","Guerra in Europa. Verso l’escalation?","post",1711466666,[60,61,62,63,64,65,66,67,68,69,70],"http://radioblackout.org/tag/duda/","http://radioblackout.org/tag/elezioni-europee/","http://radioblackout.org/tag/escalation-bellica/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/macron/","http://radioblackout.org/tag/michel/","http://radioblackout.org/tag/nato/","http://radioblackout.org/tag/presidenziali-statunitensi/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/ucraina/","http://radioblackout.org/tag/von-der-leyden/",[18,26,28,72,73,20,74,34,75,76,15],"guerra","macron","nato","russia","Ucraina",{"post_content":78,"tags":84},{"matched_tokens":79,"snippet":82,"value":83},[80,81],"von","der","della presidente della Commissione UE \u003Cmark>von\u003C/mark> \u003Cmark>der\u003C/mark> Leyen, del presidente polacco Duda,","Le dichiarazioni del presidente Macron, quelle del presidente del consiglio europeo Michel, della presidente della Commissione UE \u003Cmark>von\u003C/mark> \u003Cmark>der\u003C/mark> Leyen, del presidente polacco Duda, la corsa al riarmo ed al reclutamento dei principali stati europei, sono solo alcuni degli indicatori del rischio di un’escalation bellica che potrebbe coinvolgere l’intera Europa. Se a questo si aggiunge il fatto che l’offensiva russa in Ucraina si è nuovamente estesa alle regioni occidentali del paese, con tanto di missile di rapido “passaggio” sulla Polonia, i tasselli del puzzle bellico paiono comporsi in modo sempre più netto.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024-03-26-fricche-escalation-bellica.mp3\"][/audio]",[85,87,89,91,93,95,97,99,101,103,105],{"matched_tokens":86,"snippet":18},[],{"matched_tokens":88,"snippet":26},[],{"matched_tokens":90,"snippet":28},[],{"matched_tokens":92,"snippet":72},[],{"matched_tokens":94,"snippet":73},[],{"matched_tokens":96,"snippet":20},[],{"matched_tokens":98,"snippet":74},[],{"matched_tokens":100,"snippet":34},[],{"matched_tokens":102,"snippet":75},[],{"matched_tokens":104,"snippet":76},[],{"matched_tokens":106,"snippet":108},[80,81,107],"leyden","\u003Cmark>von\u003C/mark> \u003Cmark>der\u003C/mark> \u003Cmark>leyden\u003C/mark>",[110,116],{"field":35,"indices":111,"matched_tokens":113,"snippets":115},[112],10,[114],[80,81,107],[108],{"field":117,"matched_tokens":118,"snippet":82,"value":83},"post_content",[80,81],1736172819517538300,{"best_field_score":121,"best_field_weight":122,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":123,"tokens_matched":124,"typo_prefix_score":46},"3315704398080",13,"1736172819517538410",3,{"document":126,"highlight":146,"highlights":160,"text_match":119,"text_match_info":167},{"cat_link":127,"category":128,"comment_count":46,"id":129,"is_sticky":46,"permalink":130,"post_author":49,"post_content":131,"post_date":132,"post_excerpt":52,"post_id":129,"post_modified":133,"post_thumbnail":134,"post_thumbnail_html":135,"post_title":136,"post_type":57,"sort_by_date":137,"tag_links":138,"tags":144},[43],[45],"93177","http://radioblackout.org/2024/11/valencia-il-disastro-politico-dietro-al-disastro-climatico/","Dana, il fenomeno climatico comunemente definito come \"Goccia fredda\", che settimana scorsa si abbatteva sulla Sardegna causando un morto, nella giornata di giovedì si è abbattuto sulla Spagna, inondando in particolare il sud della regione di Valencia. Il fenomeno climatico, dovuto all'unione di aria polare fredda ad un'atmosfera calda, crea un fenomeno temporalesco auto-rigenerante, in questo caso risultato nella caduta di fino a 600mm di acqua - la quantità equivalente ad un anno e mezzo di pioggia. E' particolarmente accentuata dall'energia prodotta dal calore rilasciato dai mari.\r\n\r\nL'alluvione ha causato sino ad ora 158 morti, numero destinato a salire visti i numerosissimi dispersi. I danni si contano altissimi con più di 120.000 sfollati e l'interruzione di strade, connessioni telefoniche, canali di trasmissione dell'energia elettrica.\r\n\r\nFatale è stato il mancato allarme rosso dato dal governo locale, anche a fronte dell'allerta dell'agenzia metereologica statale, AEMET, risalente al 20 ottobre e l'allerta rossa data dal governo centrale fin dalle 7:35 di martedì. In più, un'ulteriore aggravante è dato dalle numerosissime aziende che sono rimaste aperte ed hanno impedito ai lavoratori di andare a ripararsi a casa, lasciandoli ingabbiati sui posti di lavoro o intrappolati nel fango nell'orario di punta serale.\r\n\r\nCon Lorenzo Tecleme - ora a Madrid, scrittore su tematiche di clima e politica per vari giornali e trasmittenti tra cui Manifesto, Domani, Valori.it e canalred_tv - siamo andati ad indagare le colpe politiche dietro alla strage climatica:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/ValeciaDANA.mp3\"][/audio]","1 Novembre 2024","2024-11-01 21:38:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/22812469_medium-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/22812469_medium-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/22812469_medium-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/22812469_medium-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/22812469_medium-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/22812469_medium.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Valencia: il disastro politico dietro al disastro climatico",1730463079,[139,140,141,142,143,70],"http://radioblackout.org/tag/alluvione/","http://radioblackout.org/tag/cambiamenti-climatici/","http://radioblackout.org/tag/devastazione-territori/","http://radioblackout.org/tag/europa/","http://radioblackout.org/tag/valencia/",[24,30,32,145,22,15],"europa",{"tags":147},[148,150,152,154,156,158],{"matched_tokens":149,"snippet":24},[],{"matched_tokens":151,"snippet":30},[],{"matched_tokens":153,"snippet":32},[],{"matched_tokens":155,"snippet":145},[],{"matched_tokens":157,"snippet":22},[],{"matched_tokens":159,"snippet":108},[80,81,107],[161],{"field":35,"indices":162,"matched_tokens":164,"snippets":166},[163],5,[165],[80,81,107],[108],{"best_field_score":121,"best_field_weight":122,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":46,"score":168,"tokens_matched":124,"typo_prefix_score":46},"1736172819517538409",6646,{"collection_name":57,"first_q":15,"per_page":171,"q":15},6,{"facet_counts":173,"found":213,"hits":214,"out_of":373,"page":17,"request_params":374,"search_cutoff":36,"search_time_ms":112},[174,190],{"counts":175,"field_name":188,"sampled":36,"stats":189},[176,178,180,182,184,186],{"count":124,"highlighted":177,"value":177},"La fine della Fine della storia",{"count":17,"highlighted":179,"value":179},"anarres",{"count":17,"highlighted":181,"value":181},"happy hour",{"count":17,"highlighted":183,"value":183},"matinée xxl",{"count":17,"highlighted":185,"value":185},"I Bastioni di Orione",{"count":17,"highlighted":187,"value":187},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":171},{"counts":191,"field_name":35,"sampled":36,"stats":211},[192,193,195,197,199,201,203,205,207,209],{"count":14,"highlighted":72,"value":72},{"count":17,"highlighted":194,"value":194},"sex",{"count":17,"highlighted":196,"value":196},"droni",{"count":17,"highlighted":198,"value":198},"frontex",{"count":17,"highlighted":200,"value":200},"Palantir",{"count":17,"highlighted":202,"value":202},"serrature",{"count":17,"highlighted":204,"value":204},"microsoft",{"count":17,"highlighted":206,"value":206},"Shield AI",{"count":17,"highlighted":208,"value":208},"israelificazione",{"count":17,"highlighted":210,"value":210},"Bastioni di Orione",{"total_values":212},14,8,[215,244,266,290,328,351],{"document":216,"highlight":230,"highlights":237,"text_match":240,"text_match_info":241},{"comment_count":46,"id":217,"is_sticky":46,"permalink":218,"podcastfilter":219,"post_author":220,"post_content":221,"post_date":222,"post_excerpt":52,"post_id":217,"post_modified":223,"post_thumbnail":224,"post_title":225,"post_type":226,"sort_by_date":227,"tag_links":228,"tags":229},"97627","http://radioblackout.org/podcast/lautomobile-cest-la-guerre/",[181],"ce"," \r\n\r\nHappy Hour. Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.6 (5.05.25)\r\n\r\nL’automobile è stata a lungo la metafora della superiorità dell’Occidente capitalistico nei confronti del resto del mondo, in cui le popolazioni viaggiavano a piedi o al più a cavallo e ne ha rappresentato uno dei cuori pulsante della struttura industriale, diventando una merce di massa che implicava la crescita tanto dello sfruttamento lavorativo salariato, quanto dei consumi che, ça va sans dire, del progresso tecnico. E’ stata anche un potente propulsore di due mitologie capitaliste. Quella della “libertà\" intesa come possibilità resa via via più accessibile alle masse di potersi muovere con più facilità, che ha contribuito a mistificare la libertà intesa come possibilità di preservare degli spazi di autonomia esistenziale. E quella del mondo inteso come \"frontiera\" sempre più dominabile, la riduzione della distanza, il mondo \"a portata\".\r\n\r\nOggi l'industria dell'automobile europea è in profondo declino. E' il Green Deal UE ad aver spinto la strada dell'elettrificazione, ma nel comparto sta accadendo qualcosa di analogo a ciò che avvenne con la siderurgia. Le aziende cinesi, che prima del 2000 erano importatrici nette di acciaio e alluminio, in dieci anni sono diventate il primo produttore al mondo. Nel frattempo, dalle parole di Von der Leyen, lo scellerato piano di rearmo europeo da 800 miliardi di euro servirebbe per rilanciare l'economia in crisi ed è stato analizzato proprio come vettore di riconversione dell'industria automobilistica - in particolare tedesca - verso il militare. Un piano che, peraltro, ha solo la parvenza semantica di \"sovranismo\", nel momento in cui gli esiti della scellerata guerra per procura combattuta in Ucraina svelano ancor più il ruolo vassallo degli Stati europei rispetto agli Stati Uniti: le armi per l'Unione Europea sono affari per il grande capitale finanziario statunitense.\r\n\r\nAll'interno dell'attuale guerra mondiale \"a pezzi\", particolare rilevanza assume nell'industria automobilistica il ruolo dell'automazione, con la corsa ai veicoli a guida autonoma, in cui si svela la compenetrazione tra civile e militare e la guerra a un'umanità considerata sempre più eccedente.\r\n\r\nCiò che è certo è che il nesso tra industria dell'automobile, settore della difesa e dominio tecnico non ha nulla di nuovo se pensiamo alla storia del Novecento e all'intreccio tra guerra interna - la disciplina nelle fabbriche attraverso la militarizzazione degli operai - ed esterna - basti pensare che lo stabilimento di Mirafiori sorge sui cadaveri della guerra d'Etiopia - nel caso del capitalismo incarnato dalla FIAT degli Agnelli, a Torino. Ne parliamo con Stefano della CUB.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/HappyHour_automobile.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIntermezzi musicali:\r\n\r\nCondannati a morte nel vostro quieto vivere, Negazione\r\n\r\nTorino è la mia città, Rough","7 Maggio 2025","2025-06-01 18:39:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/grafica-pubblicitaria-fascista-fiat-futurismo-fabbrica-automobili-200x110.png","L'automobile, c'est la guerre.","podcast",1746611481,[63],[72],{"post_content":231},{"matched_tokens":232,"snippet":235,"value":236},[233,81,234],"Von","Leyen","Nel frattempo, dalle parole di \u003Cmark>Von\u003C/mark> \u003Cmark>der\u003C/mark> \u003Cmark>Leyen\u003C/mark>, lo scellerato piano di rearmo"," \r\n\r\nHappy Hour. Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.6 (5.05.25)\r\n\r\nL’automobile è stata a lungo la metafora della superiorità dell’Occidente capitalistico nei confronti del resto del mondo, in cui le popolazioni viaggiavano a piedi o al più a cavallo e ne ha rappresentato uno dei cuori pulsante della struttura industriale, diventando una merce di massa che implicava la crescita tanto dello sfruttamento lavorativo salariato, quanto dei consumi che, ça va sans dire, del progresso tecnico. E’ stata anche un potente propulsore di due mitologie capitaliste. Quella della “libertà\" intesa come possibilità resa via via più accessibile alle masse di potersi muovere con più facilità, che ha contribuito a mistificare la libertà intesa come possibilità di preservare degli spazi di autonomia esistenziale. E quella del mondo inteso come \"frontiera\" sempre più dominabile, la riduzione della distanza, il mondo \"a portata\".\r\n\r\nOggi l'industria dell'automobile europea è in profondo declino. E' il Green Deal UE ad aver spinto la strada dell'elettrificazione, ma nel comparto sta accadendo qualcosa di analogo a ciò che avvenne con la siderurgia. Le aziende cinesi, che prima del 2000 erano importatrici nette di acciaio e alluminio, in dieci anni sono diventate il primo produttore al mondo. Nel frattempo, dalle parole di \u003Cmark>Von\u003C/mark> \u003Cmark>der\u003C/mark> \u003Cmark>Leyen\u003C/mark>, lo scellerato piano di rearmo europeo da 800 miliardi di euro servirebbe per rilanciare l'economia in crisi ed è stato analizzato proprio come vettore di riconversione dell'industria automobilistica - in particolare tedesca - verso il militare. Un piano che, peraltro, ha solo la parvenza semantica di \"sovranismo\", nel momento in cui gli esiti della scellerata guerra per procura combattuta in Ucraina svelano ancor più il ruolo vassallo degli Stati europei rispetto agli Stati Uniti: le armi per l'Unione Europea sono affari per il grande capitale finanziario statunitense.\r\n\r\nAll'interno dell'attuale guerra mondiale \"a pezzi\", particolare rilevanza assume nell'industria automobilistica il ruolo dell'automazione, con la corsa ai veicoli a guida autonoma, in cui si svela la compenetrazione tra civile e militare e la guerra a un'umanità considerata sempre più eccedente.\r\n\r\nCiò che è certo è che il nesso tra industria dell'automobile, settore della difesa e dominio tecnico non ha nulla di nuovo se pensiamo alla storia del Novecento e all'intreccio tra guerra interna - la disciplina nelle fabbriche attraverso la militarizzazione degli operai - ed esterna - basti pensare che lo stabilimento di Mirafiori sorge sui cadaveri della guerra d'Etiopia - nel caso del capitalismo incarnato dalla FIAT degli Agnelli, a Torino. Ne parliamo con Stefano della CUB.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/HappyHour_automobile.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIntermezzi musicali:\r\n\r\nCondannati a morte nel vostro quieto vivere, Negazione\r\n\r\nTorino è la mia città, Rough",[238],{"field":117,"matched_tokens":239,"snippet":235,"value":236},[233,81,234],1736172750797537300,{"best_field_score":242,"best_field_weight":212,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":46,"score":243,"tokens_matched":124,"typo_prefix_score":14},"3315670843392","1736172750797537393",{"document":245,"highlight":257,"highlights":262,"text_match":240,"text_match_info":265},{"comment_count":46,"id":246,"is_sticky":46,"permalink":247,"podcastfilter":248,"post_author":179,"post_content":249,"post_date":250,"post_excerpt":52,"post_id":246,"post_modified":251,"post_thumbnail":252,"post_title":253,"post_type":226,"sort_by_date":254,"tag_links":255,"tags":256},"98183","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-14-marzo-economia-di-guerra-le-parole-proibite-di-trump-antimilitarist-al-cantiere-della-citta-dellaerospazio/",[179],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/2025-03-14-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nEconomia di guerra\r\nSpesa militare, dazi, dinamiche inflattive, impoverimento e i guerrafondai del 15 marzo\r\nLa scorsa settimana abbiamo cominciato a ragionare sulle implicazioni del programma di riarmo europeo che il parlamento UE ha approvato l’altro ieri.