","Afghanistan: la scoperta dell’acqua calda","post",1575982250,[64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/afghanistan/","http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/militarismo/","http://radioblackout.org/tag/washington-post/",[70,71,72,73,74],"afghanistan","antimilitarismo","guerra","militarismo","washington post",{"post_content":76,"tags":82},{"matched_tokens":77,"snippet":80,"value":81},[78,79],"Washington","Post","Ieri il \u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>Post\u003C/mark> ha pubblicato un corposo dossier","Ieri il \u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>Post\u003C/mark> ha pubblicato un corposo dossier che dimostra come le alte sfere militari e politiche statunitense abbiano sistematicamente falsato i dati sulla guerra in Afghanistan per tutta la sua durata. Le analisi falsate mostravano progressi inesistenti, tentavano il sostanziale fallimento della strategia di “afghanistizzazione del conflitto”, ovvero il passaggio dei compiti di combattimento dalle forze della coalizione a guida statunitense alle forze armate del governo afghano stesso. Gonfiavano il numero delle perdite talebane e la quantità di territorio controllato e nascondevano il reale numero di perdite delle forze governative.\r\nMa questo “scoop” del \u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>Post\u003C/mark> è la proverbiale scoperta dell’acqua calda: quanto è scritto lì è quanto sostengono da anni i corrispondenti di guerra non embedded presenti sul campo.\r\nNe abbiamo parlato con Alberto Negri, che per anni è stato in Afghanistan come corrispondente di guerra.\r\nAscolta la diretta con Alberto\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/2019.12.10-09.00.afghanistan-alberto-negri.mp3\"][/audio]",[83,85,87,89,91],{"matched_tokens":84,"snippet":70},[],{"matched_tokens":86,"snippet":71},[],{"matched_tokens":88,"snippet":72},[],{"matched_tokens":90,"snippet":73},[],{"matched_tokens":92,"snippet":94},[93,61],"washington","\u003Cmark>washington\u003C/mark> \u003Cmark>post\u003C/mark>",[96,101],{"field":38,"indices":97,"matched_tokens":98,"snippets":100},[17],[99],[93,61],[94],{"field":102,"matched_tokens":103,"snippet":80,"value":81},"post_content",[78,79],1157451471441625000,{"best_field_score":106,"best_field_weight":107,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":50,"score":108,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":50},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":110,"highlight":138,"highlights":143,"text_match":146,"text_match_info":147},{"cat_link":111,"category":112,"comment_count":50,"id":113,"is_sticky":50,"permalink":114,"post_author":53,"post_content":115,"post_date":116,"post_excerpt":56,"post_id":113,"post_modified":117,"post_thumbnail":118,"post_thumbnail_html":119,"post_title":120,"post_type":61,"sort_by_date":121,"tag_links":122,"tags":131},[47],[49],"57180","http://radioblackout.org/2020/01/trump-completa-il-piano-balfour-dopo-un-secolo-di-sionismo/","«The Deal of the Century», la prosopopea smargiassa di Trump si permette enormità che anche solo pochi anni fa sarebbero state considerate ridicolaggini, o proposte innominabili... così lascerebbe trasparire il \"Washington Post\" nel suo editoriale odierno, anche se poi, andando a vedere nelle pieghe della storia insieme a Amedeo Rossi, alcune perle si possono far risalire anche a presidenti considerati progressisti. Quello che forse può apparire innovativo è il fatto che in quest'ultimo teatrino gli Usa hanno gettato la maschera, dimostrando di non essere (mai?) super partes, ma megafono delle posizioni sioniste, come ora è palese, visto che una delle due parti non è stata nemmeno consultata. E nonostante questo gli ultraortodossi rifiutano il regalo di Kushner e Mbs, un finanziatore di coloni e un rampollo saudita assassino di giornalisti, neanche quel bantustan a macchia di leopardo disegnato con improbabili tunnel dalla striscia di Gaza è tollerabile per i coloni; e anche per la minoranza – ma non troppo – russa (e infatti anche da Putin non vengono reazioni negative). Anche se già solo un accordo del genere sarebbe la fine di ogni speranza di affrancamento della nazione palestinese.\r\n\r\nCiò che è più grave è che in questo modo si crea il precedente che vede sancire un'occupazione militare, riconoscendo lo status quo e avvallando il diritto del più forte. Non è un caso quel diritto era stato bandito dal consesso internazionale dalla fine di una guerra che aveva visto soccombere sovranisti, nazionalisti, fascisti... quel pensiero ora al potere un po' dovunque nel mondo. E proprio su questa complessità geopolitica e sull'assenza di leadership palestinese gioca l'amministrazione Trump, forse ancora di più che sulla tradizionale divisione del mondo arabo, e sull'isolamento dell'Iran. Anche se l'assenza di diplomazia nelle mosse americane mettono in difficoltà i maggiori alleati degli Usa in Medio Oriente. Senza considerare quanto le considerazioni su Gerusalemme risultano produzione di ignoranti o banditi.\r\n\r\nAndando a sgattare in fondo si finisce con sancire ancora una volta che tutto è regolato da rapporti economici, sudditanze, alleanze che esulano dalla materia in sé e producono complicità devianti, pastette immorali, dimostrazioni di gratitudine reciproca sulla pelle dei soliti palestinesi... e con lucidità e conoscenza Amedeo Rossi ci aiuta a scoperchiare ogni truffa nascosta in questi punti dell'accordo proposto:\r\n\r\nLa lucidità per cogliere la prepotente sicumera con cui si affronta la questione israelo-palestinese\r\n\r\n ","30 Gennaio 2020","2020-01-30 23:54:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/deal-one-century-long-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"146\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/deal-one-century-long-300x146.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/deal-one-century-long-300x146.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/deal-one-century-long-768x372.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/deal-one-century-long.png 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Trump completa il piano Balfour dopo un secolo di sionismo",1580428462,[123,124,125,126,127,128,129,130],"http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/netanyahu/","http://radioblackout.org/tag/palestinesi/","http://radioblackout.org/tag/sionisti/","http://radioblackout.org/tag/territori-occupati/","http://radioblackout.org/tag/trump/","http://radioblackout.org/tag/ultraortodossi/",[132,30,133,134,135,136,18,137],"Gaza","netanyahu","palestinesi","sionisti","Territori occupati","ultraortodossi",{"post_content":139},{"matched_tokens":140,"snippet":141,"value":142},[78,79],"innominabili... così lascerebbe trasparire il \"\u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>Post\u003C/mark>\" nel suo editoriale odierno, anche","«The Deal of the Century», la prosopopea smargiassa di Trump si permette enormità che anche solo pochi anni fa sarebbero state considerate ridicolaggini, o proposte innominabili... così lascerebbe trasparire il \"\u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>Post\u003C/mark>\" nel suo editoriale odierno, anche se poi, andando a vedere nelle pieghe della storia insieme a Amedeo Rossi, alcune perle si possono far risalire anche a presidenti considerati progressisti. Quello che forse può apparire innovativo è il fatto che in quest'ultimo teatrino gli Usa hanno gettato la maschera, dimostrando di non essere (mai?) super partes, ma megafono delle posizioni sioniste, come ora è palese, visto che una delle due parti non è stata nemmeno consultata. E nonostante questo gli ultraortodossi rifiutano il regalo di Kushner e Mbs, un finanziatore di coloni e un rampollo saudita assassino di giornalisti, neanche quel bantustan a macchia di leopardo disegnato con improbabili tunnel dalla striscia di Gaza è tollerabile per i coloni; e anche per la minoranza – ma non troppo – russa (e infatti anche da Putin non vengono reazioni negative). Anche se già solo un accordo del genere sarebbe la fine di ogni speranza di affrancamento della nazione palestinese.\r\n\r\nCiò che è più grave è che in questo modo si crea il precedente che vede sancire un'occupazione militare, riconoscendo lo status quo e avvallando il diritto del più forte. Non è un caso quel diritto era stato bandito dal consesso internazionale dalla fine di una guerra che aveva visto soccombere sovranisti, nazionalisti, fascisti... quel pensiero ora al potere un po' dovunque nel mondo. E proprio su questa complessità geopolitica e sull'assenza di leadership palestinese gioca l'amministrazione Trump, forse ancora di più che sulla tradizionale divisione del mondo arabo, e sull'isolamento dell'Iran. Anche se l'assenza di diplomazia nelle mosse americane mettono in difficoltà i maggiori alleati degli Usa in Medio Oriente. Senza considerare quanto le considerazioni su Gerusalemme risultano produzione di ignoranti o banditi.\r\n\r\nAndando a sgattare in fondo si finisce con sancire ancora una volta che tutto è regolato da rapporti economici, sudditanze, alleanze che esulano dalla materia in sé e producono complicità devianti, pastette immorali, dimostrazioni di gratitudine reciproca sulla pelle dei soliti palestinesi... e con lucidità e conoscenza Amedeo Rossi ci aiuta a scoperchiare ogni truffa nascosta in questi punti dell'accordo proposto:\r\n\r\nLa lucidità per cogliere la prepotente sicumera con cui si affronta la questione israelo-palestinese\r\n\r\n ",[144],{"field":102,"matched_tokens":145,"snippet":141,"value":142},[78,79],1157451471441100800,{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":150,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":50},"2211897868288",14,"1157451471441100913",{"document":152,"highlight":178,"highlights":184,"text_match":146,"text_match_info":187},{"cat_link":153,"category":154,"comment_count":50,"id":155,"is_sticky":50,"permalink":156,"post_author":53,"post_content":157,"post_date":158,"post_excerpt":56,"post_id":155,"post_modified":159,"post_thumbnail":160,"post_thumbnail_html":161,"post_title":162,"post_type":61,"sort_by_date":163,"tag_links":164,"tags":171},[47],[49],"49190","http://radioblackout.org/2018/10/risultati-economici-della-democratura-populista-del-sultano/","La Turchia è spesso al centro dell'attenzione perché il dinamismo di Erdogan, che in politica estera azzarda alleanze variabili pur di essere protagonista nella vicenda siriana per piegarla a suo favore contro le istanze curde (non più tardi di giovedì sono stati uccisi 9 militari nella zona di Batman, forse ascrivibili a una replica ai consueti raid assassini del regime nelle zone curde), lo spinge talvolta a un'attività strategica spregiudicata con alleanze pericolose coltivate per poter proseguire la guerra personale ai curdi e in altri casi per contrapporsi alle scelte dell'Arabia Saudita, rivale nell'egemonia sul campo sunnita.\r\n\r\nAll'interno quello stesso dinamismo alza costantemente l'asticella della repressione, della censura, dell'estensione del controllo e dell'interesse personale, che in questi giorni si esprime con gli ergastoli confermati agli intellettuali da una magistratura al guinzaglio che prende per buone narrazioni improbabili e con altrettante razionalmente confutabili interpretazioni in chiave dietrologica complottista del disastro finanziario. Inflazione alle stelle (19,8% da agosto; -40% da gennaio), prezzi alla produzione incrementati del 46% (in seguito al fatto che per energia la Turchia dipende dai vicini) che si ripercuoteranno in nuovi aumenti sui prezzi al consumo, dipendenza dall'estero in quasi ogni comparto, svalutazione della lira con le ovvie conseguenze sui prezzi dell'energia (+40% della benzina alla pompa), numerosi fallimenti concordati di aziende... e il ministro delle Finanze Berat Albyrak, il genero di Erdogan erede di una grande holding (produttrice dei droni forniti all'esercito turco), non riesce a balbettare altro che accuse agli speculatori, che si ripetono da quando Trump ha minacciato dazi anche su prodotti turchi e sanzioni per la vicenda del pastore evangelista detenuto da Ankara, e a vagheggiare un “Piano eccellente” che salverà il paese dalla bancarotta. Per ora si sono solo salvate tre banche statali (esposte per miliardi di Grandi Opere volute dal sistema Erdogan) con i fondi per l'occupazione.