","Dai codici a barre al QR-code","post",1639162014,[57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/green-pass/","http://radioblackout.org/tag/qr-code/","http://radioblackout.org/tag/sorveglianza/",[61,62,63],"green pass","qr code","sorveglianza",{"post_content":65},{"matched_tokens":66,"snippet":68,"value":69},[67],"1974","Troy, Ohio, il 26 giugno \u003Cmark>1974\u003C/mark>, ed ha riguardato una scatola","Da dove vengono i QR-code, simboli misteriosi che nessuno di noi potrebbe decifrare senza l'ausilio di un lettore e che sono diventati segno della nostra modernità commerciale e connessa?\r\n\r\nIn questo podcast a più voci, la traduzione dal francese dell'articolo \"Du code-barres au QR-code\", che ripercorre la storia del codice a barre e del QR-code, piccole invenzioni ampiamente utilizzate che identificano merci e persone. Prima di essere uno strumento di verifica del green pass, i QR-code si situano nella lunga storia dell'industrializzazione, dei flussi commerciali globalizzati e soprattutto del loro controllo, che a sua volta risponde ai mutamenti del capitalismo nel suo insieme.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/qrcodedef.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito la traduzione del testo\r\n\r\nIl QR-Code è diventato uno dei simboli del mondo smart. Dal lasciapassare sanitario ai cartelloni pubblicitari, passando per i menù dei ristoranti e i cartelli espositivi, la stessa banalità del suo utilizzo riflette l'influenza esercitata dalle tecnologie digitali. Un quadrato di superfici nere su sfondo bianco, incorniciato da tre quadrati neri, il “codice di risposta rapida” [QR] differisce dal codice a barre per le sue due dimensioni ed è più simile al microchip RFID per i pagamenti contactless. La sua storia, che questo testo si propone di ripercorrere, è inseparabile da quella del codice a barre. Fa parte della grande storia delle relazioni tra informatica e industria, che determina il ruolo crescente dell'identificazione informatica nella circolazione delle merci e delle persone. Fabbriche, logistica e banche dati sono i protagonisti della prodigiosa espansione dell'IT dall'inizio degli anni '70 agli anni '80 fino ad oggi.\r\n\r\n \r\n\r\n \t L'INVENZIONE E L'ESTENSIONE DEL CODICE A BARRE.\r\n\r\n \r\n\r\n\"Vuole dire che c'era una volta un mondo senza codici a barre? \"\r\n\r\n \r\n\r\nNella loro storia dell'informatica \"ubiqua\", Geneviève Bell e Paul Dourish parlano di \"domani di ieri\" per definire il modo in cui l'attenzione alle promesse magniloquenti delle tecnologie future tenda a mascherare l’influenza di quelle che sono già esistenti. Certo, il QR-Code è più prosaico dei sogni di un mondo interattivo promesso da Mark Weiser, o del metaverso annunciato da Mark Zuckerberg. Tuttavia, è proprio l'apparente semplicità di questa tecnologia e il fatto che sia a portata di mano che le consente di \"mimetizzarsi con lo sfondo a una velocità sorprendente\". In un certo senso, un codice a barre o un QR-code funzionano come un'infrastruttura: qualcosa di impercettibile nella maggior parte dei casi, da cui dipendiamo senza pensarci e che ci autorizza a fare qualcosa, determinando la forma delle azioni e usi che rende possibile. Se nulla sembra più banale del codice a barre che compare su quasi tutti i beni del mondo, l'introduzione di questa rappresentazione di un dato numerico o alfanumerico, sotto forma di un'alternanza di barre e spazi il cui spessore è variabile è stata determinante nell'accelerare l'informatizzazione.\r\n\r\n \r\n\r\nPrima dei codici a barre, non esistevano sistemi per acquisire automaticamente le informazioni sui prodotti venduti. I cassieri inserivano manualmente il prezzo di ogni prodotto venduto su registratori di cassa meccanici, prezzo che dovevano conoscere a memoria o etichettare manualmente. A loro volta, i gestori dei negozi dovevano valutare e monitorare costantemente la fornitura degli scaffali senza dati accessibili prodotto per prodotto. Nel 1952, due ingegneri, Bernard Silver e Norman Joseph Woodland (già assistente nell'ambito del progetto Manhattan che sviluppò la bomba atomica), si ispirarono al codice Morse per risolvere questo problema: punti e barre che si susseguono per trasmettere un informazione. Hanno così inventato il codice a barre, ovvero un codice in grado di fungere da mediazione tra la materialità di un oggetto e la sua identità virtuale collocata in un database digitale. Esso crea un collegamento tra il digitale e il fisico, tra l'informatica e la circolazione delle merci.\r\n\r\n \r\n\r\nAll'epoca, tuttavia, il loro codice richiedeva una lampada a incandescenza da 500 watt per essere decifrato. Essa riscaldava molto intensamente, a volte bruciava la carta come la pupilla umana, ben lontana dalle tecnologie intelligenti. La decodificazione richiedeva anche un notevole equipaggiamento materiale di computazione esteso, che era impossibile distribuire in modo massiccio ed economico. La loro invenzione rimase quindi inizialmente senza sbocco, ma depositarono il brevetto subito acquistato dalla Radio Corporation of America (RCA). Proprio come un'auto non va da nessuna parte senza l'infrastruttura stradale di accompagnamento, un oggetto tecnico esiste solo con il proprio ambiente associato, che lo condiziona e che esso condiziona a sua volta. \r\n\r\nCi vorranno altri vent'anni e nuove innovazioni perché il codice a barre diventi effettivo.\r\n\r\n \r\n\r\nNel maggio del 1960, Theodore Maiman inventa il laser, acronimo di \"amplificazione della luce mediante emissione stimolata della radiazione\", che consente un'emissione luminosa coerente e direzionale. Questa luce rossa, che conosciamo dai lettori, si associa rapidamente ai codici a barre. Nel decennio successivo, la RCA porta avanti la ricerca per automatizzare e velocizzare le casse nei negozi di alimentari. Allo stesso tempo, altri laboratori effettuano ricerche simili per monitorare la circolazione dei treni merci. A Cincinnati, il 3 luglio 1972, cioè vent'anni dopo l'invenzione di Woodland and Silver, in un Kroger Kenwood Plaza viene testato per 18 mesi un codice a barre circolare: l'esperimento mira a confrontare il volume delle vendite con altri negozi dello stesso marchio. Mentre i risultati sono convincenti in termini di risparmio di tempo, la materialità del codice pone notevoli problemi: il cerchio scelto è grande, si stampa con difficoltà, l'inchiostro scorre e rende illeggibile il codice a barre. Georges Laurer, ingegnere in IBM, trova la soluzione adottando una forma rettangolare, leggibile anche da laser scanner. Il primo test di questo nuovo codice a barre ha luogo a Troy, Ohio, il 26 giugno \u003Cmark>1974\u003C/mark>, ed ha riguardato una scatola di gomme da masticare. Tutti questi test beneficiano di un'altra invenzione decisiva, all’epoca in piena espansione: i circuiti stampati, fondamento di tutti i microcomputer. Questi circuiti permettono di immaginare di implementare sistemi informatici in tutti i punti vendita. È stato comunque necessario contare su milioni di dollari di investimenti in apparecchiature di lettura e in un centro di elaborazione dei dati raccolti.\r\n\r\n \r\n\r\nGli industriali temono quindi fortemente una situazione in cui ogni negozio scelga il proprio modello di codice. Organizzeranno quindi immediatamente la costituzione di un modello unico e la sua imposizione dalla fabbrica per rimborsare i loro investimenti mantenendo il controllo sul formato dei codici. Georges Laurer imporrà a questo scopo lo standard Universal Product Code (UPC) prima di aggiornarlo a un codice a barre EAN, due standard internazionali ancora oggi in vigore e ampiamente utilizzati. Tra il 1972 e la fine degli anni '80 sono stati imposti codici a barre standardizzati su tutte le merci del mondo. Questa è una delle caratteristiche essenziali del successo delle tecnologie informatiche: la loro standardizzazione che ne struttura le possibilità di aggregazione e di utilizzo. La formalizzazione e l'unicità del codice a barre ne hanno permesso la generalizzazione, così come il protocollo TCP/IP governa oggi Internet.\r\n\r\n \r\n\r\nIl codice a barre è un doppio jackpot economico non appena tutte le condizioni sono soddisfatte. Accelera fino ad oggi tutti i passaggi di cassa e l'inventario delle scaffalature, aumentando la produttività del lavoro. Soprattutto, permette di estrarre automaticamente le informazioni sui beni venduti o meno. I dati raccolti stimoleranno e confluiranno poi in indagini di mercato, gusti e preferenze dei consumatori. Queste indagini serviranno poi a guidare, in cambio, le decisioni a livello di produzione industriale. Inizialmente, i codici a barre hanno solo accelerato il passaggio in cassa, poiché pochi prodotti arrivavano già etichettati. Non appena questo è stato sistemato in anticipo, i dati estratti dalla lettura del codice a barre inaugureranno la gestione dell'inventario su larga scala. L'analisi non viene più effettuata in ogni punto vendita dai gestori locali, la “mano visibile” dell'economia, ma viene ricollocata in banche dati di proprietà del management. Esse sono staccate dalla loro posizione geografica per essere elaborate e analizzate confrontando i risultati di più negozi, per ora, giorno, posizione, ecc., proprio come i volumi di big data odierni. I gestori dei punti vendita diventano semplici esecutori, invitati a convertirsi in entusiastici team building dei dipendenti o a rafforzare la “esperienza del cliente\". Questo processo richiederà diversi anni e dipenderà in particolare da quando i codici a barre verranno stampati sui prodotti già dalla loro fabbricazione in fabbrica. Non appena questa soglia viene raggiunta, i codici a barre diventano onnipresenti.\r\n\r\n \r\n\r\nL'esempio del codice a barre mostra come l'informatica coinvolga grandi numeri (la popolazione) e calcoli statistici su larga scala per stabilire confronti, ricorrenze e modelli. Anche l’”intelligenza\" delle circolazioni - l'equilibrio tra la distribuzione delle apparecchiature materiali e la centralizzazione dell'elaborazione virtuale dei dati - è fin dall'inizio monopolizzata dal management, così come oggi alcuni colossi di Internet concentrano la maggiorparte del traffico dati. L'introduzione del codice a barre consentirà, ad esempio, di modificare automaticamente i prezzi o di aumentare i “saldi\" su larga scala e indipendentemente dalle decisioni locali. Il codice a barre è inoltre accompagnato dallo scontrino, che indica il nome dei prodotti e il prezzo pagato per ciascuna merce, aprendo la possibilità di confronti da parte dei clienti, anticipati e tenuti in considerazione dalle imprese. Inizialmente, e a differenza del QR-code, i dati registrati dal codice a barre non sono individualizzati. Ciò avverrà progressivamente, in particolare attraverso lo sviluppo di carte fedeltà che consentiranno di affinare le analisi con dati collegabili a singoli clienti. Fedeltà, profili e tracciabilità appartengono alla stessa logica. Schematicamente, possiamo dire che nell'era analogica e le sue casse meccaniche, i dipendenti dovevano personalizzare il servizio per soddisfare ogni individuo. Con il digitale e le sue casse automatiche, la personalizzazione alimenta da subito la soddisfazione delle masse, seguendo la stessa logica degli algoritmi di Facebook oggi.\r\n\r\n \r\n\r\nIl codice a barre ha quindi avuto un ruolo determinante nella costruzione dell'unità di un processo, dalla produzione alla circolazione fino alla vendita delle merci. Se tale unità esisteva prima, è l'informatizzazione che ne ha garantito la leggibilità e ne ha fatto una fonte di profitto, costruendo una capacità di adattamento e modifica senza precedenti. Una breve deviazione attraverso l'industria automobilistica da Ford a Toyota illumina un altro passo in questo processo. Fu nel 1994, in una filiale della Toyota, che venne inventato il QR-Code per scopi logistici.