\r\nOggi proveremo ad approfondire l’effetto devastante che il ciclone von der Leyen, sommandosi al ciclone Trump, avrà sulle vite di chi vive in Europa.\r\nNel frattempo la sinistra istituzionale italiana si è sfracellata sul ReArm Europe. La manifestazione in difesa dell’Europa, cui si erano accodati tutt proprio perché sottilmente ambigua sulla guerra, ha finito con l’imbarazzare alcuni. Ma si tratta di sottigliezze.\r\nLa questione vera è la necessità di una risposta internazionalista e classista alle politiche guerrafondaie che ci stanno sprofondando nel baratro della terza guerra mondiale.\r\nLa miscela di liberismo estremo e warfare potrebbe essere esplosiva. In tempi non troppo lontani.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nLe parole proibite di Trump\r\nDopo l’epurazione dei dipendenti federali scomodi arriviamo alla censura dei termini sgraditi all’amministrazione razzista, omofoba, transfobica, misogina statunitense.\r\nCon effetti tanto paradossali da risultare ridicoli: peccato che ci sia ben poco da ridere.\r\nMolti termini diventeranno parole proibite, da cancellare dai documenti pubblici e dalle policy dei vari uffici federali. Secondo quanto ricostruito negli ultimi giorni dal New York Times, infatti, numerosi atti e raccomandazioni inviati dall'amministrazione Trump a uffici statali e istituzioni pubbliche inviterebbero alla rimozione di una serie di vocaboli e espressioni da siti internet, pubblicazioni rivolte al pubblico, programmi di formazione e persino da alcuni curriculum scolastici. Alcuni documenti parlano di una vera e propria messa al bando, altri sconsigliano caldamente di utilizzare espressioni che rimandino all'orientamento sessuale e all'identità di genere, all'inclusione delle comunità razzializzate, all'attivismo, al mutamento climatico ed alla tutela dell’ambiente e ad altri ambiti considerati dalla destra americana come affini alla cosiddetta cultura woke .\r\nParticolarmente feroce è la censura di genere: per esempio dal sito del New York's Stonewall National Monument, il luogo che ricorda la prima sollevazione del movimento LGBTQ+ contro la repressione delle forze dell'ordine nel 1989, è stato cancellato ogni riferimento alle persone transgender, che pure furono invece fondamentali per lo scoppio della rivolta; in generale, la sigla LGBTQ+ è ridotta sistematicamente in ogni comunicazione ufficiale a LGB: le persone transgender e queer sono cancellate. Per ora dalle carte. In seguito?\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nNo alla città dell’aerospazio!\r\nLo scorso 10 marzo, a sorpresa, un gruppo di antimilitarist* ha vivacemente contestato l’avvio dei lavori di demolizione e scavo preliminari alla costruzione di nuovo polo bellico a Torino.\r\nUn’azione di battitura con fumogeni, cartelli, scritte e interventi diretti ad automobilisti e passanti, si è tenuta in corso Marche, alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, in stato di abbandono da lunghi anni.\r\nVecchi abiti, scarpe e oggetti di uso quotidiano insanguinati sono quello che resta dopo la guerra, i bombardamenti, i droni intelligenti. Le industrie d'armi producono morte. Non dimentichiamolo.\r\nDopo un’ora a mezza di battitura gli/le antimilitarist* si sono spostat* al mercato di corso Brunelleschi per dar vita ad un punto informativo tra gli abitanti del quartiere.\r\nLa Città dell’Aerospazio non deve decollare! Continueremo a metterci di mezzo.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.\r\nNoi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.\r\nNoi pratichiamo il disfattismo rioluzionario\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nVenerdì 25 aprile\r\nore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista\r\n(in caso di pioggia ci troviamo in piazza Crispi).\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","15 Marzo 2025","2025-05-28 17:14:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/REArm-Europe-200x110.jpeg","Anarres del 14 marzo. Economia di guerra. Le parole proibite di Trump. Antimilitarist al cantiere della città dell’Aerospazio…",1742041410,[],[],{"post_content":258},{"matched_tokens":259,"snippet":260,"value":261},[80,81,234],"l’effetto devastante che il ciclone \u003Cmark>von\u003C/mark> \u003Cmark>der\u003C/mark> \u003Cmark>Leyen\u003C/mark>, sommandosi al ciclone Trump, avrà","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/2025-03-14-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nEconomia di guerra\r\nSpesa militare, dazi, dinamiche inflattive, impoverimento e i guerrafondai del 15 marzo\r\nLa scorsa settimana abbiamo cominciato a ragionare sulle implicazioni del programma di riarmo europeo che il parlamento UE ha approvato l’altro ieri.\r\nOggi proveremo ad approfondire l’effetto devastante che il ciclone \u003Cmark>von\u003C/mark> \u003Cmark>der\u003C/mark> \u003Cmark>Leyen\u003C/mark>, sommandosi al ciclone Trump, avrà sulle vite di chi vive in Europa.\r\nNel frattempo la sinistra istituzionale italiana si è sfracellata sul ReArm Europe. La manifestazione in difesa dell’Europa, cui si erano accodati tutt proprio perché sottilmente ambigua sulla guerra, ha finito con l’imbarazzare alcuni. Ma si tratta di sottigliezze.\r\nLa questione vera è la necessità di una risposta internazionalista e classista alle politiche guerrafondaie che ci stanno sprofondando nel baratro della terza guerra mondiale.\r\nLa miscela di liberismo estremo e warfare potrebbe essere esplosiva. In tempi non troppo lontani.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nLe parole proibite di Trump\r\nDopo l’epurazione dei dipendenti federali scomodi arriviamo alla censura dei termini sgraditi all’amministrazione razzista, omofoba, transfobica, misogina statunitense.\r\nCon effetti tanto paradossali da risultare ridicoli: peccato che ci sia ben poco da ridere.\r\nMolti termini diventeranno parole proibite, da cancellare dai documenti pubblici e dalle policy dei vari uffici federali. Secondo quanto ricostruito negli ultimi giorni dal New York Times, infatti, numerosi atti e raccomandazioni inviati dall'amministrazione Trump a uffici statali e istituzioni pubbliche inviterebbero alla rimozione di una serie di vocaboli e espressioni da siti internet, pubblicazioni rivolte al pubblico, programmi di formazione e persino da alcuni curriculum scolastici. Alcuni documenti parlano di una vera e propria messa al bando, altri sconsigliano caldamente di utilizzare espressioni che rimandino all'orientamento sessuale e all'identità di genere, all'inclusione delle comunità razzializzate, all'attivismo, al mutamento climatico ed alla tutela dell’ambiente e ad altri ambiti considerati dalla destra americana come affini alla cosiddetta cultura woke .\r\nParticolarmente feroce è la censura di genere: per esempio dal sito del New York's Stonewall National Monument, il luogo che ricorda la prima sollevazione del movimento LGBTQ+ contro la repressione delle forze dell'ordine nel 1989, è stato cancellato ogni riferimento alle persone transgender, che pure furono invece fondamentali per lo scoppio della rivolta; in generale, la sigla LGBTQ+ è ridotta sistematicamente in ogni comunicazione ufficiale a LGB: le persone transgender e queer sono cancellate. Per ora dalle carte. In seguito?\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nNo alla città dell’aerospazio!\r\nLo scorso 10 marzo, a sorpresa, un gruppo di antimilitarist* ha vivacemente contestato l’avvio dei lavori di demolizione e scavo preliminari alla costruzione di nuovo polo bellico a Torino.\r\nUn’azione di battitura con fumogeni, cartelli, scritte e interventi diretti ad automobilisti e passanti, si è tenuta in corso Marche, alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, in stato di abbandono da lunghi anni.\r\nVecchi abiti, scarpe e oggetti di uso quotidiano insanguinati sono quello che resta dopo la guerra, i bombardamenti, i droni intelligenti. Le industrie d'armi producono morte. Non dimentichiamolo.