\r\n\r\nAbbiamo preso spunto dalla notizia della scomparsa di Jamal Khashoggi, giornalista saudita molto polemico verso Mohammad bin Salman, il nuovo emiro forte wahabita, inghiottito martedì dal consolato generale di Riad a Istanbul (da cui l'opinionista del “Washington Post” non è più uscito), e dalla disastrosa condizione economico-finanziaria indotta dalle indicazioni di sviluppo erroneamente seguite dal sistema Erdogan fin dagli anni Novanta (in particolare l'episodio dell'Astaldi, creditrice per il Terzo ponte sul Bosforo, e soprattutto l'esposizione con McKinsey, agenzia americana di monitoraggio e finanziamento privata) per esemplificare con Murat Cinar lo stato in cui versa il paese.\r\n\r\nIl disastro economico della Turchia","6 Ottobre 2018","2018-10-08 11:43:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/terzo-ponte-sul-bosforo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/terzo-ponte-sul-bosforo-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/terzo-ponte-sul-bosforo-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/terzo-ponte-sul-bosforo.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Risultati economici della democratura populista del Sultano",1538820508,[165,166,167,168,169,170],"http://radioblackout.org/tag/astaldi/","http://radioblackout.org/tag/crisi-monetaria/","http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/inflazione/","http://radioblackout.org/tag/khashoggi/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[172,173,174,175,176,177],"Astaldi","crisi monetaria","Erdogan","inflazione","Khashoggi","Turchia",{"post_content":179},{"matched_tokens":180,"snippet":182,"value":183},[78,181],"Post”","Istanbul (da cui l'opinionista del “\u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>Post”\u003C/mark> non è più uscito), e","La Turchia è spesso al centro dell'attenzione perché il dinamismo di Erdogan, che in politica estera azzarda alleanze variabili pur di essere protagonista nella vicenda siriana per piegarla a suo favore contro le istanze curde (non più tardi di giovedì sono stati uccisi 9 militari nella zona di Batman, forse ascrivibili a una replica ai consueti raid assassini del regime nelle zone curde), lo spinge talvolta a un'attività strategica spregiudicata con alleanze pericolose coltivate per poter proseguire la guerra personale ai curdi e in altri casi per contrapporsi alle scelte dell'Arabia Saudita, rivale nell'egemonia sul campo sunnita.\r\n\r\nAll'interno quello stesso dinamismo alza costantemente l'asticella della repressione, della censura, dell'estensione del controllo e dell'interesse personale, che in questi giorni si esprime con gli ergastoli confermati agli intellettuali da una magistratura al guinzaglio che prende per buone narrazioni improbabili e con altrettante razionalmente confutabili interpretazioni in chiave dietrologica complottista del disastro finanziario. Inflazione alle stelle (19,8% da agosto; -40% da gennaio), prezzi alla produzione incrementati del 46% (in seguito al fatto che per energia la Turchia dipende dai vicini) che si ripercuoteranno in nuovi aumenti sui prezzi al consumo, dipendenza dall'estero in quasi ogni comparto, svalutazione della lira con le ovvie conseguenze sui prezzi dell'energia (+40% della benzina alla pompa), numerosi fallimenti concordati di aziende... e il ministro delle Finanze Berat Albyrak, il genero di Erdogan erede di una grande holding (produttrice dei droni forniti all'esercito turco), non riesce a balbettare altro che accuse agli speculatori, che si ripetono da quando Trump ha minacciato dazi anche su prodotti turchi e sanzioni per la vicenda del pastore evangelista detenuto da Ankara, e a vagheggiare un “Piano eccellente” che salverà il paese dalla bancarotta. Per ora si sono solo salvate tre banche statali (esposte per miliardi di Grandi Opere volute dal sistema Erdogan) con i fondi per l'occupazione.\r\n\r\nAbbiamo preso spunto dalla notizia della scomparsa di Jamal Khashoggi, giornalista saudita molto polemico verso Mohammad bin Salman, il nuovo emiro forte wahabita, inghiottito martedì dal consolato generale di Riad a Istanbul (da cui l'opinionista del “\u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>Post”\u003C/mark> non è più uscito), e dalla disastrosa condizione economico-finanziaria indotta dalle indicazioni di sviluppo erroneamente seguite dal sistema Erdogan fin dagli anni Novanta (in particolare l'episodio dell'Astaldi, creditrice per il Terzo ponte sul Bosforo, e soprattutto l'esposizione con McKinsey, agenzia americana di monitoraggio e finanziamento privata) per esemplificare con Murat Cinar lo stato in cui versa il paese.\r\n\r\nIl disastro economico della Turchia",[185],{"field":102,"matched_tokens":186,"snippet":182,"value":183},[78,181],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":150,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":50},{"document":189,"highlight":204,"highlights":209,"text_match":146,"text_match_info":212},{"cat_link":190,"category":191,"comment_count":50,"id":192,"is_sticky":50,"permalink":193,"post_author":53,"post_content":194,"post_date":195,"post_excerpt":56,"post_id":192,"post_modified":196,"post_thumbnail":197,"post_thumbnail_html":198,"post_title":199,"post_type":61,"sort_by_date":200,"tag_links":201,"tags":203},[47],[49],"8763","http://radioblackout.org/2012/05/la-crisi-siriana-nel-contesto-geopolitico/"," \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIn Siria, il piano di pace proposto da Kofi Annan e accettato dal regime, vacilla, in balìa dei venti di guerra che premono per una svolta militare. Secondo un'inchiesta del Washington post, i paesi del Golfo stanno fornendo ai ribelli una quantità di armi sempre maggiore, sia dal confine turco che da quello libanese. Secondo l'opposizione siriana, nel paese è presente un piano coordinato dagli Usa con istruttori e intelligence. A questo si aggiunge la rivelazione da parte della Cnn, di un dossier confidenziale, consegnato al Consiglio di sicurezza dell'Onu addetto al controllo delle sanzioni contro l'Iran, che accusa Tehran di avere fornito armi al governo siriano in almeno due occasioni nel corso del 2011. Un contesto geopolitico che influenza il futuro della crisi siriana e delinea alcuni punti controversi.\r\n\r\nAscolta la diretta con Geraldina Colotti, giornalista del Manifesto e curatrice dell'edizione italiana di Le Monde Diplomatique\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/Geraldina-Colotti-18-05-Parte-I.mp3\"]\r\n\r\nScarica il file","18 Maggio 2012","2025-09-24 22:01:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/1201_proteste_homs_tagliata_500-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"296\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/1201_proteste_homs_tagliata_500-300x296.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/1201_proteste_homs_tagliata_500-300x296.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/1201_proteste_homs_tagliata_500.jpg 500w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La crisi siriana nel contesto geopolitico",1337358408,[202],"http://radioblackout.org/tag/siria/",[20],{"post_content":205},{"matched_tokens":206,"snippet":207,"value":208},[78,61],"svolta militare. Secondo un'inchiesta del \u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>post\u003C/mark>, i paesi del Golfo stanno"," \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIn Siria, il piano di pace proposto da Kofi Annan e accettato dal regime, vacilla, in balìa dei venti di guerra che premono per una svolta militare. Secondo un'inchiesta del \u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>post\u003C/mark>, i paesi del Golfo stanno fornendo ai ribelli una quantità di armi sempre maggiore, sia dal confine turco che da quello libanese. Secondo l'opposizione siriana, nel paese è presente un piano coordinato dagli Usa con istruttori e intelligence. A questo si aggiunge la rivelazione da parte della Cnn, di un dossier confidenziale, consegnato al Consiglio di sicurezza dell'Onu addetto al controllo delle sanzioni contro l'Iran, che accusa Tehran di avere fornito armi al governo siriano in almeno due occasioni nel corso del 2011. Un contesto geopolitico che influenza il futuro della crisi siriana e delinea alcuni punti controversi.\r\n\r\nAscolta la diretta con Geraldina Colotti, giornalista del Manifesto e curatrice dell'edizione italiana di Le Monde Diplomatique\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/Geraldina-Colotti-18-05-Parte-I.mp3\"]\r\n\r\nScarica il file",[210],{"field":102,"matched_tokens":211,"snippet":207,"value":208},[78,61],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":150,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":50},{"document":214,"highlight":236,"highlights":245,"text_match":251,"text_match_info":252},{"cat_link":215,"category":216,"comment_count":50,"id":217,"is_sticky":50,"permalink":218,"post_author":53,"post_content":219,"post_date":220,"post_excerpt":221,"post_id":217,"post_modified":222,"post_thumbnail":223,"post_thumbnail_html":224,"post_title":225,"post_type":61,"sort_by_date":226,"tag_links":227,"tags":232},[47],[49],"97579","http://radioblackout.org/2025/05/laccordo-tra-usa-e-ucraina-sui-minerali-strategici-opziona-a-favore-degli-stati-uniti-la-ricostruzione-postbellica/","Usa e Ucraina hanno firmato a Washington un accordo che consente agli americani di accedere alle riserve minerarie ucraine e che istituisce un fondo di investimento per la ricostruzione del Paese devastato da ormai oltre tre anni di guerra. L’accordo dettaglia un elenco di 57 risorse minerarie, tra cui materiali strategici come uranio, litio, elementi delle terre rare, oro, platino, petrolio e gas naturale. Qualsiasi futura espansione della lista richiederà il consenso reciproco. Tutte le risorse naturali presenti nel sottosuolo ucraino formalmente restano sotto il controllo di Kiev, che continuerà a detenere la facoltà di decidere dove, cosa e quanto estrarre. In base all’intesa siglata, gli Stati Uniti finanzieranno progetti di estrazione di minerali, petrolio e gas .Questo fondo sarà finalizzato al finanzaimento della ricostruzione post bellica ,ma anche allo sfruttamento dei minerali che saranno in futuro oggetto di estrazione . I proventi minerari finanzieranno l’acquisto di armamenti statunitensi da parte ucraina ribaltando completamente la prospettiva delle relazioni bilaterali: da fruitore degli aiuti militari USA, UE e NATO, l’Ucraina diventa così acquirente di prodotti militari statunitensi finanziati attraverso le garanzie offerte dalle risorse minerarie. L’obiettivo della Casa Bianca è recuperare i crediti ed eventualmente acquisire un nuovo cliente per la sua industria della difesa in un’Europa a cui Washington suggerisce con sempre maggiore fermezza di spendere il 5 per cento del PIL per la Difesa. Un fondo d'investimento che maschera una compravendita di armi che sarà pagata probabilmente dagli europei considerando che l'Ucraina è uno stato tecnicamente fallito dal punto di vista finanziario , garantendo così anche lo sganciamento nordamericano dal conflitto.\r\n\r\nNe parliamo con Francesco Dall'Aglio esperto di Europa orientale e questioni strategiche.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/INFO-05052025-DALLAGLIO.mp3\"][/audio]","5 Maggio 2025","Accordo USA Ucraina sullo sfruttamento dei minerali strategici.","2025-05-05 15:56:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-300x300.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-300x300.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-150x150.jpeg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-768x768.