","PONTE RADIO - 25 LUGLIO 2025 - DALLA VALSUSA AL CAUCA: LOTTARE PER IL TERRITORIO - CONDUCE RADIO BLACKOUT","post",1754313065,[65,66,67,68,69,70,71],"http://radioblackout.org/tag/colombia/","http://radioblackout.org/tag/indigeni/","http://radioblackout.org/tag/lotta/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/occupazioni/","http://radioblackout.org/tag/resistenza/","http://radioblackout.org/tag/valsusa/",[73,74,75,15,76,77,18],"Colombia","indigeni","lotta","occupazioni","resistenza",{"post_title":79,"tags":83},{"matched_tokens":80,"snippet":82,"value":82},[81],"VALSUSA","PONTE RADIO - 25 LUGLIO 2025 - DALLA \u003Cmark>VALSUSA\u003C/mark> AL CAUCA: LOTTARE PER IL TERRITORIO - CONDUCE RADIO BLACKOUT",[84,86,88,90,92,94,96],{"matched_tokens":85,"snippet":73},[],{"matched_tokens":87,"snippet":74},[],{"matched_tokens":89,"snippet":75},[],{"matched_tokens":91,"snippet":15},[],{"matched_tokens":93,"snippet":76},[],{"matched_tokens":95,"snippet":77},[],{"matched_tokens":97,"snippet":98},[18],"\u003Cmark>valsusa\u003C/mark>",[100,105],{"field":40,"indices":101,"matched_tokens":102,"snippets":104},[26],[103],[18],[98],{"field":106,"matched_tokens":107,"snippet":82,"value":82},"post_title",[81],578730123365712000,{"best_field_score":110,"best_field_weight":111,"fields_matched":112,"num_tokens_dropped":52,"score":113,"tokens_matched":114,"typo_prefix_score":52},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",1,{"document":116,"highlight":136,"highlights":150,"text_match":108,"text_match_info":159},{"cat_link":117,"category":118,"comment_count":52,"id":119,"is_sticky":52,"permalink":120,"post_author":29,"post_content":121,"post_date":122,"post_excerpt":57,"post_id":119,"post_modified":123,"post_thumbnail":124,"post_thumbnail_html":125,"post_title":126,"post_type":62,"sort_by_date":127,"tag_links":128,"tags":132},[49],[51],"95141","http://radioblackout.org/2025/01/pfas-nellacqua-in-valsusa/"," \r\nI PFAS sono un gruppo estremamente ampio di sostanze impiegate in molti ambiti industriali, dalla produzione di pentole antiaderenti alla costruzione di protesi mediche, passando per la realizzazione di componenti meccanici per il settore automobilistico e per la produzione di materiali resistenti agli incendi e agli agenti atmosferici per l’edilizia.\r\nNell’ampio universo dei composti prodotti dall’industria chimica, i PFAS sono tra le sostanze più resistenti e durature mai realizzate. La capacità di resistere a sollecitazioni intense, come gli sbalzi termici, rappresenta un vantaggio per questi materiali, ma allo stesso tempo crea un problema: rende queste sostanze altamente inquinanti, perché, se disperse nell’ambiente, possono persistere per lunghissimo tempo e sono difficili da eliminare. Per questo motivo, i PFAS sono stati etichettati come \"forever chemicals\", ovvero sostanze che non si degradano facilmente.\r\nLa contaminazione da PFAS nelle acque dei rubinetti riguarda varie zone della città metropolitana di Torino, con oltre 70 comuni coinvolti. A rivelarlo è il rapporto basato sui dati ufficiali degli enti pubblici piemontesi, secondo cui 125mila persone potrebbero aver bevuto acqua contaminata da PFOA, una molecola appartenente al gruppo dei PFAS che di recente l’OMS ha classificato come cancerogena per l’uomo.\r\n\r\nOltre ai dati ottenuti dagli enti pubblici, Greenpeace ha svolto dei campionamenti indipendenti che hanno evidenziato la presenza di PFAS anche in aree non ancora monitorate (mappa dei luoghi contaminati da PFAS in Piemonte). Tra questi, ci sono livelli altissimi nelle acque di Bussoleno, e, se si vanno a ricercare, concentrazioni ancora più alte di molecole pericolose legate ai PFAS si trovano nelle acque di Gravere, o di Chiomonte. Perché in una valle alpina la concentrazione di queste sostanze inquinanti e pericolose è così alta?