\r\nDopo un’ora a mezza di battitura gli/le antimilitarist* si sono spostat* al mercato di corso Brunelleschi per dar vita ad un punto informativo tra gli abitanti del quartiere.\r\nLa Città dell’Aerospazio non deve decollare! Continueremo a metterci di mezzo.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.\r\nNoi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.\r\nNoi pratichiamo il disfattismo rioluzionario\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nVenerdì 25 aprile\r\nore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista\r\n(in caso di pioggia ci troviamo in piazza Crispi).\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[263],{"field":117,"matched_tokens":264,"snippet":260,"value":261},[80,81,234],{"best_field_score":242,"best_field_weight":212,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":46,"score":243,"tokens_matched":124,"typo_prefix_score":14},{"document":267,"highlight":281,"highlights":286,"text_match":240,"text_match_info":289},{"comment_count":46,"id":268,"is_sticky":46,"permalink":269,"podcastfilter":270,"post_author":271,"post_content":272,"post_date":273,"post_excerpt":52,"post_id":268,"post_modified":274,"post_thumbnail":275,"post_title":276,"post_type":226,"sort_by_date":277,"tag_links":278,"tags":280},"96299","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-06-03-2025-turchia-apo-abbassa-le-armi-il-pkk-verso-lo-scioglimento-serbia-le-proteste-degli-studenti-svegliano-lopposizione-parlamentare-la-corsa-al-riarmo-europea-ingrassa-le/",[185],"radiokalakuta","In questa puntata Bastioni di Orione incontra Murat Cynar per inquadrare gli scenari futuri dopo le dichiarazioni di Ocalan dal carcere di Imrali sullo scioglimento del PKK . Da ottobre scorso quando il leader nazionalista Devlet Bahceli ha lanciato un appello al dialogo verso l'opposizione filo curda si è innestato un processo di disgelo verso il PKK che passando per la visita del nipote ad Apo alle dichiarazioni di apprezzamento da parte di Ocalan dell'appello al dialogo lanciato da Bahceli fino all'incontro con la delegazione del Dem ( Il Partito dell'Uguaglianza e della Democrazia dei Popoli ) arriva alla lettura del comunicato di Ocalan in cui invita il suo movimento ad avviare una discussione interna che conduca ad abbandonare le armi e a dissolversi. Il Pkk non si è arreso perchè non è stato sconfitto, prende atto dell'apertura di una nuova fase ma il processo di disarmo dovrà passare per un momento assembleare dei militanti per valutare lo scioglimento ed intraprendere un percorso nuovo. La leadership del PKK sembra allineata all'analisi di Ocalan cui sono sempre arrivati messaggi di solidarietà da tutti i fronti, non è chiaro se l'appello di Apo si rivolgesse anche alle forze curde impegnate nel nord della Siria .Erdogan vuole liberarsi del problema curdo per affrontare l'impegno in Siria ed eventuali sviluppi futuri nell'area che possano coinvolgere l'Iran ,mentre sul piano interno punta ai voti del partito filo curdo Dem per una eventuale riforma costituzionale che gli consenta un ulteriore mandato. Il pragmatismo che informa la politica estera turca consente ad Ankara di essere presente su vari scenari con differenti intensità di coinvolgimento anche militari ,dalla Libia alla Siria dal golfo Persico al corno d'Africa, rimanendo al contempo un perno irrinunciabile del fianco meridionale della Nato.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONE-06032025-MURAT.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Tatiana Djordjevic torniamo sulla Serbia dopo gli scontri all'interno del parlamento ,che dimostrano quanto sia dirompente la protesta di piazza degli studenti e di tanta parte della società serba ,tanto da far esplodere le contraddizioni anche all'interno della sonnachiosa opposizione parlamentare che finora è stata tenuta a debita distanza dal movimento. Durante la sessione in cui era prevista la formalizzazione delle dimissioni del primo ministro Miloš Vučević ,dimessossi in seguito alle proteste , alcuni parlamentari dell’opposizione hanno acceso torce da stadio e granate fumogene, è scoppiata una rissa dopo che la maggioranza aveva approvato l’agenda della giornata, secondo cui la formalizzazione delle dimissioni di Vučević sarebbe avvenuta alla fine della seduta . L’opposizione aveva criticato questa scelta, ma la maggioranza aveva proceduto comunque: a quel punto è iniziata la protesta dentro all’aula. La sessione è poi ricominciata, ma intanto una folla di manifestanti si era riunita davanti al parlamento. Che sia un tentativo dell'opposizione parlamentare di prendersi la scena mediatica o che le tematiche della protesta di piazza stiano mettendo a nudo le contraddizioni del sistema di potere di Vucic ,di sicuro la pervicacia del movimento nelle mobilitazioni di piazza che si stanno svolgendo da quattro mesi in Serbia e che sono considerate le più grandi contestazioni al governo nazionale degli ultimi trent’anni ,e la sua ampiezza stanno generando una crisi di legittimità del regime di Vucic. Per il 15 marzo è prevista un altra grande manifestazione a Belgrado che misurerà l'entità della risposta del regime non nuovo a derive autoritarie e repressive.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONDE-06032025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Antonio Mazzeo , guardiamo alla proposta che Ursula von der Leyen che ha presentato – RearmEurope – di investire 800 miliardi di euro nel riarmo , la maggior parte delle risorse verrà dai bilanci nazionali, finora soggetti a ferree leggi di austerità ,ma per la armi si farà eccezione, lasciando ai governi la facoltà di sforare deficit e debito solo per questo capitolo di spesa. Il resto in parte da fondi di coesione e Pnrr, da Bei e Mes. Il processo di riarmo europeo non è estemporaneo ma è stato avviato fin dalla prima guerra del Golfo e accelerato dalla guerra nei Balcani alla fine degli anni '90 . Si sta strutturando un' alleanza tra complesso militare industriale, generali,media e politici che storicamente è sempre stata all'origine dei conflitti e che ha generato un' accelerazione dei preparativi bellici . I passi decisivi sono stati la riconversione bellica delle produzioni civili per scopi militari,l'adeguamento delle reti infrastrutturali alle esigenze militari ,la costruzione del nemico e la militarizzazione della società attraverso una complessa ed articolata campagna mediatica ,l'arruolamento dei civili nella mobilitazione bellica che parte dalle scuole passando per i posti di lavoro. Con l'apparente disimpegno americano dall'Ucraina si mette in atto una ridistribuzione degli impegni finanziari a scopo bellico ,con un onere maggiore per la UE mentre gli sforzi americani si rivolgono verso l'indo Pacifico .Gli USA hanno un nemico da affrontare a lungo termine che è la Cina ,il fronte europeo non è più rilevante per la nuova amministrazione la cui propensione bellicista è in continuità con la precedente come dimostrano i voti bipartisan al Congresso per sostenere le vendite di armi . I capitali utilizzati nell'acquisto delle armi sono transnazionali e questi piani di riarmo europei vanno a beneficio del complesso militare industriale americano con uno sfacciato trasferimento di risorse dal pubblico al privato rimettendo in discussione la struttura economico sociale su cui si è costruita l'Europa dal 1945. Le risorse sottratte al welfare e all'istruzione per la guerra negano il diritto al futuro delle nuove generazioni ,la diserzione sociale di massa dalle logiche belliche è il granello che puo' inceppare il meccanismo di riproduzione del modello della guerra come regolatore delle contraddizioni generate dal sistema di accumulazione capitalista .