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-690x690.jpeg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-170x170.jpeg 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'ACCORDO TRA USA E UCRAINA SUI MINERALI STRATEGICI OPZIONA A FAVORE DEGLI STATI UNITI LA RICOSTRUZIONE POSTBELLICA.",1746460586,[228,229,230,231],"http://radioblackout.org/tag/accordo/","http://radioblackout.org/tag/guerra-russo-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/minerali-strategici/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[233,234,235,15],"accordo","GUERRA RUSSO UCRAINA","minerali strategici",{"post_content":237,"post_title":241},{"matched_tokens":238,"snippet":239,"value":240},[78],"e Ucraina hanno firmato a \u003Cmark>Washington\u003C/mark> un accordo che consente agli","Usa e Ucraina hanno firmato a \u003Cmark>Washington\u003C/mark> un accordo che consente agli americani di accedere alle riserve minerarie ucraine e che istituisce un fondo di investimento per la ricostruzione del Paese devastato da ormai oltre tre anni di guerra. L’accordo dettaglia un elenco di 57 risorse minerarie, tra cui materiali strategici come uranio, litio, elementi delle terre rare, oro, platino, petrolio e gas naturale. Qualsiasi futura espansione della lista richiederà il consenso reciproco. Tutte le risorse naturali presenti nel sottosuolo ucraino formalmente restano sotto il controllo di Kiev, che continuerà a detenere la facoltà di decidere dove, cosa e quanto estrarre. In base all’intesa siglata, gli Stati Uniti finanzieranno progetti di estrazione di minerali, petrolio e gas .Questo fondo sarà finalizzato al finanzaimento della ricostruzione \u003Cmark>post\u003C/mark> bellica ,ma anche allo sfruttamento dei minerali che saranno in futuro oggetto di estrazione . I proventi minerari finanzieranno l’acquisto di armamenti statunitensi da parte ucraina ribaltando completamente la prospettiva delle relazioni bilaterali: da fruitore degli aiuti militari USA, UE e NATO, l’Ucraina diventa così acquirente di prodotti militari statunitensi finanziati attraverso le garanzie offerte dalle risorse minerarie. L’obiettivo della Casa Bianca è recuperare i crediti ed eventualmente acquisire un nuovo cliente per la sua industria della difesa in un’Europa a cui \u003Cmark>Washington\u003C/mark> suggerisce con sempre maggiore fermezza di spendere il 5 per cento del PIL per la Difesa. Un fondo d'investimento che maschera una compravendita di armi che sarà pagata probabilmente dagli europei considerando che l'Ucraina è uno stato tecnicamente fallito dal punto di vista finanziario , garantendo così anche lo sganciamento nordamericano dal conflitto.\r\n\r\nNe parliamo con Francesco Dall'Aglio esperto di Europa orientale e questioni strategiche.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/INFO-05052025-DALLAGLIO.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":242,"snippet":244,"value":244},[243],"POST","L'ACCORDO TRA USA E UCRAINA SUI MINERALI STRATEGICI OPZIONA A FAVORE DEGLI STATI UNITI LA RICOSTRUZIONE \u003Cmark>POST\u003C/mark>BELLICA.",[246,248],{"field":102,"matched_tokens":247,"snippet":239,"value":240},[78],{"field":249,"matched_tokens":250,"snippet":244,"value":244},"post_title",[243],1155199671761633300,{"best_field_score":253,"best_field_weight":149,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":254,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":50},"1112386306048","1155199671761633393",{"document":256,"highlight":276,"highlights":281,"text_match":251,"text_match_info":284},{"cat_link":257,"category":258,"comment_count":50,"id":259,"is_sticky":50,"permalink":260,"post_author":53,"post_content":261,"post_date":262,"post_excerpt":56,"post_id":259,"post_modified":263,"post_thumbnail":264,"post_thumbnail_html":265,"post_title":266,"post_type":61,"sort_by_date":267,"tag_links":268,"tags":272},[47],[49],"87999","http://radioblackout.org/2024/03/haiti-contesa/","In un'Haiti che ha dichiarato lo stato d'emergenza, con l'80% della capitale in mano alle bande armate ormai da sei mesi, si è arrivati ora al blocco totale delle infrastrutture e all'imposizione da Washington delle dimissioni dell'attuale governo. Di fatti il 12 Marzo Ariel Henry ha comunicato, da Puerto Rico dov'è stanziato nell'impossibilità di rientrare nel paese, le dimissioni non appena verrà instaurato un consiglio presidenziale di transizione.\r\n\r\nLa situazione attuale è il risultato dell'investimento statunitense nell'ascesa al potere di un'elité produttiva (Juvenel Moise ex presidente assassinato nel 2021 era uno dei maggiori industriali dell'isola) incaricata di gestire gli investimenti dei programmi di aiuto americani HELP e HOPE post terremoto e continuamente rinnovati. Elezioni fortemente contestate dalle organizzazioni sociali e dalla popolazione (in parte con forme di organizzazione autonome, in parte invece vincolate a competitors politici di Moise), che già accusavano il governo presieduto da Moise, assassinato poi nel 2021, di inadeguatezza di fronte alla crisi del paese.\r\n\r\nAbbiamo indagato il ruolo ambivalente delle gang, prevalentemente capeggiate da ex-polizziotti e storicamente legate a varie branche delle elites di potere, tra cui spicca il golpista Jimmy Chèrizier e narcotrafficante a capo della G9 an fanmi (e famiglia) e ora a capo della coalizione che riunisce anche la gang G-pep, Vivre Ensemble, che sembra nascondersi dietro a ideali rivoluzionari per non abbandonare il potere ottenuto.\r\n\r\nDall'altra parte vi è la risoluzione, datata 3 ottobre, delle Nazioni Unite che ha approvato l'intervento nell'area di un contingente di caschi blu, guidato dai militari Kenyoti. Cosa potrebbe cusare l'arrivo dei poliziotti internazionali? Quali le reali prospettive rispetto all'insediamento di un nuovo governo ad interim sulla styabilità del paese?\r\n\r\nNe parliamo ai microfoni con Roberto Codazzi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/HaitiCodazzi.mp3\"][/audio]","15 Marzo 2024","2024-03-17 16:06:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Haiti contesa",1710515098,[269,270,271,231],"http://radioblackout.org/tag/decolonizzazione/","http://radioblackout.org/tag/kenya/","http://radioblackout.org/tag/paramilitari/",[273,274,275,15],"decolonizzazione","Kenya","paramilitari",{"post_content":277},{"matched_tokens":278,"snippet":279,"value":280},[78],"delle infrastrutture e all'imposizione da \u003Cmark>Washington\u003C/mark> delle dimissioni dell'attuale governo. Di","In un'Haiti che ha dichiarato lo stato d'emergenza, con l'80% della capitale in mano alle bande armate ormai da sei mesi, si è arrivati ora al blocco totale delle infrastrutture e all'imposizione da \u003Cmark>Washington\u003C/mark> delle dimissioni dell'attuale governo. Di fatti il 12 Marzo Ariel Henry ha comunicato, da Puerto Rico dov'è stanziato nell'impossibilità di rientrare nel paese, le dimissioni non appena verrà instaurato un consiglio presidenziale di transizione.\r\n\r\nLa situazione attuale è il risultato dell'investimento statunitense nell'ascesa al potere di un'elité produttiva (Juvenel Moise ex presidente assassinato nel 2021 era uno dei maggiori industriali dell'isola) incaricata di gestire gli investimenti dei programmi di aiuto americani HELP e HOPE \u003Cmark>post\u003C/mark> terremoto e continuamente rinnovati. Elezioni fortemente contestate dalle organizzazioni sociali e dalla popolazione (in parte con forme di organizzazione autonome, in parte invece vincolate a competitors politici di Moise), che già accusavano il governo presieduto da Moise, assassinato poi nel 2021, di inadeguatezza di fronte alla crisi del paese.\r\n\r\nAbbiamo indagato il ruolo ambivalente delle gang, prevalentemente capeggiate da ex-polizziotti e storicamente legate a varie branche delle elites di potere, tra cui spicca il golpista Jimmy Chèrizier e narcotrafficante a capo della G9 an fanmi (e famiglia) e ora a capo della coalizione che riunisce anche la gang G-pep, Vivre Ensemble, che sembra nascondersi dietro a ideali rivoluzionari per non abbandonare il potere ottenuto.\r\n\r\nDall'altra parte vi è la risoluzione, datata 3 ottobre, delle Nazioni Unite che ha approvato l'intervento nell'area di un contingente di caschi blu, guidato dai militari Kenyoti. Cosa potrebbe cusare l'arrivo dei poliziotti internazionali? Quali le reali prospettive rispetto all'insediamento di un nuovo governo ad interim sulla styabilità del paese?\r\n\r\nNe parliamo ai microfoni con Roberto Codazzi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/HaitiCodazzi.mp3\"][/audio]",[282],{"field":102,"matched_tokens":283,"snippet":279,"value":280},[78],{"best_field_score":253,"best_field_weight":149,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":254,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":50},6646,{"collection_name":61,"first_q":74,"per_page":287,"q":74},6,5,{"facet_counts":290,"found":331,"hits":332,"out_of":479,"page":32,"request_params":480,"search_cutoff":39,"search_time_ms":481},[291,307],{"counts":292,"field_name":305,"sampled":39,"stats":306},[293,295,297,299,301,303],{"count":17,"highlighted":294,"value":294},"anarres",{"count":25,"highlighted":296,"value":296},"la perla di labuan",{"count":25,"highlighted":298,"value":298},"La fine della Fine della storia",{"count":32,"highlighted":300,"value":300},"OverJoy",{"count":32,"highlighted":302,"value":302},"stakka stakka",{"count":32,"highlighted":304,"value":304},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":287},{"counts":308,"field_name":38,"sampled":39,"stats":329},[309,311,313,315,317,319,321,323,325,327],{"count":32,"highlighted":310,"value":310},"NSA",{"count":32,"highlighted":312,"value":312},"Nilo",{"count":32,"highlighted":314,"value":314},"prism",{"count":32,"highlighted":316,"value":316},"acqua",{"count":32,"highlighted":318,"value":318},"Sudan",{"count":32,"highlighted":320,"value":320},"Golan",{"count":32,"highlighted":322,"value":322},"HIPHOP",{"count":32,"highlighted":324,"value":324},"snowden",{"count":32,"highlighted":326,"value":326},"eliminalia",{"count":32,"highlighted":328,"value":328},"guerre per l'acqua",{"total_values":330},115,12,[333,356,380,403,430,457],{"document":334,"highlight":347,"highlights":352,"text_match":146,"text_match_info":355},{"comment_count":50,"id":335,"is_sticky":50,"permalink":336,"podcastfilter":337,"post_author":53,"post_content":338,"post_date":339,"post_excerpt":56,"post_id":335,"post_modified":340,"post_thumbnail":341,"post_title":342,"post_type":343,"sort_by_date":344,"tag_links":345,"tags":346},"85653","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-s-2-11-controffensiva-nucleare/",[298],"Si è aperta il 30 novembre la COP 28 a Dubai. Il padrone di casa, Sulktan Al Jaber, ha subito fatto intuire l’aria che tira con un sorprendente fuori onda in odore di negazionismo climatico, sostenendo che nessuna scienza ci dice che la rinuncia al carbon-fossile impedirà l’aumento della temperatura globale di 1,5 gradi centigradi, traguardo che forse abbiamo già mancato e si parla già del prossimo target: evitare l’aumento di 2 gradi centigradi.\r\n\r\nLa conferenza si chiuderà il 12 dicembre e fino ad allora non sapremo quali trattative andranno in porto e con che forza. Per il momento le dichiarazioni ci lasciano scorgere scenari abbastanza foschi. Venti paesi hanno firmato una dichiarazione con cui si chiede di triplicare il ricorso all'energia nucleare entro il 2050 e di riconoscere ufficialmente il ruolo dell'atomo nel raggiungere le zero emissioni nette, in testa Usa, Gran Bretagna e Francia. Si insite molto sulla cosiddetta “povertà energetica”, ovvero quel decimo del mondo che ancora non ha accesso alla corrente elettrica, che sono poi quasi sempre Paesi sub-sahariani.\r\n\r\nSi è parlato molto della creazione del fondo per risarcire i Paesi che già vivono gli effetti disastrosi del cambiamento climatico come alcune isole del Pacifico o alcune zone africane che già vedono processi di desertificazione. Peccato che questi disastri si misurino nell’ordine dei miliardi di dollari e finora il fondo abbia raccolto qualche centinaio di milioni, grazie all’impegno di Italia, Francia e Germania ma con gli Usa che mettono appena qualche milione di dollari.\r\n\r\nInfine sembrano confermati gli impegni, ma senza vincoli, a triplicare entro il 2030 il ricorso alle energie rinnovabili che nel frattempo diventano sempre più economiche. Ha diffuso un certo allarme uno studio della Banca Mondiale che stima in 25 milioni le vite perse entro il 2050 a causa dei cambiamenti climatici, disastri ma soprattutto nuove e vecchie malattie.\r\n\r\nNe abbiamo discusso con Andrea Capocci, collaboratore de “Il Manifesto” e della rivista “Le Scienze”.\r\n\r\nPer parlare del rilancio del nucleare, che come una fenice risorge costantemente, abbiamo sentito Gian Piero Godio di Legambiente Piemonte, con il quale affrontiamo la questione delle nuove centrali nucleari a fissione, più piccole e diffuse, e del miraggio del nucleare \"pulito\" da fusione.\r\n\r\n***\r\n\r\nChiudiamo la puntata commentando la lunga inchiesta uscita in due parti sulle pagine del Washington Post del 4 e 5 dicembre.\r\n\r\nLa prima cosa che capiamo è che l’Ucraina era molto esitante di fronte all’ipotesi della controffensiva perché sapeva dei dover sopportare perdite enormi, mentre erano gli Usa a spronare all’attacco, sostenendo che bisognasse partire presto per evitare che le linee russe si fortificassero troppo e troppo in profondità. Quindi con qualche ritardo e malumore alla fine si è partiti. Si è partiti come desideravano gli Usa ma con la tattica decisa dagli Ucraini perché gli Usa volevano un attacco massiccio ma concentrato in un solo punto del fronte, l’area di Melitopol, per raggiungere il mare di Azov mentre gli Ucraini optavano per insistere su tre fronti alla ricerca di un punto debole nei 600 miglia di frontiera.\r\n\r\nEsisteva davvero un ipotesi vincente?