\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alberto, del comitato valsusino Acqua SiCura, dopo che venerdì scorso si è tenuto a Bussoleno un presidio. Ascolta e scarica l'approfondimento.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/pfas.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSe vuoi ascoltare o diffondere la voce della fontana di Via Walter Fontan, a Bussoleno:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/fontana-di-via-walter-fontan.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","27 Gennaio 2025","2025-01-28 14:36:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/presidiobusso-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/presidiobusso-300x225.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/presidiobusso-300x225.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/presidiobusso-1024x768.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/presidiobusso-768x576.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/presidiobusso.jpeg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","PFAS nell'acqua in Valsusa",1738003346,[129,130,131,71],"http://radioblackout.org/tag/acqua/","http://radioblackout.org/tag/inquinamento/","http://radioblackout.org/tag/pfas/",[133,134,135,18],"acqua","inquinamento","pfas",{"post_title":137,"tags":141},{"matched_tokens":138,"snippet":140,"value":140},[139],"Valsusa","PFAS nell'acqua in \u003Cmark>Valsusa\u003C/mark>",[142,144,146,148],{"matched_tokens":143,"snippet":133},[],{"matched_tokens":145,"snippet":134},[],{"matched_tokens":147,"snippet":135},[],{"matched_tokens":149,"snippet":98},[18],[151,157],{"field":40,"indices":152,"matched_tokens":154,"snippets":156},[153],3,[155],[18],[98],{"field":106,"matched_tokens":158,"snippet":140,"value":140},[139],{"best_field_score":110,"best_field_weight":111,"fields_matched":112,"num_tokens_dropped":52,"score":113,"tokens_matched":114,"typo_prefix_score":52},{"document":161,"highlight":177,"highlights":189,"text_match":108,"text_match_info":198},{"cat_link":162,"category":163,"comment_count":52,"id":164,"is_sticky":52,"permalink":165,"post_author":29,"post_content":166,"post_date":167,"post_excerpt":57,"post_id":164,"post_modified":168,"post_thumbnail":169,"post_thumbnail_html":170,"post_title":171,"post_type":62,"sort_by_date":172,"tag_links":173,"tags":175},[49],[51],"88695","http://radioblackout.org/2024/04/pfas-in-val-susa-limbarazzante-teatrino-di-smat-e-soci-dellacqua-contaminata/","A che punto siamo per quanto riguarda la delicata e ancora non chiara la situazione circa i livelli di contaminazione Pfas e Pfoa in Val di Susa?\r\n\r\nSono passati mesi ormai dal primo allarmante rapporto di Greenpeace Italia sui livelli elevati di sostanze chimiche polifluoroalchiliche o fluoruri alchilici (alcune cancerogene) nelle acque potabili degli acquedotti pubblici di almeno diciannove comuni valsusini. Dati, ricordiamolo, rilasciati ufficialmente da SMAT, che rivelano un livello di inquinamento sorprendentemente alto per zone montane, poco industrializzate e distanti dall’area più impattata da Pfas e Pfoa per la presenza della Solvay a Spinetta Marengo nell'alessandrino. \r\n\r\n\r\nDati che nutrono una immediata domanda: quali sono e dove si possono trovare le sorgenti di tali inquinanti? Domanda al momento, ancora del tutto evasa da parte delle istituzioni ed enti preposti al monitoraggio. Dati che nutrono una più che giustificata preoccupazione da parte dei cittadini valsusini e amministrazioni locali.\r\n\r\nPer affrontare questa situazione, SMAT, ASL To3, ARPA, l'Istituto Superiore di Sanità e l'Autorità d'ambito Torinese, accompagnate dalla Città Metropolitana di Torino e divers Unioni Montane dell'Alta Valle, hanno organizzato martedì 9 Aprile alle ore 11 un convegno a Bardonecchia, in Alta Val di Susa e tra i comuni coi livelli più alti registrati, col fine di fare luce sulla faccenda.