","verso il 20 e 22 settembre: giornate di mobilitazione contro il genocidio in Palestina","post",1758213804,[59,60,61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/global-sumud-flotilla/","http://radioblackout.org/tag/piemonte/","http://radioblackout.org/tag/scioperi/","http://radioblackout.org/tag/sindacati-di-base/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta-palestina/","http://radioblackout.org/tag/torino-per-gaza/",[66,67,68,69,70,71],"global sumud flotilla","piemonte","scioperi","sindacati di base","solidarietà palestina","torino per gaza",{"post_content":73,"post_title":79},{"matched_tokens":74,"snippet":77,"value":78},[75,76],"20","settembre","ancora di più questo sabato \u003Cmark>20\u003C/mark> \u003Cmark>settembre\u003C/mark>, giornata che vedrà persone confluire","Continuano le mobilitazioni di piazza in tutta Italia a sostegno della Palestina, si intensificano con l'attuale escalation degli attacchi a Gaza City, e in coordinamento con la Global Sumud Flotilla. A Torino, la manifestazione di martedì 16 \u003Cmark>settembre\u003C/mark> ha visto la partecipazione di migliaia di persone. Se ne aspettano ancora di più questo sabato \u003Cmark>20\u003C/mark> \u003Cmark>settembre\u003C/mark>, giornata che vedrà persone confluire a Torino da tutto il Piemonte. La chiamata, infatti, è stata lanciata dalle tante realtà che hanno aderito al coordinamento regionale per la Palestina. 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Filippo dei Sudd Cobas mostra nello svolgersi della battaglia sindacale un chiaro esempio di contenimento di costi eliminando tutele e aumentando lo sfruttamento dei lavoratori nella lunga filiera dei passaggi produttivi del settore e ci ricorda come sia necessario far assumere responsabilità ai grandi marchi finali. In risposta alle aggressioni si terrà un corteo il 20 settembre alle 15 da Prato porto al serraglio.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/suddcobas.mp3\"][/audio]","19 Settembre 2025","2025-09-19 17:14:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/548215966_1310676160849456_8020243137465306503_n-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/548215966_1310676160849456_8020243137465306503_n-1-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/548215966_1310676160849456_8020243137465306503_n-1-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/548215966_1310676160849456_8020243137465306503_n-1-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/548215966_1310676160849456_8020243137465306503_n-1-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/548215966_1310676160849456_8020243137465306503_n-1-1536x1152.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/548215966_1310676160849456_8020243137465306503_n-1.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Aggressioni padronali e politiche industriali nel pratese",1758299299,[108,109,110,111,112,113],"http://radioblackout.org/tag/aggressioni/","http://radioblackout.org/tag/filiera-della-moda/","http://radioblackout.org/tag/picchetto/","http://radioblackout.org/tag/prato/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/","http://radioblackout.org/tag/sudd-cobas/",[115,116,117,118,24,119],"aggressioni","filiera della moda","picchetto","Prato","sudd cobas",{"post_content":121},{"matched_tokens":122,"snippet":123,"value":124},[75,76],"si terrà un corteo il \u003Cmark>20\u003C/mark> \u003Cmark>settembre\u003C/mark> alle 15 da Prato porto","A partire dalle aggressioni padronali contro operai in sciopero alla ditta Alba mostrati da video espliciti e virali, abbiamo ricostruito la vicenda esemplare di quanto accade nelle filiere industriali della moda. 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Con la giornata di giovedì scorso il cessate il fuoco per la popolazione armena dovrebbe significare il passaggio sotto il controllo dell'Azerbaigian.\r\n\r\nRipercorrendo le tappe salienti della storia di questi territori insieme a Marilisa Lorusso, corrispondente per l'Osservatorio Balcani-Caucaso, Armenia e Azerbaigian vivono tensioni da decenni, sin dalla fine dell'Unione Sovietica. Il Karabakh aveva dichiarato la propria indipendenza nel 1994 data in cui il primo conflitto con l'Azerbaigian si era concluso con un cessate il fuoco, senza soluzioni politiche. Infatti, la sua indipendenza non è stata riconosciuta formalmente da nessuno Stato. Nel 2020 si è verificata la seconda guerra del Nagorno che ha portato alla riconquista da parte dell'Azerbaigian di buona parte del territorio del Nagorno secessionista ad esclusione di una piccola parte che, da dicembre scorso, era entrata in una sorta di embargo totale. Le pressioni da parte dell'Azerbaigian non si sono spente e così si giunge all'attuale operazione antiterroristica che in 24 ore ha portato alla riconquista dell'area. Dal 20 settembre scorso si parla di un cessate il fuoco che nei fatti è una resa.