\r\n\r\nForse, quello che WP non dice è che le insistenze Usa non erano tanto rivolte al successo reale della controffensiva quanto ad agire presto, per lanciare uno spot sulla vitalità della resistenza ucraina, mostrare che era ancora viva e aveva delle ambizioni, soprattutto perché non arrivasse presto una guerra di logoramento che avrebbe favorito i Russi e fatto scemare l’attenzione e il sostegno occidentali, costruiti con fatica, che avevano negli Usa e in GB il centro propulsore mentre il resto del mondo già graduava da una larga perplessità europea, che seguiva il padrone Usa obtorto collo, a una vera e propria contrarietà di quasi tutto il resto del mondo.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/La_fine_7_dic_23.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nhttps://www.cop28.com\r\n\r\nCop28, a Dubai i lobbisti del fossile sono quadruplicati\r\n\r\nGli affari nucleari di Bill Gates hanno fatto irruzione alla COP28 sul clima\r\n\r\nNuclear Now - lo spot nuclearista di Oliver Stone\r\n\r\n**\r\n\r\nWashington Post Miscalculations, divisions marked offensive planning by U.S., Ukraine\r\n\r\nA Dubai russi e ucraini gomito a gomito in nome degli affari\r\n\r\nhttps://www.theuardian.com/environment/video/2023/dec/04/cop28-president-al-jaber-no-science-fossil-fuels-remarks-misrepresented-video","8 Dicembre 2023","2023-12-08 13:57:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/1702026360544-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #11 - CONTROFFENSIVA NUCLEARE","podcast",1702043297,[],[],{"post_content":348},{"matched_tokens":349,"snippet":350,"value":351},[78,79],"due parti sulle pagine del \u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>Post\u003C/mark> del 4 e 5 dicembre.\r","Si è aperta il 30 novembre la COP 28 a Dubai. Il padrone di casa, Sulktan Al Jaber, ha subito fatto intuire l’aria che tira con un sorprendente fuori onda in odore di negazionismo climatico, sostenendo che nessuna scienza ci dice che la rinuncia al carbon-fossile impedirà l’aumento della temperatura globale di 1,5 gradi centigradi, traguardo che forse abbiamo già mancato e si parla già del prossimo target: evitare l’aumento di 2 gradi centigradi.\r\n\r\nLa conferenza si chiuderà il 12 dicembre e fino ad allora non sapremo quali trattative andranno in porto e con che forza. Per il momento le dichiarazioni ci lasciano scorgere scenari abbastanza foschi. Venti paesi hanno firmato una dichiarazione con cui si chiede di triplicare il ricorso all'energia nucleare entro il 2050 e di riconoscere ufficialmente il ruolo dell'atomo nel raggiungere le zero emissioni nette, in testa Usa, Gran Bretagna e Francia. Si insite molto sulla cosiddetta “povertà energetica”, ovvero quel decimo del mondo che ancora non ha accesso alla corrente elettrica, che sono poi quasi sempre Paesi sub-sahariani.\r\n\r\nSi è parlato molto della creazione del fondo per risarcire i Paesi che già vivono gli effetti disastrosi del cambiamento climatico come alcune isole del Pacifico o alcune zone africane che già vedono processi di desertificazione. Peccato che questi disastri si misurino nell’ordine dei miliardi di dollari e finora il fondo abbia raccolto qualche centinaio di milioni, grazie all’impegno di Italia, Francia e Germania ma con gli Usa che mettono appena qualche milione di dollari.\r\n\r\nInfine sembrano confermati gli impegni, ma senza vincoli, a triplicare entro il 2030 il ricorso alle energie rinnovabili che nel frattempo diventano sempre più economiche. Ha diffuso un certo allarme uno studio della Banca Mondiale che stima in 25 milioni le vite perse entro il 2050 a causa dei cambiamenti climatici, disastri ma soprattutto nuove e vecchie malattie.\r\n\r\nNe abbiamo discusso con Andrea Capocci, collaboratore de “Il Manifesto” e della rivista “Le Scienze”.\r\n\r\nPer parlare del rilancio del nucleare, che come una fenice risorge costantemente, abbiamo sentito Gian Piero Godio di Legambiente Piemonte, con il quale affrontiamo la questione delle nuove centrali nucleari a fissione, più piccole e diffuse, e del miraggio del nucleare \"pulito\" da fusione.\r\n\r\n***\r\n\r\nChiudiamo la puntata commentando la lunga inchiesta uscita in due parti sulle pagine del \u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>Post\u003C/mark> del 4 e 5 dicembre.\r\n\r\nLa prima cosa che capiamo è che l’Ucraina era molto esitante di fronte all’ipotesi della controffensiva perché sapeva dei dover sopportare perdite enormi, mentre erano gli Usa a spronare all’attacco, sostenendo che bisognasse partire presto per evitare che le linee russe si fortificassero troppo e troppo in profondità. Quindi con qualche ritardo e malumore alla fine si è partiti. Si è partiti come desideravano gli Usa ma con la tattica decisa dagli Ucraini perché gli Usa volevano un attacco massiccio ma concentrato in un solo punto del fronte, l’area di Melitopol, per raggiungere il mare di Azov mentre gli Ucraini optavano per insistere su tre fronti alla ricerca di un punto debole nei 600 miglia di frontiera.\r\n\r\nEsisteva davvero un ipotesi vincente?\r\n\r\nForse, quello che WP non dice è che le insistenze Usa non erano tanto rivolte al successo reale della controffensiva quanto ad agire presto, per lanciare uno spot sulla vitalità della resistenza ucraina, mostrare che era ancora viva e aveva delle ambizioni, soprattutto perché non arrivasse presto una guerra di logoramento che avrebbe favorito i Russi e fatto scemare l’attenzione e il sostegno occidentali, costruiti con fatica, che avevano negli Usa e in GB il centro propulsore mentre il resto del mondo già graduava da una larga perplessità europea, che seguiva il padrone Usa obtorto collo, a una vera e propria contrarietà di quasi tutto il resto del mondo.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/La_fine_7_dic_23.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nhttps://www.cop28.com\r\n\r\nCop28, a Dubai i lobbisti del fossile sono quadruplicati\r\n\r\nGli affari nucleari di Bill Gates hanno fatto irruzione alla COP28 sul clima\r\n\r\nNuclear Now - lo spot nuclearista di Oliver Stone\r\n\r\n**\r\n\r\n\u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>Post\u003C/mark> Miscalculations, divisions marked offensive planning by U.S., Ukraine\r\n\r\nA Dubai russi e ucraini gomito a gomito in nome degli affari\r\n\r\nhttps://www.theuardian.com/environment/video/2023/dec/04/cop28-president-al-jaber-no-science-fossil-fuels-remarks-misrepresented-video",[353],{"field":102,"matched_tokens":354,"snippet":350,"value":351},[78,79],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":150,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":50},{"document":357,"highlight":371,"highlights":376,"text_match":146,"text_match_info":379},{"comment_count":50,"id":358,"is_sticky":50,"permalink":359,"podcastfilter":360,"post_author":361,"post_content":362,"post_date":363,"post_excerpt":56,"post_id":358,"post_modified":364,"post_thumbnail":365,"post_title":366,"post_type":343,"sort_by_date":367,"tag_links":368,"tags":370},"80492","http://radioblackout.org/podcast/stakkastakka-22-febbraio-2023-eliminiamola/",[302],"underscore","Puntata monografica sull'inchiesta internazione che coinvolge eliminalia, un azienda di reputazione online che rimuove o nasconde le tracce dei propri clienti dalla rete. Apprfondiamo l'argomento con Riccardo Coluccini uno dei giornalisti che ha collaborato all'edizione italiana dell'inchiesta.\r\n\r\nWashington Post: Eliminalia Fake News Disinformation\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://irpimedia.irpi.eu/storykillers-idra-disinformazione/\r\n\r\n[embed]https://irpimedia.irpi.eu/storykillers-eliminalia-lavanderia-reputazione-online/[/embed]","3 Marzo 2023","2023-03-03 09:12:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/hydra1-200x110.jpg","StakkaStakka 22 Febbraio 2023 - Eliminiamola",1677834743,[369],"http://radioblackout.org/tag/eliminalia/",[326],{"post_content":372},{"matched_tokens":373,"snippet":374,"value":375},[78,79],"ha collaborato all'edizione italiana dell'inchiesta.\r\n\r\n\u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>Post\u003C/mark>: Eliminalia Fake News Disinformation\r\n\r\n \r","Puntata monografica sull'inchiesta internazione che coinvolge eliminalia, un azienda di reputazione online che rimuove o nasconde le tracce dei propri clienti dalla rete. Apprfondiamo l'argomento con Riccardo Coluccini uno dei giornalisti che ha collaborato all'edizione italiana dell'inchiesta.\r\n\r\n\u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>Post\u003C/mark>: Eliminalia Fake News Disinformation\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://irpimedia.irpi.eu/storykillers-idra-disinformazione/\r\n\r\n[embed]https://irpimedia.irpi.eu/storykillers-eliminalia-lavanderia-reputazione-online/[/embed]",[377],{"field":102,"matched_tokens":378,"snippet":374,"value":375},[78,79],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":150,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":50},{"document":381,"highlight":394,"highlights":399,"text_match":146,"text_match_info":402},{"comment_count":50,"id":382,"is_sticky":50,"permalink":383,"podcastfilter":384,"post_author":385,"post_content":386,"post_date":387,"post_excerpt":56,"post_id":382,"post_modified":388,"post_thumbnail":389,"post_title":390,"post_type":343,"sort_by_date":391,"tag_links":392,"tags":393},"56323","http://radioblackout.org/podcast/malcolm-il-rosso-la-perla-di-labuan-29-11-2019/",[296],"eraunanotte..."," \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/2019.11.29-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\"Con ogni mezzo necessario\" e \"L'uomo bianco é il diavolo\" proclamò Malcolm X, il leader che portò il movimento afro-americano oltre l'orizzonte dei diritti civili e della non violenza. Ma non é stato sempre così, prima ci fu il Rosso di Detroit che vestiva abiti sgargianti, le sue attività preferite erano lo spaccio, il gioco d'azzardo e il lindy hoop. E' lui a raccontare in prima persona nella sua Autobiografia scritta con l'aiuto dello scrittore e giornalista Alex Haley da cui nel 1992 il regista Spike Lee trasse l'omonimo film interpretato da Denzel Washington. \"Ero attirato dai giovani leoni ben vestiti che stavano agli angoli della strada o nelle sale da biliardo e che, com'era chiaro, non lavoravano. Non mi riusciva di capire come riuscissero ad avere i capelli lisci e lucenti come quelli dei bianchi.\" La stiratura dei capelli era l'operazione dolorosa con cui molti neri tentavano di attenuare la differenza con i bianchi, che abbandonarono con la riscoperta dell'orgoglio delle origini. Nella sale da ballo, alla musica di Count Basie e Billie Holiday, il colore della pelle non contava. \"Io facevo girare su se stesse le ragazze così velocemente che le loro gonne schioccavano. C'erano ragazze dalla pelle molto nera, gialla e persino un paio di bianche. Le facevo volare intorno ai miei fianchi, sopra le mie spalle, nell'aria. Non avrei potuto essere più contento.\" Poi il Rosso di Detroit divenne Malcolm X e fu assassinato nel 1965 durante un discorso pubblico all'età di 39 anni, con sette colpi di arma da fuoco. I suoi seguaci accusarono la Nazione dell'Islam, ma le prove non ci furono mai. Un giornalista del Washington Post parlò di un complotto governativo. Alex Haley scrisse nel 1976 \"Radici - Storia di una famiglia americana\" da cui furono tratte due versioni televisive. \"Il sindaco La Guardia chiuse il Savoy Ballroom. Si disse che la vera ragione era impedire che i negri ballassero con le bianche. Ma le bianche ci venivano volontariamente a cercare i negri.\" Buon ascolto.","5 Dicembre 2019","2019-12-17 06:57:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/MX-200x110.jpg","MALCOLM IL ROSSO - LA PERLA DI LABUAN 29/11/2019",1575559264,[],[],{"post_content":395},{"matched_tokens":396,"snippet":397,"value":398},[78,79],"furono mai. Un giornalista del \u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>Post\u003C/mark> parlò di un complotto governativo."," \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/2019.11.29-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\"Con ogni mezzo necessario\" e \"L'uomo bianco é il diavolo\" proclamò Malcolm X, il leader che portò il movimento afro-americano oltre l'orizzonte dei diritti civili e della non violenza. Ma non é stato sempre così, prima ci fu il Rosso di Detroit che vestiva abiti sgargianti, le sue attività preferite erano lo spaccio, il gioco d'azzardo e il lindy hoop. E' lui a raccontare in prima persona nella sua Autobiografia scritta con l'aiuto dello scrittore e giornalista Alex Haley da cui nel 1992 il regista Spike Lee trasse l'omonimo film interpretato da Denzel \u003Cmark>Washington\u003C/mark>. \"Ero attirato dai giovani leoni ben vestiti che stavano agli angoli della strada o nelle sale da biliardo e che, com'era chiaro, non lavoravano. Non mi riusciva di capire come riuscissero ad avere i capelli lisci e lucenti come quelli dei bianchi.