caso, lo ha promesso in tv quando la gente non poteva andare a lavorare per il virus, quando lo fa allora?). Il governo non risponde di tutto ciò. La gente non viene consultata, non c’è partecipazione, e bisogna stare zitti con la fame e le malattie? Vogliamo partecipazione. La gente va nelle strade e fa la rivoluzione se non c’è possibilità di partecipazione. Perché non dovremmo...? la gente vuole fatti, che vengano prese delle soluzioni. Innanzitutto quindi il governo va accantonato e poi abbiamo bisogno di partecipazione: cosa possiamo fare, in che modo possiamo contribuire per uscirne insieme, dobbiamo essere tutti alleati, solidali.\r\n\r\nMigrazione\r\n\r\nL’Uganda ha una tradizione forte di migrazione, è costruita su questa: ci sono molti rifugiati qui, i coloni hanno costruito la nazione e l’Uganda li accoglie, da Etiopia, Sudan, Burundi, Ruanda… sono benvenuti. È ospitale, dà della terra ai rifugiati, costruisce ospedali e scuole per loro, quindi con progetti a lungo termine, non sono qui di passaggio. Poi c’è anche migrazione interna, dalle campagne alla città, in cerca di lavoro, in particolare Kampala attrae e viene congestionata; dove poi c’è sovraffollamento, aumenta anche il crimine (perché il lavoro non si trova). Gli oppositori e i dissidenti migrano invece, o sono in esilio, per esempio gli omosessuali, non c’è tolleranza per lgbtq.\r\n\r\nSei sempre stato qui o hai viaggiato?\r\n\r\nHo viaggiato molto, 25 distretti, facendo lavori da tecnico delle comunicazioni, ma ora vivo qui a Kampala. È dura trovare lavoro, bisogna studiare, ti dicono che così trovi un buon lavoro, ma poi anche se studi non trovi. Bisogna essere raccomandati e basta, c’è uno scherzo diffuso che sintetizza tutto: non conta come conosci ma chi conosci…. dentro un’azienda o un ufficio.\r\n\r\nInternet?\r\n\r\nPatetico! Va male, c’è una tassa sul web, è cara. Per BW – considerato un eroe in rete – questo è un argomento clou perché l’informazione whatsapp, i social, sono importanti, un mucchio di informazioni vengono attinte dalla gente su internet e il parlamento si mette di traverso, ma il parlamento ha varato quella legge [della tassa su web?] e BW si è opposto…\r\n\r\nChe musica e che radio ascolti?\r\n\r\nRaggae, un po’ di rock, afropop, ascolto Galaxy FM, è nelle vicinanze e propone e promuove talenti locali, e dialoga col pubblico su questioni sociali, promuove cultura. Anche Radio Airplay, per la musica, perché trasmette la musica che suono io senza chiedermi soldi, dà opportunità di promuoversi\r\n\r\nRepressione contro BW?\r\n\r\nSì, è triste… stava parlando e diceva cose vere e sono intervenuti brutalmente durante le manifestazioni e anche quando stava semplicemente parlando durante i comizi. Non era né buono, né cattivo quello che diceva, semplicemente la verità. E la verità è verità, c’è poco da fare: la verità va detta. Ci dovrebbe essere la libertà di parola ma in realtà non c’è: i media hanno censurato, ma in un modo o nell’altro la verità viene sempre fuori. C’è molta violenza fisica, è il risultato di un regime che non vuole che esca la verità: è umano reagire quando la violenza della repressione colpisce la gente, è naturale che se sei sotto il fuoco, reagisci finché non si arriva a trovare una soluzione. Il silenzio mette al sicuro dalla repressione.\r\n\r\nAltre forme di resistenza?\r\n\r\nSì, ci sono molte forme di potere: quello fisico… il potere invisibile della cultura, il People Power Movement ha dipinto chiaramente la situazione reale: quello per cui abbiamo combattuto, la libertà d’espressione, le eguali opportunità, la giustizia sociale; la corruzione, la distribuzione iniqua delle ricchezze, la mancanza di lavoro, cerca soluzioni. Non si può essere arrabbiati per una settimana o per un mese, avere un lavoro per un anno; ci va una soluzione, e il governo non sembra avere alcuna soluzione. Per esempio è stato lanciato l’EMIOGA Program per il lavoro, non ha funzionato perché non c’è stata consultazione con il popolo prima di lanciarlo. Non c’è stata discussione, la gente avrebbe avuto la soluzione ma non li hanno ascoltati. Forse altri al Governo ci ascolterebbero, chi negli ultimi 10 anni ci ha aperto le porte, trovato il cibo che manca. Fabbricare un ponte con la gente. Il Movimento fa questo, prende il potere per muoversi, sollevarsi, una libertà non perché vuoi combattere il governo, ma per liberare se stessi dalla vita che si vive… questo potere viene dal cuore, perché si relazione con il popolo. Si lancia in un momento animato di retorica, anche ispirata e un po’ \u003Cmark>vacua\u003C/mark>\r\n\r\nReazione alla violenza\r\n\r\nI casi sono due: o mi proteggo e basta o cerco di parlare e ridurre la rabbia di quelli che reprimono. Posso parlare, creare una relazione. Innanzitutto bisogna parlare. In quanto appartenenti alla stessa nazione, è responsabilità di ogni ugandese di farsi carico di ciò che capita nella tua nazione: se sei patriota devi seguire tutto ciò che capita in Uganda, questo il motivo per cui la gente prende parola. La gente violenta è stata resa violenta dal potere. Se c’è benessere non si passa alla violenza, bisogna comunicare con i parenti, i genitori, le mogli di questi che usano la violenza, far capire che la violenza è un circolo vizioso. Bisogna scrivere sì ma non solo al governo, anche alla gente. Bisogna anche calmare la rabbia della gente. Sono un membro dell’opposizione e penso che chi viene dopo non deve parlare di potere ma di cose che si devono fare… E quindi serve un leader che sia raggiungibile, che ascolti la gente, che renda possibile la partecipazione: interessante per lui è come da un leader si crea una leadership.