Ruba al povero per fare la carità. Renzi e le pensioni di reversibilità

Scritto dasu 16 Febbraio 2016

Probabilmente il governo, almeno per ora, farà marcia indietro sulle pensioni di reversibilità. Resta tuttavia il fatto che ci ha provato.

In uno dei decreti della delega legislativa sulla povertà, depositati in Commissione Lavoro alla Camera, il governo prevede un intervento sulle pensioni di reversibilità. Sono le prestazioni di cui godono il coniuge o gli eredi alla morte del pensionato o del lavoratore che ha versato i contributi.
Il testo – essendo una delega – è per forza vago. Ma leggendolo si capisce che le pensioni di reversibilità diventano «prestazione assistenziale». E che per poterne beneficiare in futuro bisognerà non superare certi parametri economici. Il governo intende ancorare la reversibilità (ma anche assegno sociale, integrazione al minimo, maggiorazione sociale del minimo, assegno per il nucleo con tre figli minori) al reddito calcolato con il meccanismo dell’Isee.
L’Isee, l’“indicatore della situazione economica equivalente”, tiene conto anche di eventuali patrimoni finanziari e immobiliari. In altre parole, la vedova che ha fatto per una vita la casalinga – ma cui il coniuge ha lasciato in eredità qualche immobile e un pacchetto di Btp – rischia di dover dire addio all’assegno. In teoria: tutto dipenderebbe da dove verrà posta l’asticella del parametro Isee. A sentire alcuni consulenti del governo, invece, non cambierebbe nulla, perché in questo caso non si considererebbe l’elemento patrimoniale dell’Isee. Vero è che nell’articolato due volte si parla di «razionalizzazione delle prestazioni», termine inquietante. Ed è vero anche che finora la pensione di reversibilità era appunto una misura «previdenziale», dovuta perché costruita con i contributi versati dal lavoratore nel corso degli anni; d’ora in poi sarà «assistenziale», e correlata ai mezzi di cui dispone il beneficiario.

Renzi trasforma un diritto in carità.
Inutile dire che le pensioni non sono un regalo ma vengono finanziate dai lavoratori, che versano contributi per l’interva vita lavorativa.
Renzi u
sa le pensioni di reversibilità come bancomat per finanziarsi lo spot elettorale prima delle amministrative 2016 e del referendum costituzionale.
Meno diritti per le vedove (visto che la reversibilità diventa un obolo che spetta solo alle più bisognose), più elemosine per rilanciare l’immagine del governo (ma sono stati stanziati in realtà appena 600 milioni in legge di Stabilità, ne beneficeranno solo le circa 280 mila famiglie in condizione di estrema povertà e con tre figli minori a carico).
Per dare soldi alle famiglie più povere, Renzi
saccheggia le pensioni dei vedovi e delle vedove. Un vero Robin Hood.

Ne abbiamo parlato con Cosimo, sindacalista di base della Cub, in una chiacchierata che ha investito il tema della rappresentanza e il restringimento delle libertà di azione contro i padroni. Un esempio tra i più esclatanti: l’accordo stretto in Veneto tra Prefetture, organizzazioni padronali e sindacati di Stato. I padroni si impegnano a trattare solo con i sindacati collaborazionisti: in cambio la prefettura promette truppe contro le proteste, gli scioperi, i blocchi, i picchetti dei lavoratori più combattivi.

Ascolta la diretta:

2016-02-16-cosimo-vedove-veneto

 


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