","Sgombero della palazzina occupata in via Monginevro","post",1742480943,[64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/basta-sgomberi/","http://radioblackout.org/tag/csoa-gabrio/","http://radioblackout.org/tag/gentrificazione/","http://radioblackout.org/tag/san-paolo/","http://radioblackout.org/tag/violenza-istituzionale/",[70,71,72,73,74],"basta sgomberi","CSOA Gabrio","gentrificazione","San Paolo","violenza istituzionale",{"post_content":76,"tags":81},{"matched_tokens":77,"snippet":79,"value":80},[78],"istituzionale","è una novità: il razzismo \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark>, la gentrificazione crescente del quartiere","Nella mattinata di martedì 18 marzo è stato ultimato lo sgombero, che andava avanti da un mese, della palazzina occupata in via Monginevro 46. Un’occupazione nata nel 2013 a seguito della crisi economica che aveva portato numerosi sfratti e sgomberi, a cui si è risposto con varie occupazioni abitative (7 solo in San Paolo). Occupazioni che hanno dato l’opportunità a decine di persone di avere un tetto che gli permettesse di non finire ancora più ai margini di una società sempre più individualista ed escludente. Occupazioni, ma soprattutto case. Case che hanno permesso di ripartire e progettare il proprio futuro senza sottostare a ricatti e umiliazioni. Purtroppo però, sembra arrivata la fine anche di questa occupazione. Nemmeno un anno fa era stato sgomberato il palazzo di via Muriaglio e pochi anni prima via Frejus e via Revello. Nonostante i proclami sui giornali, lo sgombero è avvenuto in una modalità particolare. Come in altri casi, è stata messa in atto una pratica tanto violenta quanto subdola: il distacco della luce e dell’acqua. Un assedio silenzioso per forzare le persone ad andarsene ed evitare alle istituzioni di dover avanzare proposte concrete per risolvere la costante crisi abitativa.\r\n\r\nQuesti “sgomberi dolci” vanno avanti, sollevando il comune di prendersi la responsabilità politica e morale dell’assenza di soluzioni alternative. Ciò che accade in queste situazioni non è una novità: il razzismo \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark>, la gentrificazione crescente del quartiere San Paolo e la mancanza di politiche abitative efficaci hanno reso impossibile l’accesso a soluzioni dignitose per chi vive in occupazione. Ancora una volta, si prospettano solo dormitori aperti per sole 12 ore, un’ulteriore umiliazione per chi lavora su tre turni, e una condizione inaccettabile per persone che rivendicano il diritto di avere un tetto sopra la testa. Le persone che vivono in occupazione non stanno chiedendo la carità, ma solo una casa vera, dignitosa, dove poter vivere senza il rischio di essere sfrattati ogni volta che la situazione economica o sociale non rispecchi le prospettive di palazzinari e speculatori. Molti sarebbero disposti ad affittare un alloggio se non fosse che il razzismo diffuso e la continua gentrificazione del quartiere e della città non lo permettono, rendendo ancora più insostenibile la loro condizione. Il diritto alla casa dovrebbe essere garantito a tutt3 e non solo a chi può permettersi di pagare affitti in un mercato immobiliare speculativo.\r\n\r\nBasta sgomberi, casa per tutt3!\r\n\r\nDi seguito l'intervista sullo sgombero di martedì mattina a un solidale:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Via-monginevro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[82,84,86,88,90],{"matched_tokens":83,"snippet":70},[],{"matched_tokens":85,"snippet":71},[],{"matched_tokens":87,"snippet":72},[],{"matched_tokens":89,"snippet":73},[],{"matched_tokens":91,"snippet":92},[29,78],"\u003Cmark>violenza\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark>",[94,99],{"field":38,"indices":95,"matched_tokens":96,"snippets":98},[23],[97],[29,78],[92],{"field":100,"matched_tokens":101,"snippet":79,"value":80},"post_content",[78],1157451471441625000,{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":106,"num_tokens_dropped":50,"score":107,"tokens_matched":106,"typo_prefix_score":50},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",{"document":109,"highlight":132,"highlights":150,"text_match":102,"text_match_info":159},{"cat_link":110,"category":111,"comment_count":50,"id":112,"is_sticky":50,"permalink":113,"post_author":53,"post_content":114,"post_date":115,"post_excerpt":56,"post_id":112,"post_modified":116,"post_thumbnail":117,"post_thumbnail_html":118,"post_title":119,"post_type":61,"sort_by_date":120,"tag_links":121,"tags":127},[47],[49],"61635","http://radioblackout.org/2020/06/colombia-un-approfondimento-sul-passato-per-capire-il-presente/","Approfondimento sulla storia della Colombia per comprenderne gli avvenimenti presenti: un territorio già abitato che ha subìto la scoperta da parte degli europei e la violenza del colonialismo. Il conflitto colombiano è il conflitto armato attivo più lungo ad oggi riconosciuto. Insieme a Maria, compagna colombiana, abbiamo ripercorso le 5 assi attorno alle quali il conflitto si articola: disputa per la terra e conflitto agrario, assenza di garanzie nella partecipazione politica e violenza istituzionale, narcotraffico, pressioni internazionali, corruzione. Un quadro completo e necessario, che approfondiremo in una prossima puntata.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/colombia.mp3\"][/audio]","19 Giugno 2020","2020-06-19 11:51:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/luis-carlos-ayala-usme-copertina-new-1114x557-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/luis-carlos-ayala-usme-copertina-new-1114x557-1-300x150.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/luis-carlos-ayala-usme-copertina-new-1114x557-1-300x150.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/luis-carlos-ayala-usme-copertina-new-1114x557-1-1024x512.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/luis-carlos-ayala-usme-copertina-new-1114x557-1-768x384.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/luis-carlos-ayala-usme-copertina-new-1114x557-1.jpg 1114w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Colombia: un approfondimento sul passato per capire il presente",1592567501,[122,123,124,125,126,68],"http://radioblackout.org/tag/blackout/","http://radioblackout.org/tag/colombia/","http://radioblackout.org/tag/colonialismo/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/news/",[128,129,130,53,131,74],"blackout","Colombia","colonialismo","news",{"post_content":133,"tags":137},{"matched_tokens":134,"snippet":135,"value":136},[29,78],"garanzie nella partecipazione politica e \u003Cmark>violenza\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark>, narcotraffico, pressioni internazionali, corruzione. 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A quest'interrogazione hanno fatto seguito una petizione delle reti antiabortiste e antiscelta (provita) e diversi interventi pubblici di Fratelli d'Italia e di Forza Italia, che avevano al centro le terapie ormonali e una presunta assenza di servizi psicologici e psichiatrici per le persone trans e per le loro famiglie. A seguire, è stata eseguita un'ispezione al Careggi, i cui esiti ufficiali confermano una volontà politica di attacco ai servizi e una virata verso una sempre maggiore patologizzazione delle persone trans. La retorica di protezione dell'infanzia non è nuova per le destre e nuove destre con un linguaggio paternalista, patologizzante e infantilizzante. Il Careggi è probabilmente al centro dell'attacco, perché forse il centro più solidale e meno patologizzante dei percorsi di affermazione di genere. Questo si inscrive in un quadro più ampio: lo smantellamento dei servizi pubblici rispetto al diritto alla salute delle persone trans da parte delle ultradestre conservatrici in alleanza con le Terf (femministe trans-escludenti). Capiamo meglio le questioni in gioco: non vengono somministrati ormoni alle persone trans giovani o adolescenti, ma nei casi in cui si ritenga necessario e su richiesta della persona coinvolta, con un supporto psicologico e psichiatrico, vengono somministrati dei sospensori della pubertà, il cui obiettivo non è una transizione precoce e irreversibile, ma invece quello di dare loro tempo per poter effettuare scelte ponderate, in seguito, tra cui anche quella di non effettuare alcuna terapia ormonale. La somministrazione di questi sospensori in adolescenza può consentire alle persone giovani di genere non conforme di evitare lo sviluppo di disturbi dell'ansia, stress e pensieri suicidari. Questi farmaci sono prescritti, come da determina AIFA del 2019, solo dopo attenta valutazione professionale (col contributo di un'équipe multidisciplinare specialistica), Gli effetti dei sospensori della pubertà si interrompono quando si smette di assumerli, e lo sviluppo puberale riprende organicamente. Il farmaco in questione, la triptorelina, è impiegato per modulare la produzione di ormoni sessuali endogeni, prodotti dal corpo, in modo reversibile: appartiene a una classe di farmaci chiamati GnRH. Si tratta di farmaci off-label, pensati inizialmente per altri scopi - condizione molto comune per una medicina non neutrale, che non investe in tutti i campi di ricerca e sviluppo. Purtroppo, ad impiegare la triptorelina sono pochissimi ambulatori.