\r\n\r\nIn questi giorni la questione è stata portata davanti all'ONU, dove vi è stato un incontro per la negoziazione dell'integrazione della minoranza armena, in quanto l'Azerbaigian intende incentrare i colloqui di pace per reintegrare la regione, ciò ha di fatto scatenato nuove proteste nella capitale armena, Yerevan.\r\n\r\nIn questo senso occorre portare l'attenzione alle conseguenze che questa guerra interna a dei territori storicamente in conflitto avrà, sia nei termini di popolazione rifugiata sia per quanto riguarda i flussi migratori.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Nagorno-karabakh-osservatorio-balcani-caucaso2023_09_21_2023.09.21-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","26 Settembre 2023","2023-09-26 11:21:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/proxy-image-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/proxy-image-300x150.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/proxy-image-300x150.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/proxy-image.png 620w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Non si arrestano le tensioni nel territorio del Nagorno-Karabakh.",1695727270,[146,147,148],"http://radioblackout.org/tag/armenia/","http://radioblackout.org/tag/azerbaigian/","http://radioblackout.org/tag/indipendenza/",[150,151,152],"armenia","azerbaigian","indipendenza",{"post_content":154},{"matched_tokens":155,"snippet":156,"value":157},[75,76],"portato alla riconquista dell'area. 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I fatti dimostrano il contrario. Sia la cooperazione militare sia le operazioni di addestramento della polizia egiziana da parte di quella italiana vanno a gonfie vele. L’Italia è arrivata a caldeggiare la candidatura dell’Egitto come accademia di polizia per gli altri stati africani.\r\n\r\nNel settembre 2018, infatti, i militari italiani sono stati impegnati in una lunga e complessa esercitazione aeronavale e terrestre nell’Egitto nord-occidentale, accanto ai reparti d’élite delle forze armate egiziane e USA e di quelle di altri due imbarazzanti partner mediorientali, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, contestualmente impegnati a bombardare la popolazione civile in Yemen anche con velivoli e bombe made in Italy. Peccato però che della partecipazione italiana alla maxi-esercitazione multinazionale in Egitto non c’è traccia nei report dello Stato Maggiore della difesa, di norma prodigo a fornire particolari sugli uomini e i sistemi d’arma impiegati nei giochi di guerra d’oltremare.\r\nBright Star, cioè stella luminosa, è il nome in codice dell’esercitazione tenutasi dal 10 al 20 settembre 2018 ad ovest di Alessandria d’Egitto, con quartier generale e comando operativo nella base militare “Mohamed Naguib” del governatorato di Marsa Matruh, al confine con la Libia. Secondo il portavoce delle forze armate egiziane, Tamer El-Refaei, a Bright Star 2018 hanno partecipato unità di Egitto, Stati Uniti d’America, Grecia, Giordania, Italia, Francia, Arabia Saudita, Regno Unito ed Emirati Arabi, più “osservatori” provenienti da 13 nazioni: Libano, Rwanda, Iraq, Pakistan, India, Kenya, Tanzania, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Sud Africa, Senegal e Canada.\r\nI precedenti war games all’ombra delle piramidi erano stati accompagnati da comunicati stampa delle forze armate tricolori. Nel 2018, dopo il caso Regeni, il governo italiano, ha deciso di lanciare il sasso, nascondendo la mano: si è guardato bene dal sospendere la partecipazione italiana a Bright Star, ma vi ha fatto calare un imbarazzato silenzio stampa.\r\nTre mesi più tardi di Bright Star, le forze aeronavali di Egitto, Regno Unito ed Italia si sono ritrovate fianco a fianco in un’esercitazione nelle acque nazionali egiziane nel Mediterraneo.\r\nOsservatori militari italiani hanno presenziato all’esercitazione aero-navale “Medusa 10” che si è tenuta nelle acque del Mediterraneo nel dicembre 2020, presenti le unità di Egitto, Grecia, Francia e Cipro. Ad assistere ai war games anche gli osservatori di Germania, USA, Giordania, Sudan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.