L’epidemia recede, il TAV avanza (poco), la Valle resiste – Voci dall’Antropocene – #28
Siamo da settimane in una fase discendente della pandemia, dove abbiamo capito che il virus per una serie di ragioni è cambiato nel senso che ha spiegato Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto Mario Negri che rimane uno dei fari, a mio avviso, in materia di farmaco vigilanza e vaccino vigilanza.
Secondo il giudizio di quest’ultimo, infatti, “non bisogna confondere il numero di tamponi” positivi “con l’andamento dell’epidemia”: i nuovi casi di positività avrebbero infatti una carica virale molto bassa, e quindi “non contagiosa”. “Li chiamiamo contagi” ha aggiunto “ma sono persone positive al tampone; le autorità sanitarie e politiche devono qualificare le nuove positività, o consentire ai laboratori di farlo, spiegando alla gente che una positività inferiore alle centomila copie di Rna non è contagiosa”.
Ma restano tanti gli interrogativi aperti intorno all’andamento della pandemia, dall’estrema disomogeneità della diffusione, della letalità, dell’impatto a seconda delle differenze specifiche nei sitemi sanitari o nelle condizioni sociali, ambientali, abitative. Abbiamo scoperto che gli ospedali, le RSA e i mattatoi sono spesso centri di contagio e che una malattia qualificata come super contagiosa in realtà era in giro da dicembre e forse ha avuto bisogno di qualcosa che non attiene alla storia del virus per essere innescata nelle proporzioni drammatiche che abbiamo visto. Bisognerà studiare ancora molto ma soprattutto bisognerà rimettere al centro ragioni che gridano contro la ragione economica totalizzante.
Abbiamo chiuso per sei settimane le nostre trasmissioni con le puntate sulla storia del sistema sanitario italiano di Maurizio Pincetti, 36 anni di attività, prima in medicina generale e poi come medico endocrinologo, si occupa dal 1987 di qualità e rischio delle cure con attività di ricerca e responsabilità ospedaliera oltre che partecipazione agli organi direttivi della Società Scientifica che si occupa di qualità dell’assistenza ospedaliera. Oggi Pincetti occuperà gran parte della trasmissione con la puntata finale, per chiudere il suo discorso riguardando tutto dal punto di vista della pandemia e restituirci i suoi 44 punti, che si traducono poi in altrettante fragilità del nostro sistema sanitario, ma più sin generale del nostro modello sociale, economico e politico, di fronte a un fatto sociale totale come è una pandemia.
Chiuderà la puntata il report di Gianluca, che oggi si trova in Val di Susa, dove il movimento No Tav ha lanciato una nuova fase di lotta contro l’allargamento del cantiere di Chiomonte.