\r\n\r\nIl discorso di inserisce in un quadro più ampio di attacchi alla salute trans, anche rispetto a un altro farmaco per la terapia sostitutiva ormonale, declassificato per delibera AIFA da classe A a classe C, e è stato di fatto più che raddoppiato il suo costo per chi non è seguit da ambulatori endocrinologici pubblici. Quest'epoca storica vede le persone trans subire attacchi pervasivi e quotidiani, alimentati dalla presenza sempre più costante delle destre al governo, in alleanza con le forze cattoliche e con le femministe terf. In queste ultime settimane assistiamo a un susseguirsi di atti depositati alla camera, che attaccano il modello affermativo di genere italiano, che già viene applicato a discrezione: il rischio concreto è che si retroceda ulteriormente su alcuni diritti minimi, con un ritorno alla violenza coercitiva sulle persone trans. E' del 13 marzo scorso il dm per la costituzione di un maxi-tavolo, da parte dei ministeri della salute e famiglia, di approfondimento in materia della disforia di genere, senza nessuna realtà dal basso e senza quelle persone le cui vite dipendono da quelle decisioni. Compaiono invece noti volti antiabortisti e non si capisce quali siano stati i criteri di scelta dei membri, che non hanno nessuna expertise sui temi su cui devono prendere scelte.\r\n\r\nSi fa appello alle persone singole e alle realtà transfemministe e queer alleate di aiutare a creare assieme una rete militante e solidale, attraverso diverse azioni possibili, tra cui la condivisione di materiale informativo, la presa di parola in qualsiasi spazio si reputi idoneo, la comunicazione in strada, la partecipazione attiva a momenti di mobilitazione su questioni trans che verranno lanciati nei prossimi tempi.\r\n\r\nPer il materiale digitale e per mettersi in contatto con la rete che attraversa il campeggio trans, scrivere a: campeggiotrans@riseup.net\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/violenza-contro-le-persone-trans.mp3\"][/audio]","6 Giugno 2024","2024-06-06 00:55:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/338887342_1260736344874548_9074672400954123842_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"225\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/338887342_1260736344874548_9074672400954123842_n-225x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/338887342_1260736344874548_9074672400954123842_n-225x300.jpg 225w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/338887342_1260736344874548_9074672400954123842_n-768x1024.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/338887342_1260736344874548_9074672400954123842_n.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 225px) 100vw, 225px\" />","Violenza istituzionale e gravi attacchi alla salute delle persone trans",1717635331,[174,175,176],"http://radioblackout.org/tag/violenza-medica/","http://radioblackout.org/tag/trans/","http://radioblackout.org/tag/transfemminismo/",[178,179,180],"#violenza medica","trans","transfemminismo",{"post_content":182,"post_title":186,"tags":190},{"matched_tokens":183,"snippet":184,"value":185},[29],"minimi, con un ritorno alla \u003Cmark>violenza\u003C/mark> coercitiva sulle persone trans. 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Ieri, dentro il tribunale di Torino era in corso la sentenza nei confronti dello stupratore, udienza avvenuta a porte chiuse per aver privilegiato il rito abbreviato. Fuori dal tribunale vi era una grandissima forza data dalle moltissime persone per denunciare la doppia violenza nei confronti delle donne: quella dello stupro e quella di una giustizia profondamente patriarcale.\r\n\r\nQui il testo di lancio del presidio\r\n\r\nNO ALLA VIOLENZA DI GENERE E ALLA VIOLENZA DEI TRIBUNALI\r\n\r\nOggi dentro questo tribunale si sta tenendo un processo per stupro. \r\n\r\nLe indagini sono state condotte totalmente sulla donna che ha denunciato : sulla sua vita, il suo passato, le sue amicizie, le sue relazioni. E NON sullo stupratore.\r\n\r\nQuesto approccio viene giustificato con la necessità di assicurarsi che la donna che ha subito uno stupro non si sia inventata tutto, innescando un meccanismo umilante e mortificante, e alimentando la cultura per cui le donne che denunciano NON VENGONO CREDUTE. \r\n\r\nE’ stato accettato il rito abbreviato, che prevede che parli solo lo stupratore, zittendo la donna offesa. \r\n\r\nDi fronte alla prima violenza: lo stupro, e alla seconda violenza istituzionale reiterata dal tribunale noi non ci stiamo. \r\n\r\nSIAMO QUI PER SOSTENERE LA SORELLA DI FRONTE A QUESTE VIOLENZE: SORELLA IO TI CREDO.\r\n\r\nDi seguito la diretta con una compagna presente al presidio che racconta i contenuti e i temi che hanno attraversato la piazza\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/diretta-tribunale-7-aprile-2022_04_07_2022.04.07-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRiportiamo il testo della testimonianza di un'esperienza di autodifesa praticata dalle donne e compagne dello Spazio Popolare Neruda:\r\n\r\nQueste parole sono la testimonianza di una pratica di autodifesa femminista, forte e straordinaria che abbiamo messo in pratica qualche mese fa, scritte insieme alla coraggiosa donna, che dopo aver subito mesi di violenza domestica, ha deciso di reagire, prendere coraggio e con forza decidere cosa fare, percorrendo la strada che per lei sentiva più giusta per reagire. Le erano state proposte strutture anti-violenza, ma lei voleva restare a casa sua, la casa il cui contratto d’affitto era intestato a lei, nella quale aveva organizzato la sua vita, e non dover essere costretta a scappare.\r\n\r\nQuesta donna, che ora è una nostra sorella e amica, un giorno di inverno è venuta allo spazio neruda, e ha lucidamente e coraggiosamente deciso di raccontare quello che stava vivendo a delle persone che fino a poco prima erano delle sconosciute. Ci ha raccontato che erano mesi che subiva violenza domestica, psicologica e sessuale da parte di quello che era il suo compagno con cui conviveva, ci ha detto che chiedeva all’uomo di andare via da casa sua da mesi, che non sopportava più la situazione violenta in cui era, ma lui restava li con prepotenza, anzi addirittura con il gusto di esercitare potere.\r\n\r\nCome donne del Neruda spesso ci siamo trovate ad aiutare altre donne in situazioni di difficoltà (legata alla violenza maschile e non), ma di fronte a una situazione di violenza domestica, in una convivenza in una casa fori dal nostro spazio non sapevamo bene come agire.\r\n\r\nLe strade che poteva attraversare legalmente e tramite e centri antiviolenza, per quanto questi ultimi preziosissimi erano insufficienti. La donna non voleva andarsene da casa per andare in una struttura e inoltre rivolgersi alla polizia era inutile. Lei aveva chiamato la polizia più volte ma non era mai servito a nulla perché quando arrivavano minimizzavano la situazione e si ponevano come paceri. Per questo motivo l’idea di fare denuncia le faceva più spavento che altro: se fosse venuto fuori, ci sarebbero state ritorsioni?\r\n\r\nNel corso delle nostre riunioni, abbiamo quindi deciso di agire insieme: avremmo aiutato la nostra sorella a mandare via il violento di casa. Tante volte avevamo dovuto resistere agli sfratti, presidiando la casa di persone che rischiavano di finire in strada, difendendo l’abitazione da chi voleva farne un lucro. Abbiamo deciso di fare la cosa, difendere la casa della nostra nuova compagna, liberandola dalla situazione violenta.\r\n\r\nCon un piano preparato, la possibilità concreta di mandare via il violento, la consapevolezza della solidarietà e sostegno di tante altre donne, abbiamo ovviato il rischio di ritorsioni e la donna ha fatto denuncia, che è servita anche come uno strumento di appoggio per quello che avremmo fatto.\r\n\r\nCon fermezza e tranquillità, ci siamo trovate un pomeriggio , in tante, da lei. L’abbiamo aiutata a preparare i bagagli dell’uomo violento, abbiamo cambiato la serratura, abbiamo posato le cose di lui in strada e abbiamo aspettato che tornasse dal lavoro, per dirgli di prendere le sue cose e andarsene.\r\n\r\nLui non ci poteva credere, di venir cacciato da quella che riteneva casa sua, nella quale credeva di poter fare violenza sulla sua compagna indisturbato, da una ventina di donne.\r\n\r\n Si è avvicinato solo un secondo, ma dopo che ha capito il nostro intento e la nostra determinazione si è allontanato e non si è mai avvicinato a meno di 5 metri. E’ stato lui a chiamare la polizia, che ovviamente non è intervenuta in nessun modo e se n’è andata.