\r\n\r\nPrendere questa risoluzione: il governo deve cambiare, oppure noi lo cambieremo. 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La causa può essere una pandemia, una guerra atomica, un asteroide. Roberto Vacca in \"La morte di megalopoli\" scritto nel 1974 e ambientato nel 1993 immagina invece che il sistema si inceppi perchè troppo complesso, la fine della civiltà arriva per disorganizzazione. La città di New York ha inglobato Washington e Boston formando la conurbazione Bos-Wash con 50 milioni di abitanti. Un giorno il traffico si blocca impedendo a un controllore di volo di arrivare all'aeroporto Kennedy. Un altro controllore di volo esausto commette un tragico errore e un aereo precipita su una centrale elettrica. Tutta la costa orientale degli Stati Uniti resta senza energia elettrica. Uffici, fabbriche, ospedali, treni e telefoni cessano di funzionare. Confusione, panico e violenza dilagano. \"La stima ufficiale del numero dei morti alla fine del secondo giorno di blackout era di 150.000 persone ma il numero vero, sconosciuto a tutti, superava il mezzo milione.\" Seguiamo la vicenda con gli occhi dell'ingegnere Ed Barnes, troppo fiducioso nelle possibilità della tecnologia. \"Il nuovo sistema unificato sarà dieci volte più sicuro dei vecchi sistemi. Abbiamo tenuto conto di tutto.\" A nulla serve la tardiva mobilitazione dell'esercito. \"Tutte le autorità pubbliche e private, militari e civili, rimasero senza informazioni, e non avrebbero saputo che ordini impartire né a chi.\" Nel 1971 Roberto Vacca aveva sviluppato gli stessi concetti nel saggio \"Il medioevo prossimo venturo\". Buon ascolto.\r\n\r\nRoberto Vacca \"Il medioevo prossimo venturo - La degradazione dei grandi sistemi\" Mondadori, Milano 1971;\r\n\r\nIsaac Asimov \"Catastrofi a scelta - Le apocalissi che incombono sul nostro pianeta\" Mondadori, Milano 1979;\r\n\r\nJared Diamond \"Collasso - Come le società scelgono di morire o vivere\" Einaudi, Torino 2005.","17 Ottobre 2020","2020-10-17 09:39:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/MEGALOPOLI-172x110.jpg","LA MORTE DI MEGALOPOLI - LA PERLA DI LABUAN 9/10/2020",1602927317,[],[],{"post_content":176},{"matched_tokens":177,"snippet":179,"value":180},[178],"Vacca","guerra atomica, un asteroide. 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Squallidi truffatori in colletto bianco si fanno aiutare da abili spalloni a ripulire soldi oltre-confine. Un bambino biondo lancia una palla oltre la staccionata. Molti suv. A questa schifosa sfilza di luoghi comuni possiamo aggiungere cioccolata, croce rossa, orologi a cucù e prostituzione. Ah sì anche il jazz.\r\nGli svizzeri si sa, se lo tengono parecchio per sè. Neutralità e isolamento sono le porte da forzare per penetrare nel segreto elvetico, in qualunque campo. Dal 1967 Svizzera e Jazz si leggono Montreux. Da Nina Simone a Jan Garbarek tutti quelli che hanno scritto le più celebri pagine del jazz, sono venuti qui a guadagnarsi le stimmate dell'immortalità. Se c'è una cosa che detesto sono le celebrazioni e il triste cibo pre-masticato. E così che anche il jazz può diventare un luogo comune. Può prestarsi ad un appiattimento da globalizzazione inoltrata, staticizzandosi in una immagine fissa di sè, come una crosta di calcare nel rubinetto. Il jazz in svizzera in parte lo è stato e ancora lo è. una crosta sul rubinetto della libera creatività che talvolta non fa fluire libere le acque. Tirato da una parte da sponsors ricchissimi e da \"appassionati\" la cui età avanza di giorno in giorno, oppure venduto a tranci per ascoltatori sempre meno attenti, anche il vecchio caro gezz rischia una lenta e inesorabile de-colorazione, diretto verso una miscela preconfezionata e liofilizzata di suoni che ricordano quella musica, ma che in realtà ne sono solo l'involucro vuoto. Tanti sono i festival gloriosi del passato che oggi offrono solo miseria, vecchiaia e tristi clichè.\r\n\r\nMa il jazz in svizzera non è solo Montreux e - cosa ben più importante - non è un triste decotto per vecchi collezionisti di auto bugatti, non è cachet miloionari, non è il prezzo del biglietto per una sveltina con qualche anziano in pailletes a montreux, non è nemmeno l'impomatata radio pubblica svizzera. Per avere qualche brivido, si sa, bisogna arrampicarsi sulle Alpi orientali. Sarà l'altitudine a dare l'ebbrezza, ma sembra che dalle terre basse siano scappati tutti quelli che tra gli ottanta e i novanta hanno ri-animato il quasi cadavere svizzero con massicce dosi di tradizione. Sembra che si siano ritirati in baite dove manca l'ossigeno.