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La denuncia è arrivata in diretta tv dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha presentato quelle che ha definito \"le nuove e conclusive prove del programma bellico nucleare iraniano, da anni nascosto alla comunità internazionale\". L'accordo stipulato nel 2015 dall'Iran con le potenze occidentali, secondo il primo ministro, sarebbe dunque \"basato sulla menzogna iraniana\". Se per Trump il Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa), l'intesa firmata nel luglio 2015 tra il gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Regno Unito, Francia, Germania) e l'Iran era sempre stato «il peggior accordo mai firmato dagli Stati Uniti», per il premier israeliano era stato sin da subito «un pessimo accordo, un errore di dimensione storica» che minacciava l'esistenza di Israele. Mancano solo 12 giorni alla fatidica data fissata da Trump per decidere se stralciare o meno il Jcpoa e quindi far scattare nuovamente le sanzioni americane. 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L’esercitazione Trident Juncture 2015 è guidata dal comando NATO di stanza a Lago Patria, in provincia di Napoli.\r\n\r\nContro l'esercitazione sabato 24 ottobre a Napoli si tiene un corteo con partenza alle 14,30 da piazza del Gesù.\r\n\r\nLa manifestazione di Napoli è parte di un percorso più ampio che ha avuto una tappa in Sardegna con il campeggio antimilitarista del 10-12 ottobre e proseguirà in Sicilia con una manifestazione sabato 31 ottobre e nuovamente in Sardegna a Capo Teulada il 3 novembre.\r\n\r\nAscolta la presentazione dell'iniziativa con Saso, compagno napoletano:\r\n\r\nUnknown","23 Ottobre 2015","2015-10-26 16:39:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/overlay.aspx_-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/overlay.aspx_-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/overlay.aspx_-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/overlay.aspx_.jpeg 700w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Contro Trident Juncture 2015, la NATO e le sue guerre",1445596199,[],[],{"post_content":210,"post_title":214},{"matched_tokens":211,"snippet":212,"value":213},[75],"e Portogallo l’esercitazione Trident Juncture \u003Cmark>2015\u003C/mark>, definita dallo U.S. Army Europe","La crisi economica non ferma il dissennato militarismo. 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Fanno canzoni pop suonate alla moda elettrica degli Spacemen 3. Dovete vederli dal vivo!\r\nMANIAXXX (Torino, surf punk/garage/dub)\r\nDi difficile catalogazione, i Maniaci spaccano. Più la musica cambia e più ci sei dentro. Psichedelia, garage e puntatine nell'eletrronica e nel dub.\r\n\r\nACID BABY JESUS (Atene garage rock- psychedelic rembetika)\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=EijuIYzk1VM[/embed]\r\nVengono da Atene ma non sono grandi amici di Tsipras. Gli Acidi hanno il suono derelitto dell'eurocrisi, fuso insieme ad un eveidente stonatura da hashish. Presenteranno dal vivo il nuovo lavoro \"Selected Recordings\" uscito per Slovenly nel 2014. Registrato nella clausura di un'isola dell'Egeo è un disco di ballate stanche tipo Zorba dopo qualche vaporizzata, con cover soprendenti che vanno a pescare fino in Zambia. Spettacolo imperdibile, battezziamo la festa con Ouzo e foglie di vite, ballando come satiri. 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Garantito Triple Alleance!\r\nHOLIDAY INN (Roma Est/Francia, minimal-synth, punk elettrico de'borgata)\r\nDalla borgata della noia sotto la tangenziale Est di Roma, un altro mostriciattolo nato nel cemento. Sono i Suicide alla amatriciana. Con spolverate di aggressività punk. daje!\r\nROY AND THE DEVIL'S MOTORCYCLE (Svizzera, psychedelic twang, space garage, soundtrack)\r\nProva a prenderli. i tre fratelli Stahli in sella alle loro motociclette attraversano una Svizzera più fuzz che fabbrica di cioccolata, suonando giustamente indemoniati e inebetiti. Voodoo Rhythm e il reverendo Beat Man pongono il sigillo, in un anno, questo 2015, pieno di sorprese. Dal vivo sono una gran botta e noi ce li abbiamo. Preparare la sella e scaldare i motori.\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=KQWgj_hHCEk[/embed]\r\n THE ROCK'N'ROLL KAMIKAZES (Italia/Scozia rockabilly incendiario)\r\nPer concludere la serata danze selvagge. Con le chitarre e i ciuffoni questi loschi ceffi incendierAnno l'aria. 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Dal vivo","Come ogni anno, torna il festival estivo autogestito e autofinanziato di Radioblackout.\r\n Tra le zanzare e i nuovi quartieri di Torino Nord, la consueta occasione per sostenere le libere frequenze e godere di un programma multi-sensoriale,\r\n Tutte le sere panini, drinks e birrette per tenere bassa l'umidità relativa.\r\nDA GIOVEDÌ 4 A DOMENICA 7 GIUGNO\r\nvia Cigna 211\r\n Live outdoor sul furgone giallone e sul palco esterno, live sul main stage,\r\n distro, presentazioni di fumetti, libri, cabaret, disegno, spettacoli per bambini\r\n e ancora cucina vegetariana e vegana, forno itinerante benefit lotta No-Tav,\r\n bar selvaggio fin dall'aperitivo\r\ne per non farci mancare niente, ritorna \"il salotto di blackout - ra-dio festa\", con le dirette tutti i giorni dalle 15.00!\r\nRadio Blackout trasmetterà dalla lussuosa postazione autocostruita.\r\nOspiti sfigati, concertini dal vivo, inezie e ciarle mescolate ad un diluvio di musica in compagnia dei vostri djs preferiti!\r\nGIOVEDÌ 4 GIUGNO\r\nad aprire le danze dalle 18.00\r\nall'aperitivo, musica jazz, fusion, funk e soul con un quintetto tutto locale che promette scintille:\r\nla batteria di Maurizio \"gatto\" Plancher, il basso Andrea di Marco, Sandro Lanzafame al piano, Gianluigi Corvaglia al tenore e Tolga Bilgin alla tromba.\r\nPrima e dopo il concerto, musiche a tema da Charles Mingus a Hilary's Pagani.\r\nTHE YELLOW TRAFFIC LIGHT (Torino, shoegaze molto psichedelico)\r\nUna scoperta blackoutiana questi giovanissimissimi sembrano sbucati dalle nebbie romantiche di Mad-chester. Fanno canzoni pop suonate alla moda elettrica degli Spacemen 3. Dovete vederli dal vivo!\r\nMANIAXXX (Torino, surf punk/garage/dub)\r\nDi difficile catalogazione, i Maniaci spaccano. Più la musica cambia e più ci sei dentro. Psichedelia, garage e puntatine nell'eletrronica e nel dub.\r\n\r\nACID BABY JESUS (Atene garage rock- psychedelic rembetika)\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=EijuIYzk1VM[/embed]\r\nVengono da Atene ma non sono grandi amici di Tsipras. Gli Acidi hanno il suono derelitto dell'eurocrisi, fuso insieme ad un eveidente stonatura da hashish. Presenteranno dal vivo il nuovo lavoro \"Selected Recordings\" uscito per Slovenly nel 2014. Registrato nella clausura di un'isola dell'Egeo è un disco di ballate stanche tipo Zorba dopo qualche vaporizzata, con cover soprendenti che vanno a pescare fino in Zambia. Spettacolo imperdibile, battezziamo la festa con Ouzo e foglie di vite, ballando come satiri. 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E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. 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Je suis Punk! Breve storia delle origini del punk in Francia 53 minuti [La Casa del disastro!, Radio Onda D'urto]:\r\n\r\nBreve storia sulle origini del punk in Francia con musiche di BULDOZER, LOU REED, NEW YORK DOLLS, TELEVISION, STINKY TOYS\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 15,30 – Blackout Fest 2025 Mix 70 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nMix con gruppi e progetti che suoneranno all'edizione del Blackout Fest 2025. Con in ordine di apparizione: Andrea Santalucia, Arsenal Mikebe, Warfuck, Concetration, Odia, Ddwy, Jedbalak, Frammenti, Babe Roots, Korobu, Semiratruth, Ondakeiki, Ethico, Resina, Eden For All, Asino. Non sono tutti ovviamente!\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 08,30 – Muhammad Alì, Rumble in the jungle 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nBiografia del leggendario pugile Muhammad Alì.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 19,00 – Babe Roots - Estratto dal live del 2019 al Leoncavallo 18 minuti [Babe Roots, Radio Blackout]:\r\n\r\nSessione spirituale e subacquea condensata in un mini-live-set purificante, deep dub techno. Tracklist:\r\n> Live intro feat Baba Ras (live only)\r\n\r\n> Jah Nuh Dead feat Another Channel\r\n\r\n> Can’t See feat Lee Perry (live only)\r\n\r\n> Sufferation Time feat Kojo Neatness (Babe Roots remix)\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 20,00 – SFratture: Contro la guerra alle droghe 48 minuti [Fratture]:\r\n\r\nIl collettivo Fratture si occupa di cronaca e analisi del carcere e della società che lo alimenta.