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-06032025-MAZZEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Marzo 2025","2025-03-09 18:35:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 06/03/2025-TURCHIA :APO ABBASSA LE ARMI IL PKK VERSO LO SCIOGLIMENTO- SERBIA LE PROTESTE DEGLI STUDENTI SVEGLIANO L'OPPOSIZIONE PARLAMENTARE-LA CORSA AL RIARMO EUROPEA INGRASSA LE LOBBIES DELL'INDUSTRIA BELLICA.",1741535742,[279],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[210],{"post_content":282},{"matched_tokens":283,"snippet":284,"value":285},[80,81,234],"guardiamo alla proposta che Ursula \u003Cmark>von\u003C/mark> \u003Cmark>der\u003C/mark> \u003Cmark>Leyen\u003C/mark> che ha presentato – RearmEurope – di","In questa puntata Bastioni di Orione incontra Murat Cynar per inquadrare gli scenari futuri dopo le dichiarazioni di Ocalan dal carcere di Imrali sullo scioglimento del PKK . Da ottobre scorso quando il leader nazionalista Devlet Bahceli ha lanciato un appello al dialogo verso l'opposizione filo curda si è innestato un processo di disgelo verso il PKK che passando per la visita del nipote ad Apo alle dichiarazioni di apprezzamento da parte di Ocalan dell'appello al dialogo lanciato da Bahceli fino all'incontro con la delegazione del Dem ( Il Partito dell'Uguaglianza e della Democrazia dei Popoli ) arriva alla lettura del comunicato di Ocalan in cui invita il suo movimento ad avviare una discussione interna che conduca ad abbandonare le armi e a dissolversi. Il Pkk non si è arreso perchè non è stato sconfitto, prende atto dell'apertura di una nuova fase ma il processo di disarmo dovrà passare per un momento assembleare dei militanti per valutare lo scioglimento ed intraprendere un percorso nuovo. La leadership del PKK sembra allineata all'analisi di Ocalan cui sono sempre arrivati messaggi di solidarietà da tutti i fronti, non è chiaro se l'appello di Apo si rivolgesse anche alle forze curde impegnate nel nord della Siria .Erdogan vuole liberarsi del problema curdo per affrontare l'impegno in Siria ed eventuali sviluppi futuri nell'area che possano coinvolgere l'Iran ,mentre sul piano interno punta ai voti del partito filo curdo Dem per una eventuale riforma costituzionale che gli consenta un ulteriore mandato. Il pragmatismo che informa la politica estera turca consente ad Ankara di essere presente su vari scenari con differenti intensità di coinvolgimento anche militari ,dalla Libia alla Siria dal golfo Persico al corno d'Africa, rimanendo al contempo un perno irrinunciabile del fianco meridionale della Nato.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONE-06032025-MURAT.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Tatiana Djordjevic torniamo sulla Serbia dopo gli scontri all'interno del parlamento ,che dimostrano quanto sia dirompente la protesta di piazza degli studenti e di tanta parte della società serba ,tanto da far esplodere le contraddizioni anche all'interno della sonnachiosa opposizione parlamentare che finora è stata tenuta a debita distanza dal movimento. Durante la sessione in cui era prevista la formalizzazione delle dimissioni del primo ministro Miloš Vučević ,dimessossi in seguito alle proteste , alcuni parlamentari dell’opposizione hanno acceso torce da stadio e granate fumogene, è scoppiata una rissa dopo che la maggioranza aveva approvato l’agenda della giornata, secondo cui la formalizzazione delle dimissioni di Vučević sarebbe avvenuta alla fine della seduta . L’opposizione aveva criticato questa scelta, ma la maggioranza aveva proceduto comunque: a quel punto è iniziata la protesta dentro all’aula. La sessione è poi ricominciata, ma intanto una folla di manifestanti si era riunita davanti al parlamento. Che sia un tentativo dell'opposizione parlamentare di prendersi la scena mediatica o che le tematiche della protesta di piazza stiano mettendo a nudo le contraddizioni del sistema di potere di Vucic ,di sicuro la pervicacia del movimento nelle mobilitazioni di piazza che si stanno svolgendo da quattro mesi in Serbia e che sono considerate le più grandi contestazioni al governo nazionale degli ultimi trent’anni ,e la sua ampiezza stanno generando una crisi di legittimità del regime di Vucic. Per il 15 marzo è prevista un altra grande manifestazione a Belgrado che misurerà l'entità della risposta del regime non nuovo a derive autoritarie e repressive.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONDE-06032025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Antonio Mazzeo , guardiamo alla proposta che Ursula \u003Cmark>von\u003C/mark> \u003Cmark>der\u003C/mark> \u003Cmark>Leyen\u003C/mark> che ha presentato – RearmEurope – di investire 800 miliardi di euro nel riarmo , la maggior parte delle risorse verrà dai bilanci nazionali, finora soggetti a ferree leggi di austerità ,ma per la armi si farà eccezione, lasciando ai governi la facoltà di sforare deficit e debito solo per questo capitolo di spesa. Il resto in parte da fondi di coesione e Pnrr, da Bei e Mes. Il processo di riarmo europeo non è estemporaneo ma è stato avviato fin dalla prima guerra del Golfo e accelerato dalla guerra nei Balcani alla fine degli anni '90 . Si sta strutturando un' alleanza tra complesso militare industriale, generali,media e politici che storicamente è sempre stata all'origine dei conflitti e che ha generato un' accelerazione dei preparativi bellici . I passi decisivi sono stati la riconversione bellica delle produzioni civili per scopi militari,l'adeguamento delle reti infrastrutturali alle esigenze militari ,la costruzione del nemico e la militarizzazione della società attraverso una complessa ed articolata campagna mediatica ,l'arruolamento dei civili nella mobilitazione bellica che parte dalle scuole passando per i posti di lavoro. Con l'apparente disimpegno americano dall'Ucraina si mette in atto una ridistribuzione degli impegni finanziari a scopo bellico ,con un onere maggiore per la UE mentre gli sforzi americani si rivolgono verso l'indo Pacifico .Gli USA hanno un nemico da affrontare a lungo termine che è la Cina ,il fronte europeo non è più rilevante per la nuova amministrazione la cui propensione bellicista è in continuità con la precedente come dimostrano i voti bipartisan al Congresso per sostenere le vendite di armi . I capitali utilizzati nell'acquisto delle armi sono transnazionali e questi piani di riarmo europei vanno a beneficio del complesso militare industriale americano con uno sfacciato trasferimento di risorse dal pubblico al privato rimettendo in discussione la struttura economico sociale su cui si è costruita l'Europa dal 1945. Le risorse sottratte al welfare e all'istruzione per la guerra negano il diritto al futuro delle nuove generazioni ,la diserzione sociale di massa dalle logiche belliche è il granello che puo' inceppare il meccanismo di riproduzione del modello della guerra come regolatore delle contraddizioni generate dal sistema di accumulazione capitalista .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-06032025-MAZZEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[287],{"field":117,"matched_tokens":288,"snippet":284,"value":285},[80,81,234],{"best_field_score":242,"best_field_weight":212,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":46,"score":243,"tokens_matched":124,"typo_prefix_score":14},{"document":291,"highlight":318,"highlights":324,"text_match":240,"text_match_info":327},{"comment_count":46,"id":292,"is_sticky":46,"permalink":293,"podcastfilter":294,"post_author":295,"post_content":296,"post_date":297,"post_excerpt":52,"post_id":292,"post_modified":298,"post_thumbnail":299,"post_title":300,"post_type":226,"sort_by_date":301,"tag_links":302,"tags":313},"95362","http://radioblackout.org/podcast/nuovi-droni-sul-mediterraneo-microsoft-e-la-macchina-sionista-war-on-migrants/",[187],"bellocome","Estratti dalla puntata del 3 febbraio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nDRONI A DECOLLO VERTICALE PER LA GUARDIA DI FINANZA\r\n\r\nRiccardo Coluccini e Paolo Riva hanno pubblicato un’interessante inchiesta su IrpiMedia riguardante l’acquisto di droni VTOL (a decollo e atterraggio verticali) da parte della Guardia di Finanza.