\r\n\r\nIl convegno, piuttosto che affrontare di petto la questione presentando dati chiari e tentando di fare chiarezza, sembra essere stata una commedia tra il fantozziano e il distopico. Rassicurazioni, tentativi di sminuire la serietà del problema, visioni promozionali del presente/futuro acquedotto di valle di Rochemolles, opinioni contrarie e contraddittorie, ambiguità varie. Il tutto accompagnato da un controllo poliziesco degli ingressi e degli interventi nella sala.\r\n\r\nE, di fatto, l’incredibile e gravissima mancanza del non aver mostrato una tabella con i dati relativi all'inquinamento delle acque di Gravere, Susa, Chiomonte e dei 19 comuni della valsusa dove sono stati ritrovati i PFAS. Neanche una serie storica o una mappatura dei dati, creando molta confusione tra metodi di analisi e calcoli espressi con unità di misura sempre variabili. Un teatrino della tranquillizzazione forzata, tutto il contrario di quanto ci si poteva (e doveva) aspettare.\r\n\r\nUna evidente mancanza di volontà nell'affrontare con preparazione scientifica e serietà politica la questione, di dare risposte precise in merito ai rischi per la salute e di garantire le indagini necessarie a riportare le acque della valle ad avere 0 PFAS, come dovrebbe essere in un area montana. Nascondendosi dietro affermazioni banali, e false, del problema, come: “I PFAS sono ovunque e dovremo conviverci tutti” (parole espressamente dette dal Vicesindaco della Città Metropolitana).\r\n\r\nDelle ambiguità di Smat e soci dell'acqua, e della mancanze gravissime che emergono da parte delle istituzioni in torbida storia, ne parliamo con una compagna che vive in Val di Susa, che ci presenta inotre le prossime iniziative pubbliche per continuare a monitorare la situazione. Ascolta la diretta ai nostri microfoni:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/pfas_valsusa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLa petizione nata per chiedere la messa al bando dei PFAS nelle acque potabili della ValSusa e in Italia, ed un resoconto del convegno:\r\n\r\nhttps://www.change.org/p/chiediamo-la-messa-al-bando-dei-pfas-nelle-acque-potabili-della-val-di-susa-e-in-italia/u/32499620\r\n\r\n \r\n\r\n ","10 Aprile 2024","2024-04-10 23:35:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/pfas-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/pfas-1-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/pfas-1-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/pfas-1-1024x1024.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/pfas-1-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/pfas-1-768x768.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/pfas-1-1536x1536.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/pfas-1-690x690.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/pfas-1-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/pfas-1.jpg 1732w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Pfas in Val Susa: l'imbarazzante teatrino di SMAT e soci dell'acqua contaminata",1712792085,[131,174,71],"http://radioblackout.org/tag/smat/",[135,176,18],"smat",{"post_content":178,"tags":182},{"matched_tokens":179,"snippet":180,"value":181},[18],"e dei 19 comuni della \u003Cmark>valsusa\u003C/mark> dove sono stati ritrovati i","A che punto siamo per quanto riguarda la delicata e ancora non chiara la situazione circa i livelli di contaminazione Pfas e Pfoa in Val di Susa?\r\n\r\nSono passati mesi ormai dal primo allarmante rapporto di Greenpeace Italia sui livelli elevati di sostanze chimiche polifluoroalchiliche o fluoruri alchilici (alcune cancerogene) nelle acque potabili degli acquedotti pubblici di almeno diciannove comuni valsusini. 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Valsusa, come di consueto, occupa le pagine della cronaca cittadina per questioni che riguardano il meraviglioso e futuristico cantiere di Chiomonte o per questioni di cronaca giudiziaria. Tra ieri e oggi sono usciti diversi articoli tra le colonne di Stampa e Repubblica.