\r\n\r\n \r\n\r\n \t DAL FORDISMO ALLA RIVOLUZIONE LOGISTICA.\r\n\r\n \r\n\r\n\"Tutti si sforzano di rimuovere la necessità di abilità in tutti i lavori della forza lavoro\" (Henry Ford, la mia vita, il mio lavoro)\r\n\r\n \r\n\r\nPochi industriali hanno avuto tanto impatto contro il movimento operaio quanto Henry Ford e le sue fabbriche di automobili. Henry Ford (1863-1947) fu il primo ad applicare su larga scala i principi di \"organizzazione scientifica del lavoro\" definiti dall'ingegnere Frederick W. Taylor (1856-1915). Quest'ultimo dedicò tutta la sua vita a ridefinire l'organizzazione del lavoro al fine di annientare l'\"indugio\" operaio e neutralizzare il relativo controllo che l'operaio professionista aveva ancora sul suo lavoro. L'organizzazione scientifica del lavoro è la controinsurrezione in marcia contro tutto il potere operaio. Frederick W. Taylor, che parlerà direttamente con Henry Ford, è l'artigiano del lavoro in catena di montaggio come modo di frammentare e despecializzare i compiti, di cronometrare ogni azione e quindi di imporre un ritmo debitamente pianificato dai quadri ingegneri. Il \"mestiere\" non solo viene aggirato dalla macchina, ma viene esso stesso distrutto come tale dall'organizzazione della fabbrica. Henry Ford applicando questi principi inaugura la produzione e il consumo di massa.\r\n\r\n \r\n\r\nL'alleanza tra la frammentazione del lavoro in catena di montaggio e la concentrazione nelle grandi fabbriche favorisce le economie di scala che consentono di produrre automobili in quantità massicce a prezzi bassi. Vengono prodotti pochi modelli all'anno, contraddistinti da alcuni dettagli in base alla categoria sociale destinataria. Quando lasciano le fabbriche, le auto vengono inviate ai concessionari che sono poi responsabili della vendita dei prodotti, anche se ciò significa conservarli in attesa che le vendite diminuiscano. In questo sistema fordista i prodotti sono pressoché identici e progettati secondo le principali macrocategorie statistiche (uomo, donna, famiglia dirigenti, ecc.). La loro distribuzione è accompagnata da logiche di pianificazione economica su larga scala.\r\n\r\n \r\n\r\n“Vale la pena ripeterlo, la domanda è: cosa fare per aumentare la produttività quando le quantità non aumentano? (Taiichi Ohno, Il sistema Toyota, p.27.)\r\n\r\n \r\n\r\nLe crisi petrolifere e il calo della crescita minano il compromesso fordista. Politicamente, il lungo maggio che si insinua negli stabilimenti Fiat in Italia e in molti stabilimenti nel mondo, tra cui Ford a Detroit, minaccia il predominio del lavoro in catena di montaggio. I capitalisti e gli industriali attuano una vasta controinsurrezione, in parte inventata in Giappone nell'organizzazione industriale delle fabbriche Toyota dall'ingegnere Taiichi Ohno, un altro grande maestro dell'organizzazione scientifica del lavoro. A differenza del modello fordista, la catena di montaggio si trasforma in unità di piccole squadre con compiti distinti ma flessibili. Il \"toyotismo\" cercherà di produrre in serie limitata prodotti differenziati e vari. L'approccio avviato da Ohno si basa su una specializzazione flessibile (cioè adattabile e modificabile) piuttosto che su grandi economie di scala. Inoltre, il controllo qualità viene effettuato su ogni parte della macchina e continuamente da un capo all'altro della catena. I suoi attori devono essere integrati nel processo, dovendo convalidare ogni passaggio mentre sono costantemente monitorati, in modo che qualsiasi errore sia localizzato, identificato e sanzionato.\r\n\r\n \r\n\r\nIl cuore di questo metodo, il suo principio fondamentale, è secondo Ohno \"produrre proprio ciò che è necessario e farlo appena in tempo\". Il metodo Toyota è la produzione a stock zero: l'invenzione della produzione just-in-time. Tuttavia, zero stock è solo un risultato del metodo senza essere il suo obiettivo in sé. Un eccesso di prodotti o di invenduti è per Ohno solo l'indice di un problema, un errore da correggere a fronte del quale va rivista tutta la filiera, anche se significa cambiare la merce prodotta a fine linea secondo la domanda. In questo sistema, orientato al \"just in time\", la produzione industriale e la sua distribuzione presuppongono un coordinamento costante dal capo delle imprese a tutti i subappaltatori, dai fornitori a monte della catena ai rivenditori dall'altra parte. La divisione in piccole squadre della catena di montaggio si tradurrà all'esterno della fabbrica nel ricorso a subappaltatori, soggetti come gli operai Toyota alla stessa pressione di qualità e rapidità di risposta agli ordini. L'organizzazione del lavoro si dà delle capacità di adattamento alle fluttuazioni dei mercati economici e alle loro incertezze. La pressione al lavoro, come evidenziato ad esempio dal libro di Kamata Satoshi \"Toyota, la fabbrica della disperazione\", è ancora grande, ma questi principi fondamentali di funzionamento sono cambiati.\r\n\r\n \r\n\r\nL'inversione all'interno degli stabilimenti Toyota testimonia un cambiamento che straripa dalle pareti della fabbrica, proprio come l'IT straripa dai computer e dai loro schermi. Il cambiamento è anche un esempio dell'applicazione delle logiche di feedback cibernetico. Quando la vendita di un prodotto sullo scaffale di un negozio di alimentari ne determina a sua volta la produzione in fabbrica, l'informazione che esce dal processo viene reintrodotta all’inizio per seguire la stessa traiettoria al contempo modificandola. La capacità di adattamento permanente dell'intero processo funziona su questa base. Alla Toyota e altrove, l'intero commercio capitalista si dota così di nuovi metodi che dipendono dalle possibilità del calcolo informatico. Lo storico James Beniger in \"The Control Revolution\" mostra che la maggior parte delle principali tecnologie inventate nel diciannovesimo secolo (il telefono, la ferrovia, la radio, la pubblicità, ecc.) cercano di rispondere a una crisi di controllo sul flusso di informazioni . Nella stessa prospettiva, l'informatica riguarda tutte le attività che trasportano o supportano le informazioni. Colonizza progressivamente \"tutti i macro-sistemi tecnici, basati sulla rete e sulla logistica (controllo delle flotte aeree, terrestri, marittime e dei flussi\". Così facendo, l'informatizzazione assume una certa forma e trasforma l'organizzazione che la sostiene, la logica tecnica e quella sociale si intrecciano.\r\n\r\n \r\n\r\nLa rivoluzione logistica o \"la guerra continuata con altri mezzi, con i mezzi del commercio\".\r\n\r\n \r\n\r\nCome il codice a barre inventato nel 1952, il sistema Toyota impiegherà quasi 20 anni per essere applicato in Giappone di fronte alla resistenza dei lavoratori e al tempo necessario per estendere le risorse informatiche per la sua attuazione. Si inserisce in una svolta in cui la logistica occupa un ruolo centrale che occuperà per tutti gli anni 1980-1990. Jasper Bernes del collettivo End Notes definisce la logistica come un progetto di \"mappatura cognitiva\" del capitale, un mezzo per rendere tangibili le catene di approvvigionamento transnazionali sempre più complesse e astratte. Parallelamente alla contemporanea finanziarizzazione degli utili, delle nuove modalità di modellazione dei dati, di visualizzazione dei circuiti distributivi, rendono percepibili e quindi modificabili le circolazioni, sempre più numerose e difficili da seguire. Inizialmente semplice mezzo, la logistica è poi diventata una scienza a sé stante.\r\n\r\n \r\n\r\nLe attuali catene di approvigionamento capitalistiche non si caratterizzano solo per la loro estensione globale e l'incredibile velocità di circolazione delle merci, ma anche per l'integrazione diretta che realizzano di spazi di lavorazione e luoghi di vendita, per la loro armonizzazione dei ritmi di produzione e consumo in un unico processo. La centralità e la velocità della logistica rendono indistinguibile la distinzione tra produzione e distribuzione, tra la fabbricazione delle merci e il loro rilascio. Dagli anni '80, i manager ed esperti del business globale hanno decantato i vantaggi della flessibilità e della gestione \"snella\" delle fabbriche. Attraverso un coordinamento sempre più fine, le aziende possono invertire il rapporto acquirente/venditore in cui le merci vengono prima prodotte e poi vendute da un intermediario a un consumatore. Consegnando le merci nel momento esatto della loro vendita, senza perdere tempo di stoccaggio, la logica del just-in-time cerca di produrre questo effetto per cui i prodotti vengono prodotti solo quando sono già venduti. Per esempio, la chiave del successo dei giganti della vendita al dettaglio come Wal-Mart, è in gran parte la loro capacità di stimare e calcolare quando determinati prodotti devono essere sullo scaffale per essere venduti.\r\n\r\n \r\n\r\nQueste informazioni consentono a Wal-Mart di limitare la sovrapproduzione come i movimenti non necessari delle scorte, di interrompere i rapporti con tali e tali subappaltatori non appena necessario o di contrattare costantemente con il miglior offerente. Come sottolinea Jasper Bernes (di cui qui riprendiamo in larga parte l’analisi): “mentre all'inizio degli anni '80 alcuni enfatizzavano la flessibilità e il dinamismo, sperando di cambiare gli equilibri di potere contro le grandi e inflessibili multinazionali in favore di aziende di piccola taglia, “aziende agili”, la gestione snella si è rivelata un cambiamento di fase piuttosto che un indebolimento delle grandi multinazionali. Questo nuovo assetto somiglia a quella che Bennett Harrison chiama “una concentrazione senza centralizzazione” del potere delle corporazioni economiche”. La logistica designa quindi questo potere attivo e mobilitabile per coordinare e coreografare il flusso delle merci, per mantenerle o tagliarle, accellerarle o rallentarle, potendo al contempo cambiare l'origine e la destinazione delle merci più o meno immediatamente (la crisi COVID all'inizio del 2020 mostrato che questo potrebbe necessitare di alcuni mesi di adeguamento). La circolazione non sostituisce la produzione, ma l'integrazione dei calcoli logistici da un'estremità all’altra della catena fino al consumatore costruisce la loro fusione. La gestione e il controllo dei flussi diventa una fonte centrale di potere e controllo.\r\n\r\n \r\n\r\n \t QR-CODE, RFID, IDENTIFICAZIONE MOBILE E INFRASTRUTTURE DI TRAFFICO.\r\n\r\n \r\n\r\nCome si collega questa storia al QR-code? Molto semplicemente, tutta questa svolta logistica si basa sull'estensione e sulla dispersione del calcolo informatico, che permette di seguire in tempo reale l'ubicazione della merce, i tempi di consegna, l'insieme dei flussi, ovvero un insieme di operazioni impossibili da realizzare e centralizzare senza la potenza dei computer. In linea con la produzione fordista, il codice a barre identifica il modello degli oggetti (un modello di t-shirt, ma non la sua unicità (questa particolare t-shirt, questo specifico esemplare)). La tracciabilità sempre più ravvicinata delle merci richiede più informazioni di quante il codice a barre possa contenere. È in questa prospettiva che una filiale di Toyota, Denso Wave, si dedica a questo problema e nel 1994 inventa il QR-Code per seguire il percorso dei pezzi di ricambio all'interno delle fabbriche. A differenza del classico codice a barre, questo codice bidimensionale può essere letto velocemente e da qualsiasi angolazione di lettura. I tre o quattro quadrati neri negli angoli servono per ricostruire l'angolo di lettura e le informazioni da estrarre dal codice. L'informazione viene parzialmente ripetuta lì in modo che a volte fino al 15% o addirittura al 30% del codice possa essere danneggiato senza impedire la lettura.