\r\n\r\nGrazie al contributo di Riccardo, partendo da alcune riflessioni sul ruolo assunto dai droni nella War on Migrants, estendiamo il discorso agli attori coinvolti in questo fenomeno: vecchi capisaldi dell’industria bellica-sorvegliante come Leonardo e protagonisti della new-wave basata su sistemi d’arma autonomi come Shield AI.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BCUPCB_riccardoDroniGDF.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLINK: https://irpimedia.irpi.eu/sorveglianze-droni-migranti-mediterraneo-guardia-di-finanza/\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMICROSOFT E L’APPARATO TECNOMILITARE SIONISTA\r\n\r\nDopo aver parlato del Defense Tech di Tel Aviv e del coinvolgimento di Palantir nei programmi di AI dell’esercito israeliano, grazie a un’inchiesta pubblicata da +972 Magazine (insieme a Drop Site News e Local Call) ci concentriamo sul ruolo di Microsoft all’interno dell’apparato tecno-militare sionista, senza dimenticare il supporto fornito da questo colosso dell’informatica a programmi repressivi, di sorveglianza sul posto di lavoro (Sentinel e Purview) e di rastrellamento di migranti in giro per il mondo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BCUPCB_microsoft-972.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLINK:\r\n\r\nhttps://www.972mag.com/microsoft-azure-openai-israeli-army-cloud/\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nWAR ON MIGRANTS\r\n\r\nAnche se in Italia lo sguardo dei media di regime si posa sui CPR in Albania e sulla liberazione del torturatore libico Al Masri, senza mettere minimamente in discussione l’esternalizzazione delle frontiere e le sue conseguenze strutturali che riverberano sia sui paesi “gendarmificati” (potenziando i regimi arruolati) sia sulle nostre società (che progressivamente accettano e normalizzano livelli crescenti di violenza, autoritarismo e letalità), ci sembra importante segnalare alcune rilevanti informazioni che riguardano la War on Migrants.\r\n\r\n/ / /\r\n\r\nLa prima fa riferimento all’avvio del processo per la causa intentata contro Frontex da una famiglia siriana: nonostante la loro richiesta di asilo presentata in territorio greco, vennero prelevati e deportati in Turchia, separando addirittura i genitori dai bambini lungo il tragitto.\r\n\r\nQui maggiori info:\r\n\r\nhttps://www.prakkendoliveira.nl/en/news/2025/grand-chamber-hearing-at-the-eu-court-of-justice-on-frontexs-role-in-illegal-pushbacks\r\n\r\nQui per seguire aggiornamenti sulle udienze:\r\n\r\nhttps://bsky.app/profile/ourborderwatch.bsky.social\r\n\r\n/ / /\r\n\r\nLa seconda riguarda un articolo di Statewatch.org sul MOCADEM: organo del Consiglio Europeo che sovradetermina le politiche di esternalizzazione delle frontiere.\r\n\r\nhttps://www.statewatch.org/news/2025/january/eu-outsourcing-borders-and-migration-control-no-parliamentary-scrutiny-in-sight/\r\n\r\n/ / /\r\n\r\nInfine, un’importante inchiesta sul traffico di esseri umani messa in atto dalle forze di sicurezza tunisine: il rapporto State Trafficking raccoglie testimonianze di persone migranti rastrellate, condotte nel deserto e vendute ai gangster libici. Ecco cosa producono gli accordi promossi in primis da Meloni e Von Der Leyen:\r\n\r\nQui il rapporto: https://statetrafficking.net/","5 Febbraio 2025","2025-02-05 11:49:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/bcupcb_droni-riccardoGDF-200x110.png","NUOVI DRONI SUL MEDITERRANEO - MICROSOFT E LA MACCHINA SIONISTA - WAR ON MIGRANTS",1738756160,[303,304,305,306,307,308,309,310,311,312],"http://radioblackout.org/tag/droni/","http://radioblackout.org/tag/frontex/","http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/israelificazione/","http://radioblackout.org/tag/killer-robots/","http://radioblackout.org/tag/microsoft/","http://radioblackout.org/tag/palantir/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/shield-ai/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[196,198,314,208,315,204,200,316,206,317],"Gaza","killer robots","palestina","war on migrants",{"post_content":319},{"matched_tokens":320,"snippet":322,"value":323},[233,321,234],"Der","in primis da Meloni e \u003Cmark>Von\u003C/mark> \u003Cmark>Der\u003C/mark> \u003Cmark>Leyen\u003C/mark>:\r\n\r\nQui il rapporto: https://statetrafficking.net/","Estratti dalla puntata del 3 febbraio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nDRONI A DECOLLO VERTICALE PER LA GUARDIA DI FINANZA\r\n\r\nRiccardo Coluccini e Paolo Riva hanno pubblicato un’interessante inchiesta su IrpiMedia riguardante l’acquisto di droni VTOL (a decollo e atterraggio verticali) da parte della Guardia di Finanza.\r\n\r\nGrazie al contributo di Riccardo, partendo da alcune riflessioni sul ruolo assunto dai droni nella War on Migrants, estendiamo il discorso agli attori coinvolti in questo fenomeno: vecchi capisaldi dell’industria bellica-sorvegliante come Leonardo e protagonisti della new-wave basata su sistemi d’arma autonomi come Shield AI.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BCUPCB_riccardoDroniGDF.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLINK: https://irpimedia.irpi.eu/sorveglianze-droni-migranti-mediterraneo-guardia-di-finanza/\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMICROSOFT E L’APPARATO TECNOMILITARE SIONISTA\r\n\r\nDopo aver parlato del Defense Tech di Tel Aviv e del coinvolgimento di Palantir nei programmi di AI dell’esercito israeliano, grazie a un’inchiesta pubblicata da +972 Magazine (insieme a Drop Site News e Local Call) ci concentriamo sul ruolo di Microsoft all’interno dell’apparato tecno-militare sionista, senza dimenticare il supporto fornito da questo colosso dell’informatica a programmi repressivi, di sorveglianza sul posto di lavoro (Sentinel e Purview) e di rastrellamento di migranti in giro per il mondo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BCUPCB_microsoft-972.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLINK:\r\n\r\nhttps://www.972mag.com/microsoft-azure-openai-israeli-army-cloud/\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nWAR ON MIGRANTS\r\n\r\nAnche se in Italia lo sguardo dei media di regime si posa sui CPR in Albania e sulla liberazione del torturatore libico Al Masri, senza mettere minimamente in discussione l’esternalizzazione delle frontiere e le sue conseguenze strutturali che riverberano sia sui paesi “gendarmificati” (potenziando i regimi arruolati) sia sulle nostre società (che progressivamente accettano e normalizzano livelli crescenti di violenza, autoritarismo e letalità), ci sembra importante segnalare alcune rilevanti informazioni che riguardano la War on Migrants.\r\n\r\n/ / /\r\n\r\nLa prima fa riferimento all’avvio del processo per la causa intentata contro Frontex da una famiglia siriana: nonostante la loro richiesta di asilo presentata in territorio greco, vennero prelevati e deportati in Turchia, separando addirittura i genitori dai bambini lungo il tragitto.\r\n\r\nQui maggiori info:\r\n\r\nhttps://www.prakkendoliveira.nl/en/news/2025/grand-chamber-hearing-at-the-eu-court-of-justice-on-frontexs-role-in-illegal-pushbacks\r\n\r\nQui per seguire aggiornamenti sulle udienze:\r\n\r\nhttps://bsky.app/profile/ourborderwatch.bsky.social\r\n\r\n/ / /\r\n\r\nLa seconda riguarda un articolo di Statewatch.org sul MOCADEM: organo del Consiglio Europeo che sovradetermina le politiche di esternalizzazione delle frontiere.