\r\nViaggiando con Huber ho scoperto che in ogni montagna ci sono strade secondarie, o ripidi sentieri dove la gente non passa mai, nemmeno la domenica. Uno di questi lo abbiamo imboccato con un obiettivo preciso. Fare chiarezza sul mondo del jazz tra le baite alpine. Follia? affatto. L'idea è affermare che NON si possono tracciare luoghi comuni, neanche nella iconica terra dei san bernardo.\r\n\r\nStiamo per incontrare Hans Hassler, faccione barbuto da babbo natale, attitudine alcolica e fisarmonica facile. Lo incontriamo per una ricognizione in quello che, parafrasando uno dei suoi lavori del passato, possiamo chiamare \"the new alpine jazz herd\".\r\nHassler è come sembra e ti sembra che sia così da qualche centinaio di anni. Potresti trovarlo in istato di intossicazione alcolica a far sudare i polpastrelli in qualche stuba dall'ossigeno ormai rarefatto, oppure a ragionare con pacatezza sul senso della vita. Hassler è la reincarnazione del pastore elvetico nel corpo di un musicista dalla sensibilità elevata. (nell'accademia si preferisce il termine \"orecchio\", con un pizzico di snobismo verso tutti colore che non ce l'hanno...) Sembra che sui nastri magnetici custoditi nel suo cranio sia stata registrata musica antichissima e immutabile.\r\nNato sulle alpi orientali di Graubünden, da allora ha suonato di tutto, dal free jazz alla musica folklorica, passando per la musica da film, fino alle sagre contadine. 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Chissà cosa ci riserverà il futuro: la sfida di questo folklore dotto è anche ambientalista, parla di un ritorno alle tradizioni senza dimenticare il presente. Propone una visione bucolica della vita senza accenni fricchettoni. Riscoprire il piacere di guardare un panorama, bevendo vino e saltellando. Quando la guida alpina è Hassler, il divertimento è garantito. altri mondi, i monti. Solo dall'alto puoi capire il panorama.\r\n\r\nDalla svizzera con furore. una mini-discografia non ragionata sul free jazz alpino:\r\n\r\nHans Hassler - St [Intakt 2014]. Difficile recensirlo. Pensate ad un buontempone alla dott. Chadoula impiegato in un trio a bassa densità sul tema della tradizione svizzera. Dimenticate però lo yodel. Questa è avanguardia senza ossigeno ma ad alto tasso alcolico.\r\nAdatto per una passeggiata in quota, piantare verdure nell'orto, pascolare animali e per chi non ama prendersi troppo sul serio.\r\n\r\nAlpine Jazz Herd - Swiss Flavor [Unit 1983]: il testamento del jazz alpino. Insuperabile per rarefazione, starnazzate e originalità. Hassler è presente insieme ai migliori improvvisatori alpini. Se fossero riusciti a scendere dai monti avrebero sconfitto montreux. Glorie outsider, per fan della Globe Unity Orchestra a ranghi ridotti e dell'escursionismo naturista.\r\n\r\nHabariani - Two [Hat Art 1991]: organo diatonico, clarinetto basso, trombone. Più fedele di una cartolina da Chiasso, questa è ambient melodica sulle impronte della tradizione che vi farà guardare lontano. Instant classic da mettere vicino ai lavori più rarefatti di paul bley e giuffre. Sempre senza tralasciare il folklore alpino. Urge ristampa perdio!!\r\n\r\nGebhard Ullmann Jurgen Kupke & Michael Thieke - The Clarinet Trio 4 [Leo 2012]: anche se non siamo del tutto in Svizzera, beh che dire, questo uscito per Leo nel 2012 è un viaggione, ammesso e non concesso che amiate viaggiare leggeri. Ve lo consiglio ma attenti: se cercate arrangiamenti bandistici, percussionismi o swingate, qui non li troverete. Puro clarinetto, in tutte le sue forme. Amato da Hassler con cui Ullmann collabora all'ultimo disco uscito per Intakt (vedi sopra).","6 Maggio 2014","2018-10-17 22:10:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/Hassler2_92b35178e02d2f6f84bf856ff0ea42a4-200x110.jpeg","Schweizer Aroma - folklore alpino e avanguardia da camera con stube",1399378917,[],[],{"post_content":200},{"matched_tokens":201,"snippet":203,"value":204},[202],"vacca","passa. 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Sembra che sui nastri magnetici custoditi nel suo cranio sia stata registrata musica antichissima e immutabile.\r\nNato sulle alpi orientali di Graubünden, da allora ha suonato di tutto, dal free jazz alla musica folklorica, passando per la musica da film, fino alle sagre contadine. Virtuoso del Schwyzerörgeli (un organetto diatonico simile ad una fisa ridotta, esistente solo in quella parte della svizzera) ha mescolato ironia, buonuomore e sbronze ai traditional d'alpeggio, restituendo al jazz e al folklore una dimensione insieme cameristica e intellettuale, pur non privata della sua componente terrena: la vita che scorre, i pascoli, il vino e la grappa, l'amore, il tempo che passa. 