\r\n\r\n Dopo quel giorno non è più tornato, e la nostra sorella era finalmente di nuovo libera. Anche lei dovrà affrontare il tribunale, che in molti altri casi ha cercato di mettere in dubbio i vissuti di tante donne e ha condotto le indagini con una tacita accusa di mentire, ma adesso, anche per questa situazione, non sarà da sola!\r\n\r\nRiportiamo qui la lettura della lettera scritta dalla donna che ha denunciato lo stupro, una lettera rivolta a tutte le donne, alle compagne, alle sorelle che in questo momento sono state al suo fianco e a tutte quelle donne alle quali la \"Giustizia\" non ha fatto giustizia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/lettera-presidio-tribunale-7-aprile-2022_04_07_2022.04.07-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","8 Aprile 2022","2022-04-08 11:25:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/278126385_289853873323264_6720366095481276669_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/278126385_289853873323264_6720366095481276669_n-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/278126385_289853873323264_6720366095481276669_n-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/278126385_289853873323264_6720366095481276669_n-768x480.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/278126385_289853873323264_6720366095481276669_n.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","NO ALLA VIOLENZA DI GENERE E ALLA VIOLENZA DEI TRIBUNALI.",1649417153,[228,229,230],"http://radioblackout.org/tag/patriarcato/","http://radioblackout.org/tag/presidio-al-tribunale/","http://radioblackout.org/tag/violenza-di-genere/",[232,233,37],"patriarcato","presidio al tribunale",{"post_content":235,"post_title":239,"tags":243},{"matched_tokens":236,"snippet":237,"value":238},[29,78],"lo stupro, e alla seconda \u003Cmark>violenza\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark> reiterata dal tribunale noi non","Ieri si è tenuto un presidio organizzato da Non Una di Meno e da tantissime compagne, attiviste e solidali della città per sostenere con determinazione una donna che ha avuto il coraggio di denunciare uno stupro. Ieri, dentro il tribunale di Torino era in corso la sentenza nei confronti dello stupratore, udienza avvenuta a porte chiuse per aver privilegiato il rito abbreviato. Fuori dal tribunale vi era una grandissima forza data dalle moltissime persone per denunciare la doppia \u003Cmark>violenza\u003C/mark> nei confronti delle donne: quella dello stupro e quella di una giustizia profondamente patriarcale.\r\n\r\nQui il testo di lancio del presidio\r\n\r\nNO ALLA \u003Cmark>VIOLENZA\u003C/mark> DI GENERE E ALLA \u003Cmark>VIOLENZA\u003C/mark> DEI TRIBUNALI\r\n\r\nOggi dentro questo tribunale si sta tenendo un processo per stupro. \r\n\r\nLe indagini sono state condotte totalmente sulla donna che ha denunciato : sulla sua vita, il suo passato, le sue amicizie, le sue relazioni. E NON sullo stupratore.\r\n\r\nQuesto approccio viene giustificato con la necessità di assicurarsi che la donna che ha subito uno stupro non si sia inventata tutto, innescando un meccanismo umilante e mortificante, e alimentando la cultura per cui le donne che denunciano NON VENGONO CREDUTE. \r\n\r\nE’ stato accettato il rito abbreviato, che prevede che parli solo lo stupratore, zittendo la donna offesa. \r\n\r\nDi fronte alla prima \u003Cmark>violenza\u003C/mark>: lo stupro, e alla seconda \u003Cmark>violenza\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark> reiterata dal tribunale noi non ci stiamo. \r\n\r\nSIAMO QUI PER SOSTENERE LA SORELLA DI FRONTE A QUESTE VIOLENZE: SORELLA IO TI CREDO.\r\n\r\nDi seguito la diretta con una compagna presente al presidio che racconta i contenuti e i temi che hanno attraversato la piazza\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/diretta-tribunale-7-aprile-2022_04_07_2022.04.07-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRiportiamo il testo della testimonianza di un'esperienza di autodifesa praticata dalle donne e compagne dello Spazio Popolare Neruda:\r\n\r\nQueste parole sono la testimonianza di una pratica di autodifesa femminista, forte e straordinaria che abbiamo messo in pratica qualche mese fa, scritte insieme alla coraggiosa donna, che dopo aver subito mesi di \u003Cmark>violenza\u003C/mark> domestica, ha deciso di reagire, prendere coraggio e con forza decidere cosa fare, percorrendo la strada che per lei sentiva più giusta per reagire. Le erano state proposte strutture anti-violenza, ma lei voleva restare a casa sua, la casa il cui contratto d’affitto era intestato a lei, nella quale aveva organizzato la sua vita, e non dover essere costretta a scappare.\r\n\r\nQuesta donna, che ora è una nostra sorella e amica, un giorno di inverno è venuta allo spazio neruda, e ha lucidamente e coraggiosamente deciso di raccontare quello che stava vivendo a delle persone che fino a poco prima erano delle sconosciute. Ci ha raccontato che erano mesi che subiva \u003Cmark>violenza\u003C/mark> domestica, psicologica e sessuale da parte di quello che era il suo compagno con cui conviveva, ci ha detto che chiedeva all’uomo di andare via da casa sua da mesi, che non sopportava più la situazione violenta in cui era, ma lui restava li con prepotenza, anzi addirittura con il gusto di esercitare potere.\r\n\r\nCome donne del Neruda spesso ci siamo trovate ad aiutare altre donne in situazioni di difficoltà (legata alla \u003Cmark>violenza\u003C/mark> maschile e non), ma di fronte a una situazione di \u003Cmark>violenza\u003C/mark> domestica, in una convivenza in una casa fori dal nostro spazio non sapevamo bene come agire.\r\n\r\nLe strade che poteva attraversare legalmente e tramite e centri antiviolenza, per quanto questi ultimi preziosissimi erano insufficienti. La donna non voleva andarsene da casa per andare in una struttura e inoltre rivolgersi alla polizia era inutile. Lei aveva chiamato la polizia più volte ma non era mai servito a nulla perché quando arrivavano minimizzavano la situazione e si ponevano come paceri. Per questo motivo l’idea di fare denuncia le faceva più spavento che altro: se fosse venuto fuori, ci sarebbero state ritorsioni?\r\n\r\nNel corso delle nostre riunioni, abbiamo quindi deciso di agire insieme: avremmo aiutato la nostra sorella a mandare via il violento di casa. Tante volte avevamo dovuto resistere agli sfratti, presidiando la casa di persone che rischiavano di finire in strada, difendendo l’abitazione da chi voleva farne un lucro. Abbiamo deciso di fare la cosa, difendere la casa della nostra nuova compagna, liberandola dalla situazione violenta.\r\n\r\nCon un piano preparato, la possibilità concreta di mandare via il violento, la consapevolezza della solidarietà e sostegno di tante altre donne, abbiamo ovviato il rischio di ritorsioni e la donna ha fatto denuncia, che è servita anche come uno strumento di appoggio per quello che avremmo fatto.\r\n\r\nCon fermezza e tranquillità, ci siamo trovate un pomeriggio , in tante, da lei. L’abbiamo aiutata a preparare i bagagli dell’uomo violento, abbiamo cambiato la serratura, abbiamo posato le cose di lui in strada e abbiamo aspettato che tornasse dal lavoro, per dirgli di prendere le sue cose e andarsene.\r\n\r\nLui non ci poteva credere, di venir cacciato da quella che riteneva casa sua, nella quale credeva di poter fare \u003Cmark>violenza\u003C/mark> sulla sua compagna indisturbato, da una ventina di donne.\r\n\r\n Si è avvicinato solo un secondo, ma dopo che ha capito il nostro intento e la nostra determinazione si è allontanato e non si è mai avvicinato a meno di 5 metri. E’ stato lui a chiamare la polizia, che ovviamente non è intervenuta in nessun modo e se n’è andata.\r\n\r\n Dopo quel giorno non è più tornato, e la nostra sorella era finalmente di nuovo libera. Anche lei dovrà affrontare il tribunale, che in molti altri casi ha cercato di mettere in dubbio i vissuti di tante donne e ha condotto le indagini con una tacita accusa di mentire, ma adesso, anche per questa situazione, non sarà da sola!