\r\nIn questo podcast si affronta il tema della guerra alle droghe, della riduzione del danno, del rapporto tra sostanze e detenzione, grazie a un'intervista alle Chemical Sisters.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 21,00 – Worlds to come - Chapter 2 - Corpi 32 minuti [Sei Iturriaga, Giulia Deval, Alessio Alonne]: Per trascendere l'idea dell'essere umano come centro dell'ordine, è necessario rioccupare i nostri corpi, il primato della mente, l'idea di coscienza costruita sul senso univoco della narrazione dominante che ci ha spinto alla negazione della materialità che ci costituisce. Tornare al corpo è l'unico modo che abbiamo per trovare il nostro posto nello spazio della ricostruzione. Non si tratta del corpo come unità standardizzata, regolata e limitata, bensì del veicolo di potenzialità fisiche con cui sperimentiamo la nostra esistenza. Il corpo come unità semantica a partire dalla quale abitiamo un mondo che può accettarci solo se diventiamo coscienti e responsabili della nostra appartenenza a un ordine geologico, rizomatico, acquifero, atmosferico, dove l'organico è solo un altro strato, un rivestimento permeabile attraverso cui passano gli elementi.\r\nI corpi non nascono, si fanno. I corpi sono marcati (sessualizzati, razzializzati, animalizzati). I corpi sono simpoietici. Questo è ciò che esploriamo in questa puntata grazie alle pratiche artistiche di Johanna Hedva e Justin Randolph Thompson.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 00,30 – Lrwd - Mixtape tribute to Turin-Open-Medium 50 minuti [Lrwd, Radio Blackout]: Questo è un mixtape realizzato da Lrwd (si legge Lo-rrd) come tributo ai mezzi di comunicazione indipendenti di Torino, infatti questo fu messo a disposizione di download benefit Radio Blackout\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 08,30 – Ponte Radio - Resistere a sud 131 minuti [Radio Neanderthal, Ponte Radio]:\r\n\r\nPuntata del 29/11/2024 di Ponte Radio a cura di Radio Neanderthal, realizzata da registrazioni dell'iniziativa \"Resistere a sud\" al Terzo Piano Autogestito a Napoli. Chiacchiere e riflessioni su cosa significa stare, restare e resistere a Sud\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 20,00 – Macchina del tempo Ep.6 56 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nTrasmissione speciale ideata per il ventennale di Radio Blackout, contentitore di interviste, frammenti e testimonianze dagli archivi della radio.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 21,30 – Intervista Alex Vargiu: Un punk a Roma 64 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]: Votato fin dalla fine degli anni 70 al Punk R'n'R Hc con gruppi come Stigma,Bloody Riot,Bingo,Dissuaders, Alex Vargiu, in questa intervista del 2015, ci sbatte in faccia il cadavere ambulante del punk! Punk's dead your the next!\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 23,00 – No Hay Banda Live @ Blackout house 19/5/19 110 minuti [No Hay Banda, Radio Blackout]: Nohaybandatrio was born in 2004, when Fabio Recchia (prepared bass and guitar which he plays simultaneously) met Marcello Allulli (sax and liveelectronics) and Emanuele Tommasi (drums and percussions).\r\n\r\nIts musical proposal has its roots in many genres: jazzcore, prog, math rock, `70s groove, soundtracks, noise… but they are all re-encoded in its unique style.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 09,00 – Audiodocumentario Saharawi pt.2 25 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 09,30 – GRRAWR - Mix 05/2025 65 minuti [GRRAWR]:\r\n\r\nGRRAWR va alla ricerca del suono del suo cervello. La legge delle tre R (ripetere ripetere ripetere) è meravigliosamente incorniciata dai corollari della noia e dell'errore. Cosa fa un animale che ripete ripete ripete ma poi si distrae, si sbaglia e si dimentica che cosa doveva ripetere? Fare musica è solo un modo di fischiettare.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 13,30 – Psychotronic Radio vol.4 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 18,30 – ARREMBAGGIO! compilation ardecore benefit v.3 32 minuti [Radio Blackout, compilation ardecore benefit]: Siamo partiti quasi per scherzo, poi l’affare si è ingrossato e siamo arrivati al volume 3. Oltre a queste edizioni digitali, stiamo curando anche le uscite in cassetta, non per santificare una moda ma per ribadire che il diy è il nostro unico “metodo”. Oggi come ieri, ma forse più di ieri, ciò che conta è lo spirito. In tutte le sue accezioni.\r\n\r\n ","9 Giugno 2025","2025-06-09 21:16:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black Holes dal 9 al 15 Maggio 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E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi di fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 09 ore 21,30 – Woodstown: racconto horror di A. Daudet 14 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 11 ore 08,30 – Do you remember revolution? pt. 2 31 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 11 ore 16,30 – Intervista ad Andrea Borgnino sul futuro della radio 43 minuti [Radio Blackout, Stakka stakka]: Abbiamo avuto come redazione di Stakka stkka il piacere di fare una lunga discussione in studio con Andrea Borgnino, che cura la rubrica Interferenze per Radio3 Mondo, sul futuro della radio e il suo valore in contesti sensibili, come crisi umanitarie e conflitti.\r\nediting e mastering a cura di arsider\r\nplaylist from: dj subumano library archives\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 08,30 – Podcast Franti pt.2 36 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 11,30 – La Casa Del Disastro! Je suis Punk! Breve storia delle origini del punk in Francia 53 minuti [La Casa del disastro!, Radio Onda D'urto]:\r\n\r\nBreve storia sulle origini del punk in Francia con musiche di BULDOZER, LOU REED, NEW YORK DOLLS, TELEVISION, STINKY TOYS\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 15,30 – Blackout Fest 2025 Mix 70 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nMix con gruppi e progetti che suoneranno all'edizione del Blackout Fest 2025. Con in ordine di apparizione: Andrea Santalucia, Arsenal Mikebe, Warfuck, Concetration, Odia, Ddwy, Jedbalak, Frammenti, Babe Roots, Korobu, Semiratruth, Ondakeiki, Ethico, Resina, Eden For All, Asino. Non sono tutti ovviamente!\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 08,30 – Muhammad Alì, Rumble in the jungle 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nBiografia del leggendario pugile Muhammad Alì.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 19,00 – Babe Roots - Estratto dal live del 2019 al Leoncavallo 18 minuti [Babe Roots, Radio Blackout]:\r\n\r\nSessione spirituale e subacquea condensata in un mini-live-set purificante, deep dub techno. Tracklist:\r\n> Live intro feat Baba Ras (live only)\r\n\r\n> Jah Nuh Dead feat Another Channel\r\n\r\n> Can’t See feat Lee Perry (live only)\r\n\r\n> Sufferation Time feat Kojo Neatness (Babe Roots remix)\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 20,00 – SFratture: Contro la guerra alle droghe 48 minuti [Fratture]:\r\n\r\nIl collettivo Fratture si occupa di cronaca e analisi del carcere e della società che lo alimenta.\r\nIn questo podcast si affronta il tema della guerra alle droghe, della riduzione del danno, del rapporto tra sostanze e detenzione, grazie a un'intervista alle Chemical Sisters.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 21,00 – Worlds to come - Chapter 2 - Corpi 32 minuti [Sei Iturriaga, Giulia Deval, Alessio Alonne]: Per trascendere l'idea dell'essere umano come centro dell'ordine, è necessario rioccupare i nostri corpi, il primato della mente, l'idea di coscienza costruita sul senso univoco della narrazione dominante che ci ha spinto alla negazione della materialità che ci costituisce. Tornare al corpo è l'unico modo che abbiamo per trovare il nostro posto nello spazio della ricostruzione. Non si tratta del corpo come unità standardizzata, regolata e limitata, bensì del veicolo di potenzialità fisiche con cui sperimentiamo la nostra esistenza. Il corpo come unità semantica a partire dalla quale abitiamo un mondo che può accettarci solo se diventiamo coscienti e responsabili della nostra appartenenza a un ordine geologico, rizomatico, acquifero, atmosferico, dove l'organico è solo un altro strato, un rivestimento permeabile attraverso cui passano gli elementi.\r\nI corpi non nascono, si fanno. I corpi sono marcati (sessualizzati, razzializzati, animalizzati). I corpi sono simpoietici. Questo è ciò che esploriamo in questa puntata grazie alle pratiche artistiche di Johanna Hedva e Justin Randolph Thompson.