\r\n\r\n \r\n\r\nI principali vantaggi del QR-code rispetto al codice a barre sono la quantità di informazioni che può contenere e la sua capacità di identificare in modo univoco ogni prodotto. Nella fabbrica automobilistica, ciò consente di tracciare accuratamente le parti in arrivo e di controllarne la qualità all'arrivo o durante tutto il processo in caso di danni o sabotaggi. Oltre a Toyota, negli anni '90, la crisi sanitaria della mucca pazza ha portato a importanti riorganizzazioni dell'industria alimentare. Di fronte alle minacce della carne contaminata ed alle istanze degli enti regolatori internazionali che hanno richiesto una maggiore tracciabilità di ogni pezzo di vacca messo in vendita, il codice QR si è affermato come uno strumento essenziale per identificare e memorizzare la traiettoria di ogni particolare merce. Codici a barre e QR-Code sono due tecnologie mobili, due mediazioni verso l'identità virtuale di un oggetto archiviato in un database. A rigor di termini, il QR-Code da solo non contiene nulla senza un lettore esterno (con una propria fonte di alimentazione) e un accesso connesso al database corrispondente. Ad esempio, un pass sanitario europeo non sarà necessariamente valido in Inghilterra o in Canada, se non fa riferimento al database corrispondente. E di conseguenza, se non fa riferimento a una foto di una persona, l'identità di chi lo porta può variare.\r\n\r\n \r\n\r\nIl QR-Code mostra che oggi le tecnologie di comunicazione mobile operano sulla base di tecnologie di identificazione. Per le merci, il QR-code viene utilizzato per identificarle in un dato momento per poi rendere possibili determinati movimenti e determinate azioni. I chip RFID (Radio Frequency Identification) sono per molti versi simili ai codici QR, tranne per il fatto che questi chip non utilizzano lettori, ma onde radio. Ciò consente di leggere il contenuto di più chip contemporaneamente, come nell'involucro di una cassa automatica Decathlon o sulla scala di un container portuale (la rete 5G in via di implementazione dovrà estendere questo tipo di possibilità). Nel 2017 erano in circolazione circa 8,7 miliardi di chip RFID. Se le app per smartphone raggiungono milioni di utenti, gli utilizzi dei chip RFID ne hanno raggiunti decine di miliardi (dal trasporto alla misurazione del livello di etanolo negli alimenti). Questi chip sono in particolare largamente utilizzati su ogni bancale di merce per identificarne il contenuto durante il trasporto, a volte con più chip sugli oggetti stessi. Trasformano i processi fisici di viaggio in traiettorie che possono essere messe in dati (come i viaggi del titolare di un tessera della metropolitana), rendendo difficile separare il reale dal virtuale. Come i codici QR, i chip RFID (tranne alcuni modelli usati di rado) non hanno fonti di energia interne, ma si basano su altri dispositivi per essere letti. Oggi la loro produzione non costa quasi nulla e partecipano a questo \"inconscio tecnologico\" che costruisce il nostro mondo. I codici QR e i chip RFID sono elementi centrali dell'Internet delle Cose o dell'informatica ubiquitaria sin d’ora. Queste tecnologie non comunicano direttamente con Internet, ma attraverso l'ambiente costruito intorno a loro, che è a sua volta costruito per farle funzionare. I flussi logistici sono ora l'area principale per l'implementazione di queste tecnologie. La storia della loro implementazione mostra che la circolazione e la conoscenza, attraverso i dati, di questi flussi di movimento è altrettanto importante. Generalmente, il gigante della logistica globale di oggi, Amazon, è allo stesso tempo attraverso la sua struttura AWS un fornitore di servizi IT, tramite il cloud, che sarebbe a priori la sua principale fonte di profitto. Amazon, per stabilire l'egemonia che conosciamo, è dunque l'infrastruttura delle circolazioni e dei servizi di elaborazione dei dati che queste circolazioni producono.\r\n\r\n \r\n\r\nSe è possibile deviare i QR-code o generarli autonomamente per altri scopi, questa capacità di per sé conta poco rispetto alla logica del trattamento dei dati e al suo modo di identificare per autorizzare, in determinate forme , la circolazione degli uomini come delle cose. La storia qui abbozzata testimonia la parte industriale che circonda ogni innovazione informatica. Ad esempio, una promessa ricorrente del mondo intelligente prevede frigoriferi connessi, in grado di avvisare i proprietari della fine delle bottiglie di coca cola o addirittura di consigliarli immediatamente. Questa promessa non è che un espediente divertente fino a quando i chip RFID non vengono installati, in fabbrica, su ogni lattina, e vengono stabiliti dei sistemi interoperabili di database (fatturati al cliente) dal frigorifero agli addetti alle consegne.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[71],{"field":72,"matched_tokens":73,"snippet":68,"value":69},"post_content",[67],578730123365187700,{"best_field_score":76,"best_field_weight":77,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":78,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":80,"highlight":108,"highlights":113,"text_match":74,"text_match_info":116},{"cat_link":81,"category":83,"comment_count":43,"id":85,"is_sticky":43,"permalink":86,"post_author":87,"post_content":88,"post_date":89,"post_excerpt":49,"post_id":85,"post_modified":90,"post_thumbnail":91,"post_thumbnail_html":92,"post_title":93,"post_type":54,"sort_by_date":94,"tag_links":95,"tags":103},[82],"http://radioblackout.org/category/informazione/",[84],"L'informazione di Blackout","29436","http://radioblackout.org/2015/04/grecia-sullorlo-del-baratro/","info","La situazione greca procede drammaticamente verso l'epilogo. Tsipras sostituisce Varoufakis come capo delegazione nelle trattative con la ex troika, promuovendo un uomo più direttamente legato al Primo Ministro e meno inviso ai Ministri delle Finanze dell'Eurogruppo. Al di la' dei nomi, sui quali la stampa europea si è scatenata nel tentativo di dimostrare che l'esperimento Syriza è già fallito, la situazione greca è sempre peggiore. Questo perché il debito greco nei confronti dell'estero è legato a prestiti contratti direttamente con l'FMI, debiti di fronte ai quali non può nemmeno dichiarare il default, pena l'isolamento commerciale assoluto del paese. Per intenderci rischierebbe il sequestro di ogni nave che attraccasse in un porto estero e il blocco di ogni flusso di merci o persone da e verso il paese ellenico. Per questo motivo il governo greco cerca disperatamente di arrivare ad un accordo con l'Europa che scongiuri il default che renderebbe ancora più drammatica la situazione sociale della popolazione. Nel frattempo Tsipras è costretto a svuotare le casse degli Enti Locali per garantire la normale amministrazione, cioè il pagamento di stipendi e pensioni.\r\n\r\nLa ristrutturazione del debito greco varata nel 2010 ha consegnato al paese una situazione pesantissima; il debito, infatti, è stato ridotto in questi anni di lacrime e sangue di non più del 10% del suo totale restando solidamente ancorato a un meno 330 miliardi sul bilancio dello stato.\r\n\r\nLa ragione di questo è da ricercarsi nel tipo di ristrutturazione attuata nel 2010 che ha visto l'UE ed il Fmi esclusivamente interessate a salvare le banche tedesche e francesi, proprietarie di gran parte del debito pubblico del paese. L'accordo permise a queste ultime di sfilarsi dalla pesante situazioni scaricandola sui paesi dell'Unione tra cui il nostro che dal 2010 al 2015 ha aumentato la sua esposizione verso la Grecia da 7 a 40 miliardi di euro.\r\n\r\nD'altra parte la soluzione possibile per il dilemma greco sarebbe quella per cui il denaro necessario a pagare i conti potrebbe essere preso dalla parte milionaria in euro della stessa popolazione greca che, in questi anni di crisi ha visibilmente aumentato il suo reddito.\r\n\r\nLo scoglio vero da questo punto di vista è chiaramente politico: Tsipras, infatti, dovrebbe riuscire a tassare la chiesa ortodossa ellenica - il maggior proprietario immobiliare del paese - e gli armatori greci, il principale gruppo dominante del paese. La tassazione degli armatori è però vietata dalla costituzione del paese e il suo divieto fu il pedaggio che il paese dovette pagare per la fine della dittatura dei colonnelli nel 1974. D'altra parte Tsipras, al di la dei gesti simbolici come il mancato giuramento nelle mani del vescovo di Atene, non sembra intenzionato a colpire i possessi della chiesa.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesco.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nfrancesco_grecia","28 Aprile 2015","2015-04-30 13:12:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/Tsipras-varoufakis-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/Tsipras-varoufakis-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/Tsipras-varoufakis-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/Tsipras-varoufakis.jpg 580w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Grecia. 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Questo perché il debito greco nei confronti dell'estero è legato a prestiti contratti direttamente con l'FMI, debiti di fronte ai quali non può nemmeno dichiarare il default, pena l'isolamento commerciale assoluto del paese. Per intenderci rischierebbe il sequestro di ogni nave che attraccasse in un porto estero e il blocco di ogni flusso di merci o persone da e verso il paese ellenico. Per questo motivo il governo greco cerca disperatamente di arrivare ad un accordo con l'Europa che scongiuri il default che renderebbe ancora più drammatica la situazione sociale della popolazione. Nel frattempo Tsipras è costretto a svuotare le casse degli Enti Locali per garantire la normale amministrazione, cioè il pagamento di stipendi e pensioni.\r\n\r\nLa ristrutturazione del debito greco varata nel 2010 ha consegnato al paese una situazione pesantissima; il debito, infatti, è stato ridotto in questi anni di lacrime e sangue di non più del 10% del suo totale restando solidamente ancorato a un meno 330 miliardi sul bilancio dello stato.\r\n\r\nLa ragione di questo è da ricercarsi nel tipo di ristrutturazione attuata nel 2010 che ha visto l'UE ed il Fmi esclusivamente interessate a salvare le banche tedesche e francesi, proprietarie di gran parte del debito pubblico del paese. L'accordo permise a queste ultime di sfilarsi dalla pesante situazioni scaricandola sui paesi dell'Unione tra cui il nostro che dal 2010 al 2015 ha aumentato la sua esposizione verso la Grecia da 7 a 40 miliardi di euro.\r\n\r\nD'altra parte la soluzione possibile per il dilemma greco sarebbe quella per cui il denaro necessario a pagare i conti potrebbe essere preso dalla parte milionaria in euro della stessa popolazione greca che, in questi anni di crisi ha visibilmente aumentato il suo reddito.\r\n\r\nLo scoglio vero da questo punto di vista è chiaramente politico: Tsipras, infatti, dovrebbe riuscire a tassare la chiesa ortodossa ellenica - il maggior proprietario immobiliare del paese - e gli armatori greci, il principale gruppo dominante del paese. La tassazione degli armatori è però vietata dalla costituzione del paese e il suo divieto fu il pedaggio che il paese dovette pagare per la fine della dittatura dei colonnelli nel \u003Cmark>1974\u003C/mark>. 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Fanno canzoni pop suonate alla moda elettrica degli Spacemen 3. Dovete vederli dal vivo!\r\nMANIAXXX (Torino, surf punk/garage/dub)\r\nDi difficile catalogazione, i Maniaci spaccano. Più la musica cambia e più ci sei dentro. Psichedelia, garage e puntatine nell'eletrronica e nel dub.