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Senza storronarci con il revival puro, iniettano nel corpo mortificato del folklore dosi di ironia da bar, divagazioni sull'orlo del precipizio free, alternando veloci discese a lunghe salite, la marcia al riposo, la stasi al moto.\r\nIn compagnia di Hassler cercheremo di tracciare una linea nel tempo, da Heidi al New Alpine Jazz Herd. C'è una fiume incontrollato di gioia di vivere che scorre sotterraneo. Non me ne vogliano gli integralisti del folklore, ma con Hassler siamo su altri pianeti. Chissà cosa ci riserverà il futuro: la sfida di questo folklore dotto è anche ambientalista, parla di un ritorno alle tradizioni senza dimenticare il presente. Propone una visione bucolica della vita senza accenni fricchettoni. Riscoprire il piacere di guardare un panorama, bevendo vino e saltellando. Quando la guida alpina è Hassler, il divertimento è garantito. altri mondi, i monti. Solo dall'alto puoi capire il panorama.\r\n\r\nDalla svizzera con furore. una mini-discografia non ragionata sul free jazz alpino:\r\n\r\nHans Hassler - St [Intakt 2014]. Difficile recensirlo. Pensate ad un buontempone alla dott. Chadoula impiegato in un trio a bassa densità sul tema della tradizione svizzera. Dimenticate però lo yodel. Questa è avanguardia senza ossigeno ma ad alto tasso alcolico.\r\nAdatto per una passeggiata in quota, piantare verdure nell'orto, pascolare animali e per chi non ama prendersi troppo sul serio.\r\n\r\nAlpine Jazz Herd - Swiss Flavor [Unit 1983]: il testamento del jazz alpino. Insuperabile per rarefazione, starnazzate e originalità. Hassler è presente insieme ai migliori improvvisatori alpini. Se fossero riusciti a scendere dai monti avrebero sconfitto montreux. Glorie outsider, per fan della Globe Unity Orchestra a ranghi ridotti e dell'escursionismo naturista.\r\n\r\nHabariani - Two [Hat Art 1991]: organo diatonico, clarinetto basso, trombone. Più fedele di una cartolina da Chiasso, questa è ambient melodica sulle impronte della tradizione che vi farà guardare lontano. Instant classic da mettere vicino ai lavori più rarefatti di paul bley e giuffre. Sempre senza tralasciare il folklore alpino. Urge ristampa perdio!!\r\n\r\nGebhard Ullmann Jurgen Kupke & Michael Thieke - The Clarinet Trio 4 [Leo 2012]: anche se non siamo del tutto in Svizzera, beh che dire, questo uscito per Leo nel 2012 è un viaggione, ammesso e non concesso che amiate viaggiare leggeri. Ve lo consiglio ma attenti: se cercate arrangiamenti bandistici, percussionismi o swingate, qui non li troverete. Puro clarinetto, in tutte le sue forme. Amato da Hassler con cui Ullmann collabora all'ultimo disco uscito per Intakt (vedi sopra).",[206],{"field":71,"matched_tokens":207,"snippet":203,"value":204},[202],{"best_field_score":158,"best_field_weight":159,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":31,"score":160,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":66},{"document":210,"highlight":232,"highlights":241,"text_match":247,"text_match_info":248},{"comment_count":31,"id":211,"is_sticky":31,"permalink":212,"podcastfilter":213,"post_author":34,"post_content":214,"post_date":215,"post_excerpt":216,"post_id":211,"post_modified":217,"post_thumbnail":218,"post_title":219,"post_type":131,"sort_by_date":220,"tag_links":221,"tags":227},"7495","http://radioblackout.org/podcast/economia-di-carta-e-politica-di-guerra-incontro-con-salvo-vaccaro/",[87],"La finanziarizzazione dell'economia sta modificando la natura stessa del capitalismo e dello Stato.\r\nSe il ciclo degli scambi comincia e finisce con i soldi, le vite di sette miliardi di esseri umani diventano irrilevanti in un gioco il cui governo è altrove rispetto agli stessi Stati nazionali.\r\nAgli Stati viene progressivamente sottratto il potere di controllo dei processi economici, ma mantengono e rafforzano quello militare.\r\n\r\n- Quale spazio per un esodo conflittuale dalla roulette russa che stritola vite umane con la rapidità di una transazione finanziaria on line?\r\n\r\n- Tra teocrazia finanziaria e governance mondiale: quali prospettive ci sono per i movimenti di opposizione sociale?\r\n\r\n- La politica si riduce alle pratiche disciplinari degli Stati o restano spazi per percorsi di autogoverno territoriale e sperimentazione sociale, che ri-diano forza concreta alle idee di libertà, uguaglianza, solidarietà?\r\n\r\n- Movimenti come i No Tav alludono ad una possibilità: coniugare felicemente l'attenzione etica globale con la riterritorializzazione del conflitto e la spinta all'autogoverno.\r\nNe parliamo con Salvo Vaccaro\r\nVenerdì 16 marzo ore 21\r\nin corso Palermo 46\r\n\r\nSalvo Vaccaro insegna Filosofia politica all'Università di Palermo, è attivo da oltre 30 anni nel movimento anarchico e libertario di lingua italiana. I suoi ultimi libri sono \"Pensare altrimenti. Anarchismo e filosofia radicale nel XX secolo\" (eleuthera, Milano 2011) e \"L'onda araba. 