\" La stiratura dei capelli era l'operazione dolorosa con cui molti neri tentavano di attenuare la differenza con i bianchi, che abbandonarono con la riscoperta dell'orgoglio delle origini. Nella sale da ballo, alla musica di Count Basie e Billie Holiday, il colore della pelle non contava. \"Io facevo girare su se stesse le ragazze così velocemente che le loro gonne schioccavano. C'erano ragazze dalla pelle molto nera, gialla e persino un paio di bianche. Le facevo volare intorno ai miei fianchi, sopra le mie spalle, nell'aria. Non avrei potuto essere più contento.\" Poi il Rosso di Detroit divenne Malcolm X e fu assassinato nel 1965 durante un discorso pubblico all'età di 39 anni, con sette colpi di arma da fuoco. I suoi seguaci accusarono la Nazione dell'Islam, ma le prove non ci furono mai. Un giornalista del \u003Cmark>Washington\u003C/mark> \u003Cmark>Post\u003C/mark> parlò di un complotto governativo. Alex Haley scrisse nel 1976 \"Radici - Storia di una famiglia americana\" da cui furono tratte due versioni televisive. \"Il sindaco La Guardia chiuse il Savoy Ballroom. Si disse che la vera ragione era impedire che i negri ballassero con le bianche. Ma le bianche ci venivano volontariamente a cercare i negri.\" Buon ascolto.",[400],{"field":102,"matched_tokens":401,"snippet":397,"value":398},[78,79],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":150,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":50},{"document":404,"highlight":421,"highlights":426,"text_match":251,"text_match_info":429},{"comment_count":50,"id":405,"is_sticky":50,"permalink":406,"podcastfilter":407,"post_author":294,"post_content":408,"post_date":409,"post_excerpt":56,"post_id":405,"post_modified":410,"post_thumbnail":411,"post_title":412,"post_type":343,"sort_by_date":413,"tag_links":414,"tags":419},"17428","http://radioblackout.org/podcast/spie-senza-frontiere/",[294],"Il caso Snowden è stato un buon pretesto per una diretta sulle tante forme del controllo, che lo Stato, le varie agenzie pubbliche e private che esercitano quotidianamente sulle nostre vite con il pretesto della sicurezza.\r\nAnarres ne ha parlato con Peppe, collaboratore di Umanità Nova.\r\nAscolta la diretta\r\n2013 07 04 peppe snowden\r\n\r\nSullo stesso argomento vi proponiamo di seguito un articolo, uscito di recente sulle pagine del settimanale anarchico, \"La sindrome di onnipotenza\"\r\n\r\nGli animali, e gli esseri umani fra questi, sono naturalmente curiosi. Ma quando perdono il loro tempo ad occuparsi, senza una precisa ragione, di cose futili la curiosità si trasforma facilmente in sindrome di onnipotenza. Per esempio, a chi mai potrebbe interessare che da un computer che si collega ad Internet dalla Città del Vaticano qualcuno scarica e/o guarda film porno? A chi quali tipi di formaggi una persona acquista di solito o dove ha passato l'ultimo fine settimana?\r\nOggi, tutte le nostre azioni, anche le più banali, vengono registrate e archiviate su qualche computer che non necessariamente è collocato in Italia. A questa raccolta contribuiscono i telefonini che ci portiamo sempre dietro; più sono \"intelligenti\" e più informazioni collezionano sulla nostra vita, a partire dalla nostra posizione e dalle chiamate fatte e ricevute. Per non parlare delle informazioni raccolte quando usiamo Internet: se chi visita un sito avesse idea di quanti altri computer vengono informati sulla pagina web che ha aperto, forse potrebbe iniziare a capire la portata del problema.\r\nLa quantità ormai incalcolabile di informazioni e dati che vengono continuamente registrati, si possono dividere in due grandi categorie. La prima (spesso chiamata \"meta-dati\") riguarda le informazioni che collegano le persone fra di loro ed ognuna di esse ai propri comportamenti: a chi telefoniamo e quante volte, quanti SMS spediamo a quel determinato numero, quali sono i siti web che visitiamo, dove siamo stati ieri sera, dove andiamo a fare la spesa, e l'elenco potrebbe continuare per pagine. I secondi invece riguardano i contenuti: cosa ci siamo detti per telefono o scritto via e-mail, cosa abbiamo comprato in quel negozio, cosa abbiamo pubblicato su un forum o un blog, e via dicendo.\r\nTutte queste informazioni sono sparse un po' dappertutto, dai computer delle società di telecomunicazione, a quelli di banche, negozi e servizi Internet. Controllare tutto questo in tempo reale è chiaramente alquanto complicato e quindi i governi, tramite le loro agenzie di sicurezza, sono attrezzati per operare su due linee diverse: tenere sotto controllo costante e continuo \"i soliti sospetti\", che costituiscono una piccola parte della popolazione e garantirsi la possibilità di avere accesso - senza incontrare troppi problemi - anche ai dati che riguardano qualsiasi altra persona.\r\nPer ottenere questo secondo risultato vengono usati sia mezzi palesi che segreti.\r\nL'ultimo caso, in ordine di tempo, a proposito di sistemi di controllo segreti è scoppiato all'inizio di giugno, quando Edward Snowden ha rivelato l'esistenza di \"Prism\", un sistema che permette alla famigerata NSA di avere accesso ai dati che passano attraverso i maggiori fornitori di servizi Internet del mondo (Google, FaceBook, ecc...) e contemporaneamente al governo di mentire ai cittadini americani a proposito dell'ampiezza della sorveglianza in atto. Ha anche parlato degli attacchi informatici portati dagli USA contro la Cina ed altre nazioni, proprio mentre Washington continua a lamentarsi con Pechino del contrario. L'amministrazione Obama ha accusato il colpo, rispondendo che il sistema spia esclusivamente i cittadini non statunitensi che sono indagati o sospettati di reati legati al terrorismo o ai crimini informatici e i giganti della Rete hanno negato che qualcuno abbia libero accesso ai loro server e chiesto l'autorizzazione a rendere pubbliche le richieste di dati che gli vengono rivolte. Bisogna essere davvero ingenui per credere a qualcuna delle parti in causa, visto che il Congresso statunitense ha nominato una commissione per indagare sui risvolti interni delle attività spionistiche di \"Prism\" e, secondo alcune fonti, la stessa NSA ha dichiarato in una seduta segreta di non avere bisogno dell'autorizzazione di un giudice per ascoltare le telefonate, per leggere i messaggi di posta elettronica, gli SMS e tutto il resto.\r\nI commentatori più benevoli fanno risalire questo delirio di onnipotenza spionistico al \"trauma\" post 11 settembre, quando le tanto potenti agenzie di sicurezza fallirono miseramente nel prevenire gli attentati aerei. In realtà sia la CIA che il FBI avevano già nella loro \"lista nera\" alcuni degli attentatori ma, forse per problemi di coordinamento, non hanno saputo utilizzare proficuamente queste informazioni. Lo stesso sventato attentato del 2009 contro la metropolitana di New York, che spesso viene sbandierato come un successo dovuto al sistema di sorveglianza, è ancora avvolto nel più fitto mistero per quello che riguarda i dettagli, non di poco conto, rispetto a \"come\" i servizi di sicurezza siano venuti a conoscenza del piano se controllano solo i \"meta-dati\" e non i contenuti delle conversazioni. Non è poi da sottovalutare il fatto che una rete di sorveglianza così segreta, complicata, estesa e capillare rappresenta sicuramente anche una ottima occasione di affari per tutti coloro che in qualche modo vi sono coinvolti.\r\nNon è certo la prima volta che viene alla luce l'esistenza di un sistema segreto che spia la popolazione, qualcuno ricorderà il caso \"Echelon\", giusto per citarne uno, ma in tutti i casi dopo un primo momento di sana indignazione e proteste varie, la cosa viene presto dimenticata, fino alla prossima rivelazione.\r\nQuesto avviene sia perché la maggior parte delle persone ritiene ragionevole che ci sia qualcuno che controlli le comunicazioni, sia perché dopo un po' di tempo le notizie come quella relativa a \"Prism\" finiscono nel dimenticatoio o nel serbatoio che alimenta le teorie del complotto.\r\nIntanto, tornando alla cronaca, sabato 15 giugno un centinaio di persone hanno dato vita ad Hong Kong ad un corteo in favore di Snowden, che, ci fa sapere un sondaggio è considerato un \"eroe\" dal 40% mentre dovrebbe essere punito per quello che ha fatto secondo il 45% degli inglesi che hanno risposto ad un questionario on-line. Inevitabile poi l'annuncio che la storia potrebbe presto approdare sul grande schermo. Intanto, nello Utah, la NSA stanno terminando la ristrutturazione di una parte della base della Guardia Nazionale, costo stimato 1,7 miliardi di dollari, che entro il prossimo mese di settembre dovrebbe ospitare un ennesimo \"super computer\" dove archiviare i dati raccolti, che diventano sempre di più.\r\nLa sindrome di onnipotenza, per sua definizione, non conosce limiti.\r\nPepsy","13 Luglio 2013","2018-10-17 22:59:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/07/prism-200x110.jpg","Spie senza frontiere",1373727296,[415,416,417,418],"http://radioblackout.org/tag/controllo/","http://radioblackout.org/tag/nsa/","http://radioblackout.org/tag/prism/","http://radioblackout.org/tag/snowden/",[420,310,314,324],"controllo",{"post_content":422},{"matched_tokens":423,"snippet":424,"value":425},[78],"ed altre nazioni, proprio mentre \u003Cmark>Washington\u003C/mark> continua a lamentarsi con Pechino","Il caso Snowden è stato un buon pretesto per una diretta sulle tante forme del controllo, che lo Stato, le varie agenzie pubbliche e private che esercitano quotidianamente sulle nostre vite con il pretesto della sicurezza.\r\nAnarres ne ha parlato con Peppe, collaboratore di Umanità Nova.\r\nAscolta la diretta\r\n2013 07 04 peppe snowden\r\n\r\nSullo stesso argomento vi proponiamo di seguito un articolo, uscito di recente sulle pagine del settimanale anarchico, \"La sindrome di onnipotenza\"\r\n\r\nGli animali, e gli esseri umani fra questi, sono naturalmente curiosi. Ma quando perdono il loro tempo ad occuparsi, senza una precisa ragione, di cose futili la curiosità si trasforma facilmente in sindrome di onnipotenza. Per esempio, a chi mai potrebbe interessare che da un computer che si collega ad Internet dalla Città del Vaticano qualcuno scarica e/o guarda film porno? A chi quali tipi di formaggi una persona acquista di solito o dove ha passato l'ultimo fine settimana?\r\nOggi, tutte le nostre azioni, anche le più banali, vengono registrate e archiviate su qualche computer che non necessariamente è collocato in Italia. A questa raccolta contribuiscono i telefonini che ci portiamo sempre dietro; più sono \"intelligenti\" e più informazioni collezionano sulla nostra vita, a partire dalla nostra posizione e dalle chiamate fatte e ricevute. Per non parlare delle informazioni raccolte quando usiamo Internet: se chi visita un sito avesse idea di quanti altri computer vengono informati sulla pagina web che ha aperto, forse potrebbe iniziare a capire la portata del problema.\r\nLa quantità ormai incalcolabile di informazioni e dati che vengono continuamente registrati, si possono dividere in due grandi categorie. La prima (spesso chiamata \"meta-dati\") riguarda le informazioni che collegano le persone fra di loro ed ognuna di esse ai propri comportamenti: a chi telefoniamo e quante volte, quanti SMS spediamo a quel determinato numero, quali sono i siti web che visitiamo, dove siamo stati ieri sera, dove andiamo a fare la spesa, e l'elenco potrebbe continuare per pagine. I secondi invece riguardano i contenuti: cosa ci siamo detti per telefono o scritto via e-mail, cosa abbiamo comprato in quel negozio, cosa abbiamo pubblicato su un forum o un blog, e via dicendo.\r\nTutte queste informazioni sono sparse un po' dappertutto, dai computer delle società di telecomunicazione, a quelli di banche, negozi e servizi Internet. Controllare tutto questo in tempo reale è chiaramente alquanto complicato e quindi i governi, tramite le loro agenzie di sicurezza, sono attrezzati per operare su due linee diverse: tenere sotto controllo costante e continuo \"i soliti sospetti\", che costituiscono una piccola parte della popolazione e garantirsi la possibilità di avere accesso - senza incontrare troppi problemi - anche ai dati che riguardano qualsiasi altra persona.\r\nPer ottenere questo secondo risultato vengono usati sia mezzi palesi che segreti.