\r\n\r\nhttps://www.statewatch.org/news/2025/january/eu-outsourcing-borders-and-migration-control-no-parliamentary-scrutiny-in-sight/\r\n\r\n/ / /\r\n\r\nInfine, un’importante inchiesta sul traffico di esseri umani messa in atto dalle forze di sicurezza tunisine: il rapporto State Trafficking raccoglie testimonianze di persone migranti rastrellate, condotte nel deserto e vendute ai gangster libici. Ecco cosa producono gli accordi promossi in primis da Meloni e \u003Cmark>Von\u003C/mark> \u003Cmark>Der\u003C/mark> \u003Cmark>Leyen\u003C/mark>:\r\n\r\nQui il rapporto: https://statetrafficking.net/",[325],{"field":117,"matched_tokens":326,"snippet":322,"value":323},[233,321,234],{"best_field_score":242,"best_field_weight":212,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":46,"score":243,"tokens_matched":124,"typo_prefix_score":14},{"document":329,"highlight":342,"highlights":347,"text_match":240,"text_match_info":350},{"comment_count":46,"id":330,"is_sticky":46,"permalink":331,"podcastfilter":332,"post_author":333,"post_content":334,"post_date":335,"post_excerpt":52,"post_id":330,"post_modified":336,"post_thumbnail":337,"post_title":338,"post_type":226,"sort_by_date":339,"tag_links":340,"tags":341},"90177","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-s-2-25-leuropa-gonfia-i-muscoli-prove-di-escalation/",[177],"cattivipensieri","I fatti salienti sono sicuramente la strage delle tendopoli in atto su Rafah, oltre 80 morti in 48 ore, sappiamo che a prescindere dalla costernazione statunitense sono proprio americane le bombe che continuano a cadere sulla Striscia e che i negoziati ancora una volta sembrano arenarsi mentre Israele promette almeno altri sette mesi di guerra.\r\n\r\nSul fronte ucraino continuano le incursioni russe dentro le linee di difesa ucraine ma sopratutto si fa sempre più aspra la retorica di guerra, trainata da Macron in visita ufficiale in Germania e seguita senza troppa convinzione da Scholz, che cerca di mostrare a tutti come l’asse franco-tedesco sia ancora saldo a dispetto delle pesanti incrinature che invece si intravedono ovunque. \r\n\r\nGià qualche settimana fa davamo conto nell’ambito della nostra trasmissione della ripresa, soprattutto a partire dallo sblocco del finanziamento da 60 Miliardi di dollari che aveva visto infine cedere Trump e i Repubblicani, di una retorica di guerra sempre più esplicita, dove le danze erano state aperte dall’uscita di Macron sulla possibilità di vedere truppe europee coinvolte direttamente nel conflitto, seguito a ruota dalla Von Der Leyen, per non parlare dei soliti Baltici e Polacchi che da sempre premono per infliggere a Putin un’umiliazione o qualcosa che assomigli a una sconfitta. Rincara la dose ancora Macron e soprattutto l’immancabile Stoltenberg che sembra sempre più l’utile idiota degli Usa e che si è spinto, come molti hanno notato, ben al di là delle proprie prerogative. Intanto, mentre le retoriche di guerra si dispiegano senza parsimonia, un radar facente parte del primo sistema di allarme nucleare russo (Early Warning) ad Armavir sarebbe stato accecato verosimilmente da droni ucraini. Un incidente molto pericoloso da cui abbiamo preso spunto per un confronto con Francesco Dall'Aglio, curatore del canale Telegram War Room, per capire quanto sta accadendo sul campo in termini militari ma soprattutto le intenzioni politiche degli attori coinvolti, Nato e Russia su tutti.\r\n\r\nAbbiamo poi continuato sul filo dei ragionamenti sviluppati nella scorsa puntata sul futuro della Germania, la tenuta del campo Europeo e dell'asse franco-tedesco in particolare, nonché del possibile progressivo disimpegno degli Usa dal quadrante dell'Europa Orientale, circostanza che sembrerebbe probabile a prescindere dall'esito delle prossime elezioni americane.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/la-fine-30-05.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nLa Repubblica - Accecato dai droni il radar anti-atomica. L’azzardo di Kiev aumenta i pericoli di escalation nucleare\r\n\r\nWolfgang Streeck - Il piano per la pace di Sahra Wagenknecht. Perché vuole liberare la Germania dalle grinfie di Washington\r\n\r\nJulia Damphouse e Maurice Höfgen - Il cinismo elettorale di Sahra Wagenknecht\r\n\r\n ","31 Maggio 2024","2024-05-31 15:35:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/1717111044620-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #25 - L'EUROPA GONFIA I MUSCOLI",1717169443,[63],[72],{"post_content":343},{"matched_tokens":344,"snippet":345,"value":346},[233,321,234],"conflitto, seguito a ruota dalla \u003Cmark>Von\u003C/mark> \u003Cmark>Der\u003C/mark> \u003Cmark>Leyen\u003C/mark>, per non parlare dei soliti","I fatti salienti sono sicuramente la strage delle tendopoli in atto su Rafah, oltre 80 morti in 48 ore, sappiamo che a prescindere dalla costernazione statunitense sono proprio americane le bombe che continuano a cadere sulla Striscia e che i negoziati ancora una volta sembrano arenarsi mentre Israele promette almeno altri sette mesi di guerra.\r\n\r\nSul fronte ucraino continuano le incursioni russe dentro le linee di difesa ucraine ma sopratutto si fa sempre più aspra la retorica di guerra, trainata da Macron in visita ufficiale in Germania e seguita senza troppa convinzione da Scholz, che cerca di mostrare a tutti come l’asse franco-tedesco sia ancora saldo a dispetto delle pesanti incrinature che invece si intravedono ovunque. \r\n\r\nGià qualche settimana fa davamo conto nell’ambito della nostra trasmissione della ripresa, soprattutto a partire dallo sblocco del finanziamento da 60 Miliardi di dollari che aveva visto infine cedere Trump e i Repubblicani, di una retorica di guerra sempre più esplicita, dove le danze erano state aperte dall’uscita di Macron sulla possibilità di vedere truppe europee coinvolte direttamente nel conflitto, seguito a ruota dalla \u003Cmark>Von\u003C/mark> \u003Cmark>Der\u003C/mark> \u003Cmark>Leyen\u003C/mark>, per non parlare dei soliti Baltici e Polacchi che da sempre premono per infliggere a Putin un’umiliazione o qualcosa che assomigli a una sconfitta. Rincara la dose ancora Macron e soprattutto l’immancabile Stoltenberg che sembra sempre più l’utile idiota degli Usa e che si è spinto, come molti hanno notato, ben al di là delle proprie prerogative. Intanto, mentre le retoriche di guerra si dispiegano senza parsimonia, un radar facente parte del primo sistema di allarme nucleare russo (Early Warning) ad Armavir sarebbe stato accecato verosimilmente da droni ucraini. Un incidente molto pericoloso da cui abbiamo preso spunto per un confronto con Francesco Dall'Aglio, curatore del canale Telegram War Room, per capire quanto sta accadendo sul campo in termini militari ma soprattutto le intenzioni politiche degli attori coinvolti, Nato e Russia su tutti.\r\n\r\nAbbiamo poi continuato sul filo dei ragionamenti sviluppati nella scorsa puntata sul futuro della Germania, la tenuta del campo Europeo e dell'asse franco-tedesco in particolare, nonché del possibile progressivo disimpegno degli Usa dal quadrante dell'Europa Orientale, circostanza che sembrerebbe probabile a prescindere dall'esito delle prossime elezioni americane.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/la-fine-30-05.