\r\n\r\nACID BABY JESUS (Atene garage rock- psychedelic rembetika)\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=EijuIYzk1VM[/embed]\r\nVengono da Atene ma non sono grandi amici di Tsipras. Gli Acidi hanno il suono derelitto dell'eurocrisi, fuso insieme ad un eveidente stonatura da hashish. Presenteranno dal vivo il nuovo lavoro \"Selected Recordings\" uscito per Slovenly nel 2014. Registrato nella clausura di un'isola dell'Egeo è un disco di ballate stanche tipo Zorba dopo qualche vaporizzata, con cover soprendenti che vanno a pescare fino in Zambia. Spettacolo imperdibile, battezziamo la festa con Ouzo e foglie di vite, ballando come satiri. Con la benedizione di Diogene.\r\nJ C SATAN (Bordeaux, dark garage, freak-punk)\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=hWz9CmU-uhs[/embed]\r\nSudatissima combo italo-francese che suona velocissima, impastatata, bramosa e incontrollabile. Fanno musica avvolta in un lurido quanto desiderabile impasto di fuzz e melodia. Sono lascivi e molto irrequieti, specialmente dal vivo. Vanno gustati al massimo del volume, perchè sono così desiderabili anche quando ti prendono a cazzotti.\r\n\r\nVENERDÌ 5 GIUGNO:\r\ndal pomeriggio, sul palco del furgone giallone:\r\nMARIA VIOLENZA (Roma goth-punk)\r\nMATTEO CASTELLANO (chansonnier surreale)\r\nSKULLA (cantautore)\r\nALP KING (one man band/ rap alpino)\r\nIN SERATA SUL MAIN STAGE:\r\nDELACAVE (Francia, Triple Alleance/divers)\r\nSuoni dopati, barcollanti e in costante equilibrio tra il gelo e la danza. Delacave arriva dalla caverna di Strasburgo guidata dalla mente fosforica di Seb Normal. Garantito Triple Alleance!\r\nHOLIDAY INN (Roma Est/Francia, minimal-synth, punk elettrico de'borgata)\r\nDalla borgata della noia sotto la tangenziale Est di Roma, un altro mostriciattolo nato nel cemento. Sono i Suicide alla amatriciana. Con spolverate di aggressività punk. daje!\r\nROY AND THE DEVIL'S MOTORCYCLE (Svizzera, psychedelic twang, space garage, soundtrack)\r\nProva a prenderli. i tre fratelli Stahli in sella alle loro motociclette attraversano una Svizzera più fuzz che fabbrica di cioccolata, suonando giustamente indemoniati e inebetiti. Voodoo Rhythm e il reverendo Beat Man pongono il sigillo, in un anno, questo 2015, pieno di sorprese. Dal vivo sono una gran botta e noi ce li abbiamo. Preparare la sella e scaldare i motori.\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=KQWgj_hHCEk[/embed]\r\n THE ROCK'N'ROLL KAMIKAZES (Italia/Scozia rockabilly incendiario)\r\nPer concludere la serata danze selvagge. Con le chitarre e i ciuffoni questi loschi ceffi incendierAnno l'aria. 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Uscito per Agenzia X\r\nE ANCORA...\r\nIl grandissimo Eduardo “Mono” Carrasco, nome clandestino e provvisorio,da Santiago del Cile, è un grafico, muralista, promotore culturale, fondatore della Brigada Ramona Parra (gruppo muralista cileno), vive e lavora in Italia dal 1974, anno in cui è arrivato dal suo paese come rifugiato politico, dopo l’avvento della dittatura di Augusto Pinochet.\r\nHa collaborato e disegnato sui muri rivoluzionari del sud America ed ha legato il suo nome alla storia di Inti Illimani. Sarà da noi a disegnare insieme ai bambini una grande tela...\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=SPdyf3ftHMc[/embed]\r\ne poi... \r\nspettacolo di marionette \"Happy Birthday mr. Django\", un viaggio animato nella vita di Django Reinhardt con Pinocchia Underground.\r\ndall'aperitivo:\r\ndj set di chiusura, tutto sul CHILL OUT. 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Prendete posto!\r\nCome sempre tutte le sere cucina vegetariana e vegana, birrette, cocktails e distribuzioni di libri open air...\r\n \r\n \r\n ","11 Marzo 2015","2015-05-12 10:20:34","Blackout Fest 2015 - dal 4 al 7 Giugno",1426073294,[],[],{"post_content":132},{"matched_tokens":133,"snippet":134,"value":135},[67],"e lavora in Italia dal \u003Cmark>1974\u003C/mark>, anno in cui è arrivato","Come ogni anno, torna il festival estivo autogestito e autofinanziato di Radioblackout.\r\n Tra le zanzare e i nuovi quartieri di Torino Nord, la consueta occasione per sostenere le libere frequenze e godere di un programma multi-sensoriale,\r\n Tutte le sere panini, drinks e birrette per tenere bassa l'umidità relativa.\r\nDA GIOVEDÌ 4 A DOMENICA 7 GIUGNO\r\nvia Cigna 211\r\n Live outdoor sul furgone giallone e sul palco esterno, live sul main stage,\r\n distro, presentazioni di fumetti, libri, cabaret, disegno, spettacoli per bambini\r\n e ancora cucina vegetariana e vegana, forno itinerante benefit lotta No-Tav,\r\n bar selvaggio fin dall'aperitivo\r\ne per non farci mancare niente, ritorna \"il salotto di blackout - ra-dio festa\", con le dirette tutti i giorni dalle 15.00!\r\nRadio Blackout trasmetterà dalla lussuosa postazione autocostruita.\r\nOspiti sfigati, concertini dal vivo, inezie e ciarle mescolate ad un diluvio di musica in compagnia dei vostri djs preferiti!\r\nGIOVEDÌ 4 GIUGNO\r\nad aprire le danze dalle 18.00\r\nall'aperitivo, musica jazz, fusion, funk e soul con un quintetto tutto locale che promette scintille:\r\nla batteria di Maurizio \"gatto\" Plancher, il basso Andrea di Marco, Sandro Lanzafame al piano, Gianluigi Corvaglia al tenore e Tolga Bilgin alla tromba.\r\nPrima e dopo il concerto, musiche a tema da Charles Mingus a Hilary's Pagani.\r\nTHE YELLOW TRAFFIC LIGHT (Torino, shoegaze molto psichedelico)\r\nUna scoperta blackoutiana questi giovanissimissimi sembrano sbucati dalle nebbie romantiche di Mad-chester. 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Fu uno degli episodi più tragici e sanguinari della strategia della tensione.\r\nQuella che la memoria di classe ha fin da allora identificato come \"strage fascista e di Stato\", viene oggi reinterpretata e addomesticata - complice una sinistra sempre più liberale e timida - come tragedia condivisa, da mettere magari in un calderone democraticista che accomuna quelle vittime a quelle dei cosiddetti \"anni di piombo\".C'è però chi non accetta queste semplificazioni né la lettura accomodante che accomuna le vittime.\r\nUn corteo, antagonista e antifascista, è partito intorno alle 9 e mezza da piazza Garibaldi e dopo un breve percorso è entrato in Piazza della Loggia attorno alle 10.00 poco prima degli 8 rintocchi che hanno ricordato alle 10.12 l’ora in cui quarant’anni fa scoppiò la bomba. Si è quindi staccato dalle commemorazioni ufficiali per gridare un'altra lettura e interpretazione di quella strage e di quella stagione storica.\r\nDue gli striscioni che hanno riassunto anche le parole d’ordine di parte questa giornata: in testa al corteo quello del kollettivo studenti in lotta che recita “28 maggio 1974 – 28 maggio 2014, Nessuna memoria condivisa ora e sempre resistenza”, un secondo, firmato invece da Magazzioni 47 e dal Cua recita invece: “Nella memoria l’esempio, nella lotta la pratica le aree e i territori resistenti per casa reddito salute e dignita”. Presente con uno spezzone anche l’associazione diritti per tutti con le famiglie sotto sfratto.\r\nAscolta la diretta da Brescia con Michele del Magazzino 47\r\nmichele_brescia_laloggia","28 Maggio 2014","2014-06-02 12:39:23","Brescia: la memoria non è condivisa",1401294599,[152,153,154,155],"http://radioblackout.org/tag/antifascismo/","http://radioblackout.org/tag/brescia/","http://radioblackout.org/tag/piazza-della-loggia/","http://radioblackout.org/tag/strategia-della-tensione/",[157,16,28,30],"antifascismo",{"post_content":159},{"matched_tokens":160,"snippet":161,"value":162},[67],"10.12 del 28 Maggio del \u003Cmark>1974\u003C/mark> in piazza della Loggia, a","Alle 10.12 del 28 Maggio del \u003Cmark>1974\u003C/mark> in piazza della Loggia, a Brescia, esplode una bomba uccidendo in totale 8 persone e ferendone più di 100. Fu uno degli episodi più tragici e sanguinari della strategia della tensione.\r\nQuella che la memoria di classe ha fin da allora identificato come \"strage fascista e di Stato\", viene oggi reinterpretata e addomesticata - complice una sinistra sempre più liberale e timida - come tragedia condivisa, da mettere magari in un calderone democraticista che accomuna quelle vittime a quelle dei cosiddetti \"anni di piombo\".C'è però chi non accetta queste semplificazioni né la lettura accomodante che accomuna le vittime.\r\nUn corteo, antagonista e antifascista, è partito intorno alle 9 e mezza da piazza Garibaldi e dopo un breve percorso è entrato in Piazza della Loggia attorno alle 10.00 poco prima degli 8 rintocchi che hanno ricordato alle 10.12 l’ora in cui quarant’anni fa scoppiò la bomba. Si è quindi staccato dalle commemorazioni ufficiali per gridare un'altra lettura e interpretazione di quella strage e di quella stagione storica.\r\nDue gli striscioni che hanno riassunto anche le parole d’ordine di parte questa giornata: in testa al corteo quello del kollettivo studenti in lotta che recita “28 maggio \u003Cmark>1974\u003C/mark> – 28 maggio 2014, Nessuna memoria condivisa ora e sempre resistenza”, un secondo, firmato invece da Magazzioni 47 e dal Cua recita invece: “Nella memoria l’esempio, nella lotta la pratica le aree e i territori resistenti per casa reddito salute e dignita”. 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La fine violenta del governo socialista, la durissima repressione nei quartieri e nelle fabbriche, dove la pratica dell'azione diretta, dell'occupazione, dell'autogestione, stava infliggendo duri colpi alla società di classe, fu un duro colpo per i movimenti sociali che in Italia stavano giocando la loro partita. Il Partito Comunista Italiano di Enrico Berlinguer ne profittò per rafforzare la politica di collaborazione con l'area cattolica inaugurata da Togliatti nel 1945. Con il pretesto di evitare un colpo di stato militare sponsorizzato dagli Stati Uniti Berlinguer promosse una politica di unità nazionale e di compromesso con la Democrazia Cristiana, il maggiore partito di governo dal dopoguerra in poi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Massimo, un compagno che ha attraversato quegli anni e ne ricostruisce il clima.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nMassimo Cile\r\n\r\nAbbiamo ascoltato la testimonianza di Urbano, esule cileno anarchico.\r\nUrbano era il suo nome di battaglia, quello che adottò durante la clandestinità in Cile. Un Cile che Urbano non vede dal lontano 1974, quando, dopo aver occupato con altri l'ambasciata italiana a Santiago, giunse esule nel nostro paese. Inarrestabile nel suo impegno contro la dittatura di Pinochet, Urbano nel nostro paese è stato impegnato nelle lotte per la difesa dell'ambiente, per la libertà dei migranti, contro ogni forma di oppressione. Oggi è in prima fila nella lotta contro il terzo valico e le discariche.\r\nL'11 settembre 1973 a Santiago venne bombardata la Moneda, il palazzo del governo presieduto dal socialista Allende, che vi trovò la morte. Poi la repressione passò nei barrios, nei quartieri della periferia, dove il popolo delle baracche aveva occupato le case in muratura destinate ai militari. Urbano, che una casa vera non l'aveva mai conosciuta sin dalla più tenera infanzia, aveva occupato con la famiglia una casa nel quartiere \"Poblacion Guatemala\". Ma era difficile trovarcelo perché lui come tanti passava gran parte del tempo negli accampamenti dei senza casa dove si programmavano le lotte per nuove occupazioni di terre e case. Contro il percorso di libertà e dignità di un popolo si abbatté il terrorismo dei militari sostenuti dal governo statunitense.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nUrbano def\r\n\r\nAbbiamo chiesto ad Urbano di raccontarci il suo 11 settembre.