\r\n\r\nIl primo dicembre 2019 il Ministero dell’Interno dell’Egitto annunciava la firma a Roma di un protocollo che prorogava sino alla fine del 2021 le attività di formazione e addestramento congiunte tra la polizia egiziana e quella italiana.\r\nSull’indigesta partnership con le forze dell’ordine egiziane, responsabili di torture omicidi, il Viminale ha preferito sino ad oggi mantenere il silenzio. Nonostante dalla scomparsa del giovane ricercatore, a capo del Viminale si siano alternate quattro persone (Alfano, Minniti, Salvini e Lamorgese), il modus operandi è stato lo stesso: finanziare, addestrare e armare nell’ombra i partner egiziani.\r\n\r\nIl 13 settembre 2017 il salto qualitativo nella collaborazione inter-ministeriale: a Roma veniva siglato un protocollo tecnico tra il Capo dell’Accademia di Polizia Ahmed Adel Elamry e il prefetto Bontempi per promuovere un Centro internazionale di formazione specialistica nel settore del controllo delle frontiere e della gestione dei flussi migratori. Il Centro sarà poi istituito al Cairo proprio nell’Accademia che da tempi remoti forma le sanguinarie forze dell’ordine egiziane. “Si tratta di un’istituzione tristemente nota per detenzioni arbitrarie, torture e uccisioni extragiudiziali.\r\nIl programma di formazione al Cairo è stato interamente finanziato dal Ministero dell’Interno italiano (grazie al Fondo Interno per la Sicurezza con contributo Ue di 1.073.521 euro) ed è stato co-gestito da funzionari italiani ed egiziani. Denominato Progetto ITEPA (International Training at Egyptian Police Academy) ha preso il via il 19 marzo 2018 con tre corsi annuali per 360 operatori di polizia di 22 Paesi africani: oltre all’Egitto, Algeria, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti, Ghana, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Sudan del Sud, Tunisia. Quasi una riedizione, in salsa africana, della Escuela de las Americas che il Pentagono e la CIA istituirono a Panama negli anni ’80 del secolo scorso per addestrare i militari delle dittature latinoamericane.\r\nIl Viminale ha seguito ogni tappa di ITEPA. All’inaugurazione era presente l’allora Capo della Polizia Franco Gabrielli, già direttore dei servizi segreti SISDE e AISE e odierno sottosegretario alla Presidenza del consiglio, con delega alla sicurezza della Repubblica. Roma si è fatta carico perfino delle spese per acquisire i gadget dell’evento, un’esoterica piramide in cristallo ottico con incisione laser, importo 2.500 euro più IVA, contribuendo altresì con più di 40.000 euro per pagare l’alloggio e la ristorazione a 82 partecipanti presso il lussuoso Four Seasons Hotel Cairo at Nile Plaza. Inviato d’onore al workshop di formazione del luglio 2018, l’allora direttore del Servizio immigrazione della Polizia di Stato, Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, dal 22 gennaio scorso vicedirettore dei servizi segreti Aisi (nomina del premier Conte).\r\nIl progetto Itepa si è concluso a Roma il 27 novembre 2019 con una conferenza presso la scuola Superiore di Polizia, alla presenza ancora una volta del prefetto Franco Gabrielli, del direttore centrale dell’Immigrazione Massimo Bontempi e del generale Ahemed Ibrahim. “Considerato il successo riscosso dal progetto, Italia ed Egitto, firmeranno un memorandum d’intesa per estendere la validità del protocollo del 13 settembre 2017, avviando così un’ulteriore edizione che si chiamerà Itepa 2, anch’essa finanziata dall’Unione europea e di durata biennale”, riportava una nota emessa dalla Polizia di Stato. Secondo quanto riferito qualche settimana fa da Ylva Johansson, commissaria Ue per gli Affari Interni, le autorità italiane intenderebbero finanziare il nuovo progetto tramite l’Internal Security Fund Borders and Visa, previsto dal nuovo piano finanziario 2021-2027. L’approvazione definitiva avverrà non prima del settembre di quest’anno.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-30-mazzeo-egitto.mp3\"][/audio]","30 Marzo 2021","2021-03-30 17:37:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"214\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-300x214.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-300x214.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-768x548.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1.png 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Italia-Egitto. 