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 00,30 – Lrwd - Mixtape tribute to Turin-Open-Medium 50 minuti [Lrwd, Radio Blackout]: Questo è un mixtape realizzato da Lrwd (si legge Lo-rrd) come tributo ai mezzi di comunicazione indipendenti di Torino, infatti questo fu messo a disposizione di download benefit Radio Blackout\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 08,30 – Ponte Radio - Resistere a sud 131 minuti [Radio Neanderthal, Ponte Radio]:\r\n\r\nPuntata del 29/11/2024 di Ponte Radio a cura di Radio Neanderthal, realizzata da registrazioni dell'iniziativa \"Resistere a sud\" al Terzo Piano Autogestito a Napoli. Chiacchiere e riflessioni su cosa significa stare, restare e resistere a Sud\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 20,00 – Macchina del tempo Ep.6 56 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nTrasmissione speciale ideata per il ventennale di Radio Blackout, contentitore di interviste, frammenti e testimonianze dagli archivi della radio.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 21,30 – Intervista Alex Vargiu: Un punk a Roma 64 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]: Votato fin dalla fine degli anni 70 al Punk R'n'R Hc con gruppi come Stigma,Bloody Riot,Bingo,Dissuaders, Alex Vargiu, in questa intervista del \u003Cmark>2015\u003C/mark>, ci sbatte in faccia il cadavere ambulante del punk! Punk's dead your the next!\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 23,00 – No Hay Banda Live @ Blackout house 19/5/19 110 minuti [No Hay Banda, Radio Blackout]: Nohaybandatrio was born in 2004, when Fabio Recchia (prepared bass and guitar which he plays simultaneously) met Marcello Allulli (sax and liveelectronics) and Emanuele Tommasi (drums and percussions).\r\n\r\nIts musical proposal has its roots in many genres: jazzcore, prog, math rock, `70s groove, soundtracks, noise… but they are all re-encoded in its unique style.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 09,00 – Audiodocumentario Saharawi pt.2 25 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 09,30 – GRRAWR - Mix 05/2025 65 minuti [GRRAWR]:\r\n\r\nGRRAWR va alla ricerca del suono del suo cervello. La legge delle tre R (ripetere ripetere ripetere) è meravigliosamente incorniciata dai corollari della noia e dell'errore. Cosa fa un animale che ripete ripete ripete ma poi si distrae, si sbaglia e si dimentica che cosa doveva ripetere? Fare musica è solo un modo di fischiettare.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 13,30 – Psychotronic Radio vol.4 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 18,30 – ARREMBAGGIO! compilation ardecore benefit v.3 32 minuti [Radio Blackout, compilation ardecore benefit]: Siamo partiti quasi per scherzo, poi l’affare si è ingrossato e siamo arrivati al volume 3. Oltre a queste edizioni digitali, stiamo curando anche le uscite in cassetta, non per santificare una moda ma per ribadire che il diy è il nostro unico “metodo”. Oggi come ieri, ma forse più di ieri, ciò che conta è lo spirito. 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Daudet 13 minuti [Radio Blackout]: Racconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Woodstown-racconto-horro-di-A.-Daudet_13.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 27 ore 16,00 - Missing People - Storie di attraversamento del confine turco-bulgaro 46minuti [Radio Melting Pot]: Il confine tra Turchia e Bulgaria è uno dei principali ingressi di terra verso l’Unione Europea. Vi transitano migliaia di persone costrette a subire violenza fisica e psicologica. Molte purtroppo perdono la vita nel silenzio delle istituzioni e della maggior parte dei media europei.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Missing-people-Storie-di-attraversamento-del-confine-turco-bulgaro_46.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 28 ore 08,30 - Do you remember revolution? pt. 2 30 minuti [Radio Blackout]: Rivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Do-you-remember-revolution-pt.2_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 08,30 - Audiodocumentario Saharawi pt.2 24 minuti [Tullio Togni]: Tullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Audiodocumentario-Saharawi_2Tullio-Togni_24.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 20,00 - Intervista Alex Vargiu: Un punk a Roma 63 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]: Votato fin dalla fine degli anni 70 al Punk R'n'R Hc con gruppi come Stigma,Bloody Riot,Bingo,Dissuaders, Alex Vargiu, in questa intervista del 2015, ci sbatte in faccia il cadavere ambulante del punk! Punk's dead your the next!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Intervista_Alex_Vargiu_un_punk_a_Roma_da_RADIOKEBAB_del_30_3_2015.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 23,30 - ARREMBAGGIO! compilation ardecore benefit v.3 31 minuti [Radio Blackout, compilation ardecore benefit]: Siamo partiti quasi per scherzo, poi l’affare si è ingrossato e siamo arrivati al volume 3. Oltre a queste edizioni digitali, stiamo curando anche le uscite in cassetta, non per santificare una moda ma per ribadire che il diy è il nostro unico “metodo”. Oggi come ieri, ma forse più di ieri, ciò che conta è lo spirito. In tutte le sue accezioni.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/ARREMBAGGIO-compilation-ardecore-benefit-v.3_31.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 1 ore 13,30 - Tutta colpa dei padroni? 3 9 minuti [Marcello Pini e Federico Bosis]: “Tutta colpa dei padroni?” è un podcast di alfabetizzazione sindacale che spiega nella maniera più chiara possibile come sono regolati i rapporti di lavoro: chi scrive i CCNL, cosa succede quando scadono o si rinnovano, come agiscono i sindacati e quali sono le differenze tra loro. E ancora: cosa sono i “contratti mostro”, come funziona il sistema degli appalti, che ruolo hanno lo Stato e il governo nelle leggi sul lavoro, cos’è lo sciopero e come si fa.\r\nSe il benessere tuo e dei tuoi cari dipende da uno stipendio, qui troverai alcune cose che faresti meglio a conoscere. Testo e voce: Marcello Pini. Editing sonoro e montaggio: Federico Bosis. Cos’è e come funziona il sistema degli appalti? Chi l’ha inventato? Cosa c’entrano le cooperative?\r\nEcco qualche dritta per capire chi e come ingrassa grazie agli appalti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Tutta-colpa-dei-padroni-n.3_9.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 1 ore 13,30 - Psychotronic Radio vol.3 36 minuti [Radio Blackout]: Un gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Psychotronic-Radio-vol.3_36.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 1 ore 13,30 - ENI greenwashing 30 minuti [Radio Cane]: Cosa ci fanno gli esperti dell’Ente Nazionale Idrocarburi in cattedra a parlare di ambiente? E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi di fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/ENI-greenwashing_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","26 Novembre 2024","2024-12-03 16:56:45","Black holes dal 25 Novembre al 1 Dicembre 2024",1732643048,[372,373,374,66,378,379,1238,381,1239,382,384,387,389,392,1240,393,395,399,400,403,405,406,408,1241,413,414,1242,1243,1244,1245,1246,427,429,431,1247,437,1248,441,450,1249,453,457,1250,1251,462,463,465,1252,474,476,477,478,480,481,1253,1254,1255,1256,1257,499,500,502,504,505,1258,1259,519,520,521,523,526,527,528,1260,1261,1262,534,536,1263,538,539,543,1264,547,549,552,1265,1266,558,1267,564,568,1268,1269,569,570,1270,571,573,1271,576,577,580],"http://radioblackout.org/tag/alessandro-scalise/","http://radioblackout.org/tag/ali-mhoud-kou/","http://radioblackout.org/tag/autoformazione/","http://radioblackout.org/tag/bulgaria/","http://radioblackout.org/tag/collettivo-rotte-balcaniche/","http://radioblackout.org/tag/confini/","http://radioblackout.org/tag/consolidated-rescue-group/","http://radioblackout.org/tag/diana-dimova/","http://radioblackout.org/tag/diritti-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/eleonora-zago/","http://radioblackout.org/tag/europa/","http://radioblackout.org/tag/hamid-koshiar/","http://radioblackout.org/tag/ihab-al-rawi/","http://radioblackout.org/tag/immigrati/","http://radioblackout.org/tag/khalid-omar/","http://radioblackout.org/tag/marcello-pini/","http://radioblackout.org/tag/migrazioni/","http://radioblackout.org/tag/missing-people/","http://radioblackout.org/tag/mission-wings/","http://radioblackout.org/tag/mohamed-ali/","http://radioblackout.org/tag/no-name-kitchen/","http://radioblackout.org/tag/politiche-europee-immigrazione/","http://radioblackout.org/tag/radio-melting-pot/","http://radioblackout.org/tag/razzismo-istituzionale/","http://radioblackout.org/tag/respingimenti/","http://radioblackout.org/tag/rotta-balcanica/","http://radioblackout.org/tag/sistema-appalti/","http://radioblackout.org/tag/storia-movimenti/","http://radioblackout.org/tag/storie-di-attraversamento-del-confine-turco-bulgaro/","http://radioblackout.org/tag/testimonianze/","http://radioblackout.org/tag/turchia/","http://radioblackout.org/tag/tutta-colpa-dei-padroni/","http://radioblackout.org/tag/unione-europea/","http://radioblackout.org/tag/vol-3/",[582,583,584,75,588,589,1273,591,1274,592,594,597,599,602,1275,603,605,609,610,613,615,616,618,1276,623,624,1277,1278,1279,1280,1281,637,639,641,1282,647,1283,651,660,1284,342,666,1285,1286,671,672,674,1287,683,685,686,687,689,690,1288,1289,1290,1291,1292,707,708,710,712,713,1293,1294,727,728,729,731,336,734,735,1295,1296,1297,741,743,1298,745,746,750,1299,754,756,759,1300,1301,765,1302,771,775,34,1303,776,777,1304,778,780,1305,783,784,787],"Alessandro