\r\n\r\n\"All'epoca io ed altri compagni eravamo già in clandestinità: il governo Allende ci perseguitava per le occupazioni di terre e la guerra contro il mercato nero. Nel sud di Santiago, una zona che era cresciuta sin dagli anni '50 con le occupazioni di terre demaniali e dei latifondi, nel 1971 abbiamo iniziato l'autogestione della distribuzione di alimenti alla popolazione. Abbiamo così pestato molti autorevoli piedi: in primo luogo quello dei padroni della distribuzione ma anche quelli dei Partiti socialista e comunista che intendevano gestire in comune con i commercianti la distribuzione del cibo, imponendo prezzi esosissimi, mentre l'autogestione garantiva prezzi equi per tutti. Lo stesso programma governativo per le terre abbandonate privilegiava nei fatti i militanti socialisti e comunisti, tenendo fuori tanta parte della popolazione. Questa situazione ci ha cacciato nella clandestinità: il governo Allende dichiarò illegali le nostre attività e le organizzazioni libertarie. All'epoca eravamo impegnati anche sul fronte della solidarietà internazionale con gli esuli provenienti da tutto il Sud America perché perseguitati nei loro paesi. Il governo socialista cileno non concedeva loro asilo politico: questi compagni lo ottenevano da noi. Erano ospitati nei quartieri occupati e lottavano al nostro fianco per le libertà ed i diritti di tutti. Il governo ci considerava alla stregua di delinquenti comuni e ci perseguitava: il nostro rifugio erano i quartieri occupati, dove la gente ci ospitava e proteggeva.\r\nPrima dell'11 settembre ormai in tanti sapevamo che il golpe era imminente. Nei mesi precedenti era passata una legge sul controllo delle armi, la cosiddetta \"Ley Maldita\" che lo stesso Allende aveva consentito: ufficialmente doveva servire per disarmare i fascisti che attaccavano le zone popolari ma, nei fatti, la legge venne applicata solo contro di noi, contro i sindacati, contro il \"cordone industriale\" delle fabbriche occupate e dei quartieri autogestiti. In realtà noi non eravamo armati: il governo socialista non aprì mai i suoi arsenali al popolo che, quando avvenne il golpe, non aveva che poche vecchie pistole.\r\nQuell'11 settembre ero a casa di un compagno. Appena vengo a sapere che il sollevamento militare era iniziato mi reco alla \"La Bandera\" uno dei tanti quartieri occupati. Con la gente raccogliamo le armi disponibili: saltano fuori una quarantina di pistole. Poi smontiamo la baracca della distribuzione autogestita, consegnando alla popolazione tutte le derrate che vi erano custodite. Con le armi a disposizione iniziamo la resistenza, passando da un barrio all'altro nell'intera zona sud. La battaglia più dura si farà nel quartiere \"La Legua\", quello dove sono nato io, lì i lavoratori di una fabbrica tessile occupata, la Sumar, che si erano opposti a colpi di arma da fuoco alla consegna delle armi imposta dai militari, resisteranno a lungo. Per rastrellare \"La Legua\" i militari impiegheranno ben tre reggimenti, carri armati, aerei per stroncare la resistenza popolare. Finirà con un massacro: oltre 400 saranno le vittime della loro ferocia.\r\nIo ed altri continuiamo a raccogliere armi, passando attraverso i vari quartieri e ponendo le basi di una resistenza, che soffocata nel sangue la lotta popolare, diviene presto clandestina. La cassa delle distribuzioni autogestite ci servirà per finanziare la lotta clandestina contro la dittatura. I soldi resteranno a lungo presso un compagno, un calzolaio come me, prima di essere consegnati ai compagni in clandestinità, per contribuire a tessere una rete di opposizione e per aiutare a fuggire e dare sostegno alle famiglie dei ricercati.\r\nIl 27 settembre vengo arrestato nel quartiere \"Guatemala\". Nel rastrellamento veniamo catturati in 32 e portati ad un campo di concentramento dell'aviazione a San Bernardo, nei pressi di Santiago.\r\n\r\nCosa ti capita?\r\n\r\n\"Vengo torturato, sottoposto ad una finta fucilazione per obbligarmi a parlare, a fare i nomi dei compagni e dire dove si trovano. Dopo 3 giorni io e gli altri 32 veniamo portati allo Stadio Nazionale dove erano rinchiusi migliaia di oppositori. Veniamo nuovamente sottoposti a tortura e messi nell'elenco di quelli destinati alla fucilazione.\r\nSono stato fortunato: proprio in quei giorni il grande clamore suscitato a livello internazionale dai massacri di Pinochet induce le Nazioni Unite ad inviare una Commissione per verificare la violazione dei diritti umani. Pinochet fa un'operazione di facciata: mentre le fucilazioni continuano nell'intero paese decide di liberare di fronte alla stampa alcune centinaia di persone. Io e gli altri 32 veniamo rilasciati. Mi guardo bene dal ripresentarmi in caserma, come prescritto al momento del rilascio, e torno in clandestinità sino alla fine del '74.\"\r\n\r\nUrbano, tu non sei mai tornato nel tuo paese... Sappiamo che i militari hanno condannato a morte te e tua sorella, un tuo fratello morì sotto i colpi dei golpisti, ma oggi, dopo il ritorno della democrazia, perché non torni in Cile?\r\n\r\n\"Probabilmente, dopo le condanne che mi hanno inflitto, mi attende lì una galera democratica. 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Lo stesso programma governativo per le terre abbandonate privilegiava nei fatti i militanti socialisti e comunisti, tenendo fuori tanta parte della popolazione. Questa situazione ci ha cacciato nella clandestinità: il governo Allende dichiarò illegali le nostre attività e le organizzazioni libertarie. All'epoca eravamo impegnati anche sul fronte della solidarietà internazionale con gli esuli provenienti da tutto il Sud America perché perseguitati nei loro paesi. Il governo socialista cileno non concedeva loro asilo politico: questi compagni lo ottenevano da noi. Erano ospitati nei quartieri occupati e lottavano al nostro fianco per le libertà ed i diritti di tutti. Il governo ci considerava alla stregua di delinquenti comuni e ci perseguitava: il nostro rifugio erano i quartieri occupati, dove la gente ci ospitava e proteggeva.\r\nPrima dell'11 settembre ormai in tanti sapevamo che il golpe era imminente. Nei mesi precedenti era passata una legge sul controllo delle armi, la cosiddetta \"Ley Maldita\" che lo stesso Allende aveva consentito: ufficialmente doveva servire per disarmare i fascisti che attaccavano le zone popolari ma, nei fatti, la legge venne applicata solo contro di noi, contro i sindacati, contro il \"cordone industriale\" delle fabbriche occupate e dei quartieri autogestiti. In realtà noi non eravamo armati: il governo socialista non aprì mai i suoi arsenali al popolo che, quando avvenne il golpe, non aveva che poche vecchie pistole.\r\nQuell'11 settembre ero a casa di un compagno. Appena vengo a sapere che il sollevamento militare era iniziato mi reco alla \"La Bandera\" uno dei tanti quartieri occupati. Con la gente raccogliamo le armi disponibili: saltano fuori una quarantina di pistole. Poi smontiamo la baracca della distribuzione autogestita, consegnando alla popolazione tutte le derrate che vi erano custodite. Con le armi a disposizione iniziamo la resistenza, passando da un barrio all'altro nell'intera zona sud. La battaglia più dura si farà nel quartiere \"La Legua\", quello dove sono nato io, lì i lavoratori di una fabbrica tessile occupata, la Sumar, che si erano opposti a colpi di arma da fuoco alla consegna delle armi imposta dai militari, resisteranno a lungo. Per rastrellare \"La Legua\" i militari impiegheranno ben tre reggimenti, carri armati, aerei per stroncare la resistenza popolare. Finirà con un massacro: oltre 400 saranno le vittime della loro ferocia.\r\nIo ed altri continuiamo a raccogliere armi, passando attraverso i vari quartieri e ponendo le basi di una resistenza, che soffocata nel sangue la lotta popolare, diviene presto clandestina. La cassa delle distribuzioni autogestite ci servirà per finanziare la lotta clandestina contro la dittatura. 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Dolcino, ad esempio, predicava la povertà come distacco dal potere e dalla gerarchia, la comunione dei beni materiali, l’assenza di vincoli formali di obbedienza. La sua era una dottrina radicale che incontrandosi con le esigenze emergenti dalla disperata condizione dei servi della gleba e del popolo minuto delle città porta ad una rivolta che per le autorità religiose e civili del tempo rappresentò una terribile minaccia per l’ordinamento istituzionale e sociale.\r\nI dolciniani raccolsero consenso tra masse povere rurali ed urbane e, anziché “farsi massacrare inermi, si armarono, espropriarono per sopravvivere i ricchi, inventarono la guerra di guerriglia, in pianura e in montagna”.\r\nNel 1307 si concludeva sulle montagne biellesi l'ultima battaglia di Dolcino e degli \"Apostolici\" contro la crociata feudale. Questa battaglia resta nella storia come segno e memoria di un lungo conflitto. La lotta dei ribelli contadini ed eretici riemerge nei movimenti giacobini del 1796-99, nelle lotte democratiche del 1848, accompagna la formazione di gruppi operai di indirizzo anarchico e socialista a fine '800, nei nomi e nei luoghi dolciniani nella Resistenza e nelle lotte operaie degli anni '60.\r\nNel lungo cammino delle rivolte popolari l'epica lotta antifeudale ed egualitaria degli insorti dolciniani si dipana sul filo della memoria e del tempo.\r\n\r\nIl filo rosso delle ribellioni popolari attraversa le epoche e i confini e si intreccia nella memoria facendosi cosa viva nelle lotte di oggi.\r\nA oltre 700 anni dal rogo degli eretici dolciniani, sconfitti dopo lunga resistenza, ogni anno, dal 1974, il monte Rubello è luogo di incontro nel segno di una resistenza che continua, del filo che annoda le lotte di ieri a quelli che oggi vedono protagonisti i tanti che non credono che questo mondo di guerre feroci, torture, disuguaglianze, razzismo, saccheggio e devastazione dei territori sia il migliore dei mondi possibili.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Roberto Prato, che con tanti altri, nel 1974 salì al monte per collocare un cippo nello stesso luogo dove i fascisti avevano fatto saltare la pietra posta ad inizio secolo dai operai anarchici e socialisti della zona.\r\nIn questo stesso luogo si terrà domenica 9 settembre l’annuale giornata dolciniana, con salita al cippo, assemblea, pranzo al sacco, musica e teatro.\r\nQui trovi il programma\r\n\r\nAscolta l’intervista a Roberto: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/09/Prato-dolcino.mp3\"]\r\n\r\nscarica il file","6 Settembre 2012","Da Dolcino a Gioacchino da Fiore ai Catari, Patari, Gazzeri, Bogomili, Valdesi, fraticelli, tutti gli eretici perseguitati ferocemente da una chiesa cattolica ben decisa a difendere, in nome della Città Celeste, il proprio più che terreno dominio. \r\nEretici accomunati dal rifiuto del principio di autorità e quindi della Chiesa alla quale non si debbono pagare le decime. Dolcino, ad esempio, predicava la povertà come distacco dal potere e dalla gerarchia, la comunione dei beni materiali, l’assenza di vincoli formali di obbedienza. La sua era una dottrina radicale che incontrandosi con le esigenze emergenti dalla disperata condizione dei servi della gleba e del popolo minuto delle città porta ad una rivolta che per le autorità religiose e civili del tempo rappresentò una terribile minaccia per l’ordinamento istituzionale e sociale. \r\nI dolciniani raccolsero consenso tra masse povere rurali ed urbane e, anziché “farsi massacrare inermi, si armarono, espropriarono per sopravvivere i ricchi, inventarono la guerra di guerriglia, in pianura e in montagna”.\r\nNel 1307 si concludeva sulle montagne biellesi l'ultima battaglia di Dolcino e degli \"Apostolici\" contro la crociata feudale. Questa battaglia resta nella storia come segno e memoria di un lungo conflitto. La lotta dei ribelli contadini ed eretici riemerge nei movimenti giacobini del 1796-99, nelle lotte democratiche del 1848, accompagna la formazione di gruppi operai di indirizzo anarchico e socialista a fine '800, nei nomi e nei luoghi dolciniani nella Resistenza e nelle lotte operaie degli anni '60.\r\nNel lungo cammino delle rivolte popolari l'epica lotta antifeudale ed egualitaria degli insorti dolciniani si dipana sul filo della memoria e del tempo.