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Peccato però che della partecipazione italiana alla maxi-esercitazione multinazionale in Egitto non c’è traccia nei report dello Stato Maggiore della difesa, di norma prodigo a fornire particolari sugli uomini e i sistemi d’arma impiegati nei giochi di guerra d’oltremare.\r\nBright Star, cioè stella luminosa, è il nome in codice dell’esercitazione tenutasi dal 10 al \u003Cmark>20\u003C/mark> \u003Cmark>settembre\u003C/mark> 2018 ad ovest di Alessandria d’Egitto, con quartier generale e comando operativo nella base militare “Mohamed Naguib” del governatorato di Marsa Matruh, al confine con la Libia. Secondo il portavoce delle forze armate egiziane, Tamer El-Refaei, a Bright Star 2018 hanno partecipato unità di Egitto, Stati Uniti d’America, Grecia, Giordania, Italia, Francia, Arabia Saudita, Regno Unito ed Emirati Arabi, più “osservatori” provenienti da 13 nazioni: Libano, Rwanda, Iraq, Pakistan, India, Kenya, Tanzania, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Sud Africa, Senegal e Canada.\r\nI precedenti war games all’ombra delle piramidi erano stati accompagnati da comunicati stampa delle forze armate tricolori. Nel 2018, dopo il caso Regeni, il governo italiano, ha deciso di lanciare il sasso, nascondendo la mano: si è guardato bene dal sospendere la partecipazione italiana a Bright Star, ma vi ha fatto calare un imbarazzato silenzio stampa.\r\nTre mesi più tardi di Bright Star, le forze aeronavali di Egitto, Regno Unito ed Italia si sono ritrovate fianco a fianco in un’esercitazione nelle acque nazionali egiziane nel Mediterraneo.\r\nOsservatori militari italiani hanno presenziato all’esercitazione aero-navale “Medusa 10” che si è tenuta nelle acque del Mediterraneo nel dicembre 2020, presenti le unità di Egitto, Grecia, Francia e Cipro. Ad assistere ai war games anche gli osservatori di Germania, USA, Giordania, Sudan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.\r\n\r\nIl primo dicembre 2019 il Ministero dell’Interno dell’Egitto annunciava la firma a Roma di un protocollo che prorogava sino alla fine del 2021 le attività di formazione e addestramento congiunte tra la polizia egiziana e quella italiana.\r\nSull’indigesta partnership con le forze dell’ordine egiziane, responsabili di torture omicidi, il Viminale ha preferito sino ad oggi mantenere il silenzio. Nonostante dalla scomparsa del giovane ricercatore, a capo del Viminale si siano alternate quattro persone (Alfano, Minniti, Salvini e Lamorgese), il modus operandi è stato lo stesso: finanziare, addestrare e armare nell’ombra i partner egiziani.\r\n\r\nIl 13 \u003Cmark>settembre\u003C/mark> 2017 il salto qualitativo nella collaborazione inter-ministeriale: a Roma veniva siglato un protocollo tecnico tra il Capo dell’Accademia di Polizia Ahmed Adel Elamry e il prefetto Bontempi per promuovere un Centro internazionale di formazione specialistica nel settore del controllo delle frontiere e della gestione dei flussi migratori. Il Centro sarà poi istituito al Cairo proprio nell’Accademia che da tempi remoti forma le sanguinarie forze dell’ordine egiziane. “Si tratta di un’istituzione tristemente nota per detenzioni arbitrarie, torture e uccisioni extragiudiziali.\r\nIl programma di formazione al Cairo è stato interamente finanziato dal Ministero dell’Interno italiano (grazie al Fondo Interno per la Sicurezza con contributo Ue di 1.073.521 euro) ed è stato co-gestito da funzionari italiani ed egiziani. Denominato Progetto ITEPA (International Training at Egyptian Police Academy) ha preso il via il 19 marzo 2018 con tre corsi annuali per 360 operatori di polizia di 22 Paesi africani: oltre all’Egitto, Algeria, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti, Ghana, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Sudan del Sud, Tunisia. Quasi una riedizione, in salsa africana, della Escuela de las Americas che il Pentagono e la CIA istituirono a Panama negli anni ’80 del secolo scorso per addestrare i militari delle dittature latinoamericane.\r\nIl Viminale ha seguito ogni tappa di ITEPA. All’inaugurazione era presente l’allora Capo della Polizia Franco Gabrielli, già direttore dei servizi segreti SISDE e AISE e odierno sottosegretario alla Presidenza del consiglio, con delega alla sicurezza della Repubblica. Roma si è fatta carico perfino delle spese per acquisire i gadget dell’evento, un’esoterica piramide in cristallo ottico con incisione laser, importo 2.500 euro più IVA, contribuendo altresì con più di 40.000 euro per pagare l’alloggio e la ristorazione a 82 partecipanti presso il lussuoso Four Seasons Hotel Cairo at Nile Plaza. Inviato d’onore al workshop di formazione del luglio 2018, l’allora direttore del Servizio immigrazione della Polizia di Stato, Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, dal 22 gennaio scorso vicedirettore dei servizi segreti Aisi (nomina del premier Conte).