Scalise","Ali Mhoud Kou","autoformazione","Bulgaria","collettivo Rotte Balcaniche","confini","Consolidated Rescue Group","Diana Dimova","diritti lavoro","Eleonora Zago","europa","Hamid Koshiar","Ihab Al Rawi","immigrati","Khalid Omar","Marcello Pini","migrazioni","Missing People","Mission Wings","Mohamed Alì","no name kitchen","politiche europee immigrazione","Radio Melting Pot","razzismo istituzionale","respingimenti","rotta balcanica","sistema appalti","storia movimenti","Storie di attraversamento del confine turco-bulgaro","testimonianze","tutta colpa dei padroni?","Unione Europea","vol.3",{"post_content":1307,"tags":1310},{"matched_tokens":1308,"snippet":791,"value":1309},[75],"Lunedì 25 ore 13,30 - Muhammad Ali, Rumble in the jungle 29 minuti [Radio Blackout]: Biografia del leggendario pugile Muhammad Ali\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Mohammed-Alì_Rumble-in-the-jungle_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n[Download]\r\n\r\nMartedì 26 ore 12,30 - Woodstown: racconto horror di A. Daudet 13 minuti [Radio Blackout]: Racconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Woodstown-racconto-horro-di-A.-Daudet_13.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 27 ore 16,00 - Missing People - Storie di attraversamento del confine turco-bulgaro 46minuti [Radio Melting Pot]: Il confine tra Turchia e Bulgaria è uno dei principali ingressi di terra verso l’Unione Europea. Vi transitano migliaia di persone costrette a subire violenza fisica e psicologica. Molte purtroppo perdono la vita nel silenzio delle istituzioni e della maggior parte dei media europei.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Missing-people-Storie-di-attraversamento-del-confine-turco-bulgaro_46.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 28 ore 08,30 - Do you remember revolution? pt. 2 30 minuti [Radio Blackout]: Rivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Do-you-remember-revolution-pt.2_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 08,30 - Audiodocumentario Saharawi pt.2 24 minuti [Tullio Togni]: Tullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Audiodocumentario-Saharawi_2Tullio-Togni_24.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 20,00 - Intervista Alex Vargiu: Un punk a Roma 63 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]: Votato fin dalla fine degli anni 70 al Punk R'n'R Hc con gruppi come Stigma,Bloody Riot,Bingo,Dissuaders, Alex Vargiu, in questa intervista del \u003Cmark>2015\u003C/mark>, ci sbatte in faccia il cadavere ambulante del punk! Punk's dead your the next!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Intervista_Alex_Vargiu_un_punk_a_Roma_da_RADIOKEBAB_del_30_3_2015.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 23,30 - ARREMBAGGIO! compilation ardecore benefit v.3 31 minuti [Radio Blackout, compilation ardecore benefit]: Siamo partiti quasi per scherzo, poi l’affare si è ingrossato e siamo arrivati al volume 3. Oltre a queste edizioni digitali, stiamo curando anche le uscite in cassetta, non per santificare una moda ma per ribadire che il diy è il nostro unico “metodo”. Oggi come ieri, ma forse più di ieri, ciò che conta è lo spirito. 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Storia e geografia del medium espositivo\", di Luca Massidda, edito dalla Franco Angeli.\r\nNegli ultimi vent'anni il dispositivo dell'esposizione universale è tornato ad assumere una nuova centralità, a causa delle modificazioni dell'economia globale e della presenza massiccia e diffusa dei media. Mega eventi attraverso i quali il capitale si autorappresenta, si conferma e si giustifica, anche alla luce del fatto che i valori che le vecchie esposizioni universali mettevano in campo, non esistono più: l'allora nascente società di massa, l'autorappresentazione identitaria degli stati nazione, il modo di produzione industriale, la metropoli moderna, l'ideologia modernista, la giovane industria culturale.\r\nQual è dunque il ruolo di un expo in un sistema profondamente trasformato, globalizzato e di urbanità transnazionale? Quale il senso di un expo in un sistema capitalistico fortemente connotato dall'immaterialità e da una produzione che è sempre più produzione di bisogni?\r\nL'Expo 2015 si pone al centro di qualcosa che è chiamata \"crisi\", in nome della quale si impongono misure restrittive ai paesi deboli, ma che in realtà rappresenta una fase di profondo reengeneering del capitale, del rapporto capitale-lavoro, e del rapporto tra capitali e territori e la fine definitiva del modello di welfare invalso almeno nella nostra parte di mondo. C'è bisogno intanto di spacciatori di svaghi e di puntare se non sui consumi, dato l'impoverimento, perlomeno sull'implemento della coazione a consumare, che si presenta come l'unico modello possibile di esistenza individuale e generale. Ecco perchè, date tutte le trasformazioni storiche conosciute dal dispositivo espositivo in quanto in relazione alle modificazioni del sistema capitalistico, l'appeal spettacolare, l'atmosfera di grande orgia feticistica, non smette di aleggiare anche intorno ai lavori dell'expo milanese, trabocca dalle pagine del sito, in cui una donna giovane e mulatta, a pubblicizzare la transizione verso una società interculturale fondata sull'universale eguaglianza dei consumatori e delle consumatrici di tutto il mondo uniti.\r\n***\r\nExpo non è “solo” un cantiere di speculazioni e un banco di prova delle nuove riforme strutturali del lavoro (all'insegna del self-management, della gratuità e della flessibilità), ma si configura anche come spazio di produzione di discorso, di simboli, di miti e di pratiche che vanno ad alimentare un'idea di mondo nata nella notte dei tempi. Uno dei campi discorsivi e simbolici attorno a cui si costruisce l'Esposizione Universale del terzo millennio è appunto quello della femminilità come insieme di attributi salvifici e creativi della donna e quello della vita come terreno di sfida politica ed economica.\r\nUn “femminile” tanto negato e oppresso nello spazio del biologico e del riproduttivo, quanto sacralizzato in veste di principio materno, generativo e vitale. Questo mito non ha smesso di esistere nell'epoca della religione del denaro e anzi, negli ultimi quarantanni, ha avuto un ruolo preminente all'interno di quel passaggio storico in cui un nuovo paradigma economico ha tentato di recuperare la forza dirompente delle lotte femministe degli anni Settanta. Ha stabilito, cioè, quel differenziale femminile da poter valorizzare sul mercato che prende il nome di diversity management: maggior capacità di cura delle relazioni, di creatività e di pragmatismo che richiamerebbero gli attributi tipici del lavoro domestico come luogo - in fondo e sempre - riservato alle donne. Expo conferma questa narrazione e ne mostra i paradossi, rilancia la sfida internazionale in difesa della vita e in nome delle donne ma ne svela il nesso indissolubile con le logiche di accumulazione di profitto e con le politiche della morte dell'attuale governance globale.\r\nLa politica sulle donne che Expo sta portando avanti attraverso la campagna \"Women for expo\", offre un'immagine della donna che è quella della cura, della nutrizione; La donna al servizio della casa, della famiglia, e alla fine anche del pianeta; depositaria di un sapere culinario, regina del focolare domestico. Da un lato si promuove la donna imprenditrice e di potere, sfruttatrice di altre donne e di altri uomini, e dall’altro si accentua l’oppressione di tutte le altre donne, giustificandola con la “vocazione” alla maternità e alla cura, per impedire qualsiasi rivendicazione di libertà e parità, del resto impossibile in una società che divide per sfruttare meglio.