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I medici sono stati condannati a pene che vanno dai 13 mesi ai due anni, gli infermieri dai 14 mesi ai 15 mesi. Per tutti la pena è sospesa. Tutti in questi anni hanno continuato a lavorare in ospedali pubblici e continueranno a farlo.\r\nNon auguriamo la galera a nessuno, nemmeno agli assassini di Francesco. Ci piacerebbe però non trovarli ancora in ospedale.\r\nPurtroppo il consenso intorno alle pratiche psichiatriche è tale da trasformare il sequestro e la tortura come normali pratiche mediche. La psichiatria viene assolta con formula piena, le lievi condanne inflitte ai medici e agli infermieri ne sono il segno. Colpevoli di incuria, non di una pratica che ogni giorno sequestra, umilia, tortura uomini e donne nei repartini del nostro paese.\r\n\r\nDue parole per ricordare Francesco.\r\n\r\nIl 31 luglio del 2009 Francesco Mastrogiovanni entra nell’ospedale psichiatrico di Vallo della Lucania. Gli è stato imposto un TSO – trattamento sanitario obbligatorio.\r\nNe uscirà morto.\r\n\r\nFrancesco fa il maestro, in quei giorni è in vacanza al mare. Lo accusano falsamente di aver tamponato qualche auto e invece di una multa lo portano in repartino.\r\n\r\nPer eseguire il “ricovero” mandano decine di carabinieri armati di tutto punto. Francesco ha su di se il marchio dell’anarchico pericoloso: nel 1972 venne ferito durante un aggressione fascista, che si concluse con la morte dello squadrista Falvella, ucciso con il suo stesso coltello dall’anarchico Giovanni Marini, che intervenne per aiutare Francesco.\r\nNel 1999 venne arrestato perché protestava per una multa. Calci, pugni e manganellate, poi un’accusa di resistenza e lesioni. Il carcere, una condanna a tre anni, poi cancellata in appello.\r\nFrancesco era da anni nel mirino degli uomini in divisa, degli uomini al servizio dello Stato. Lo sapeva e aveva paura. Quando lo hanno preso per il TSO disse “se mi portano all’ospedale di Vallo non ne esco vivo”.\r\nIn un rapporto di polizia venne definito “incompatibile ai carabinieri”, uno che canta “canzoni sovversive”. Basta per dichiararlo matto: il sindaco firma senza esitare il TSO.\r\nIn ospedale viene sedato pesantemente e legato al letto: le mani in alto, i piedi in basso. Crocefisso.\r\nViene lasciato lì senza cibo, senza acqua, senza “cure”. Griderà di dolore, ma nessuno lo ascolterà: sanguina dalle profonde ferite ai polsi inflitte dai legacci. Man mano la voce di Franco si farà più flebile, nella sete di aria dell’agonia. Verrà liberato 92 ore dopo, quando era morto da quasi sei.\r\nI suoi parenti non potranno vederlo né avere sue notizie. Solo la loro caparbietà a non credere alle bugie dei medici ha fatto sì che questo crimine non passasse sotto silenzio.\r\n\r\nL’agonia di Francesco viene ripresa dagli occhi impietosi ed indifferenti di una telecamera. Mai tanto impietosi e indifferenti come quelli dei “medici” e “infermieri”. Mai chiusi come quelli dell’infermiera che asciuga il suo sangue, senza badare all’uomo che agonizza inchiodato al letto.\r\nAl processo il Pubblico Ministero, lo stesso che aveva chiesto il carcere per Francesco, investendolo con accuse infondate, fa il processo alla vittima, minimizzando le responsabilità dei carcerieri.\r\nNel procedimento di secondo grado, conclusosi il 15 novembre, i 17 medici e infermieri sono stati condannati a pene tra i 13 mesi e i 2 anni, con la condizionale. Non siamo giustizialisti: le sentenze che privano della libertà qualcuno non ci fanno gioire.\r\nLa giustizia che vogliamo è quella che elimina le sbarre e i legacci, che chiude con gli orrori della psichiatria, in un mondo senza carabinieri. Sì, perché anche noi, come l’anarchico Mastrogiovanni, maestro elementare assassinato dalla psichiatria e dalla forze dell’ordine, siamo, inguaribilmente, “incompatibili con i carabinieri”.\r\n\r\nIl caso di Francesco è la punta di un iceberg enorme, ma spesso invisibile.\r\nA quarant’anni dalla chiusura dei manicomi la psichiatria continua a torturare e, qualche volta, anche a uccidere.\r\nLe prigioni per i “matti”, discariche sociali per contenere e reprimere gli incompatibili, sono tornate in forme diverse, ma la psichiatria continua a torturare e uccidere.\r\n\r\n00000000\r\n\r\nGodzilla e il referendum\r\n\r\nFate fatica ad arrivare alla fine del mese? Siete nei guai con il padrone di casa? Stanno per sfrattarvi? Vi portano via i mobili perché avete perso il lavoro e non avete pagato le rate? \r\n\r\nDi che vi lamentate? Il governo dice che viviamo nel migliore dei mondi possibili, che liberismo e democrazia garantiscono pace, libertà, benessere. Ci raccontano le favole e pretendono che ci crediamo. \r\nIntanto per la povera gente vivere è sempre più difficile. \r\n\r\nLa destra fascista e leghista all’opposizione ci dice che è tutta colpa di chi è più povero di noi, dell’immigrato, del profugo di guerra: basta chiudere le frontiere e il nostro paese diventa l’Eldorado, dove tutti sono ricchi e felici. \r\n\r\nPure i Pentastellati vorrebbero chiudere le frontiere e cacciare tutti i