\r\nIl progetto Itepa si è concluso a Roma il 27 novembre 2019 con una conferenza presso la scuola Superiore di Polizia, alla presenza ancora una volta del prefetto Franco Gabrielli, del direttore centrale dell’Immigrazione Massimo Bontempi e del generale Ahemed Ibrahim. “Considerato il successo riscosso dal progetto, Italia ed Egitto, firmeranno un memorandum d’intesa per estendere la validità del protocollo del 13 \u003Cmark>settembre\u003C/mark> 2017, avviando così un’ulteriore edizione che si chiamerà Itepa 2, anch’essa finanziata dall’Unione europea e di durata biennale”, riportava una nota emessa dalla Polizia di Stato. Secondo quanto riferito qualche settimana fa da Ylva Johansson, commissaria Ue per gli Affari Interni, le autorità italiane intenderebbero finanziare il nuovo progetto tramite l’Internal Security Fund Borders and Visa, previsto dal nuovo piano finanziario 2021-2027. L’approvazione definitiva avverrà non prima del \u003Cmark>settembre\u003C/mark> di quest’anno.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-30-mazzeo-egitto.mp3\"][/audio]",[195],{"field":84,"matched_tokens":196,"snippet":192,"value":193},[75,76],{"best_field_score":91,"best_field_weight":92,"fields_matched":129,"num_tokens_dropped":45,"score":130,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":45},{"document":199,"highlight":213,"highlights":218,"text_match":89,"text_match_info":221},{"cat_link":200,"category":201,"comment_count":45,"id":202,"is_sticky":45,"permalink":203,"post_author":137,"post_content":204,"post_date":205,"post_excerpt":51,"post_id":202,"post_modified":206,"post_thumbnail":207,"post_thumbnail_html":208,"post_title":209,"post_type":56,"sort_by_date":210,"tag_links":211,"tags":212},[42],[44],"43249","http://radioblackout.org/2017/09/lotta-e-repressione-nella-regione-marocchina-del-rif/","A quasi un anno di distanza dalla morte di Mouhcine Fikri, venditore ambulante di Hoceima, schiacciato nel tentativo di recuperare la merce che la polizia gli aveva sequestrato, non si fermano le mobilitazioni nel Rif, una delle regioni più povere del Marocco prevalentemente berbera e da sempre ostile al potere centrale. Ad alimentare il malcontento e ad allargarne il consenso ha contribuito l’introduzione da parte del governo di aggiustamenti strutturali, imposti dal Fondo Monetario Internazionale. All'inizio il Governo ha cercato di mostrarsi aperto al dialogo con i manifestanti; a maggio una delegazione di ministri si era recata nel Rif a fare promesse per placare il malcontento ma, di fatto, da allora nulla è cambiato anzi, questo tentativo iniziale di mediazione si è tramutato ben presto in arresti di massa e in una politica repressiva fatta di processi giudiziari corrotti e pesanti condanne contro i cittadini che manifestavano.\r\n\r\nA sostegno di queste lotte e per non lasciare che la repressione del governo contro chi protesta si svolga nel silenzio internazionale più totale alcuni cittadini marocchini residenti in Italia hanno lanciato per lo scorso 20 settembre un appello da far circolare in rete.\r\n\r\nPer fare un punto sulla situazione delle lotte nel Rif e per farci raccontare come è andata la campagna di solidarietà #FREEMOROCCANPRISONERS abbiamo contattato Fadwa.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nUnknown","23 Settembre 2017","2017-09-27 10:13:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/137617-md-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/137617-md-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/137617-md-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/137617-md-768x482.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/137617-md.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Lotta e repressione nella regione marocchina del Rif",1506160878,[],[],{"post_content":214},{"matched_tokens":215,"snippet":216,"value":217},[75,76],"hanno lanciato per lo scorso \u003Cmark>20\u003C/mark> \u003Cmark>settembre\u003C/mark> un appello da far circolare","A quasi un anno di distanza dalla morte di Mouhcine Fikri, venditore ambulante di Hoceima, schiacciato nel tentativo di recuperare la merce che la polizia gli aveva sequestrato, non si fermano le mobilitazioni nel Rif, una delle regioni più povere del Marocco prevalentemente berbera e da sempre ostile al potere centrale. 