\r\n\r\nIl primo, a firma di Sara Martinenghi, giornalista torinese, sullo stato della repressione contro il movimento No Tav. La fonte ovviamente è la procura, che dirama a mezzo stampa il risultato del suo operato e batte i dati dei quali eravamo in possesso e che a spanne avevamo quantificato: sono 1ooo gli indagati tra i notav negli ultimi 4 anni. Numeri da capogiro visti così ma per il movimento si sentono tutti visti che da molto tempo frequentiamo più le aule dei tribunali che i luoghi a noi consoni.\r\n\r\nSono i dati del Rege (il registro informatico della procura) e dicono che nell’anno passato sono stati aperti 70 fascicoli con un totale di 280 indagati. I 70 fascicoli aperti nel 2013 si aggiungono così ai 123 aperti tra il 2010 e il 2012, e i 280 indagati dell’anno passato ai 707 già contati in precedenza. I fascicoli aperti sono 9 nel 2010, con 108 iscritti sul registro degli indagati, 64 nel 2011 con 327 indagati, 50 nel 2012 che hanno riguardato 272 persone e 70 del 2013 con 280 attivisti.\r\n\r\nLe altre due notizie riguardavano, una, la condanna per la cosiddetta \"baita abusiva\", processo che si è guadagnato le pagine dei giornali grazie alla presenza di Grillo e in virtù di ciò, anche un certo dibattito sulle pene spropositate chieste dai pm per un reato tanto insignificante. 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Ogni secondo nel mondo tre bambine comprano una Barbie...si tratta di uno dei giocattoli più venduti al mondo che promuove e veicola un'immagine di donna irrealistica non solo dal punto di vista anatomico ma anche priva di qualsiasi individualità: di fatto si tratta di un prodotto seriale in plastica che però ad un certo punto non viene semplicemente abbandonato al suo universo perfetto in rosa man mano che si cresce e si cambia ma, lo abbiamo fatto tutte!, viene torturato e vandalizzato con grande soddisfazione e notevole creatività dalle bimbe ormai alle soglie dell'adolescenza. 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A leggere i materiali di riferimento non si più che ricavare un'impressione positiva, si parla infatti di specifiche esigenze legate alla salute della donna, di prevenzione e cura, di scelta consapevole ... ma ad un esame più approfondito, e critico, non può non emergere in tutta chiarezza quale sia l'obiettivo di tanta sbandierata attenzione alle specifiche di genere: il profitto.\r\nL'ennesima organizzazione privata, i cui partners sono le grandi case farmaceutiche, indirizza e condiziona scelte politiche, finanziarie, sociali e di marketing semplicemente per garantirsi, nel grande affare della salute, un nuovo mercato e nuovi margini di guadagno di genere, appropriandosi e rimasticando narrazioni e pratiche anche femministe sulla salute, sulla cura, sul corpo e sulla medicina delle donne.\r\n\r\n\r\nIn occasione delle mobilitazioni dell'8 dicembre in Valsusa la diretta a conclusione e bilancio della giornata. 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Grande conquista per le donne, furono i Corsi 150ore sull'autodeterminazione e la salute delle donne, a cui le lavoratrici (operaie e impiegate) poterono partecipare durante l'orario del lavoro venendo ugualmente retribuite. Un'occasione incredibile di confronto, crescita, condivisione, di vissuti, esperienze, problematiche personali e politiche, talmente forte da fare saltare moltissime contraddizioni interne alle famiglie di provenienza, al sindacato e al movimento stesso. Pensate cosa significarono, in termini di libertà, autodeterminazione, presa di coscienza, eventi come quello dell'occupazione del reparto del Sant'Anna, dell'Intercategoriale e delle 150ore. Carla Quaglino cerca, raccontando e raccontandosi, di restituirci quelle atmosfere e quelle vicende, oggi quasi inimmaginabili, partendo da se stessa e dalla sua esperienza personale, che attraverso la parola e la narrazione si fa storia collettiva e prassi politica.