senza documenti. Vorrebbero anche più galere per rinchiudere i corrotti e i corruttori. Poi tutto andrebbe a posto: noi saremo tutti felici di far ricchi i padroni per bene, saremo contenti che vi siano governi saggi che decidono cosa è meglio per noi. \r\n\r\nGli antagonisti invece hanno trovato la formula magica che risolve tutti i problemi. Votare No alla riforma costituzionale voluta dal governo, per far cadere Renzi e mandare al suo posto i 5 stelle, un partito autoritario, giustizialista, razzista e guerrafondaio. \r\n\r\nLeghisti, fascisti, forza italici, pentastellati, rifondati ed antagonisti andranno tutti a votare No per cacciare Renzi. Anche la minoranza dello stesso PD voterà No per indebolire il governo. \r\n\r\nLa Carta costituzionale è solo carta. Nei fatti la Costituzione reale del paese è sempre stata lontana da quella formale, comunque condizionata dal trovare un equilibrio tra i maggiori partiti, in un paese destinato all’orbita statunitense. Al di là di qualche generico proclama, la Costituzione difende la proprietà privata e quindi il diritto allo sfruttamento del lavoro, delle risorse e delle nostre stesse vite. \r\n\r\nLa distanza tra la Costituzione formale e la Costituzione reale dimostra che le stesse regole del gioco del potere sono solo una vetrina da lustrare nelle cerimonie ufficiali tra il 25 aprile e il 2 giugno. Una vetrina che certa sinistra, radicale e non, sta lustrando per mettere in scena un’opposizione al governo che stenta a crescere nella società e si rifugia nel gioco referendario, dove c’è ressa per partecipare alla partita dei tutti quanti assortiti contro Renzi.\r\n\r\nI richiami alla Resistenza farebbero infuriare i tanti partigiani che combatterono perché volevano che la sconfitta del fascismo fosse il primo passo verso la rivoluzione, senza padroni e senza un governo dei pochi su tutti. \r\n\r\nIn questi ultimi trent’anni chi ha governato ha distrutto diritti e tutele, strappati in decenni di lotte, di chi aspirava ad una totale trasformazione sociale.\r\n\r\nI governi di questi decenni ci hanno detto che non c’erano soldi. Mentivano. I soldi per le guerre, per le armi, per le grandi opere inutili li hanno sempre trovati. Da anni aumenta la spesa bellica e si moltiplicano i tagli per ospedali, trasporti locali, scuole. \r\nNon vogliono spendere per migliorare le nostre vite, perché preferiscono usarli per le guerre non dichiarate, che in barba alla Costituzione, i governi di destra e di sinistra hanno fatto in ogni dove. \r\n\r\nCostruire un’opposizione sociale radicale e radicata è un percorso che non consente scappatoie. \r\n\r\nCacciare Renzi per far governare Di Maio? O Salvini, Berlusconi…\r\n\r\nNon fa per noi. Cacciamoli tutti! Vadano via tutti! \r\n\r\nIl gioco della Carta Costituzionale è come quello delle tre carte: non si vince mai. O, meglio, vince il ceto politico, vincono i populisti, il popolo del no euro, quello degli spaventati dalla finanziarizzazione dell’economia. Non si caccia un mostro evocandone un altro. Il Godzilla che esce dalle acque del Mediterraneo è un mostro nazionalista, che si nutre di muri e filo spinato, che sogna il protezionismo e l’autarchia. Può sconfiggere Renzi, come Trump ha sconfitto Clinton.\r\n\r\nTra i due o tre mostri che governano o aspirano a governare noi rifiutiamo di scegliere, scegliamo il rifiuto. Non vogliamo decidere la foggia delle nostre catene, perché vogliamo spezzarle. \r\n\r\nCambiare la rotta è possibile. Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione, costruendo reti sociali che sappiano inceppare la macchina e rendano efficaci gli scioperi, le lotte territoriali, le occupazioni e riappropriazioni dal basso degli spazi di vita. \r\n\r\nUn mondo senza sfruttati né sfruttatori, senza servi né padroni, un mondo di liberi ed eguali è possibile. \r\nTocca a noi costruirlo.","18 Novembre 2016","2018-10-17 22:58:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/diserta1-200x110.jpg","Anarres del 18 novembre. 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Martedì scorso la corte d'appello del tribunale di Salerno ha condannato a pene tra i 13 mesi e i due anni tutti i 17 medici e infermieri, responsabili della tortura e della morte di Francesco Mastrogiovanni. \r\n\r\nLibertà e democrazia. Ne abbiamo parlato con Salvo \u003Cmark>Vaccaro\u003C/mark>, docente di filosofia politica all’università di Palermo. Leggi un suo articolo su Sicilia Libertaria \r\n\r\nGodzilla e il referendum\r\n\r\nRom. Nuova retata in via Germagnano\r\n\r\nCondannati quelli della Libera Repubblica della Maddalena. Una Repubblica contro la Repubblica\r\n\r\nL’Aquila. La cattiva fama dell’avvocato Valentini\r\n\r\nDocumenti: \r\n\r\nTorturato a morte. Nel processo di secondo grado per la morte di Francesco Mastrogiovanni sono stati condannati tutti i 17 imputati, tra medici e infermieri del repartino-lager dell’ospedale di Vallo della Lucania.