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Questa richiesta segue ai numerosissimi fogli di via applicati a chi in città lotta contro il carcere. La discussione in aula per decidere se sottoporre o meno il compagno alla misura di prevenzione si terrà martedì 20 settembre; intorno a quella data a Venezia sono in programma diverse iniziative di solidarietà. Ne abbiamo parlato con Nicholas, diretto interessato dalla richiesta di Sorveglianza, che dopo l'assemblea di ieri all'Ex Ospizio occupato ha fatto uscire un comunicato - che vi riportiamo sotto - nel quale dichiara che non rispetterà le misure imposte nel caso in cui il dispositivo venisse applicato.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-09-16-venezia\r\n\r\n \r\n\r\nLo scorso 9 giugno, pioveva ed era l’inizio di un gioioso giovedì, la polizia anticrimine di Venezia ha notificato a chi scrive la richiesta di Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza. Un nome da pessimo film-noir che designa la misura di prevenzione più gravosa prevista per chi, come nel mio caso, appartiene alla categoria di persone sospettate di “essere dedite alla commissione di reati che mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica”. Minorenni e lsd negli acquedotti a parte, la richiesta in questione è costruita mettendo insieme una lunga serie di fatti riguardanti la mia persona dal 2008 in avanti, rilevanti o meno da un punto di vista penale, e delle considerazioni generali della Questura tese a dimostrare la mia “pericolosità sociale”, requisito fondamentale per l’applicazione di ogni misura preventiva. Un elenco di “indizi e sospetti” che, oltre a ricordarmi un certo numero di bei momenti altrimenti passati nel dimenticatoio, sono definiti “altamente sintomatici”, con piena appropriazione del linguaggio medico, di una patologia a cui la polizia si sta prodigando a trovare una cura.\r\n\r\nOra, che la mancata lealtà verso l’ordine costituito venga perseguitata anche tramite la costruzione di un immaginario di “devianza” non è più una novità dai tempi dell’Inquisizione ma, prerogativa squisitamente democratica spruzzata di stalinismo, la Sorveglianza fa un passo ulteriore: si propone di mettermi da parte per il mio bene, oltre che per preservare “la pacifica coesione sociale tra le parti”.\r\n\r\nNelle 16 pagine di morbosa e voyeuristica compilazione non è dato sapere quale tipo di coesione sociale tra le parti sarebbe da preservare, se quella tra sfruttati e sfruttatori o, ad esempio, quella tra i detenuti e i loro carcerieri o, per non andare troppo in là, quella tra i ricchi di questa città e chi è costretto ad andarsene.\r\n\r\nCosì la mia partecipazione ai cortei No Tav in Val di Susa, o a molti presidi sotto il carcere di Santa Maria Maggiore, sarebbero sintomi di pericolosità non di per sè stessi, ma in relazione all’ aver abbandonato gli studi o al non possedere un contratto di lavoro stabile. Conseguentemente, con peloso quanto insopportabile paternalismo, viene proposta una guarigione attraverso quella che è, a tutti gli effetti, una pena senza reato.\r\n\r\nIl giudizio del Tribunale del Riesame, che si esprimerà sulla convalida della misura il prossimo 20 settembre in mancanza di dati giuridici oggettivi, non potrà quindi che avere un carattere essenzialmente psichiatrico: ad essere valutate saranno le intere condotte della mia vita, sulla base della suggestione proposta da chi, per mestiere, la spia dal buco di una serratura.\r\n\r\nLa Sorveglianza, una volta convalidata da un giudice, impedisce la frequentazione di assemblee e locali pubblici, quella delle bettole e delle osterie, obbliga il sorvegliato a stare a casa dall’alba al tramonto e, una specifica del mio e di altri casi, a non lasciare il proprio comune di residenza. Inoltre poichè la Sorveglianza vieta l’incontro con pregiudicati e destinatari di misure di prevenzione, ed essendo praticamente la totalità dei miei compagni affetti da fogli di via o avvisi orali, l’effetto (o lo scopo?) di questa misura sarebbe quello di isolarmi completamente dalle persone con cui ho scelto di vivere e lottare. Il tutto per due anni.\r\n\r\nIn mancanza di altri strumenti legali per mettermi fuori gioco, la Questura di Venezia cerca di farmi fare lo sbirro di me stesso, delegandomi il controllo delle mie abitudini e delle mie frequentazioni, sotto il costante ricatto di commettere una violazione punibile con la reclusione da 1 a 5 anni.