\r\ndal blog de le Lucciole di Milano:\r\nLa quota rosa di Expo e la GayStreet risultano essere dispositivi di normalizzazione e di reclusione all’interno di spazi fisici e politici, che, vantandosi di essere progetti progressisti, tentano di nascondere lo stato dell’arte dei percorsi di smantellamento dei diritti nel mondo del lavoro, della scuola, della sanità e del welfare, e l’assenza di ogni tipo di diritto per i soggetti lgbit*. Sebbene i due progetti abbiano consistenze diverse, sono entrambi accomunati dall’utilizzare le nostre identità e i nostri corpi in nome del profitto, e propongono la sussunzione delle nostre rivendicazioni e delle nostre lotte all’interno di un processo sociale e politico, sempre più escludente, maschile e razzista.\r\n***Abbiamo consigliato anche la lettura del testo \"Senza donne non c'è sovranità alimentare\", di Esther Vivas, che analizza l'impatto delle politiche agro-industriali sulle donne e il ruolo chiave che le donne contadine giocano nel nord come nel sud del mondo nella produzione e distribuzione del cibo. 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Storia e geografia del medium espositivo\", di Luca Massidda, edito dalla Franco Angeli.\r\nNegli ultimi vent'anni il dispositivo dell'esposizione universale è tornato ad assumere una nuova centralità, a causa delle modificazioni dell'economia globale e della presenza massiccia e diffusa dei media. Mega eventi attraverso i quali il capitale si autorappresenta, si conferma e si giustifica, anche alla luce del fatto che i valori che le vecchie esposizioni universali mettevano in campo, non esistono più: l'allora nascente società di massa, l'autorappresentazione identitaria degli stati nazione, il modo di produzione industriale, la metropoli moderna, l'ideologia modernista, la giovane industria culturale.\r\nQual è dunque il ruolo di un expo in un sistema profondamente trasformato, globalizzato e di urbanità transnazionale? Quale il senso di un expo in un sistema capitalistico fortemente connotato dall'immaterialità e da una produzione che è sempre più produzione di bisogni?\r\nL'Expo \u003Cmark>2015\u003C/mark> si pone al centro di qualcosa che è chiamata \"crisi\", in nome della quale si impongono misure restrittive ai paesi deboli, ma che in realtà rappresenta una fase di profondo reengeneering del capitale, del rapporto capitale-lavoro, e del rapporto tra capitali e territori e la fine definitiva del modello di welfare invalso almeno nella nostra parte di mondo. C'è bisogno intanto di spacciatori di svaghi e di puntare se non sui consumi, dato l'impoverimento, perlomeno sull'implemento della coazione a consumare, che si presenta come l'unico modello possibile di esistenza individuale e generale. Ecco perchè, date tutte le trasformazioni storiche conosciute dal dispositivo espositivo in quanto in relazione alle modificazioni del sistema capitalistico, l'appeal spettacolare, l'atmosfera di grande orgia feticistica, non smette di aleggiare anche intorno ai lavori dell'expo milanese, trabocca dalle pagine del sito, in cui una donna giovane e mulatta, a pubblicizzare la transizione verso una società interculturale fondata sull'universale eguaglianza dei consumatori e delle consumatrici di tutto il mondo uniti.\r\n***\r\nExpo non è “solo” un cantiere di speculazioni e un banco di prova delle nuove riforme strutturali del lavoro (all'insegna del self-management, della gratuità e della flessibilità), ma si configura anche come spazio di produzione di discorso, di simboli, di miti e di pratiche che vanno ad alimentare un'idea di mondo nata nella notte dei tempi. Uno dei campi discorsivi e simbolici attorno a cui si costruisce l'Esposizione Universale del terzo millennio è appunto quello della femminilità come insieme di attributi salvifici e creativi della donna e quello della vita come terreno di sfida politica ed economica.\r\nUn “femminile” tanto negato e oppresso nello spazio del biologico e del riproduttivo, quanto sacralizzato in veste di principio materno, generativo e vitale. Questo mito non ha smesso di esistere nell'epoca della religione del denaro e anzi, negli ultimi quarantanni, ha avuto un ruolo preminente all'interno di quel passaggio storico in cui un nuovo paradigma economico ha tentato di recuperare la forza dirompente delle lotte femministe degli anni Settanta. Ha stabilito, cioè, quel differenziale femminile da poter valorizzare sul mercato che prende il nome di diversity management: maggior capacità di cura delle relazioni, di creatività e di pragmatismo che richiamerebbero gli attributi tipici del lavoro domestico come luogo - in fondo e sempre - riservato alle donne. Expo conferma questa narrazione e ne mostra i paradossi, rilancia la sfida internazionale in difesa della vita e in nome delle donne ma ne svela il nesso indissolubile con le logiche di accumulazione di profitto e con le politiche della morte dell'attuale governance globale.\r\nLa politica sulle donne che Expo sta portando avanti attraverso la campagna \"Women for expo\", offre un'immagine della donna che è quella della cura, della nutrizione; La donna al servizio della casa, della famiglia, e alla fine anche del pianeta; depositaria di un sapere culinario, regina del focolare domestico. Da un lato si promuove la donna imprenditrice e di potere, sfruttatrice di altre donne e di altri uomini, e dall’altro si accentua l’oppressione di tutte le altre donne, giustificandola con la “vocazione” alla maternità e alla cura, per impedire qualsiasi rivendicazione di libertà e parità, del resto impossibile in una società che divide per sfruttare meglio.\r\ndal blog de le Lucciole di Milano:\r\nLa quota rosa di Expo e la GayStreet risultano essere dispositivi di normalizzazione e di reclusione all’interno di spazi fisici e politici, che, vantandosi di essere progetti progressisti, tentano di nascondere lo stato dell’arte dei percorsi di smantellamento dei diritti nel mondo del lavoro, della scuola, della sanità e del welfare, e l’assenza di ogni tipo di diritto per i soggetti lgbit*. Sebbene i due progetti abbiano consistenze diverse, sono entrambi accomunati dall’utilizzare le nostre identità e i nostri corpi in nome del profitto, e propongono la sussunzione delle nostre rivendicazioni e delle nostre lotte all’interno di un processo sociale e politico, sempre più escludente, maschile e razzista.\r\n***Abbiamo consigliato anche la lettura del testo \"Senza donne non c'è sovranità alimentare\", di Esther Vivas, che analizza l'impatto delle politiche agro-industriali sulle donne e il ruolo chiave che le donne contadine giocano nel nord come nel sud del mondo nella produzione e distribuzione del cibo. L'articolo inoltre analizza se e come il modello di agricoltura dominante può incorporare una prospettiva femminista e come, invece, i movimenti sociali che si occupano di sovranità alimentare possono incorporare una prospettiva femminista.\r\nPer riascoltare la puntata:\r\n il colpo della strega_16febbr_primaparte\r\nil colpo della strega_16febbr_secondaparte\r\nil colpo della strega_16febbr_terzaparte",{"matched_tokens":1648,"snippet":1649,"value":1649},[75],"Le esposizioni universali ed Expo Milano \u003Cmark>2015\u003C/mark> (Il colpo della strega, 19febbraio2015)",[1651,1653,1655,1657,1659,1661,1663,1665,1667,1669,1671,1673,1675,1677,1679,1681,1683,1685],{"matched_tokens":1652,"snippet":1626,"value":1626},[],{"matched_tokens":1654,"snippet":1627,"value":1627},[],{"matched_tokens":1656,"snippet":1628,"value":1628},[],{"matched_tokens":1658,"snippet":1571,"value":1571},[75],{"matched_tokens":1660,"snippet":1629,"value":1629},[],{"matched_tokens":1662,"snippet":1630,"value":1630},[],{"matched_tokens":1664,"snippet":1631,"value":1631},[],{"matched_tokens":1666,"snippet":1632,"value":1632},[],{"matched_tokens":1668,"snippet":1633,"value":1633},[],{"matched_tokens":1670,"snippet":1289,"value":1289},[],{"matched_tokens":1672,"snippet":1634,"value":1634},[],{"matched_tokens":1674,"snippet":1635,"value":1635},[],{"matched_tokens":1676,"snippet":1636,"value":1636},[],{"matched_tokens":1678,"snippet":1637,"value":1637},[],{"matched_tokens":1680,"snippet":1638,"value":1638},[],{"matched_tokens":1682,"snippet":1639,"value":1639},[],{"matched_tokens":1684,"snippet":1640,"value":1640},[],{"matched_tokens":1686,"snippet":1641,"value":1641},[],[1688,1690,1692],{"field":147,"matched_tokens":1689,"snippet":1649,"value":1649},[75],{"field":150,"matched_tokens":1691,"snippet":1645,"value":1646},[75],{"field":40,"indices":1693,"matched_tokens":1694,"snippets":1696,"values":1697},[1217],[1695],[75],[1571],[1571],{"best_field_score":154,"best_field_weight":17,"fields_matched":1217,"num_tokens_dropped":52,"score":1594,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":52},{"document":1700,"highlight":1721,"highlights":1729,"text_match":152,"text_match_info":1734},{"comment_count":52,"id":1701,"is_sticky":52,"permalink":1702,"podcastfilter":1703,"post_author":55,"post_content":1705,"post_date":1706,"post_excerpt":58,"post_id":1701,"post_modified":1707,"post_thumbnail":1708,"post_title":1709,"post_type":369,"sort_by_date":1710,"tag_links":1711,"tags":1716},"70002","http://radioblackout.org/podcast/a-c-a-b-riflessioni-con-manu-sullimperitura-indagine-sullazione-contro-la-scuola-di-polizia-del-2015/",[1704],"ACAB","In collegamento telefonico, Manu ci aggiorna rispetto al lento procedere delle indagini della procura di Brescia sull’azione contro la scuola di polizia del 2015, il cui ultimo atto è la richiesta di un ulteriore prelievo di DNA per lui e per Juan.