\r\n***L'intervista in diretta con Monica del gruppo delle donne valsusine dell'Alvà della Clarea che ci ha presentato l'iniziativa che si svolgerà venerdì 21 novembre nel salone polivalente di San Didero, dedicata a come affrontare un fermo di polizia. Quando si ha a che fare quotidianamente con la repressione, come in un territorio militarizzato quale è la Valsusa, è utile dotarsi di strumenti concreti per poter gestire nel modo più consapevole possibile situazioni che sono all'ordine del giorno e che possono colpire tutte e tutti. Qui tutte le info.\r\n***Alcune anticipazioni sull'iniziativa che bolle nella pentola del Colpo della Strega per il 25 novembre prossimo, Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne. Qui la locandina e le info sulla serata.\r\nil colpo della strega_17nov2014_primaparte\r\n\r\nil colpo della strega_17nov2014_secondaparte\r\n\r\n ","18 Novembre 2014","2018-10-24 17:35:26","I podcast de Il Colpo della strega: 17novembre2014",1416335284,[555,556,557,404,558,559,560,561,409,562,563,564,565,71],"http://radioblackout.org/tag/aborto/","http://radioblackout.org/tag/acab/","http://radioblackout.org/tag/autodeterminazione/","http://radioblackout.org/tag/femminismi/","http://radioblackout.org/tag/intercategoriale-donne/","http://radioblackout.org/tag/legge194/","http://radioblackout.org/tag/movimento-delle-donne/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/resistenze/","http://radioblackout.org/tag/sindacato/","http://radioblackout.org/tag/storie-di-donne/",[567,568,362,422,569,570,571,572,21,24,573,574,575,18],"aborto","acab","femminismi","intercategoriale donne","legge194","movimento delle donne","resistenze","sindacato","storie di donne",{"post_content":577,"tags":581},{"matched_tokens":578,"snippet":579,"value":580},[139],"territorio militarizzato quale è la \u003Cmark>Valsusa\u003C/mark>, è utile dotarsi di strumenti"," *** Una lunga intervista a Carla Quaglino, femminista e protagonista del movimento delle donne torinese dagli Anni Settanta, oggi animatrice della Casa delle donne di Torino, che ci ha raccontato l'occupazione dell'Ospedale Sant'Anna (novembre 1978, anno dell'approvazione delle Legge194 sull'interruzione volontaria di gravidanza) e l'esperienza, importantissima per la nostra città, dell'Intercategoriale Donne del Sindacato. Grande conquista per le donne, furono i Corsi 150ore sull'autodeterminazione e la salute delle donne, a cui le lavoratrici (operaie e impiegate) poterono partecipare durante l'orario del lavoro venendo ugualmente retribuite. Un'occasione incredibile di confronto, crescita, condivisione, di vissuti, esperienze, problematiche personali e politiche, talmente forte da fare saltare moltissime contraddizioni interne alle famiglie di provenienza, al sindacato e al movimento stesso. Pensate cosa significarono, in termini di libertà, autodeterminazione, presa di coscienza, eventi come quello dell'occupazione del reparto del Sant'Anna, dell'Intercategoriale e delle 150ore. Carla Quaglino cerca, raccontando e raccontandosi, di restituirci quelle atmosfere e quelle vicende, oggi quasi inimmaginabili, partendo da se stessa e dalla sua esperienza personale, che attraverso la parola e la narrazione si fa storia collettiva e prassi politica.\r\n***L'intervista in diretta con Monica del gruppo delle donne valsusine dell'Alvà della Clarea che ci ha presentato l'iniziativa che si svolgerà venerdì 21 novembre nel salone polivalente di San Didero, dedicata a come affrontare un fermo di polizia. Quando si ha a che fare quotidianamente con la repressione, come in un territorio militarizzato quale è la \u003Cmark>Valsusa\u003C/mark>, è utile dotarsi di strumenti concreti per poter gestire nel modo più consapevole possibile situazioni che sono all'ordine del giorno e che possono colpire tutte e tutti. 