\r\nL'ultimo caso, in ordine di tempo, a proposito di sistemi di controllo segreti è scoppiato all'inizio di giugno, quando Edward Snowden ha rivelato l'esistenza di \"Prism\", un sistema che permette alla famigerata NSA di avere accesso ai dati che passano attraverso i maggiori fornitori di servizi Internet del mondo (Google, FaceBook, ecc...) e contemporaneamente al governo di mentire ai cittadini americani a proposito dell'ampiezza della sorveglianza in atto. Ha anche parlato degli attacchi informatici portati dagli USA contro la Cina ed altre nazioni, proprio mentre \u003Cmark>Washington\u003C/mark> continua a lamentarsi con Pechino del contrario. L'amministrazione Obama ha accusato il colpo, rispondendo che il sistema spia esclusivamente i cittadini non statunitensi che sono indagati o sospettati di reati legati al terrorismo o ai crimini informatici e i giganti della Rete hanno negato che qualcuno abbia libero accesso ai loro server e chiesto l'autorizzazione a rendere pubbliche le richieste di dati che gli vengono rivolte. Bisogna essere davvero ingenui per credere a qualcuna delle parti in causa, visto che il Congresso statunitense ha nominato una commissione per indagare sui risvolti interni delle attività spionistiche di \"Prism\" e, secondo alcune fonti, la stessa NSA ha dichiarato in una seduta segreta di non avere bisogno dell'autorizzazione di un giudice per ascoltare le telefonate, per leggere i messaggi di \u003Cmark>post\u003C/mark>a elettronica, gli SMS e tutto il resto.\r\nI commentatori più benevoli fanno risalire questo delirio di onnipotenza spionistico al \"trauma\" \u003Cmark>post\u003C/mark> 11 settembre, quando le tanto potenti agenzie di sicurezza fallirono miseramente nel prevenire gli attentati aerei. In realtà sia la CIA che il FBI avevano già nella loro \"lista nera\" alcuni degli attentatori ma, forse per problemi di coordinamento, non hanno saputo utilizzare proficuamente queste informazioni. Lo stesso sventato attentato del 2009 contro la metropolitana di New York, che spesso viene sbandierato come un successo dovuto al sistema di sorveglianza, è ancora avvolto nel più fitto mistero per quello che riguarda i dettagli, non di poco conto, rispetto a \"come\" i servizi di sicurezza siano venuti a conoscenza del piano se controllano solo i \"meta-dati\" e non i contenuti delle conversazioni. Non è poi da sottovalutare il fatto che una rete di sorveglianza così segreta, complicata, estesa e capillare rappresenta sicuramente anche una ottima occasione di affari per tutti coloro che in qualche modo vi sono coinvolti.\r\nNon è certo la prima volta che viene alla luce l'esistenza di un sistema segreto che spia la popolazione, qualcuno ricorderà il caso \"Echelon\", giusto per citarne uno, ma in tutti i casi dopo un primo momento di sana indignazione e proteste varie, la cosa viene presto dimenticata, fino alla prossima rivelazione.\r\nQuesto avviene sia perché la maggior parte delle persone ritiene ragionevole che ci sia qualcuno che controlli le comunicazioni, sia perché dopo un po' di tempo le notizie come quella relativa a \"Prism\" finiscono nel dimenticatoio o nel serbatoio che alimenta le teorie del complotto.\r\nIntanto, tornando alla cronaca, sabato 15 giugno un centinaio di persone hanno dato vita ad Hong Kong ad un corteo in favore di Snowden, che, ci fa sapere un sondaggio è considerato un \"eroe\" dal 40% mentre dovrebbe essere punito per quello che ha fatto secondo il 45% degli inglesi che hanno risposto ad un questionario on-line. Inevitabile poi l'annuncio che la storia potrebbe presto approdare sul grande schermo. Intanto, nello Utah, la NSA stanno terminando la ristrutturazione di una parte della base della Guardia Nazionale, costo stimato 1,7 miliardi di dollari, che entro il prossimo mese di settembre dovrebbe ospitare un ennesimo \"super computer\" dove archiviare i dati raccolti, che diventano sempre di più.\r\nLa sindrome di onnipotenza, per sua definizione, non conosce limiti.\r\nPepsy",[427],{"field":102,"matched_tokens":428,"snippet":424,"value":425},[78],{"best_field_score":253,"best_field_weight":149,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":254,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":50},{"document":431,"highlight":445,"highlights":450,"text_match":453,"text_match_info":454},{"comment_count":50,"id":432,"is_sticky":50,"permalink":433,"podcastfilter":434,"post_author":53,"post_content":435,"post_date":436,"post_excerpt":56,"post_id":432,"post_modified":437,"post_thumbnail":438,"post_title":439,"post_type":343,"sort_by_date":440,"tag_links":441,"tags":443},"97142","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-10-04-2025-la-societa-cinese-al-tempo-dei-dazi-il-teerrore-sinstalla-a-port-au-prince-dietro-al-ballottaggio-tanti-ecuador/",[304],"La Guerra dei dazi impatta con il Partito comunista cinese e la società cinese, decoupling e reazioni alla confusione trumpiana. Violenze se possibile ancora più efferate a Port-au-Prince, blocco di merci, fame e migrazione; muro dominicano, traffici di armi e droga. Noboa vs Gonzáles: il ballottaggio in Ecuador vede il confronto dei molti mondi che compongono il paese..\r\n\r\nI reciproci tentativi di isolare il nemico dal mercato\r\nAbbiamo chiesto ad Alessandra Colarizi, direttrice editoriale di “China Files”, di restituirci un’idea di quello che può essere lo sguardo della società cinese sulla scomposta guerra commerciale trumpiana.\r\nA iniziare dall’identificazione di eventuali nuovi partner commerciali in sostituzione del mercato statunitense (considerando anche un’improbabile ulteriore estensione della presenza cinese in Africa, a fronte di un più probabile controllo della regione limitrofa – il libero scambio con Corea e Giappone? – e dell’Asean), o di assorbimento interno di parte delle esportazioni; prendendo poi in considerazione le contromisure non solo tariffarie adottate dal governo cinese, mirate e dunque già meditate prima che si scatenasse la buriana; la riduzione dei bond americani in pancia alle casse di Pechino (secondo detentore mondiale del debito di Washington); la creazione del welfare.\r\nSi è inserito anche il problema dei porti di Panama e degli altri scali interessati all’operazione di Trump, che mira a mettere sotto pressione la Cina. Il problema è quanto la guerra commerciale vada a impattare sul mercato del lavoro e sulle condizioni dei lavoratori cinesi, che hanno saputo inscenare “incidenti di massa” per protestare contro la recessione della qualità della vita.\r\nQueste ostilità si vanno a inserire in una contingenza che vede dal covid e dalla bolla immobiliare in avanti la situazione economico-finanziaria meno positiva e arrembante nello sviluppo commerciale cinese, che viene tamponata con il nazionalismo e la rivalità con gli Usa, quindi la guerra commerciale scatenata da Trump potrebbe essere un atout per rinforzare la difesa. Si va dipingendo un gioco di guerra che vede i due contendenti intenti a isolare il nemico nel suo recinto, precludendogli relazioni commerciali con il resto del mondo.\r\nSicuramente i prodotti cinesi sono concorrenziali con qualsiasi altro prodotto per qualità/prezzo, a prescindere da qualsiasi guerra di dazi. Rimane da vedere se il prevedibile mafioso della Casa Bianca non imporrà all'Europa di applicare le stesse tariffe comminate alla Cina dalla inaffidabile amministrazione trumpiana, altrimenti...\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/6raaHK91qq3LlnKS8tT0Ur?si=Pml1A4qlS1u5_IZ_tKoXxA\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti sull’Asia orientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/AlessandraColarizi_Decoupling-Forzato.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGangs of Port-au-Prince\r\nNon si arresta la vendetta coloniale per l’atto rivoluzionario di indipendenza di Toussaint Louverture che nel 1791 fece di Haiti la prima colonia affrancata dal giogo francese. Infatti l’indifferenza per le condizioni disastrose in cui versa in particolare la capitale e la crisi esistenziale di un paese privo di risorse, saccheggiato da gang che spadroneggiano facendosi beffe di truppe keniane dell’Onu e armate dalla vicina Florida.\r\nRoberto Codazzi ci aggiorna sulla situazione, ma soprattutto dipinge il quadro per cui riusciamo a farci un’idea di cosa significa vivere in queste condizioni, con le gang che controllano tutti i quartieri della capitale tranne uno, con sparuti gruppi di autodifesa di cittadini (e si registrano linciaggi di appartenenti alle gangs catturati), scarsità di cibo, baratto, ritorno alle campagne per poter coltivare almeno il nutrimento, difficoltà di movimenti per i molti posti di blocco gestiti dalle bande e le comunicazioni affidate a eroici giornalisti radiofonici che vengono assassinati, quando si individuano le sedi delle radio. Le uniche merci che transitano tra Miami e Port-au-Prince sono le armi; altra provenienza di armi è dalla Colombia/Venezuela nel sistema del narcotraffico, che vede in Haiti un hub.\r\nTra Repubblica dominicana e Haiti ci sono costanti frizioni, frontiere chiuse – pur se sono concesse aperture a merci per consentire la sopravvivenza in assenza di possibilità di accesso al territorio haitiano. Ora si aggiungono rimpatri e restrizioni sui cittadini haitiani presenti in territorio dominicano, anche se la repubblica dominicana si fonda sulla manodopera a basso costo dei “cugini” haitiani, che ora si contano in misura di circa 2 milioni di presenze in condizioni precarie. Si organizzano marce per l’espulsione dal territorio turistico dominicano.\r\nGli haitiani sono respinti senza interruzione dagli Usa dal mandato di Obama: una situazione consolidata dalle immagini al confine messicano, quando venivano inseguiti con i lazos; i rimpatri sono ora ridotti dalla chiusura degli aeroporti.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/l-ulteriore-deterioramento-della-vita-di-haiti--65552467\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione al Caribe si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/RobertoCodazzi_Gangs-of-Port-au-Prince.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Davide Matrone ,docente universitario e giornalista freelance che vive a Quito , parliamo delle elezioni presidenziali in Ecuador , lunedi ci sarà il ballottaggio fra la candidata di \"Revolucion Ciudadana\", partito legato al correismo ,Luisa Gonzalez e il figlioccio della dinastia più ricca dell'Ecuador ,Daniel Noboa ,attuale presidente . Nonostante qualche scivolone xenofobo sulla questione dei rifugiati venezuelani che vorrebbe rimpatriare forzosamente e l'assenza nella sua campagna elettorale dei temi del lavoro ,Luisa Gonzalez incarna la sinistra che c'è in Ecuador in questo momento storico ,sicuramente lontana dalla radicalità del correismo della prima ora .L'alleanza storica con il movimento indigeno Pachakutik - braccio politico della Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie), la più grande del Paese - guidato da Leonidas Iza sposta il baricentro della \" revolucion ciudadana\" verso posizioni piu' progressiste ed evidenzia il prevalere all'interno delle comunità indigene di posizioni antiliberiste rompendo con il sostegno ai presidenti conservatori Lasso e Noboa dei cosidetti \"ponchos dorados \" la borghesia indigena che aveva fatto blocco con le élite reazionarie di Quito. Noboa ha fallitto totalmente sulla questione della sicurezza in un paese che è diventato hub privilegiato dei narcotrafficanti in America Latina ,tanto da dover ricorrere ai mercenari americani della \"Blackwater\" ,mandando evidenti segnali di debolezza e inadeguatezza nell'affrontare il problema della sicurezza che è molto sentito dalla popolazione che fino a qualche tempo fa viveva in paese considerato realtivamente sicuro ,mentre adesso L'Ecuador ha il tasso di omicidi più elevato del Sudamerica. Il ricorso ai mercenari nordamericani si configura anche come un ingerenza palese di un paese straniero negli affari interni dell'Ecuador ,mentre si manifesta la subordinazione di Noboa alle pretese di Washington che vorrebbe riappropiarsi anche della base militare di Manta , chiusa nel 2006 da Correa.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-nuovo-ciclo-del-correismo--65555974\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione all'America latina si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BASTIONI-10042025-ECUADOR.mp3\"][/audio]","13 Aprile 2025","2025-04-14 12:50:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 10/04/2025- LA SOCIETÀ CINESE AL TEMPO DEI DAZI - IL TERRORE S’INSTALLA A PORT-AU-PRINCE -DIETRO AL BALLOTTAGGIO TANTI ECUADOR",1744540748,[442],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[444],"Bastioni di Orione",{"post_content":446},{"matched_tokens":447,"snippet":448,"value":449},[78],"detentore mondiale del debito di \u003Cmark>Washington\u003C/mark>); la creazione del welfare.