\r\nLe pene dei medici sono state ridotte, mentre sono stati condannati gli 11 infermieri che in primo grado erano stati assolti. I medici sono stati condannati a pene che vanno dai 13 mesi ai due anni, gli infermieri dai 14 mesi ai 15 mesi. Per tutti la pena è sospesa. Tutti in questi anni hanno continuato a lavorare in ospedali pubblici e continueranno a farlo.\r\nNon auguriamo la galera a nessuno, nemmeno agli assassini di Francesco. Ci piacerebbe però non trovarli ancora in ospedale.\r\nPurtroppo il consenso intorno alle pratiche psichiatriche è tale da trasformare il sequestro e la tortura come normali pratiche mediche. La psichiatria viene assolta con formula piena, le lievi condanne inflitte ai medici e agli infermieri ne sono il segno. Colpevoli di incuria, non di una pratica che ogni giorno sequestra, umilia, tortura uomini e donne nei repartini del nostro paese.\r\n\r\nDue parole per ricordare Francesco.\r\n\r\nIl 31 luglio del 2009 Francesco Mastrogiovanni entra nell’ospedale psichiatrico di Vallo della Lucania. Gli è stato imposto un TSO – trattamento sanitario obbligatorio.\r\nNe uscirà morto.\r\n\r\nFrancesco fa il maestro, in quei giorni è in vacanza al mare. Lo accusano falsamente di aver tamponato qualche auto e invece di una multa lo portano in repartino.\r\n\r\nPer eseguire il “ricovero” mandano decine di carabinieri armati di tutto punto. Francesco ha su di se il marchio dell’anarchico pericoloso: nel 1972 venne ferito durante un aggressione fascista, che si concluse con la morte dello squadrista Falvella, ucciso con il suo stesso coltello dall’anarchico Giovanni Marini, che intervenne per aiutare Francesco.\r\nNel 1999 venne arrestato perché protestava per una multa. Calci, pugni e manganellate, poi un’accusa di resistenza e lesioni. Il carcere, una condanna a tre anni, poi cancellata in appello.\r\nFrancesco era da anni nel mirino degli uomini in divisa, degli uomini al servizio dello Stato. Lo sapeva e aveva paura. Quando lo hanno preso per il TSO disse “se mi portano all’ospedale di Vallo non ne esco vivo”.\r\nIn un rapporto di polizia venne definito “incompatibile ai carabinieri”, uno che canta “canzoni sovversive”. Basta per dichiararlo matto: il sindaco firma senza esitare il TSO.\r\nIn ospedale viene sedato pesantemente e legato al letto: le mani in alto, i piedi in basso. Crocefisso.\r\nViene lasciato lì senza cibo, senza acqua, senza “cure”. Griderà di dolore, ma nessuno lo ascolterà: sanguina dalle profonde ferite ai polsi inflitte dai legacci. Man mano la voce di Franco si farà più flebile, nella sete di aria dell’agonia. Verrà liberato 92 ore dopo, quando era morto da quasi sei.\r\nI suoi parenti non potranno vederlo né avere sue notizie. Solo la loro caparbietà a non credere alle bugie dei medici ha fatto sì che questo crimine non passasse sotto silenzio.\r\n\r\nL’agonia di Francesco viene ripresa dagli occhi impietosi ed indifferenti di una telecamera. Mai tanto impietosi e indifferenti come quelli dei “medici” e “infermieri”. Mai chiusi come quelli dell’infermiera che asciuga il suo sangue, senza badare all’uomo che agonizza inchiodato al letto.\r\nAl processo il Pubblico Ministero, lo stesso che aveva chiesto il carcere per Francesco, investendolo con accuse infondate, fa il processo alla vittima, minimizzando le responsabilità dei carcerieri.\r\nNel procedimento di secondo grado, conclusosi il 15 novembre, i 17 medici e infermieri sono stati condannati a pene tra i 13 mesi e i 2 anni, con la condizionale. Non siamo giustizialisti: le sentenze che privano della libertà qualcuno non ci fanno gioire.\r\nLa giustizia che vogliamo è quella che elimina le sbarre e i legacci, che chiude con gli orrori della psichiatria, in un mondo senza carabinieri. Sì, perché anche noi, come l’anarchico Mastrogiovanni, maestro elementare assassinato dalla psichiatria e dalla forze dell’ordine, siamo, inguaribilmente, “incompatibili con i carabinieri”.\r\n\r\nIl caso di Francesco è la punta di un iceberg enorme, ma spesso invisibile.\r\nA quarant’anni dalla chiusura dei manicomi la psichiatria continua a torturare e, qualche volta, anche a uccidere.\r\nLe prigioni per i “matti”, discariche sociali per contenere e reprimere gli incompatibili, sono tornate in forme diverse, ma la psichiatria continua a torturare e uccidere.\r\n\r\n00000000\r\n\r\nGodzilla e il referendum\r\n\r\nFate fatica ad arrivare alla fine del mese? Siete nei guai con il padrone di casa? Stanno per sfrattarvi? Vi portano via i mobili perché avete perso il lavoro e non avete pagato le rate? \r\n\r\nDi che vi lamentate? Il governo dice che viviamo nel migliore dei mondi possibili, che liberismo e democrazia garantiscono pace, libertà, benessere. Ci raccontano le favole e pretendono che ci crediamo. \r\nIntanto per la povera gente vivere è sempre più difficile. \r\n\r\nLa destra fascista e leghista all’opposizione ci dice che è tutta colpa di chi è più povero di noi, dell’immigrato, del profugo di guerra: basta chiudere le frontiere e il nostro paese diventa l’Eldorado, dove tutti sono ricchi