Ecuador: la violenta politica di Noboa

Scritto dasu 10 Aprile 2024

Daniel Noboa è il più giovane presidente nella storia dell’Ecuador. Eletto a ottobre 2023 con il 51,83% di voti, ha battuto la candidata di sinistra Gonzalez portando al potere la sua coalizione liberale, l’Acción Democràtica Nacional (ADN). In questi primi mesi di governo Naboa ha dato mostra di voler imitare il suo modello presidenziale: Nayib Bukele, presidente di El Salvador dal 2019, conosciuto per le accuse di violazione dei diritti umani e per l’uso smodato dello stato d’emergenza per affermare la propria autorità nella guerra alla criminalità.

A gennaio aveva dovuto fronteggiare l’esplosione di azioni criminali, iniziate con la fuga dal carcere di uno dei capi del narcotraffico, Fito. La risposta del presidente è stata di decretare lo stato d’emergenza e schierare polizia ed esercito per le strade delle principale città del Paese. Sono passati tre mesi eppure l’effetto di questa politica aggressiva non mostra i suoi frutti, anzi, le iniziative dei narcos sono solo aumentate. Dopo il ferimento di tre agenti in uno scontro, Noboa vorrebbe estendere lo stato d’emergenza attraverso un referendum pubblico il 21 aprile, giustificando la sua azione con queste parole: “siamo ancora in guerra“.

La repressione di Noboa non prende solo i cartelli: venerdì scorso ha fatto arrestare l’ex vicepresidente Jeorge Glas, il quale si era rifugiato nell’ambasciata messicana a Quito, con un’azione poliziesca che viola le diritto internazionale e della sovranità del Messico. Per questo motivo Messico prima e Nicaragua poi hanno interrotto le relazioni diplomatiche con l’Ecuador.

Il nuovo presidente non si è limitato alla repressione politica: figlio dell’uomo più ricco dell’Ecuador, Alvaro Noboa, e con un passato da dirigente dell’azienda di famiglia, la Noboa Corporation, arrivato in politica ha attuato, armi in mano, un progetto estrattivista. Vuole infatti dare in concessione all’impresa canadese Atico Mining un sito minerario situato in pieno territorio indigeno. Le comunità andine di Las Pampas e Palo Quemado sono stati state invase da militari e ogni contestazione è stata duramente repressa con lacrimogeni e proiettili.

 

Ne abbiamo parlato con Andrea Cegna, redattore di Radio Onda d’Urto:

 

 

Articoli di riferimento:

La droga, la povertà e il lavoro: così l’Ecuador è piombato nella spirale di violenza delle bande

 

L’avanzata dell’estrattivismo nell’Ecuador della “guerra al narco”

 

 

 

Foto di <a href=”https://unsplash.com/it/@multimaniaco?utm_content=creditCopyText&utm_medium=referral&utm_source=unsplash”>César Viteri</a> su <a href=”https://unsplash.com/it/foto/citta-con-le-luci-lontano-dal-campo-di-montagna-con-la-neve-zcyiFpt0E_E?utm_content=creditCopyText&utm_medium=referral&utm_source=unsplash”>Unsplash</a>

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