\r\n\r\nIl filo rosso delle ribellioni popolari attraversa le epoche e i confini e si intreccia nella memoria facendosi cosa viva nelle lotte di oggi. \r\nA oltre 700 anni dal rogo degli eretici dolciniani, sconfitti dopo lunga resistenza, ogni anno, dal 1974, il monte Rubello è luogo di incontro nel segno di una resistenza che continua, del filo che annoda le lotte di ieri a quelli che oggi vedono protagonisti i tanti che non credono che questo mondo di guerre feroci, torture, disuguaglianze, razzismo, saccheggio e devastazione dei territori sia il migliore dei mondi possibili.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Roberto Prato, che con tanti altri, nel 1974 salì al monte per collocare un cippo nello stesso luogo dove i fascisti avevano fatto saltare la pietra posta ad inizio secolo dai operai anarchici e socialisti della zona. \r\nIn questo stesso luogo si terrà domenica 9 settembre l’annuale giornata dolciniana, con salita al cippo, assemblea, pranzo al sacco, musica e teatro.\r\n","2025-09-24 22:01:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/09/FraDolcino-1907-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"237\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/09/FraDolcino-1907-237x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/09/FraDolcino-1907-237x300.jpg 237w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/09/FraDolcino-1907.jpg 627w\" sizes=\"auto, (max-width: 237px) 100vw, 237px\" />","L’eresia e la rivolta",1346950909,[211],"http://radioblackout.org/tag/eresia/",[12],{"post_content":214},{"matched_tokens":215,"snippet":216,"value":217},[67],"lunga resistenza, ogni anno, dal \u003Cmark>1974\u003C/mark>, il monte Rubello è luogo","Da Dolcino a Gioacchino da Fiore ai Catari, Patari, Gazzeri, Bogomili, Valdesi, fraticelli, tutti gli eretici perseguitati ferocemente da una chiesa cattolica ben decisa a difendere, in nome della Città Celeste, il proprio più che terreno dominio.\r\nEretici accomunati dal rifiuto del principio di autorità e quindi della Chiesa alla quale non si debbono pagare le decime. Dolcino, ad esempio, predicava la povertà come distacco dal potere e dalla gerarchia, la comunione dei beni materiali, l’assenza di vincoli formali di obbedienza. La sua era una dottrina radicale che incontrandosi con le esigenze emergenti dalla disperata condizione dei servi della gleba e del popolo minuto delle città porta ad una rivolta che per le autorità religiose e civili del tempo rappresentò una terribile minaccia per l’ordinamento istituzionale e sociale.\r\nI dolciniani raccolsero consenso tra masse povere rurali ed urbane e, anziché “farsi massacrare inermi, si armarono, espropriarono per sopravvivere i ricchi, inventarono la guerra di guerriglia, in pianura e in montagna”.\r\nNel 1307 si concludeva sulle montagne biellesi l'ultima battaglia di Dolcino e degli \"Apostolici\" contro la crociata feudale. Questa battaglia resta nella storia come segno e memoria di un lungo conflitto. La lotta dei ribelli contadini ed eretici riemerge nei movimenti giacobini del 1796-99, nelle lotte democratiche del 1848, accompagna la formazione di gruppi operai di indirizzo anarchico e socialista a fine '800, nei nomi e nei luoghi dolciniani nella Resistenza e nelle lotte operaie degli anni '60.\r\nNel lungo cammino delle rivolte popolari l'epica lotta antifeudale ed egualitaria degli insorti dolciniani si dipana sul filo della memoria e del tempo.\r\n\r\nIl filo rosso delle ribellioni popolari attraversa le epoche e i confini e si intreccia nella memoria facendosi cosa viva nelle lotte di oggi.\r\nA oltre 700 anni dal rogo degli eretici dolciniani, sconfitti dopo lunga resistenza, ogni anno, dal \u003Cmark>1974\u003C/mark>, il monte Rubello è luogo di incontro nel segno di una resistenza che continua, del filo che annoda le lotte di ieri a quelli che oggi vedono protagonisti i tanti che non credono che questo mondo di guerre feroci, torture, disuguaglianze, razzismo, saccheggio e devastazione dei territori sia il migliore dei mondi possibili.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Roberto Prato, che con tanti altri, nel \u003Cmark>1974\u003C/mark> salì al monte per collocare un cippo nello stesso luogo dove i fascisti avevano fatto saltare la pietra posta ad inizio secolo dai operai anarchici e socialisti della zona.\r\nIn questo stesso luogo si terrà domenica 9 settembre l’annuale giornata dolciniana, con salita al cippo, assemblea, pranzo al sacco, musica e teatro.\r\nQui trovi il programma\r\n\r\nAscolta l’intervista a Roberto: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/09/Prato-dolcino.mp3\"]\r\n\r\nscarica il file",[219],{"field":72,"matched_tokens":220,"snippet":216,"value":217},[67],{"best_field_score":76,"best_field_weight":77,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":78,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},6696,{"collection_name":54,"first_q":67,"per_page":224,"q":67},6,10,{"facet_counts":227,"found":273,"hits":274,"out_of":743,"page":11,"request_params":744,"search_cutoff":32,"search_time_ms":745},[228,249],{"counts":229,"field_name":246,"sampled":32,"stats":247},[230,232,235,238,240,242,244],{"count":35,"highlighted":231,"value":231},"la perla di labuan",{"count":233,"highlighted":234,"value":234},3,"il colpo del strega",{"count":236,"highlighted":237,"value":237},2,"19e59",{"count":236,"highlighted":239,"value":239},"RADIO KALAKUTA",{"count":11,"highlighted":241,"value":241},"anarres",{"count":11,"highlighted":243,"value":243},"a-scuppuluni",{"count":11,"highlighted":245,"value":245},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":248},7,{"counts":250,"field_name":31,"sampled":32,"stats":271},[251,253,255,257,259,261,263,265,267,269],{"count":236,"highlighted":252,"value":252},"nato",{"count":236,"highlighted":254,"value":254},"aborto",{"count":236,"highlighted":256,"value":256},"RADIOKALAKUTA",{"count":236,"highlighted":258,"value":258},"autodeterminazione",{"count":11,"highlighted":260,"value":260},"Sco",{"count":11,"highlighted":262,"value":262},"quito",{"count":11,"highlighted":264,"value":264},"noboa",{"count":11,"highlighted":266,"value":266},"curdi",{"count":11,"highlighted":268,"value":268},"cuenca",{"count":11,"highlighted":270,"value":270},"netanyahu",{"total_values":272},187,23,[275,326,383,675,699,721],{"document":276,"highlight":297,"highlights":312,"text_match":321,"text_match_info":322},{"comment_count":43,"id":277,"is_sticky":43,"permalink":278,"podcastfilter":279,"post_author":280,"post_content":281,"post_date":282,"post_excerpt":49,"post_id":277,"post_modified":283,"post_thumbnail":284,"post_title":285,"post_type":286,"sort_by_date":287,"tag_links":288,"tags":293},"24845","http://radioblackout.org/podcast/lotta-per-la-casa-a-40-anni-dalla-battaglia-di-san-basilio/",[],"cattivipensieri","Roma 6 - 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Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. 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Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. 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Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste","29 Settembre 2025","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma […]","2025-09-29 14:27:35","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 25/09/2025 – ECUADOR IN PIAZZA CONTRO NOBOA E IL TRUMPISMO IN SALSA LATINA; SUDOVEST ASIATICO IN SUBBUGLIO, RIPERCUSSIONI DELLE GUERRE SIONISTE; CINA DOPO SHANGAI COOPERATION ORGANIZATION E XI ALL’ONU CON LA CASACCA AMBIENTALISTA",1759108934,[340,341,342,343,344,345,346,347,348,349,350,351,352,353,354,355,356,357,358,359],"https://radioblackout.org/tag/armenia/","https://radioblackout.org/tag/azerbaijan/","https://radioblackout.org/tag/chp/","https://radioblackout.org/tag/conaie/","https://radioblackout.org/tag/cuenca/","https://radioblackout.org/tag/curdi/","https://radioblackout.org/tag/erdogan/","https://radioblackout.org/tag/israele/","https://radioblackout.org/tag/nato/","https://radioblackout.org/tag/netanyahu/","https://radioblackout.org/tag/noboa/","https://radioblackout.org/tag/ocalan/","https://radioblackout.org/tag/pkk/","https://radioblackout.org/tag/proteste/","https://radioblackout.org/tag/qatar/","https://radioblackout.org/tag/quito/","https://radioblackout.org/tag/sco/","https://radioblackout.org/tag/siria/","https://radioblackout.org/tag/trump/","https://radioblackout.org/tag/turchia/",[361,362,363,364,268,266,365,366,252,270,264,367,368,369,370,262,260,371,372,373],"armenia","azerbaijan","chp","Conaie","Erdogan","Israele","Ocalan","pkk","proteste","qatar","Siria","Trump","Turchia",{"post_content":375},{"matched_tokens":376,"snippet":377,"value":378},[67],"sul diesel, in vigore dal \u003Cmark>1974\u003C/mark>. 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Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal \u003Cmark>1974\u003C/mark>. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste",[380],{"field":72,"matched_tokens":381,"snippet":377,"value":378},[67],{"best_field_score":76,"best_field_weight":77,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":78,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},{"document":384,"highlight":666,"highlights":671,"text_match":74,"text_match_info":674},{"comment_count":43,"id":385,"is_sticky":43,"permalink":386,"podcastfilter":387,"post_author":388,"post_content":389,"post_date":390,"post_excerpt":49,"post_id":385,"post_modified":391,"post_thumbnail":392,"post_title":393,"post_type":286,"sort_by_date":394,"tag_links":395,"tags":531},"95678","http://radioblackout.org/podcast/black-holes-dal-17-al-23-febbraio-2025/",[231],"harraga","Lunedì 17 ore 13,30 – Torino disco cross #8 lato A 64 minuti [Radio Blackout, Torino Disco Cross]:\r\n\r\nTorino Disco Cross è una fanzine di musica elettronica, un team di produttori e dj’s che dal 2003 assembla tracce audio raccolte in volumi che periodicamente vengono presentati al pubblico in eventi dal vivo. Per l’occasione vengono offerte copie su cd, slegate dal circuito di distribuzione commerciale. Più che un’organizzazione di serate dance è un laboratorio di sperimentazione e confronto dove l’unione di generi, l’intreccio di esperienze, la ricchezza di stili e la totale indipendenza dei partecipanti contribuiscono ad accrescere il patrimonio collettivo…Ad oggi gli artisti coinvolti nel progetto hanno partecipato alla realizzazione dei volumi in totale autonomia, senza sponsor o produttori esterni, in sintesi no-profit.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 18 ore 12,30 – Cinema Underground: Paolo Gioli 11 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nFotografo e Sperimentatore di nuove tecniche fotografiche analogiche, artista e cineasta avanguardista, Gioli utilizza media molto diversi tra loro, esplorando nuovi linguaggi e rifiutando lo schema che i media stessi impongono. Un maestro della ricerca sull’immagine.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 18 ore 15,30 – Gufonero - Live quarantined - Benefit Radio Black Out 27 minuti [Radio Blackout, Gufonero]: Gufonero è il progetto di Andrea e Marcella, noti per essere – oltre che dei gran personaggi – coloro che tirano le fila di realtà come Annoying Records, End Of A Season e molto altro.\r\nUna sportellata di rumore pesante per una sessione live esclusiva. Non sfigurano nelle grandi occasioni, essendo irrobustiti da una palette sonora degna dei migliori esempi provenienti dall’altra parte dell’oceano.\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 19 ore 08,30 – 28/05/1974 Strage di P.za della Loggia pt. 1 13 minuti [Radio Onda D'Urto, Storia Di Classe]: Un audio – racconto, tra testimonianze di ieri e di oggi, audio d’epoca e analisi, a cinque decadi dalla Strage fascista, di Stato e della Nato di piazza della Loggia, il 28 maggio 1974 a Brescia.