\r\n\r\nRiportiamo qui la lettura della lettera scritta dalla donna che ha denunciato lo stupro, una lettera rivolta a tutte le donne, alle compagne, alle sorelle che in questo momento sono state al suo fianco e a tutte quelle donne alle quali la \"Giustizia\" non ha fatto giustizia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/lettera-presidio-tribunale-7-aprile-2022_04_07_2022.04.07-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":240,"snippet":242,"value":242},[241,241],"VIOLENZA","NO ALLA \u003Cmark>VIOLENZA\u003C/mark> DI GENERE E ALLA \u003Cmark>VIOLENZA\u003C/mark> DEI TRIBUNALI.",[244,246,248],{"matched_tokens":245,"snippet":232},[],{"matched_tokens":247,"snippet":233},[],{"matched_tokens":249,"snippet":250},[29],"\u003Cmark>violenza\u003C/mark> di genere",[252,254,256],{"field":100,"matched_tokens":253,"snippet":237,"value":238},[29,78],{"field":200,"matched_tokens":255,"snippet":242,"value":242},[241,241],{"field":38,"indices":257,"matched_tokens":258,"snippets":260},[106],[259],[29],[250],{"best_field_score":211,"best_field_weight":262,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":50,"score":263,"tokens_matched":106,"typo_prefix_score":50},14,"1157451471441100915",{"document":265,"highlight":288,"highlights":305,"text_match":209,"text_match_info":313},{"cat_link":266,"category":267,"comment_count":50,"id":268,"is_sticky":50,"permalink":269,"post_author":53,"post_content":270,"post_date":271,"post_excerpt":56,"post_id":268,"post_modified":272,"post_thumbnail":273,"post_thumbnail_html":274,"post_title":275,"post_type":61,"sort_by_date":276,"tag_links":277,"tags":283},[47],[49],"29956","http://radioblackout.org/2015/05/quanto-vale-un-corpo/","Pochi giorni fa il procuratore di Catania, Giovanni Salvi, come riportato dal quotidiano Repubblica online, ha dichiarato che il recupero dei corpi rimasti intrappolati nel barcone affondato tra il 18 e il 19 aprile al largo delle coste libiche, con a bordo almeno 8oo persone, non è utile alle indagini. Questi corpi non saranno recuperati, soprattutto \"per evitare spese enormi per l'Italia\". Dunque, ai (soli) fini dell'inchiesta e per questioni strettamente burocratiche \"questi corpi\" vengono considerati non \"utili\".\r\nDi fronte ad un ennesimo episodio di violenza istituzionale \"legittimato\" da relativa giustificazione burocratica, abbiamo chiesto al professor Roberto Beneduce, etnopsichiatra e antropologo, un commento sulla banalità del male dei nostri giorni. Sempre più attuale in un continente in cui proliferano i confini e dove crescenti risorse vengono investite per filtrare - spesso a prezzo della vita - quante più persone migranti possibile. Persone che abitano corpi che non hanno parte e che non importano, nè da vivi, nè da morti. 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A guidare il confronto Alice Vigorito, che ha portato al centro del festival una prospettiva radicale e concreta sull’inclusione, insieme ad Andrey Chaykin e Monica del collettivo Disabili Pirata, e a Martina Pasquali e Ambra Zega dell’associazione Tetrabondi. Un confronto sincero su disabilità e autodeterminazione, con contributi che hanno attraversato le storture della narrazione assistenzialista, il ruolo del linguaggio, l'urgenza di spazi accessibili e la necessità di ribaltare l'idea di cura come controllo.\r\n\r\nA completare il quadro, le voci dell’attivista Yasmine Accardo (Comitato Verità e Giustizia per Wissem) e dell’avvocato Gianluca Vitale, che hanno denunciato la violenza istituzionale e la segregazione dei CPR: luoghi di detenzione e annientamento che mostrano la disumanizzazione sistemica inflitta alle persone migranti.\r\n\r\nAl centro: la libertà di scegliere, di essere ascoltatu, e il diritto alla partecipazione.\r\n\r\nUn'intensa intervista, collettiva e necessaria: perché senza giustizia, accessibilità e libertà per tuttu, nessunə è veramente liberə.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/Alta-accessibilità-FAF.mp3\"][/audio]","4 Agosto 2025","2025-08-04 21:58:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/WhatsApp-Image-2025-08-04-at-9.53.32-PM-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"167\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/WhatsApp-Image-2025-08-04-at-9.53.32-PM-300x167.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/WhatsApp-Image-2025-08-04-at-9.53.32-PM-300x167.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/WhatsApp-Image-2025-08-04-at-9.53.32-PM-1024x572.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/WhatsApp-Image-2025-08-04-at-9.53.32-PM-768x429.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/WhatsApp-Image-2025-08-04-at-9.53.32-PM-200x110.jpeg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/WhatsApp-Image-2025-08-04-at-9.53.32-PM.jpeg 1170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Alta accessibilità: un dibattito sulla liberazione dei corpi",1754344733,[329,330,331,332],"http://radioblackout.org/tag/accessibilita/","http://radioblackout.org/tag/corpi-che-contano/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/disabilita/",[334,335,336,337],"accessibilità","corpi che contano","cpr","disabilità",{"post_content":339},{"matched_tokens":340,"snippet":341,"value":342},[29,78],"Vitale, che hanno denunciato la \u003Cmark>violenza\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark> e la segregazione dei CPR:","A margine del dibattito “Liberi tuttu” durante il Festival Alta Felicità 2025, abbiamo raccolto riflessioni e testimonianze da chi ogni giorno si batte per il diritto all’autodeterminazione e alla libertà reale. 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Un confronto sincero su disabilità e autodeterminazione, con contributi che hanno attraversato le storture della narrazione assistenzialista, il ruolo del linguaggio, l'urgenza di spazi accessibili e la necessità di ribaltare l'idea di cura come controllo.\r\n\r\nA completare il quadro, le voci dell’attivista Yasmine Accardo (Comitato Verità e Giustizia per Wissem) e dell’avvocato Gianluca Vitale, che hanno denunciato la \u003Cmark>violenza\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark> e la segregazione dei CPR: luoghi di detenzione e annientamento che mostrano la disumanizzazione sistemica inflitta alle persone migranti.\r\n\r\nAl centro: la libertà di scegliere, di essere ascoltatu, e il diritto alla partecipazione.\r\n\r\nUn'intensa intervista, collettiva e necessaria: perché senza giustizia, accessibilità e libertà per tuttu, nessunə è veramente liberə.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/Alta-accessibilità-FAF.mp3\"][/audio]",[344],{"field":100,"matched_tokens":345,"snippet":341,"value":342},[29,78],{"best_field_score":211,"best_field_weight":262,"fields_matched":347,"num_tokens_dropped":50,"score":348,"tokens_matched":106,"typo_prefix_score":50},1,"1157451471441100913",6646,{"collection_name":61,"first_q":74,"per_page":351,"q":74},6,10,{"facet_counts":354,"found":401,"hits":402,"out_of":560,"page":347,"request_params":561,"search_cutoff":39,"search_time_ms":17},[355,378],{"counts":356,"field_name":376,"sampled":39,"stats":377},[357,360,362,364,366,368,370,372,374],{"count":358,"highlighted":359,"value":359},22,"anarres",{"count":106,"highlighted":361,"value":361},"frittura mista",{"count":106,"highlighted":363,"value":363},"I Bastioni di Orione",{"count":347,"highlighted":365,"value":365},"Harraga",{"count":347,"highlighted":367,"value":367},"black in",{"count":347,"highlighted":369,"value":369},"radiokebab",{"count":347,"highlighted":371,"value":371},"liberation front",{"count":347,"highlighted":373,"value":373},"Voci dall'antropocene",{"count":347,"highlighted":375,"value":375},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":379,"field_name":38,"sampled":39,"stats":399},[380,382,384,386,387,389,391,393,395,397],{"count":106,"highlighted":381,"value":381},"guerra",{"count":106,"highlighted":383,"value":383},"Africa",{"count":106,"highlighted":385,"value":385},"carcere",{"count":106,"highlighted":359,"value":359},{"count":106,"highlighted":388,"value":388},"elezioni",{"count":106,"highlighted":390,"value":390},"rotta balcanica",{"count":106,"highlighted":392,"value":392},"Bastioni di Orione",{"count":347,"highlighted":394,"value":394},"renzi",{"count":347,"highlighted":396,"value":396},"primo maggio 2014",{"count":347,"highlighted":398,"value":398},"spezzone rosso nero",{"total_values":400},190,37,[403,428,452,496,518,539],{"document":404,"highlight":418,"highlights":423,"text_match":209,"text_match_info":426},{"comment_count":50,"id":405,"is_sticky":50,"permalink":406,"podcastfilter":407,"post_author":359,"post_content":408,"post_date":409,"post_excerpt":56,"post_id":405,"post_modified":410,"post_thumbnail":411,"post_title":412,"post_type":413,"sort_by_date":414,"tag_links":415,"tags":417},"90499","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-7-giugno-votare-ma-no-sommossa-al-cpr-di-gradisca-il-tempo-sospeso-e-la-violenza-istituzionale-per-i-senza-carte-smilitarizzare-la-citta-i-nuovi-bombardieri-di-leonardoc/",[359],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Ma no!\r\nIl voto è uno dei rituali cardine della democrazia rappresentativa, uno strumento di ricambio delle élite, con il quale non si misura tanto il consenso a questo o quel partito, quanto alla delega in bianco su cui si regge l’intero sistema.\r\nAl di là di programmi, slogan e dichiarazioni di intenti, chi viene eletto non ha alcun mandato imperativo, ma un semplice impegno verbale, che può essere costantemente disatteso, senza portare alla decadenza del delegato.\r\nLa democrazia serve ad alimentare l’illusione che esista una sovranità popolare, cui ciascuno partecipa recandosi alle urne.\r\nNei fatti le regole che la sottendono, difese da un nutrito corpo di armati, impediscono e non consentono la partecipazione alle decisioni sulla vita di noi tutti. É un gioco a carte truccate.