mario monti
Vi ricordate dell’impegno del governo italiano a far pagare l’IMU alla chiesa cattolica? Impegno preso, obtorto collo, dopo la condanna dell’UE per il mancato pagamento della vecchia ICI?
Non se ne fa niente: il governo dei “tecnici” non ha trovato in sette mesi il tempo per stabilire quali immobili siano soggetti a tassazione, quindi, per quest’anno difficilmente la chiesa pagherà. Se il decreto dovesse arrivare all’ultimo momento la chiesa avrebbe buon gioco a presentare ricorso. Poi si vedrà: a pagare c’é sempre tempo.
La legge approvata dal Parlamento nell’inverno scorso non è utilizzabile, perché manca l’atto amministrativo del Tesoro che stabilisca effettivamente quando l’attività “dichiarata” non profit di chiese, partiti e fondazioni è da considerarsi esclusivamente non commerciale e quanto debba essere versato al fisco. Non un dettaglio secondario: senza il decreto del ministro Grilli la nuova Ici è una pistola caricata a salve, o meglio, a salmi.
Nulla di cui stupirsi: tra gli infiniti tagli imposti dal governo Monti in questi mesi non un euro è stato tagliato alla chiesa cattolica, la cui influenza sul potere politico è stata di recente confermata dalla decisione del governo di presentare ricorso contro la condanna della Corte Europea della norma della legge 40 sulla fecondazione assistita, che proibisce la diagnosi preimpianto degli embrioni.
Ne abbiamo parlato con Francesco che ha evidenziato i meccanismi di una vera truffa di Stato.
Sotto il rassicurante titolo di “disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici”, l’esecutivo Monti ha presentato la sua ricetta contro la crisi.
L’analisi in termini sociali di Massimo Varengo a Radio Blackout.
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