\r\n\r\nIl tutto all’interno del percorso radiofonico di Radio Onda d’Urto legato al 50esimo della Strage, che si è concentrato soprattutto nel mese di maggio 2024\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 20 ore 08,30 – 28/05/1974 Strage di P.za della Loggia pt.2 12 minuti [Radio Onda D'Urto, Storia Di Classe]: Un audio – racconto, tra testimonianze di ieri e di oggi, audio d’epoca e analisi, a cinque decadi dalla Strage fascista, di Stato e della Nato di piazza della Loggia, il 28 maggio 1974 a Brescia.\r\n\r\nIl tutto all’interno del percorso radiofonico di Radio Onda d’Urto legato al 50esimo della Strage, che si è concentrato soprattutto nel mese di maggio 2024\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 21 ore 08,30 – Mondo Rave pt. 2 35 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nCome on you painter, you piper, you prisoner, and shine»\r\nPink Floyd, 1975\r\n\r\nDove, come e quando ha cominciato a prendere forma quella che comunemente è stata definita “scena rave” in Europa e successivamente in Italia? 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Sintetizzatori primitivi in HD.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 23 ore 08,30 – 8 Marzo anticarcerario 113 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nQuesto 8 Marzo, oltre alle consuete dirette dalla piazza Torinese di Non Una Di Meno, la redazione informativa di Radio Blackout ha deciso di dedicare una serie di approfondimenti a tema Abolizionismo Carcerario e Femminismo Anti-punitivista.\r\n\r\nAbbiamo contattato diverse realtà in giro per il mondo che si occupano di questo tema, da collettivi che lavorano sulla giustizia riparativa, associazioni che si occupano di relazioni con le persone vittime di repressione prima e dopo la scarcerazione, fino a campagne per la liberazione di singole persone, per concludere con una diretta dal presidio sotto la sezione femminile del carcere di Cagliari.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 23 ore 13,30 – Speciale Lou Reed 40 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]:\r\n\r\nSpeciale su Lou Reed, con interviste tratte da trasmissioni radio e televisive.","16 Febbraio 2025","2025-04-11 14:05:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black holes dal 17 al 23 Febbraio 2025",1739740664,[396,397,398,399,400,401,402,403,404,405,406,407,408,409,410,153,411,412,413,414,415,416,417,418,419,420,421,422,423,424,425,426,427,428,429,430,431,432,433,434,435,436,437,438,439,440,441,442,443,444,445,446,447,448,449,450,451,452,453,454,455,456,457,458,459,460,461,462,463,464,465,466,467,468,469,470,471,472,473,474,475,476,477,478,479,480,481,482,483,484,485,486,487,488,489,490,491,492,493,494,495,496,497,498,499,500,501,502,503,504,505,506,507,508,509,510,511,512,513,514,515,516,517,518,519,520,521,522,523,524,525,526,527,528,529,530],"http://radioblackout.org/tag/28-05-1974/","http://radioblackout.org/tag/8-marzo/","http://radioblackout.org/tag/abolizionismo-carcerario/","http://radioblackout.org/tag/accellerazionismo/","http://radioblackout.org/tag/addis-abeba/","http://radioblackout.org/tag/anni-70/","http://radioblackout.org/tag/appropiazione-culturale/","http://radioblackout.org/tag/argentina/","http://radioblackout.org/tag/audio-racconto/","http://radioblackout.org/tag/audiodocumentario/","http://radioblackout.org/tag/biografia/","http://radioblackout.org/tag/black-zone-myth-chant/","http://radioblackout.org/tag/blackout-fest/","http://radioblackout.org/tag/blackout-fest-2018/","http://radioblackout.org/tag/blek/","http://radioblackout.org/tag/cagliari/","http://radioblackout.org/tag/captain-kid/","http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/carovane/","http://radioblackout.org/tag/ccc-cnc-ncn/","http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/cinema/","http://radioblackout.org/tag/cinema-underground/","http://radioblackout.org/tag/collage/","http://radioblackout.org/tag/colonialismo/","http://radioblackout.org/tag/colonialismo-italiano/","http://radioblackout.org/tag/compilation/","http://radioblackout.org/tag/concerto/","http://radioblackout.org/tag/craddle-community/","http://radioblackout.org/tag/cultura-underground/","http://radioblackout.org/tag/dance/","http://radioblackout.org/tag/dark/","http://radioblackout.org/tag/dark-ambient/","http://radioblackout.org/tag/deadbreezo/","http://radioblackout.org/tag/disco/","http://radioblackout.org/tag/donne/","http://radioblackout.org/tag/eco-fascismo/","http://radioblackout.org/tag/ecologismo/","http://radioblackout.org/tag/elettronica/","http://radioblackout.org/tag/eniac/","http://radioblackout.org/tag/ep/","http://radioblackout.org/tag/etiopia/","http://radioblackout.org/tag/fanzine/","http://radioblackout.org/tag/fascismo/","http://radioblackout.org/tag/femminismo/","http://radioblackout.org/tag/femminismo-anti-punitivista/","http://radioblackout.org/tag/flat-luciano/","http://radioblackout.org/tag/fumetto/","http://radioblackout.org/tag/garage/","http://radioblackout.org/tag/garage-rock/","http://radioblackout.org/tag/garett-hardin/","http://radioblackout.org/tag/gl-petrella/","http://radioblackout.org/tag/godflesh/","http://radioblackout.org/tag/gufonero/","http://radioblackout.org/tag/high-wolf/","http://radioblackout.org/tag/iconout-records/","http://radioblackout.org/tag/il-torsolo/","http://radioblackout.org/tag/info-di-radio-blackout/","http://radioblackout.org/tag/intervista/","http://radioblackout.org/tag/interviste/","http://radioblackout.org/tag/lavventurosa-storia-del-fumetto-italiano/","http://radioblackout.org/tag/lai-ke/","http://radioblackout.org/tag/lato-a/","http://radioblackout.org/tag/lettura/","http://radioblackout.org/tag/live/","http://radioblackout.org/tag/live-quarantined/","http://radioblackout.org/tag/lou-reed/","http://radioblackout.org/tag/m_oo/","http://radioblackout.org/tag/madison-grant/","http://radioblackout.org/tag/malcolm/","http://radioblackout.org/tag/massacro/","http://radioblackout.org/tag/mixtape/","http://radioblackout.org/tag/mondo-rave/","http://radioblackout.org/tag/monografia/","http://radioblackout.org/tag/musica-2/","http://radioblackout.org/tag/nato/","http://radioblackout.org/tag/neo-nazisti/","http://radioblackout.org/tag/nignignig/","http://radioblackout.org/tag/no-trip-for-cats/","http://radioblackout.org/tag/pablito-el-drito/","http://radioblackout.org/tag/paolo-gioli/","http://radioblackout.org/tag/patrick-di-stefano/","http://radioblackout.org/tag/pentti-linkola/","http://radioblackout.org/tag/post-punk/","http://radioblackout.org/tag/presidio/","http://radioblackout.org/tag/psichedelia/","http://radioblackout.org/tag/pt-1/","http://radioblackout.org/tag/pt-2/","http://radioblackout.org/tag/radio/","http://radioblackout.org/tag/radio-blackout/","http://radioblackout.org/tag/radio-cane/","http://radioblackout.org/tag/radio-kebab/","http://radioblackout.org/tag/radio-onda-durto/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/","http://radioblackout.org/tag/registrazione-live/","http://radioblackout.org/tag/riccardo-borgogno/","http://radioblackout.org/tag/ricky/","http://radioblackout.org/tag/rock/","http://radioblackout.org/tag/roger-rama/","http://radioblackout.org/tag/roger-rama-feat-fe-avouglan/","http://radioblackout.org/tag/rovereto/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Fé Avouglan","rovereto","scena rave","sciopero transfemminista","Scream in the garage","Section Zero","sludge","sostanze stupefacenti","speciale","sperimentazioni","storia","storia dei movimenti","storia del fumetto","storia della musica","storia di classe","strage","strage di piazza della loggia","strage fascista","tekno party","Tex","The Operative","torino","Torino disco cross","torino disco cross 8","transfemminismo","trasmissioni di archivio","tribes","TUN","tv","UK","underground","USA","Vea","vol.1","wormhole","Yonofui",{"post_content":667},{"matched_tokens":668,"snippet":669,"value":670},[67],"della Loggia, il 28 maggio \u003Cmark>1974\u003C/mark> a Brescia.\r\n\r\nIl tutto all’interno","Lunedì 17 ore 13,30 – Torino disco cross #8 lato A 64 minuti [Radio Blackout, Torino Disco Cross]:\r\n\r\nTorino Disco Cross è una fanzine di musica elettronica, un team di produttori e dj’s che dal 2003 assembla tracce audio raccolte in volumi che periodicamente vengono presentati al pubblico in eventi dal vivo. Per l’occasione vengono offerte copie su cd, slegate dal circuito di distribuzione commerciale. Più che un’organizzazione di serate dance è un laboratorio di sperimentazione e confronto dove l’unione di generi, l’intreccio di esperienze, la ricchezza di stili e la totale indipendenza dei partecipanti contribuiscono ad accrescere il patrimonio collettivo…Ad oggi gli artisti coinvolti nel progetto hanno partecipato alla realizzazione dei volumi in totale autonomia, senza sponsor o produttori esterni, in sintesi no-profit.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 18 ore 12,30 – Cinema Underground: Paolo Gioli 11 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nFotografo e Sperimentatore di nuove tecniche fotografiche analogiche, artista e cineasta avanguardista, Gioli utilizza media molto diversi tra loro, esplorando nuovi linguaggi e rifiutando lo schema che i media stessi impongono. Un maestro della ricerca sull’immagine.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 18 ore 15,30 – Gufonero - Live quarantined - Benefit Radio Black Out 27 minuti [Radio Blackout, Gufonero]: Gufonero è il progetto di Andrea e Marcella, noti per essere – oltre che dei gran personaggi – coloro che tirano le fila di realtà come Annoying Records, End Of A Season e molto altro.\r\nUna sportellata di rumore pesante per una sessione live esclusiva. Non sfigurano nelle grandi occasioni, essendo irrobustiti da una palette sonora degna dei migliori esempi provenienti dall’altra parte dell’oceano.\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 19 ore 08,30 – 28/05/1974 Strage di P.za della Loggia pt. 1 13 minuti [Radio Onda D'Urto, Storia Di Classe]: Un audio – racconto, tra testimonianze di ieri e di oggi, audio d’epoca e analisi, a cinque decadi dalla Strage fascista, di Stato e della Nato di piazza della Loggia, il 28 maggio \u003Cmark>1974\u003C/mark> a Brescia.\r\n\r\nIl tutto all’interno del percorso radiofonico di Radio Onda d’Urto legato al 50esimo della Strage, che si è concentrato soprattutto nel mese di maggio 2024\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 20 ore 08,30 – 28/05/1974 Strage di P.za della Loggia pt.2 12 minuti [Radio Onda D'Urto, Storia Di Classe]: Un audio – racconto, tra testimonianze di ieri e di oggi, audio d’epoca e analisi, a cinque decadi dalla Strage fascista, di Stato e della Nato di piazza della Loggia, il 28 maggio \u003Cmark>1974\u003C/mark> a Brescia.\r\n\r\nIl tutto all’interno del percorso radiofonico di Radio Onda d’Urto legato al 50esimo della Strage, che si è concentrato soprattutto nel mese di maggio 2024\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 21 ore 08,30 – Mondo Rave pt. 2 35 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nCome on you painter, you piper, you prisoner, and shine»\r\nPink Floyd, 1975\r\n\r\nDove, come e quando ha cominciato a prendere forma quella che comunemente è stata definita “scena rave” in Europa e successivamente in Italia? Quali le sue peculiarità iniziali e quali le sue successive trasformazioni? Ne abbiamo parlato con Pablito El Drito, oggi dj e producer, e a lungo esploratore della scena italiana ai suoi albori.