\r\nNe abbiamo parlato con Tiziano Antonelli\r\n\r\nGradisca. Sommossa al CPR\r\nA fine maggio nel Centro di detenzione amministrativa di Gradisca di Isonzo, è scoppiata una sommossa, sedata con la forza da polizia, carabinieri e militari. Un’intera area del CPR è stata distrutta.\r\nDa quando il governo ha deciso il prolungamento a 18 mesi del periodo massimo di reclusione per i migranti senza documenti, i Centri italiani sono in crescente ebollizione. Chi finisce in un centro viene condannato ad una pena detentiva di un anno e mezzo di reclusione. Alcuni vengono deportati prima, ma per quelli che provengono da paesi con i quali non ci sono accordi di rimpatrio è prigione.\r\nCe ne ha parlato Raffaele di Trieste\r\n\r\nAttesa presso l’Ufficio Immigrazione. Racconto di una mattina a Torino\r\nOgni città ha un Ufficio Immigrazione della questura. Qui le persone giungono per richiedere documenti, rinnovarli. Spesso riconosciamo questi luoghi per le code di uomini e donne fuori dall’ingresso; a volte la normalità è interrotta da proteste. A Torino l’Ufficio Immigrazione è situato in corso Verona, a pochi passi dalla Dora. Vicino si trovano il blocco oscuro del centro direzionale Lavazza e il cantiere che trasformerà il vecchio mercato all’ingrosso dei fiori in un’area sportiva con palestra e piscina. L’edificio della questura è ampio e spazioso, ma le persone devono attendere ore in coda, ogni mattina, sull’asfalto del piazzale antistante. La polizia amministra l’ordine pubblico, dispone barriere e redarguisce; accanto un furgoncino vende brioche, bibite e caffè, fototessere e servizi di fotocopia. Un’amica, che desidera rispondere al nome di Selma Arnaldo, trascorre mattine qui perché è in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno. Selma ha scritto il racconto di una giornata d’attesa. (da Monitor Italia)\r\n\r\nTorino. In strada per smilitarizzare la città\r\nCome sempre il 2 giugno la Repubblica ha celebrato sé stessa con esibizioni militari, parate e commemorazioni. Una “festa” nazionalista e militarista.\r\nUna “festa” che anche quest’anno è stata contestata attivamente in due giornate di informazione e lotta.\r\n\r\nLeonardo. Squadriglie di bombardieri tra IA e massacri del futuro\r\nIL 14 dicembre dello scorso anno i governi italiano, giapponese e britannico hanno sottoscritto l’accordo sul Global Combat Air Programme, che prevede la progettazione e realizzazione, da parte di Leonardo, Mitsubishi e BAE Systems, di un nuovo cacciabombardiere, destinato a sostituire Eurofighter ed F35.\r\nIn questo modo viene garantito un futuro anche allo stabilimento Alenia di Caselle Torinese, che terminate le commesse per gli Eurofighter, si rinnoverà per i nuovi, ancor più mortali velivoli da guerra. \r\nGrazie ad un’intervista uscita sull’edizione torinese del Corsera oggi ne sappiamo di più.\r\nl PC2lab di Leonardo a Torino è un vero e proprio centro di sviluppo e prototipazione di modelli e scenari virtuali al servizio della concezione dei velivoli del futuro, droni e caccia di quinta generazione.\r\nÉ in questo Laboratorio che è in gestazione il Global Combat Air Programme. Non si tratta (solo) di un nuovo cacciabombardiere, ma di un intero sistema di attacco aereo. Il pilota è previsto solo per l’areo a capo della squadriglia: gli altri arei saranno senza pilota governati di un’IA che si coordina con l’umano sull’aereo di testa.\r\nI combattimenti aerei con protagonisti piloti umani sono ormai archeologia. Le guerre nei cieli verranno combattute con asettica precisione da un sistema addestrato ad ogni possibile scenario, privo di emozioni e paure.\r\nA morire, oggi come in passato saranno sempre uomini, donne e bambini.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","13 Giugno 2024","2024-06-13 16:12:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/05-200x110.jpeg","Anarres del 7 giugno. 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I due paesi si scambiano accuse e spiccano mandati di arresto reciproci tra i due presidenti, intanto sul piano diplomatico il Messico non invita la corona di Spagna alla cerimonia d'insediamento della nuova presidente Claudia Sheinbaum a causa delle sue mancate scuse per i crimini commessi dagli spagnoli durante la conquista ,ferite che ancora bruciano.\r\n\r\nIl modello Bukele adotatto in El Salvador si propone come soluzione alla violenza diffusa ,meno diritti piu' repressione ,ma le conseguenze di queste politiche repressive si riflettono sullo stato della società civile stretta tra la violenza istituzionale e quella dei narcos che acquisiscono sempre più potere e influenza economica sul continente.\r\n\r\nUn quadro complesso in chiaroscuro che ci rimanda un America Latina nel pieno di un processo di transizione in cui si sovrappongono diversi modelli di società a volte contrapposti , con contraddizioni e fratture sociali derivate dalle eterne disuguaglianze che sono ben lungi dal ricomporsi.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/BASTIONI-26092024-BATTISTESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Miavaldi ,profondo conoscitore della realtà indiana, parliamo dell'India e dei sommovimenti alla sua periferia in Sri Lanka e Bangladesh.\r\n\r\nNel contesto frammentato ed attraversato dagli eventi bellici che sta ridefinendo gli equilibri internazionali ,l'India ha una postura di equidistanza fra i blocchi che si stanno profilando. Da una parte è integrata nei BRICS dall'altra è all'interno del QUAD un'alleanza militare anti-cinese guidata dagli americani e comprendente anche giapponesi, indiani e australiani. Questa politica è erede della posizione di non allineamento (quando c'erano i due blocchi contrapposti ) di Nehru e di Indira Ghandi, ma il contesto è molto diverso e l'India è un partner commerciale importante della Cina ,nonostante le tensioni ai confini , e al contempo un rivale regionale . Intanto le cose si muovono ai confini del continente indiano ,le dinastie che hanno governato il Bangladesh e lo Sri Lanka sono state estromesse dalle rivolte popolari ,Sheikh Hasina la presidente dal pugno di ferro del Bangladesh è in esilio in India con grave imbarazzo di Modi ,mentre a Dacca il governo ad interim sostenuto dai movimenti studenteschi che hanno promosso la rivolta contro Hasina è guidato dal premio nobel Yunus con la benevola momentanea tolleranza dell'esercito.\r\n\r\nIn Sri Lanka è stato eletto nuovo presidente Anura Kumara Dissanayake leader del Partito nazionale del popolo, coalizione di sinistra che raccoglie anche i JVP il partito del presidente di tendenza marxista rivoluzionaria fondato nel 1965. Dissanayake ha promesso di sviluppare il settore manifatturiero, quello tecnologico e l’agricoltura, ma soprattutto in campagna elettorale si è posto come il candidato anticorruzione, vicino al popolo e garante della trasparenza. Sta rinegoziando con il FMI il prestito che a condizionalità insostenibili per il paese aveva contrattato Rajapaksa, rappresentante della dinastia al potere , le aspettative sono molte dopo il default sul debito ed anche le ferite della guerra civile contro i Tamil durata dal 1983 al 2009 attendono di essere rimarginate .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Miavaldi_2024-09-27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Pamidesse ,di Focus on Africa , approfondiamo la situazione in Sudan e in Corno d'Africa. In Sudan giovedì l’esercito regolare ha iniziato una controffensiva particolarmente intensa, la più grande degli ultimi mesi, nelle zone del paese controllate dal gruppo paramilitare Rapid Support Forces (RSF), che sono concentrate soprattutto nella capitale Khartum. Furiosi combattimenti si registrano a Omdurman, la città gemella di Khartoum nel pieno del centro abitato con conseguenze disastrose per i civili . La guerra che sembrava congelata in una divisione del paese che ricordava lo scenario libico ha avuto quindi un accelerazione dovuta forse al rifornimento di materiale bellico ulteriore da parte degli alleati di Al Burhan (Egitto) e ad un tentativo di acquisire vantaggi sul campo in vista di una eventuale trattativa .\r\n\r\nLe condizioni della popolazione sono spaventose ,è la più grave crisi umanitaria nel mondo e oltre alle devastazioni dovute alla guerra ,le migliaia di sfollati , la carestia che affligge varie parti del paese , le violazioni dei diritti umani e le violenze esercitate dalle parti in conflitto contro la popolazione civile si aggiunge l'epidemia di colera che sta colpendo la capitale.\r\n\r\nTutto ciò avviene in un contesto regionale sempre più teso con l'Egitto che si appresta a trasferire truppe in Somalia in seguito ad un accordo con Mogadiscio in funzione anti Etiopia che invece reclama un accesso al mare in seguito agli accordi con il Somaliland per l'utilizzo in concessione di un tratto di costa sul Mar Rosso. Sullo sfondo le tensioni mai sopite tra Egitto ed Etiopia a proposito della diga del Gerd sul fiume Nilo Azzurro il cui riempimento in atto dal 2020 sta provocando le proteste dell'Egitto e del Sudan che si ritengono danneggiati nell'utilizzo delle risorse idriche del Nilo.