e felici. \r\n\r\nPure i Pentastellati vorrebbero chiudere le frontiere e cacciare tutti i senza documenti. Vorrebbero anche più galere per rinchiudere i corrotti e i corruttori. Poi tutto andrebbe a posto: noi saremo tutti felici di far ricchi i padroni per bene, saremo contenti che vi siano governi saggi che decidono cosa è meglio per noi. \r\n\r\nGli antagonisti invece hanno trovato la formula magica che risolve tutti i problemi. Votare No alla riforma costituzionale voluta dal governo, per far cadere Renzi e mandare al suo posto i 5 stelle, un partito autoritario, giustizialista, razzista e guerrafondaio. \r\n\r\nLeghisti, fascisti, forza italici, pentastellati, rifondati ed antagonisti andranno tutti a votare No per cacciare Renzi. Anche la minoranza dello stesso PD voterà No per indebolire il governo. \r\n\r\nLa Carta costituzionale è solo carta. Nei fatti la Costituzione reale del paese è sempre stata lontana da quella formale, comunque condizionata dal trovare un equilibrio tra i maggiori partiti, in un paese destinato all’orbita statunitense. Al di là di qualche generico proclama, la Costituzione difende la proprietà privata e quindi il diritto allo sfruttamento del lavoro, delle risorse e delle nostre stesse vite. \r\n\r\nLa distanza tra la Costituzione formale e la Costituzione reale dimostra che le stesse regole del gioco del potere sono solo una vetrina da lustrare nelle cerimonie ufficiali tra il 25 aprile e il 2 giugno. Una vetrina che certa sinistra, radicale e non, sta lustrando per mettere in scena un’opposizione al governo che stenta a crescere nella società e si rifugia nel gioco referendario, dove c’è ressa per partecipare alla partita dei tutti quanti assortiti contro Renzi.\r\n\r\nI richiami alla Resistenza farebbero infuriare i tanti partigiani che combatterono perché volevano che la sconfitta del fascismo fosse il primo passo verso la rivoluzione, senza padroni e senza un governo dei pochi su tutti. \r\n\r\nIn questi ultimi trent’anni chi ha governato ha distrutto diritti e tutele, strappati in decenni di lotte, di chi aspirava ad una totale trasformazione sociale.\r\n\r\nI governi di questi decenni ci hanno detto che non c’erano soldi. Mentivano. I soldi per le guerre, per le armi, per le grandi opere inutili li hanno sempre trovati. Da anni aumenta la spesa bellica e si moltiplicano i tagli per ospedali, trasporti locali, scuole. \r\nNon vogliono spendere per migliorare le nostre vite, perché preferiscono usarli per le guerre non dichiarate, che in barba alla Costituzione, i governi di destra e di sinistra hanno fatto in ogni dove. \r\n\r\nCostruire un’opposizione sociale radicale e radicata è un percorso che non consente scappatoie. \r\n\r\nCacciare Renzi per far governare Di Maio? O Salvini, Berlusconi…\r\n\r\nNon fa per noi. Cacciamoli tutti! Vadano via tutti! \r\n\r\nIl gioco della Carta Costituzionale è come quello delle tre carte: non si vince mai. O, meglio, vince il ceto politico, vincono i populisti, il popolo del no euro, quello degli spaventati dalla finanziarizzazione dell’economia. Non si caccia un mostro evocandone un altro. Il Godzilla che esce dalle acque del Mediterraneo è un mostro nazionalista, che si nutre di muri e filo spinato, che sogna il protezionismo e l’autarchia. Può sconfiggere Renzi, come Trump ha sconfitto Clinton.\r\n\r\nTra i due o tre mostri che governano o aspirano a governare noi rifiutiamo di scegliere, scegliamo il rifiuto. Non vogliamo decidere la foggia delle nostre catene, perché vogliamo spezzarle. \r\n\r\nCambiare la rotta è possibile. Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione, costruendo reti sociali che sappiano inceppare la macchina e rendano efficaci gli scioperi, le lotte territoriali, le occupazioni e riappropriazioni dal basso degli spazi di vita. \r\n\r\nUn mondo senza sfruttati né sfruttatori, senza servi né padroni, un mondo di liberi ed eguali è possibile. \r\nTocca a noi costruirlo.",[358,360,362,364,366,368,370,372],{"matched_tokens":359,"snippet":346,"value":346},[],{"matched_tokens":361,"snippet":347,"value":347},[],{"matched_tokens":363,"snippet":348,"value":348},[],{"matched_tokens":365,"snippet":349,"value":349},[],{"matched_tokens":367,"snippet":98,"value":98},[],{"matched_tokens":369,"snippet":350,"value":350},[],{"matched_tokens":371,"snippet":351,"value":351},[],{"matched_tokens":373,"snippet":312,"value":312},[311],[375,377],{"field":71,"matched_tokens":376,"snippet":355,"value":356},[235],{"field":20,"indices":378,"matched_tokens":380,"snippets":382,"values":383},[379],7,[381],[311],[312],[312],{"best_field_score":249,"best_field_weight":159,"fields_matched":66,"num_tokens_dropped":31,"score":326,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":23},6637,{"collection_name":131,"first_q":15,"per_page":80,"q":15},["Reactive",388],{},["Set"],["ShallowReactive",391],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fyBWCFIT_Y6rDNU3ylxTl87_vlpz-cZ0BAxdnaslU07s":-1},true,"/search?query=vacma"]