\r\n\r\nEntriamo nei particolari di questa vicenda, per molti versi emblematica e perfettamente inserita nella cornice repressiva degli ultimi anni: dal susseguirsi di incidenti probatori sempre più tecnologici e costosi all'accanimento della Procura e i suoi giochi sporchi, dalla \"colpa d'autore\" al ruolo del Dipartimento Antimafia, dal 2015 trasformato in Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/manu.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nDi seguito, un suo scritto (https://ilrovescio.info/2021/05/15/va-mia-be-nigot-non-va-bene-nulla/):\r\nVa mia be nigot\r\n(Non va bene nulla)\r\nRiflessioni sull’imperitura indagine della procura di Brescia sull’azione contro la scuola di polizia del 2015, cui ultimo atto è la richiesta di un ulteriore prelievo di DNA per me e per Juan\r\nCi risiamo. A distanza di oltre cinque anni e dopo un numero infinito di analisi, indagini, pedinamenti, intercettazioni, perizie ecc. che hanno portato a nulla, la procura di Brescia non molla e decide di spendere ancora energie alla ricerca di un capro espiatorio. Davanti a tale zelo, che ormai è semplicemente accanimento, viene da sorridere con tanta tristezza e rabbia: per qualsiasi persona dotata di un briciolo buon senso questo sperperare risorse ingenti a fronte della crisi economica, dell’epidemia globale, fra nuove e vecchie povertà e miserie generalizzate, è un evidente oltraggio, verso la popolazione bresciana e non solo. È infatti assurdo, per chiunque sia minimamente onesto, che tali cose vengano reputate più importanti da parte della “giustizia” rispetto all’inquinamento delle acque, alle morti negli ospedali e nelle rsa, alla distruzione della medicina di base, ai posti di lavoro persi, agli sfratti e alle persone senza casa che aumentano, ai mancati investimenti alle scuole del territorio, alle casse integrazioni e ai fantomatici bonus che non arrivano.\r\nSta peggiorando il tenore di vita. Nell’ultimo anno, cinque milioni di persone nel “bel paese” hanno avuto difficoltà a mettere in tavola un pasto decente, e il 60% teme di poter perdere il lavoro o il reddito nel prossimo periodo. I poveri diventano sempre più poveri, i ricchi sempre più ricchi. Per garantire i profitti di pochi, anzi pochissimi, sulle spalle della miseria dei tanti, lo Stato deve usare sempre di più il bastone. Il nemico siamo noi! Avere a che fare con sanzioni, denunce, processi, ovvero con il braccio armato dello Stato e dei ricchi, è purtroppo sempre più la normalità. Faccio alcuni esempi: dal 2017, per chi ha la sventura di non avere quel poco di garanzie che rimangono con un contratto di lavoro e deve campare accettando lavoretti in nero (chi non si è mai trovato in questa situazione?!), a rischiare non è il padrone, che è passibile di multa (per chi ha un’azienda la cosa è gestibile, non certo un dramma) è soprattutto la lavoratrice o il lavoratore poiché “accetta” di lavorare a tali condizioni – come se avesse una scelta! Al di là delle multe è anche prevista la reclusione fino a due anni, e ad essere titolari di una misera indennità di disoccupazione, la reclusione rischia di aumentare fino a tre anni. La pandemia è stata un apripista per ulteriori giri di vite, con misure la cui unica utilità è addestrare il singolo all’obbedienza, non certo a proteggersi dal contagio di un virus – basti pensare al coprifuoco, vera e propria misura di guerra. Inoltre, a lottare per migliorare le proprie condizioni lavorative, o perché la gente non muoia più nel tentativo di attraversare una frontiera, addirittura a ribadire verità tragicamente reali come il fatto che in carcere si muore o che chi vende le armi alimenta la guerra, si rischia sempre più spesso di essere accusati di associazione a delinquere, favoreggiamento, istigazione, diffamazione… basti nominare l’azione repressiva contro i portuali di Genova per via delle loro lotte antimilitariste, ma non è purtroppo l’unica. D’altra parte, giusto per fare un esempio, se sei il proprietario della Caffaro o dell’Ilva ed hai ammazzato persone avvelenando le città per i tuoi profitti, non rischi nemmeno lontanamente di farti 12 anni di galera. Ma nemmeno un giorno. La tortura del carcere non si augura a nessuno ma è comunque singolare fare questa “constatazione”.\r\nL’epidemia di covid ha reso palese un progetto che mira a privarci di tutto ciò che ci rende umani, è la costruzione della società dell’isolamento. Mentre Stato e imprenditori impongono la necessità di produrre (noi) per farli guadagnare a rischio della (nostra) vita, il cosiddetto distanziamento sociale differenzia i rapporti familiari da quelli “evitabili”. Viene definito e decretato cosa loro intendano per vita: produrre e consumare, mentre le cose veramente importanti e belle come la libertà, l’imprevisto e la socialità vengono gettate nella clandestinità e bollate come malsane, sospettose, patogene.\r\nIl distanziamento sociale non viene pensato come temporaneo, ma viene dato per inevitabile un mondo di persone isolate, collegate fra loro unicamente dall’informatica. Quanto sarà malata una vita così? Alla base di questo futuro prossimo c’è l’inquinamento elettromagnetico, la distruzione degli habitat micro-biologici del pianeta (con la probabilità di future epidemie), lo sfruttamento aberrante del lavoro e la guerra fra stati per la spartizione del mondo così da accaparrarsi quei metalli rari necessari alle nuove tecnologie smart e green. Così vanno le cose in questo mondo. La farsa del recovery fund ne è un tragico esempio: una pioggia di investimenti su quei processi e opere (digitalizzazione, grandi infrastrutture) che rafforzano le condizioni di vita malsane che hanno aperto la strada all’epidemia globale e all’impossibilità di affrontarla. Sono queste le cose necessarie per chi ci governa.\r\nVedo anche che le procure non proseguono mai nelle inchieste per i fondi illeciti ai partiti, per i morti ammazzati in mare, per le tangenti o il genocidio di una generazione anziana a causa della malasanità. Chissà perché, mi domando. Va bene, è indubbio che per la “giustizia” prendersela seriamente con politici e potenti non è cosa facile, c’è rischio di stipendio e carriera a pestare i piedi ai propri capi. Meglio prendersela con i poveracci, è più sicuro! Ma c’è dell’altro. Forse lo Stato quello che una persona come me può ritenere giusto non lo capisce, come può non capire di cos’hanno bisogno gli sfruttati per vivere bene. O forse, banalmente, non gli interessa. “A pensare male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca”, diceva Andreotti. Insomma, se non sono stupidi, significa che stanno prendendoci per il naso.\r\nE allora, cari signori, potete obbligarci a fare una vita difficile e pesante perché voi possiate arricchirvi sulle nostre spalle, godendovi il privilegio di poter fare ogni schifezza, ogni capriccio che vi passi per la testa. Potete prenderci in giro, lasciarci senza casa, senza un soldo, senza medico, potete accusare chi prova a ribellarsi, potete trovare o inventare “prove” per distruggere la vita di qualcuno e delle sue persone care. Potete, con accuse infamanti quali quella di terrorismo, vendicarvi come e quando volete, potete lasciare milioni di persone nella povertà, nella guerra, nell’ignoranza, raccontando bugie sempre più assurde e stravaganti. Come i re di un tempo, pensate che nessuno vi dirà mai nulla e che “il popolo è bue”, e così ci trattate. E agli sfruttati, immiseriti, spaventati e schiacciati, state cercando ancora una volta di far credere che i malvagi non sono i tiranni, gli affamatori e gli sgherri in divisa che li proteggono, ma le persone che vogliono rivoltarsi dinanzi a questo schifo. E che i nemici della povera gente siamo noi anarchici. Il problema reale per voi sono le idee e le azioni generose e risolute di persone che vogliono vivere libere e che vogliono farla finita con questo mondo di terrore e povertà, prima che per tutte le classi sociali non abbienti ci sia solo la galera.