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/BASTIONI-26092024-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","29 Settembre 2024","2024-09-29 13:02:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 26/09/2024-AMERICA LATINA DISILLUSIONI E RUMORI DI SCIABOLE-SRI LANKA E BANGLADESH ,SOMMOVIMENTI NELLA PERIFERIA INDIANA -SUDAN AL BURHAN ATTACCA KHARTOUM MENTRE IL CORNO D'AFRICA E' SEDUTO SU UNA POLVERIERA.",1727614931,[441],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[392],{"post_content":444},{"matched_tokens":445,"snippet":446,"value":447},[29,78],"società civile stretta tra la \u003Cmark>violenza\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark> e quella dei narcos che","In questa puntata di Bastioni di Orione con Diego Battistessa ,nostro interlocutore privilegiato per quanto concerne il continente latinoamericano, guardiamo all'insieme dell'America Latina in una fase di ridefinizione degli equilibri regionali scandita anche da cupe reminescenze golpiste che inquietano il presidente della Colombia Petro e l'Honduras di Xiomara Castro .Inoltre ci sono tensioni sempre più acute fra il Venezuela di Maduro ,deluso dal mancato sostegno di alcuni governi latinoamericani supposti amici , e L'Argentina di Milei dove il tasso di povertà è arrivato al 52,9 % grazie alle politiche ultraliberiste del \"loco\". 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Intanto le cose si muovono ai confini del continente indiano ,le dinastie che hanno governato il Bangladesh e lo Sri Lanka sono state estromesse dalle rivolte popolari ,Sheikh Hasina la presidente dal pugno di ferro del Bangladesh è in esilio in India con grave imbarazzo di Modi ,mentre a Dacca il governo ad interim sostenuto dai movimenti studenteschi che hanno promosso la rivolta contro Hasina è guidato dal premio nobel Yunus con la benevola momentanea tolleranza dell'esercito.\r\n\r\nIn Sri Lanka è stato eletto nuovo presidente Anura Kumara Dissanayake leader del Partito nazionale del popolo, coalizione di sinistra che raccoglie anche i JVP il partito del presidente di tendenza marxista rivoluzionaria fondato nel 1965. Dissanayake ha promesso di sviluppare il settore manifatturiero, quello tecnologico e l’agricoltura, ma soprattutto in campagna elettorale si è posto come il candidato anticorruzione, vicino al popolo e garante della trasparenza. Sta rinegoziando con il FMI il prestito che a condizionalità insostenibili per il paese aveva contrattato Rajapaksa, rappresentante della dinastia al potere , le aspettative sono molte dopo il default sul debito ed anche le ferite della guerra civile contro i Tamil durata dal 1983 al 2009 attendono di essere rimarginate .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Miavaldi_2024-09-27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Pamidesse ,di Focus on Africa , approfondiamo la situazione in Sudan e in Corno d'Africa. In Sudan giovedì l’esercito regolare ha iniziato una controffensiva particolarmente intensa, la più grande degli ultimi mesi, nelle zone del paese controllate dal gruppo paramilitare Rapid Support Forces (RSF), che sono concentrate soprattutto nella capitale Khartum. Furiosi combattimenti si registrano a Omdurman, la città gemella di Khartoum nel pieno del centro abitato con conseguenze disastrose per i civili . La guerra che sembrava congelata in una divisione del paese che ricordava lo scenario libico ha avuto quindi un accelerazione dovuta forse al rifornimento di materiale bellico ulteriore da parte degli alleati di Al Burhan (Egitto) e ad un tentativo di acquisire vantaggi sul campo in vista di una eventuale trattativa .\r\n\r\nLe condizioni della popolazione sono spaventose ,è la più grave crisi umanitaria nel mondo e oltre alle devastazioni dovute alla guerra ,le migliaia di sfollati , la carestia che affligge varie parti del paese , le violazioni dei diritti umani e le violenze esercitate dalle parti in conflitto contro la popolazione civile si aggiunge l'epidemia di colera che sta colpendo la capitale.\r\n\r\nTutto ciò avviene in un contesto regionale sempre più teso con l'Egitto che si appresta a trasferire truppe in Somalia in seguito ad un accordo con Mogadiscio in funzione anti Etiopia che invece reclama un accesso al mare in seguito agli accordi con il Somaliland per l'utilizzo in concessione di un tratto di costa sul Mar Rosso. Sullo sfondo le tensioni mai sopite tra Egitto ed Etiopia a proposito della diga del Gerd sul fiume Nilo Azzurro il cui riempimento in atto dal 2020 sta provocando le proteste dell'Egitto e del Sudan che si ritengono danneggiati nell'utilizzo delle risorse idriche del Nilo.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/BASTIONI-26092024-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[449],{"field":100,"matched_tokens":450,"snippet":446,"value":447},[29,78],{"best_field_score":211,"best_field_weight":262,"fields_matched":347,"num_tokens_dropped":50,"score":348,"tokens_matched":106,"typo_prefix_score":50},{"document":453,"highlight":487,"highlights":492,"text_match":209,"text_match_info":495},{"comment_count":50,"id":454,"is_sticky":50,"permalink":455,"podcastfilter":456,"post_author":457,"post_content":458,"post_date":459,"post_excerpt":56,"post_id":454,"post_modified":460,"post_thumbnail":461,"post_title":462,"post_type":413,"sort_by_date":463,"tag_links":464,"tags":476},"89985","http://radioblackout.org/podcast/tortura-da-sde-teiman-a-santa-maria-capua-vetere/",[375],"bellocome","Estratti dalla puntata del 20 maggio 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nDENTRO IL PROCESSO PER IL MASSACRO DI SANTA MARIA CAPUA VETERE\r\n\r\nIl processo sulla “macelleria di Santa Maria Capua Vetere” è un contesto di fondamentale importanza per osservare come l’apparato sanzionatorio dello Stato possa reagire di fronte a un episodio di estrema violenza messa in atto in modo organizzato da centinaia di agenti di polizia penitenziaria: non si parla di una “squadretta punitiva”, ma dell’apparato muscolare di un intero carcere.\r\n\r\nUn altro dato che conferisce particolare rilevanza all’analisi di questo processo, riguarda la presenza dei filmati delle videocamere che ritraggono una parte significativa delle violenze e delle condotte aguzzini: un elemento che – nel suo ruolo – oscilla tra la dimensione probatoria e quella politico-culturale.\r\n\r\nPer parlare di filmati, di riconoscimento biometrico, di violenza organizzata, di catene di comando e più in generale della rilevanza di questo processo, ci colleghiamo l’avv. Luigi Romano:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BCUPCB_smcv-luigi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLuigi Romano è redattore di Napoli Monitor e avvocato di parte civile per i familiari di Hakimi Lamine, ragazzo morto poche settimane dopo il massacro\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCAMPO DI TORTURA DI SDE TEIMAN\r\n\r\nUna recente inchiesta di CNN ha diffuso alcune testimonianze sul centro di detenzione dell’IDF a Sde Teiman, nel deserto del Negev. Un campo di prigionia dove i presunti “unlawful combatants” catturati nel corso delle operazioni di terra dell’esercito israeliano a Gaza, vengono rinchiusi e sottoposti a torture fisiche e psichiche.\r\n\r\nUomini denudati, umiliati, deumanizzati e brutalizzati dalle guardie e dal personale sanitario; il tutto in una struttura che, a differenza di Guantanamo o Abu Grahib, si trova all’interno dei confini giuridici e morali dello stato di Israele.\r\n\r\nSe il concetto di “radicalizzazione” viene spesso utilizzato per descrivere i percorsi di strutturazione deviante della personalità nei singoli individui, potremmo ribaltare questa categoria per osservare il ricorso e l’assuefazione a gradi crescenti di violenza istituzionale come forma di radicalizzazione dei nostri apparati politico-culturali?\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BCUPCB_sde-teiman.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPROJECT NIMBUS E DRONI MARITTIMI\r\n\r\nUno rapido sguardo sulla lotta interna alle Big Tech statunitensi: l’ammutinamento - visibilizzato dalla campagna NoTechForApartheid - contro la partecipazione di Google e Amazon nel progetto Nimbus (fornitura di servizi cloud e di AI all’esercito israeliano), l’appello di Willian Fitzgerald alla diserzione a alla diffusione dall’interno di informazioni sull’apparato tecno-militare.\r\n\r\nIn conclusione, una riflessione sull’utilizzo di USV e UUV da parte delle milizie Houti e sul potenziale di interferenza sull’Ordine Mondiale rappresentato da questi economici sistemi d’arma.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BCUPCB_nimbus-usv.