U.S.A: Razza e classe nella crisi pandemica
Cattivi Pensieri
“Quello che abbiamo di fronte è tanto un contagio sociale quanto un contagio microbiologico, sia per come la pandemia stessa è stata prodotta, sia nella disomogeneità della sua diffusione. Come per qualsiasi altro fenomeno, gli effetti del virus si abbatteranno più duramente lungo le linee di classe. L’argomento è già stato ampiamente trattato: la disoccupazione è salita alle stelle, portando di fatto a uno sciopero degli affitti di massa e a crescenti disordini sindacali nei settori ancora funzionali – dove in media sono i lavoratori più poveri, più giovani, meno bianchi e più subordinati a venire letteralmente sacrificati per placare i sinistri desideri degli indici S&P 500. […] Se la classe scolpisce la nostra vita in tutti i suoi strazianti dettagli a partire dalla pietra nuda e cruda della nostra realtà sociale, allora la razza è il suo necessario scalpello, esso traccia le linee di divisione che definiscono l’agonia marmorizzata della scultura”
“[…]La pandemia ha reso sufficientemente chiaro qualcosa che fino a poco tempo fa era un’ipotesi relegata alle pagine di qualche vecchio libro di teoria radicale: esiste quello che viene definito un “proletariato essenziale”, composto da tutti quei lavoratori necessari a gestire le infrastrutture più elementari che costituiscono l’ossatura della società. Si tratta di persone che svolgono lavori apparentemente disparati, uniti solo dal fatto che la loro particolare attività è stata resa necessaria dalla fusione fra sopravvivenza del capitale e sopravvivenza della specie umana”
“[…] Le avvisaglie di agitazione del comparto industriale sono state rimosse da una serie di riot finora in gran parte limitati ai livelli più effimeri della circolazione – ai corridoi delle downtown, ai grandi magazzini che fungono da camera di compensazione finale per le merci, o ai simboli tradizionali del governo, dal municipio alla Casa Bianca, che sono sempre serviti come sale di potere spoglie e che, anche se se espropriate e saccheggiate, alla fine si rivelano vuote. Questa ribellione, formata da molti disordini e da molti atti di mutuo soccorso, ha iniziato a incontrare lo stesso limite con cui tutte le rivolte o le attività di mutuo soccorso alla fine si scontrano. Ha sbattuto contro il “piano di vetro” che la separa da quell’apparato produttivo reso così visibile dalla pandemia…”
da “Crowned Plague” di Phil A.Neel
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