\r\nIo sono anche un anarchico, e sono orgoglioso di esserlo, ma sono soprattutto uno sfruttato nato in un ceto basso e figlio di operai, e sono stufo di essere preso in giro e di dover far finta di credere a tutte le vostre menzogne, tra l’altro raccontate molto male. E poi andiamo, non c’entro nulla, ma proprio nulla con voi. Non ho una carriera da costruire sulle spalle della povera gente, non ho una villa da comprare facendo il burocrate, tradimenti da attuare per far carriera, persone da incarcerare, piedi da calpestare, magagne da nascondere, balle da raccontare… insomma non ho, non ho mai avuto né vorrei avere una vita “avventurosa” come la vostra. E per fortuna, penso, guardando a cosa avviene nel mondo o nella nostra piccola città, che dite di essere il bene. Non oso nemmeno immaginare cosa accadrebbe se vi diceste malvagi ed egoisti!\r\nAnche io non sono un santo è vero, e a mio modo risulto ridicolo agli occhi delle persone – niente di grave. Insomma, se faccio qualcosa di male è un male relativo, cioè… non uccido persone per i miei tornaconti personali o per il mio portafogli, non inquino i fiumi e l’acqua corrente nei paesi, non chiudo ambulatori medici e non mi arricchisco sulle spalle degli altri. Né tanto meno butto fuori la gente da casa, non licenzio nessuno né prometto a famiglie intere che avranno dei bonus o la cassa integrazione per poi lasciarli senza nulla, non strangolo la gente con le tasse per fare la guerra, le indagini fuffa, ecc. Insomma, non ho il vostro generoso “altruismo”, chissà come fate a vivere senza rimorsi o sensi di colpa. Mah. Per quel che mi riguarda non parteciperò al vostro teatrino mediatico e tanto meno potrò mai ammettere che siete il bene, o che va tutto bene. Sarebbe come ammettere davanti all’inquisizione che la terra è piatta, o come affermare che Luigi XVI fosse bello, bravo e buono. Davanti ai poveri come me gli unici argomenti che avete sono la forza e la paura. E per questo motivo vi sentite insicuri nelle nefandezze e nei loschi affari, soprattutto in un periodo storico come questo in cui accade che le persone si sveglino e siano stufe di tirare la cinghia, di avere paura, di essere prese in giro. Insomma, rivoltarsi e dire basta contro questo mondo di tenebre è semplicemente giusto, per chi ha un cuore ogni atto di rivolta è giusto, davanti al male che perseguite.\r\nUn mondo nuovo è necessario. Un’azione può essere condivisibile o meno da parte della povera gente, ma è sempre etica di fronte alle ingiustizie, per chi ha un cuore che batte per un’umanità ed un mondo migliore. Con la speranza che la rivoluzione, come sempre e in ogni epoca, sia contagiosa. Dite che gli anarchici sono un pericolo: non penso proprio. Forse ci imprigionate e perseguitate perché temete che persone come noi possano essere di esempio per gli sfruttati, non comprendendo che da sempre è quando i poveri dicono basta e si ribellano che sono un esempio per noi, e che noi siamo da sempre parte e figli loro.\r\nHo quasi finito, volevo dire queste parole. Non sono capace di cose più profonde, né voglio dire altro: per chi come me, non ha soldi per domestici, vacanze ai tropici, sogni di carriere e stipendi elevati, la vita ruota attorno al lavoro, a tirare a fine giornata e ai propri cari. La vita, insomma, è dura e non ho il “buon tempo” come voi di costruire castelli in aria e far terrore alla povera gente. Fra le svariate imputazioni a mio carico manca naturalmente quella relativa all’unico crimine di cui come accusato mi sono effettivamente macchiato e di cui continuerò a macchiarmi, e che rivendico con orgoglio: quello di considerare la dignità un sentimento che non accetta intimidazioni di stampo mafioso. Un crimine semplice che non mi stancherò mai di commettere.\r\nManu","24 Giugno 2021","2021-06-24 11:53:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/moon-200x110.jpg","A.C.A.B. - Riflessioni con Manu sull’imperitura indagine sull’azione contro la scuola di polizia del 2015",1624535614,[1712,1713,1714,1715],"http://radioblackout.org/tag/a-c-a-b/","http://radioblackout.org/tag/dna/","http://radioblackout.org/tag/juan/","http://radioblackout.org/tag/manu/",[1717,1718,1719,1720],"a.c.a.b","dna","Juan","MANU",{"post_content":1722,"post_title":1726},{"matched_tokens":1723,"snippet":1724,"value":1725},[75],"la scuola di polizia del \u003Cmark>2015\u003C/mark>, il cui ultimo atto è","In collegamento telefonico, Manu ci aggiorna rispetto al lento procedere delle indagini della procura di Brescia sull’azione contro la scuola di polizia del \u003Cmark>2015\u003C/mark>, il cui ultimo atto è la richiesta di un ulteriore prelievo di DNA per lui e per Juan.\r\n\r\nEntriamo nei particolari di questa vicenda, per molti versi emblematica e perfettamente inserita nella cornice repressiva degli ultimi anni: dal susseguirsi di incidenti probatori sempre più tecnologici e costosi all'accanimento della Procura e i suoi giochi sporchi, dalla \"colpa d'autore\" al ruolo del Dipartimento Antimafia, dal \u003Cmark>2015\u003C/mark> trasformato in Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/manu.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nDi seguito, un suo scritto (https://ilrovescio.info/2021/05/15/va-mia-be-nigot-non-va-bene-nulla/):\r\nVa mia be nigot\r\n(Non va bene nulla)\r\nRiflessioni sull’imperitura indagine della procura di Brescia sull’azione contro la scuola di polizia del \u003Cmark>2015\u003C/mark>, cui ultimo atto è la richiesta di un ulteriore prelievo di DNA per me e per Juan\r\nCi risiamo. 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La pandemia è stata un apripista per ulteriori giri di vite, con misure la cui unica utilità è addestrare il singolo all’obbedienza, non certo a proteggersi dal contagio di un virus – basti pensare al coprifuoco, vera e propria misura di guerra. Inoltre, a lottare per migliorare le proprie condizioni lavorative, o perché la gente non muoia più nel tentativo di attraversare una frontiera, addirittura a ribadire verità tragicamente reali come il fatto che in carcere si muore o che chi vende le armi alimenta la guerra, si rischia sempre più spesso di essere accusati di associazione a delinquere, favoreggiamento, istigazione, diffamazione… basti nominare l’azione repressiva contro i portuali di Genova per via delle loro lotte antimilitariste, ma non è purtroppo l’unica. D’altra parte, giusto per fare un esempio, se sei il proprietario della Caffaro o dell’Ilva ed hai ammazzato persone avvelenando le città per i tuoi profitti, non rischi nemmeno lontanamente di farti 12 anni di galera. Ma nemmeno un giorno. La tortura del carcere non si augura a nessuno ma è comunque singolare fare questa “constatazione”.\r\nL’epidemia di covid ha reso palese un progetto che mira a privarci di tutto ciò che ci rende umani, è la costruzione della società dell’isolamento. Mentre Stato e imprenditori impongono la necessità di produrre (noi) per farli guadagnare a rischio della (nostra) vita, il cosiddetto distanziamento sociale differenzia i rapporti familiari da quelli “evitabili”. Viene definito e decretato cosa loro intendano per vita: produrre e consumare, mentre le cose veramente importanti e belle come la libertà, l’imprevisto e la socialità vengono gettate nella clandestinità e bollate come malsane, sospettose, patogene.\r\nIl distanziamento sociale non viene pensato come temporaneo, ma viene dato per inevitabile un mondo di persone isolate, collegate fra loro unicamente dall’informatica. Quanto sarà malata una vita così? Alla base di questo futuro prossimo c’è l’inquinamento elettromagnetico, la distruzione degli habitat micro-biologici del pianeta (con la probabilità di future epidemie), lo sfruttamento aberrante del lavoro e la guerra fra stati per la spartizione del mondo così da accaparrarsi quei metalli rari necessari alle nuove tecnologie smart e green. Così vanno le cose in questo mondo. La farsa del recovery fund ne è un tragico esempio: una pioggia di investimenti su quei processi e opere (digitalizzazione, grandi infrastrutture) che rafforzano le condizioni di vita malsane che hanno aperto la strada all’epidemia globale e all’impossibilità di affrontarla. Sono queste le cose necessarie per chi ci governa.