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLink articolo MIT Tech Review: https://www.technologyreview.com/2024/05/10/1092241/tech-workers-should-shine-a-light-on-the-industrys-secretive-work-with-the-military/","23 Maggio 2024","2024-05-23 11:42:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/bcupcb-sdeteiman-smcv-200x110.jpg","TORTURA: DA SDE TEIMAN A SANTA MARIA CAPUA VETERE",1716464551,[465,466,467,416,468,469,470,471,472,473,474,475],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/droni/","http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/no-tech-for-apartheid/","http://radioblackout.org/tag/project-maven/","http://radioblackout.org/tag/project-nimbus/","http://radioblackout.org/tag/radicalizzazione/","http://radioblackout.org/tag/reato-tortura/","http://radioblackout.org/tag/santa-maria-capua-vetere/","http://radioblackout.org/tag/tortura/",[385,477,478,381,479,480,481,482,483,484,485,486],"droni","Gaza","Israele","no-tech-for-apartheid","project maven","project nimbus","radicalizzazione","reato tortura","santa maria capua vetere","tortura",{"post_content":488},{"matched_tokens":489,"snippet":490,"value":491},[29,78],"l’assuefazione a gradi crescenti di \u003Cmark>violenza\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark> come forma di radicalizzazione dei","Estratti dalla puntata del 20 maggio 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nDENTRO IL PROCESSO PER IL MASSACRO DI SANTA MARIA CAPUA VETERE\r\n\r\nIl processo sulla “macelleria di Santa Maria Capua Vetere” è un contesto di fondamentale importanza per osservare come l’apparato sanzionatorio dello Stato possa reagire di fronte a un episodio di estrema \u003Cmark>violenza\u003C/mark> messa in atto in modo organizzato da centinaia di agenti di polizia penitenziaria: non si parla di una “squadretta punitiva”, ma dell’apparato muscolare di un intero carcere.\r\n\r\nUn altro dato che conferisce particolare rilevanza all’analisi di questo processo, riguarda la presenza dei filmati delle videocamere che ritraggono una parte significativa delle violenze e delle condotte aguzzini: un elemento che – nel suo ruolo – oscilla tra la dimensione probatoria e quella politico-culturale.\r\n\r\nPer parlare di filmati, di riconoscimento biometrico, di \u003Cmark>violenza\u003C/mark> organizzata, di catene di comando e più in generale della rilevanza di questo processo, ci colleghiamo l’avv. 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Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-09-29-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nArmi e energia. La liason tra Italia e Azderbaijan \r\nIn questi giorni si è molto parlato dell’attacco azero al Nagorno Karabak ed alla rapida capitolazione della piccola repubblica post-sovietica. Oltre metà degli abitanti dell’enclave sono fuggiti nella vicina Armenia. Probabile una totale pulizia etnica del territorio.\r\nSi è invece parlato molto meno del silenzio del governo italiano di fronte all’azione militare azera. Le ragioni? Semplici ma non di pubblico dominio: armi e risorse energetiche.\r\nProviamo a capirne di più, prendendo le mosse da un articolo di Antonio Mazzeo\r\n\r\nI fatti di Caivano, tra sceriffi e addomesticatori: il gran ballo securitario di destra e sinistra\r\n“I recenti fatti di Caivano hanno riportato alla ribalta una tradizionale differenza fra destra e sinistra.\r\nLa destra propone di bonificare i territori degradati grazie all’invio di robusti contingenti di soldati e poliziotti, la sinistra vorrebbe invece un esercito di insegnanti ed assistenti sociali.\r\nÈ interessante il fatto che, nella visione della sinistra, in particolare gli insegnanti avrebbero il ruolo di pacificatori ed addomesticatori della canaglia, ruolo abbastanza scontato nell’immaginario collettivo per quel che riguarda gli assistenti sociali.\r\nApparterrebbero, insomma, a quelle che Alain Bihr definisce \"classi dell'inquadramento\".\r\nLa destra, lo si deve riconoscere, tende a proporre da secoli e con qualche variante secondaria la stessa ricetta. D’altro canto la linearità non è necessariamente un pregio.\r\nQuesta deriva della sinistra, invece, pone in evidenza la comune rovina o quantomeno il ridursi della rilevanza dei riformisti e dei rivoluzionari nel movimento operaio.\r\nI rivoluzionari, infatti, avrebbero sostenuto se non tutte le pratiche quantomeno le buone ragioni della santa canaglia e avrebbero visto nel suo manifestarsi un segno della crisi dell’ordine dominante, i riformisti avrebbero colto l’occasione per proporre un robusto programma, appunto, di riforme sociali tali da rendere più civile la lotta fra le classi senza però negarne il ruolo centrale.\r\nNe abbiamo parlato con Cosimo Scarinzi, autore di questa veloce nota\r\n\r\n(Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo\r\n“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”\r\nQuesto è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo. Gargiulo, che insegna sociologia all’Alma Mater di Bologna, dimostra perché meccanismi banali come l’iscrizione anagrafica abbiano un portato di violenza istituzionale profonda.\r\nLa vita delle persone cambia se non si ha la possibilità di avere un medico di base, di iscrivere i figli a scuola, di affittare una casa.\r\nNe parleremo il prossimo mercoledì alla FAT.\r\nEnrico Gargiulo ha anticipato alcuni dei temi di cui discuteremo mercoledì\r\n\r\nIntelligenza artificiale\r\nPer le strade e sui luoghi di lavoro si moltiplicano i dispositivi di controllo basati sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale.\r\nÉ importante capire come funzionano e in che modo difendersene, altrettanto importante è comprendere che si tratta solo di nuovi strumenti al servizio di chi sfrutta e di chi comanda, non un moloch impossibile da sconfiggere.\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo Coniglione\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 4 ottobre\r\nore 21\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Enrico Gargiulo, autore di (Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo\r\n\r\n“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”\r\nQuesto è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo, appena uscito per i tipi di Eris. Questo libro illustra in maniera efficace cosa comporti il non avere la residenza e, soprattutto, quali siano i percorsi che portano a non averla. Non solo. Si va alla radice: come e perché esiste l’anagrafe? L’anagrafe nasce con l’unità d’Italia: lo Stato la introduce per controllare il territorio, sia in senso statistico-amministrativo sia per scopi squisitamente securitari.\r\nVi è un legame rigido tra residenza anagrafica ed esercizio dei diritti: chi non è registrato semplicemente non esiste e, quindi, non può accedere ai servizi basilari garantiti ai residenti.\r\nDa fine Ottocento ad oggi i comuni non hanno cancellato dagli elenchi dei residenti persone emigrate altrove, perché conviene mantenere stabile il numero degli aventi diritto al voto. Hanno invece evitato di iscrivere i nuovi arrivati se poveri, immigrati, rom. \r\nGargiulo, che insegna sociologia all’Alma Mater di Bologna, prova a raccontarci come meccanismi banali come l’iscrizione anagrafica abbiano un portato di violenza istituzionale profonda.\r\nLa vita delle persone cambia se non si ha la possibilità di avere un medico di base, di iscrivere i figli a scuola, di affittare una casa.\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","4 Ottobre 2023","2023-10-05 01:18:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-09-21-manif-gargiulo-col-200x110.jpg","Anarres del 29 settembre. Armi ed energia: la liason tra Italia e Azerbaijan. 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L’anagrafe tra selezione e controllo\r\n\r\n“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”\r\nQuesto è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo, appena uscito per i tipi di Eris. Questo libro illustra in maniera efficace cosa comporti il non avere la residenza e, soprattutto, quali siano i percorsi che portano a non averla. Non solo. Si va alla radice: come e perché esiste l’anagrafe? 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Hanno invece evitato di iscrivere i nuovi arrivati se poveri, immigrati, rom. \r\nGargiulo, che insegna sociologia all’Alma Mater di Bologna, prova a raccontarci come meccanismi banali come l’iscrizione anagrafica abbiano un portato di \u003Cmark>violenza\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark> profonda.\r\nLa vita delle persone cambia se non si ha la possibilità di avere un medico di base, di iscrivere i figli a scuola, di affittare una casa.