\r\n\r\nIn questa seconda parte:\r\n\r\nI ravers e il “realismo centrosocialista”;\r\nI ravers e la cattiva strada;\r\nIl suono rave e le sue droghe: una “geneaologia”;\r\n“L’affare si ingrossa”: bellezza,limiti e contraddizioni della scena;\r\nIl rave del sabato sera ovvero la fine dello stupore\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 21 ore 20,30 – Backwards - Ecofascismo 23/06/2023 38 minuti [Radio Blackout, Bacwards]: Malcolm ci guida alla scoperta di un vero e proprio \"Frankenstein ideologico\", il cosiddetto Ecofascismo, ovvero quando l'autoritarismo incontra l'ecologia. Il tutto condito da musiche tra il dark ambient e l'industrial\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 22 ore 09,00 – IconOut Records - Scream in the garage 33 minuti [IconOut Records]:\r\n\r\nMixtape intitolato \"Scream in the garage\" realizzato da Ricky della IconOut Records\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 22 ore 20,00 – La perla di Labuan - L'avventurosa storia del fumetto italiano pt.2 44 minuti [Radio Blackout, La Perla di Labuan]: Dagli archivi di blackout, estraiamo con sommo piacere questa mini serie a puntate che la trasmissione \"La perla di Labuan\", condotta dal compianto Riccardo Borgogno, aveva dedicato all'avventurosa storia del fumetto italiano.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 22 ore 21,00 – 19 Febbraio 1937, la strage di Addis Abeba 71 minuti [No Trip For Cats, Radio Blackout]: Il 19 febbraio saranno passati 84 anni dal massacro di Addis Abeba, tra i tanti crimini del colonialismo italiano, uno dei più disgustosi e spietati, perché commesso lontano dai campi di battaglia, senza nemmeno l’alibi di una guerra in corso.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 22 ore 22,30 – Black Zone Myth Chant live al blackout fest 2018 52 minuti [Radio Blackout, Black Zone Myth Chant]: Live @Blackout Fest 9/6/2018\r\n\r\nBZMC produce musica come se gli egizi avessero conosciuto Sun Ra e DjScrew, poi si diverte cambiando il pitch al risultato finale. Sintetizzatori primitivi in HD.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 23 ore 08,30 – 8 Marzo anticarcerario 113 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nQuesto 8 Marzo, oltre alle consuete dirette dalla piazza Torinese di Non Una Di Meno, la redazione informativa di Radio Blackout ha deciso di dedicare una serie di approfondimenti a tema Abolizionismo Carcerario e Femminismo Anti-punitivista.\r\n\r\nAbbiamo contattato diverse realtà in giro per il mondo che si occupano di questo tema, da collettivi che lavorano sulla giustizia riparativa, associazioni che si occupano di relazioni con le persone vittime di repressione prima e dopo la scarcerazione, fino a campagne per la liberazione di singole persone, per concludere con una diretta dal presidio sotto la sezione femminile del carcere di Cagliari.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 23 ore 13,30 – Speciale Lou Reed 40 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]:\r\n\r\nSpeciale su Lou Reed, con interviste tratte da trasmissioni radio e 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l'esibizione di James Brown in occasione dell'incontro Foreman -Ali' nello Zaire di Mobutu nel 1974.\r\n\r\n ","22 Maggio 2024","2024-05-22 15:41:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/CONGO-FUNK-2-e1716385271132-200x110.jpeg","RADIO KALAKUTA 20/05/2024",1716392303,[688],"http://radioblackout.org/tag/radiokalakuta/",[256],{"post_content":691},{"matched_tokens":692,"snippet":693,"value":694},[67],"nello Zaire di Mobutu nel \u003Cmark>1974\u003C/mark>.\r\n\r\n "," \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/RADIO-KALAKUTA-20052024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRadio Kalakuta in questa puntata attraversa i suoni dei due Congo ,fra Kinshasa e Brazaville seguendo l'evoluzione della rumba congolese e il suo incontro con il funk ,dopo l'esibizione di James Brown in occasione dell'incontro Foreman -Ali' nello Zaire di Mobutu nel \u003Cmark>1974\u003C/mark>.\r\n\r\n 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Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-22-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nGli anarchici nella Resistenza a Torino. Ilio e gli altr*\r\nIlio Baroni, operaio toscano emigrato a Torino negli anni venti, era comandante della VII brigata Sap delle Ferriere.\r\nLe Sap, Squadre di Azione Patriottica sabotavano la produzione, diffondevano clandestinamente volantini antifascisti e si preparavano all’insurrezione. Ilio, nome di battaglia ”il Moro”, è protagonista di azioni di guerriglia.\r\nIl 25 aprile a Torino la città è paralizzata dallo sciopero generale, scoppia l’insurrezione, la città diventa a breve un campo di battaglia.\r\nBaroni e i suoi attaccano la stazione Dora e si guadagnano un successo. Giunge una richiesta d’aiuto dalla Grandi Motori. Il Moro non esita ad aiutare i compagni nel mezzo di una battaglia furiosa, e cade sotto il fuoco. È il 26 aprile.\r\nIlio Baroni non potrà vedere il momento per cui ha lottato duramente tutta la vita…\r\nMa il fascismo non è morto il 25 aprile del 1945…\r\nTra sfruttamento, lavori precari e pericolosi, morti in mare, leggi razziste, militari per le strade, guerra, la democrazia somiglia sempre più al fascismo.\r\nNe abbiamo parlato con Tobia Imperato, autore di un libro sugli anarchici nella Resistenza a Torino\r\n\r\nPierre Clastres, un antropologo contro lo stato\r\nLa società contro lo Stato è il titolo di uno dei testi più celebri dell’antropologo francese Pierre Clastres. Editato nel 1974 questo testo mantiene grande attualità.\r\nLe società primitive, ci dice Clastres, non sono affatto società senza Stato – come afferma un'antropologia classica pericolosamente evoluzionista – ma società contro lo Stato. Il pensiero “selvaggio” ci mostra lo sforzo permanente messo in atto per impedire che il potere si trasformi in dominio, che il prestigio si trasformi in autorità e che la parola del capo senza potere si trasformi in comando.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Boni, antropologo e docente all’Università di Modena e Reggio\r\n\r\nBarriera di Milano. Tra gentrification e violenza poliziesca\r\nIl fronte della guerra interna nel cuore della periferia torinese\r\n\r\nIl 5 per mille a polizia, carabinieri, guardia di finanza e secondini\r\nL’ultima trovata del governo Draghi è di immettere ulteriori risorse per le forze dell’ordine, modificando la legge che consente di destinarlo alle associazioni.\r\nUn segnale dell’infittirsi del sostegno alle strutture di controllo e repressione in un contesto politico e sociale di guerra.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nDomenica Primo Maggio\r\nore 9\r\nDisertiamo la guerra!\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\n* No alla guerra e a chi la arma!\r\n* No alle spese militari! Vogliamo case, scuole, ospedali, trasporti per tutt*\r\n* Contro la guerra ai poveri e la militarizzazione delle periferie\r\n* No alla città dell'aerospazio! Chiudere e riconvertire le fabbriche d’armi!\r\n* No alla Nato a Torino\r\n* Stop all'invio di armi in Ucraina, ritiro di tutte le missioni militari all'estero\r\n* Solidarietà ed accoglienza ai profughi di tutte le guerre\r\n* Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere\r\n\r\nDopo il corteo \r\npranzo benefit lotte contro la guerra alla tettoia dei contadini a Porta Palazzo\r\nper prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com \r\n#disertiamolaguerra\r\n\r\nSabato 7 maggio a Pisa\r\ncorteo\r\nRicordare e lottare nel 2022 come nel 1972 contro il fascismo e contro la guerra\r\na 50 anni dalla morte di Franco Serantini, ucciso dalla polizia durante un corteo antifascista\r\nAppuntamento alle ore 15 in piazza XX settembre. \r\n\r\nDomenica 8 maggio a Livorno\r\nAssemblea antimilitarista\r\nore 10 presso l’ex Caserma Occupata, via Adriana 16\r\n\r\nVenerdì 20 maggio \r\nsciopero generale contro la guerra\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","28 Aprile 2022","2022-04-28 15:16:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/stillhiring-bis-col-200x110.jpg","Anarres del 22 aprile. Clastres, la società contro lo stato. Anarchici nella resistenza a Torino. Barriera di Milano tra violenza poliziesca e gentrification. Il 5 per mille alla polizia...",1651158866,[],[],{"post_content":735},{"matched_tokens":736,"snippet":737,"value":738},[67],"francese Pierre Clastres. Editato nel \u003Cmark>1974\u003C/mark> questo testo mantiene grande attualità.\r","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Il Moro non esita ad aiutare i compagni nel mezzo di una battaglia furiosa, e cade sotto il fuoco. È il 26 aprile.\r\nIlio Baroni non potrà vedere il momento per cui ha lottato duramente tutta la vita…\r\nMa il fascismo non è morto il 25 aprile del 1945…\r\nTra sfruttamento, lavori precari e pericolosi, morti in mare, leggi razziste, militari per le strade, guerra, la democrazia somiglia sempre più al fascismo.\r\nNe abbiamo parlato con Tobia Imperato, autore di un libro sugli anarchici nella Resistenza a Torino\r\n\r\nPierre Clastres, un antropologo contro lo stato\r\nLa società contro lo Stato è il titolo di uno dei testi più celebri dell’antropologo francese Pierre Clastres. Editato nel \u003Cmark>1974\u003C/mark> questo testo mantiene grande attualità.\r\nLe società primitive, ci dice Clastres, non sono affatto società senza Stato – come afferma un'antropologia classica pericolosamente evoluzionista – ma società contro lo Stato. Il pensiero “selvaggio” ci mostra lo sforzo permanente messo in atto per impedire che il potere si trasformi in dominio, che il prestigio si trasformi in autorità e che la parola del capo senza potere si trasformi in comando.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Boni, antropologo e docente all’Università di Modena e Reggio\r\n\r\nBarriera di Milano. Tra gentrification e violenza poliziesca\r\nIl fronte della guerra interna nel cuore della periferia torinese\r\n\r\nIl 5 per mille a polizia, carabinieri, guardia di finanza e secondini\r\nL’ultima trovata del governo Draghi è di immettere ulteriori risorse per le forze dell’ordine, modificando la legge che consente di destinarlo alle associazioni.\r\nUn segnale dell’infittirsi del sostegno alle strutture di controllo e repressione in un contesto politico e sociale di guerra.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nDomenica Primo Maggio\r\nore 9\r\nDisertiamo la guerra!\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\n* No alla guerra e a chi la arma!\r\n* No alle spese militari! Vogliamo case, scuole, ospedali, trasporti per tutt*\r\n* Contro la guerra ai poveri e la militarizzazione delle periferie\r\n* No alla città dell'aerospazio! Chiudere e riconvertire le fabbriche d’armi!\r\n* No alla Nato a Torino\r\n* Stop all'invio di armi in Ucraina, ritiro di tutte le missioni militari all'estero\r\n* Solidarietà ed accoglienza ai profughi di tutte le guerre\r\n* Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere\r\n\r\nDopo il corteo \r\npranzo benefit lotte contro la guerra alla tettoia dei contadini a Porta Palazzo\r\nper prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com \r\n#disertiamolaguerra\r\n\r\nSabato 7 maggio a Pisa\r\ncorteo\r\nRicordare e lottare nel 2022 come nel 1972 contro il fascismo e contro la guerra\r\na 50 anni dalla morte di Franco Serantini, ucciso dalla polizia durante un corteo antifascista\r\nAppuntamento alle ore 15 in piazza XX settembre. \r\n\r\nDomenica 8 maggio a Livorno\r\nAssemblea antimilitarista\r\nore 10 presso l’ex Caserma Occupata, via Adriana 16\r\n\r\nVenerdì 20 maggio \r\nsciopero generale contro la guerra\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[740],{"field":72,"matched_tokens":741,"snippet":737,"value":738},[67],{"best_field_score":76,"best_field_weight":77,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":78,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},6700,{"collection_name":286,"first_q":67,"per_page":224,"q":67},5,{"title":747,"slug":748},"Bobina","bobina-intelligente",["Reactive",750],{},["Set"],["ShallowReactive",753],{"$f_gHogzgsXwyL7KBO1jhzKvSrPuXuDt76udnDdqtTLrs":-1,"$fPUcfLbLsPexsLXSEhQVOD3JTrth2asrd9HYpKOB8nH0":-1},true,"/search?query=1974"]