\r\nSi","La Guerra dei dazi impatta con il Partito comunista cinese e la società cinese, decoupling e reazioni alla confusione trumpiana. Violenze se possibile ancora più efferate a Port-au-Prince, blocco di merci, fame e migrazione; muro dominicano, traffici di armi e droga. Noboa vs Gonzáles: il ballottaggio in Ecuador vede il confronto dei molti mondi che compongono il paese..\r\n\r\nI reciproci tentativi di isolare il nemico dal mercato\r\nAbbiamo chiesto ad Alessandra Colarizi, direttrice editoriale di “China Files”, di restituirci un’idea di quello che può essere lo sguardo della società cinese sulla scomposta guerra commerciale trumpiana.\r\nA iniziare dall’identificazione di eventuali nuovi partner commerciali in sostituzione del mercato statunitense (considerando anche un’improbabile ulteriore estensione della presenza cinese in Africa, a fronte di un più probabile controllo della regione limitrofa – il libero scambio con Corea e Giappone? – e dell’Asean), o di assorbimento interno di parte delle esportazioni; prendendo poi in considerazione le contromisure non solo tariffarie adottate dal governo cinese, mirate e dunque già meditate prima che si scatenasse la buriana; la riduzione dei bond americani in pancia alle casse di Pechino (secondo detentore mondiale del debito di \u003Cmark>Washington\u003C/mark>); la creazione del welfare.\r\nSi è inserito anche il problema dei porti di Panama e degli altri scali interessati all’operazione di Trump, che mira a mettere sotto pressione la Cina. Il problema è quanto la guerra commerciale vada a impattare sul mercato del lavoro e sulle condizioni dei lavoratori cinesi, che hanno saputo inscenare “incidenti di massa” per protestare contro la recessione della qualità della vita.\r\nQueste ostilità si vanno a inserire in una contingenza che vede dal covid e dalla bolla immobiliare in avanti la situazione economico-finanziaria meno positiva e arrembante nello sviluppo commerciale cinese, che viene tamponata con il nazionalismo e la rivalità con gli Usa, quindi la guerra commerciale scatenata da Trump potrebbe essere un atout per rinforzare la difesa. Si va dipingendo un gioco di guerra che vede i due contendenti intenti a isolare il nemico nel suo recinto, precludendogli relazioni commerciali con il resto del mondo.\r\nSicuramente i prodotti cinesi sono concorrenziali con qualsiasi altro prodotto per qualità/prezzo, a prescindere da qualsiasi guerra di dazi. Rimane da vedere se il prevedibile mafioso della Casa Bianca non imporrà all'Europa di applicare le stesse tariffe comminate alla Cina dalla inaffidabile amministrazione trumpiana, altrimenti...\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/6raaHK91qq3LlnKS8tT0Ur?si=Pml1A4qlS1u5_IZ_tKoXxA\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti sull’Asia orientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/AlessandraColarizi_Decoupling-Forzato.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGangs of Port-au-Prince\r\nNon si arresta la vendetta coloniale per l’atto rivoluzionario di indipendenza di Toussaint Louverture che nel 1791 fece di Haiti la prima colonia affrancata dal giogo francese. Infatti l’indifferenza per le condizioni disastrose in cui versa in particolare la capitale e la crisi esistenziale di un paese privo di risorse, saccheggiato da gang che spadroneggiano facendosi beffe di truppe keniane dell’Onu e armate dalla vicina Florida.\r\nRoberto Codazzi ci aggiorna sulla situazione, ma soprattutto dipinge il quadro per cui riusciamo a farci un’idea di cosa significa vivere in queste condizioni, con le gang che controllano tutti i quartieri della capitale tranne uno, con sparuti gruppi di autodifesa di cittadini (e si registrano linciaggi di appartenenti alle gangs catturati), scarsità di cibo, baratto, ritorno alle campagne per poter coltivare almeno il nutrimento, difficoltà di movimenti per i molti \u003Cmark>post\u003C/mark>i di blocco gestiti dalle bande e le comunicazioni affidate a eroici giornalisti radiofonici che vengono assassinati, quando si individuano le sedi delle radio. Le uniche merci che transitano tra Miami e Port-au-Prince sono le armi; altra provenienza di armi è dalla Colombia/Venezuela nel sistema del narcotraffico, che vede in Haiti un hub.\r\nTra Repubblica dominicana e Haiti ci sono costanti frizioni, frontiere chiuse – pur se sono concesse aperture a merci per consentire la sopravvivenza in assenza di possibilità di accesso al territorio haitiano. Ora si aggiungono rimpatri e restrizioni sui cittadini haitiani presenti in territorio dominicano, anche se la repubblica dominicana si fonda sulla manodopera a basso costo dei “cugini” haitiani, che ora si contano in misura di circa 2 milioni di presenze in condizioni precarie. Si organizzano marce per l’espulsione dal territorio turistico dominicano.\r\nGli haitiani sono respinti senza interruzione dagli Usa dal mandato di Obama: una situazione consolidata dalle immagini al confine messicano, quando venivano inseguiti con i lazos; i rimpatri sono ora ridotti dalla chiusura degli aeroporti.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/l-ulteriore-deterioramento-della-vita-di-haiti--65552467\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione al Caribe si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/RobertoCodazzi_Gangs-of-Port-au-Prince.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Davide Matrone ,docente universitario e giornalista freelance che vive a Quito , parliamo delle elezioni presidenziali in Ecuador , lunedi ci sarà il ballottaggio fra la candidata di \"Revolucion Ciudadana\", partito legato al correismo ,Luisa Gonzalez e il figlioccio della dinastia più ricca dell'Ecuador ,Daniel Noboa ,attuale presidente . Nonostante qualche scivolone xenofobo sulla questione dei rifugiati venezuelani che vorrebbe rimpatriare forzosamente e l'assenza nella sua campagna elettorale dei temi del lavoro ,Luisa Gonzalez incarna la sinistra che c'è in Ecuador in questo momento storico ,sicuramente lontana dalla radicalità del correismo della prima ora .L'alleanza storica con il movimento indigeno Pachakutik - braccio politico della Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie), la più grande del Paese - guidato da Leonidas Iza sposta il baricentro della \" revolucion ciudadana\" verso posizioni piu' progressiste ed evidenzia il prevalere all'interno delle comunità indigene di posizioni antiliberiste rompendo con il sostegno ai presidenti conservatori Lasso e Noboa dei cosidetti \"ponchos dorados \" la borghesia indigena che aveva fatto blocco con le élite reazionarie di Quito. Noboa ha fallitto totalmente sulla questione della sicurezza in un paese che è diventato hub privilegiato dei narcotrafficanti in America Latina ,tanto da dover ricorrere ai mercenari americani della \"Blackwater\" ,mandando evidenti segnali di debolezza e inadeguatezza nell'affrontare il problema della sicurezza che è molto sentito dalla popolazione che fino a qualche tempo fa viveva in paese considerato realtivamente sicuro ,mentre adesso L'Ecuador ha il tasso di omicidi più elevato del Sudamerica. Il ricorso ai mercenari nordamericani si configura anche come un ingerenza palese di un paese straniero negli affari interni dell'Ecuador ,mentre si manifesta la subordinazione di Noboa alle pretese di \u003Cmark>Washington\u003C/mark> che vorrebbe riappropiarsi anche della base militare di Manta , chiusa nel 2006 da Correa.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-nuovo-ciclo-del-correismo--65555974\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione all'America latina si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BASTIONI-10042025-ECUADOR.mp3\"][/audio]",[451],{"field":102,"matched_tokens":452,"snippet":448,"value":449},[78],1155199637401895000,{"best_field_score":455,"best_field_weight":149,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":456,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":32},"1112369528832","1155199637401895025",{"document":458,"highlight":470,"highlights":475,"text_match":453,"text_match_info":478},{"comment_count":50,"id":459,"is_sticky":50,"permalink":460,"podcastfilter":461,"post_author":294,"post_content":462,"post_date":463,"post_excerpt":56,"post_id":459,"post_modified":464,"post_thumbnail":465,"post_title":466,"post_type":343,"sort_by_date":467,"tag_links":468,"tags":469},"95177","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-24-gennaio-crisi-climatica-zone-rosse-e-sorveglianza-rinforzata-una-corte-di-miliardari-e-lamerica-profonda-rivolta-al-cpr-di-gradisca/",[294],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025-01-24-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nChe sia in atto un cambiamento climatico con un’accelerazione senza precedenti, da quando il pianeta è abitato da forme di vita strutturate in comunità è un dato ormai privo di dimostrazioni opposte. Le estese analisi e i risultati cui è pervenuto il lungo lavoro della comunità climatologica portano a una conclusione unica: il clima sta cambiando a una velocità tale per cui le forme di vita vegetali e animali (inclusa quella umana) vengono poste in seria difficoltà di adattamento. Adattamento fisico, chimico, biologico, sociale e migratorio sono a rischio, sottoposti a forzanti indotte dalla produzione industriale, alimentare e trasportistica sempre più energivora. (…)\r\nUn problema di origine capitalista non può avere una soluzione capitalista.\r\nIl riscaldamento globale e la sua accelerazione sono causati principalmente dalle emissioni collegate alle attività umane: industriali, di trasporto e alimentari.\r\nCon Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR, abbiamo anticipato alcuni dei temi di cui parleremo venerdì 31 gennaio alle 21 alla FAT\r\n\r\nZone rosse ed aree a sorveglianza rinforzata\r\nIl governo sperimenta nuovi meccanismi di esclusione e controllo degli indesiderabili. Muri invisibili ma concreti segmentano le città, separando chi può accedere liberamente nelle aree più pregiate e chi deve esserne tenuto fuori.\r\nCon le zone rosse e il daspo urbano il ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia di nuovi strumenti, che le forze del disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.\r\nLa stretta securitaria, collaudata inizialmente a Bologna e Firenze, a dicembre si è estesa a Milano e Napoli, e con l’anno nuovo ha investito Roma, dove la morsa poliziesca durante il giubileo è imponente. A Torino il sindaco annuncia un approccio più “morbido”: niente zone rosse ma aree a “sorveglianza rinforzata”, come a Roma. Difficile cogliere le sfumature di fronte alla declinazione sabauda delle direttive governative. Intanto, dal 27 gennaio al 30 aprile, saranno zone rosse Porta Nuova, San Salvario, Torino centro, Aurora e Barriera di Milano.\r\nNei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\n\r\nStati Uniti. Una corte di miliardari e l’America profonda\r\nDonald Trump si è insediato lunedì. I sostenitori che quattro anni fa avevano fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti all’esterno. L’imperatore li ha arringati firmando immediatamente la grazia per i golpisti condannati, deportazioni di massa dei clandestini che vivono negli States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. La propaganda elettorale di The Donald non finirà mai: è la sua escape strategy di fronte al possibile fallimento di alcuni obiettivi, dei quali potrà imputare le forze oscure che minacciano l’America.\r\nMantiene subito alcune promesse. Appena insediato Trump ha firmato una serie di misure e di ordini esecutivi.\r\nQuesti gli i principali ordini esecutivi firmati dal neopresidente:\r\n- Uscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima.\r\n- Stop al lavoro da casa per i dipendenti federali.\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden che fissa il target del 50% delle vendite di nuovi veicoli elettrici entro il 2030\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden sull'intelligenza artificiale, mossa che spiana la strada al business miliardario del settore, eliminando i già scarsi guard-rail previsti.\r\n- Dichiarata l'emergenza nazionale al confine sud degli Stati Uniti.\r\n- Fine dello ius soli, il diritto di cittadinanza per nascita stabilito dalla Costituzione americana.\r\n- Gli Usa escono dall'Organizzazione mondiale della Sanità\r\n- Revocate le sanzioni sui coloni israeliani in Cisgiordania.