\r\n\r\nUn ricatto inaccettabile e un ruolo che non intendo ricoprire.\r\n\r\nPer questi, e per molti altri motivi, voglio dire ai miei amici e ai miei compagni che, qualora il giudice dovesse confermare questa misura, non ho nessuna intenzione di sottostarvici. Portare fino in fondo questa scelta significa necessariamente assumersi le conseguenze che potrebbe comportare, non ultima la reclusione. Una prospettiva che non mi fa più paura di passare i prossimi due anni a stare attento a chi incontro per strada, lontano da tutte le cose che faccio, cercando di vivere come la polizia ha detto che dovrei. Del resto, come ci hanno dimostrato le lotte dei detenuti dell’ultimo anno, il carcere non è la fine di niente.\r\n\r\nNei tanti contesti di lotta che ho avuto la fortuna di attraversare ho sempre pensato che l’essenziale, ciò che rende uno slancio generoso realmente rivoluzionario, fosse quanto di noi da quei momenti non sarebbe più tornato indietro come prima. Quante ansie e barriere saremmo riusciti a lasciarci alle spalle, dischiudendo altre possibilità dove prima avremmo visto solo muri.\r\n\r\nPiù di qualcuno, prima di me, si è trovato per scelta o per necessità ad affrontare a viso aperto lo spinoso terreno della repressione cautelare e preventiva, avendo il coraggio di aprire nuove strade che restano ancora per molti versi inesplorate. Al di là dell’efficacia o meno di questo tipo di risposta, il merito è stato senz’altro quello di rivelare un nuovo campo in cui è possibile battersi, proprio lì dove sembrava più difficile (o nessuno aveva ancora pensato di andare).\r\n\r\nProseguire su questa strada non sarà, per forza di cose, un affare soltanto mio. Ritengo sia imprescindibile un confronto, fra compagni e non, su cosa significa continuare con ciò che si sta portando avanti nonostante le imposizioni poliziesche, e come far fronte ai rischi che comporta la loro violazione trasformandoli, per quanto possibile, in altrettante occasioni di rilancio.\r\n\r\nPer ora, semplicemente, intendo proseguire questa discussione non temendo di incontrare i miei affetti, seduto al tavolo di qualche bettola e senza l’ansia di dove tornare a casa la sera.\r\n\r\nNicholas","18 Settembre 2016","2016-09-19 14:46:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/IMMAGINA-WEB-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"106\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/IMMAGINA-WEB-106x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/IMMAGINA-WEB-106x300.jpg 106w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/IMMAGINA-WEB-362x1024.jpg 362w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/IMMAGINA-WEB.jpg 620w\" sizes=\"auto, (max-width: 106px) 100vw, 106px\" />","Contro la Sorveglianza Speciale; iniziative veneziane",1474230755,[],[],{"post_content":238},{"matched_tokens":239,"snippet":240,"value":241},[75,76],"di prevenzione si terrà martedì \u003Cmark>20\u003C/mark> \u003Cmark>settembre\u003C/mark>; intorno a quella data a","In seguito alla solidarietà portata ai detenuti in lotta del carcere di Santa Maria Maggiore la Questura di Venezia ha proposto la Sorveglianza Speciale per un compagno. 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Una camicia di forza per i movimenti\r\nInterverrà Eugenio Losco\r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle \u003Cmark>20\u003C/mark>\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle \u003Cmark>20\u003C/mark> (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":394,"snippet":395,"value":395},[75,76],"Anarres del \u003Cmark>20\u003C/mark> \u003Cmark>settembre\u003C/mark>. Per un approccio libertario alla questione palestinese. Il ritorno del fascismo. 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Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/2019-09-20-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nFirenze. Vincenzo ci ha presentato la Vetrina dell’editoria anarchica e libertaria\r\n\r\nLo Stato gendarme. Cambiano i governi, resta la polizia: chiacchierata sui tempi che corrono e l’eclisse delle socialdemocrazie. In studio con Lorenzo\r\n\r\nUniversità con l’elmetto. La ricerca scientifica è sempre più al servizio dell’industria bellica. Tra i committenti i colossi del made in Italy armiero ma anche gli Stati Uniti.