\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[515],{"field":100,"matched_tokens":516,"snippet":512,"value":513},[29,78],{"best_field_score":211,"best_field_weight":262,"fields_matched":347,"num_tokens_dropped":50,"score":348,"tokens_matched":106,"typo_prefix_score":50},{"document":519,"highlight":531,"highlights":535,"text_match":209,"text_match_info":538},{"comment_count":50,"id":520,"is_sticky":50,"permalink":521,"podcastfilter":522,"post_author":359,"post_content":523,"post_date":524,"post_excerpt":56,"post_id":520,"post_modified":525,"post_thumbnail":526,"post_title":527,"post_type":413,"sort_by_date":528,"tag_links":529,"tags":530},"84048","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-22-settembre-piu-galera-per-tutti-i-migranti-a-scuola-come-soldatini-zainetti-dellesercito-frecce-il-tricolore-che-uccide-assemblea-antimilitarista/",[359],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Non sarà facile per Meloni e soci, specie se mirano a far pagare all’UE o persino all’ONU le mazzette destinate ai governi africani. \r\nIl secondo obiettivo è il rinforzamento della detenzione amministrativa, prolungando a 18 mesi il periodo di reclusione nei Centri per il Rimpatrio e dando mandato al ministero della Difesa di costruire nuove prigioni per migranti, scegliendo piccole località poco abitate. Non solo. Anche i richiedenti asilo saranno obbligati a restare sino a 18 mesi nelle strutture che verranno, con gli stessi criteri, realizzate per loro e, se provenienti da paesi considerati “sicuri” potrà sfuggire alla detenzione amministrativa solo se pagherà cinquemila euro dal governo.\r\nIl nocciolo dell’operazione è l’affidamento al Ministero della Difesa dell’intera operazione. Una scelta che consente di limitare i costi riutilizzando l’immenso numero di strutture militari dismesse dopo la sospensione della leva obbligatoria. 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I CPR sono, anche per legge, campi di concentramento per prigionieri di guerra.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nA scuola come soldatini\r\nIl nuovo anno scolastico si apre con un’accelerazione nella militarizzazione delle scuole. Dai voti i condotta ai militari che si propongono come esperti se non, direttamente, come reclutatori.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nZainetti dell’esercito? Quest’anno l’Esercito Italiano aveva concluso un accordo con la ditta di giocattoli “Giochi Preziosi” offrendo il proprio marchio per la realizzazione di zainetti da scuola targati Alpini, Folgore ed Esercito.\r\nUna delle tante operazioni di marketing dell’Esercito, sul cui sito troverete un’intera gamma di prodotti.\r\nQuesta volta la ciambella non è riuscita con il buco. La denuncia dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole ha indotto Giochi Preziosi a fare marcia indietro.\r\n\r\nPer un autunno di lotta al militarismo e alla guerra\r\nAntimilitaristi da tutta Italia si sono incontrati a Milano la scorsa settimana, per un confronto ricco e serrato, dal quale sono scaturiti numerosi impegni di lotta a ottobre e novembre.\r\nDallo sciopero generale del 20 ottobre ai cortei antimilitaristi di Pisa e Palermo, sino alle tante iniziative per il 4 novembre (Monfalcone, Livorno, Torino, Sicilia, Reggio Emilia…) e al corteo contro la mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra a Torino il 18 novembre.\r\nProsegue la campagna di sostegno a chi si oppone e diserta la guerra in Russia e Ucraina.\r\nNe abbiamo parlato con Federico dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nFrecce. Il tricolore che uccide\r\nL’ultimo “incidente” ha ucciso una bambina e ustionato gravemente il fratellino e i genitori. 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Questo libro illustra in maniera efficace cosa comporti il non avere la residenza e, soprattutto, quali siano i percorsi che portano a non averla. Non solo. Si va alla radice: come e perché esiste l’anagrafe? L’anagrafe nasce con l’unità d’Italia: lo Stato la introduce per controllare il territorio, sia in senso statistico-amministrativo sia per scopi squisitamente securitari.\r\nVi è un legame rigido tra residenza anagrafica ed esercizio dei diritti: chi non è registrato semplicemente non esiste e, quindi, non può accedere ai servizi basilari garantiti ai residenti.\r\nDa fine Ottocento ad oggi i comuni non hanno cancellato dagli elenchi dei residenti persone emigrate altrove, perché conviene mantenere stabile il numero degli aventi diritto al voto. 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Un incidente è qualcosa di imponderabile, impossibile da prevenire, mentre la continua crescita di morti sul lavoro va di pari passo con i tagli ed i mancati investimenti sulla sicurezza.\r\nNelle ferrovie questo è un fatto strettamente legato alla secca riduzione del personale, all’esternalizzazione dei lavori di manutenzione, agli investimenti sulle linee ad alta velocità a discapito della viabilità ordinaria.\r\n\r\nIntelligenza artificiale. Il lavoro nero dei “turchi meccanici”\r\nL’Intelligenza Artificiale (che la Treccani definisce come quella “disciplina che studia se e in che modo si possano riprodurre i processi mentali più complessi mediante l’uso di un computer”) e i suoi sviluppi sono al centro dell’attenzione del dibattito massmediologico, ben pochi invece hanno sentito parlare delle centinaia di migliaia di lavoratori che, sottopagati a cottimo, “addestrano” i computer a replicare comportamenti “umani”.\r\nSono i cosiddetti “turchi meccanici” o “turker”, con una trasparente allusione al celebre automa costruito nel 1700 da Wolfgang von Kempelen.\r\nPrendiamo spunto da un articolo di Mauro De Agostini per Umanità Nova\r\n\r\nAssemblea Antimilitarista. Per un autunno di lotta al militarismo e alla guerra\r\nLa prossima Assemblea Antimilitarista si terrà a a Milano sabato 16 settembre presso la sede dell’Ateneo Libertario/FAM, in viale Monza 255 dalle h.10.\r\nQuesti gli argomenti di discussione:\r\n- report dalle situazioni di lotta dai vari territori\r\n– organizzazione della manifestazione a Torino il 18 novembre contro la città delle armi e l’acceleratore di innovazione della NATO a Torino in occasione della mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra (Aerospace and Defence Meeting)\r\n- confronto sulla giornata di lotta contro le basi militari del 21 ottobre\r\n- partecipazione agli scioperi generali di autunno, contributi alla piattaforma e all’organizzazione\r\n- 4 novembre\r\n– continuazione e rafforzamento della campagna di sostegno politico e materiale ai disertori, renitenti e oppositori/trici alla guerra in Russia e Ucraina\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Dario del coordinamento antimilitarista livornese\r\n\r\nLo Zar e il suo cuoco\r\nProviamo a dipanare, a bocce fredde, il risico dell’estate finito con l’abbattimento dell’aereo che trasportava Prigozin il capo della compagnia Wagner. 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Un esito forse scontato ma che vale la pena analizzare.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello.\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\n(Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo\r\nMercoledì 4 ottobre\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Enrico Gargiulo\r\n\r\n“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”\r\nQuesto è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo, appena uscito per i tipi di Eris. Questo libro illustra in maniera efficace cosa comporti il non avere la residenza e, soprattutto, quali siano i percorsi che portano a non averla. Non solo. Si va alla radice: come e perché esiste l’anagrafe? L’anagrafe nasce con l’unità d’Italia: lo Stato la introduce per controllare il territorio, sia in senso statistico-amministrativo sia per scopi squisitamente securitari.\r\nVi è un legame rigido tra residenza anagrafica ed esercizio dei diritti: chi non è registrato semplicemente non esiste e, quindi, non può accedere ai servizi basilari garantiti ai residenti.\r\nDa fine Ottocento ad oggi i comuni non hanno cancellato dagli elenchi dei residenti persone emigrate altrove, perché conviene mantenere stabile il numero degli aventi diritto al voto. Hanno invece evitato di iscrivere i nuovi arrivati se poveri, immigrati, rom.\r\nGargiulo, che insegna sociologia all’Alma Mater di Bologna, dimostra perché meccanismi banali come l’iscrizione anagrafica abbiano un portato di \u003Cmark>violenza\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark> profonda.\r\nLa vita delle persone cambia se non si ha la possibilità di avere un medico di base, di iscrivere i figli a scuola, di affittare una casa.\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[557],{"field":100,"matched_tokens":558,"snippet":512,"value":555},[29,78],{"best_field_score":211,"best_field_weight":262,"fields_matched":347,"num_tokens_dropped":50,"score":348,"tokens_matched":106,"typo_prefix_score":50},6637,{"collection_name":413,"first_q":74,"per_page":351,"q":74},["Reactive",563],{},["Set"],["ShallowReactive",566],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f0BSbSBup5UsGVX0y-5cRZmEKNbHq1Sy41N3N_Iu-p3I":-1},true,"/search?query=violenza+istituzionale"]