\r\nVedo anche che le procure non proseguono mai nelle inchieste per i fondi illeciti ai partiti, per i morti ammazzati in mare, per le tangenti o il genocidio di una generazione anziana a causa della malasanità. Chissà perché, mi domando. Va bene, è indubbio che per la “giustizia” prendersela seriamente con politici e potenti non è cosa facile, c’è rischio di stipendio e carriera a pestare i piedi ai propri capi. Meglio prendersela con i poveracci, è più sicuro! Ma c’è dell’altro. Forse lo Stato quello che una persona come me può ritenere giusto non lo capisce, come può non capire di cos’hanno bisogno gli sfruttati per vivere bene. O forse, banalmente, non gli interessa. “A pensare male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca”, diceva Andreotti. Insomma, se non sono stupidi, significa che stanno prendendoci per il naso.\r\nE allora, cari signori, potete obbligarci a fare una vita difficile e pesante perché voi possiate arricchirvi sulle nostre spalle, godendovi il privilegio di poter fare ogni schifezza, ogni capriccio che vi passi per la testa. Potete prenderci in giro, lasciarci senza casa, senza un soldo, senza medico, potete accusare chi prova a ribellarsi, potete trovare o inventare “prove” per distruggere la vita di qualcuno e delle sue persone care. Potete, con accuse infamanti quali quella di terrorismo, vendicarvi come e quando volete, potete lasciare milioni di persone nella povertà, nella guerra, nell’ignoranza, raccontando bugie sempre più assurde e stravaganti. Come i re di un tempo, pensate che nessuno vi dirà mai nulla e che “il popolo è bue”, e così ci trattate. E agli sfruttati, immiseriti, spaventati e schiacciati, state cercando ancora una volta di far credere che i malvagi non sono i tiranni, gli affamatori e gli sgherri in divisa che li proteggono, ma le persone che vogliono rivoltarsi dinanzi a questo schifo. E che i nemici della povera gente siamo noi anarchici. Il problema reale per voi sono le idee e le azioni generose e risolute di persone che vogliono vivere libere e che vogliono farla finita con questo mondo di terrore e povertà, prima che per tutte le classi sociali non abbienti ci sia solo la galera.\r\nIo sono anche un anarchico, e sono orgoglioso di esserlo, ma sono soprattutto uno sfruttato nato in un ceto basso e figlio di operai, e sono stufo di essere preso in giro e di dover far finta di credere a tutte le vostre menzogne, tra l’altro raccontate molto male. E poi andiamo, non c’entro nulla, ma proprio nulla con voi. Non ho una carriera da costruire sulle spalle della povera gente, non ho una villa da comprare facendo il burocrate, tradimenti da attuare per far carriera, persone da incarcerare, piedi da calpestare, magagne da nascondere, balle da raccontare… insomma non ho, non ho mai avuto né vorrei avere una vita “avventurosa” come la vostra. E per fortuna, penso, guardando a cosa avviene nel mondo o nella nostra piccola città, che dite di essere il bene. Non oso nemmeno immaginare cosa accadrebbe se vi diceste malvagi ed egoisti!\r\nAnche io non sono un santo è vero, e a mio modo risulto ridicolo agli occhi delle persone – niente di grave. Insomma, se faccio qualcosa di male è un male relativo, cioè… non uccido persone per i miei tornaconti personali o per il mio portafogli, non inquino i fiumi e l’acqua corrente nei paesi, non chiudo ambulatori medici e non mi arricchisco sulle spalle degli altri. Né tanto meno butto fuori la gente da casa, non licenzio nessuno né prometto a famiglie intere che avranno dei bonus o la cassa integrazione per poi lasciarli senza nulla, non strangolo la gente con le tasse per fare la guerra, le indagini fuffa, ecc. Insomma, non ho il vostro generoso “altruismo”, chissà come fate a vivere senza rimorsi o sensi di colpa. Mah. Per quel che mi riguarda non parteciperò al vostro teatrino mediatico e tanto meno potrò mai ammettere che siete il bene, o che va tutto bene. Sarebbe come ammettere davanti all’inquisizione che la terra è piatta, o come affermare che Luigi XVI fosse bello, bravo e buono. Davanti ai poveri come me gli unici argomenti che avete sono la forza e la paura. E per questo motivo vi sentite insicuri nelle nefandezze e nei loschi affari, soprattutto in un periodo storico come questo in cui accade che le persone si sveglino e siano stufe di tirare la cinghia, di avere paura, di essere prese in giro. Insomma, rivoltarsi e dire basta contro questo mondo di tenebre è semplicemente giusto, per chi ha un cuore ogni atto di rivolta è giusto, davanti al male che perseguite.\r\nUn mondo nuovo è necessario. Un’azione può essere condivisibile o meno da parte della povera gente, ma è sempre etica di fronte alle ingiustizie, per chi ha un cuore che batte per un’umanità ed un mondo migliore. Con la speranza che la rivoluzione, come sempre e in ogni epoca, sia contagiosa. Dite che gli anarchici sono un pericolo: non penso proprio. Forse ci imprigionate e perseguitate perché temete che persone come noi possano essere di esempio per gli sfruttati, non comprendendo che da sempre è quando i poveri dicono basta e si ribellano che sono un esempio per noi, e che noi siamo da sempre parte e figli loro.\r\nHo quasi finito, volevo dire queste parole. Non sono capace di cose più profonde, né voglio dire altro: per chi come me, non ha soldi per domestici, vacanze ai tropici, sogni di carriere e stipendi elevati, la vita ruota attorno al lavoro, a tirare a fine giornata e ai propri cari. La vita, insomma, è dura e non ho il “buon tempo” come voi di costruire castelli in aria e far terrore alla povera gente. Fra le svariate imputazioni a mio carico manca naturalmente quella relativa all’unico crimine di cui come accusato mi sono effettivamente macchiato e di cui continuerò a macchiarmi, e che rivendico con orgoglio: quello di considerare la dignità un sentimento che non accetta intimidazioni di stampo mafioso. Un crimine semplice che non mi stancherò mai di commettere.\r\nManu",{"matched_tokens":1727,"snippet":1728,"value":1728},[75],"A.C.A.B. - Riflessioni con Manu sull’imperitura indagine sull’azione contro la scuola di polizia del \u003Cmark>2015\u003C/mark>",[1730,1732],{"field":147,"matched_tokens":1731,"snippet":1728,"value":1728},[75],{"field":150,"matched_tokens":1733,"snippet":1724,"value":1725},[75],{"best_field_score":154,"best_field_weight":17,"fields_matched":155,"num_tokens_dropped":52,"score":156,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":52},{"document":1736,"highlight":1750,"highlights":1758,"text_match":152,"text_match_info":1763},{"comment_count":52,"id":1737,"is_sticky":52,"permalink":1738,"podcastfilter":1739,"post_author":1740,"post_content":1741,"post_date":1742,"post_excerpt":58,"post_id":1737,"post_modified":1743,"post_thumbnail":1744,"post_title":1745,"post_type":369,"sort_by_date":1746,"tag_links":1747,"tags":1749},"33349","http://radioblackout.org/podcast/bello-come-una-prigione-che-brucia-il-podcast-del-21-dicembre-2015/",[309],"bellocome","Il carcere, comunemente immaginato come edificio, tende progressivamente a diventare un dispositivo in grado di sovrapporsi ed estendersi ad altri pezzi di territorio. 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Skinner e Timothy Leary, fino alle recenti applicazioni che, superando il mero monitoraggio degli spostamenti, consentono di verificare a distanza l'assunzione di alcol o altre sostanze.\r\n\r\nNegli anni '60, sempre all'interno del dipartimento di psicologia dell'università di Harvard, mentre alcuni suoi studenti si dedicavano alla ricerca di dispositivi tecnologici in grado di disciplinare le condotte di individui difficilmente gestibili, lo stesso Timothy Leary condusse esperimenti di \"psichedelia istituzionale\". Partendo dalla descrizione del Concord Prison Project, durante il quale venne somministrata psilocibina come coadiuvante della psicoterapia di gruppo con l'intento di ridurre la recidiva dei prigionieri, passiamo all'analisi di alcuni altri esempi in cui sostanze psicoattive sono state utilizzate come arma, strumento di potenziamento, di tortura o di controllo\r\n\r\nbello come 21 dic 2015 1\r\n\r\nbello come 21 dic 2015 2\r\n\r\nbello come 21 dic 2015 3","7 Gennaio 2016","2018-10-24 17:43:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/logo-200x110.jpeg","Bello come una prigione che brucia: il podcast del 21 dicembre 2015",1452159533,[1748,526],"http://radioblackout.org/tag/bello-come-una-prigione-che-brucia/",[340,336],{"post_content":1751,"post_title":1755},{"matched_tokens":1752,"snippet":1753,"value":1754},[75],"controllo\r\n\r\nbello come 21 dic \u003Cmark>2015\u003C/mark> 1\r\n\r\nbello come 21 dic","Il carcere, comunemente immaginato come edificio, tende progressivamente a diventare un dispositivo in grado di sovrapporsi ed estendersi ad altri pezzi di territorio. 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