\r\nIl presidente che si è insediato il 20 gennaio è molto più forte di quello che prese il potere nel 2016: allora era un outsider inviso alla maggioranza del suo partito, oggi è il cavallo vincente, che ha conquistato il Gop riuscendo a mettere insieme le anime sparse della destra statunitense.\r\nTrump, si è esibito accanto ad una manciata di suoi pari: i miliardari che affollano la sua corte e hanno in mano il vero potere, quello dei social media, il cui controllo è cruciale nella costruzione del consenso. \r\nSul tappeto numerose domande: quanto reggerà il suo blocco sociale, specie quello della Rust Belt, che tanto contribuì al suo precedente successo?\r\nL’unica europea alla sua corte era Giorgia Meloni, che tenta di accreditarsi come ponte tra l’America Trumpiana e un’Europa schiacciata dal ricatto del Friend Shoring imposto in questi anni e cardine delle politiche protezioniste statunitensi.\r\nA Davos Trump ha dettato le regole all’Europa, prima tra tutte un investimento del 5% del Pil in spese militari.\r\nIl programma di Trump è spaventoso. Se riuscirà o meno a realizzarlo dipenderà dalla forza dei movimenti di opposizione che lunedì hanno riempito le piazze di Washington e di tutti gli Stati Uniti con la People March e di tutti coloro che, con tenacia, si battono contro il nuovo imperatore.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nRivolta al CPR di Gradisca\r\nSono giorni di rivolta dentro alle mura del carcere per migranti di Gradisca d’Isonzo, il Cpr in Friuli Venezia-Giulia al confine con la Slovenia, dove sono stipate in vere e proprie gabbie decine di persone.\r\nNegli ultimi dieci giorni, ogni notte, ci sono state proteste, incendi e scontri con le forze dell’ordine. Nonostante cariche, manganellate, pestaggi, spray al peperoncino e lacrimogeni i migranti continuano a lottare contro le condizioni inumane a cui sono sottoposti e l’assenza di informazioni sul proprio destino. Rinchiusi in una prigione per senza documenti potrebbero essere deportati in qualsiasi momento o passarvi un anno e mezzo, prima di essere liberati con un foglio di via.\r\nGiovedì 16 gennaio un recluso è caduto dal tetto della struttura nel tentativo di allontanarsi dal Cpr e far disperdere le proprie tracce. Nella caduta si è fratturato gravemente gli arti ed è stato trasportato in elisoccorso in ospedale. Il clima si è fatto più incandescente la sera di domenica 19 gennaio, quando anche un migrante di origine maghrebina è scivolato dal tetto. Fortunatamente, le ferite riportate non sono state gravi. É frequente che chi tenta la fuga saltando le mura alte dell’ex caserma Polonio si ferisca anche in modo serio. Una decina di anni fa un migrante, finito in coma in seguito alla caduta, perse la vita dopo mesi di agonia in ospedale.\r\nLunedì 20 gennaio un gruppo di una trentina di persone è salito sul tetto dell'ex caserma Polonio, causando ingenti danni agli impianti idraulici ed elettrici e praticando sette varchi nella struttura. Non ci sono stati, diversamente da altre volte, tentativi di fuga. Il giorno successivo è stata incendiata la zona rossa e sono stati creati dei varchi nel plexiglass che delimita le “vasche” che dividono le camerate. La zona rossa, una delle tre in cui è divisa la prigione di Gradisca, è completamente inagibile, così come alcune aree comuni.\r\nMercoledì 22 sono iniziati arresti e deportazioni punitive. Otto migranti sono stati espulsi in Marocco, altri cinquanta, in parte sono stati arrestati, in parte sono stati trasferiti nel CPR di Trapani.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele, un compagno da sempre in prima fila nelle lotte contro i Cpr\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro di Volin\r\n“La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia 1917-1921”\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea insurrezionale di Nestor Machno.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","29 Gennaio 2025","2025-01-29 14:01:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/repressione-viola-200x110.jpg","Anarres del 24 gennaio. Crisi climatica. Zone rosse e sorveglianza rinforzata. Una corte di miliardari e l’America profonda. Rivolta al CPR di Gradisca…",1738159310,[],[],{"post_content":471},{"matched_tokens":472,"snippet":473,"value":474},[61],"animali (inclusa quella umana) vengono \u003Cmark>post\u003C/mark>e in seria difficoltà di adattamento.","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025-01-24-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nChe sia in atto un cambiamento climatico con un’accelerazione senza precedenti, da quando il pianeta è abitato da forme di vita strutturate in comunità è un dato ormai privo di dimostrazioni opposte. Le estese analisi e i risultati cui è pervenuto il lungo lavoro della comunità climatologica portano a una conclusione unica: il clima sta cambiando a una velocità tale per cui le forme di vita vegetali e animali (inclusa quella umana) vengono \u003Cmark>post\u003C/mark>e in seria difficoltà di adattamento. Adattamento fisico, chimico, biologico, sociale e migratorio sono a rischio, sottoposti a forzanti indotte dalla produzione industriale, alimentare e trasportistica sempre più energivora. (…)\r\nUn problema di origine capitalista non può avere una soluzione capitalista.\r\nIl riscaldamento globale e la sua accelerazione sono causati principalmente dalle emissioni collegate alle attività umane: industriali, di trasporto e alimentari.\r\nCon Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR, abbiamo anticipato alcuni dei temi di cui parleremo venerdì 31 gennaio alle 21 alla FAT\r\n\r\nZone rosse ed aree a sorveglianza rinforzata\r\nIl governo sperimenta nuovi meccanismi di esclusione e controllo degli indesiderabili. Muri invisibili ma concreti segmentano le città, separando chi può accedere liberamente nelle aree più pregiate e chi deve esserne tenuto fuori.\r\nCon le zone rosse e il daspo urbano il ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia di nuovi strumenti, che le forze del disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.\r\nLa stretta securitaria, collaudata inizialmente a Bologna e Firenze, a dicembre si è estesa a Milano e Napoli, e con l’anno nuovo ha investito Roma, dove la morsa poliziesca durante il giubileo è imponente. A Torino il sindaco annuncia un approccio più “morbido”: niente zone rosse ma aree a “sorveglianza rinforzata”, come a Roma. Difficile cogliere le sfumature di fronte alla declinazione sabauda delle direttive governative. Intanto, dal 27 gennaio al 30 aprile, saranno zone rosse Porta Nuova, San Salvario, Torino centro, Aurora e Barriera di Milano.\r\nNei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\n\r\nStati Uniti. Una corte di miliardari e l’America profonda\r\nDonald Trump si è insediato lunedì. I sostenitori che quattro anni fa avevano fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti all’esterno. L’imperatore li ha arringati firmando immediatamente la grazia per i golpisti condannati, deportazioni di massa dei clandestini che vivono negli States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. La propaganda elettorale di The Donald non finirà mai: è la sua escape strategy di fronte al possibile fallimento di alcuni obiettivi, dei quali potrà imputare le forze oscure che minacciano l’America.\r\nMantiene subito alcune promesse. Appena insediato Trump ha firmato una serie di misure e di ordini esecutivi.\r\nQuesti gli i principali ordini esecutivi firmati dal neopresidente:\r\n- Uscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima.\r\n- Stop al lavoro da casa per i dipendenti federali.\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden che fissa il target del 50% delle vendite di nuovi veicoli elettrici entro il 2030\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden sull'intelligenza artificiale, mossa che spiana la strada al business miliardario del settore, eliminando i già scarsi guard-rail previsti.\r\n- Dichiarata l'emergenza nazionale al confine sud degli Stati Uniti.\r\n- Fine dello ius soli, il diritto di cittadinanza per nascita stabilito dalla Costituzione americana.\r\n- Gli Usa escono dall'Organizzazione mondiale della Sanità\r\n- Revocate le sanzioni sui coloni israeliani in Cisgiordania.\r\nIl presidente che si è insediato il 20 gennaio è molto più forte di quello che prese il potere nel 2016: allora era un outsider inviso alla maggioranza del suo partito, oggi è il cavallo vincente, che ha conquistato il Gop riuscendo a mettere insieme le anime sparse della destra statunitense.\r\nTrump, si è esibito accanto ad una manciata di suoi pari: i miliardari che affollano la sua corte e hanno in mano il vero potere, quello dei social media, il cui controllo è cruciale nella costruzione del consenso. \r\nSul tappeto numerose domande: quanto reggerà il suo blocco sociale, specie quello della Rust Belt, che tanto contribuì al suo precedente successo?\r\nL’unica europea alla sua corte era Giorgia Meloni, che tenta di accreditarsi come ponte tra l’America Trumpiana e un’Europa schiacciata dal ricatto del Friend Shoring imposto in questi anni e cardine delle politiche protezioniste statunitensi.\r\nA Davos Trump ha dettato le regole all’Europa, prima tra tutte un investimento del 5% del Pil in spese militari.\r\nIl programma di Trump è spaventoso. Se riuscirà o meno a realizzarlo dipenderà dalla forza dei movimenti di opposizione che lunedì hanno riempito le piazze di \u003Cmark>Washington\u003C/mark> e di tutti gli Stati Uniti con la People March e di tutti coloro che, con tenacia, si battono contro il nuovo imperatore.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nRivolta al CPR di Gradisca\r\nSono giorni di rivolta dentro alle mura del carcere per migranti di Gradisca d’Isonzo, il Cpr in Friuli Venezia-Giulia al confine con la Slovenia, dove sono stipate in vere e proprie gabbie decine di persone.\r\nNegli ultimi dieci giorni, ogni notte, ci sono state proteste, incendi e scontri con le forze dell’ordine. Nonostante cariche, manganellate, pestaggi, spray al peperoncino e lacrimogeni i migranti continuano a lottare contro le condizioni inumane a cui sono sottoposti e l’assenza di informazioni sul proprio destino. Rinchiusi in una prigione per senza documenti potrebbero essere deportati in qualsiasi momento o passarvi un anno e mezzo, prima di essere liberati con un foglio di via.\r\nGiovedì 16 gennaio un recluso è caduto dal tetto della struttura nel tentativo di allontanarsi dal Cpr e far disperdere le proprie tracce. Nella caduta si è fratturato gravemente gli arti ed è stato trasportato in elisoccorso in ospedale. Il clima si è fatto più incandescente la sera di domenica 19 gennaio, quando anche un migrante di origine maghrebina è scivolato dal tetto. Fortunatamente, le ferite riportate non sono state gravi. É frequente che chi tenta la fuga saltando le mura alte dell’ex caserma Polonio si ferisca anche in modo serio. Una decina di anni fa un migrante, finito in coma in seguito alla caduta, perse la vita dopo mesi di agonia in ospedale.\r\nLunedì 20 gennaio un gruppo di una trentina di persone è salito sul tetto dell'ex caserma Polonio, causando ingenti danni agli impianti idraulici ed elettrici e praticando sette varchi nella struttura. Non ci sono stati, diversamente da altre volte, tentativi di fuga. Il giorno successivo è stata incendiata la zona rossa e sono stati creati dei varchi nel plexiglass che delimita le “vasche” che dividono le camerate. La zona rossa, una delle tre in cui è divisa la prigione di Gradisca, è completamente inagibile, così come alcune aree comuni.\r\nMercoledì 22 sono iniziati arresti e deportazioni punitive. Otto migranti sono stati espulsi in Marocco, altri cinquanta, in parte sono stati arrestati, in parte sono stati trasferiti nel CPR di Trapani.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele, un compagno da sempre in prima fila nelle lotte contro i Cpr\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro di Volin\r\n“La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia 1917-1921”\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea insurrezionale di Nestor Machno.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[476],{"field":102,"matched_tokens":477,"snippet":473,"value":474},[61],{"best_field_score":455,"best_field_weight":149,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":456,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":32},6637,{"collection_name":343,"first_q":74,"per_page":287,"q":74},7,["Reactive",483],{},["Set"],["ShallowReactive",486],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f0ktS-km53Osre27D5bfupNLPmAM7Jlpd2nnsNInUL1o":-1},true,"/search?query=washington+post"]