\r\nVi proponiamo una ricerca di Antonio Mazzeo\r\n\r\nScuole autogestite. A settembre bambini e ragazzi cominciano un altro anno tra i banchi. La scuola di stato è ogni giorno di più luogo di disciplinamento dei corpi e delle menti, che vengono addestrati a flessibilità ed obbedienza. La scuola di stato non è un destino obbligato. Si può scegliere un percorso di libertà, autonomia. Le scuole autogestite sono ormai una realtà piccola ma vivace. Sono il frutto dell’impegno di chi conosce l’importanza di un’educazione per la libertà.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Codello della Rete per educazione libertaria.\r\n\r\nIl Muro di Lima. I sommersi e i salvati\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 4 ottobre\r\nore 16,30 in via Po 16 punto info\r\nTrasporti pubblici gratuiti per tutti!\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere.\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nMercoledì 9 ottobre \r\nore 10/12\r\nPunto info a Palazzo Nuovo,via S. Ottavio 18\r\nNuovo governo? 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Letture da Storia delle Brigate Rosse di Clementi, Dossier Brigate rosse 1976-1978 Kaos ed., Brigate rosse di Moretti.\r\n\r\n6 sett 2013 parte 1\r\n\r\n6 sett 2013 parte 2\r\n\r\n6 sett 2013 parte 3\r\n\r\nTrasmissione del 13 settembre\r\n\r\n\r\n\r\nPuntata dedicata alla storia di Mao Zedong, rivoluzionario, Grande Timoniere dal 1949 della Repubblica Popolare cinese, morto proprio nel 1976\r\n\r\n13 sett 2013 parte 1\r\n\r\n13 sett 2013 parte 2\r\n\r\n13 sett 2013 parte 3\r\n\r\nTrasmissione del 20 settembre 2013\r\n\r\n\r\n\r\nOggi ripercorriamo la storia di Luchino Visconti, attraverso la sua vita e i suoi film; poi il cinema nel 1976: Quinto potere e Novecento\r\n\r\n20 sett 2013 parte 1\r\n\r\n20 sett 2013 parte 2\r\n\r\n20 sett 2013 parte 3\r\n\r\nTrasmissione del 27 settembre 2013\r\n\r\n\r\n\r\nLetture quest'oggi dal romanzo scandalo del 1976: Porci con le ali- Diario sessuo-politico di due adolescenti, ed. Savelli; Porci con le ali è un romanzo-libello in cui si riflette sulla coppia, sulla sessualità, sull'omosessualità dal punto di vista di Rocco e Antonia, due adolescenti romani, piccolo-borghesi, extraparlamentari.\r\n\r\n27 sett 2013 parte 1\r\n\r\n27 sett 2013 parte2\r\n\r\n27 sett 2013 parte 3\r\n\r\n \r\n\r\n ","9 Novembre 2013","2018-10-17 23:10:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/1976-200x110.jpg","I podcast di 1959: le trasmissioni di settembre 2013",1384014596,[510,511,512,513],"http://radioblackout.org/tag/19-59/","http://radioblackout.org/tag/1959/","http://radioblackout.org/tag/1976/","http://radioblackout.org/tag/radioblackout/",[515,516,517,518],"19-59","1959","1976","radioblackout",{"post_content":520,"post_title":524},{"matched_tokens":521,"snippet":522,"value":523},[75,76],"2013 parte 3\r\n\r\nTrasmissione del \u003Cmark>20\u003C/mark> \u003Cmark>settembre\u003C/mark> 2013\r\n\r\n\r\n\r\nOggi ripercorriamo la storia","Ancora un mese dedicato ai racconti ed agli approfondimenti relativi al 1976\r\n\r\n \r\n\r\nTrasmissione del 6 \u003Cmark>settembre\u003C/mark>\r\n\r\n\r\n\r\nSi riparte da dove ci eravamo lasciati: la storia delle Brigate Rosse nel 1976, con l'uccisione del giudice Coco, il maxiprocesso di Torino nella caserma Lamarmora (adiacente al carcere Le Nuove) trasformata per l'occasione in aula bunker dove dovrebbe essere giudicato il nucleo storico delle BR, le collaborazioni in funzione anticarceraria con i Nap. 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Savelli; Porci con le ali è un romanzo-libello in cui si riflette sulla coppia, sulla sessualità, sull'omosessualità dal punto di vista di Rocco e Antonia, due adolescenti romani, piccolo-borghesi, extraparlamentari.\r\n\r\n27 sett 2013 parte 1\r\n\r\n27 sett 2013 parte2\r\n\r\n27 sett 2013 parte 3\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":525,"snippet":526,"value":526},[76],"I podcast di 1959: le trasmissioni di \u003Cmark>settembre\u003C/mark> 2013",[528,530],{"field":84,"matched_tokens":529,"snippet":522,"value":523},[75,76],{"field":87,"matched_tokens":531,"snippet":526,"value":526},[76],{"best_field_score":91,"best_field_weight":92,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":45,"score":93,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":45},6682,{"collection_name":315,"first_q":248,"per_page":249,"q":248},{"title":536,"slug":537,"exerpt":538,"link":539,"featured_media":540,"slot":541},"c’hai le storie?","chai-le-storie","Contenitore di storie individuali, collettive, immaginarie, rivoluzionarie. 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