scorie
Produrre reattori nucleari nel sito di Mirafiori? “Se Newcleo (startup che investe nel “nucleare pulito”) va avanti potrebbe starci. Le stime sono di due miliardi circa per la costruzione di ogni piccolo reattore nucleare di quarta generazione, con ricadute occupazionali e di qualificazione professionale. Significa davvero un passo verso il futuro. Siamo ancora in una […]
Lunedì 11 marzo. In nottata le barre di scorie nucleari sono state trasportate su camion dal deposito della Sogin a Saluggia allo stabilimento di smistamento a Vercelli. Il treno destinato a trasportarle all’impianto di riprocessamento di La Hague in Francia è pronto e presidiato da un imponente schieramento di poliziotti. È quindi confermato l’appuntamento di […]
Domenica 10 marzo ore 18. Il tam tam antinuclearista riferisce che il treno nucleare non dovrebbe passare questa notte. È quindi probabile che la partenza sia lunedì 11 marzo in tarda serata. Il condizionale è d’obbligo perché notizie “ufficiali” non ne filtrano. Secondo gli antinuclearisti francesi il treno è comunque fissato in questi giorni. Teniamo […]
L’85% delle scorie radioattive prodotte in Italia sono concentrate a Saluggia, Trino vercellese e Bosco Marengo. Dopo venticinque anni dalla chiusura delle centrali nucleari italiane la questione delle scorie non è stata risolta. E non lo sarà mai, perché le scorie restano pericolosissime per la salute umana e per l’ambiente per decine di migliaia di anni.
In nessun paese c’è un sito per lo stoccaggio. Costi altissimi e l’opposizione delle popolazioni coinvolte ha fatto sì che le scorie rimangano nei pressi delle centrali.
I trasporti che stanno facendo a nostra insaputa sono diretti in Francia. Nell’impianto di La Hague, le scorie vengono “riprocessate” e poi rimandate in Piemonte. Radioattive e pericolose come prima, perché a La Hague si limitano estrarre il Mox, un combustibile per le centrali, e il plutonio. Il plutonio serve ad una sola cosa: fare le bombe atomiche.
Il sito di Saluggia non è sicuro: nell’ultima alluvione le falde sono state contaminate.
Se uno dei treni diretti in Francia deragliasse, se qualcuno lo scegliesse come obiettivo e lo facesse saltare, se ci fosse una scossa di terremoto – anche lieve – mentre attraversa il basso Piemonte, da Vercelli, attraverso Asti, Alessandria, la provincia di Torino e, infine, la Val Susa sino al confine migliaia di persone dovrebbero essere evacuate e tutti rischieremmo la vita.
Nonostante ciò i siti delle prefetture minimizzano i rischi, non applicano le misure di prevenzione previste dalla legge regionale. I cittadini interessati sono tenuti all’oscuro dei trasporti di scorie: solo il lavoro di informazione e contrasto degli antinuclearisti consente di saperne di più. la risposta del governo è militarizzazione e repressione.
Ne abbiamo parlato con l’attivista antinucleare Lorenzo Bianco
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