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nLa Repubblica - Accecato dai droni il radar anti-atomica. L’azzardo di Kiev aumenta i pericoli di escalation nucleare\r\n\r\nWolfgang Streeck - Il piano per la pace di Sahra Wagenknecht. Perché vuole liberare la Germania dalle grinfie di Washington\r\n\r\nJulia Damphouse e Maurice Höfgen - Il cinismo elettorale di Sahra Wagenknecht\r\n\r\n ",[348],{"field":117,"matched_tokens":349,"snippet":345,"value":346},[233,321,234],{"best_field_score":242,"best_field_weight":212,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":46,"score":243,"tokens_matched":124,"typo_prefix_score":14},{"document":352,"highlight":364,"highlights":369,"text_match":240,"text_match_info":372},{"comment_count":46,"id":353,"is_sticky":46,"permalink":354,"podcastfilter":355,"post_author":333,"post_content":356,"post_date":357,"post_excerpt":52,"post_id":353,"post_modified":358,"post_thumbnail":359,"post_title":360,"post_type":226,"sort_by_date":361,"tag_links":362,"tags":363},"87643","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-s-2-19-sonnambuli-verso-la-guerra-totale/",[177],"Le classi dirigenti europee sembrano percorrere - quanto consapevolmente non ci è dato sapere - la strada che ci porta dritti verso il baratro di una guerra sempre più esplicita e arroventata con la Russia. Incapaci di accettare il dato di fatto di una impossibile vittoria ucraina, come sottolineato dai maggiori analisti sistemici ed espressamente filo-occidentali, alzano la posta in gioco e stanziano nuovi generosi fondi per armare una nazione prostrata e semi-distrutta. Macron ha anche provato ad ipotizzare un ingaggio diretto boots on the ground, sconfessato, per ora, dagli altri alleati \"democratici\"; la palla viene però ripresa e rilanciata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nei termini consueti del rifinanziamento a scopi militari. Così l'Europa, unico attore politico-economico destinato ad accollarsi i corsi di una enorme ricostruzione (quando avverrà) del paese sconfitto, stanzia un nuovo pacchetto di aiuti finalizzati \"alla riconquista di tutti i territori occupati\", con dotazione di caccia e missili a lunga gittata. Tanto per non farci mancare niente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo scorso weekend è volata a Kiev per sottoscrivere un accordo di \"cooperazione e sicurezza\" della durata di 10 anni e denso di conseguenze per quanto riguarda l'ingaggio italiano. Da parte sua Putin non le manda a dire e ricorda agli incauti europei che anche loro hanno \"l'arma\" e non esiteranno ad utilizzarla se necessario. L'orologio del Doomsday ticchetta un'altra manciata di secondi verso Mezzanotte.\r\n\r\nAbbiamo commentato questi preoccupanti passaggi verso un rilancio della guerra con Antonio Mazzeo, anti-militarista ed ecologista, autore di La scuola va alla guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell'istruzione in Italia.\r\n\r\nAbbiamo quindi raggiunto Sabato Angieri, inviata del Manifesto sul fronte ucraino, per avere aggiornamenti sul campo e commentare le crepe che incrinano la tenuta interna ucraina.\r\n\r\n***\r\n\r\nSul fronte mediorientale la carneficina israeliana contro la popolazione di Gaza continua senza sosta con una strage di civili affamati falcidiati dai fucili di Tsahal. Mentre alcuni storici sostenitori dell'opzione \"Due popoli, due stati\" continuano a proporla come unica soluzione possibile, pur spiegando l'impossibile sua realizzazione, altri commentatori denunciano trattative in atto tra israeliani ed egiziani per trasferire centinaia di migliaia di palestinesi nel Sinai in cambio di un sostanzioso pacchetto di aiuti di 10 miliardi di $ con la complicità attiva di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale. Ipotesi questa che se realizzata vedrebbe il concretizzarsi di una nuova Nakhba, voluta ed espressamente caldeggiata dall'esecutivo israeliano di Nathanyau e coloni.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/la-fine-29-02.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nLimes - ‘Due anni dopo. Stiamo perdendo la guerra d’Ucraina?’\r\n\r\nTommaso Di Francesco Entriamo in guerra? Mai dire mai\r\n\r\nSabato Angieri (Il Manifesto) - La moglie del soldato: «Non ce la fanno più, fateli tornare a casa»\r\n\r\n**\r\n\r\nMartin Indyk (Foreign Affairs) - The Strange Resurrection of the Two-State Solution\r\n\r\nMike Whitney Egypt Sells Out Palestinians for $10 Billion Loan Package","2 Marzo 2024","2024-03-02 16:07:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/1709280370741-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #19 - Sonnambuli verso la Guerra Totale",1709385475,[],[],{"post_content":365},{"matched_tokens":366,"snippet":367,"value":368},[80,81,234],"presidente della Commissione europea Ursula \u003Cmark>von\u003C/mark> \u003Cmark>der\u003C/mark> \u003Cmark>Leyen\u003C/mark> nei termini consueti del rifinanziamento","Le classi dirigenti europee sembrano percorrere - quanto consapevolmente non ci è dato sapere - la strada che ci porta dritti verso il baratro di una guerra sempre più esplicita e arroventata con la Russia. Incapaci di accettare il dato di fatto di una impossibile vittoria ucraina, come sottolineato dai maggiori analisti sistemici ed espressamente filo-occidentali, alzano la posta in gioco e stanziano nuovi generosi fondi per armare una nazione prostrata e semi-distrutta. Macron ha anche provato ad ipotizzare un ingaggio diretto boots on the ground, sconfessato, per ora, dagli altri alleati \"democratici\"; la palla viene però ripresa e rilanciata dalla presidente della Commissione europea Ursula \u003Cmark>von\u003C/mark> \u003Cmark>der\u003C/mark> \u003Cmark>Leyen\u003C/mark> nei termini consueti del rifinanziamento a scopi militari. Così l'Europa, unico attore politico-economico destinato ad accollarsi i corsi di una enorme ricostruzione (quando avverrà) del paese sconfitto, stanzia un nuovo pacchetto di aiuti finalizzati \"alla riconquista di tutti i territori occupati\", con dotazione di caccia e missili a lunga gittata. Tanto per non farci mancare niente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo scorso weekend è volata a Kiev per sottoscrivere un accordo di \"cooperazione e sicurezza\" della durata di 10 anni e denso di conseguenze per quanto riguarda l'ingaggio italiano. Da parte sua Putin non le manda a dire e ricorda agli incauti europei che anche loro hanno \"l'arma\" e non esiteranno ad utilizzarla se necessario. L'orologio del Doomsday ticchetta un'altra manciata di secondi verso Mezzanotte.\r\n\r\nAbbiamo commentato questi preoccupanti passaggi verso un rilancio della guerra con Antonio Mazzeo, anti-militarista ed ecologista, autore di La scuola va alla guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell'istruzione in Italia.\r\n\r\nAbbiamo quindi raggiunto Sabato Angieri, inviata del Manifesto sul fronte ucraino, per avere aggiornamenti sul campo e commentare le crepe che incrinano la tenuta interna ucraina.\r\n\r\n***\r\n\r\nSul fronte mediorientale la carneficina israeliana contro la popolazione di Gaza continua senza sosta con una strage di civili affamati falcidiati dai fucili di Tsahal. Mentre alcuni storici sostenitori dell'opzione \"Due popoli, due stati\" continuano a proporla come unica soluzione possibile, pur spiegando l'impossibile sua realizzazione, altri commentatori denunciano trattative in atto tra israeliani ed egiziani per trasferire centinaia di migliaia di palestinesi nel Sinai in cambio di un sostanzioso pacchetto di aiuti di 10 miliardi di $ con la complicità attiva di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale. Ipotesi questa che se realizzata vedrebbe il concretizzarsi di una nuova Nakhba, voluta ed espressamente caldeggiata dall'esecutivo israeliano di Nathanyau e coloni.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/la-fine-29-02.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nLimes - ‘Due anni dopo. Stiamo perdendo la guerra d’Ucraina?’\r\n\r\nTommaso Di Francesco Entriamo in guerra? Mai dire mai\r\n\r\nSabato Angieri (Il Manifesto) - La moglie del soldato: «Non ce la fanno più, fateli tornare a casa»\r\n\r\n**\r\n\r\nMartin Indyk (Foreign Affairs) - The Strange Resurrection of the Two-State Solution\r\n\r\nMike Whitney Egypt Sells Out Palestinians for $10 Billion Loan Package",[370],{"field":117,"matched_tokens":371,"snippet":367,"value":368},[80,81,234],{"best_field_score":242,"best_field_weight":212,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":46,"score":243,"tokens_matched":124,"typo_prefix_score":14},6637,{"collection_name":226,"first_q":15,"per_page":171,"q":15},["Reactive",376],{},["Set"],["ShallowReactive",379],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fFYj6wxoJN76tttOnq8azRt20DNmcv3z9qeL1g_ZTirA":-1},true,"/search?query=von+der+leyden"]