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Ma da qualche tempo Comune e forze dell'ordine sembrano decisi a porre fine in modo immediato a qualsiasi tipo di riappropriazione diffusa, diretta e collettiva da parte di chi vive la precarietà abitativa e lavorativa con più violenza sulla propria pelle. Siano queste famiglie o singoli \"italiani\" o \"migranti\" che decidono di occupare nella zona di Via Collegno o in altre zone della città. Un dato è certo: la lotta per la casa non si fermerà certo con gli sgomberi e le intimidazione in un paese dove l'emergenza abitativa non fa che aumentare in tutte le città.\r\n\r\nLe risposte vergognose che le istituzioni forniscono di volta in volta a chi è senza casa e senza lavoro, diventano sempre più ridicole e odiose, e i mezzi utilizzati da polizia e Digos sempre più viscidi e arroganti. Di fronte a tutto ciò, all'incapacità di rispondere ai bisogni reali delle persone insieme ai più miseri calcoli elettorali di questi tristi tempi, i movimenti non potranno che andare avanti con la lotta per la casa in ogni quartiere e con tutte le occupazioni che saranno necessarie. Tutti e tutte insieme, senza paura e senza divisioni tra chi è più povero e ricattabile.\r\n\r\nAscolta il contributo di Elisa dello Sportello Diritto alla Casa di Zona San Paolo:\r\n\r\nUnknown","26 Ottobre 2015","2015-10-28 18:20:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/basta-sgomberi-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/basta-sgomberi-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/basta-sgomberi-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/basta-sgomberi-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/basta-sgomberi.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino: emergenza abitativa e risposte autonome di chi resta senza casa",1445881272,[],[],{"post_content":156},{"matched_tokens":157,"snippet":159,"value":160},[158,67,68],"Via","scorso giovedì dell'edificio occupato in \u003Cmark>Via\u003C/mark> \u003Cmark>Collegno\u003C/mark> \u003Cmark>37\u003C/mark>, le numerose famiglie che stavano","Dopo lo sgombero dello scorso giovedì dell'edificio occupato in \u003Cmark>Via\u003C/mark> \u003Cmark>Collegno\u003C/mark> \u003Cmark>37\u003C/mark>, le numerose famiglie che stavano rimettendo a posto uno spazio abbandonato da anni, decidono immediatamente di occupare gli uffici della Circoscrizione 3, Zona San Paolo.\r\n\r\nInsieme ad Elisa abbiamo ricostruito i passaggi compiuti la scorsa settimana dopo l'ennesimo sgombero contro chi rimane senza reddito e senza casa e decide di occupare un edificio abbandonato di questa città, dove palazzi e case vuote si contano a decine di migliaia. 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Ma perché torturarci cosi?\" E' un brano della testimonianza di una delle tante vittime del professor Giorgio Coda, direttore dell'Ospedale Psichiatrico di Collegno dal 1956 al 1964 e dell'Ospedale Villa Azzurra di Grugliasco dal 1964. Lo strumento era una cassetta di legno lucido 47 cm. per 37 per 17. La vittima veniva prima immobilizzata da 3 o 4 infermieri, poi gli elettrodi venivano applicati alla testa o alle parti genitali, e infine veniva azionata la corrente elettrica. Sempre alla presenza degli altri ricoverati, in modo che il terrore fosse amplificato e generalizzato. Questa e altre testimonianze sono raccolte in \"Portami su quello che canta - Processo a uno psichiatra\" di Alberto Papuzzi. Il titolo si riferisce a una frase del professore-torturatore che, dalla finestra del suo ufficio, indicava nel cortile il degente che aveva deciso di torturare quel giorno e di cui non ricordava il nome. \"Dalla paura si portò via un pezzo di carne mordendosi un braccio.\" Nel 1968 arrivano le prime segnalazioni. L'Associazione per la Lotta contro le Malattie Mentali realizza il libro \"La fabbrica della follia\". Nel 1974 inizia il processo che vede Coda sul banco degli accusati e gli ex-ricoverati che raccontano le loro storie, assistiti dagli avvocati Bianca Guidetti Serra e Gian Paolo Zancan. \"Lui é lì, come tutti noi. Lui che una volta dettava legge. Lui isolato, noi insieme. E' una grande soddisfazione. In un certo senso, giustizia é già fatta.\" Udienza dopo udienza, si succedono i racconti delle vittime e di un infermiere (l'unico) che depone contro il suo ex capo. \"Il più delle volte dopo alcune scariche si verificava fuoriuscita di feci e sperma. 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