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Dalle violenze in Valsusa, alle torture sui detenuti e le detenute politiche, in Italia come altrove, dagli abusi in divisa agiti contro le donne alla repressione contro chi partecipò alla lotta armata, dagli stupri nei Cie fino alle aggressioni contro comuni cittadini e cittadine. Un’occasione per ragionare sul monopolio statale della violenza, sul legame tra apparato repressivo, magistratura e media mainstream, sulla violenza legittimata dalle istituzioni come forma di controllo sociale e dispositivo di “contenimento”, marginalizzazione e repressione non solo delle lotte sociali e politiche ma anche di tutti quei comportamenti ritenuti antisociali, disturbanti, non normabili, in qualche modo eccedenti rispetto ad una norma sociale sempre più rigida e aggressiva.\r\n\r\nAnche noi abbiamo partecipato al percorso radiofonico con un approfondimento sulla violenza in divisa agita contro le donne. Violenza maschile che assume un elemento di caratterizzazione ulteriore quando indossa la divisa e incarna l’arroganza criminale legittimata dallo stato. Non si tratta soltanto del rapporto uomo/donna attraverso l’esercizio di un potere che la divisa amplifica. Questo potere si rafforza infatti in ogni contesto di subordinazione o di fragilità, pensiamo alla relazione con un datore di lavoro che ci pone in una posizione di estrema ricattabilità. La divisa dunque non è solo fattore di amplificazione, ma rappresenta le istituzioni e l’esercizio di potere e di controllo sociale sui corpi delle donne. Abbiamo raccontato tante storie di donne, analizzato le leggi paternalistiche di uno stato che ci vittimizza e oggettivizza in nome di discorsi securitari che non ci appartengono e ci indeboliscono, attraversato il discorso sulla violenza in divisa da un punto di vista femminista e anticapitalista per ritrovare nuova capacità di autodeterminazione e autodifesa collettiva.\r\n\r\nDallo stupro come arma di guerra alle violenze nei Cie. Dalle violenze sessuali dei militari nei territori militarizzati, da Vicenza a L'Aquila, passando per la Valsusa, non si tratta di mele marce ma di una prassi consolidata! In ogni caso, lo stato si autoassolve ribadendo l’immunità e l’impunità delle istituzioni in divisa ogniqualvolta queste agiscano violenza, immunità ed impunità che fanno parte dell’insieme dei privilegi che i “tutori dell’ordine” hanno come contropartita dei loro servigi.\r\n\r\nLa violenza sessuale durante guerre e conflitti non è una novità. Dai tempi dell'antica Grecia ad oggi, le donne sono state vittime: imprigionate, torturate, violentate, usate come schiave. Per lungo tempo la violenza sessuale sulle donne è stata vista e anche tollerata come uno degli inevitabili mali della guerra. In Bosnia, però, durante la guerra, i nazionalisti serbi hanno perfezionato questa pratica, trasformando lo stupro in una precisa strategia, pianificata e coordinata. Per la prima volta nella storia della guerra, in Bosnia Erzegovina gli stupri sono diventati parte di una strategia militare. In Bosnia, il corpo femminile è stato letteralmente, territorio di contesa. In quel contesto si è trattato di devastazione premeditata e ‘scientificamente’ fondata. Lo stupro, in Bosnia come in Ruanda, in Somalia, in Algeria e in ogni guerra moderna, non è stata ‘conseguenza’ della guerra ma arma che ha affiancato le operazioni di pulizia etnica. E a ribadire quanto la violenza contro le donne non sia fatto eccezionale ed episodico, la teoria e l’esperienza femministe ci insegnano che la violenza commessa contro le donne in tempo di guerra replica e perpetua la violenza contro le donne in tempo di pace.\r\n\r\nPer la rassegna stampa invece, abbiamo raccolto alcuni casi, pochi rispetto ai numerosissimi fatti riportati dalle cronache....abbiamo scelto quelli che ci sembrano più emblematici per le dinamiche che mettono in campo. Si tratta sempre di violenze e abusi agiti da uomini in divisa. Poliziotti, carabinieri, finanzieri, soldati, militari...ma anche vigili urbani e perchè no preti e sacerdoti.\r\n\r\nAbbiamo inoltre ricordato che per lo striscione “Nei centri di espulsione la polizia stupra” a Milano, il 25 novembre del 2009, le compagne vennero pesantemente caricate e prese a mazzate: quella verità non doveva emergere, non doveva essere esplicitata. Quando si esplicitano queste violenze, le si nomina, le divise si innervosiscono in maniera particolare, Anche quando siamo andate all'udienza per Marta, la compagna pisana molestata durante un fermo di polizia in valsusa, eravamo fuori dal tribunale di Torino in presidio, abbiamo cercato di appendere uno striscione dai toni molto simili, la celere ci ha bloccate, caricate ferendo alcune di noi e in una decina siamo state pure denunciate.\r\n\r\nInsomma, tutte le volte che come compagne abbiamo alzato la voce sulle violenze in divisa agite sulle donne, dall'altra parte c'è sempre stata una reazione forte e chiara, questo forse ci indica e significa che in quei momenti eravamo sulla giusta strada. La strada della reazione, dell'autodeterminazione. Trasformiamo la paura in rabbia, la rabbia in forza, la forza in lotta, recita uno slogan che ci ha accompagnato in tante manifestazioni femministe e di donne degli ultimi anni. Probabilmente il nodo è tutto lì.\r\n\r\nNon avere paura di reagire, non sentirsi colpevoli. Scardinare i luoghi comuni che vogliono le donne deboli, vittime, sempre e comunque pacifiche e nonviolente. Mettere in campo la nostra forza per contrastare la paura in cui e con cui ci vorrebbero rinchiudere. Imparare ad difenderci, ad autodifenderci in maniera collettiva e autonoma. Imparare a reagire e ad autodeterminarci. E soprattutto non pensare di poter delegare a questi personaggi la nostra sicurezza e la tutela dei nostri corpi. Potrebbe essere la strada giusta contro la violenza maschile, una volta in più se questa indossa una divisa, rappresenta e viene legittimata dalle istituzioni statali.\r\n\r\nPer la rubrica MALERBE, con Silvia, la nostra esperta, abbiamo parlato di arnica: come e quando raccoglierla, come trasformarla e quando utilizzarla.\r\n\r\nQui la prima parte della trasmissione:\r\n\r\nil colpo della strega_9giugno2014_primaparte\r\n\r\ne qui potete riascoltare la seconda:\r\n\r\nil colpo della strega_9giugno2014_secondaparte\r\n\r\n ","10 Giugno 2014","2018-10-24 17:36:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/03/medea-strega-200x110.jpg","I podcast de Il colpo della strega (9giugno2014)",1402360560,[632,556,557,633,634,635,636,637,71,638,639,640],"http://radioblackout.org/tag/abusi-in-divisa/","http://radioblackout.org/tag/autodifesa/","http://radioblackout.org/tag/cie/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/sicurezza/","http://radioblackout.org/tag/stupro/","http://radioblackout.org/tag/violenza-di-genere/","http://radioblackout.org/tag/violenza-di-stato/","http://radioblackout.org/tag/violenza-maschile-sulle-donne/",[642,568,362,643,644,645,646,647,18,375,648,649],"abusi in divisa","autodifesa","cie","guerra","sicurezza","stupro","violenza di stato","violenza maschile sulle donne",{"post_content":651,"tags":655},{"matched_tokens":652,"snippet":653,"value":654},[139],"della due giorni organizzata in \u003Cmark>Valsusa\u003C/mark> da un gruppo di donne","In occasione della due giorni organizzata in \u003Cmark>Valsusa\u003C/mark> da un gruppo di donne sul tema della violenza di stato i redattori e le redattrici di Radio Blackout hanno deciso di contribuire con un percorso radiofonico che attraversi e interroghi questo tema, più che mai attuale, in tutte le sue sfaccettature. 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